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Sovrappeso, affaticamento, malattie infiammatorie e....tanta dipendenza. Semplice o complesso, lo zucchero, è l'unico responsabile di tanti disturbi. Gli effetti collaterali di un consumo eccessivo e prolungato che si deposita intorno al girovita sono molteplici. Per contro, una sua riduzione porterebbe a una lunga serie di benefici a breve termine. In primis l’aumento dell’energia poiché una limitazione del consumo di questa sostanza consente di aumentare i livelli energetici del nostro organismo e di conseguenza anche migliori performance psicofisiche. Tra gli altri effetti positivi di una modifica dello stile alimentare a “ridotto contenuto di zuccheri” anche una maggiore concentrazione, migliore qualità del sonno, regolarità del transito intestinale e dell’apparato digestivo. A beneficiare di un consumo ridotto anche la nostra pelle. Luminosità, texture e idratazione oltre a rafforzare le barriere contro gli attacchi esterni e favorire il microcircolo del derma. Infatti, non tutti sanno che lo zucchero danneggia precocemente la pelle, facilita la formazione di rughe, macchie e di processi infiammatori topici, interferisce inoltre anche con la produzione di collagene (indispensabile per la compattezza e l’elasticità dei tessuti) e determina un aumento della produzione di sebo, ancora più dannosa per chi soffre di acne.

L'amara verità dello ZUCCHERO: tutti i rischi per la nostra salute


Colpevole anche di sbalzi d’umore, ansia, irritabilità e ricorrenti “up and down” mentali. Diversi studi hanno dimostrato che una dieta ricca di zucchero può compromettere l’abilità di imparare e ricordare: è bene ridurli per contrastare questi fenomeni e preservare la lucidità mentale. Inoltre, ridurre in modo drastico il consumo di saccarosio, e quindi, delle sue forme affini, porterebbe poi ad avere un intestino in salute. Gli zuccheri, infatti, hanno la capacità di modificare il microbiota intestinale, alterando la composizione della flora batterica. Disequilibri che non solo rendono la digestione lenta e difficile, ma che indeboliscono il sistema immunitario, aumentando il carico infiammatorio a livello intestinale. Ultimo, ma non per importanza poi, la perdita di peso. Tra i notevoli benefici anche la riduzione di patologie importanti come obesità e sovrappeso. La perdita di peso, infatti, è determinata da uno scarico naturale dei liquidi in eccesso, un effetto drenante dovuto alla minor quantità di acqua legata dalle riserve di glucosio.

Dieta a “ridotto contenuto di zuccheri”

Al via con la dieta “sugar detox”, l’alimentazione giusta per disintossicarsi dagli zuccheri. Dalla ritenzione idrica alla formazione delle rughe. I tanti danni provocati da un eccesso di zuccheri interferiscono non solo con la salute (con una infiammazione dei tessuti), ma anche con la nostra estetica. Troppi carboidrati e zucchero raffinato desensibilizzano i sistemi di sazietà favorendone un consumo inconsapevole creando così una sorta di dipendenza. Secondo Robert Lustig, professore di pediatria e membro dell'Institute for Health Policy Studies dell'Università della California, negli Stati Uniti circa il 10% della popolazione è tossicodipendente da zucchero. Dannoso per la nostra salute. Troppi zuccheri portano a un aumento della glicemia e costringono il pancreas a liberare l'insulina facendo entrare il glucosio nelle cellule, in modo tale da bruciarlo e produrre energia. Quello in eccesso poi, viene trasformato in trigliceridi, tra le cause principali di ostruzione delle arterie e di patologie cardiocircolatorie. Una buona parte poi si deposita nel tessuto adiposo, portando all’aumento di peso e nel fegato, contribuendo così all’insulino-resistenza. Collegate all’eccesso di zuccheri anche diverse malattie: dal diabete di tipo 2 all’ipertensione, dall’insufficienza renale all’ovaio policistico, ma anche il sovrappeso, l’osteoporosi, la stanchezza, i disordini del metabolismo dei grassi fino addirittura alle malattie neurodegenerative. Pertanto il consiglio di tanti esperti è quello di depurarsi dagli zuccheri limitando così il rischio di queste patologie.

