Febbre, tosse, raffreddore e dolori muscolari o articolari. Differenze e analogie confondono milioni di italiani. Tra i temi più discussi con l’arrivo dell’autunno, e di conseguenza dei primi malanni causati dagli sbalzi di temperatura, come riconoscere e distinguere l’influenza stagionale dal Covid. Confuse spesso a causa delle sintomatologie assai simili, secondo uno studio condotto da Assosalute, presentata durante una conferenza online, «il timore più diffuso tra gli italiani è proprio quello di non essere in grado di saperle distinguere prontamente. A sostenerlo, ben il 33% degli intervistati. Seguono poi il timore di non poter ricevere cure adeguate (14,7%), soprattutto tra gli over 65, e la paura di un nuovo isolamento (14%), soprattutto tra i più giovani». Difatti, rispetto agli anni precedenti, l’atteggiamento delle persone rispetto all’influenza è cambiato radicalmente. Tra le principali differenze degne di nota, la perdita di gusto (ageusia) e olfatto (anosmia) tipiche della Sars-CoV2, al contrario dell’influenza. Anche la tosse, in caso di Covid è secca e persistente. Altra differenza va ricondotta ai sintomi iniziali, il coronavirus si manifesta quasi sempre con febbre a cui poi si associano tosse e dolori muscolari. Al contrario, invece, l’influenza inizia quasi sempre con la tosse. Per quanto riguarda le difficoltà respiratorie poi, in caso di Covid evolvono spesso in polmonite, questo perché il patogeno tende a scendere nelle basse vie respiratorie.
VITAMINA C, un concentrato di proprietà e benefici
«Distinguere la normale influenza da Covid-19 non è così semplice – spiega in un’intervista al Messaggero Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Istituto ortopedico Galeazzi - Nonostante i due virus siano diversi, i sintomi che caratterizzano l'influenza stagionale e Covid-19 sono molto simili. L’unico modo certo per fare una diagnosi differenziale è quindi quello di eseguire il tampone. È bene ricordare che l’influenza con cui abbiamo a che fare tutti gli anni presenta sempre le medesime caratteristiche: insorgenza brusca di febbre oltre i 38 gradi, presenza di almeno un sintomo sistemico (dolori muscolari/articolari) e di un sintomo respiratorio (tosse, naso che cola, congestione/secrezione nasale, mal di gola). La momentanea perdita (anosmia) o diminuzione dell’olfatto (iposmia), la perdita (ageusia) o alterazione del gusto (disgeusia), sono invece tipici del Covid e non legati all’influenza stagionale. Attenzione anche ai bambini: se assistiamo al verificarsi di un unico sintomo respiratorio, è verosimile che siamo di fronte a malanni di stagione, se invece se ne verifica più di uno contemporaneamente, è bene fare ulteriori accertamenti» suggerisce il virologo.
Come già detto, con l’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus è cambiato anche l'atteggiamento degli italiani in caso di sintomi influenzali rispetto al passato. Come dimostra la ricerca Assosalute, infatti, «se nel 2019 il 55% degli intervistati dichiarava che il primo comportamento, in caso di febbre, sarebbe stato rimanere a casa, riposare e assumere farmaci da banco, oggi lo conferma soltanto il 37,1%. Aumentano coloro che si rivolgeranno subito al parere del medico di base: il 34,5% rispetto al 12,3% del 2019». Sempre dall'indagine emerge che sono «stabili rispetto all'anno scorso le figure di riferimento in caso di febbre: il 53% degli italiani continuerà a rivolgersi al medico di base, seguito dal 28,4% che invece si affiderà alla propria esperienza, curandosi con gli usuali farmaci di automedicazione, soluzione più diffusa a cui farà ricorso, se necessario, il 60,6% degli italiani; cala invece il numero di coloro che si rivolgeranno al farmacista: sono il 14,6% degli intervistati, rispetto al 23,2% del 2019».
