Conosciuto anche come eczema seborroico, è una forma di dermatite ad andamento cronico-recidivante che attacca le zone ricche di ghiandole sebacee. Tra le più colpite sicuramente il cuoio capelluto, il viso, il condotto uditivo, il torace e l'area ano-genitale. Una patologia che non risparmia nessuno, dalla “crosta lattea” (nei neonati) agli adolescenziale, sino alla fascia 30-60, la dermatite seborroica colpisce sicuramente i maschi più delle femmine. Un disturbo dermatologico scaturito dalla sostanza oleosa (sebo) prodotta dalle ghiandole sebacee e responsabili della lubrificazione dell’impermeabilizzazione della pelle. Queste, fanno parte del sistema tegumentario, formato da pelle, capelli e unghie e preposto alla protezione della pelle da insulti ambientali o fisici. Tra i principali tratti distintivi di questa patologia i classici sintomi come prurito, dolore, desquamazione, rossore, forfora (seborrea). L’infiammazione di queste ghiandole è un fenomeno diffuso seppur sotto-diagnosticato. La causa scatenante poi è quasi sempre una combinazione di diversi fattori come la predisposizione genetica, il clima freddo e secco, lo stress o addirittura il sintomo di un malessere fisico generale ovvero, indicatore di problemi di salute di varia natura. Come anche l’assetto e le eventuali variazioni ormonali potrebbero influenzarne la comparsa e la riacutizzazione a distanza di tempo.
Ne soffre il 5% della popolazione mondiale. Un’infezione, ma non contagiosa tantomeno sintomo di scarsa igiene personale, tuttavia potrebbe degenerare in un disturbo cronico se non trattato con la dovuta attenzione. Malattie del sistema immunitario, condizioni ormonali e carenza vitaminica sono alcune delle ipotesi più accreditate per la sua comparsa. Precursore della psoriasi, a volte si manifesta come “rosacea”. I suoi bersagli preferiti, oltre ai giovani, anche i soggetti affetti da altre patologie: patologie neurologiche, come il morbo di Parkinson, l’HIV/AIDS (ove spesso si presenta con sintomi particolarmente severi), persone con precedenti di ictus o infarto o quelli che fanno uso frequente di determinati farmaci. Influenza inoltre, in maniera negativa le nostre difese indebolendo anche il sistema immunitario causando stress, insonnia e depressione. Per non trascurare le possibili complicanze costituite in prevalenza da infezioni batteriche o fungine secondarie. Creme e lozioni ad hoc ricche di proprietà emollienti e riepitelizzanti rappresentano degli ottimi compagni di battaglia nel contrasto quotidiano a questo fastidioso disturbo. Tra gli altri rimedi l’esposizione ai raggi UVA e UVB, in grado di limitare la proliferazione dei funghi presenti sulla pelle e integratori a base di acidi grassi omega 3 (come confermato da un serie di studi in materia). Insomma, pochi pratici rimedi e uno stile di vita sano caratterizzato da una corretta alimentazione e privo di cattive abitudini.
Gloria Mosconi, biologa e nutrizionista, in un’intervista esclusiva a Life 120 fa luce sulla natura di quest’infiammazione e spiega quali sono le misure preventive da osservare in caso di dermatite seborroica e come prevenire questo fastidio.
La dermatite seborroica è una malattia infiammatoria della cute che colpisce gli adolescenti, ma non solo…. Si tratta di una forma di infiammazione delle ghiandole sebacee delle zone in cui l’organismo ne è particolarmente ricco e accompagnata da una forma di eritema sottostante. Le zone maggiormente coinvolte in quanto definite appunto zone sebacee, sono il cuoio capelluto, il volto, i solchi del naso, il solco retroauricolare, la zona sternale, e la regione interscapolare. Spesso invalidante sotto il profilo delle relazioni sociali.
È una malattia caratterizzata dalla presenza di arrossamento, prurito e squame dall’aspetto grasso, untuoso, dal colorito prevalentemente giallastro e dalle dimensioni grandi. Possiamo distinguerla dalla forfora perché quest’ultima si presenta a squame, ma dallo spessore più sottile e di dimensioni più piccole e che in genere non si accompagnano né all’eritema sottostante né al prurito. Per quanto riguarda le fasce di età che possono essere colpite da questa condizione patologica molto fastidiosa, gli esperti la definiscono Bimodale: c’é un picco in corrispondenza dell’età neonatale per il passaggio degli ormoni dalla mamma al figlio, che corrisponde alla formazione della crosta lattea, o nella zona del pannolino, e che normalmente si risolve spontaneamente entro il primo anno di età. L’altra fascia di età colpita è quella della pubertà, per la produzione di ormoni sessuali maschili, in particolare il testosterone, avente attività stimolante sulle ghiandole sebacee a produrre sebo, e che rappresenta un terreno di coltura di un fungo, ma per essere più precisi si tratta in verità di un lievito, dal nome Malassezia, riconosciuto come agente eziologico responsabile della caratteristica desquamante della dermatite seborroica.
