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Del tutto insufficiente. Oggetto della contestazione: la dose giornaliera di vitamina C raccomandata dall’OMS. Infatti, la quantità consigliata come dose minima per il mantenimento di un buono stato di salute, ovvero 45 milligrammi, sembrerebbe totalmente inadeguata. Un errore per difetto dimostrato dalla clamorosa scoperta di un gruppo di ricercatori dell’Università di Washington che grazie a loro studio hanno fatto emergere il clamoroso errore. Secondo quanto dimostrato nell'indagine, la dose di acido ascorbico funzionale al benessere è più del doppio di quella suggerita, cioè di almeno 95 mg. Nell’indagine gli scienziati hanno rianalizzato un esperimento che dal 1944 dall’Istituto Scorby di Sheffield, nel Regno Unito, non è mai più stato messo in discussione dalle successive scoperte scientifiche. All’epoca, i ricercatori non erano affatto interessati a definire le dosi minime di nutrienti essenziali come la vitamina C, ma erano più interessati a stabilire le quantità minime di alimenti da assegnare agli equipaggi delle navi per evitare che insorgesse lo scorbuto, malattia provocata appunto da livelli carenza di acido ascorbico e di altri nutrienti. Nell’esperimento erano stati reclutati 20 volontari tra gli obiettori di coscienza assegnati allo stesso istituto e li avevano fatti salpare su una nave dove sarebbero rimasti per mesi.


Il protocollo prevedeva che il gruppo fosse suddiviso in tre sottogruppi, ciascuno sottoposto a un diverso trattamento: 0, 10 o 70 milligrammi di vitamina C al giorno, da assumere fino a quando non si fossero visti segni chiari di malattia o comunque non fosse stato possibile evidenziare i primi segni di scorbuto, ovvero il sanguinamento gengivale e la difficoltà di cicatrizzazione. Inoltre, per monitorarne i tempi e controllarne la guarigione, venivano inferte periodicamente ai partecipanti delle piccole ferite. Il cosiddetto “Esperimento del naufragio” era stato ideato con il contributo del futuro premio Nobel Hans Krebs. A distanza di nove mesi dall’inizio della sperimentazione, fu individuata la dose minima di vitamina C necessaria per evitare lo scorbuto. Nuovi calcoli poi, come riportato sull’American Journal of Clinical Nutrition, nuovi calcoli hanno dimostrato che l’assunzione di 10 mg/die, protratta per 11,5 mesi, è associata a una diminuzione della resistenza delle ferite del 42%. Condizione paragonata a quella in cui le cui cicatrici risultavano essere del 49% meno resistenti rispetto a quelle, uguali, inferte in soggetti cui era stata data sufficiente vitamina C. In sintesi, alla luce di quanto emerso sia nelle precedenti indagini che in quelle nuove, la quantità minima necessaria per mantenere un buono stato di salute dei tessuti è oltre il 100% più elevata rispetto a quella ancora oggi consigliata dall’Oms.


Dalle difese alla forza cicatriziale


Inoltre, tra i risultati della rivisitazione dello studio compare anche un dato sulla difficoltà di ripristinare la normalità dopo uno stato carenziale. O meglio per recuperare appieno, non sono stati sufficienti le quantità aggiuntive somministrate per sei mesi ai partecipanti. Considerazione, tra l’altro che rende ancora più importante l’esatta conoscenza dei valori soglia ove calcolare e basare eventuali integrazioni. Difatti, l’acido ascorbico è responsabile in primis dell’integrità dei tessuti e proprio in virtù di questa funzione, una sua carenza si traduce, oltreché in un ritardo della cicatrizzazione, anche in lesioni e danni permanenti sia al tessuto connettivo che ai vasi. Questi ultimi, sono responsabili, a loro volta, anche di malattie cardiache e ictus. «L'esperimento sulla vitamina C è uno studio scioccante - sostiene Philippe Hujoel, autore principale di una nuova analisi dell'esperimento sulla vitamina C di Sorby, dentista praticante e professore di scienze della salute orale presso la UW School of Dentistry -. Hanno esaurito i livelli di vitamina C delle persone a lungo termine e hanno creato emergenze potenzialmente letali. Ora non volerebbe mai». Infatti, come già detto, l'obiettivo dei ricercatori Sorby non era quello di determinare l'assunzione di vitamina C necessaria per una salute ottimale, ma quello per l‘appunto di indagare i requisiti minimi di vitamina C per prevenire lo scorbuto. Mentre quello secondario era quello di sopperire a questa carenza.