INTEGRAZIONE ALIMENTARE, preziosa per il benessere psicofisico
In ultimo, la raccomandazione di Pregliasco è quella di non uscire in caso di sintomi ed evitare il contatto con gli altri. Inoltre, il virologo suggerisce anche di evitare gli sbalzi di temperatura, preferire un’alimentazione sana e corretta e rinforzare il sistema immunitario, prima linea di difesa contro i malanni stagionali. Tra le altre cause di influenze e sindromi parainfluenzali, gli ambienti affollati e poco areati che creano le condizioni per la diffusione di virus e batteri. Per cui, il modo migliore per difendersi dagli attacchi degli agenti patogeni è, primo tra tutti, quello di potenziare il nostro sistema di difesa con un’alimentazione sana ed equilibrata insieme al prezioso supporto di integratori alimentari, soprattutto di vitamine e minerali che danno al nostro organismo una marcia in più per combattere gli attacchi esterni. «Un sistema immunitario efficiente — sottolinea Annamaria Colao in uno studio pubblicato sull’European Journal of Clinical Nutrition — è importantissimo per difenderci da malattie e virus e passa anche per una nutrizione corretta». La resistenza alle infezioni può essere, quindi, migliorata e facilitata grazie agli antiossidanti, che aiutano il nostro organismo a difendersi dall’attacco dello stress ossidativo. Via libera a tavola, quindi, agli agrumi e a tutti i cibi ricchi di vitamina C, considerata da sempre l’antiraffreddore per eccellenza.
Attenzione poi a non trascurare i fattori che indeboliscono il nostro sistema immunitario. Primo tra tutti, il consumo smodato di alcolici inibisce il sistema immunitario e altera il microbiota intestinale, riduce inoltre le capacità dei globuli bianchi di circondare e distruggere batteri pericolosi. L’eccesso di alcolici, interferisce anche con la produzione di citochine, rendendo più sensibili alle infezioni. Da evitare assolutamente quando è in corso un’infezione virale o batterica che sia. E ancora, l’uso eccessivo di sale riduce le difese immunitarie, e quindi, la possibilità di contrastare le infezioni batteriche. Stesso meccanismo con l’introduzione di zuccheri in quantità elevate.
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Per approfondimenti:
Il Messaggero "Covid, influenza stagionale e coronavirus: come distinguere i sintomi in caso di febbre"
Centro meteo italiano "Coronavirus, influenza stagionale e raffreddore, come distinguerli: i sintomi e le caratteristiche"
Corriere della Sera "Coronavirus, come incide la dieta sulla forza del sistema immunitario"
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Philippe Lagarde "Libro d'oro della prevenzione: difendere la salute con gli integratori alimentari e le vitamine"
Sapere "I sistemi di difesa dell'organismo"
Corriere del Mezzogiorno "Coronavirus, come difendersi a tavola"
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Salute e nutrizione. L’A, B, C per il benessere dei nostri amici a quattro zampe. Nella ciotola, al via con i liofilizzati per cani. Un cibo prezioso e grande alleato del migliore amico dell’uomo. Difatti, questi alimenti sono ottenuti con un particolare processo conservativo, che permette di preservare tutte le peculiarità di un alimento. Questo particolare procedimento di essiccazione, che prende il nome di liofilizzazione, permette di prolungare la conservabilità di un prodotto preservandone integralmente, al tempo stesso, tutte le caratteristiche nutritive e organolettiche. Un’alimentazione sana e corretta è la ricetta segreta che getta le basi per l’elisir di lunga vita. Da qui l’importanza nell’attenzione per la scelta dello snack giusto, rigorosamente in linea con uno stile alimentare appetitoso e ricco di proprietà nutritive. In primis, è fondamentale focalizzarsi sull’importanza della carne. Puntiamo quindi su un’alimentazione varia e ricca di proteine animali. Non dimentichiamo poi di scegliere sempre la carne di qualità, ancora meglio se ad elevato valore biologico e nutrizionale. Bollino nero per i cibi che contengono additivi: da evitare non solo per noi, ma anche per i nostri amici pelosi. Non trascuriamo, infine, quegli alimenti a bassa allergenicità così da ricompensare in tutta sicurezza anche i cani che soffrono di intolleranze alimentari. Autentico concentrato di benessere e salute, questi alimenti sono veri e propri superfood poiché posseggono un contenuto di nutrienti superiore alla media dei cibi comuni.