Dall'INSULINA allo ZUCCHERO nascosto nei cibi moderni

Se la dieta è ricca di alimenti zuccherini, dolci, bevande dolcificate e gassate, succhi di frutta – spiega in un’intervista a Gazzetta Active Luca Colucci, biologo, nutrizionista, – favorirà l’aumento repentino dei livelli di glucosio nel sangue, una produzione continuativa di insulina con danni a lungo termine sulla salute. Questi abusi stimolano in modo eccessivo l’appetito, portano ad affaticamento precoce, promuovono l’aumento di peso, inducono nel tempo insulino – resistenza, una sorta di intolleranza al glucosio. Fare uno scarico graduale degli zuccheri nella dieta, permette di migliorare vari aspetti della salute, prevenire malattie infiammatorie e migliorare la silhouette.

 

Più energia


Ridurre la concentrazione di zuccheri nella dieta permette di aumentare i livelli energetici dell’organismo, garantire performance psico-fisiche migliori a lungo termine. Passati i primi giorni di stanchezza e astenia dovuti al cambio del metabolismo che modifica la sua fonte di energia primaria, si hanno migliorie su forza fisica, concentrazione, qualità del sonno, transito intestinale, digestione. L’eccessiva assunzione di zuccheri favorisce infatti la proliferazione di lieviti intestinali che affaticano l’apparato digerente, specialmente il pancreas che, producendo troppa insulina in maniera continuativa, porta a effetti deleteri sulle nostre cellule. È bene quindi evitare di assumere un carico eccessivo di zuccheri dopo i pasti principali per contrastare tutte queste problematiche e ritrovare la salute.

Pelle migliore


Limitare gli zuccheri nella dieta permette di migliorare la luminosità della pelle, la texture, l’idratazione, alleggerire il microcircolo del derma, rafforzare le barriere naturali contro gli insulti esterni. Si evita in questo modo un processo di glicazione avanzata, cioè la reazione fra uno zucchero tipo fruttosio o glucosio e una proteina, che danneggia precocemente la pelle, facilita la formazione di rughe, macchie e processi infiammatori topici. Carichi eccessivi di zuccheri interferiscono anche con la produzione di collagene, sostanza indispensabile per la compattezza e l’elasticità dei tessuti epiteliali del nostro organismo. Attenzione anche a chi soffre di acne: assumere troppi zuccheri semplici determina un aumento della produzione di sebo nella pelle, ostruendo i pori e provocando punti neri e altre fastidiose imperfezioni.

Prestazioni mentali


Troppo zucchero rende inclini a sbalzi d’umore poiché riduce le riserve di vitamina B, e blocca i recettori del cromo, sostanze chimiche naturali che riequilibrano la sfera emotiva. Se si esagera si può sfociare in irritabilità, ansia e ricorrenti “up and down” mentali. Alcuni studi hanno dimostrato che una dieta ricca di fruttosio può compromettere l’abilità di imparare e ricordare: è bene ridurli per contrastare questi fenomeni e mantenere la lucidità mentale. Mitighiamo gli effetti con l’integrazione di omega-3: l’uso di grassi sani come riserva permette di mantenere livelli di energia più stabili e migliorare la concentrazione.

Intestino sano


Gli zuccheri sono in grado di modificare il microbiota intestinale, alterando la composizione della flora batterica già nelle 24 ore successive. Questi disequilibri rendono la digestione più difficoltosa e lenta, e col tempo possono indebolire il sistema immunitario, aumentando il carico infiammatorio a livello dell’intestino e degli organi annessi. I batteri intestinali sono avari di zuccheri e un surplus di edulcoranti-dolcificanti crea un ambiente distorto che li porta a cambiamenti nel loro metabolismo e nell’equilibrio delle varie specie presenti. Eliminare o ridurre in modo drastico l’introito di saccarosio e delle sue forme affini, permette di riequilibrare tutto l’ecosistema, evitare tensione addominale, meteorismo e rafforzare le difese immunitarie.

