Sovrappeso, diabete di tipo 2, problemi al cuore e carie sono i pericoli a cui va incontro chi mangia troppo zucchero. Le cellule tumorali si nutrono di glucosio e muoiono in assenza perché, da sole, non riescono a sintetizzare lo zucchero. Lo dimostrano gli esperimenti condotti in laboratorio. Se non possiamo dare per certo che lo zucchero favorisca la crescita di tumori, possiamo affermare, tuttavia, che gli studi mostrano la relazione tra un alto consumo di cibi che alzano l'indice glicemico e la produzione di molecole che promuovono infiammazione e crescita cellulare.
A tal proposito, una spiegazione esaustiva sull’argomento viene fornita dall’AIRC: «Le cellule utilizzano il glucosio come fonte energetica e questo ha dato origine all'ipotesi che un consumo eccessivo di zuccheri possa fungere da “benzina” per i tumori, aumentando sia il rischio di ammalarsi sia la gravità della malattia». «Il glucosio e il fruttosio – si legge nel comunicato dell’AIRC - sono in grado di aumentare la concentrazione di insulina nel sangue. L’insulina è responsabile della produzione di fattori che favoriscono l’infiammazione e la crescita delle cellule, e queste condizioni a loro volta possono stimolare lo sviluppo di tumori».
L'insulina è l'ormone prodotto dal nostro organismo in risposta all'aumento di zuccheri nel sangue (glicemia) e per questo è considerata un ormone chiave nella relazione tra cibo e cancro. Inoltre favorisce la produzione di un altro fattore di crescita (IGF-1), fertilizzante per le cellule cancerose. Alcuni tumori, come per esempio quello del seno, risultano quindi, in alcuni studi, più strettamente legati al consumo di zuccheri. Infatti, le cellule cancerose utilizzano il glucosio in modo diverso, attraverso un processo chiamato glicolisi che avviene al di fuori dei mitocondri. E, proprio per questo, il glucosio è considerato come il carburante cellulare. Proprio per questo si consiglia di evitare il consumo di dolci o caramelle. E oltre ai benefici a livello generale è sicuramente un buon modo per combattere l'obesità.
In Occidente si mangia troppo zucchero: ecco tutti i rischi per la salute. È ormai acclarato che lo zucchero faccia male e non poco. Tra le maggiori (cor)responsabilità di questa sostanza possiamo annoverare l’obesità, il diabete, i disturbi cardiovascolari, le carie ai denti. E poi, come se non bastasse, provoca dipendenza! Quindi, sarebbe buona cosa, iniziare a cambiare le nostre abitudini alimentari. Cos'è lo zucchero? Lo zucchero è un tipo di carboidrato presente in natura in moltissimi alimenti, tra cui frutta, verdura e latticini. Ma è anche aggiunto artificialmente a moltissimi altri, tra cui pane, bevande analcoliche, salse, snack e condimenti. Lo zucchero aumenta significativamente l’apporto calorico degli alimenti senza aumentarne alcun le proprietà nutritive.
Nel 2016, un’interessante ricerca pubblicata sul British Medical Journal, dimostrava come l’assunzione di zuccheri o di bevande zuccherate fosse un fattore determinante nell’aumento del peso. Inoltre, lo zucchero sembra avere influenza anche sui meccanismi biologici che regolano l’appetito. Avendo la capacità di digerire molto velocemente gli alimenti e le bevande contenenti zuccheri, lo stimolo della fame tende a tornare più frequentemente, innescando così un circolo vizioso. Ovvero, l’organismo scompone tutti i carboidrati nei loro elementi costitutivi e ciò che resta è il glucosio che viene poi metabolizzato grazie all’insulina. Quest’ultima permette l’apporto di zuccheri alle cellule sotto forma di energia. In sintesi, più zuccheri mangi, più insulina verrà prodotta. E di conseguenza, un consumo eccessivo di zuccheri altera il livello di insulina nel sangue facendolo aumentare drasticamente. Dopo aver ridotto la combustione del grasso corporeo, il tasso di insulina scende al minimo, causando così, un nuovo attacco di fame.