Nel maremagnum dei prodotti per cani, trovare l’alimento adatto è sempre più difficile. I parametri più importanti e in grado di aiutarci in quest’arduo compito sono sostanzialmente due: quello qualitativo e quello nutrizionale. Attenzione poi a non confondere i cosiddetti cibi “completi” da quelli “complementari”. I primi, “sono mangimi composti che, per la loro composizione, sono sufficienti per una razione giornaliera” mentre, i secondi, sono quei “mangimi composti con contenuto elevato di talune sostanze, ma che, per la loro composizione, sono sufficienti per una razione giornaliera soltanto se utilizzati in associazione con altri mangimi” e quindi, non sufficienti al fabbisogno giornaliero dei nostri piccoli amici. Inoltre, i cibi completi e bilanciati dovrebbero contenere tutti gli elementi nutritivi necessari, senza il bisogno di nessuna aggiunta. Per contro, i cibi complementari, non devono mai essere somministrati come unica fonte alimentare poiché porterebbero a gravi carenze e squilibri alimentari. Nel rispetto dei principi di un alimento salutare arriva PetLife, gustosi bocconcini liofilizzati di manzo e maiale realizzati esclusivamente con carne della Filiera Life 120, proveniente da allevamenti allo stato brado e semi brado, senza l'utilizzo di antibiotici. Per un nutrimento completo e bilanciato, con vitamine e minerali, Life120 propone un alimento liofilizzato con tutti i benefici di una dieta a crudo. Valore aggiunto: rigorosamente grain free, e quindi, adatti anche a eventuali intolleranze per i cereali.
Per liofilizzazione, o “freeze drying”, si intende l’essiccamento mediante un processo di sublimazione, o meglio, il passaggio diretto dallo stato solido (ghiaccio) allo stato di vapore (eliminazione dell’acqua). Questo metodo comprende sostanzialmente due trasformazioni fisiche: la surgelazione e la sublimazione. Mediante il congelamento, a temperature variabili tra –30° e -50°C, si ottiene la trasformazione della soluzione in un composto solido. L'acqua contenuta nel prodotto e segregata sotto forma di ghiaccio, viene poi estratta. Lo step successivo è quello dell’essiccamento, primario e secondario. Attraverso l’essiccamento primario (o sublimazione), che inizia intorno ai –20 °C, si aumenta la temperatura per ottenere la sublimazione dell’acqua congelata, in quello secondario (o desorbimento), invece, si porta la temperatura fino ai 40°C con il fine ultimo di asportare la quantità di acqua residua. In sostanza, la liofilizzazione detta anche crioessiccamento è un processo tecnologico che permette l'eliminazione dell'acqua da una sostanza organica con il minimo deterioramento possibile della struttura nonché dei suoi stessi componenti.
Inoltre, tra i numerosi vantaggi di questa tecnica, sono degni di nota: il contenuto pressoché inalterato, infatti, colore, sapore, odore e nutrienti vengono abbondantemente rispettati e questo, grazie soprattutto alle minime modifiche strutturali; una facile e veloce reidratabilità; conservazione a temperatura ambiente; maggiore garanzia della conservazione e facilità di asporto. Come recita un vecchio adagio "tra i due litiganti il terzo gode”. Quindi, tra essiccato e surgelato, il podio lo conquista il liofilizzato. Unica precisazione da fare, il costo leggermente superiore, dovuto alla quantità di energia necessaria al processo, quasi triplicata rispetto all'essiccazione, oltre all'ammortamento del costo degli impianti, nettamente superiore di quelli per l'essiccazione nelle stesse proporzioni. Come dimostra il grafico sopra, i dati, seppur approssimativi, forniscono un'idea sufficientemente significativa dei quantitativi di energia in gioco. Per quanto riguarda il confronto con il surgelato, invece, il fabbisogno energetico relativo a quest’ultimo è estremanente limitato. Insomma, un procedimento che si trasforma in garanzia di qualità. Questa tecnica di conservazione permette di non alterare la qualità del prodotto e, ad oggi, è l’unico metodo di essiccazione capace di preservare perfettamente la struttura molecolare delle diverse particelle che lo compongono.