Perdita di peso


Un altro beneficio che si verifica fin dai primi giorni è quello di sentirsi più sgonfi e leggeri. La perdita di peso è determinata da uno scarico naturale dei liquidi in eccesso, un effetto drenante dovuto alla minor quantità di acqua legata dalle riserve di glucosio. È bene precisare che non bisogna però eliminare completamente gli zuccheri semplici dalla routine alimentare: via libera agli alimenti che lo contengono naturalmente come frutta e ortaggi, evitando invece quelli confezionati e industriali. È possibile consumare a volontà cibi che ospitano fino a 6 grammi di zucchero per 100 grammi, in modo da non compromette la salute e avvicinarsi agli obiettivi di benessere.

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Per approfondimenti:

Gazzetta Active "Effetti rapidi della riduzione degli zuccheri nella dieta"

La Repubblica "Sugar detox: combattere la dipendenza da zuccheri in 4 mosse"

Fondazione AIRC "Lo zucchero favorisce la crescita dei tumori?"

Elle Italia "Lo zucchero non è tutto uguale e saper distinguere quale fa male è garanzia di lunga vita"

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Buono in cucina e vero e proprio toccasana per il nostro benessere e poi, sicuramente vittima di un retaggio culturale. Concentrato di vitamine e minerali, ma anche povero di lattosio. Valido ingrediente anche come spuntino prima di iniziare un allenamento. Da sempre contestato sia dai “fanatici” della linea sia da quelli che lo annoverano tra gli alimenti potenzialmente nocivi per la nostra salute, e quindi, da evitare. Demonizzato perché considerato un cibo non sano. A scanso di equivoci, uno studio della Friedman School of Nutrition Science della Tufts University sostiene che il burro non fa male al cuore e protegge dal diabete. L’acido butirrico, a cui sono stati attribuiti diversi ruoli fisiologici, è quello, tra gli acidi a catena corta, sui cui più si è concentrata la ricerca. «L'acido butirrico è un acido grasso saturo, non essenziale, che si trova principalmente nel latte dei ruminanti (2-4%), e solo in tracce in quello di donna» spiega Christian Orlando, biologo. Difatti, evidenze scientifiche hanno dimostrato che l’acido butirrico regola il trasporto di fluidi, protegge i colonociti dallo stress ossidativo, influenza la motilità lungo il tratto gastrointestinale, modula la proliferazione cellulare e il differenziamento cellulare, regola inoltre, l’espressione genica. La produzione di acido butirrico svolge dunque un ruolo cruciale per la nostra salute. Considerati i notevoli stimoli a cui è continuamente esposto il colon, infatti, dalla maggiore produzione di butirrato, potrebbe scaturire una resistenza più incisiva contro stimoli tossici migliorando così la funzione della barriera intestinale. Indagini recenti hanno evidenziato che gli acidi a corta catena dopo essere stati assorbiti a livello intestinale, influenzano anche fegato e tessuti extraeptici.