VITAMINA C, un concentrato di proprietà e benefici

La vitamina C è un elemento essenziale nella capacità del corpo di guarire le ferite perché la creazione di tessuto cicatriziale dipende dalla proteina del collagene e la produzione di collagene dipende dalla vitamina C. Oltre a ricucire la pelle, il collagene mantiene anche l'integrità del sangue pareti dei vasi, proteggendo così da ictus e malattie cardiache. Da ricordare ancora che, la vitamina C è caratterizzata da proprietà antiossidanti: aiuta a mantenere sane le cellule proteggendole dagli effetti dei radicali liberi prodotti durante la normale attività cellulare (metabolismo). Tra le sue diverse, ma comunque importanti funzioni: aiuta a mantenere la normale funzionalità dei vasi sanguigni, consente di mantenere la salute di denti e gengive, facilita l’assorbimento del ferro di origine vegetale, partecipa alla formazione, crescita e riparazione del tessuto osseo e connettivo, aiuta a mantenere sana la pelle, aiuta la cicatrizzazione delle ferite. L’importanza di questa vitamina idrosolubile anche sotto forma di integratore viene confermata da numerose ricerche scientifiche. Per contro stanchezza, debolezza, irritabilità, perdita di peso, dolori articolari e muscolari sono tra i sintomi più comuni di una dieta povera di questo prezioso nutriente. Da questa carenza poi si origina lo scorbuto, una malattia caratterizzata da apatia, anemia e inappetenza, sanguinamento delle gengive, caduta dei denti, dolori muscolari, emorragie sottocutanee e scarsa guarigione delle ferite.

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Per approfondimenti:

The American Journal of clinical nutrition "Vitamin C and scar strength: analysis of a historical trial and implications for collagen-related pathologies"

Libero "Vitamina C, "ecco la dose giornaliera consigliata": altro disastro dell'Oms, le conseguenze"

The University Library "Sorby Research Institute Collection"

Washington Edu "New analysis of landmark scurvy study leads to update on vitamin C needs"

Cambridge University "The Sheffield Experiment on the Vitamin C Requirement of Human
Adults"

Il fatto alimentare "Vitamina C: del tutto insufficiente la dose finora raccomandata dall’Oms"

Gazzetta Active "Vitamina C, sistema immunitario e non solo: ecco a cosa serve e dove si trova"

Il Giornale "Agrumi: proprietà e benefici del frutto dell'inverno"

Frontiers in Immunology “The Long History of Vitamin C: From Prevention of the Common Cold to Potential Aid in the Treatment of COVID-19

PubMed "Evolution and the need for ascorbic acid"

MDPI "Vitamin C and Immune Function"

Il Messaggero "Covid, influenza stagionale e coronavirus: come distinguere i sintomi in caso di febbre"

Centro meteo italiano "Coronavirus, influenza stagionale e raffreddore, come distinguerli: i sintomi e le caratteristiche"

Corriere della Sera "Coronavirus, come incide la dieta sulla forza del sistema immunitario"

Salute Prevenzione "Nella guerra contro i Virus la scienza si dimentica sempre del Sistema Immunitario"

Philippe Lagarde "Libro d'oro della prevenzione: difendere la salute con gli integratori alimentari e le vitamine"

Sapere "I sistemi di difesa dell'organismo"

Corriere del Mezzogiorno "Coronavirus, come difendersi a tavola"

Il fatto alimentare "Coronavirus: dieta e trattamenti terapeutici naturali proposti da docenti di medicina"

LEGGI ANCHE: Storia della vitamina C: dalla prevenzione del raffreddore al trattamento del Covid

Nuova ricerca sulla vitamina C: un potenziale aiuto contro il Covid

Tra vitamina C e scorbuto: come prevenire il "morbo del marinaio"

Vitamina C: rafforza il sistema immunitario e combatte virus e malanni di stagione

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Pubblicato in Informazione Salute

Utile nella prevenzione, nel trattamento e nel rinforzo delle nostre difese immunitarie. Ancora sotto i riflettori dopo centinaia di anni è sempre la vitamina C. Conosciuta anche con il nome di acido ascorbico, è nota e apprezzata da tutti grazie alle sue notevoli proprietà antiossidanti che stimolano la risposta del sistema immunitario e fortificano il nostro organismo rendendolo meno esposto agli attacchi esterni e al rischio di tante patologie. Inoltre, se inserita all’interno di una dieta sana e bilanciata, questo prezioso nutriente, si dimostra un valido alleato anche nella lotta dei tumori, in combinazione con le terapie anticancro. «Si tratta di una vitamina idrosolubile, che quindi non può essere accumulata nel nostro organismo e deve essere assunta regolarmente attraverso l’alimentazione», spiega a Gazzetta Active la dottoressa Jessica Falcone, biologa nutrizionista presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele Turro e RAF First Clinic di Milano. Fondamentale per il nostro organismo, la vitamina C è un prezioso antiossidante, importante per il corretto funzionamento del sistema immunitario e la sintesi di collagene, il costituente primario di vasi sanguigni, pelle, muscoli, ossa, articolazioni e legamento parodontale che fornisce le proprietà elastiche e di resistenza a organi e tessuti e compone il 75% della nostra pelle e il 30% del nostro corpo. Inoltre, è una proteina essenziale per la riparazione e la guarigione di quasi tutti i tessuti del nostro corpo.