È necessario chiarire che in realtà nella dermatite seborroica il problema non è legato esclusivamente all’eccesso di sebo ma alla alterazione della qualità della produzione di sebo, in cui è appurato che le persone che soffrono di questa malattia, presentano una miscela di grassi diversi da come normalmente dovrebbe essere, in cui si riscontra una bassa quantità di acidi grassi liberi, di squalene e di ceramidi ed un aumento invece del colesterolo e dei suoi derivati. Questo si individua come un aspetto predisponente all’insediamento della Malassezia che prolifera nelle ghiandole sebacee e che normalmente saprofita, diventa patogeno, scatenando un processo infiammatorio, nel quale il sistema immunitario, grande difensore dell’organismo, non è in grado di controllare. Vien da sé che avere un sistema immunitario sano e controllato da un corretto stile di vita porta sempre ad avere un risultato ottimale nell’insorgenza o nel controllo di malattie su base infiammatoria.
DERMATITE SEBORROICA, come ci aiuta l'alimentazione
Anche nel cuoio capelluto la malattia si manifesta nella stessa modalità, con turnover cellulare elevato, ovvero con una veloce riproduzione cellulare, causa della formazione di squame che caratterizzano la malattia. Quella del cuoio capelluto, è una zona frequentemente colpita da questa malattia, che può esordire in una o più aree del corpo ricche di ghiandole sebacee per poi rimane circoscritta oppure estendersi anche in altre zone. È solo il fattore predisponente dell’individuo che favorisce o meno l’espansione della malattia in altre zone del corpo. Inoltre va precisato che la dermatite seborroica non è una malattia contagiosa.
I consigli per il trattamento, e quando è necessario per la terapia, dipenderanno dalla gravità, diffusione ed estensione della malattia. Può essere circoscritta e limitate a poche o piccole aree del volto, quindi saranno sufficienti trattamenti solo topici con creme e detergenti specifici aventi azione antimicotica e antinfiammatoria. Nei casi in cui è più diffusa e in cui la caratteristica desquamante (sinonimo di una forte azione di questo fungo protagonista, la Malassezia), risulti essere più evidente, allora si consiglia di interpellare lo specialista dermatologo affinché possa impostare una terapia più specifica. Fra i prodotti topici noti come vantaggiosi per il trattamento, riscontriamo l’allume di potassio, acido glicirretico estratto dalla liquirizia da utilizzare sotto forma d lozione. Fra le altre sostanze naturali ad azione antimicrobica ad ampio spettro che possiamo utilizzare sia per i capelli che per il corpo e che permettono di controllare l’infiammazione e la proliferazione del lievito evidenziamo l’Argento Colloidale, la melissa e calendula per una azione lenita e calmate del prurito e pizzicore.
Uno dei fattori fortemente correlato a questa malattia è lo stress. Tutti i fattori stressanti sono causa di una riacutizzazione della malattia o l’accensione della malattia stessa. Inoltre il clima è un aspetto da non trascurare e favorisce il miglioramento durante l’estate e il peggioramento durante l’inverno. Inoltre la dermatite seborroica può essere correlata nelle ragazze alla Sindrome dell’Ovaio Policistico che è quella condizione in cui si verificano squilibri dell’assetto ormonale che saranno causa di Iperandrogenismo vale a dire una eccessiva produzione di ormoni maschili, in particolare di testosterone, da parte delle ghiandole endocrine, surrene ed ovaie che come abbiamo detto ha una azione stimolante sulle ghiandole sebacee. Inoltre, negli anni 80, si è scoperta una ulteriore correlazione tra la HIV e la malattia in esame, che emergeva come una delle prime manifestazione cliniche non nei sieropositivi ma in presenza di malattia da HIV conclamata. La stessa cosa successa con la malattia di Parkinson e la giustificazione plausibile da parte dei medici è stata proprio la correlazione dello status del sistema immunitario in questi soggetti. Infatti laddove il sistema immunitario risulti essere deficitario, l’organismo risulterà maggiormente predisposto a sviluppare una condizione di infiammazione con una maggiore predisposizione alla proliferazione della Malassezia che come abbiamo visto, è in grado di colonizzare le aree seborroiche favorendo così la comparsa della malattia. Lo stesso discorso vale per molti di quei casi in cui si evidenzia una condizione di infiammazione importante e/o di immunosoppressione. È importante tenere sotto controllo il processo infiammatorio perché la dermatite seborroica è una malattia recedivante; gli accorgimenti, oltre ai prodotti topici e/o farmacologici nei casi in cui fosse necessario, sono anche di natura alimentare consigliando di evitare prima di tutto, cibi piccanti e bevande alcoliche che possono avere una azione di dilatazione dei pori della pelle. Gli esperti inoltre riconoscono una sostanza, la biotina nota anche come vitamina B7, molto efficace nella riduzione della malattia. E’ un coenzima coinvolto nel metabolismo dei grassi, ed ha dimostrato la sua azione anche nella seborrea del cuoi capelluto sempre lavorando in associazione quindi in sinergia con prodotti dermatologici specifici. La dermatite deborroica è una malattia cronica dove si denota un miglioramento spontaneo con l’avanzare dell’età legato al decadimento degli ormoni soprattutto nel sesso maschile, mentre nel sesso femminile, con la menopausa e il crollo degli estrogeni, si può andare incontro ad un relativo iperandrogenismo con una riacutizzazione della malattia. A volte può essere associata o preceduta da Psoriasi; altre volta invece si presenta come la Rosacea. Questo è il motivo per cui le due condizioni sono confuse o possono manifestarsi contemporaneamente.
