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Il pesce azzurro è più efficace degli integratori di omega-3 nel ridurre il rischio di ictus. Secondo uno studio dell’Università di Cambridge pubblicato sul British Medical Journal, infatti, con due porzioni di pesce, in particolare sgombri, sardine e alici, le probabilità di ictus o di ischemia (attacco ischemico transitorio o TIA) si riducono del 6% rispetto a chi di pesce non ne mangia mai o al massimo consuma una porzione a settimana. Non tantissimo, ma abbastanza per far affermare ai ricercatori guidati da Rajiv Chowdhury che introdurre il pesce nella dieta comporta maggiori benefici rispetto agli integratori alimentari a base di acidi grassi, i famosi omega-3.

Lo studio si basa sull’analisi di 38 ricerche che hanno preso in considerazione ben 800mila persone in 15 diversi Paesi del mondo, tra le quali quasi 35.000 casi di malattia cerebrovascolare, ictus o ischemia. Gli scienziati hanno esaminato i parametri delle analisi del sangue evidenziando quelli che indicano la presenza di acidi grassi e hanno scoperto che la protezione contro l’infarto cerebrale - così viene anche chiamato l’ictus - può arrivare anche al 12% in più se si mangiano dalle 2 alle 4 porzioni di pesce azzurro a settimana e ogni due porzioni di pesce in più aumenta riduce del 4% il rischio, mentre nessun effetto statisticamente significativo era collegato all’assunzione regolare di integratori di omega-3.

Fonte: Il Sole 24Ore

Mercoledì, 19 Marzo 2014 00:00

Ecco perché i carboidrati vi fanno ingrassare

Vi siete mai alzati velocemente e avete avuto vertigini o giramento di testa? Diventate mai irritabili, deboli e nervosi quando saltate un pasto? Sperimentate mai dei cambiamenti di umore, sentendovi prima felici e poi nervosi? Vi sentite meglio dopo aver mangiato? Soffrite di gas intestinali e avete lo stomaco dilatato? Avete mai voglia di dolci, pane, pasta, frutta, succo di frutta o alcol? Avete delle difficoltà a passare più di due o tre ore senza mangiare? Se avete risposto di sì ad alcune di queste domande, potreste essere sensibili ai carboidrati, intolleranti ai carboidrati o semplicemente carboidrato-dipendenti. Anche se molti dei cosiddetti esperti di salute affermano che dovremmo seguire una dieta ricca di carboidrati complessi, molte persone hanno scoperto che seguendo questa dieta stanno diventando garssi e nervosi. Passare ad una dieta povera di grassi vi porterà a perdere peso grazie alla riduzione delle calorie, ma quanta parte della perdita di peso è in realtà grasso e quanta è tessuto muscolare magro?


Già nel 1902 uno studio mostrava che una dieta ricca di carboidrati e povera di proteine portava all'accumulo di grasso e si scoprì che anche una dieta ricca di carboidrati e di proteine aumentava il deposito di grasso. Ma quando quelli che vengono chiamati grassi salubri venivano aggiunti a quelle stesse diete, si verificava un minore accumulo di grasso, una migliore utilizzazione del cibo e una maggiore produzione energetica. Sebbene troppi grassi alimentari possano farvi ingrassare, sembra che lo facciano solo quando le persone mangiano anche troppi carboidrati. Mangiare insieme i grassi e le proteine, in un pasto povero di carboidrati, può stimolare in modo naturale il corpo a bruciare il grasso ma se mangiate troppi carboidrati in un pasto con proteine e grassi, il corpo interromperà immediatamente tutte le attività bruciagrassi e poi trasformerà i carboidrati in eccesso in glicogeno, che è energia muscolare o grasso coporeo. I carboidrati in eccesso bloccano il metabolismo degli acidi grassi di un pasto e, di conseguenza, i grassi presenti in un cibo sono immagazzinati come grasso corporeo insieme al grasso che il fegato ha prodotto da tutti i carboidrati in eccesso. State cominciando a capire perchè quell'innocente piatto di pasta o quelle due patate arrosto povere di calorie potrebbero espandere le vostre cellule adipose.