Altra correlazione evidenziata è quella tra il consumo di bevande zuccherate e il diabete di tipo 2. Attenzione, stando alle ricerche condotte fino ad oggi: lo zucchero, in sé, non provoca l’insorgenza del diabete, ma ne aumenta il rischio. Uno studio pubblicato nel 2010, condotto su un campione di oltre 300mila persone, ha svelato che i soggetti che consumano 1 o 2 bevande zuccherate al giorno hanno un rischio di sviluppare il diabete maggiore del 26% rispetto a quelli che ne consumano meno, o non ne consumano affatto. Ancora una volta, quindi, la raccomandazione è di evitarle.
Tra le causa più comuni di morte precoce associate al consumo di bevande zuccherate sono le malattie cardiovascolari. A risentire della dieta ad alto contenuto di zuccheri, anche il cuore aumentando, di conseguenza, il rischio di disturbi cardiovascolari. Scientificamente dimostrato dall’American Heart Association , altresì che, chi segue un’alimentazione ricca di zuccheri può soffrire di malattie cardiache con frequenza significativamente maggiore rispetto a chi ne assume meno. La ricerca dimostra che le persone che bevono abitualmente bevande zuccherate corrono maggiori rischi rispetto a chi le consuma sporadicamente. Le donne poi, sembrano essere più a rischio degli uomini.
Non dimentichiamo poi che i batteri presenti nella bocca reagiscono con la sostanza zuccherata ingerita e formano uno strato di placca sui denti: questa reazione provoca il rilascio di un acido che, a lungo andare, danneggia i denti, provocando carie e cavità dentali. Per prevenirle è necessaria una corretta e frequente igiene dentale oltre, ovviamente a evitare dolci e bibite zuccherate.
RIPRODUZIONE RISERVATA LIFE120 © Copyright A.R.
Per approfondimenti:
Fondazione AIRC "Lo zucchero favorisce la crescita dei tumori?"
Sana e senza rinunce. Oggi più che mai, a causa dell'emergenza COVID-19 e complice l'isolamento domiciliare che tutti noi stiamo vivendo, dobbiamo fare attenzione alla lista della spesa. A tal proposito, anche se non esistono particolorari diete capaci di tenere alla larga le infezioni virali, ci sono, tuttavia, cibi che aiutano a facilitare il processo di guarigione. Quindi, in tempi come questi, di mobilità ridotta, una corretta alimentazione ci aiuta a tenere lontani i chili di troppo. Alcune raccomandazioni in proposito arrivano proprio dalla Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU): «Essere attenti al proprio peso corporeo significa realizzare un'alimentazione saggia e razionale che non rinunci alla piacevolezza di sapori vari e gradevoli. Un risultato soddisfacente è garantito dalla somma di tante piccole e costanti attenzioni: non avere in casa pronti per il consumo, ad esempio, alimenti a elevata densità energetica, non assaggiare durante la preparazione dei pasti, portare a tavola solamente ciò che si vuol mangiare, etc...». Scopriamo come evitare il peggioramento metabolico
Il valore aggiunto della sana alimentazione inizia dalla preparazione della colazione. «Vanno riconsiderati alcuni pregiudizi diffusi - si legge sul portale del SINU - e l’occasione di stare a casa e di non essere pressati da impegni mattutini è importante per imparare e riprendere a fare una buona colazione che contribuisce in maniera significativa ad aumentare gli apporti di minerali e vitamine utili per la protezione delle infezioni». E poi non trascuriamo i bambini. «Per quanto riguarda l'infanzia - spiega la Società Italiana di Nutrizione Umana -, è fondamentale l'esempio offerto dai genitori; approfittate di questo momento per coinvolgere i bambini nella preparazione dei pasti ed aumentare la varietà dell’alimentazione. Il cibo deve essere sempre presentato in modo attraente e gradevole con l'offerta della massima varietà possibile di cibi e di preparazioni in termini di odore, sapore, colore e temperatura». A tal proposito, la SINU, poi diffusi anche in un comunicato del Ministero della Salute, propone 6 consigli per uno stile di vita alimentare corretto:
1. Per evitare un aumento di peso, porta in tavola solo quello che hai deciso di mangiare, serviti una porzione “giusta” di ogni portata e non aggiungere altro, riduci il consumo di bevande zuccherate e di altri prodotti ricchi di zuccheri.
2. Soprattutto consuma frutta e verdura, fonti di minerali e vitamine (particolarmente vitamina C e vitamina A) utili a rafforzare le difese immunitarie e la protezione delle vie respiratorie.
