SOS COVID-19: allerta per i pazienti oncologici. Sono proprio le persone con patologie pregresse, oltre agli anziani, a rischiare di più. La conferma arriva da uno studio sul Coronavirus e sui malati di cancro in Cina. I risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista Lancet Oncology, confermano un aumento del rischio di complicanze. Secondo lo studio, approvato dal comitato etico del First Affiliated Hospital dell'Università medica di Guangzhou, infatti, i pazienti con cancro sarebbero più suscettibili alle infezioni rispetto agli individui senza a causa del loro stato immunosoppressivo dovuto ai trattamenti antitumorali (come la chemioterapia). Pertanto, questi pazienti potrebbero essere ad aumentato rischio di COVID-19 e avere una quadro clinico peggiore degli altri.
Anche l’Airc si è interrogata sui possibili rischi e ha chiesto a tre esperti di fare il punto sui rischi che corrono e sui suggerimenti da dare a chi è in cura per un tumore. «Alcune categorie di persone – gli anziani, gli immunodepressi, le persone con molte patologie concomitanti, i pazienti con grave deterioramento fisico – sono esposte a un rischio più elevato perché l’eventuale infezione causa con maggiore frequenza complicanze gravi» spiega Michele Micella, direttore del Dipartimento di oncologia dell’Università di Verona.
Sulla gravità dell’emergenza sanitaria interviene anche Francesco Perrone direttore dell'Unità sperimentazioni cliniche dell'Istituto nazionale tumori di Napoli: «Il virus Covid-19, responsabile dell’attuale emergenza, è diverso dai virus influenzali, sia perché appartiene a un’altra famiglia di virus, sia perché è nuovo per gli esseri umani. Questo significa che il nostro sistema immunitario è impreparato a reagire a tale infezione rispetto all’influenza stagionale che, oltretutto, non provoca polmoniti tanto frequentemente quanto l’infezione da Coronavirus».
«I pazienti oncologici di per sé rappresentano una popolazione più esposta al rischio di infezione e di eventuali complicanze, ma va ovviamente valutato anche il tipo di patologia tumorale, la condizione generale della persona e la terapia a cui è sottoposta». È questo l’allarme che lancia Giovanni Maga, direttore del laboratorio di Virologia molecolare presso l'Istituto di genetica molecolare del CNR di Pavia. «Per esempio – continua l’esperto -, le terapie immunosoppressive (che riducono l’efficienza del sistema immunitario) espongono a un maggiore rischio di contrarre qualunque infezione».
Figura The Lancet Oncology: Tipologie pazienti (A) e rischi di sviluppare complicanze (B) ICU = unità di terapia intensiva.
Precisa poi Maga sul pericolo di contagio: «Il rischio per un paziente oncologico di infettarsi non vale solo per il Covid-19, ma per tutte le malattie infettive. Anche in un paziente che non ha una riduzione di efficienza del sistema immunitario, una eventuale infezione può avere un decorso più difficoltoso o grave sulla base del grado e del tipo di tumore che lo affligge, proprio a causa di una condizione di salute già fragile e non ottimale. Verosimilmente, maggiore è la gravità del tumore sottostante e maggiore sarà il rischio di andare incontro a un decorso dell’infezione da Covid-19 più grave rispetto a una persona sana».
«L’andamento clinico della malattia può essere peggiore nei pazienti più anziani e in quelli affetti da importanti malattie croniche o debilitanti, incluse le malattie oncologiche. Per quanto riguarda i malati di tumore, non sappiamo se il fatto stesso di essere malati esponga a un rischio più alto di contrarre l’infezione rispetto a soggetti non ammalati di tumore. Tuttavia, è presumibile che sia così per i pazienti che, a causa del tumore, sono sottoposti a trattamenti come la chemioterapia che possono indurre immunosoppressione.
Inoltre, anche in assenza di studi scientifici sulle probabilità di contrarre il virus durante il trattamento di immunoterapia o immunosoppressione e di dati certi sulla possibilità della chemioterapia di incidere in maniera negativa sul quadro clinico dell’infezione, nei soggetti contagiati «È ragionevole pensare che – conclude Perrone -, in presenza di immunosoppressione da chemioterapia, ci possano essere più complicanze e che il loro andamento clinico possa essere peggiore».
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Per approfondimenti: Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro e The Lancet Oncology