Demonizzati da decenni, i grassi, soprattutto quelli “saturi” (i grassi cattivi), sono considerati erroneamente come i principali responsabili di tante patologie e causa del colesterolo. Tuttavia, è arrivato il momento di sfatare questo luogo comune perché i grassi non fanno male, anzi sono utili soprattutto agli sportivi. «I grassi non fanno male», chiarisce in un'intervista a Gazzetta Active la dottoressa Claudia Delpiano, dietista e biologa nutrizionista presso l’IRCCS Policlinico San Donato e il Policlinico San Pietro. Al via quindi con gli effetti benefici dei lipidi, in particolare per chi pratica sport di resistenza. In particolare l’olio extravergine di oliva (fonte di acidi grassi monoinsaturi, è uno dei condimenti più indicati per chi soffre di colesterolo alto), il pesce azzurro (come l'alice, l'aringa, la ricciola, la sardina e lo sgombro, ricco di grassi buoni, ovvero gli omega3, contiene anche selenio, calcio, iodio, fosforo, potassio, selenio, fluoro, zinco e vitamine A e B), le noci, le nocciole, le mandorle (povere di carboidrati e ricche di proteine, fibre e, appunto, grassi buoni, sono potenti antiossidanti), i semi di lino (fonte preziosa di energia per l’organismo nei periodi di stress) e il cioccolato fondente (fonte di ferro, magnesio, rame e manganese, aiuta a mantenere la mente attiva e migliora le abilità cognitive ed è utile per contrastare il colesterolo cattivo e scacciare stress e cattivo umore) sono ottime fonti di grassi monoinsaturi e polinsaturi, i cosiddetti “grassi buoni”. Questi poi rappresentano anche un fattore protettivo rispetto all’ipercolesterolemia. Fonte di energia per l’organismo, migliorano l’assorbimento delle sostanze nutritive. Conosciuti anche come lipidi, forniscono al nostro organismo l’energia necessaria per il suo sostentamento e un quantitativo di gran lunga maggiore rispetto a quella prodotta dai carboidrati e dalle proteine. Utilizzati, dunque, per lo svolgimento di funzioni organiche essenziali per il nostro benessere. «Per comprendere l’importanza dei grassi per l’organismo è fondamentale capire l’uso che ne fa il nostro corpo – precisa Adriano Panzironi nel libro Vivere 120 anni: le verità che nessuno vuole raccontarti -. Per molti di noi il grasso è visto come un substrato energetico (utilizzato per creare energia) e niente più, invece le sue funzioni sono essenziali anche per altri motivi. Distinguiamo intanto i tre differenti tipi di grassi che il nostro corpo assimila con l’alimentazione o produce in base alle proprie esigenze: trigliceridi, fosfolipidi e colesterolo». Tra i grassi più importanti indubbiamente omega 3 e 6. «Questi acidi grassi – spiega la nutrizionista - sono molto importanti perché il nostro organismo non è in grado di sintetizzarli endogenicamente e quindi li deve assumere attraverso la dieta». Difatti, questi grassi, sono un concentrato di benefici anche per gli sportivi. «I grassi sono una fonte di energia nelle prestazioni di resistenza, che si tratti di corsa, ciclismo o triathlon. Per lo sportivo l’apporto di grassi dovrebbe essere intorno al 30% dell’apporto energetico totale. La restrizione di grassi va limitata al pre-gara, in cui troppi lipidi potrebbero rallentare la digestione». Sfolgono funzioni essenziali Non solo non fanno male, ma sono deputati al benessere dell’organismo e allo svolgimento di numerose funzioni essenziali. Proprio ultimamente c’è stata, da parte della comunità scientifica, una rivalutazione degli acidi grassi polinsaturi, i cosiddetti grassi buoni. Ma non bisogna abolire nemmeno i grassi saturi, quelli considerati cattivi. È vero, sono legati allo sviluppo di patologie cardiache e diabete, ma svolgono anche diverse funzioni utili per l’organismo. Prendiamo il burro: l’acido