“Un alimento più salutare di zuccheri e amidi” è quanto sostengono i ricercatori della Tufts University. Insomma, nessuna controindicazione sull’aumento del rischio di patologie cardiovascolari. Al contrario, i grassi del latte sarebbero in grado di mantenere la glicemia sotto controllo. Secondo quando mostrato dall’indagine della Friedman School of Nutrition Science and Policy della Tufts University, pubblicata sulla rivista specializzata Plos One, non esisterebbe alcuna prova scientifica secondo cui assumere burro possa aumentare i rischi per la salute dell'organismo, al contrario, avrebbe un effetto protettivo contro patologie come il diabete. Per giungere a questa conclusione, gli studiosi della Tufts University hanno imposto a 636 mila persone un cucchiaio di burro giornaliero, circa 14 grammi al giorno. Nel corso della sperimentazione si sono verificati circa 28 mila decessi, quasi 10 mila patologie cardiovascolari e sono stati diagnosticati qualcosa come 24 mila casi di diabete: ma in nessuno di questi casi i ricercatori hanno trovato un legame tra il consumo di burro e le cause di morte. Le indicazioni della correlazione tra l'alimento, la mortalità e le malattie citate in precedenza, al contrario, sarebbero minime o addirittura insignificanti: anzi, per quel che concerne il diabete sembra proprio che il burro rappresenti, contro ogni aspettativa, un aiuto per il nostro organismo. E poi, il burro è anche fonte di vitamina A, D, E e K indispensabili per il nostro organismo ed è anche una delle poche fonti di vitamina D, preziosa per la salute delle ossa e del nostro sistema immunitario. Fonte di minerali tra fui l’acido linoleico coniugato (CLA) e un acido grasso con funzioni benefiche e protettive (antitumorali, anti-aterosclerotiche, antiobesità e antinfiammatori).

Il burro non è un nemico

Salutare e digeribile come l’olio. Il burro è un grasso animale ricco di colesterolo e acidi grassi a catena corta che forniscono energia immediata all’organismo. E proprio per questo è considerato l’alimento ideale soprattutto per gli sportivi. I motivi per mangiare burro? É ricco di antiossidanti, prezioso per l’intestino (il burro è ricco di glicosfingolipidi, acidi grassi che proteggono l’intestino da infezioni e problemi gastrointestinali), aiuta il sistema immunitario (grazie alla presenza di carotene fortifica l’organismo contro le infezioni), prezioso per il benessere della tiroide (grazie alla concentrazione di vitamina A), allevia l’artrite (aiuta il corpo a contrastare i problemi legati alle articolazioni), amico degli occhi (la vitamina A protegge gli occhi dall’insorgere della cataratta), amico del cuore (anche se i grassi saturi aumentano il colesterolo, quelli contenuti nel burro contribuiscono infatti, a innalzare quello buono), alleato delle ossa contrasta l’osteoporosi (grazie alla presenza di manganese, rame, zinco e selenio) e aiuta a dimagrire (aumentando il senso di sazietà).

BURRO, PANNA e GRASSI SATURI: amici della salute e del cuore 

«L’acido butirrico sembra avere ottime proprietà antinfiammatorie grazie alla capacità di sopprimere l’attività di alcune proteine che scatenano l’infiammazione, in particolare aiuta a controllare la risposta immunitaria regolando l’attività dei linfociti T. Le cellule T, attraverso un complesso meccanismo che si avvale di marcatori chiamati MHC, sono in grado di riconoscere e distruggere le cellule patogene risparmiando quelle sane; se però non funzionano correttamente il sistema immunitario può arrivare ad attaccare organi come il pancreas (diabete di tipo 1) o la tiroide» spiega Christian Orlando, biologo. «Altri studi hanno evidenziato che l’acido butirrico - continua il biologo - aiuta a tenere sotto controllo il peso corporeo stimolando gli ormoni dell’intestino e aumentando la sintesi di leptina (importante nella regolazione dell’appetito). L’acido butirrico è risultato promettente anche nella lotta contro l’insulino-resistenza. In numerosi studi è stato riscontrato che il supplemento con butirrato migliora i livelli di glucosio, la sensibilità all’insulina e persino la funzione mitocondriale» conclude il nutrizionista.

