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L'Italia lancia l'SOS. Il Covid-19 sta mettendo a dura prova il sistema produttivo italiano e, ancor più, l'intera filiera agroalimentare. Ad aggravare questo scenario, già drammatico di suo, arriva poi il cosiddetto "dito nella piaga". Dalla Francia, con lo scandaloso video sulla pizza italiana mandato in onda da Canal Plus agli altri Paesi con la richiesta delle certificazioni sanitarie “virus free” su vini e cibi. Insomma, dai campi alla ristorazione, l'emergenza sanitaria non risparmia nessuno. Così, il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, insieme a Campagna Amica e Terranostra, lancia la prima campagna #MangiaItaliano nei mercati, ristoranti, agriturismi, industrie e strutture commerciali, messe in ginocchio dal coronavirus.

Le buone abitudini della filiera etica

Tra etica e qualità, nel rispetto del territorio e del lavoro. Da sempre a sostegno del cibo nostrano anche Roberto Panzironi che, con la Filiera Life 120 (sua e del fratello, Adriano Panzironi), sottolinea da tempo l'importanza dei prodotti italiani: «Quando si parla di eticità occorre rispettare gli animali, la natura, le persone che ci lavorano, ma soprattutto i consumatori». «Gli animali, vengono allevati allo stato brado, senza l'uso di antibiotici» spiega Roberto che, della filiera etica, fa il suo cavallo di battaglia. «Altro aspetto fondamentale - aggiunge - è la frollatura (processo di stagionatura) della carne a 30/60 giorni. Questo ci garantisce qualità, sapore, nutrimento e giusta morbidezza». Per contrastare la crisi economica, soprattutto quella dovuta al momento critico che noi tutti stiamo vivendo, particolare attenzione anche alla manodopera, le aziende, infatti, sono tutte italiane a conduzione familiare. Dal produttore al consumatore, quindi, la Filiera Life 120 salta così tutti i passaggi intermedi, e non fondamentali, col fine unico di creare un prodotto di qualità a un prezzo basso e competitivo e, ancor più, alla portata di tutti. 

 La Filiera Etica LIFE 120, intervista a Roberto Panzironi

Settore agroalimentare al collasso

L'emergenza Coronavirus sta mettendo a rischio l'intera filiera agroalimentare che raggiunge in Italia una cifra di 538 miliardi di euro pari al 25% del Pil e offre lavoro a 3,8 milioni di persone. «Per combattere la disinformazione, gli attacchi strumentali e la concorrenza sleale prende il via la prima campagna #MangiaItaliano (in Italia e all’estero) per salvare la reputazione del Made in Italy, difendere il territorio, l’economia e il lavoro e far conoscere i primati della più grande ricchezza, del Paese, quella enogastronomica - denuncia il presidente della Coldiretti - e, ricostruire un clima di fiducia nei confronti del marchio Made in Italy che rappresenta nell’alimentare una eccellenza riconosciuta sul piano qualitativo e sanitario a livello comunitario e internazionale» . «In alcuni Paesi – aggiunge Prandini – vengono addirittura chieste insensate certificazioni sanitarie “virus free” su vini e cibi provenienti dalla Lombardia e dal Veneto, ma ci sono state anche assurde disdette per forniture alimentari provenienti da tutta la Penisola» .

Certificazione, garanzia e rintrancciabilità: portiamo a tavola il tricolore. Oggi, più di ieri, viene evidenziata l'importanza del "mangiare italiano" nel rispetto di qualità, tradizione e per contrastare gli effetti del Covid-19. Si legge sul sito Coldiretti: «L’obiettivo è far conoscere i primati del Made in Italy con l’agricoltura italiana che è oggi la più green d’Europa, con 297 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole bio, 40mila aziende agricole impegnare nel custodire semi o piante a rischio di estinzione e il primato della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,8%) contro l’1,3% della media Ue o il 5,5% dei prodotti extracomunitari» .

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Pubblicato in Informazione Salute