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Per approfondimenti:
Humanitas "Dermatite seborroica"
Mayo Clinic "Seborrheic dermatitis"
Elle "Dermatite seborroica, 10 efficaci rimedi naturali"
Wikipedia "Dermatite seborroica"
Alimentazione Gazzetta "Vitamine per la pelle, nella dieta e nelle creme: quali sono le più utili?"
Wikipedia "Pelle"
Starbene "Salute della pelle e alimentazione"
Gazzetta Act!ve "Zuccheri, ecco perché troppi fanno male. Quali sono i benefici di una dieta che ne è priva?"
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Pelle rialzata, desquamata o infiammata, macchie, escoriazioni, lesioni, bruciore e prurito. Questi i principali segnali della presenza di una micosi cutanea. Tra le più comuni patologie estive e segnale evidente che virus, batteri e parassiti non vanno mai in ferie. Nello specifico, la micosi è un’infezione fungina causata da due agenti del genere Trichophyton: T. rubrum e T. interdigitalis, favorita dal contatto diretto e dalla frequentazione di luoghi pubblici oltre all’assenza di adeguate norme igieniche. Immediatamente riconoscibili dalle chiazze eritemato-squamose localizzate in molte zone del corpo, le aree più colpite sono sicuramente la pelle, i peli, il cuoio capelluto, la pianta dei piedi o palmo delle mani, le unghie o le mucose, in particolare quelle della bocca e della vagina. Superficiali, sottocutanee, sistemiche e opportunistiche. Quattro categorie di micosi che si distinguono a seconda dell’entità del danno causato, anche se le prime due sono indubbiamente quelle più diffuse. Attenzione poi ai fattori di rischio che favorisco l’infezione: elevata umidità sulla pelle, diabete, obesità, scarsa igiene personale, uso eccessivo di detergenti, gravidanza e abuso di antibiotici o cortisonici.
Nel panorama delle numerose infezioni della pelle, troviamo anche le micosi causate da agenti patogeni che tutti riconosciamo con il nome di funghi o miceti e che possono proliferare sia sulla cute che sulle mucose, in un ambiente caldo umido. Sono molto frequenti, ma fortunatamente non sono pericolose per la vita. L’unico grande aspetto spiacevole, è la costanza nella cura perché essa richiede settimane o mesi, oltre al rispetto di alcune misure cautelative che andremo ad analizzare approfonditamente. Oltre al tempo dedicato per riuscire a debellarle, il rischio poi delle recidive, se non bene curate, è sempre molto alto. Anche il tipo di alimentazione può giocare un ruolo preventivo contro le infezioni fungine, infatti, promuove l’equilibrio della flora microbica intestinale e, quindi, il benessere generale dell’organismo, aiuta anche a mantenere una risposta immunitaria efficiente. Bandito a tavola soprattutto l’apporto di cibi ricchi di zuccheri e di prodotti lievitati che contribuisco all’aumento della glicemia e favoriscono la proliferazione aggressiva della candida albicans.
Gloria Mosconi, biologa e nutrizionista spiega in un’intervista esclusiva a Life 120 come prevenire e trattare le micosi così da evitare l’insorgenza di queste fastidiose a antiestetiche malattie della pelle.
Quali sono le cause ed i principali sintomi di una infezione fungina?
Contrariamente a quanto si crede, la nostra pelle è un ricettacolo di funghi che convivono insieme ai batteri in un microfilm cioè in un habitat ideale per la sopravvivenza senza recare alcun disturbo all’uomo, si dice quindi che sono saprofiti, ossia funghi che si nutrono di materia prima organica (il cibo) e che facilitano i processi digestivi. Si trovano quindi in un microsistema equilibrato, e non sono lì a caso, perché la natura ha previsto un ruolo anche per loro. Infatti svolgono un ruolo di protezione per l’uomo, contribuiscono allo smaltimento di cellule morte e ci proteggono dall’aggressione di microrganismi più pericolosi. Nel momento in cui questo microsistema, per svariati motivi si interrompe, questi ospiti saprofiti si trasformano in parassiti, diventando aggressivi. Fra le numerose cause scatenanti la micosi, si annoverano la scarsa igiene, frequentazione di ambienti pubblici come bagni, alberghi, palestre con annessi spogliatoi e piscine. Ma altri fattori possono essere legati anche alla presenza di patologie come il diabete, l’obesità, Aids, oppure l’uso prolungato di farmaci come antibiotici, cortisone, o immunosoppressori, pazienti trattati con chemioterapici, indebolimento del sistema immunitario e l’utilizzo eccessivo di detergenti o di quelli non appropriati. I sintomi ricorrenti della micosi sulla pelle in generale riguardano prurito sull’area di interesse, rossore o cambiamento di colore, desquamazione, macerazione, essudazione e secchezza nella zona di interesse. Perdita di capelli nel caso in cui la zona coinvolta riguarda il cuoio capelluto. Nel caso di un’onicomicosi (fungo dell’unghia), si manifestano con il sollevamento dell’unghia e in alcuni casi anche la perdita, l’irregolarità e la fragilità al punto di spezzarsi, variazione della forma con strie bianche giallastre, ed opacità del colore. Le zone in cui si ha un maggiore rischio di insorgenza di queste infezioni, sono anche le zone della pelle che presentano pieghe cutanee, ad esempio la piega dell’avambraccio, oppure dietro il ginocchio o sotto il collo, questo perché possono rimanere appunto umide di acqua dopo la doccia o di sudore, oltre al fatto che rimangono zone con scarsa possibilità di aerazione, ambiente ideale per l’insorgenza dell’infezione da funghi.