Zero controindicazione e ideale per gli sportivi

Gli acidi grassi a catena corta prodotti dai batteri intestinali, in particolare l’acido butirrico, sono essenziali per mantenere l’intestino in salute, proteggendolo così da infiammazioni e prevenendo l’insorgenza persino dei tumori. Inoltre, il microbiota mantiene il sistema immunitario costantemente attivo. Questo avviene poiché, un microbiota ricco di batteri capaci di digerire e fermentare i flavonoidi contenuti nella frutta e nella verdura promuove la produzione di sostanze che hanno effetti protettivi sulla salute cardiovascolare. Difatti, alimenti ricchi di acidi grassi saturi e cibi eccessivamente calorici stimolano, invece, la proliferazione di ceppi di batteri che promuovono l’infiammazione. Inoltre, alcune sostanze prodotte dal microbiota intestinale sembrerebbero addirittura coinvolte nella regolazione non solo dell’appetito, ma anche dell’aumento di peso. Sull’importanza degli acidi grassi per il nostro organismo interviene la dottoressa Jessica Falcone, biologa nutrizionista presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele Turro e RAF First Clinic di Milano in un’intervista a Gazzetta Act!ve:

«Gli acidi grassi a catena corta, come quelli del burro appunto, forniscono energia alle cellule intestinali. Proprio a livello intestinale avviene l’assorbimento dei nutrienti. Le cellule che partecipano a questo processo di assorbimento hanno bisogno di energia per funzionare adeguatamente. Il burro, come gli altri grassi saturi, aiuta il buon funzionamento dell’intestino. Con questo, però, non bisogna certo esagerare. I grassi devono ricoprire solo il 30 per cento dell’apporto calorico giornaliero. Ed è importante scegliere acidi grassi monoinsaturi nella maggior parte di questa quota. Ma un 10 per cento di questa parte dovrebbe arrivare dai grassi saturi. Anche perché gli stessi grassi saturi sono indispensabili perché vanno a delimitare la guaina mielinica che ricopre i tessuti nervosi».

butirrico

 Ma quali sono le vere caratteristiche del burro?

«Il burro – precisa la biologa - è un grasso saturo animale prodotto dal latte. Contiene però poco lattosio per via della sua preparazione, e di conseguenza è ben tollerato da chi soffre di intolleranza. E’ costituito per l’80 per cento da grasso. Il resto è acqua, un po’ di proteine e pochi zuccheri. Rispetto ad un olio, che è 100 per cento grasso, fornisce un po’ meno calorie: sono circa 750 kcal per 100 grammi. Contiene sali minerali come calcio, importante per le ossa, ma anche fosforo e potassio, quest’ultimo particolarmente utile per gli sportivi, visto il suo ruolo nel contrastare i crampi e nello stimolare la contrazione muscolare».

Inoltre, questo alimento è anche una fonte preziosa di vitamine fondamentali per il nostro benessere.

«Il burro è ricco di vitamina D – chiarisce la nutrizionista - , che migliora l’assorbimento del calcio sia per le ossa sia per la contrazione muscolare. Contiene anche vitamina A o retinolo, antiossidante molto importante per la vista oltre che per lo sviluppo di ossa e denti e per una buona risposta immunitaria, e vitamina E, che favorisce il rinnovo cellulare e combatte i radicali liberi». E poi, il burro è essenziale per tutti gli sportivi: «Di mangiarlo, ovviamente senza esagerare. Soprattutto nella stagione invernale un po’ di burro può aiutare in particolare chi fa sport outdoor di lunga durata» suggerisce Falcone.

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Per approfondimenti:

Gazzetta Act!ve "Burro, la nutrizionista: “Ecco perché non va eliminato dalla dieta, soprattutto degli sportivi

Il Giornale "Sorpresa: il burro non fa male, anzi protegge dal diabete"

Che Donna "Burro | 10 motivi per cui mangiarlo fa bene"

La Nazione "Il burro non è un ’nemico’..."

Fondazione Umberto Veronesi "Microbiota intestinale: in che modo può influenzare la salute?"

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Dalle cellule della mucosa a quelle del sistema immunitario, dai neuroni alla microflora batterica che contiene circa 400-500 specie batteriche, fino ai nutrienti ingeriti con gli alimenti. L’ecosistema intestinale è essenziale per regolare gran parte delle funzioni gastrointestinali. Funzione fondamentale poiché le alterazioni delle relazioni tra i vari componenti dell’ecosistema favoriscono l’insorgenza di alcune patologie umane. Tra le molecole degne di interesse nutrizionale sicuramente le fibre vegetali, preziose nell’alimentazione umana e nella prevenzione delle patologie cronico-degenerative. Dalla fermentazione poi, messa in atto grazie agli enzimi batterici, si originano tre tipologie di acidi carbossilici a catena corta (short chain fatty acids): l’acido propionico (C3), il butirrico (C4), il valerato (C5) e il gas (anidride carbonica, metano, idrogeno).