La vitamina C - emerge da un recente studio - oltre ad essere fondamentale per numerosi processi, supporta tante preziose funzioni per la nostra salute, prima tra tutte quella immunitaria. Stimola la produzione di interferoni (che proteggono le cellule dagli attacchi virali) e la proliferazione dei neutrofili, protegge le proteine dall'inattivazione da parte dei radicali liberi prodotti durante i processi ossidativi, facilita la biosintesi del collagene (interviene nella conversione della prolina in idrossiprolina e della lisina in idrossilisina, mantenendo il ferro in forma ridotta) e quella degli acidi biliari, favorisce la sintesi della noradrenalina (neurotrasmettitore) a partire dalla dopamina e del triptofano in serotonina, contribuisce all’assorbimento intestinale del ferro, alla sintesi della carnitina (essenziale per il trasferimento di acili nei mitocondri), al catabolismo della tirosina ad acidi fumarico e acetacetico attraverso la formazione dell'acido omogentisinico, riduce la tossicità di alcuni minerali, collabora alla stimolazione della reduttasi del citocromo (responsabile dell'idrossilazione del colesterolo, necessaria per la sintesi dell'acido colico), favorisce l'uso del selenio a dosi fisiologiche e l’attivazione dell'acido folico in acido tetraidrofolico, regola i livelli endogeni di istamina, inibendone il rilascio e favorendone la degradazione (a scopo terapeutico per prevenire lo shock anafilattico, la pre-eclampsia e la prematurità nelle complicanze della gravidanza), fiosintesi degli ormoni steroidei della corteccia surrenale, favorisce la riduzione degli ioni superossidi, dei radicali idrossilici, dell'acido ipocloroso e altri potenti ossidanti, proteggendo la struttura del DNA, delle proteine, delle membrane da eventuali danni oltre alla riduzione dell'efficienza dell'assorbimento intestinale del rame, esercita un’azione preventiva nella cancerogenesi da nitrosamine, inibendo la loro sintesi e, insieme alla vitamina E, protegge dal danno ossidativo provocato dai radicali liberi.

La vitamina della prevenzione

 

Le innumerevoli proprietà della vitamina C l’hanno inclusa nell’elenco dei medicinali essenziali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), e quindi, tra i più sicuri ed efficaci necessari al sistema sanitario. Valido supporto nella prevenzione delle malattie da raffreddamento da oltre trent’anni. La teoria della vitamina C contro il raffreddore diventa popolare intorno al 1970 quando, il premio Nobel Linus Pauling, pubblica un libro su come prevenire le malattie da raffreddamento con mega dosi di vitamina C. Secondo Pauling, un'assunzione giornaliera di vitamina C di 1.000 mg può ridurre l'incidenza del raffreddore di circa il 45% e l'assunzione giornaliera ottimale di vitamina C per vivere in modo sano e prevenire le malattie dovrebbe essere di almeno 2,3 g. Una sua carenza, per contro, si traduce in una condizione nota come lo scorbuto. tra i principali sintomi di una sua carenza, nota anche come scorbuto. Attenzione quindi ai segnali! Debolezza, confusione, esaurimento fisico, scarso appetito (che può trasformarsi anche in anoressia), letargia, irritabilità, dolori alle gambe, anemia, gengivite, ematomi, carie, dolori articolari, dolori muscolari, caduta dei capelli, pelle secca, sensibilità alla luce, sbalzi d’umore, depressione, sanguinamento gastrointestinale e mal di testa. Tra le sue numerose peculiarità riportate in numerose ricerche, ecco le principali:

  • È un antiossidante necessario per produrre collagene nella pelle.
  • Capacità di ridurre la gravità e la durata del raffreddore.
  • Contribuisce alla riduzione dei rischi di malattie cardiovascolari e del cancro
  • Favorisce la tonicità muscolare e il contrasto della sarcopenìa
  • Rafforza i vasi sanguigni e la resistenza alle infezioni
  • Facilita l’assorbimento del ferro
  • Aumenta la resistenza alla fatica

VITAMINA C, un concentrato di proprietà e benefici

 

Tra le tante virtù, la sua capacità antiossidante permette un utilizzo della vitamina C anche nell’industria alimentare:


L’acido ascorbico viene spesso usato come additivo in alcune preparazioni alimentari per la sua azione conservante che deriva proprio dalle caratteristiche chimiche tipiche dell’antiossidante. - spiega la dottoressa Falcone - Questa caratteristica rende la vitamina C utile nel contrastare i radicali liberi in condizioni di stress ossidativo, combattendo l’infiammazione. Non si pensi, però, che un integratore di vitamina C possa avere poteri antitumorali: l’effetto antinfiammatorio è dato da una dieta ricca di fonti di questa vitamina. - precisa la nutrizionista - L’acido ascorbico partecipa a moltissime reazioni metaboliche, come la sintesi di aminoacidi, degli ormoni e del collagene, ed è utile anche al benessere della pelle. Grazie al suo potere antiossidante è di aiuto anche nella fase post allenamento, perché migliora il recupero a livello muscolare e cellulare, e può utile in periodi in cui ci sentiamo particolarmente affaticati. Ma, a differenza di quanto si pensa, non cura il raffreddore, anche se aumenta le barriere del sistema immunitario.

Una vitamina miracolosa e dove trovarla.


La troviamo prevalentemente in frutta e verdura, in particolare negli agrumi (limone, arance, mandarini…), nei kiwi, nelle fragole, nelle crucifere (cavolfiori, broccoli, broccoletti), peperoni, pomodori. - chiarisce la dottoressa Falcone - Attenzione però alla preparazione di questi alimenti: la vitamina C è termolabile, sensibile alle temperature, e se l’alimento viene cotto troppo si può disperdere. Lo stesso rischio si ritrova nel caso di cottura in eccessiva acqua. D’altro canto l’acido ascorbico è un facilitatore dell’assorbimento del ferro non eme, il ferro di origine vegetale contenuto nelle verdure. Se a questi abbiniamo una fonte di acido ascorbico il ferro non eme cambia struttura molecolare e viene assorbito più facilmente. Trattandosi di una vitamina idrosolubile ne abbiamo bisogno quotidianamente, quindi è bene che fonti di acido ascorbico siano presenti ogni giorno nell’alimentazione. Ma se seguiamo una dieta varia ed equilibrata, ricca di verdura e frutta di stagione, soddisfiamo il fabbisogno.

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Per approfondimenti:

Gazzetta Active "Vitamina C, sistema immunitario e non solo: ecco a cosa serve e dove si trova"

Il Giornale "Agrumi: proprietà e benefici del frutto dell'inverno"

Frontiers in Immunology “The Long History of Vitamin C: From Prevention of the Common Cold to Potential Aid in the Treatment of COVID-19

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Sapere "I sistemi di difesa dell'organismo"

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Colpisce maggiormente chi ha il cuore malato. Quindi non solo i polmoni a differenza di quello che ci era stato detto fino a oggi. I dati sono riportati in uno studio condotto nel bresciano. Infatti, sono sempre più frequenti, nei soggetti positivi all’infezione da Sars-CoV-2, complicanze come infarti, embolie polmonari o, più in generale, di alterazioni di tipo trombo-embolico. Ad aggravare il quadro clinico già compromesso con il conseguente interessamento cardiaco sono i meccanismi legati alla tempesta infiammatoria e al rilascio di citochine, quindi, all'aumento della richiesta o al ridotto apporto di sangue al miocardio, a una diretta invasione miocardica del virus mediata dai recettori Ace2 o dall'ipercoagulabilità. In questi casi delicati, il coronavirus rischia di complicare un equilibrio circolatorio di per se instabile oppure innescare una vera e propria tempesta coinvolgendo la risposta infiammatoria e la coagulazione.

Questo è quanto emerge dalla ricerca condotta da Marco Metra, direttore dell'Unità di Cardiologia dell'ASST-Spedali Civili dell'Università di Brescia. L’indagine descrive per la prima volta il quadro clinico e la prognosi dei pazienti cardiopatici con infezione da Covid-19 e confronta i dati con quelli di altri pazienti senza patologia cardiaca. I risultati dello studio sono in pubblicazione sulla rivista scientifica European Heart Journal, la più accreditata a livello mondiale in ambito cardiologico. Ricordiamo che per cardiopatia si intende perqualsiasi malattia che interessa il cuore, strutturale (anatomico) o funzionale. Appartengono alla categoria delle cardiopatie per esempio le patologie che interessano le valvole del cuore (stenosi o prolasso), le malformazioni congenite e tutte quelle malattie che possono alterare il funzionamento della pompa cardiaca, compresi l’infarto miocardico e l’ischemia. Le cardiopatie si dividono in congenite, se presenti dalla nascita o acquisite, quando insorgono successivamente.