Quali sono le micosi cutanee più frequenti?
Questi minuscoli microorganismi si possono distinguere in gruppi, quelli che causano: 1) Micosi superficiali causate da lieviti, dermatofiti e muffe.Queste sulla pelle possono causare diversi tipi di micosi cutanee come la pitiriasi versicolor, micosi di mare, che si manifestano con macchioline rossastre che tendono a desquamarsi e a diventare biancastre, il piede d’atleta, causato dai dermatofiti, si manifesta con rossore e desquamazione fra gli spazi delle dita dei piedi, che colpisce i soggetti che indossano prevalentemente scarpe con suola di gomma, e l’onicomicosi che colpisce prevalentemente le unghie dei piedi che diventano fragili e assumono una diversa colorazione. 2) Micosi profonde sono molto rare e si manifestano con lesioni nodulari. 3) Micosi sistemiche provocate da veri e propri patogeni o da funghi opportunistici come i criptococcosi, aspergillosi e candidosi. Al primo gruppo si associano le manifestazioni cutanee più frequenti.
Micosi
Zone colpite
Caratteristiche delle lesioni
Sintomi
Tinea corporis
Viso, collo, tronco, braccia e gambe, nelle zone prive di peli
Chiazze circolari, con bordo in rilievo, arrossato e desquamante, a volte con vescicole, e parte centrale più chiara e liscia, che si allargano progressivamente
In genere asintomatica; talvolta lieve bruciore o prurito
Tinea cruris
Pieghe cutanee, soprattutto pieghe inguinali
Ampie chiazze anulari, con bordo in rilievo, arrossato e desquamante, che si allargano progressivamente
Spesso associata a prurito; a volte lieve bruciore
Tinea pedis
Spazio tra le dita dei piedi, in particolare tra il 4°-5° dito
Zona di cute molle, bianco-giallognola, macerata, leggermente desquamante e con lieve arrossamento. Se severa e con infezione, sono presenti arrossamento più intenso, gonfiore, ragadi ed erosioni essudanti
Quasi sempre associata a prurito; spesso bruciore e fastidio
Onicomicosi
Unghie dei piedi e delle mani
Alterazioni di diverse parti dell'unghia, che diventa biancastro-giallognola, molle, fragile, con tendenza a sbriciolarsi e/o a sollevarsi dal letto ungueale
In genere asintomatica; talvolta lieve bruciore o dolore se i tessuti di sostegno dell'unghia si infiammano
Candidosi cutanea
Pieghe cutanee di varie parti del corpo (sottomammarie, inguinali, addominali in persone obese) e spazi tra le dita
Chiazze rosso vivo, a volta erose e lucide ricoperte da una patina polverosa biancastra o con orletto biancastro macerato ai bordi. Possono essere presenti anche vescicole o pustole in prossimità della chiazza principale. Tendenzialmente desquamanti
Sempre associata a prurito; spesso lieve gonfiore, bruciore o dolore
Pitiriasi versicolor
Spalle, collo, parte alta delle braccia, schiena, addome
Chiazze circolari-ovoidali di colore contrastante con quello della cute sana (rosa sulla pelle abbronzata; caffè-latte sulla pelle chiara) con la tendenza a confluire, formando chiazze più ampie asimmetriche a "carta geografica"
In genere asintomatica; talvolta prurito di intensità variabile
Dove si manifesta principalmente la candidosi?
La candidosi è una infezione dovuta alla candida albicans un fungo che vive normalmente indisturbato nel nostro intestino, nel cavo orale e nella vagina un fungo che fa parte della microflora cutanea e che diventa patogeno solo quando si rompe l’equilibrio tra l’aggressività del fungo ed i meccanismi di difesa dell’organismo. Nel cavo orale si manifesta abitualmente con una patina bianca con difficoltà nella deglutizione. A livello vaginale causa bruciori, perdite, prurito, arrossamento dei genitali interni ed esterni. Normalmente queste sono candidosi non complicate scatenate dalla presenza della candida albicans come agente patogeno e che distinguiamo dalle candide del tipo complicate in cui il sopravvento di questo fungo è legato ad una riduzione delle difese immunitarie, dovuto alla presenza di cofattori patologici come ad esempio il diabete. Altri fattori possono essere ricollegati all’uso di contraccettivi, iperglicemia, fumo e stress, l’eccesso o la carenza di igiene personale. Nella candidosi non dobbiamo dimenticare il corretto equilibrio del microbiota vaginale e di correggere le alterate abitudini di vita che possono influire nella ricorrenza della patologia; fra queste ricordiamo lo scorretto utilizzo dei detergenti intimi con un ph non adeguato, l’utilizzo molto frequente di salva-slip sconsigliando di utilizzare i sintetici (si consigliano quelli in puro cotone), e l’utilizzo di indumenti stretti che non permettono la traspirazione.