BURRO, PANNA e GRASSI SATURI: amici della salute e del cuore 

Tra gli acidi a catena corta quello su cui più si è concentrata la ricerca è senza dubbio l’acido butirrico, a cui sono stati attribuiti diversi ruoli fisiologici. Questi studi hanno dimostrato che l’acido butirrico regola il trasporto di fluidi, protegge i colonociti dallo stress ossidativo, influenza la motilità lungo il tratto gastrointestinale, modula la proliferazione cellulare e il differenziamento cellulare, regola inoltre, l’espressione genica. La produzione di acido butirrico svolge un ruolo importante. Considerati i notevoli stimoli a cui è continuamente esposto il colon, infatti, dalla maggiore produzione di butirrato, potrebbe scaturire una resistenza più incisiva contro stimoli tossici migliorando così la funzione della barriera intestinale. Ma c’è dell’altro! Indagini recenti hanno evidenziato che gli acidi a corta catena dopo essere stati assorbiti a livello intestinale, influenzano anche fegato e tessuti extraeptici.

Prezioso alleato a scopo preventivo e curativo


«L'acido butirrico è un acido grasso saturo, non essenziale, che si trova principalmente nel latte dei ruminanti (2-4%), e solo in tracce in quello di donna» spiega Christian Orlando, biologo. Gli acidi grassi a catena corta prodotti dai batteri intestinali, in particolare l’acido butirrico, sono essenziali per mantenere l’intestino in salute, proteggendolo così da infiammazioni e prevenendo l’insorgenza di tumori. Inoltre, il microbiota mantiene il sistema immunitario costantemente attivo. Questo avviene poiché, un microbiota ricco di batteri capaci di digerire e fermentare i flavonoidi contenuti nella frutta e nella verdura promuove la produzione di sostanze che hanno effetti protettivi sulla salute cardiovascolare. Difatti, alimenti ricchi di acidi grassi saturi e cibi eccessivamente calorici stimolano, invece, la proliferazione di ceppi di batteri che promuovono l’infiammazione. Inoltre, alcune sostanze prodotte dal microbiota intestinale sembrerebbero addirittura coinvolte nella regolazione non solo dell’appetito, ma anche dell’aumento di peso.

butirrico

«A livello intestinale – evidenzia l’esperto - l'acido butirrico presenta infatti un effetto paradosso. Se da un lato, insieme alla glutammina, rappresenta una fonte energetica importantissima per le cellule della mucosa intestinale, promuovendone la replicazione, dall'altro inibisce la proliferazione delle cellule cancerose, con possibile effetto protettivo nei confronti del cancro al colon. La mucosa intestinale, rinnovando di continuo le sue cellule (gli enterociti vivono solo pochi giorni), ha esigenze nutrizionali imponenti e la sua funzionalità risulta essenziale per l'assorbimento selettivo ed adeguato dei nutrienti utili all'organismo, nonché per la protezione da svariate malattie. Un giusto quantitativo di acido butirrico è quindi necessario per la salute metabolica della mucosa del colon e più in generale dell'intero organismo. L’acido butirrico è anche prodotto dai batteri dell’intestino quando vengono consumati determinate fibre».