Stimolano il rilascio di insulina


Negli Stati Uniti molte persone soffrono di gravi problemi legati agli zuccheri nel sangue. Ipoglicemia, diabete e Candida Albicans sono alcuni dei disturbi collegati allo zucchero nel sangue e all'insulina. Questi disturbi stanno raggiungendo livelli epidemici. Perchè? Le ricerche indicano che, in generale, seguiamo una dieta ricca di grasi e carboidrati. Quando assumete un qualsasi tipo di carboidrati, il copo lo disgrega in uno zucchero semplice di nome glucosio per prepararlo ad entrare nel sangue. Gli alimenti a base di amidi, come patate, patate dolci, pasta, pane, focacce e farina d'avena, anche se inizialmente non sono zuccheri, vengono digeriti dagli enzimi pancreatici e trasformati in glucosio. Il glucosio entra nel sangue nella speranza di essere bruciato come carburante. Il corpo è progettato per funzionare in modo efficace con soltanto piccole quantità di glucosio nel sangue, con un range normale a digiuno fra i 70 e i 100 milligrammi per decilitro. Dato che i livelli di zucchero nel sangue aumentano dopo aver mangiato un pasto ricco di carboidrati, il corpo considera questa situazione anormale e fa scattare l'allarme. Avere troppo glucosio nel sangue è, come sanno molti diabetici, molto pericoloso per il sistema e deve essere riportato sotto controllo. Il meccanismo naturale del corpo per controllare lo zucchero in eccesso nel sangue è segnalare al pancreas di produrre un potente ormone di nome insulina.

Ecco perchè fanno ingrassare

La funzione principale dell'insulina è preparare il glucosio per uno di questi tre usi: 1.come carburante da bruciare per ottenere energia immediata per trasformare gli amidi in glicogeno, che viene poi depositato nei muscoli e nel fegato e per trasformare gli amidi in trigliceridi o grasso corporeo per poi depositarli nelle zone meno attive del corpo. Quindi se seguite una dieta ricca di carboidrati e non fate molta attività fisica, è probabile che tutti i carboidrati extra diventeranno grasso corporeo. Effettivamente l'attività fisica aiuterà a controllare l'eccesso di glucosio nel sangue ma una soluzione più pratica e duratura è semplicemente limitare la quantità e il tipo di carboidrati che mangiate così da bruciare e non depositare gli acidi grassi. Sebbene una situazione di digiuno porti i livelli di zucchero nel sangue a un punto in cui il corpo accede automaticamente al grasso per produrre energia, digiunare, o l'atto di astenersi dal cibo, oltre il normale periodo notturno di 12 ore è controproducente per l'ottimizzazione del consumo dei grassi. Durante il digiuno il corpo brucerà il grasso, ma brucerà anche la massa muscolare magra al ritmo di 2/3 di tessuto magro e 1/3 di tessuto grasso. Tuttavia, diminuire i carboidrati e mantenere un'assunzione adeguata di proteine può cambiare questa equazione: il corpo brucia il grasso quasi al 100% e quasi zero massa muscolare.

Il modo migliore per far sì che il corpo bruci grasso continuamente è mantenere normali i livelli di zucchero nel sangue, come detto pecedentemente. Quando il livello di zucchero nel sangue si trova tra i 70 e i 100 mg/dl, il pancreas secerne insulina solo in piccole quantità. Con l'insulina sotto controllo viene immesso nel sangue un altro ormone di nome glucagone per cominciare a mobiltare il grasso affincè il corpo lo bruci come carburante durante tutto il giorno. Come si tiene sotto controllo lo zucchero nel sangue? Fate un pasto bilanciato che contenga grandi quantità di proteine complete, una giusta quantità di grassi naturali e che limiti anche la quantità e i tipi di carboidrati a un livello che non stimoli una eccessiva secrezione di insulina. Quando diminuite l'assunzione dei carboidrati al 20% o meno delle calorie totali, i livelli di zucchero nel sangue restano all'interno di un range nomale, l'insulina entrerà appena nel sangue, il glucagone verrà prodotto dal pancreas e il corpo inizierà automaticamente a bruciare i grasso, che è quello che in realtà preferisce. Durante il procedimento, il grasso corporeo diminuirà e sarete alimentati da una fonte energetica di acidi grassi che non vi pianterà mai in asso.


Mangiare troppi carboidrati può far aumentare i livelli di zucchero nel sangue, stimolare la secrezone di insulina, bloccare il consumo dei grassi e darvi solo una breve fornitura di energia. Una volta entrata in azione l'insulina, è probabile che i livelli di zucchero nel sangue sprofondino, lasciandovi senza la vostra fonte energetica derivata dagli zuccheri. Dato che l'insulina blocca le attività brucia grassi, il corpo non ha altra scelta che cercare altri zuccheri da bruciare. Improvvisamente scoprite di aver voglia di biscotti, dolci, caffè, caramelle, pasta, pizza o una bevanda per il carico di carboidrati per aumentare velocemente i livelli di zucchero nel sangue. I carboidrati mangiati in eccesso hanno la capacità di far scendere e salire velocemente i vostri livelli energetici e se li mangiate frequentemente, umore e livelli energetici possono salire e scendere per tutto il giorno.

