Gli omega 3 ritardano l'atrofia cerebrale Le persone con alti livelli di omega-3 provenienti da una dieta a base di pesce hanno maggiori volumi cerebrali in età avanzata. In altri termini, l’apporto di acidi grassi polinsaturi rallenta di uno o due anni la perdita di massa cerebrale dell’anziano. «L'invecchiamento aumenta il rischio di demenza e di compromissione cognitiva, e sulla base dei dati dello studio Framingham una donna nordamericana di mezza età ha il 20 per cento di probabilità di sviluppare una demenza nell’arco della vita futura» esordisce James Pottala, internista alla Sanford School of Medicine dell’Università del South Dakota a Sioux Falls, coautore dello studio. E nella demenza di Alzheimer l’atrofia cerebrale è frequente, come quella dell’ippocampo, implicato nei processi mnemonici. «Gli omega-3 da fonti marine, tuttavia, potrebbero avere un ruolo importante nel mantenimento della struttura e della funzione cerebrale con l'avanzare dell'età» riprende il ricercatore, sottolineando che il 30-40% degli acidi grassi della materia grigia corticale è fatto da acido docosaesaenoico (Dha), che raggiunge elevate concentrazioni specie nelle membrane sinaptiche, mentre il Dha forma solo il 4% della materia bianca. Da qui è nata l’ipotesi di una correlazione tra omega-3 marini e volume cerebrale, e per verificarla Pottala e colleghi hanno misurato i gli acidi grassi polinsaturi nei globuli rossi di 1.111 partecipanti al Women’s Health Initiative Memory Study, eseguendo una risonanza magnetica cerebrale a tutte le donne otto anni più tardi, quando avevano una media di 78 anni. I risultati? Chi aveva livelli più alti di omega-3 aveva anche i più alti volumi cerebrali e ippocampali otto anni dopo, equivalenti a uno o due anni di ritardo dell’atrofia cerebrale. «Lo studio, come diverse ricerche precedenti, suggerisce che elevati livelli tessutali di omega-3, ottenibili con adeguate modifiche dietetiche, siano in grado di ritardare l’atrofia cerebrale, e, forse, anche la demenza» conclude Pottala. Fonte : AlzAlt