3. Sforzati di mantenere una regolare sia pur limitata attività motoria, ad es. cyclette, tapis roulant ma anche ginnastica a corpo libero 1 o 2 volte al giorno e cerca se possibile di esporre ogni giorno braccia e gambe al sole per 15-30 minuti per favorire la sintesi endogena di vitamina D.
4. Rifletti che la necessità di restare a casa e in famiglia può essere un’opportunità per dedicare maggiore attenzione e un po' più di tempo alla preparazione di cibi più salutari e più gustosi.
5. Non assaggiare durante la preparazione dei piatti e non mangiare mai in piedi e frettolosamente, ma apparecchia ogni volta la tavola: dedica tempo alla convivialità nei pasti perchè momento di aggregazione con la famiglia e di utilità per incoraggiare i ragazzi ad avere ogni giorno un’alimentazione varia.
6. Fai in modo che i bambini ti aiutino nella preparazione del cibo: in questo modo eviterai la noia e i capricci ed è sempre più divertente e più facile mangiare ciò che si è scelto e si è aiutato a preparare.
La salute comincia a tavola. Tirando le somme, quindi, secondo quanto suggerito sia dalla Società Italiana di Nutrizione Umana sia dal Ministero della Salute, fondamentale, non solo in questo periodo di quarentana e di scarsa attività motoria, l'attenzione per la giusta alimentazione e la conseguente selezione di quei cibi in grado contrastare le infezioni virali e rafforzare le difese immunitarie, oltre a proteggere le vie respiratorie con alimenti ricchi di vitamina C, vitamina A e minerali. Favorire, inoltre, la sintesi endogena di vitamina D. Per evitare un aumento di peso e per restare in salute limitare poi, al minimo, il consumo di zuccheri e di bevande zuccherate.
Per approfondimenti: Ministero della Salute e Società Italiana di Nutrizione Umana
#Iorestoacasa. È questa la nuova campagna social all'insegna di responsabilità e consapevolezza. Lavarsi bene le mani, mantenere le distanze di sicurezza ed evitare assembramenti. Iniziamo così a rispettare le norme igieniche per prevenire il contagio e limitare il rischio diffusione del virus, ma non basta. Diventa fondamentale, soprattutto in situazioni difficili come questa, rinforzare il sistema immunitario che potrebbe diventare un potente alleato contro il nemico comune. Come rispondiamo a virus e malanni stagionali? Il modo migliore per contrastarli è proprio quello di farci trovare in salute. Quindi, per evitare di ammalarsi, bisogna innanzitutto rinforzare gli anticorpi con la corretta alimentazione. E per rinforzare il sistema immunitario ed evitare il contagio, al via con le vitamine C e D che, sono, oggi più che mai, nostri amici in questa grande battaglia.
«Una buona difesa, quindi utile anche contro il coronavirus, si ha assumendo vitamina C e D e in generale prendendo tutto ciò ciò che combatte i processi ossidanti che mandano in crisi il sistema immunitario. Non farsi prendere dal panico per il coronavirus. Non è una malattia così pericolosa come ci è stata presentata, bisogna difenderci, ma in maniera ordinata» ribadisce Luc Montagnier nell’intervista realizzata da Giulietto Chiesa a Pandora Tv. Coì, Montagnier Nobel per la medicina nel 2008 spiega come rinforzare sistema immunitario. E poi «non farsi prendere dal panico per il coronavirus - aggiunge il premio Nobel - non è una malattia così pericolosa come ci è stata presentata, bisogna difenderci ma in maniera ordinata». Infatti, secondo Montagnier, lo stato di panico produce enzimi che indeboliscono le nostre difese, rendendo l'organismo più vulnerabile»
Per sistema immunitario intendiamo il sistema di difesa dagli agenti estranei all'organismo. Un'interessante spiegazione viene presentata nel libro Vivere 120 anni: le verità che nessuno vuole raccontarti. «Il nostro corpo è attaccato continuamente dall’esterno da virus, batteri, funghi e solo la nostra pelle riesce a difenderci efficacemente. Tali microrganismi patologici cercano in ogni modo di entrare nel nostro organismo, utilizzando le ferite o le abrasioni, oppure tramite la bocca o il naso. Un altro terreno di scontro all’interno del nostro corpo è l’intestino, dove colonie di batteri patogeni, presenti nel colon, si scontrano con le nostre difese immunitarie. Il nostro corpo è difeso da un esercito definito “sistema immunitario”, perché composto da gruppi differenziati di globuli bianchi, ognuno dei quali pronto ad assolvere specifici compiti (circa 5.000/9.000 globuli per millimetro cubo) e da organi di produzione e maturazione degli stessi. Cerchiamo di mettere un po’ d’ordine. In primis, tutte le cellule a difesa del nostro organismo nascono nel midollo osseo e sono di tre tipi differenti: mastociti, monociti, granulociti (che si suddividono in neutrofili, basofili ed eosinofili), linfociti (che si suddividono in linfociti T e linfociti B e cellule dendritiche».