Fattori di rischio e patologie pregresse

Lo studia dimostra che «i soggetti con cardiopatia positivi al Covid-19 hanno una prognosi più critica di quella già grave dei non cardiopatici con polmonite da Covid-19. Tra le cause di mortalità sono state la sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), eventi trombo-embolici, tra cui l'embolia polmonare, e lo shock settico» spiega Metra al Sole 24Ore. «Gli studi eseguiti su casistiche cinesi – continua l’esperto - avevano già suggerito la maggiore suscettibilità per polmonite da Covid-19 dei soggetti cardiopatici e la possibilità di un danno cardiaco in corso d'infezione». «In questo studio – evidenzia il direttore dell’Unità di Cardiologia dell’ASST -, per la prima volta, sono descritte sia le caratteristiche cliniche che i fattori di rischio per aumentata mortalità di questi pazienti: età, storia d'insufficienza cardiaca, storia d'insufficienza renale, diabete». «Viene anche confermato il significato prognostico di alcuni semplici parametri laboratoristici quali la creatininemia (parametro del sangue che indica la funzionalità renale), la troponina plasmatica (indice importante per la salute del cuore), la linfopenia (carenza di specifici globuli bianchi)» conclude il ricercatore.

Lo studio è stato condotto su 99 pazienti con polmonite da Covid-19, di cui 53 con problemi cardiaci e 46 senza patologie cardiache. Tra i pazienti cardiopatici coinvolti nell’indagine, il 40% aveva uno storico di insufficienza cardiaca, il 36%, una fibrillazione atriale e il 30% una cardiopatia ischemica. L’età media dei soggetti è 67 anni e l'81% di sesso maschile. Durante il ricovero, il tasso di mortalità è stato del 26%, mentre negli altri pazienti sono stati registrati eventi tromboembolici (il 15%), sindrome da distress respiratorio acuto (il 19%) e uno shock settico (il 6 %). Dal confronto tra pazienti cardiopatici e non è emersa la mortalità più alta dei primi, rispettivamente il 36% contro il 15%. E di conseguenza, anche un tasso di eventi tromboembolici e di shock settico più elevati: rispettivamente il 23 contro il 6% e il 11% contro lo 0%.

Vitamina C e risposta immunitaria nell'ARDS

Un lavoro che trova riscontro anche in un altro studio. L’autore, Alberto Boretti, esamina l’alta mortalità del Covid 19, la necessità di trovare misure efficienti e a basso costo per i pazienti in terapia intensiva e tutti quei meccanismi con cui il coronavirus arreca danno. E tra questi viene messa in evidenza anche la funzione virucida della tanto discussa vitamina C e l’azione immunomodulante e del completo controllo di quella che viene definita “tempesta di citochine” e dei vari indicatori di infiammazione. L’indagine di questo ricercatore italiano, infatti, esamina gli effetti della vitamina C per via endovenosa sulla risposta del sistema immunitario, le proprietà antivirali dell'IV Vit-C e infine le proprietà antiossidanti dell’acido ascorbico per affrontare in modo specifico le caratteristiche della tempesta di citochine della Sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) che si verificano nel ciclo successivo della malattia infettiva SARS-CoV2. A Shanghai, il decremento del tasso di mortalità è stato ottenuto con la somministrazione di vitamina C per via endovenosa. Molti medici cinesi hanno confermato i risultati ottenuti dall’utilizzo della vitamina C contro il Covid-19. Pertanto, lo studio suggerisce di riesaminare urgentemente gli usi della vitamina C IV, pre e post infezione. Secondo gli esperti, infatti, l’acido ascorbico per via endovenosa aiuta a sviluppare una risposta del sistema immunitario più forte aumentando le attività antivirali.

COVID-19 e VITAMINA C: La resa dei conti

Secondo quanto riportato nella review “Intravenous vitamin C for reduction of cytokines storm in acute respiratory distress sindrome(Vitamina C endovena per la riduzione della tempesta di citochine nella sindrome da difficoltà respiratoria acuta) forse, «la riduzione della tempesta di citochine negli ultimi stadi dell'infezione da Covid-19 è l'applicazione più significativa di IV Vit-C». L’indagine evidenzia anche la complessità della polmonite da Covid-19 con il relativo tasso di morbilità e mortalità. Infatti, l’infezione provoca una grave lesione polmonare che sfocia poi nella Sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), un disturbo polmonare potenzialmente letale. «Questo processo spiega Boretti nell’articolo - impedisce all'ossigeno necessario di entrare nei polmoni e alla fine provoca la morte». «I coronavirus – si legge nello studio - aumentano lo stress ossidativo che favorisce il malfunzionamento cellulare e alla fine provoca insufficienza d'organo».