butirrico in esso contenuto è necessario per la salute metabolica della mucosa del colon perché va a nutrire i colonociti. Una noce di burro al giorno, meglio se crudo chiarificato, fa solo bene, soprattutto se si ha una vita attiva. Svolgono il ruolo di deposito energetico e hanno una funzione strutturale, perché vanno a costruire la membrana delle cellule, che è fatta proprio di lipidi e proteine. Vanno a costituire i nervi, il cuore, il fegato e i reni, e sono quindi fondamentali anche per lo sviluppo del sistema nervoso. Per questo motivo, per esempio, ai bambini bisognerebbe dare sempre latte intero, e non scremato. Lo stesso latte materno è molto lipidico. Trasportano anche le vitamine liposolubili come la A, la D, la E e la K, e ne permettono l’assorbimento. E la vitamina D, per esempio, è molto importante per gli sportivi, in particolare per runner e maratoneti, perché fondamentale per il metabolismo dell’osso. Nella corsa lo scheletro subisce molte sollecitazioni e microtraumi, da qui l’importanza della vitamina D. Non sono nostri nemici Riparano e sintetizzano le membrane cellulari, garantendone la giusta permeabilità, sono quindi indispensabili per il corretto funzionamento di organi e tessuti; Riserva energetica importante sia sotto forma di acidi grassi circolanti che di tessuto adiposo, che svolge innumerevoli funzioni tra cui quella di deposito di scorie tossiche e di metalli pesanti che l’organismo non è in grado di eliminare; Favoriscono il trasportano di alcune vitamine (quelle liposolubili); Sono precursori di prostaglandine (sostanze che mediano la risposta infiammatoria) e di ormoni (quelli sessuali e quelli di origine cortico-surrenalica); Sono costituenti del sebo (composto da una miscela di acidi grassi liberi, trigliceridi e colesterolo), una sostanza prodotta dalle ghiandole sebacee che serve a proteggere la pelle da fattori ambientali, fattori chimici e infezioni batteriche. Il sebo ha una composizione ben precisa ed è composto da una miscela di acidi grassi liberi, trigliceridi e colesterolo. Pertanto una variazione della percentuale relativa di queste componenti potrebbe alterarne le caratteristiche compromettendo, di conseguenza, la sua funzione protettiva. OMEGA 3, ecco perchè è importante integrarli per la nostra salute Su questi costituenti essenziali, Adriano Panzironi nel libro Vivere 120 anni: le verità che nessuno vuole raccontarti fornisce un quadro dettagliato e completo per conoscere e comprendere il modus operandi di questi preziosi elementi e gli effetti positivi sulla nostra salute: I grassi si distinguono in: saturi monoinsaturi e polinsaturi. Sono composti da una catena di atomi di carbonio (da 4 a 24) ed idrogeno, che in base alla lunghezza, al numero dei legami ed al posizionamento degli stessi, assumono strutture e caratteristiche differenti. Gli acidi grassi saturi hanno una consistenza solida anche a temperatura ambiente e si trovano principalmente negli animali (strutto), nei vegetali (palma e cacao) e nel latte. Gli acidi grassi monoinsaturi hanno un aspetto liquido e sono presenti nei vegetali come pistacchi, noci, mandorle ed avocado, ma vengono anche estratti dai semi come olive, arachidi, colza. Difatti li assumiamo sotto forma di oli. Gli acidi polinsaturi si dividono in due categorie, gli omega 3 e gli omega 6. Tali grassi sono anche definiti essenziali, in quanto il nostro corpo non è in grado di costruirli (a differenza degli altri grassi) e quindi vanno assunti con la dieta. Inoltre questi ultimi sono molto importanti perché il nostro corpo li utilizza solo a fini plastici (e non energetici). Gli acidi grassi saturi non hanno interruzioni, disponendosi longitudinalmente, dalla testa alla coda, dove si legano gli atomi di