Carboidrati "si", carboidrati "no"

I carboidrati migliori da assumere con una dieta brucia grassi sono le verdure crude, le verdure cotte a vapore e la frutta povera di carboidrati. I carboidrati concentati da evitare, a causa della loro capacità di amentare lo zucchero nel sangue e stimolare l'insulina, sono la maggior parte degli alimenti contenenti amidi, comprese granaglie, cereali, patate, panini, dolci, cialde, pane, pasta, succo di frutta, miele zucchero, tutti i dolcificanti e il succo di carota.

Fonte: Istituto Watson

Quanto influisce la pubblicità sull’obesità infantile? Questo il quesito che si sono posti i ricercatori inglesi dell’Istitute of Medicine, i quali hanno rilevato che la promozione di determinati prodotti alimentari e la loro pubblicità influiscono significativamente sul fenomeno dell’obesità infantile che negli ultimi anni risulta essere in crescita esponenziale. Si sa che mangiare troppo e non fare movimento è uno dei maggiori fattori di rischio per diventare sovrappeso anche in tenera età. Negli ultimi decenni la percentuale di bambini in sovrappeso tra i 6 e gli 11 anni è raddoppiata, mentre risulta addirittura triplicata nei ragazzi di 12-19 anni. A peggiorare ulteriormente la situazione oltre al sovrappeso giovanile sono aumentati anche i casi di diabete mellito. A seguito di questi dati preoccupanti, i Centers for Disease Control and Prevention hanno commissionato all’Institute of Medicine unO studio che esaminasse le pratiche di marketing delle industrie alimentari nei confronti della popolazione giovanile e dei suoi genitori. L’analisi effettuata su 123 studi pubblicati, ha identificato un legame significativo fra la pubblicità e i comportamenti alimentari di bambini e ragazzi in termini di preferenze e consumi, nonché con i tassi di obesità infantile.

Nonostante la reticenza delle industrie a rendere pubblici i risultati dei loro studi, la rassegna ha potuto evidenziare una pesante responsabilità del marketing nell’influenzare le scelte alimentari dei più giovani. Le aziende studiano minuziosamente i meccanismi psicologici che portano i bambini in età prescolare e le loro madri a scegliere un prodotto alimentare o un altro. Anche se ciò potrebbe essere ridefinito come “educare a una cultura dei consumi”, non si tratta di altro che di marketing di prodotti non salutari, che i bambini farebbero molto meglio ad evitare. La pubblicità viaggia non più solo in TV, ma anche attraverso la promozione di giocattoli, videogiochi, film e canzoni legate ai marchi. Tali pubblicità sono spesso direttamente rivolte ai bambini, investendoli di fatto del diritto di scegliere in prima persona anche cosa mangiare e, forse, questo è il messaggio più pericoloso di tutti! Lo studio in questione mostra che almeno il 30 per cento delle calorie nella dieta media infantile è costituito negli Stati Uniti da dolciumi, bibite gasate, spuntini salati e cibo da fast food. Dal 1994 le aziende alimentari hanno introdotto sul mercato 600 nuovi prodotti, dei quali solo uno su quattro era relativamente “salutare” (prodotti da forno, cibo per l’infanzia o acque minerali), mentre la metà era costituita da caramelle e gomme da masticare e un altro quarto da dolciumi e merendine salate.

L’autoregolamentazione delle industrie è di facciata: si propongono caramelle alle vitamine, cereali “integrali”, merendine senza grassi saturi… ma pur sempre di dolciumi si tratta. La promozione dello sport insieme ad alcune (poche) iniziative salutistiche, da sole non sono sufficienti ad arginare il fenomeno del marketing alimentare. In conclusione si possono utilizzare poche ma buone regole in casi di obesità infantile: non mettere MAI il bambino a dieta; regolarizzare la sua alimentazione preparando cibi sani e porzioni adeguate all’età; far praticare al bambino attività sportiva. Queste semplici indicazioni possono risolvere il problema e garantire una crescita salutare ai nostri figli.

