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Mercoledì, 13 Aprile 2022 09:01

CURCUMA: SOLO CURCUMINA?

La curcuma è conosciuta nella medicina tradizionale e popolare in tutto il mondo per le sue proprietà antinfiammatorie: infatti i componenti attivi quali alcaloidi, flavonoidi e terpenoidi sono in grado di frenare gli enzimi e le citochine pro-infiammatorie riducendo lo stress ossidativo.

L’infiammazione è un processo biologico che porta alla rottura dell’omeostasi (perdita equilibri interni) e può essere definita acuta o cronica a seconda della tipologia degli stimoli. La risposta che il nostro corpo mette in atto è quella di attivare il sistema immunitario per eliminare l’effetto dannoso indotto dall’infiammazione acuta;

Tuttavia, il fallimento di questa risposta può sfociare nell’infiammazione cronica con una vera e propria cascata infiammatoria che predispone allo sviluppo di diverse malattie tra cui l’asma cronica, la malattia infiammatoria intestinale, la psoriasi, l’artrite reumatoide ecc. Diversi dati epidemiologici e studi sperimentali confermano che l’infiammazione e le infezioni croniche rappresentano fattori di rischio significativi per svariate patologie.

I composti bioattivi della Curcuma sono stati ben documentati sia in studi clinici che preclinici per le loro attività antinfiammatorie. I curcuminoidi sono stati ampiamente studiati per le loro attività biologiche su ulcera, fibrosi, batteri, virus, protozoi, fertilità, diabete, tumore, colesterolo e pressione arteriosa. Il costo limitato e la tolleranza nell’uomo ha fatto di questi composti una parte integrante nella ricerca sul cancro.

La curcumina (curcuminoide) è uno dei composti più rilevanti della curcuma ed il suo potenziale è ben noto in numerose patologie. Infatti ha proprietà:

  • Antinfiammatorie: blocca il fattore di trascrizione NF-kB e le citochine proinfiammatorie quindi risulta utile nella prevenzione/trattamento di molte patologie su base infiammatoria come malattie neurodegenerative, autoimmuni, cardiovascolari, colite, pancreatite ecc.

Atoskar ha studiato l’impatto della curcumina dopo un’operazione per l’ernia inguinale o idrocele: per 6 giorni è stata somministrata una dose di 400mg di curcumina ed il punteggio di gravità sembrerebbe diminuito dell’84,2% con la riduzione di tutti i parametri dell’infiammazione.

  • Antiossidanti: alcune ricerche ci indicano che le sue proprietà antiossidanti sono addirittura superiori rispetto alla vitamina C e al beta-carotene (precursore della vitamina A). Infatti è in grado non solo di neutralizzare i radicali liberi già esistenti, ma anche di prevenirne la formazione. Questo sistema di difesa viene sfruttato in molte problematiche caratterizzate da stress ossidativo: invecchiamento, cancro, diabete. Uno studio del 2019 ha evidenziato che l’integrazione con la curcumina nei topi diabetici potrebbe indurre un miglioramento della sensibilità insulinica e una riduzione della glicemia.
  • Neuroprotettive: sempre nel 2019 è stato dimostrato che la curcumina assunta per via orale viene trasformata dai microbi intestinali in un metabolita molto più attivo della curcumina stessa avente un ruolo neuroprotettivo. Sembrerebbe infatti che è in grado di ridurre l’apoptosi (morte) dei neuroni, lo stress ossidativo, la neuroinfiammazione e la neurodegenerazione tipica nella malattia del Parkinson. Mantiene inoltre la funzione e struttura dei vasi cerebrali e delle sinapsi (connessione tra cellule nervose) quindi sembrerebbe avere un ruolo rilevante anche nell’Alzheimer.
  • Microbiota intestinale: una dose di 50mg/kg di curcumina è stata somministrata per 10 giorni a soggetti con la colite. È stato evidenziato un notevole miglioramento della diarrea, una riduzione del danno ai lipidi e della penetrazione dei neutrofili (fenomeno tipico dell’infiammazione). Ma non solo: la somministrazione di curcumina sembrerebbe indurre una variazione sostanziale della composizione del microbiota modificando considerevolmente il rapporto tra batteri benefici e patogeni.

Gli studi clinici hanno dimostrato che la curcumina è sicura nell’uomo, anche ad una dose di 12 g al giorno.

I primi ricercatori credevano fermamente che i curcuminoidi fossero componenti inimitalibi della curcuma per le attività antitumorali ma ad oggi sappiamo che esistono anche altre molecole bioattive nella curcuma avanti effetti sinergici equipotenti come i curcuminoidi, note come non curcuminiodi (privi di curcumina): lo studio di queste molecole ci ha permesso di scoprire le loro proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e antitumorali (incluse neoplasie complesse e resistenti ai farmaci).