Si tratta di una patologia trasmissibile?
C’è ad oggi una costellazione di malattie da contatto e la candida fa parte delle malattie di una di queste in quanto non possiamo pensare che queste malattie siano lontane da noi, ma sono piuttosto molto frequenti, soprattutto perché si può trasmettere dalla donna all’uomo e viceversa. È corretto parlare di trasmissione della candida quando questa sfocia in una condizione patologica. Infatti, come già detto, questo fungo vive indisturbato finché vive in condizioni di equilibrio fisiologico come saprofita dell’ambiente, con gli altri numerosissimi batteri e in diversi habitat del corpo: pelle, intestino, tratto gastroenterico, mucose, bocca, vagina. Per questo non si può considerare una malattia sessualmente trasmissibile. Solo quando perde il suo equilibrio, per cause di cui abbiamo già parlato, allora diventa patologico e potenzialmente trasmissibile attraverso rapporti sessuali o rapporti promiscui. L’uomo infettato dalla candida presenta una compromissione a livello del glande. I sintomi dipendono dalla sede dell’infezione che può verificarsi anche a livello delle mucose della bocca con lesioni mucocutanee. In questi casi è chiaro che è consigliato rivolgersi al medico.
Quali sono i principali fattori di rischio ed i rimedi per il trattamento di una micosi della pelle?
La prima misura precauzionale per prevenire le micosi è l’accurata igiene personale scelta prima della frequentazione di ambienti a rischio. Questo normalmente non succede quasi mai e le suddette misure sono quelle che si intraprendono dopo aver contratto l’infezione. Ed è quindi troppo tardi….. Oltre al detergente specifico è bene prestare attenzione nell’asciugare tutte le zone del corpo soprattutto per non lasciare tracce di acqua e di umido . L’umidità è l’ambiente ideale per la proliferazione dei funghi. Dopo il bagno in piscina, cambiare il costume bagnato, evitare di camminare a piedi nudi, anche per raggiungere docce e spogliatoi, deve diventare un processo obbligatorio. Inoltre, un altro veicolo che può rappresentare un fattore di rischio, sono coloro che indossano scarpe chiuse per molte ore. Si consiglia di scegliere quelle traspiranti, ma laddove non fosse possibile, come ad esempio le persone che calzano scarpe antinfortunistiche, è importante indossare calzini non sintetici e lavarli con un disinfettante ad ampio spettro, tipo amuchina, aprire all’aria e disinfettare ogni tanto la scarpa con polvere antimicotica che si può acquistare in farmacia. Questo risulta un ottimo suggerimento per prevenire o trattare forme di micosi del piede. Inoltre a casa avere l’accorgimento di utilizzare asciugamani ed accappatoi personali, non comuni, ed evitare di grattarsi per controllare la diffusione dell’infezione in altre zone attraverso le mani. L’abbigliamento comunque rappresenta un fattore di rischio; L’uso di capi (compreso le scarpe con suola di gomma) poco traspiranti, non in grado di assorbire l’umidità; i tessuti sintetici, tessuti stretch, tessuti in microfibra, ed abbigliamenti elasticizzati in un microclima caldo umido sono l’ideale per la proliferazione di questi microorganismi . Di contro l’utilizzo invece di capi in fibroina di seta microbiologicamente protetti, traspiranti e con la capacità di assorbire l’umidità, potrebbero rappresentare un ottimo coadiuvante nella gestione o prevenzione di queste problematiche permettendo di controllare la crescita di funghi e lieviti patogeni.
Esistono ingredienti specifici (alimentari o cosmetici) che ostacolano l’insorgenza di questi disturbi dermatologici?