«La complessità del nostro sistema immunitario - si legge nel libro - è dovuto sia al meccanismo di controllo che alle scelte di difesa da attuare in base al tipo di nemico che aggredisce il nostro corpo. Ogni singola tipologia di cellula immunitaria deve essere attivata al momento giusto e disattivata subito dopo aver risolto l’invasione, per evitare di infliggere dei danni al nostro corpo. Vi sarete resi conto che a seguito di un’influenza il nostro corpo reagisce alzando la temperatura, aumentando la permeabilità dei vasi sanguigni ed innesca una serie di reazioni».
Come aumentare le difese immunitarie? Ovviamente con il carburante primario del nostro sistema immunitario: il cibo. Infatti, una corretta alimentazione, sana ed equilibrata, fornisce al nostro organismo la giusta energia per affrontare le nostre battaglie quotidiane. Innanzitutto, evitare gli i cibi con un'elevata quantità di zuccheri e grassi saturi. Ecco alcuni cibi le nostre difese. Gli agrumi sono una fonte primaria di vitamina C, con le loro proprietà antiossidanti e immunomodulanti, collaborano con il sistema immunitario nella protezione dalle malattie. lmportante, tra questi, il ruolo svolto dal limone nei processi di difesa cellulare: antisettico, battericida e combatte bronchite, artrite, sovrappeso e ipertensione. Le verdure, soprattutto quelle a foglia verde con proprietà antibatteriche e antivirali. L'olio Extra Vergine di Oliva o EVO, riequilibra la membrana delle cellule bianche del sangue (linfociti). La frutta secca, ricca di vitamina E, è un concentrato di sostanze prebiotiche come minerali e omega 3, utile per aiutare il nostro organismo ad affrontare gli attacchi degli agenti patogeni esterni. L'echinacea o curcuma, ottime anche come tisane, grazie ai suoi estratti infatti, utili per favorire le naturali difese immunitarie dell’organismo, aiuta a prevenire i raffreddori. L'aglio, capace di contrastare le infezioni. Assolutamente da evitare: lo zucchero, che potrebbe compromettere l’attività del sistema immunitario, aumentando i rischi legati alle malattie cardiache e alla pressione. E, per sopperire a carenze alimentari, o semplicemente per rafforzare le difese immunitarie, ricordiamo la possibilità di aiutare il nostro organismo con la giusta integrazione di vitamina C, vitamina D, magnesio, zinco e selenio.
LEGGI: Sistema immunitario debole e malattie associate alla carenza di Vitamina D: ecco i principali segnali
Vitamina C: rafforza il sistema immunitario e combatte virus e malanni di stagione
LEGGI ANCHE: Coronavirus: stress, ansia e depressione. I 7 consigli anti-panico
Coronavirus contro influenza e come riconoscerlo: ecco le principali differenze
Toccasana per il corpo... e ancor più, per la mente! Un recente studio del Cnr ha dimostrato che l'olio extravergine di oliva, non solo contrasta, ma inverte il processo di invecchiamento neurale. A trarre maggior beneficio sono proprio gli anziani. L'olio EVO (o ExtraVergine di Oliva), si intende l'olio ottenuto dalla prima spremitura delle olive. I processi di estrazione sono meccanici ed è escluso l'impiego di mezzi o processi chimici, le varie fasi di lavorazione poi, non devono incidere sulla qualità dell'olio che, a prodotto finito, deve risultare integro e ben conservato. Dalla raccolta delle olive alla conservazione, dall'estrazione alle tempistiche di lavorazione. Il comun denominatore è il parametro di acidità che dev'essere ≤ 0,8%. A lavorazione ultimata, il pH dell'olio extravergine di oliva rappresenta, assieme ad alcune proprietà organolettiche e gustative, il parametro fondamentale nella valutazione qualitativa del prodotto.