Protagonista indiscussa dell’estate: la muscolatura! Da sempre fonte di benessere e di equilibrio psicofisico per antonomasia. Tra le più importanti integrazioni sportive e seconda solo alle proteine del siero di latte, ci sono gli aminoacidi. I nove, degli otto essenziali (chiamati così perché non possono essere autoprodotti dall’organismo), fondamentali per l’alimentazione umana riducono il senso di fatica, aiutano ad aumentare la capacità di recupero tra gli allenamenti, consentendo la costruzione di nuove proteine. Fenilanina, isoleucina, istidina, leucina, lisina, mietonina, trentina, tripoftano e valina. Non solo per l’attività sportiva. Infatti arginina, cisterna e tirosina sono fondamentali durante l'infanzia e lo sviluppo. Questi nutrienti devono necessariamente essere assunti con l’alimentazione o con l’integrazione. Ne sono ricche tutte le fonti animali tra cui uova e carne. Diventa necessario integrare la dieta quando lo sportivo deve far fronte a determinate esigenze, come un aumento di massa muscolare o della resistenza. L’integrazione di aminoacidi (essenziali e ramificati BCAA) è consigliata anche agli anziani con una scarsa massa muscolare o agli atleti con l’esigenza di perdere peso. Con il loro effetto anabolico impediscono al muscolo di degradarsi massivamente, specialmente nel caso di diete particolarmente restrittive.
Gli aminoacidi sono i costituenti delle proteine, il punto di partenza della sintesi proteica, quel processo attraverso il quale il muscolo si autoripara, si ricostruisce e si rinforza, in particolare a seguito dello stress indotto dall’allenamento. Assunti sia prima che dopo l’allenamento a seconda delle esigenze. Prima del workout, riescono ad incidere sul senso di fatica. Da sempre antagonisti del triptofano, un aminoacido fondamentale per la produzione di serotonina, l’ormone responsabile dell’affaticamento durante le sessioni allenanti. Quindi, se assunti prima dell’allenamento, impediscono al cervello di captare il triptofano e di conseguenza riescono a inibire il senso di fatica. Per contro, se presi nel post-workout hanno un effetto ripartivo sulle fibre muscolari permettendo al muscolo di avere una sintesi proteica ottimale. Per questo è preferibile un’assunzione bilanciata e dilazionata prima e dopo l’allenamento in modo da avere un risultato combinato tra i due effetti e migliorare così le prestazioni nel complesso.
Dalla scarsa tonicità causata da una dieta drastica a quando ci si ritrova senza energia, appesantiti o anche in sovrappeso. E ancora con l’avanzare dell’età. Il rischio in cui spesso si incorre è quello di assumere quotidianamente una quantità insufficiente di proteine e dunque di aminoacidi essenziali, gli unici che il corpo non produce da sé e che vanno obbligatoriamente introdotti dall’esterno, con i cibi giusti o con il supporto di integratori alimentari. Gli aminoacidi sono dei veri e propri pilastri, necessari per la crescita, il mantenimento e la riparazione delle cellule, per la produzione di enzimi e ormoni. Una carenza porta alla riduzione della massa muscolare e dell’efficienza fisica, a un insufficienza delle secrezioni digestive, a un abbassamento della resistenza alle infezioni e anche a ritardi dei processi che intervengono nella crescita. E ancora, i processi di invecchiamento diventano più rapidi. A subire questo deficit anche l’alterazione della regolazione del ritmo sonno-veglia con conseguenti peggioramenti nelle prestazioni intellettuali. Quindi, una loro introduzione è quasi vitale al benessere e una loro carenza potrebbe innescare minare il regolare funzionamento del nostro organismo.