ossigeno (il gruppo ossidrile). Tale struttura permette l’allinearsi delle catene, conferendo al grasso, a temperatura ambiente, un aspetto solido. Inoltre più è lunga la catena e maggiore è la resistenza al calore (punto di fusione). Fanno parte di questa tipologia: i grassi caproico (6 atomi) e caprilico (8 atomi) presenti nel latte; il grasso miristico (14 atomi) presente negli oli, nei grassi vegetali, nel latte (11%), nel cocco e nella noce moscata; il grasso palmitico (16 atomi) che si trova nei grassi animali (strutto) e vegetali (palma 35-50% e cacao 25%); il grasso stearico (18 atomi) che si trova nello strutto al 10%, nel cacao al 35%, negli oli vegetali all’1,5%; i grassi arachico e beenico (22 atomi); il grasso lignocerico (24 atomi). Questi ultimi si trovano in piccole quantità nei grassi animali e vegetali. Gli acidi grassi monoinsaturi sono molecole che non hanno un aspetto lineare, bensì ricurvo, dovuto ad un doppio legame, ca pace di creare uno squilibrio elettrostatico. Ciò impedisce l’allineamento delle catene, rendendo il grasso liquido (solidifica solo con l’abbassamento della temperatura). Fanno parte di questa tipologia l’olio di oliva (che solidifica in frigorifero), l’olio d’arachide, l’olio di colza. È presente nei frutti come l’avocado, le mandorle, le noci, i pistacchi, gli anacardi ed in animali come le anatre e le oche. Esistono poi grassi polinsaturi che non hanno una catena lineare (fenomeno registrato anche in alcuni grassi monoinsaturi), bensì due doppi legami. Si dividono in due categorie, gli omega 3 e gli omega 6. Tale distinzione in omega, partendo dal fondo della catena, indica la posizione del primo doppio legame (omega 3 ad esempio indica la terza posizione; omega 6 la sesta posizione). Questi grassi polinsaturi sono anche definiti essenziali, in quanto il nostro corpo non è in grado di produrli (a differenza degli altri grassi) e quindi vanno assunti con la dieta. Inoltre questi ultimi sono utilizzati solo a fini plastici (e non energetici). Di conseguenza la loro carenza crea molti problemi (lo approfondiremo più avanti). Infine, esistono i grassi trans, una tipologia di grassi omega 6 o monoinsaturi, modificati da procedimenti chimici (con l’inserimento di atomi d’idrogeno) al fine di raggiugere la consistenza dei grassi saturi (la margarina ne è un esempio). Parleremo più avanti di quanto tali grassi, possano dimostrarsi dannosi per la nostra salute. RIPRODUZIONE RISERVATA LIFE 120 © Copyright A.R. Per approfondimenti: Il giornale "Grassi buoni, quali sono e in quali alimenti trovarli" Marie Claire "I cibi grassi da evitare vs i grassi buoni, buonissimi, da riscoprire" Science Direct "Peroxidation of n-3 and n-6 polyunsaturated fatty acids in the acidic tumor environment leads to ferroptosis-mediated anticancer effects" UCLouvain "An Omega-3 that’s poison for tumours" News Medical Life Science "Lo studio delucida come gli acidi grassi Omega-3 avvelenano le celle del tumore" Medi Magazine "Un Omega-3 che è veleno per il cancro" Il Giornale "I grassi buoni: acidi grassi Omega-3" GEN "Mechanism Identified by Which Omega-3 Fatty Acid Is “Poison” to Tumors" Medical Xpress "An omega-3 that's poison for tumors" LEGGI ANCHE: Nuova ricerca: Omega 3, i “grassi buoni” che avvelenano le cellule tumorali Colesterolo e rischio cardiovascolare: per il cuore, una dieta povera di zuccheri Mangiare pesce contrasta le malattie cardiovascolari: tutto merito degli omega 3 Pesce e omega 3, la combinazione vincente contro rischi cardiaci e diabete Olio extravergine, il re dei grassi buoni. Oltre ai benefici c’è di più Omega 3 contro omega 6: salutari se il rapporto è minore o uguale a 4 Arachidi: ricche di minerali, contribuiscono all'equilibrio degli omega 3 e 6