Dalle operazioni preliminari alla molitura, dall'estrazione del mosto alla separazione dell'olio dall'acqua, passando poi per stoccaggio, chiarificazione e imbottigliamento. La raccolta tradizionalmente avviene mediante reti, o con bastoni per facilitarne la caduta o, in alternativa, aspettando la completa maturazione, e quindi, la loro caduta naturale dalla pianta. La tecnica più moderna è quella che prevede l'utilizzo di abbacchiatori meccanici per scuotere i rami così da provocarne la caduta. Infine, quella più dispendiosa: la raccolta a mano. Questa, consente la selezione dei frutti con il giusto grado di maturazione. In Italia, la raccolta va dal mese di ottobre a quello di dicembre. Alla raccolta segue lo stoccaggio, conservate in bin di plastica e la riparo da fonti di calore. La terza e quarta fase, invece, completano le fasi di produzione. L'estrazione classica o moderna, rispettivamente per pressione o per centrifugazione. A cui segue, infine, per rendere il prodotto commestibile: la raffinazione.
Oltre al valore nutrizionale, una lunga serie di benefici. Potente alleato del cervello, non solo ne ritarda l'invecchiamento, ma contribuisce a tenere lontane malattie neurologiche come l’Alzheimer. Grazie agli acidi grassi aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari e aiuta a mantenere sotto controllo la pressione arteriosa. Oltre alla sua funzione antinfiammatoria e antidolorifica, soprattutto in caso di dolori articolari è anche utilizzato come lassativo. Importante antiossidante che, grazie a fenoli e tocoferoli, contrastano i radicali liberi. Aiuta a rimanere in forma. Ebbene si, infatti, gli acidi grassi stimolano il metabolismo, contribuendo a mantenere il peso forma, a facilitano la regolarità intestinale. Dimostrato, inoltre, in una serie di ricerche recenti che le persone che non consumano abitualmente olio extravergine di oliva hanno maggiore probabilità di sviluppare il cancro. Da non sottovalutare poi, il contributo apportato dagli acidi grassi per regolare i livelli di zucchero del sangue, e quindi, potente alleato anche contro il diabete e colesterolo. Su quest’ultimo, infatti, interviene favorendo l’eliminazione di quello cattivo e aumentando il livello di quello buono. E dulcis in fundo, elisir di bellezza. Idrata la pelle e dona ai capelli lucentezza e nutrimento eliminando una volta per tutto il fastidioso effetto crespo.
Grazie allo studio di un team di ricercatori del Cnr e della Università della Tuscia, pubblicato poi sulla rivista internazionale Faseb Journal è stato individuato il ruolo per contrastare il deterioramento neurale di un componente dell'olio extravergine di oliva. Si tratta dell’idrossitirosolo, presente in abbondanza anche negli scarti di lavorazione. Nell'opera di ricerca sono stati riscontrati anche particolari effetti benefici negli anziani. Allo studio hanno partecipato Felice Tirone, Laura Micheli, Giorgio D’Andrea e Manuela Ceccarelli, dell’Istituto di biochimica e biologia cellulare, Carla Caruso, del Dipartimento di scienze ecologiche e biologiche, e un team composto da Roberta Bernini, Luca Santi e Mariangela Clemente, del Dipartimento di Scienze agrarie e forestali, che ha sintetizzato l‘idrossitirosolo con una nuova procedura brevettata dimostrando, in un modello animale anziano, che l’idrossitirosolo reverte il processo di invecchiamento neurale.
«Nel cervello dei mammiferi -si legge in un comunicato del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) -, in particolare nell’ippocampo, vengono prodotti nell’arco di tutta la vita nuovi neuroni. Questo processo denominato neurogenesi è indispensabile per la formazione della memoria episodica, come hanno dimostrato recenti ricerche: i nuovi neuroni dell’ippocampo vengono generati a partire da cellule staminali e durante l’invecchiamento ha luogo un calo progressivo di entrambi, che è all’origine di una drastica riduzione della memoria episodica. L’idrossitirosolo, composto naturalmente presente nell’olio extravergine di oliva, ha forti capacità antiossidanti e protettive sulle cellule, ed è noto che diversi fattori, tra i quali la dieta, sono in grado di stimolare la neurogenesi adulta».
