Abbiamo già visto come le statine sono frutto di una ricerca dove si omette il numero delle persone decedute per ictus e infarto con l’unico scopo di nascondere la totale inefficacia del farmaco nel prevenire tali eventi. Talvolta passano in TV o sulle riviste mediche annunci sensazionali del tipo:…” riduzione del 36% del rischio di attacchi cardiaci.” Che cosa significa in realtà questo dato? Prima di spiegare il significato reale di questo tipo di annunci, voglio sottolineare alcuni punti chiave su cui riflettere Ciò che causa la formazione di placche aterosclerotiche o ateroma non è il colesterolo. Il meccanismo molecolare responsabile del colesterolo dipende dalla regolazione della sintesi cellulare (formazione di nuove cellule) e dalla secrezione di citochine pro-infiammatorie (IL-6, IL-8) all’interno della parete arteriosa. Se è vero il primo punto è logico che se si riduce il colesterolo cattivo (LDL), ma non si riudce l’infiammazione (il test di misurazione è quello della proteina C-reattiva), le statine non offrono nessun tipo di beneficio. Se sei una donna in buona salute con il colesterolo alto, non ci sono prove che l’assunzione di statine riduca il rischio di attacco cardiaco o morte. Con l’avanzare dell’età il corpo aumenta il livello di colesterolo perchè così riesce a produrre comunque un pò di ormoni, nonostante la menopausa. In seguito all’assunzione di medicinali per ridurre il colesterolo, il rischio evidente nelle donne in menopausa è l’aumento dell’incontinenza urinaria. Se sei un uomo o una donna di oltre 69 anni con colesterolo alto, non ci sono prove che l’assunzione di statine riduca il rischio di attacco cardiaco o morte. Il trattamento del colesterolo aggressivo con due farmaci (Zocor e Zetia) abbassa il colesterolo molto di più di un farmaco da solo, ma portano all’accumularsi di maggior placca nelle pareti arteriose e non diminuiscono gli attacchi cardiaci. Il 75% delle persone che hanno attacchi di cuore hanno il colesterolo a livelli normali . I pazienti più anziani con colesterolo basso hanno un maggior rischio di morte rispetto a quelli con il colesterolo alto. La domanda sorge spontanea: perché le linee guida ampliano le raccomandazioni per la prescrizione delle statine facendo salire i fatturati da 13 a 40 milioni? Forse alcuni esperti coinvolti nello sviluppo di queste linee guida avevano legami finanziari con l’industria farmaceutica. E ora analizziamo quell’informazione di cui ti ho accennato all’inizio, e che potresti aver letto anche tu su qualche giornale o in televisione. Lipitor e Pfizer annuciano che le statine riducono del 36%* il rischio di infarto. Quel 36% ha un asterisco. Leggi più in piccolo: “In un ampio studio clinico, il 3% dei pazienti trattati con placebo (o pillola di zucchero) ha avuto un attacco di cuore rispetto al 2% dei pazienti trattati con Lipitor.” Questo significa che due persone su 100 trattate con Lipitor e tre su 100 trattate con placebo hanno avuto attacchi di cuore. Questa differenza giustificherebbe il farmaco e tutti gli effetti collaterali a cui si va incontro specie nel lungo termine? Le vere cause degli attacchi cardici Il movimento cardiaco e l’eccesso di zuccheri e carboidrati nella dieta: 1. non esistono sintomi in grado di determinare una carenza di miconutrienti, eppure, ci sono parti del corpo particolarmente soggette ad usura: una di queste sono le arterie, per via del battito cardiaco; 2. lo zucchero in qualsiasi forma di carboidrato più o meno raffinato abbassa il colesterolo buono, alza i trigliceridi, crea particelle di colesterolo dannose e provoca la sindrome metabolica o pre-diabete. Queste sono le vere cause della maggior parte delle ischemie cardiache e cerebrali, non il colesterolo LDL. Uno dei motivi per cui non si sente parlare di questo è perché non vi è alcun buon farmaco che aumenti l’HDL e i micronutrienti non sono sostanze brevettabili, mentre i farmaci si. Siamo tutti terrorizzati dal colesterolo perché per anni siamo stati bombardati da medici ben intenzionati, che