Parola d’ordine: movimento! L’importante è tenersi in forma! Validi alleati per mantenere i tessuti sodi ed elastici nel tempo e sotto sforzo. Ma anche per muscoli, pelle e ossa. Muoversi è fondamentale per la salute del nostro corpo, non a caso i muscoli sono l’organo che si forma all’inizio della gestazione. Per lo stile di vita Life 120, l’attività fisica è uno dei pilastri fondamentali e il beneficio maggiore si ottiene seguendo uno specifico allenamento descritto nel libro di Adriano Panzironi Vivere 120 Anni: le verità che nessuno vuole raccontarti e nel DVD Life120 Sport. Gli effetti benefici dello sport influiscono in modo positivo non solo sull’organismo ma anche sull’aspetto psicologico delle persone, migliorando le capacità cognitive oltre all’umore. Inoltre, il movimento è indispensabile per far funzionare al meglio cuore, articolazioni, muscoli, metabolismo, apparato circolatorio e respiratorio e cervello. Al via a passeggiate e corse all’aria aperta, nuotate al mare o in piscina e attività sportive per mantenersi in forma, soprattutto in estate. Dallo sport amatoriale a quello agonistico. Il livello di sforzo varia a seconda dell’obiettivo prefissato. Ovviamente in base a tempi e intensità di esercizio differenti. Tuttavia, nonostante i benefici dell’attività sia molteplici, è bene ricordare che durante l’allenamento, il nostro corpo è sottoposto a uno stress che va gestito correttamente al fine di ottenere il massimo beneficio e la fatica, ripagata.
Gli squilibri metabolici momentanei che derivano da un’intensa attività fisica possono essere gestiti grazie alla giusta integrazione e alla corretta alimentazione che prevede il consumo di tutti quei nutrieti necessari al mantenimento di una buona forma fisica. E in questo processo, gli aminoacidi contribuiscono al ripristino della corretta omeostasi dell’organismo. Favoriscono, inoltre, l’aumento della forza e della prestazione con miglioramento della funzione muscolare, l’incremento della resistenza nella fase aerobica e anaerobica, un abbassamento della produzione di acido lattico e infiammazione delle fibrocellule, l’inertizzazione dei radicali liberi prodotti con l'allenamento, la riduzione dei tempi di recupero durante e dopo l'allenamento, la diminuzione oltre alla riduzione delle lesioni muscolari. Ancora più efficaci poi, se associati a una buona dose di antiossidanti e minerali, preziosi per contrastare la formazione di radicali liberi dannosi, prodotti durante lo sforzo fisico. Con un mix di nutrienti, il recupero è garantito!
Gazzetta dello Sport "Aminoacidi ramificati: la corretta integrazione per gli sportivi"
Food Spring "L’effetto degli aminoacidi nello sport"
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Al mare o in montagna, in vacanza o in città. Per l’estate l’importante è essere baciati dal sole. La prima regola è proprio quella di preparare la pelle al meglio per l’esposizione ai raggi solari. «Importante dedicare la giusta attenzione all’alimentazione, all’idratazione ed eventualmente valutare l’utilizzo di integratori che possano aiutarci nel percorso di preparazione della pelle al sole» suggerisce Giovanna Geri, farmacista e nutrizionista. Non dimentichiamo che la pelle è un organo dotato di memoria, capace di immagazzinare e ricordare, anche dopo anni, tutti i danni provocati da scottature e bagni di sole sbagliati, come ad esempio con la comparsa di macchie, cheratosi e, nel peggiore dei casi, anche tumori. I principali amici per un colorito intenso sono zinco e betacarotene. Il primo, dalla preziosa azione anti-invecchiamento, si trova principalmente nella frutta secca e nel cacao. «Volendo approfittare di un aiuto esterno – continua la nutrizionista – un integratore per il sole deve contenere vitamina C, vitamina A (anche come betacarotene) e zinco, in modo da preparare e rinforzare la pelle in vista di una tintarella senza scottature».