Potente antinfiammatorio contro gli attacchi patogeni

«L’acido butirrico – precisa il nutrizionista - sembra avere ottime proprietà anti-infiammatorie grazie alla capacità di sopprimere l’attività di alcune proteine che scatenano l’infiammazione, in particolare aiuta a controllare la risposta immunitaria regolando l’attività dei linfociti T. Le cellule T, attraverso un complesso meccanismo che si avvale di marcatori chiamati MHC, sono in grado di riconoscere e distruggere le cellule patogene risparmiando quelle sane; se però non funzionano correttamente il sistema immunitario può arrivare ad attaccare organi come il pancreas (diabete di tipo 1) o la tiroide». «Altri studi hanno evidenziato che l’acido butirrico aiuta a tenere sotto controllo il peso corporeo stimolando gli ormoni dell’intestino e aumentando la sintesi di leptina (importante nella regolazione dell’appetito). L’acido butirrico è risultato promettente anche nella lotta contro l’insulino-resistenza. In numerosi studi è stato riscontrato che il supplemento con butirrato migliora i livelli di glucosio, la sensibilità all’insulina e persino la funzione mitocondriale» conclude il nutrizionista.

 

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Dalla cosmesi alla salute. Considerata una pianta miracolosa da oltre 5 millenni, il suo uso è molto antico. Citata anche nel Papiro Ebers del 1550 a.C. la "pianta dell'immortalità" veniva utilizzata già dagli egizi nei preparati per l'imbalsamazione. Secondo le usanze di questa civiltà, l’aloe vantava di proprietà capaci di rendere immortali e aiutava i faraoni a trovare la strada per il regno dei morti. Associato ai bagni di “latte”, per Cleopatra era prodigioso per la sua bellezza. Tra gli antichi romani, invece, era pratica consolidata soprattutto tra i soldati in guerra l’utilizzo dell’aloe vera sotto forma di balsamo lenitivo e cicatrizzante per curare le ferite. Anche nel trattato “Historia Naturalis” di Plinio il Vecchio, venivano descritte le proprietà terapeutiche di questa pianta oltre per accelerare il trattamento delle ferite, per i problemi di stomaco, irritazioni cutanee, emicrania e stipsi. Utilizzato per alleviare il mal di testa anche dai Maya, per questo popolo era anche nota per le sue presunte proprietà afrodisiache.

Per il benessere del corpo e per la salute di pelle e capelli. Un vero e proprio concentrato di benefici per l’organismo utilizzata come ingrediente principale degli ingratori alimentari. Le tante proprietà sono dovute alla ricca concentrazione, nelle sue foglie, di vitamine, minerali, aminoacidi, enzimi e principi attivi utili al benessere del nostro corpo. Tra i tanti benefici dell’aloe, la sua funzione depurativa e disintossicante che aiuta ad espellere dall’organismo le tossine accumulate. Il potere immunomodulante che, stimolando la produzione di globuli bianchi, facilita la risposta immunitaria all’attacco di virus e batteri. Quindi, oltre a rinforzare le difese immunitarie, questa pianta è anche una potente alleata. Altro effetto positivo è quello del sistema digestivo: migliora la digestione e facilita il corretto assorbimento nell’intestino, dovuto all’influenza sulla flora batterica.

La regina delle piante terapeutiche

Dal tipico aspetto allungato delle foglie questa miracolosa pianta grassa è dotata di parenchimi acquiferi, particolari tessuti che permettono di immagazzinare grandi quantità di acqua. Le sue foglie, spesse e dal colore verde scuro, sono composte da una parte esterna che contiene un lattice amaro e da uno strato gelatinoso, all’interno, utilizzato a scopi terapeutici. Costituita da zuccheri complessi, soprattutto glucomannani, tra cui l'acemannano, con proprietà immuno-stimolanti; gli antrachinoni, nella parte verde coriacea della foglia, ad azione fortemente lassativa e altre preziose sostanze come sali minerali, vitamine, aminoacidi e acidi organici. Oli e prodotti dermatologici vengono estratti dal liquido gelatinoso presente nelle foglie dell’aloe. Utilizzato poi, per le importanti proprietà benefiche, nel trattamento di numerose patologie. La sua funzione lenitiva svolge una funzione calmante in casi di infiammazione, gonfiore e dolore. Le sue proprietà rigeneranti, antinfiammatorie e cicatrizzanti lo rendono utile per trattare ferite, pruriti, eritemi, micosi, afte e punture d’insetti. Favorisce l’idratazione dell’epidermide grazie alle sue proprietà umettanti. E ancora, la sua funzione disintossicante che incide sull’organismo con effetti depurativi e disintossicanti. L’effetto lassativo, invece, è associato all'aloina, contenuta nella parte periferica delle foglie.

