Un’alimentazione povera di carboidrati è il modo migliore di prevenire le malattie. È quello che scrive Enzo Soresi, primario emerito di pneumologia dell’Ospedale Ca’ Granda, Niguarda di Milano. Nella sua lunga carriera di medico ne ha affrontate tante, per gran parte raccolte nei sui libri, oggi, si racconta, ancora una volta e fornisce un interessante spunto di riflessione con le sue considerazioni sull'emergenza Covid-19. Partendo dall’assunto largamente condiviso che il virus influenzale induce una severa immunodepressione che favorisce, in un secondo momento, la complicanza batterica polmonare con germi spesso resistenti agli antibiotici, le sperimentazioni in corso, prima in Cina e poi a Napoli, forniscono un barlume di speranza per il controllo della polmonite interstiziale.
Soresi porta alla nostra attenzione su due aspetti importanti. Il primo riguarda proprio l’anticorpo monoclonale da anni somministrato, sottocute, ai pazienti affetti da artrite reumatoide, malattia autoimmune scatenata dalla interleuchina 6 (IL6), una delle citochine flogogene più aggressive. Poiché nei pazienti che finiscono in rianimazione è proprio questa IL6 che porta alla insufficienza respiratoria un uso tempestivo di questo anticorpo, noto con il nome di Tocilizumab, potrebbe essere di possibile aiuto. Le sperimentazioni sono in corso e sembrano promettere bene. Mentre, il secondo, punta tutto sull’alimentazione, quella povera di carboidrati, come modo più efficace nella prevenzione delle malattie.
Il Dottor Soresi fornisce qualche consiglio su come tenersi in forma in questo periodo di quarantena. «Attività fisica moderata, se non potete uscire organizzatevi in casa oppure fate 2 piani di scale (in salita) 4 volte al giorno, equivalgono a circa 8.000 passi». In ultimo, raccomanda l’esperto, l’integrazione di vitamina C per rinforzare le immunità del nostro organismo contro virus e batteri.
Inoltre, ricorda l’esperto, in un supplemento del Corriere della Sera, Io Donna: “Occhio all’indice glicemico”si legge che la guerra ai tumori si combatte e si vince a tavola: i cibi ad alto indice glicemico, come pane e pasta non integrali, dolci, biscotti, alcol, aumentano di circa il 50% la probabilità di ammalarsi di tumore al colon ed alla vescica. Tematica peraltro già trattata in un capitolo nel libro “Guarire con la nuova medicina integrata” scritto in collaborazione con Edoardo Rosati ed il coblogger Pierangelo Garzia, dove veniva affrontato «il principio della glicazione e dell’importanza di una alimentazione il più possibile lontana dagli zuccheri per ridurre il principale fattore di rischio di tutte le malattie che è l’infiammazione».
Il primo passo verso un'alimentazione antinfiammatoria è l'addio agli zuccheri e alla dieta mediterranea. «Come clinico - spiega Soresi - difronte a pazienti asmatici o affetti da broncopatie croniche correlate al fumo o all’inquinamento, la prima cosa che consegno ai pazienti è una sintesi di una alimentazione antinfiammatoria, il più possibile lontana dagli zuccheri. Quindi la prima regola della nostra alimentazione sarà quella di abbandonare la via metabolica del glucosio per attivare quella a minor rischio del fruttosio. La dieta mediterranea di conseguenza, ricca di carboidrati, non mi sembra oggi la migliore via da percorrere, a parte quella dell’uso dell’olio di oliva, sempre più alimento da proporre in ogni tipo di alimentazione».
«Quando mangiamo un piatto di 100 grammi di spaghetti - aggiunge l'esperto -, l’80% del loro peso è costituito da amido che, nell’arco di circa 3 ore viene trasformato in zucchero . Questo carico di zuccheri induce un innalzamento della glicemia e questo comporta un immediata increzione di ormone insulina la cui finalità è quella di eliminare lo zucchero con una serie di strumenti che cosi si possono riassumere: 1° indurre nel fegato la produzione di scorta di glucosio (intorno ai 70 grammi ) 2° stimolare le cellule muscolari, in particolare alcuni tipi di fibre, note come fibre bianche, ad assimilare più zucchero possibile, 3° indurre il fegato a produrre Vldl (Very Low Density Lipoprotein) che poi diventeranno le LdL del cosiddetto colesterolo cattivo».
Tirando le somme, quindi, il trucco dovrebbe essere quello di tornare a un'alimentazione che segua la via del fruttosio, proprio come facevano i nostri antenati. «Carne, pesce, frutta, vegetali, con aggiunta di olio d’oliva. La via del fruttosio è quella seguita dai nostri antenati basata essenzialmente sul consumo di questo zucchero. E qui, il primario del Ca’ Granda, si ricollega a una tesi già sostenuta da Adriano Panzironi con lo stile di vita Life 120.
«Il giornalista Adriano Panzironi - sottolinea Enzo Soresi - , in cui mi sono imbattuto durante gli zapping televisivi notturni, propone una piramide alimentare nel suo libro Vivere 120 anni molto lontana da quella classica della dieta mediterranea ma che a mio avviso rientra in pieno nel principio di abbandonare la via della glicazione allo scopo di ridurre il più possibile l’infiammazione nei nostri tessuti. Alla base della piramide troviamo carni e pesci più olio d’oliva da assumere ad ogni pasto, poi verdure ed uova quindi una porzione di frutta fresca più frutta secca, quindi formaggi stagionati ed alla fine vino rosso, cioccolato fondente e dolci in minima quantità. Una rivoluzione alimentare che cozza contro i vegetariani, i vegani e gli animalisti, ma che è da prendere in seria considerazione in un momento in cui l’obesità, nel mondo occidentale, si sta rivelando come una vera e propria epidemia. Su queste basi però ricordiamoci che il nostro libro Mitocondrio mon amour (Utet) ne è un documento fondamentale, l’importanza di una attività fisica non stressogena ma adeguata, anch’essa entrata a buon diritto nei percorsi di prevenzione dalle malattie infiammatorie e neoplastiche».
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Per approfondimenti:
Leggi i saggi di Enzo Soresi (medico, pneumologo, oncologo e patologo) su Neurobioblo.com : "Le mie considerazioni sull'epidemia da coronavirus" e "A proposito di zucchero e salute"