Fonte: Versilia Today

Secondo uno studio che sta facendo molto discutere, non esisterebbero prove che sostituendoli con i grassi insaturi - omega 3, omega 6 - si riducano i pericoli di malattie cardiovascolari. Demonizzati per anni, ma forse a torto. Contrariamente alle linee guida, non ci sono prove che abolendo i grassi saturi e sostituendoli con quelli insaturi - omega 3, omega 6 - si riducano i pericoli di malattie cardiovascolari. La frenata sui grassi 'cattivi' per antonomasia, quelli presenti in salumi, burro, formaggi e altre prelibatezze, arriva da un'analisi che ha esaminato i risultati di 72 studi su oltre 600 mila partecipanti, condotta dai ricercatori dell'Università di Cambridge e pubblicata su 'Annals of Internal Medicine'. La ricerca sta facendo il giro del mondo, anche se gli studiosi sottolineano che i risultati non si traducono in un via libera alle scorpacciate di formaggi, torte e dolci. Troppi grassi saturi possono aumentare la quantità di colesterolo nel sangue, che può accrescere il rischio di sviluppare una malattia coronarica. Un fenomeno ritenuto lapalissiano, ma la ricerca non ha trovato alcuna prova a sostegno di questa tesi. Insomma, il totale di grassi saturi nella dieta o nel sangue non è stato associato con il rischio di malattia coronarica nei 72 studi osservazionali inclusi nel lavoro.

Secondo il ricercatore Rajiv Chowdhury, "questi risultati interessanti potenzialmente stimolano nuove linee di indagine scientifica e incoraggiano un'attenta rivalutazione delle nostre linee guida nutrizionali". Inoltre la pratica comune di sostituire i grassi saturi nella dieta con carboidrati in eccesso (come pane bianco, riso bianco, patate), o con zucchero raffinato e sale in alimenti trasformati, dovrebbe essere scoraggiata, dice lo studioso. "Carboidrati raffinati, zucchero e sale sono tutti potenzialmente dannosi per la salute vascolare", avverte il ricercatore. Dal canto suo, la British Heart Foundation ribadisce che mangiare troppi grassi è dannoso per il cuore. Il punto è che non basta invertire i 'cattivi' saturi con i 'buoni' polinsaturi per proteggere il cuore.

Fonte: Adnkronos

 

Noi medici con tutta la nostra formazione, la conoscenza e l'autorità spesso acquisiamo un ego piuttosto grande che tende a rendere difficile ammettere che abbiamo torto. Così, eccomi qui. Ammetto di aver sbagliato. Da cardiochirurgo con 25 anni di esperienza, dopo aver effettuato oltre 5.000 interventi chirurgici a cuore aperto, oggi è il mio giorno per riparare al torto fatto come medico e scienziato. Ho studiato per molti anni con altri medici importanti etichettati come "opinion makers" (autorità del settore). Bombardati continuamente dalla letteratura scientifica, frequentando seminari di formazione, noi professionisti, abbiamo insistito che le malattie cardiache sono semplicemente il risultato della presenza di colesterolo nel sangue.

L’unica terapia accettata era prescrivere farmaci per abbassare il colesterolo e una dieta che limita fortemente l'assunzione di grassi. La limitazione di quest'ultimo, naturalmente, abbiamo creduto potesse far abbassare il colesterolo e quindi le malattie cardiache. Deviazioni da queste raccomandazioni sono sempre state considerate eresia e potrebbero apparire come negligenza medica. Non funziona! Queste raccomandazioni non sono più scientificamente e moralmente difendibili. La scoperta pochi anni fa che l'infiammazione della parete arteriosa è la vera causa delle malattie cardiache, sta lentamente portando ad un cambiamento di paradigma nel modo in cui le malattie cardiache e altre malattie croniche saranno curate. Le raccomandazioni dietetiche, a lungo termine, hanno creato epidemie di obesità e diabete, le cui conseguenze fanno impallidire qualsiasi piaga storica in termini di mortalità, sofferenza umana e disastrose conseguenze economiche.

Nonostante il fatto che il 25% della popolazione prende costosi farmaci che contengono statine e nonostante il fatto che abbiamo ridotto il contenuto di grassi della nostra dieta, più americani moriranno quest'anno di malattie cardiache rispetto al passato. Le statistiche dell'American Heart Association mostrano che 75 milioni di americani soffre di malattie cardiache, 20 milioni hanno il diabete e 57 milioni hanno pre-diabete. Questi disturbi colpiscono le persone sempre più giovani in numero maggiore ogni anno. In poche parole, senza un’infiammazione presente nel corpo, non c'è modo che il colesterolo si accumuli sulla parete del vaso sanguigno causando così malattie cardiache e ictus.  Senza l'infiammazione, il colesterolo è libero di muoversi in tutto il corpo come natura vuole. E' l'infiammazione che causa l’accumulo di colesterolo.