Ridurre l’utilizzo di lieviti, zuccheri farine, lattosio (latte e yogurt), frutta fresca ma anche quella contenuta nei succhi di frutta, alimenti affumicati, bevande alcoliche, è senza dubbio la prima misura da mettere in pratica per prevenire e contrastare questa fastidiosa patologia. Si è vista la stretta correlazione tra l’infiammazione da cibo e l’insorgenza della sintomatologia da candidosi.Tutto parte dall’intestino. Quando sottoponiamo questo organo prezioso a uno o più traumi che possiamo individuare anche con l’utilizzo di farmaci come antibiotici, o di estrogeni oppure lo sottoponiamo a lunghi periodi di stress o all’abbondante assunzione di additivi alimentari, stimoliamo alla formazione di un ambiente intestinale che favorisce il sopravvento di questo fungo ed un terreno favorevole per la sua proliferazione. Da qui nasce l’importanza di un approccio alimentare ben preciso che potrà anche avere la necessità di essere accostato a terapie farmacologiche mirate soprattutto con lo scopo di eradicare completamente l’agente patogeno per non incorrere al rischio di recidive. Di contro, tutti gli alimenti con presenza di fibre solubili ad azione prebiotica, concorrono al ripristino della flora batterica intestinale: semi di psillio, l’inulina, i semi di lino, cosi come spezie digestive e antiinfiammatorie come curcuma, aglio, origano, menta, timo, cannella, cumino, finocchio, zenzero. Fra gli ingredienti cosmetici il mercato offre formulazione in crema, detergenti intimi a ph basico o neutro, detergenti e creme per il corpo, ma anche prodotti come lavande interne, che attraverso la loro azione calmante, nonché antifunginea e disinfettante, lenitive e calmante, contribuiscono, insieme alle altre numerose misure di cui abbiamo ampiamente parlato, a contrastare gli effetti della candida, sulla pelle e sulle mucose. Possiamo individuare inoltre l’utilizzo della propoli, il tea tree oil, la camomilla, la malva, la lavanda, l’aloe e la vitamina C e l’argento colloidale, una sostanza naturale, che nella forma farmaceutica ideale e nei dosaggi idonei, risulterà priva di controindicazione e le cui particelle grazie alle proprietà antimicrobiche ad ampio spettro, sono in grado di combattere e contrastare questa fastidiosa problematica. Uno studio condotto dall’Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia 4a dell’Università degli Studi di Bari, riporta che l’acido ascorbico (Vitamina C), ha un’ottima azione acidificante e potenzia l’immunità cellulo-mediata, che insieme all’attività antibatterica e antifungina dell’argento colloidale, costituisce una buona soluzione, non farmacologica, nella prevenzione delle ricorrenze della vaginosi batterica.
Sapere Salute "Cos'è la micosi e come curarla"
Pagine Bianche Salute "Micosi della pelle"
MSN "Patologie estive: sintomi, cura e prevenzione di infezioni cutanee e micosi"
Il Corriere della Sera "Dai peperoni rossi alle uova, ecco i cibi che aiutano a fare il pieno di collagene"
AGI "Pelle: contro l'invecchiamento, glicani stimolano collagene"
Ansa "Rughe, è tutta una questione d'acqua"
Io Donna "Il collagene è il trend beauty del momento. Come funziona e cosa bisogna sapere?"
Wikipedia "Collagene"
DiLei "Collagene: cos’è, a cosa serve, cosa mangiare e integratori"
JAAC "Trehalose-Induced Activation of Autophagy Improves Cardiac Remodeling After Myocardial Infarction"
Alimentazione Gazzetta "Dieta e beauty routine per una pelle luminosa e sana: alimenti, creme e trattamenti"
Il Secolo XIX "C’è uno zucchero che piace anche al cervello"
Antibatterico, antibiotico e disinfettante. Prezioso per la cura della pelle da infezioni, funghi e inestetismi, delicato per lo skincare quotidiano nella lotta ai segni dell’età. Contrasta rughe e segni d’espressione, ma all’occorrenza si trasforma in un alleato perfetto contro dermatiti, acne e altre lesioni dell’epidermide. Inoltre, la sua peculiarità di riattivare i tessuti lo rende un perfetto antirughe. Dalla bellezza alla cura delle malattie della pelle. Sin dall’antichità veniva usato come ingrediente principale nel sapone e veniva applicato sulla pelle con acne, eczemi o funghi, ma anche per la detersione quotidiana. Conosciuto anche per le sue miracolose proprietà antisettiche e battericide. L’argento, infatti, veniva utilizzato per disinfettare le ferite, mediante impacchi sulle stesse, e per neutralizzare virus e infezioni, attraverso la somministrazione per bocca dei sali d’argento, ma il suo uso come farmaco è progressivamente scomparso in tutti i paesi a partire dagli anni ‘40, quando si sono rese disponibili altre sostanze, tra cui gli antibiotici, ma anche i comuni disinfettanti. Nel 1970 poi, le potenzialità di questo metallo vengono portate di nuovo alla ribalta da un medico statunitense che inizia a utilizzarlo nel trattamento delle ustioni gravi. Una soluzione composta da micro particelle di ioni d’argento, immersi nell’acqua distillata: nasce così l’argento colloidale. Dall’inizio degli anni ‘90, l’argento colloidale è ricomparso in molti supplementi che vengono pubblicizzati un po’ dappertutto, non solo per combattere le piccole infezioni, ma anche per le malattie e i malesseri più svariati. Bisogna precisare, innanzitutto, che con il regolamento CE 1170/2010 l’assunzione per bocca dell’argento colloidale non è più ammessa in Europa, perché considerata non innocua.