Diversi ricercatori hanno accumulato dati sulle attività biologiche dei non curcuminoidi e hanno rivelato il loro potenziale dinamico simile ai curcuminoidi mostrandosi efficienti e non tossici a livello del fegato.  Sono stati riportati numerosi studi clinici sulla sicurezza e sull’efficacia terapeutica dei composti privi di curcumina tra cui possiamo citare:

  • Beta-elemene, ampiamente studiato e accreditato dal Ministero della Salute della Repubblica popolare cinese e dalla farmacia statale cinese come il composto più benefico per scopi medici, utile principalmente contro numerose forme di cancro al polmone, fegato, cervello, carcinoma esofageo. E’ stata osservata una miglior risposta del tumore al polmone nei pazienti trattati sia con il farmaco che con beta-elemene rispetto a pazienti trattati con il solo farmaco.

Molte ricerche evidenziano che l’elemene potrebbe inibire la crescita tumorale di varie cellule a livello della laringe, polmone, ovaio, mammella e cervello: essendo lipofilo e molto piccolo, è in grado di attraversare la barriera ematoencefalica promuovendo l’apoptosi (morte) delle cellule tumorali nel carcinoma al cervello.

  • Turmeroni: proprietà immunomodulatorie e chemiopreventive con distinto meccanismo di azione per diverse linee cellulari. Alcuni esempi:

-  induce l’apoptosi (morte cellulare) nella leucemia mieloide cronica e nel linfoma istocitico

- sembra avere un potenziale promettente nelle cellule tumorali multiresistenti e nel cancro al colon-retto

- nel cancro al seno, le attività e la biodisponibilità della curcumina sono state potenziate dalla presenza tumeroni.

 

Uno studio recente ha dimostrato che l'utilizzo dell'intera spezia mostra un'efficacia superiore rispetto ai soli curcuminoidi, motivo per cui abbiamo volutamente inserito la curcuma all’interno del nostro Orac Spice (ogni dose contiene ben 3016 mg di curcuma!) il quale, oltre alla curcuma, contiene diverse spezie tra cui il pepe nero: quest’ultimo racchiude la piperina, un alcaloide che si oppone all’eliminazione della curcumina permettendole così di andare in circolo ad esplicare i suoi effetti (mediante il blocco della glucuronazione nel fegato e nell’intestino).

 

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Per approfondimenti:

Bibliografia

  1. Di Meo F., Margarucci S., Galderisi U., Crispi S., Peluso G. Curcumin, Gut Microbiota, and Neuroprotection. Nutrients. 2019 Oct; 11(10): 2426. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6835970/
  2. Rahaman Md., Rakib A., Mitra S. The Genus Curcuma and Inflammation: Overview of the Pharmacological Perspectives. Plants (Basel). 2021 Jan; 10(1): 63. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7824061/
  3. Nair A., Amalraj A., Jacob J. Non-Curcuminoids from Turmeric and Their Potential in Cancer Therapy and Anticancer Drug Delivery Formulations. Biomolecules. 2019 Jan; 9(1): 13. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6358877/

 

 

Pubblicato in Informazione Salute

Salame, speck, mortadella, würstel, prosciutto cotto, pancetta, bacon, insaccati e carni a lunga scadenza. Ma anche pesce marinato e prodotti caseari. Obiettivo: preservarne integrità e colore. L’aggiunta per aumentare e migliorare la conservazione di affettati e insaccati. Composti chimici nemici della salute poiché potrebbero favorire l’insorgenza di tumori. Difatti, nitriti e nitrati contengono composti potenzialmente cancerogini e sono nocivi per il nostro organismo. Sotto il profilo igienico-sanitario, questi conservanti agiscono come antisettici e antimicrobici, difendendo le carni dalla pericolo del botulino. Inoltre, aiutano a preservare gli aromi di questi prodotti, contrastando l’azione dei microorganismi, e quindi, la relativa alterazione. Una pratica antica anche se il loro utilizzo nella realizzazione di questi prodotti si è ridotta intorno agli anni Sessanta e Settanta. Storicamente, i salumi venivano realizzati con il solo impiego di sale e spezie che fungeva anche da “conservanti naturali”. Particolare attenzione, infatti, era data al luogo in cui questi alimenti venivano poi conservati: sulle pareti di queste cantine si formavano muffe cariche di salnitro, in grado di stagionare e conservare perfettamente i questi cibi. Poi con la logica industriale di lavorazione e conservazione, l’impiego di nitriti e nitrati è diventato quasi necessario per garantirne la conservazione da contaminazioni batteriche e stabilizzando aspetto e aromi. Tuttavia, fortunatamente, ancora oggi si possono trovare in commercio salumi e insaccati di qualità realizzati artigianalmente come da antica tradizione ovvero, senza l’aggiunta di conservanti.

