La gran parte degli studi dimostra che nelle donne livelli di colesterolemia più elevati della norma non costituiscono un fattore di rischio cardiovascolare, anzi sono protettivi per numerose malattie. Già nel mio libro “Mangia Grasso e Vivi Bene” avevo riportato le conclusioni di alcune ricerche: il ricercatore francese, Dr Bernard Forette, aveva scoperto che le donne anziane con livelli di colesterolo molto alti vivevano più a lungo. Al contrario, nelle donne con valori molto bassi la mortalità era cinque volte maggiore. L'autore di queste ricerche metteva in guardia dall'uso delle statine in questi soggetti; in un congresso della NHLBI (National Heart, Lung and Blood Institute-USA) i ricercatori, esaminando tutti gli studi a disposizione sull'argomento, giunsero alla stessa conclusione, cioè che la mortalità è maggiore nelle donne con bassi livelli di colesterolo rispetto alle donne con livelli più alti. A conferma di quello che già sapevamo, è giunto un recente studio norvegese, durato 10 anni, i cui risultati ribadiscono che le donne con livelli di colesterolemia elevati vivono più a lungo e hanno un ridotto rischio di infarto e ictus rispetto a quelle con livelli più bassi. Ma gli uomini non devono temere, perché la stessa cosa vale anche per loro. Vediamo i dati: rispetto alle donne che hanno valori di colesterolo sotto i 193mg/dl, quelle con valori oltre 270mg/dl mostrano una riduzione della mortalità del 28% e una riduzione del rischio cardiovascolare del 26%; rispetto agli uomini che hanno valori di colesterolo sotto i 193mg/dl, quelli con valori oltre i 270mg/dl hanno un rischio di morte ridotto del 11% e un rischio cardiovascolare ridotto del 20%. Pertanto, questo studio mostra che avere il colesterolo sopra i 193mg/dl fa vivere più a lungo, soprattutto le donne e che il più delle volte la prescrizione delle statine non solo è pericolosa, ma non ha alcuna base scientifica. Ma d'altronde, tutta la teoria lipidica (grasso = infarto) non è mai stata verificata. Una teoria diventata dogma per soddisfare le brame di lucro delle aziende che vendono farmaci contro il colesterolo e delle industrie che ci propinano oli di semi, margarine e malsani alimenti dietetici. Fonte: Dr. Francesco Perugini Billi