L’argento colloidale è una dispersione speciale di argento dall’effetto igienizzante particolarmente veloce, completa e duratura. Una preziosa sostanza naturale atossica per l’uomo e letale per gran parte dei batteri patogeni. È efficace anche contro i segni lasciati dall'acne giovanile grazie alla sua capacità di stimolare la ristrutturazione dei tessuti. Utilizzato anche per sconfiggere e prevenire le micosi (dalla presenza di funghi batterici che aggrediscono la pelle). Fondamentale per alleviare i fastidi di eritemi e scottature: le proprietà rigeneranti e rinfrescanti dell’argento colloidale donano sollievo alla pelle bruciata dal sole. Inoltre, accelera la rigenerazione cutanea e disinfetta in profondità, proprio per questo può essere usato per curare le piaghe e irritazioni. Insomma, questo metallo è particolarmente indicato per tutti i disturbi della pelle, soprattutto quelli di origine infiammatoria. E ancora, per una pelle morbida al tatto, la sua azione rinfrescante lo rende perfetto per essere usato dopo la depilazione. Tra i moltissimi usi dell’argento colloidale ultimo, ma non per importanza, la sua azione sebo regolatrice che aiuta a eliminare la forfora.
«L’argento è un metallo nobile che si trova nella tabella periodica degli elementi, cioè quei composti presenti in natura» spiega in un'intervista a Life 120 la dottoressa Gloria Mosconi:
Cos’è l’argento colloidale e in cosa si differenzia dall’argento?
L’argento colloidale si ottiene attraverso un processo chiamato elettrolisi che avviene in acqua bidistillata, in cui si scindono le particelle d’argento finissime (chiaramente non solubili in acqua), e ioni di argento (carichi positivamente Ag+) che al contrario si scioglieranno in acqua, dando origine a questa soluzione che prende il nome di Argento Colloidale. Le particelle positive di argento, (dette anche ioni di argento), lo rendono attivo verso virus e batteri.
Perché è considerato prezioso per la cura della pelle? Come interviene nel contrasto alle rughe e ai segni del tempo?
L’argento in forma colloidale è un potente dermopurificante, antisettico e detossinante, aiutando così la pelle a combattere i radicali liberi. Agisce in modo diretto e profondo sull’epidermide favorendo un efficace trattamento emolliente, rigenerante, rivitalizzante e ristrutturante, ideale per tutti i tipi di pelle, anche le più problematiche come ad esempio le pelli particolarmente grasse, impure, devitalizzate, acneiche, screpolate, psoriasiche, herpetiche, eczematose, restituendo un viso più curato, fresco, e luminoso.
In che modo l’argento colloidale agisce sulla riparazione dei tessuti?
L’argento colloidale è un composto a cui sono attribuite numerose proprietà, tali da poterlo considerare un antibiotico naturale; infatti prima dell’avvento degli antibiotici, veniva utilizzato per il trattamento delle più svariate forme di infezione. Questo è il motivo per cui il suo utilizzato trovava, e trova tutt’oggi, spazio anche nella riparazione dei tessuti. Ad esso venivano attribuite proprietà antibatteriche, ma anche antivirali ed antifungine. Il suo ampio impiego nella medicina cinese, egizia, romana e persiana, hanno reso l’argento colloidale, un rimedio universale, così come oggi lo conosciamo.
L’utilizzo quotidiano di questo metallo come componente di creme per il viso potrebbe essere dannoso per la salute?
Per uso cosmetico, la normativa non pone espressamente il divieto. Non vi sono controindicazioni o effetti collaterali tali da recare danni alla salute. Tutt’altro, i prodotti sono totalmente atossici, come dimostrato scientificamente da uno studio condotto dall’Università Federico II nel 2016. E’ chiaro che si lavora con dosaggi adeguati.
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Dalle proprietà lenitive a quelle cicatrizzanti: il benessere dall’aloe vera
Dalla cosmesi alla salute. Considerata una pianta miracolosa da oltre 5 millenni, il suo uso è molto antico. Citata anche nel Papiro Ebers del 1550 a.C. la "pianta dell'immortalità" veniva utilizzata già dagli egizi nei preparati per l'imbalsamazione. Secondo le usanze di questa civiltà, l’aloe vantava di proprietà capaci di rendere immortali e aiutava i faraoni a trovare la strada per il regno dei morti. Associato ai bagni di “latte”, per Cleopatra era prodigioso per la sua bellezza. Tra gli antichi romani, invece, era pratica consolidata soprattutto tra i soldati in guerra l’utilizzo dell’aloe vera sotto forma di balsamo lenitivo e cicatrizzante per curare le ferite. Anche nel trattato “Historia Naturalis” di Plinio il Vecchio, venivano descritte le proprietà terapeutiche di questa pianta oltre per accelerare il trattamento delle ferite, per i problemi di stomaco, irritazioni cutanee, emicrania e stipsi. Utilizzato per alleviare il mal di testa anche dai Maya, per questo popolo era anche nota per le sue presunte proprietà afrodisiache.
Per il benessere del corpo e per la salute di pelle e capelli. Un vero e proprio concentrato di benefici per l’organismo utilizzata come ingrediente principale degli ingratori alimentari. Le tante proprietà sono dovute alla ricca concentrazione, nelle sue foglie, di vitamine, minerali, aminoacidi, enzimi e principi attivi utili al benessere del nostro corpo. Tra i tanti benefici dell’aloe, la sua funzione depurativa e disintossicante che aiuta ad espellere dall’organismo le tossine accumulate. Il potere immunomodulante che, stimolando la produzione di globuli bianchi, facilita la risposta immunitaria all’attacco di virus e batteri. Quindi, oltre a rinforzare le difese immunitarie, questa pianta è anche una potente alleata. Altro effetto positivo è quello del sistema digestivo: migliora la digestione e facilita il corretto assorbimento nell’intestino, dovuto all’influenza sulla flora batterica.
