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La carenza di zinco può causare il morbo di Alzheimer e il Parkinson

Un nuovo studio suggerisce che una carenza di zinco può ridurre la stabilità proteica e determinare la formazione di grumi nel sangue, favorendo l’insorgere di malattie come l’Alzheimer e il Parkinson. Il cioccolato fondente è una buona fonte di zinco: una sua carenza potrebbe essere un fattore di rischio per malattie come l'Alzheimer e il Parkinson.  Le vitamine, i Sali minerali… sono tutte sostanze che contribuiscono al (buon) funzionamento dell’organismo. Quando infatti vi sia una carenza, possono insorgere vari disturbi e anche malattie più o meno gravi. E’ il caso dello zinco, una sostanza che si trova naturalmente in diversi tipi di alimenti come, per esempio, pesce, cacao, carne, cereali, legumi e frutta secca.

Secondo un nuovo studio, una carenza di zinco può influire sulla forma e la relativa stabilità proteica. La forma delle proteine è essenziale al fine del trasporto delle molecole e gli atomi su una cellula, promuoverne l’intelaiatura e identificare gli agenti patogeni al fine di predisporne l’attacco. Se queste proteine sono danneggiate e perdono la loro forma, accade che smettano di fare il loro lavoro, raggruppandosi: questo processo si ritiene sia precursore di malattie come l’Alzheimer e il Parkinson. Ad aver scoperto questo legame tra la carenza di zinco e la riduzione di stabilità proteica sono stati i ricercatori dell’Università del Wisconsin-Madison, che hanno pubblicato i risultati del loro studio sulla versione online della rivista Journal of Biological Chemistry.

Il dottor Colin MacDiarmid, insieme a David Eide e colleghi, hanno studiato il sistema su di un lievito (fungo) unicellulare, poiché in questo modo è più semplice valutare gli effetti e il ruolo degli ioni di zinco, dato che questo si adatta facilmente sia alla carenza che a un eccesso di zinco. In più, vi è un’affinità tra questo lievito e le cellule umane. In questo studio si è scoperto che il gene Tsa1 è in grado di creare delle proteine “accompagnatrici” che impediscono l’aggregazione delle proteine nelle cellule con una carenza di zinco. Mantenendo le proteine in una soluzione, si è anche trovato che Tsa1 previene i danni che, altrimenti, portano alla morte cellulare.

«Nel lievito, se una cella è carente in zinco, le proteine possono perdere stabilità, e Tsa1 è necessario per mantenere le proteine intatte in modo che possano funzionare – spiega il dottor Eide – Se non si dispone di zinco, e non si ha il Tsa1, le proteine si agganciano insieme in grandi aggregazioni che sono o tossiche da loro stesse, o tossiche perché le proteine non stanno facendo quello che dovrebbero fare. In entrambi i casi, si finisce per uccidere la cellula». Anche se saranno necessari ulteriori studi di approfondimento, una carenza di zinco pare possa in ogni caso causare danni cellulari che possono in effetti essere causa di malattia.

Fonte: La Stampa