insieme ai media, hanno sottolineato quello che a lungo si è creduto fosse l’intimo legame tra colesterolo e morte per malattia cardiaca. La verità è molto più complessa. Il colesterolo è solo un fattore – e nemmeno il più importante – nelle malattie cardiache. Che cos’è il colesterolo e quando diventa pericoloso Il colesterolo è una sostanza grassa prodotta dal fegato, utilizzato per svolgere migliaia di funzioni. Il corpo lo usa per costruire le membrane cellulari, la copertura delle guaine dei nervi e gran parte del cervello. E’ fondamentale per la produzione di ormoni e senza di esso non siamo in grado di mantenere adeguati livelli di testosterone, estrogeni, progesterone e cortisolo. Quindi, se pensi al colesterolo come ad un nemico, sappi che le persone che ne hanno poco sono a più alto rischio di morte e di altre problematiche gravi. Approfondisci. Anche se alla maggior parte delle persone è stato insegnato che una dieta ricca di grassi provoca problemi di colesterolo, questo non è del tutto vero, per tre motivi: 1) il tipo di grasso che si mangia è più importante della quantità. I grassi trans o grassi idrogenati e quelli saturi favoriscono il colesterolo anomalo, mentre grassi omega-3 e i grassi monoinsaturi effettivamente migliorano il tipo e la quantità di colesterolo che il corpo produce; 2) la più grande fonte di colesterolo anomalo non è il grasso ma lo zucchero. Lo zucchero si converte in grasso nel corpo, ed il peggior colpevole è lo sciroppo di fruttosio (ma anche di vari altri sciroppi dolcificanti indicati nella maggior parte delle etichette, come quello di mais, frumento o altro), presente in molte bibite, succhi di frutta e cibi elaborati. 3) il colesterolo funge da sostanza riparatrice a causa di una carenza “invisibile”, sub-clinica, di nutrienti essenziali per il tessuto endoteliale, la formazione di collagene e di cellule muscolari liscie della parete arteriosa. Le arterie sono maggiormente sottoposte a stress meccanico per via del battico cardiaco. Non a caso si parla di aterosclerosi ma mai di venosclerosi. Se la medicina ufficiale avesse ragione, esisterebbe la venosclerosi e potremmo avere ictus anche al naso o ad una mano. Quindi, la vera preoccupazione non è il livello di colesterolo che emerge dalle analisi, ma i micro-nutrienti insufficienti, i grassi, gli zuccheri dei carboidrati raffinati che assumi nella dieta: i 3 fattori che portano alla produzione di colesterolo anomali. Un’altra preoccupazione è l’irrancidimento del colesterolo che hai in corpo. Se così, il rischio di placca arteriosa è reale. Quando piccole particelle dense di LDL si ossidano diventano pericolose e inizia l’accumulo di placca o di depositi di colesterolo nelle arterie. Fattori che giocano un ruolo nella salute cardiovascolare. Questi includono la dieta, lo stato nutrizionale, il vizio di fumare, lo stress e l’attività fisica. I test chiave sono la misurazione dell’isulina, del livello di infiammazione, del livello di acido folico, dei fattori di coagulazione, ormoni, e altri sistemi corporei che influenzano il rischio di malattie cardiovascolari. Particolarmente importanti sono le cause dell’infiammazione, che sono molte, e che hanno bisogno di essere valutate. L’infiammazione può derivare da una carenza sub-clinica di nutrienti, da una cattiva alimentazione (troppi carboidrati e grassi trans e/o saturi), da vita sedentaria, dall’abitudine di fumare, dallo stress, da malattie autoimmuni, da allergie alimentari, infezioni nascoste e sostanze tossiche come il mercurio, il cadmio, il piombo. Riassumendo, ad un livello molto piccolo, per meglio dire cellulare, accade un fatto molto semplice: vi è distruzione di cellule nella parete arteriosa, mancano i micronutrienti ideali per la riproduzione di collagene e di cellule che costituiscono le pareti muscolari delle arterie. Il colesterolo viene così chiamato a riparare i microdanni cellulari causati sia dall’aggressione dei radicali liberi che dall’intensa attività del battito cardiaco. Fonte: ComeMigliorare.com