Secondo gli esperti, un terzo delle morti per cancro è legato al cibo. Quello che mangiamo può farci ammalare oppure mantenerci in salute e addirittura guarirci. Condire i nostri piatti con spezie ed erbe aromatiche può essere un modo intelligente, oltre che gustoso, per aumentare le qualità anticancro delle nostre pietanze. Le spezie, infatti, sono zeppe di sostanze antiossidanti e antinfiammatorie capaci di neutralizzare i danni cellulari dovuti all’azione dei radicali liberi, così come stanno confermando numerosi studi scientifici. Per altro, queste erbe sarebbero in grado di proteggerci anche da tumori non necessariamente legati all’alimentazione (inquinanti ambientali). Curcuma – sulle sue potenzialità anticancro ho già scritto un articolo. Zenzero – è ricchissimo di antiossidanti. Fino ad ora ne sono stati identificati una cinquantina. In diversi studi di laboratorio, lo zenzero ha dimostrato proprietà anticancerogene. In particolare, il gingerolo, che è la sostanza che dà il caratteristico sapore a questo rizoma, si è recentemente dimostrato in grado inibire la crescita del tumore del seno e del colon, rispettivamente in un esperimento in provetta e uno su animali da laboratorio. Fieno greco – contiene la diosgenina che ha mostrato proprietà antitumorali in studi di laboratorio. Zafferano – tradizionalmente utilizzato per almeno 90 malattie. Molto ricercato e altrettanto costoso. In cucina è utilizzato soprattutto per il classico risotto giallo. Nei topi da laboratorio ha mostrato proprietà antitumorali, rallentando o bloccando lo sviluppo dei tumori del colon, pelle e altri tumori dei tessuti molli. Peperoncino – contiene la capsaicina in grado di inibire in modo molto efficace il tumore del pancreas nei topi di laboratorio. In un altro studio, condotto su animali e su cellule, lo stesso componente è stato in grado di inibire il tumore della prostata e ridurre il PSA. Questa sostanza agisce inducendo l’apoptosi, cioè l’autodistruzione cellulare. Pepe lungo - in alcuni studi sui topi, ha mostrato attività antitumorale (cancro della bocca) e anti-angiogenetica. Potenzia l’azione di altre spezie, perché ne facilita l’assorbimento. Pepe nero – in laboratorio, ha mostrato una certa attività antitumorale, un’azione immunomodulante e una notevole azione antiossidante. In particolare un suo componente, la piperazina, inibisce l’azione delle citochine pro-infiammatorie prodotte dalle cellule tumorali. In questo modo interferisce sui meccanismi di comunicazione tra queste cellule, riducendo la progressione del tumore. Il pepe nero potenzia l’azione di altre spezie, perché ne facilita l’assorbimento e la disponibilità. Lavora in particolare sinergia con la curcuma. Noce moscata – contiene i lignani che, in laboratorio, hanno mostrato azione antiossidante, radioprotettiva e immunomodulante. Cannella - in laboratorio, ha mostrato notevoli effetti antiproliferativi su cellule umane di linfoma e di leucemia. Aglio e altre agliacee – l’aglio è certamente una delle piante più studiate. Tra le sue molteplici virtù terapeutiche si annovera anche quella antitumorale. Diversi studi epidemiologici hanno dimostrato che là dove si fa uso di aglio l’incidenza del tumore del colon, stomaco, mammella e utero è minore. L’azione antitumorale è attribuita soprattutto ai composti solforati, che danno il caratteristico aroma all’aglio e ad altre specie simili come cipolle e porro Questi composti distruggono le cellule cancerose, sopprimono la crescita tumorale e impediscono alle cellule cancerogene di raggiungere il loro target. Consumati in modo regolare, l’aglio e la cipolla riducono il rischio di tumore allo stomaco e al colon del 50-60%. Uno recente studio ha mostrato che il rischio di tumore alla prostata era inferiore del 44% tra coloro che consumavano aglio almeno una volta a settimana. In uno studio cinese si è visto che tra le persone che consumano più aglio, cipolle e porri, l’incidenza del tumore allo stomaco è del 40% in meno rispetto a quelle che ne consumano di meno. Uno studio americano ha mostrato che tra coloro che consumano molto aglio il rischio del cancro al colon si riduce del 32%. Labiate – le più famose ed utilizzate soprattutto nella cucina dei popoli mediterranei sono la menta, il timo, la maggiorana il basilico e il rosmarino. Sono tutte ricche di oli essenziali e specialmente di terpeni, molecole aromatiche che sono responsabili del forte profumo che emanano. Ma i terpeni non sono solo aromatici. Infatti, hanno anche la capacità di interferire sullo sviluppo del cancro, ostacolando l’azione di molte sostanze coinvolte nella crescita delle cellule tumorali. Per esempio, alcuni terpeni come il carvacrolo e il timolo sono in grado di ostacolare la crescita delle cellule tumorali e provocarne addirittura la morte. Le piante di questa famiglia, contengono anche acido ursolico, molecola multifunzionale in grado di attaccare direttamente le cellule maligne, prevenire l’angiogenesi e contrastare l’infiammazione. Inoltre, contengono la luteolina, un polifenolo particolarmente abbondante nel timo e nella menta e in grado di esercitare varie azioni antitumorali. In particolare, il rosmarino aumenta l’attività degli enzimi disintossicanti presenti nel nostro corpo. Un componente del rosmarino, il carnosolo, è stato in grado di inibire lo sviluppo di tumori della pelle e della mammella negli animali da laboratorio. Nel caso del tumore della mammella, la riduzione è stata del 78%. Apiacee – o altrimenti chiamate “ombrellifere”, sono una famiglia piuttosto diversificata, cui appartengono molte erbe di uso culinario, come il prezzemolo, il coriandolo, il finocchio, il cumino e il sedano. Hanno un alto contenuto di apigenina, un polifenolo che possiede notevoli proprietà antitumorali. Questa sostanza è contenuta soprattutto nel prezzemolo e nel sedano è ha dimostrato, in laboratorio, di inibire la proliferazione soprattutto di quei tumori prevalenti nelle società industrializzate, come quello del seno, del colon, del polmone e della prostata. L’apigenina ha un’azione diretta sulle cellule tumorali e sull’angiogenesi. Indirettamente, inoltre, previene trasformazioni maligne attraverso la sua azione antinfiammatoria. Rispetto alle erbe aromatiche (labiate) e alle ombrellifere, le spezie vere e proprie (come il pepe nero e lungo e il peperoncino) hanno una natura più forte e calda. In quantità eccessive e ripetute e in soggetti sensibili, potrebbero risultare irritanti e favorire processi infiammatori e ulcerativi. Per questo motivo, prima di farne un uso regolare, sarebbe prefreribile valutare il proprio stato di salute e la propria costituzione. Fonte: Dr. Francesco Perugini Billi