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Ricercatori: la melatonina, potente arma contro lo stress

Ringraziano la Dott.sa Ventrella, che nell'ambito della collaborazione avviata tra il nostro sito e il progetto per l'analisi dei minerali a cura della Dott.sa Ventrella in collaborazione con l'Università la "Sapienza" di Roma, ha voluto preparare un breve articolo che spiega in modo chiaro e semplice i meccanismi della melatonina nelle sindromi da stress. La vita di un essere umano ruota intorno a dei rapporti cardine imprescindibili: salute/malattia e benessere/malessere. Spesso confondiamo queste due realtà che sono invece distinte e legate la prima ad un processo di equilibrio del nostro ambiente interno, cioè del nostro organismo e delle sue funzioni e l'altra alla capacità di relazionarci nel modo giusto con l' ambiente esterno in cui si svolge la nostra vita. Premesso questo, possiamo affermare che le due priorità fondamentali per ognuno di noi sono la sopravvivenza e la procreazione. Tutta la nostra esistenza ruota intorno al rapporto tra queste due funzioni essenziali da cui dipendono i nostri ritmi quotidiani e le scelte di abitudini e di comportamenti necessari al fine di assicurarne la giusta gestione. 

Problemi riguardanti la sopravvivenza ci portano ad ammalarci e a morire, mentre senza la procreazione ci estinguiamo; ma quest'ultima tematica appare decisamente secondaria rispetto all' ancestrale problema della malattia e del malessere.  Appare dunque chiaro che il bisogno primario di un essere umano è la sopravvivenza nelle sue tre forme di salute (condizione fisica), benessere (condizione mentale), integrazione (condizione ambientale). La procreazione è fisiologicamente secondaria e con essa anche la sessualità che le è correlata, a dispetto di quello che siamo abituati a pensare, e viene messa da parte in condizioni di allarme e di stress; se la condizione di allarme e di stress persistono per lungo tempo si arriva ad uno stato di esaurimento che non ci permette di interagire con l' ambiente esterno e a questo punto l' unica possibilità che ci resta è chiuderci fino all' isolamento ("guscio di calcio" cellulare). A questo punto si possono manifestare sintomi fino alle patologie franche e/o disagi, paure, ansia, depressione, senso di fallimento e forme varie di dipendenza necessarie a colmare i vuoti legati alla enorme fatica di sopravvivere.

Tutte queste condizioni hanno alla base un problema legato alla sopravvivenza, un bisogno che non è stato riconosciuto, una serie di abitudini sbagliate, uno stile di vita non adatto alla nostra struttura. Possiamo dunque dire che l' essere umano ha una grande capacità di adattarsi a situazioni e condizioni di vario genere. Quando siamo sottoposti a situazioni o condizioni a cui non riusciamo o non possiamo adattarci, entriamo nel mondo dello stress. Riassumendo possiamo quindi dire che un adattamento positivo porta a: 1. capacità di fare fronte agli eventi stressanti sia fisici che emotivi; 2. rapporto equilibrato con l' ambiente; 3. ottimismo. Un adattamento negativo provoca: 1. squilibri; 2. disagi; 3. sintomi, dunque tutto quello che comunemente viene chiamato stress. I primi segnali di stress sono la stanchezza e i disturbi del sonno. E' importante definire che la reazione organica allo stress è completamente mediata dal sistema ormonale, principale artefice delle sindromi da adattamento. Lo stress produce reazioni sia fisiche che mentali. La stanchezza e i disturbi del sonno, insieme all' ansia e alla fatica che vengono generate, dipendono dallo squilibrio di modulatori chimici presenti nel cervello. Il perdurare delle condizioni stressanti predispone alla manifestazione di danni fisici.


Abbiamo detto che il nostro equilibrio psico – fisico dipende dal giusto rapporto tra mediatori chimici presenti nel cervello, la serotonina, l' adrenalina e la dopamina. La serotonina è un importante regolatore dei ritmi organici, essendo infatti una sostanza antidepressiva. Viene in parte convertita in melatonina e, insieme a questo ormone, forma un sistema antistress formidabile. Quando queste due sostanze non sono sinergiche, ecco comparire i disturbi del sonno e i primi sintomi di squilibrio sia fisico che mentale (ansia, tachicardia, sensazione di allarme, depressione, disturbi intestinali, ecc.). Dall' adrenalina dipende il livello di energia fisica. Dall' adrenalina dipende tutta la nostra "carica", il sentirsi forti e capaci di affrontare situazioni di tutti i tipi. L' adrenalina cerebrale è collegata con l' adrenalina prodotta dalle ghiandole surrenali, importanti ghiandole che , agendo in concerto con tiroide e pancreas, controllano tutte le funzioni viscerali fondamentali del nostro organismo. Quindi uno squilibrio dell' adrenalina corrisponde a scarsa produzione di energia, stanchezza, scarso funzionamento del sistema immunitario e squilibri delle funzioni organiche.

Infine "la dopamina è importante per la regolazione della soglia del dolore e del senso del piacere, responsabili in larga parte delle nostre gioie e delle nostre sofferenze. Risulta dunque chiaro che nello stress cronico stanchezza, affaticamento ed indebolimento generale prendono il sopravvento e creano quadri sintomatici che man mano si complicano sempre di più, fino alla manifestazione di patologie franche. E a questo punto non resta che ritornare all' origine, a ricercare quelle cause che per prime hanno generato stanchezza, affaticamento e disturbi del sonno. La melatonina, in questo percorso, rappresenta uno dei supporti più validi per aiutare a ripristinare i giusti ritmi mentali e quindi fisici, ripristinando in modo naturale l' equilibrio di rapporto tra i modulatori cerebrali e velocizzando notevolmente l' azione dei vari interventi terapeutici, compresi quelli farmacologici" spiega la dottoressa Maria Teresa Ventrella.

Fonte: Melatonina.it