ALOE VERA: benefici, proprietà curative e come utilizzarla

A conferma di quanto detto anche un recente studio, pubblicato su PubMed, sull'utilizzo del gel di aloe per il trattamento della colite ulcerosa attiva, ha dimostrato che se assunto per quattro settimane riduce l'attività nella malattia infiammatoria intestinale. Mentre un’indagine precedente, review del 2014, che ha raccolto e analizzato una serie di articoli scientifici, studi e ricerche pubblicati negli ultimi anni sull'efficacia dell'acemannano, sostanza presente nelle foglie di aloe, ha evidenziato l’enorme potenziale della pianta come agente terapeutico. L'acemannano infatti, vanta di proprietà antinfiammatorie, antibatteriche e osteogeniche che favoriscono e accelerano la guarigione delle lesioni e contrastano virus, batteri o funghi, tra cui la Candida albicans e l'Escherichia coli.

I quattro componenti miracolosi

L'Aloe è costituito da quattro grandi categorie di componenti, ognuna delle quali conferisce alla sostanza proprietà importantissime. La prima è rappresentata dai mucopolisaccaridi, degli zuccheri complessi la cui consistenza è rapportata all'elicina a cui è riconducibile la proprietà gastroprotettrice, perché, aderendo allo stomaco, formano una sorta di pellicola protettiva. I mucopolisaccaridi stimolano anche il sistema di difesa dell'organismo, proteggendolo da attacchi di agenti patogeni. L'Aloe è riconosciuto anche per la sua proprietà cicatrizzante e riepitelizzante: la cicatrizzazione di una ferita viene favorita dai glucomannani (polimeri di glucosio e mannosio), che stimolano l'attività dei macrofagi, potenziano la sintesi del collagene ed aumentano la riepitelizzazione.

Buonasera Dottore - Aloe: una pianta dai mille benefici

Il secondo gruppo, fa riferimento agli oligoelementi: minerali, vitamine e altri elementi nutritivi. Tra i minerali, la potenzialità antiossidante, per rallentare il processo di invecchiamento cellulare, è garantita da manganese e selenio. Sfruttate anche per la bellezza con l’impiego dell'aloe in creme anti-age. Inoltre, il mix vitamine-minerali consente di migliorare l’irrorazione del sangue. Il terzo gruppo, fa capo agli steroidi che vantano la proprietà più discussa tra tutte: quella antinfiammatoria. Preziosa è infatti la sua azione lenitiva e calmante. Dell’ultimo gruppo sono protagonisti gli antrachinoni. Definite come gli “spazzini del corpo”, purificano l'organismo esercitando la loro azione lassativa attraverso lo stimolo sulle contrazioni muscolari dell’apparato intestinale. Il primo studio scientifico sugli effetti lassativi dell'Aloe vera risale al lontano 1851quando due ricercatori anglosassoni Smith e Stenhouse scoprirono l'aloina. Tra le proprietà consolidate di questa pianta, anche quelle presunte. Un ottimo rimedio naturale anche come antibiotico (come ad esempio, in creme disinfettanti).

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Per approfondimenti:

PubMed "Randomized, Double-Blind, Placebo-Controlled Trial of Oral Aloe Vera Gel for Active Ulcerative Colitis"

PubMed "Acemannan, an Extracted Polysaccharide From Aloe Vera: A Literature Review"

Viversano "Aloe vera: tutte le prorpietà, gli usi e le controindicazioni"

Dica 33 "Aloe vera: proprietà cicatrizzanti e lenitive"

My Personal Trainer "Aloe: proprietà dell'Aloe"

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