«L’assunzione orale di idrossitisolo per un mese - spiega Felice Tirone - conserva in vita i nuovi neuroni prodotti durante tale periodo, sia nell’adulto che ancor più nell’anziano, nel quale stimola anche la proliferazione delle cellule staminali, dalle quali vengono generati i neuroni. Inoltre l’idrossitirosolo, grazie alla sua attività antiossidante, riesce a ‘ripulire’ le cellule nervose, perché porta anche ad una riduzione di alcuni marcatori dell’invecchiamento come le lipofuscine, che sono accumuli di detriti nelle cellule neuronali». «Abbiamo poi verificato - aggiunge Laura Micheli- , grazie ad un marcatore di attività neuronale (c-fos), che i nuovi neuroni prodotti in eccesso nell’anziano vengono effettivamente inseriti nei circuiti neuronali, indicando così che l’effetto dell’idrossitirosolo si traduce in un aumento di funzionalità dell’ippocampo. La dose assunta quotidianamente durante la sperimentazione equivale alle dosi che un uomo potrebbe assumere con una dieta arricchita e/o con integratori (circa 500 mg/die per persona). Comunque l’assunzione di idrossitirosolo avrebbe un’efficacia anche maggiore se avvenisse mediante consumo di un cibo funzionale quale è l’olio di oliva». I risultati ottenuti sono la conferma degli effetti benefici dell'olio extravergine di oliva, in particolare per l’anziano, e aprono a un potenziale risvolto ecologico. «I residui della lavorazione delle olive, molto inquinanti, contengono una grande quantità di idrossitirosolo: migliorare le procedure di separazione delle componenti buone nella lavorazione consentirebbe di ottenere idrossitirosolo e ridurre l’impatto nocivo», conclude Felice Tirone.
RIPRODUZIONE RISERVATA LIFE 120 © Copyright A.R.
Croccanti fuori, morbidi e gustosi dentro. Una ricetta veloce e versatile per portare a tavola tutto il gusto della buona cucina senza rinunciare alla leggerezza degli ingredienti. Un contorno facile e squisito per accompagnare un secondo a base di pesce o di carne.
Lessate gli asparagi bianchi in acqua bollente. Prendete un piatto e mettete il pangrattato, il prezzemolo, le mandorle, sale, pepe e una grattata di noce moscata e mescolate. Tagliate gli asparagi in senso longitudinale e poi passateli negli albumi sbattuti con la forchetta, poi panateli nel composto di pangrattato. Sciogliete il burro in una padella antiaderente e cuocete gli asparagi pochi per volta. Servire caldi.
Riproduzione riservata © Copyright Life 120
Per vedere la scheda del prodotto clicca sulla foto corrispondente:
Puoi trovare tutti gli ingredienti Life 120 sul nostro sito o cliccando qui
Dorata e croccante all'esterno, morbida e saporita all'interno. A tavola gli anelli di calamari. Una ricetta a base di pesce che delizierà tutti i commensali. L'unica regola da rispettare prima di impiattare è quella di asciugare bene così da conservarne tutta la fragranza poi servire ben caldo.
Pulite i calamari svuotando la testa della penna e di tutto il resto; togliete gli occhi e la bocca; sciacquateli sotto l’acqua e tagliateli a rondelle. I tentacoli possono essere suddivisi in 4 parti. Fatto questo metteteli a scolare in uno scolapasta per qualche minuto. Dopodiché passateli nella Mix Flour e friggeteli in un tegame con abbondante Frio Palm Oil. L’olio deve essere almeno 2 dita e deve essere ben caldo prima di buttarci dentro i calamari, solo così verranno croccanti. Se il tegame o la padella non è molto grande friggeteli in 2 riprese altrimenti la temperatura dell’olio si abbasserà e i calamari si inzupperanno di olio. Quando assumeranno un colorito dorato scolateli su un piatto con della carta assorbente, dopodiché servite su un piatto da portata, salate e spruzzate con gocce di limone.