L'infiammazione non è una cosa complicata - è semplicemente una difesa naturale del corpo ad un invasore estraneo, come tossine, batteri o virus. Il processo di infiammazione è perfetto nel modo in cui protegge il corpo da questi invasori batterici e virali. Tuttavia, se esponiamo frequentemente il corpo ai danni da tossine o alimenti che il corpo umano non è stato progettato per elaborare, si verifica una condizione chiamata infiammazione cronica. L'infiammazione cronica è nociva tanto quanto l'infiammazione acuta è benefica. Quale persona ragionevole vorrebbe intenzionalmente esporsi ripetutamente ad alimenti o altre sostanze che sono note per causare lesioni al corpo? Beh, forse i fumatori, ma almeno hanno fatto questa scelta volontariamente. Il resto di noi ha semplicemente seguito i consigli della dieta tradizionale a basso contenuto di grassi e ad alto contenuto di grassi polinsaturi e carboidrati, non sapendo che stavamo causando lesioni ripetute ai nostri vasi sanguigni. Queste lesioni creano un’infiammazione cronica che porta a malattie cardiache, ictus, diabete e obesità.

Lasciatemelo ripetere: le lesioni e l'infiammazione dei nostri vasi sanguigni sono causate dalla dieta a basso contenuto di grassi raccomandata per anni dalla medicina tradizionale. Quali sono i maggiori colpevoli dell’infiammazione cronica? Molto semplicemente, sono il sovraccarico di carboidrati semplici e altamente trasformati (zucchero, farina e tutti i prodotti derivati) e l'eccessivo consumo di omega-6, oli vegetali come soia, mais e girasole, che si trovano in molti alimenti trasformati. Provate a pensare di strofinare ripetutamente con una spazzola rigida la nostra pelle morbida finché non diventa tutta rossa e quasi sanguinante. Pensate di fare questo più volte al giorno, tutti i giorni per cinque anni. Se si potesse sopportare questa dolorosa spazzolatura, si arriverebbe ad avere un’area gonfia, sanguinante e infetta che si aggrava dopo ogni ripetuto attacco. Questo è un buon modo per visualizzare il processo infiammatorio che potrebbe essere in corso nel vostro corpo in questo momento.

Il processo infiammatorio è lo stesso, indipendentemente da dove avviene, esternamente o internamente. Io ho guardato dentro migliaia e migliaia di arterie. La parete di un’arteria malata fa pensare proprio a qualcuno che la abbia ripetutamentestrofinata con una spazzola. Più volte al giorno, ogni giorno, i cibi che mangiamo creano piccole ferite che si aggiungono a ferite, stimolando l'organismo a rispondere in modo continuo all'infiammazione. Mentre noi assaporiamo il gusto di un dolce appena cotto, il nostro corpo risponde in modo allarmante, come se un invasore straniero fosse arrivato a dichiarare guerra. Gli alimenti carichi di zuccheri e carboidrati semplici o elaborati con oli omega-6 per la lunga conservazione, sono stati il pilastro della dieta americana per sei decenni. Questi alimenti hanno lentamente avvelenato tutti.

Come mai mangiando un semplice dolce l’infiammazione aumenta fino a farti male? Immaginate di versare dello sciroppo sulla vostra tastiera e di avere una visuale di ciò che avviene all'interno. Quando consumiamo carboidrati semplici come lo zucchero, lo zucchero nel sangue aumenta rapidamente. In risposta, il pancreas secerne insulina il cui scopo primario è quello di guidare lo zucchero in ogni cellula in cui c’è fabbisogno di glucosio. Se la cellula è piena e non necessita di glucosio, lo zucchero in eccesso viene respinto per evitare di inceppare il meccanismo. Quando le cellule già sature rifiutano il glucosio extra, lo zucchero nel sangue aumenta, viene prodotta più insulina e il glucosio viene convertito in grasso immagazzinato.

Cosa ha a che fare tutto questo con l’infiammazione? Il livello di glucosio viene controllato in un intervallo molto breve. Le molecole di zucchero in eccesso si uniscono ad una varietà di proteine che a loro volta vanno a colpire la parete del vaso sanguigno. Questo danno ripetuto alla parete del vaso sanguigno scatena l’infiammazione. Quando si supera il livello di zuccheri nel sangue più volte al giorno, ogni giorno, è esattamente come prendere della carta vetrata e strofinarla nei tuoi delicati vasi sanguigni. Anche se non sei in grado di vederlo, ti assicuro che è così. L'ho visto in più di 5.000 pazienti sottoposti ad intervento chirurgico in 25 anni, che hanno tutti un denominatore comune - l'infiammazione delle loro arterie.