Sicurezza ed efficacia del sovradosaggio di Vit-C IV

Questo processo che aiuta ad aumentare in modo considerevolmente lo stress ossidativo, a causa della generazione di radicali liberi e citochine porta, infine, a gravi lesioni cellulari e, nella peggiore delle ipotesi, anche alla morte. In base ai dati emersi fino ad ora, sembra evidente che la somministrazione di agenti antiossidanti insieme a terapie di supporto convenzionali collaudate svolga un ruolo importante nel controllo di un quadro clinico complesso come quello da SARS-CoV2. In ultimo, viene ribadita l’assenza di vaccini e farmaci antivirali adeguati per la pandemia e la conseguente importanza della vitamina C e altri antiossidanti, agenti estremamente utili nel trattamento clinico dell’ARDS. Lo studio conferma, infine, la sicurezza e l’efficacia di un sovradosaggio di vitamina C: «È importante sottolineare che la dose elevata di Vit-C IV è sicura ed efficace». «Qui esaminiamo – spiegano nel report - il principale meccanismo d'azione della Vit-C IV che aiuta a rafforzare il sistema immunitario, riduce la tempesta di citochine e inibisce i processi ossidativi, quindi, le proprietà antivirali saranno riviste, con particolare attenzione alla riduzione delle vie ossidative tipiche delle Covid19 ARDS».

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Per approfondimenti:

Il Sole 24Ore "Covid-19 e cardiopatia, uno studio italiano apre la strada alle future ricerche sull’infezione"

European Heart Journal "CAPACITY-COVID: a European registry to determine the role of cardiovascular disease in the COVID-19 pandemic"

European Heart Journal "Life-threatening cardiac tamponade complicating myo-pericarditis in COVID-19 "

Pharma Nutrition "Intravenous vitamin C for reduction of cytokines storm in acute respiratory distress syndrome"

U.S. National Library of Medicine "Use of Ascorbic Acid in Patients With COVID 19"

Treatment for severe acute respiratory distress syndrome from COVID-19

Medicine in Drug Discovery "Can early and high intravenous dose of vitamin C prevent and treat coronavirus disease 2019 (COVID-19)?"

New York Post "New York hospitals treating coronavirus patients with vitamin C"

Daily Mail "New York hospitals are treating coronavirus patients with high dosages of VITAMIN C after promising results from China"

National Cancer Institute  "High-Dose Vitamin C (PDQ®)–Health Professional Version"

Gander and Niederberger "Vitamin C in the handling of pneumonia" Munch. Med. Wchnschr., 31: 2074, 1936

Othomolecular "Shanghai Government Officially Recommends Vitamin C for COVID-19"

LEGGI ANCHE: Coronavirus, New York come Shanghai: somministrati alti dosaggi di vitamina C

Dopo New York, Palermo: al via con la sperimentazione di vitamina C ad alto dosaggio

COVID-19, la verità da Oriente: Vitamine C e D nella prevenzione delle malattie polmonari

Vitamina C: rafforza il sistema immunitario e combatte virus e malanni di stagione

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Arriva la conferma a tutte le teorie su Covid e vitamina C. Uno studio che porta la firma di un ricercatore italiano, Alberto Boretti. Un articolo di medicina ufficiale, con 150 fonti, già consultabile, sarà pubblicato a giugno sulla rivista Pharma Nutrition, edita da Elsevier, il più grande editore mondiale nel settore medico-scientifico. Nel report vengono esaminati tutti gli aspetti importanti: si parte dall’alta mortalità del Covid 19, viene spiegata la necessità di trovare misure efficienti e a basso costo per i pazienti in terapia intensiva e poi si passa a esaminare tutti i meccanismi con cui il coronavirus arreca danno. Nella terza parte dello studio, poi, si evidenzia l’azione virucida della vitamina C, elencando tutti gli effetti notevolmente apprezzabili nei pazienti incubati e tutto, in un arco temporale decisamente stretto: si parla di due giorni. Viene sottolineata, altresì, la scarsa presenza di effetti collaterali nel trattamento oltre al basso costo per il sistema ospedaliero. Si parla anche di attività immunomodulante e del completo controllo di quella che viene definita “tempesta di citochine” e dei vari indicatori di infiammazione di cui sentiamo parlare ogni giorno.

COVID-19 e VITAMINA C: La resa dei conti

Tra l’assenza di un vaccino in grado di arrestare la pandemia del Covid-19 e la controversa efficacia degli antivirali, seppur sviluppati per altre patologie, scelti come terapie dall’OMS, emerge la vitamina C per via endovenosa (IV Vit-C) come alternativa nel contrasto del virus. L’indagine di questo ricercatore italiano, infatti, esamina gli effetti della vitamina C per via endovenosa sulla risposta del sistema immunitario, le proprietà antivirali dell'IV Vit-C e infine le proprietà antiossidanti dell’acido ascorbico per affrontare in modo specifico le caratteristiche della tempesta di citochine della Sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) che si verificano nel ciclo successivo della malattia infettiva SARS-CoV2. A Shanghai, il decremento del tasso di mortalità è stato ottenuto con la somministrazione di vitamina C per via endovenosa. Molti medici cinesi hanno confermato i risultati ottenuti dall’utilizzo della vitamina C contro il Covid-19. Pertanto, lo studio suggerisce di riesaminare urgentemente gli usi della vitamina C IV, pre e post infezione. Secondo gli esperti, infatti, l’acido ascorbico per via endovenosa aiuterebbe a sviluppare una risposta del sistema immunitario più forte aumentando le attività antivirali.