Ecco perché mangiare carne fa bene ed è fondamentale per la nostra salute

Inoltre, sulla nocività di questi composti chimici sono stati condotti numerosi studi scientifici. La stessa Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), che fa capo all’Organizzazione mondiale della Sanità, ha riconosciuto queste sostanze come probabilmente cancerogene. Presenti in natura, composte da azoto e ossigeno, utilizzate da tempo in forma sintetica. Le conseguenze negative sulla salute, tuttavia, è dovuto alle possibili trasformazioni chimiche che possono interessare soprattutto i nitriti, molto più pericolosi dei nitrati. I nitrati sono impiegati prevalentemente in agricoltura come fertilizzanti, ma vi si ricorre abbinandoli ai nitriti anche per conservare alcuni tipi di cibi a base di carne. Evidenze scientifiche dimostrano che, l’ingestione elevata o prolungata di nitriti e nitrati negli alimenti aumenta la probabilità di sviluppare tumori allo stomaco e all’esofago. Sconsigliate anche dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti che considera le nitrosammine come uno dei gruppi di sostanze cancerogene più potenti. La trasformazione in metaemoglobina, invece, è pericolosa in particolare per i più piccoli, poiché potrebbe provocare nei bambini scarsa ossigenazione e difficoltà respiratorie. Per contrastare l’azione nociva e le pericolose trasformazioni di nitriti e nitrati negli alimenti, fondamentalmente il contributo fornito dagli antiossidanti, tra cui, il più conosciuto e diffuso è sicuramente la vitamina C. Insomma, un inibitore delle nitrosammine per diminuirne la potenziale nocività. Oltre alla forte raccomandazione nella scelta di prodotti dove non sono presenti queste pericolose aggiunte.

Additivi e conservanti cancerogeni


Gli additivi e i conservanti alimentari aumentano il rischio di tumori. Gli additivi sono sostanze che vengono aggiunte agli alimenti, specialmente industriali, per preservarli da contaminazioni microbiche, irrancidimento e per migliorarne l'aspetto e la consistenza. I nitrati e i nitriti, utilizzati soprattutto nella conservazione della carne e degli insaccati, possono subire delle modificazioni chimiche che li trasformano in nitrosammine, molecole potenzialmente cancerogene. Un consumo eccessivo e prolungato di nitriti è associato ad aumento del rischio dei tumori dello stomaco e dell'esofago.

Sono dei composti chimici che vengono aggiunti principalmente ai salumi, dal prosciutto alla bresaola, dal salame al cotechino fino alla mortadella, con la funzione di conservanti e coloranti. In particolare, sono proprio nitriti e nitrati a conferire alla carne del salume il colore rosso vivo. Inoltre impediscono la crescita del botulino, che può provocare botulismo, molto pericoloso», spiega a Gazzetta Active la dottoressa Alice Cancellato, biologa nutrizionista del Centro scienze della natalità e ginecologia oncologica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano. Ma perché questi composti sono considerati pericolosi per la salute? «I nitrati e, soprattutto, i nitriti vengono in parte convertiti in nitrosammine, composti con un potere cancerogeno soprattutto per i tumori allo stomaco e all’esofago. Va detto che non tutti vengono convertiti in nitrosammine, ma una parte sì. - Tuttavia, nitriti e nitrati non sono presenti in tutti i salumi - […] il prosciutto crudo di Parma e il San Daniele Dop non li contengono. Però questi prosciutti hanno un’elevatissima presenza di sale». Ma come riconoscerli? L’esperta poi suggerisce di prestare attenzione alle etichette. «C’è una dicitura: la E249, E250 per i nitriti, E251, E252 per i nitrati. Talvolta viene indicata solo la sigla, è bene controllare, perché possono essere aggiunti anche ad alcuni tipi di formaggi per evitare che si gonfino durante la fermentazione».

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Per approfondimenti:

Alimentazione Gazzetta "Nitriti e nitrati, il lato amaro dei salumi. “Contengono composti potenzialmente cancerogeni

AIRC "Gli additivi e i conservanti alimentari aumentano il rischio di tumori?"

Nature "Impact of meat and Lower Palaeolithic food processing techniques on chewing in humans"

La Stampa "La cottura (e la carne) ci ha resi intelligenti"

Il Giornale "La scienza sbugiarda i vegani: "La carne ci ha resi intelligenti"

Huffington Post "Mangiare carne ci ha resi quello che siamo oggi": una ricerca su "Nature" rivela il ruolo centrale nell'evoluzione dell'uomo"

Blitz Quotidiano "Carne, scienza rivela ruolo centrale nell’evoluzione uomo"

Meteo Web "Ci dispiace vegani, la carne ci ha resi intelligenti”: così il Time spiega uno studio pubblicato su Nature"

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