Torniamo al nostro dolce. Questo apparentemente innocente cibo, non contiene soltanto zuccheri, viene cotto in uno dei tanti oli omega-6 come la soia. Le patatine fritte sono immerse in olio di soia, prodotti alimentari trasformati sono realizzati con oli omega-6 per aumentare la durata di conservazione. Gli omega-6 sono essenziali: sono parte di ogni membrana cellulare e controllano ciò che accade dentro e fuori la cellula – però devono essere nel giusto equilibrio con gli omega-3. Se l'equilibrio si sposta in un eccessivo consumo di omega-6, la membrana della cellula produce sostanze chimiche chiamate citochine che causano direttamente l'infiammazione. La dieta americana tradizionale di oggi ha prodotto uno squilibrio estremo di questi due grassi. Il rapporto di squilibrio è nell’intervallo da 15:1 ad un massimo di 30:1 a favore degli omega-6. Questo indica l’enorme quantità di citochine che causano l'infiammazione. Un giusto, ottimale e sano equilibrio nell’alimentazione, sarebbe un rapporto 3:1.

A peggiorare le cose, l'eccesso di peso provocato da questi alimenti crea cellule di grasso sovraccaricate che a loro volta riversano grandi quantità di sostanze pro-infiammatorie che vanno ad aggiungersi ai danni causati dalla presenza di zucchero nel sangue. Il processo che è iniziato con un piccolo dolce si trasforma in un circolo vizioso nel corso del tempo, portando a problemi cardiaci, pressione alta, diabete e infine, il morbo di Alzheimer, mentre l’infiammazione continua senza sosta. Non può sfuggire il fatto che più si consumano cibi preparati e trasformati, più agiamo sull'interruttore dell'infiammazione giorno dopo giorno. Il corpo umano non è in grado di elaborare, né è stato progettato per consumare, cibi ricchi di zuccheri e imbevuti di oli omega-6.

C’è solo un modo per spengere l'infiammazione; tornare ai cibi più vicini al loro stato naturale. Per nutrire i muscoli, mangiare più proteine. Scegliere i carboidrati che sono molto complessi, come frutta e verdura. Ridurre o eliminare i grassi omega-6 come l'olio di mais e di soia e gli alimenti trasformati che causano l'infiammazione. Un cucchiaio di olio di mais contiene 7280 mg di omega-6; uno di soia contiene 6.940 mg. E’ più salutare usare l'olio di oliva o burro da bovini allevati a fieno. I grassi animali contengono meno del 20% di omega-6 e hanno molte meno probabilità di provocare una reazione infiammatoria rispetto agli oli polinsaturi apparentemente etichettati come sani. Dimenticate la "scienza" che vi è stata inculcata nella testa per decenni. La scienza che afferma che i grassi saturi provocano malattie cardiovascolari, non dice il vero. Il pensiero scientifico che dice che i grassi saturi aumentano il colesterolo nel sangue non è attendibile. Dal momento che ora sappiamo che il colesterolo non è la causa di malattie cardiache, la paura dei grassi saturi è ancora più assurda oggi.

La teoria sul colesterolo ha portato alle diete senza grassi, o a basso contenuto di grassi, creando cibi che stanno provocando un'epidemia di infiammazione. La Medicina tradizionale ha commesso un terribile errore quando ha consigliato di evitare i grassi saturi a favore di cibi ricchi di grassi omega-6. Ora abbiamo un’epidemia di infiammazione arteriosa che porta a malattie cardiache e ad altri “assassini silenziosi”. Ciò che si può fare è scegliere alimenti integrali “della nonna” e non quelli trasformati e lavorati, che oggi “la mamma” acquista nelle grandi catene alimentari. Eliminando gli alimenti che provocano infiammazione e con l'aggiunta di sostanze nutritive essenziali da prodotti alimentari freschi e non lavorati, si invertirà il processo di anni di nutrizione sbagliata e conseguentemente, i danni alle arterie.

Il Dr. Dwight Lundell è stato a capo del personale e Primario di Chirurgia all’Heart Hospital Banner, Mesa, AZ. Il suo studio privato, Cardiac Care Center si trova a Mesa, AZ. Recentemente il dottor Lundell ha abbandonato la pratica chirurgica per concentrarsi sul trattamento nutrizionale delle malattie cardiache. Egli è il fondatore della Healthy Humans Foundation che promuove la salute umana con particolare attenzione su come aiutare le grandi aziende a promuovere il benessere. Egli è anche l'autore di The Cure for Heart Disease e The Great Cholesterol Lie.