Capacità di prevenzione e trattamento dell'infezione

Secondo quanto riportato nella review “Intravenous vitamin C for reduction of cytokines storm in acute respiratory distress sindrome” (Vitamina C endovena per la riduzione della tempesta di citochine nella sindrome da difficoltà respiratoria acuta) forse, «la riduzione della tempesta di citochine negli ultimi stadi dell'infezione da Covid-19 è l'applicazione più significativa di IV Vit-C». L’indagine evidenzia anche la complessità della polmonite da Covid19 con il relativo tasso di morbilità e mortalità. Infatti, l’infezione provoca una grave lesione polmonare che sfocia poi nella Sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), un disturbo polmonare potenzialmente letale. «Questo processo spiega Boretti nell’articolo - impedisce all'ossigeno necessario di entrare nei polmoni e alla fine provoca la morte». «I coronavirus – si legge nello studio - aumentano lo stress ossidativo che favorisce il malfunzionamento cellulare e alla fine provoca insufficienza d'organo». In sintesi, l'insufficienza polmonare (ARDS) è considerata la principale causa dell'azione di Covid19 sull'uomo. Questo processo che aiuta ad aumentare in modo considerevolmente lo stress ossidativo, a causa della generazione di radicali liberi e citochine porta, infine, a gravi lesioni cellulari e, nella peggiore delle ipotesi, anche alla morte. In base ai dati emersi fino ad ora, sembra evidente che la somministrazione di agenti antiossidanti insieme a terapie di supporto convenzionali collaudate svolga un ruolo importante nel controllo di un quadro clinico complesso come quello da SARS-CoV2. In ultimo, viene ribadita l’assenza di vaccini e farmaci antivirali inadeguati per la pandemia e la conseguente importanza della vitamina C e altri antiossidanti, agenti estremamente utili nel trattamento clinico dell’ARDS. Lo studio conferma, infine, la sicurezza e l’efficacia di un sovradosaggio di vitamina C.

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«È importante sottolineare che la dose elevata di Vit-C IV è sicura ed efficace». Le proprietà antivirali della vitamina C aiutano a ridurre i sintomi e la mortalità. L'azione antivirale dell'acido ascorbico è nota dalle prime ricerche sulla poliomielite. «I vaccini clinicamente efficaci appropriati – spiegano i ricercatori - e gli antivirali specifici possono servire se sono disponibili». «Considerando la situazione attuale – viene ribadito -, dovrebbe essere considerato anche l'uso della Vit-C come agente antivirale, in particolare, la Vit-C può essere utilizzata da sola o in combinazione con altri medicinali disponibili per esercitare effetti sinergici positivi». «Qui esaminiamo – spiegano nel report - il principale meccanismo d'azione della Vit-C IV che aiuta a rafforzare il sistema immunitario, riduce la tempesta di citochine e inibisce i processi ossidativi, quindi, le proprietà antivirali saranno riviste, con particolare attenzione alla riduzione delle vie ossidative tipiche delle Covid19 ARDS».

Antivirale sicuro ed efficace contro il virus

«La vitamina C non fa male alle persone ed è uno dei pochi, se non l'unico, agente che ha la capacità di pevenire e trattare l'infezione COVID-19» è il messaggio che mandava al resto del mondo, qualche settimana fa, Richard Z. Cheng, MD, PhD, leader internazionale del team di supporto medico epidemico della vitamina C in Cina. Ricordiamo che il dottor Cheng è stato tra i primi a incoraggiare gli ospedali cinesi a implementare la terapia con alti dosaggi di vitamina C per IV. I medici coreani dell’ospedale di Onvit confermavano la capacità di un uso estensivo di alte dosi di vitamina C di rallentare notevolmente e immediatamente il virus o fermarne la crescita. Gli specialisti sottolineavano il ruolo importante svolto nella prevenzione della crescita dei virus, stimolando le difese immunitarie dell’organismo oltre che per il suo fondamentale effetto antivirale diretto sul virus. D’accordo anche il collega Andrew W. Saul, direttore del servizio di notizie di medicina ortomolecolare: «Il COVID-19 dovrebbe essere trattato con elevate quantità di vitamina C per via endovenosa».