L'importanza della Vitamina D - intervista ad Adriano Panzironi
Altro elemento essenziale, il betacarotene, naturale precursore della vitamina A, contenuto in abbondanza nell’olio di carota, protegge, insieme ad altre vitamine antiossidanti, dai danni dei raggi ultravioletti. Favorisce, inoltre, un’abbronzatura più intensa e prolungata nel tempo. E poi, via libera alla scorta di frutta e verdura di stagione che contribuiscono all’apporto di acqua e micronutrienti essenziali, validi supporti per il nostro organismo e per la nostra pelle. Un frutto al giorno toglie il medico di torno, come suggerisce lo stile alimentare Life 120. Tra le vitamine consigliate quelle ricche di antiossidanti come la vitamine A e C di cui è ricchissima la frutta estiva. «Le pesche contengono molta acqua e vitamine A, C, E e gruppo B – spiega l’esperta – il fico d’india che ha innumerevoli proprietà, in quanto ricchissimo di fibra e povero di calorie, contiene inoltre vitamine e sali minerali in abbondanza; i frutti di bosco, poi, sono miscele di antiossidanti, come vitamina C e polifenoli; le ciliegie contengono vitamine A e C; il melone, come tutta la frutta e gli ortaggi di colore giallo-arancio, contiene molta vitamina A, sotto forma di carotenoidi e vitamina C». Da qui, l’importanza di questi fondamentali nutrienti.
L’abbronzatura è il primo segnale che il corpo produce melanina e vitamina D. «Chi può faccia bagni di sole» la raccomandazione arriva dai ricercatori del Trinity College che nel nuovo studio hanno ribadito l’importanza della vitamina D per il nostro organismo. Non solo per rafforzare la risposta immunitaria contro gli attacchi esterni, ma anche per rendere più forti e sani sia i denti che le ossa. Oltre a ribadire l’importanza di questo nutriente e ad evidenziare la notevole carenza a livello nazionale (ipovitaminosi D) rispetto ad altri Paesi europei, la ricercatrice Rosa Kenny suggerisce prendere in considerazione integratori di vitamina D. Dal diabete all'infarto, dall'Alzheimer all'asma passando poi alla sclerosi multipla, quando diversi tipi di malattie sono associate alla carenza di Vitamina D. Questo è quanto riportato in una ricerca della Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro. Fondamentale, quindi, oltre a fissare il calcio nelle ossa anche a prevenire l’osteoporosi negli anziani e il rachitismo nei bambini. “La vitamina D – spiega in un approfondimento l’Humanitas Research Hospital – è una vitamina liposolubile, viene quindi accumulata nel fegato e si presenta sotto due forme: l’ergocalciferolo, che viene assunto con il cibo, e il colecalciferolo, che viene sintetizzato dal nostro organismo. La vitamina D è scarsamente presente negli alimenti (alcuni pesci grassi, latte e derivati, uova, fegato e verdure verdi). La vitamina D viene in gran parte accumulata dal nostro organismo attraverso l’esposizione ai raggi solari e va integrata in situazioni particolari”.