Fonte: La Leva di Archimede

A causa delle reazioni biochimiche che si verificano ogni giorno nel tuo corpo con ogni tipo di cibo che mangi, alcuni alimenti ti invecchiano PIÙ VELOCEMENTE, mentre altri alimenti ti aiutano a COMBATTERE l'invecchiamento.Mangia i cibi sbagliati regolarmente, e potrai apparire e sentirti 10 anni PIÙ VECCHIO della tua età reale (non è divertente!)...ma se mangi i cibi giusti, nel corso del tempo potrai iniziare a sentirti e a sembrare 5-10 anni PIÙ GIOVANE della tua età reale. Tre dei processi che avvengono all'interno del tuo corpo che hanno un FORTE impatto sul tuo grado di invecchiamento sono chiamati "glicazione", "infiammazione", e "ossidazione". Quando parliamo di invecchiamento, non stiamo parlando solo di rughe sulla pelle o quanto sono spessi i tuoi capelli... stiamo anche parlando di fattori che non si possono vedere, come, ad esempio, la funzione degli organi, e se le articolazioni si stanno degradando.

Sì, sono sicuro che sarai d'accordo, questo è molto più importante del tuo aspetto allo specchio (anche se ti mostreremo come migliorare ENTRAMBI gli aspetti!). Il titolo di questo articolo ti può lasciare immaginare che ciò di cui vogliamo parlare sia lo zucchero o i grassi trans. Sì, questi sono nocivi, ma ora voglio parlare di un altro cibo che invecchia il corpo più velocemente del normale...ed è uno di cui non sospetteresti mai! Quindi cerchiamo di correre ai ripari e ti farò vedere come il tuo grado di invecchiamento può essere collegato direttamente agli alimenti che mangi ogni giorno, e come proteggerti... IL PEGGIORE alimento che ti invecchia più velocemente: Sono tutti gli alimenti a base di grano (si, anche quelli “integrali”). Prima di dirti perché il grano può realmente accelerare il processo di invecchiamento nel tuo corpo, chiariamo un po' di biochimica semplice del corpo... Parliamo della "glicazione" nel tuo corpo, e delle sostanze denominate prodotti avanzati della glicazione (AGE). Questi composti chiamati AGE accelerano il processo di invecchiamento del corpo, compresi i danni del tempo ai tuoi organi, alle articolazioni e, naturalmente, la pelle opaca e rugosa. Quindi, dopo quanto detto, qual è uno dei maggiori fattori che aumentano la produzione di AGE all'interno del tuo corpo? Questo potrebbe sorprenderti, ma i livelli alti di glicemia nel tempo aumentano notevolmente gli AGE che accelerano l’invecchiamento del tuo corpo. Questo è il motivo per cui i diabetici di tipo 2 spesso non sembrano invecchiare bene e sembrano più vecchi della loro età reale. Ma questo effetto non si limita solo ai diabetici.

Ora vediamo il ruolo della farina di grano integrale con tutto questo... Ecco un fatto poco conosciuto che è spesso coperto dalle massicce campagne pubblicitarie delle grandi aziende alimentari, che vogliono far credere che la farina di grano integrale è sana per te...ma il fatto è che il grano contiene un tipo di carboidrato particolare (non si trova in altri alimenti) chiamato Amilopectina-A: alcuni test hanno dimostrato che questo aumenta la glicemia più dello zucchero da tavola puro. In realtà, si è visto che l’amilopectina-A (del grano) aumenta il livello di glicemia più di qualsiasi altra fonte di carboidrati esistente. Ciò significa che gli alimenti a base di grano come pane, ciambelle, cereali, cornetti, e altri prodotti da forno portano la glicemia a livelli più alti rispetto alla maggior parte delle altre fonti di carboidrati. Come sai ormai, più i livelli medi di glicemia sono alti e più AGE si formano all'interno del tuo corpo, facendoti invecchiare PIÙ RAPIDAMENTE. Probabilmente hai sentito parlare dei potenziali effetti dannosi per la salute del glutine (contenuto nel grano) di recente, ma di questo aspetto non se ne parla abbastanza, e questo è un altro motivo per ridurre i cibi a base di grano nella tua dieta. Il tuo corpo ti ringrazierà invecchiando più lentamente e apparirà PIÙ GIOVANE! Ed eliminando o riducendo il grano nella tua dieta otterrai un piacevole effetto collaterale: Perderai anche il grasso!