Shanghai, New York, Palermo e una terapia somministrata da quasi cent'anni 

Dopo Shanghai è la volta di New York. Gli ospedali curano i malati di Covid-19 con alti dosaggi di vitamina C. La notizia arriva dal New York Post «nel più grande sistema ospedaliero dello stato di New York, i pazienti gravemente malati di coronavirus, ricevono dosi massicce di vitamina C». Andrew G. Weber, pneumologo e specialista in terapia intensiva del Northwell Health a Long Island, racconta nell’intervista al NYP la somministrazione di 1.500 milligrammi di vitamina C tre o quattro volte al giorno ai pazienti affetti da Covid-19 e in terapia intensiva. Il dottor Richard Cheng evidenzia l’importanza di un intervento tempestivo: «È fondamentale una dose tempestiva e sufficientemente elevata di vitamina C per via endovenosa». «La vitamina C - spiega l'esperto - non è solo un noto antiossidante, ma è anche parte attiva nel contrasto dei virus e nella prevenzione della replicazione degli stessi. L'importanza della vitamina C per via endovenosa ad alte dosi non è solo a livello antivirale». E in ultimo Palermo. Anche qui è partita la sperimentazione di alte dosi di vitamina C somministrate per endovena ai soggetti positivi al coronavirus.

COVID-19 e Vitamina C: Anche Palermo si muove

Non dimentichiamo, tuttavia che l’uso dell’acido ascorbico contro le polmoniti e le infezioni polmonari è una pratica diffusa già dagli anni '30. Nel 1936 Gander e Niederberger, due medici tedeschi scoprirono che la vitamina C aveva la capacità di abbassare la febbre e riduceva il dolore nei pazienti affetti da polmonite (Gander and Niederberger "Vitamin C in the handling of pneumonia" Munch. Med. Wchnschr., 31: 2074, 1936). Mentre, un altro esperto tedesco otteneva risultati positivi con la somministrazione di 500 milligrammi di vitamina C, ogni novanta minuti, ai pazienti affetti da polmonite (Hochwald A. Beobachtungen "Ascorbinsaurewirkung bei der krupposen Pneumonie" Wien. Arch. F. Inn. Med. , 353, 1936). Due medici americani, Slotkin & Fletcher, curarono con l’acido ascorbico un paziente che aveva sviluppato una grave infezione polmonare a seguito di un intervento (Slotkin & Fletcher, "Acido ascorbico in complicanze polmonari a seguito di chirurgia prostatica” Jour. Urol. , 52: 6 novembre 1944). Era il 1944 e due anni più tardi, la vitamina C veniva usata abitualmente dai chirurghi del Millard Fillmore Hospital, a Buffalo, come profilassi contro la polmonite. All’epoca, i medici militari curavano le polmoniti dei soldati con l’acido ascorbico iniettato per endovena.

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Per approfondimenti:

Pharma Nutrition "Intravenous vitamin C for reduction of cytokines storm in acute respiratory distress syndrome"

 U.S. National Library of Medicine "Use of Ascorbic Acid in Patients With COVID 19"

Treatment for severe acute respiratory distress syndrome from COVID-19

Medicine in Drug Discovery "Can early and high intravenous dose of vitamin C prevent and treat coronavirus disease 2019 (COVID-19)?"

Gander and Niederberger "Vitamin C in the handling of pneumonia" Munch. Med. Wchnschr., 31: 2074, 1936

Hochwald A. Beobachtungen "Ascorbinsaurewirkung bei der krupposen Pneumonie" Wien. Arch. F. Inn. Med. , 353, 1936

New York Post "New York hospitals treating coronavirus patients with vitamin C"

Daily Mail "New York hospitals are treating coronavirus patients with high dosages of VITAMIN C after promising results from China"

Journal of Rawalpindi Medical College "Efficacy of Vitamin C in Reducing Duration of Severe Pneumonia in Children" Khan IM et al 18 (1): 55-57

National Center for Biotechnology Information "The clinical effects of vitamin C supplementation in elderly hospitalised patients with acute respiratory infections" Int J Vitam Nutr Res 1994; 64: 212-19

National Cancer Institute  "High-Dose Vitamin C (PDQ®)–Health Professional Version"

Gander and Niederberger "Vitamin C in the handling of pneumonia" Munch. Med. Wchnschr., 31: 2074, 1936

Hochwald A. Beobachtungen "Ascorbinsaurewirkung bei der krupposen Pneumonie" Wien. Arch. F. Inn. Med. , 353, 1936

Othomolecular "Shanghai Government Officially Recommends Vitamin C for COVID-19"

LEGGI ANCHE: Coronavirus, New York come Shanghai: somministrati alti dosaggi di vitamina C

Dopo New York, Palermo: al via con la sperimentazione di vitamina C ad alto dosaggio

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