Dal tipico aspetto allungato delle foglie questa miracolosa pianta grassa è dotata di parenchimi acquiferi, particolari tessuti che permettono di immagazzinare grandi quantità di acqua. Le sue foglie, spesse e dal colore verde scuro, sono composte da una parte esterna che contiene un lattice amaro e da uno strato gelatinoso, all’interno, utilizzato a scopi terapeutici. Costituita da zuccheri complessi, soprattutto glucomannani, tra cui l'acemannano, con proprietà immuno-stimolanti; gli antrachinoni, nella parte verde coriacea della foglia, ad azione fortemente lassativa e altre preziose sostanze come sali minerali, vitamine, aminoacidi e acidi organici. Oli e prodotti dermatologici vengono estratti dal liquido gelatinoso presente nelle foglie dell’aloe. Utilizzato poi, per le importanti proprietà benefiche, nel trattamento di numerose patologie. La sua funzione lenitiva svolge una funzione calmante in casi di infiammazione, gonfiore e dolore. Le sue proprietà rigeneranti, antinfiammatorie e cicatrizzanti lo rendono utile per trattare ferite, pruriti, eritemi, micosi, afte e punture d’insetti. Favorisce l’idratazione dell’epidermide grazie alle sue proprietà umettanti. E ancora, la sua funzione disintossicante che incide sull’organismo con effetti depurativi e disintossicanti. L’effetto lassativo, invece, è associato all'aloina, contenuta nella parte periferica delle foglie.
ALOE VERA: benefici, proprietà curative e come utilizzarla
A conferma di quanto detto anche un recente studio, pubblicato su PubMed, sull'utilizzo del gel di aloe per il trattamento della colite ulcerosa attiva, ha dimostrato che se assunto per quattro settimane riduce l'attività nella malattia infiammatoria intestinale. Mentre un’indagine precedente, review del 2014, che ha raccolto e analizzato una serie di articoli scientifici, studi e ricerche pubblicati negli ultimi anni sull'efficacia dell'acemannano, sostanza presente nelle foglie di aloe, ha evidenziato l’enorme potenziale della pianta come agente terapeutico. L'acemannano infatti, vanta di proprietà antinfiammatorie, antibatteriche e osteogeniche che favoriscono e accelerano la guarigione delle lesioni e contrastano virus, batteri o funghi, tra cui la Candida albicans e l'Escherichia coli.
L'Aloe è costituito da quattro grandi categorie di componenti, ognuna delle quali conferisce alla sostanza proprietà importantissime. La prima è rappresentata dai mucopolisaccaridi, degli zuccheri complessi la cui consistenza è rapportata all'elicina a cui è riconducibile la proprietà gastroprotettrice, perché, aderendo allo stomaco, formano una sorta di pellicola protettiva. I mucopolisaccaridi stimolano anche il sistema di difesa dell'organismo, proteggendolo da attacchi di agenti patogeni. L'Aloe è riconosciuto anche per la sua proprietà cicatrizzante e riepitelizzante: la cicatrizzazione di una ferita viene favorita dai glucomannani (polimeri di glucosio e mannosio), che stimolano l'attività dei macrofagi, potenziano la sintesi del collagene ed aumentano la riepitelizzazione.
Buonasera Dottore - Aloe: una pianta dai mille benefici
Il secondo gruppo, fa riferimento agli oligoelementi: minerali, vitamine e altri elementi nutritivi. Tra i minerali, la potenzialità antiossidante, per rallentare il processo di invecchiamento cellulare, è garantita da manganese e selenio. Sfruttate anche per la bellezza con l’impiego dell'aloe in creme anti-age. Inoltre, il mix vitamine-minerali consente di migliorare l’irrorazione del sangue. Il terzo gruppo, fa capo agli steroidi che vantano la proprietà più discussa tra tutte: quella antinfiammatoria. Preziosa è infatti la sua azione lenitiva e calmante. Dell’ultimo gruppo sono protagonisti gli antrachinoni. Definite come gli “spazzini del corpo”, purificano l'organismo esercitando la loro azione lassativa attraverso lo stimolo sulle contrazioni muscolari dell’apparato intestinale. Il primo studio scientifico sugli effetti lassativi dell'Aloe vera risale al lontano 1851quando due ricercatori anglosassoni Smith e Stenhouse scoprirono l'aloina. Tra le proprietà consolidate di questa pianta, anche quelle presunte. Un ottimo rimedio naturale anche come antibiotico (come ad esempio, in creme disinfettanti).
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PubMed "Randomized, Double-Blind, Placebo-Controlled Trial of Oral Aloe Vera Gel for Active Ulcerative Colitis"
PubMed "Acemannan, an Extracted Polysaccharide From Aloe Vera: A Literature Review"
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