Ecco un’altra connessione tra gli alimenti a base di grano e l'invecchiamento ... Dalle ultime ricerche scientifiche si è notato che i prodotti di grano da forno contengono sostanze chimiche cancerogene chiamate acrilammidi che si formano nella parte esterna del pane, cereali, cornetti, ecc. Questi acrilammidi cancerogeni sono stati studiati in quanto possibili responsabili dell’aumento del rischio di cancro e dell’invecchiamento accelerato. Nota che gli acrilammidi si trovano in alti livelli anche nelle altre fonti di carboidrati di colore scuro come le patatine fritte o altri cibi amidacei scuri. Non preoccuparti però...C'è un trucco che puoi utilizzare per proteggerti da questi acrilammidi cancerogeni, e ha a che fare con il mangiare gli alimenti GIUSTI che CONTRASTANO i danni di queste sostanze chimiche. Ti mostrerò come trovare i cibi ESATTI che proteggono il tuo corpo nella pagina successiva! Altri cibi da tenere sotto controllo, in quanto possono accelerare l'invecchiamento del tuo corpo, sono i cibi a base di mais, che aumentano notevolmente i livelli di glicemia (cereali di mais, patatine di mais, sciroppo di mais), l’olio di soia e gli altri "oli vegetali" che contengono grassi eccessivamente raffinati e trasformati che causano infiammazioni nel tuo corpo, e anche gli zuccheri contenuti nelle caramelle, dolci e bevande zuccherate.

Fonte. addominaliperfetti.com

Secondo un nuovo studio, l’intolleranza al glucosio (pre-diabete) e il diabete possono aumentare il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer. L’importanza di tenere sotto controllo la glicemia, e quindi i livelli di zuccheri nel sangue. L'intolleranza la glucosio e il diabete pare possano far aumentare il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer. Scienziati della Georgetown University di Washington DC (Usa) hanno scoperto che c’è un legame tra il pre-diabete (o intolleranza al glucosio), il diabete e la malattia di Alzheimer – la devastante patologia che intacca il cervello e le capacità cognitive. Secondo il nuovo studio condotto dal neurologo R. Scott Turner e colleghi, si è infatti scoperto che molte delle persone affette dall’Alzheimer presentavano anche pre-diabete e diabete. A motivo di ciò, il prof. Turner ha voluto esaminare il ruolo di un antiossidante come il resveratrolo (il composto presente nell’uva rossa) al fine di regolare i livelli di glucosio nel sangue nei pazienti con lieve e moderata presenza della malattia di Alzheimer.

L’osservazione degli effetti del resveratrolo ha permesso agli scienziati di scoprire che questa sostanza agisce sulle proteine nel cervello allo stesso modo di una dieta a basso contenuto calorico e zuccheri. Come già suggerito da precedenti studi del dottor Turner – che è anche Direttore del Memory Disorders Program del Georgetown University Medical Center – la restrizione calorica nella dieta è in grado di prevenire le malattie dell’invecchiamento tra cui diabete e Alzheimer. Ora, proprio il diabete è uno dei principali sospettati per l’aumento di rischio nello sviluppo dell’Alzheimer, per cui migliorare la tolleranza al glucosio potrebbe essere una strategia preventiva della demenza. Per dunque osservare gli effetti del resveratrolo sul controllo della glicemia, Turner e colleghi hanno reclutato 128 pazienti cui è stato eseguito un test di tolleranza al glucosio a digiuno, al fine di ottenere un livello di base. Dopo di che sono stati di nuovo sottoposti al test due ore dopo aver mangiato. Come si sa, i livelli di glucosio (o zuccheri) nel sangue cambiano durante la digestione. Difatti durante questo processo naturale il livello di zucchero nel sangue aumenta, ma il pancreas produce insulina per abbassarlo. Se dopo due ore questo livello di zucchero resta elevato si deve sospettare un’intolleranza al glucosio (o pre-diabete), o anche diabete vero e proprio se il livello è molto alto. 

I risultati dei test hanno rivelato una situazione inaspettata: erano infatti molti i soggetti con un’intolleranza al glucosio che non sospettavano, per cui non sapevano di essere in una condizione pre-diabetica. Questo, secondo i ricercatori, potrebbe suggerire che in giro vi sono molte persone che non sanno di essere in questa situazione – per cui ci sono molti candidati al diabete e, come suggerito dallo studio, all’Alzheimer. Nello specifico, i dati raccolti mostravano che cinque dei 128 partecipanti (il 4%) avevano la glicemia a digiuno alterata, mentre altri tre partecipanti (il 2%) mostravano risultati coerenti con la presenza di diabete mellito di tipo 2. Dei 125 soggetti in totale che hanno completato il test delle due ore, trentotto (il 30%) hanno dimostrato un’intolleranza al glucosio; sedici soggetti (il 13%) sono invece risultati coerenti con la presenza di diabete. Il risultato finale mostra che la prevalenza di un’alterata tolleranza al glucosio o diabete era di ben il 43%, ossia quasi la metà dei partecipanti allo studio, suggerendo pertanto che sono molte le persone a essere a rischio pre-diabete e diabete e, di conseguenza, a potenziale rischio di malattia di Alzheimer.

Fonte: La Stampa

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