Il mio medico - Tutti i benefici della vitamina D
Scopriamo tutti i principali segnali di deficit da vitamina D. Ecco alcuni sintomi indicativi di questa carenza: eccessiva sudorazione (soprattutto alla testa e alle mani, è uno dei principali sintomi di deficit di vitamina); stanchezza, debolezza o depressione (oggetto di una ricerca del 2006 per valutare gli effetti della vitamina D sulla salute mentale. Dallo studio è emerso che coloro che avevano bassi livelli di vitamina D erano più inclini a manifestare depressione, poiché, la serotonina, conosciuta come “ormone del buonumore”, aumenta con l’esposizione alla luce solare); problemi intestinali (in caso di patologie intestinali che danneggiano l’assorbimento dei grassi, è molto probabile una carenza di vitamina D. I principali disturbi intestinali che danneggiano l’assorbimento dei grassi sono morbo di Crohn e celiachia); dolori alle ossa (dipendono spesso dalla carenza di vitamina D); pelle scura (gli individui con la pelle scura tendono ad assorbire minore quantità di vitamina D, aumentando di rischi di carenza); età avanzata (l’avanzare dell’età determina una minore produzione di vitamina D, che pertanto andrebbe integrata in altro modo); sovrappeso (un aumento del peso corporeo, determina una maggiore necessità di vitamina D rispetto al fabbisogno di un normopeso, pertanto in caso di sovrappeso le probabilità di carenza sono più elevate).
L’altra parte del lavoro, la svolge un altro grande alleato: la vitamina C. Da sempre la vera star dell’estate. Fresca, riposata, uniforme, luminosa e visibilmente più giovane. Un importante alleato della nostra pelle che ne previene l’invecchiamento. I notevoli benefici della vitamina C sono molteplici. Dall'azione antiossidante, alla protezione dai radicali liberi e, di conseguenza, previene l'invecchiamento cellulare. Inoltre, favorisce la produzione naturale di collagene, riduce la stanchezza, protegge la pelle dai raggi UV e aumenta la melanina nella grana del derma. Un valido aiuto per prevenire i segni dell’invecchiamento, le macchie cutanee, uniformare l’incarnato e rendere meno visibili i segni del tempo. La Vitamina C è nota per essere uno dei più potenti antiossidanti, che stimolano collagene rendendo la pelle elastica e rimpolpata. Inoltre, l’acido ascorbico mantiene la pelle compatta ed elastica (grazie alla concentrazione di elastina), rinforzandola e proteggendola dall'azione dei radicali liberi. Migliora quindi la compattezza della cute e la protegge da fumo, inquinamento e raggi solari. Oltre alla sua azione benefica per il sistema immunitario è anche un valido rimedio naturale per avere una pelle più luminosa, quindi, anche contro fattori ambientali e naturali che, col passare del tempo, lasciano sulla pelle un colorito spento e poco uniforme. Grazie alla sua notevole azione schiarente, la vitamina C aiuta a prevenire e ridurre sia le macchie cutanee, sia le reazioni biochimiche che rendono l'incarnato spento e irregolare.
«È un potente antiossidante in grado di combattere l'aging cutaneo e stimolare la sintesi del collagene», spiega al Sole 24Ore Mariuccia Bucci, dermatologa a Sesto San Giovanni (Mi). «Non solo – aggiunge la biologa -, se la nostra pelle appare spenta, affaticata, macchiata, un'applicazione topica di vitamina C aiuta a ridurre tutti questi inestetismi». Perché questo nutriente è così importante per il nostro corpo? «La vitamina della bellezza rappresenta la principale difesa contro i grassi nocivi – spiega al Sole 24Ore Nicola Sorrentino, nutrizionista a Milano - buone fonti di questa vitamina sono l'olio di semi, l'extravergine d'oliva, l'anguilla, il caviale, il tonno sottolio, le uova, la frutta secca e le foglie verdi esterne degli ortaggi». «L'acido ascorbico – continua la dermatologa – è utile nel miglioramento della struttura della pelle assicurando un miglioramento delle concentrazioni di collagene ed elastina, pilastri del derma». «E' anche utilizzato come schiarente, un suo derivato è efficace contro l'iperpigmentazione e nel ridurre le infiammazioni post trattamenti laser» conclude Mariuccia Bucci.
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Tuttavia, poiché il nostro organismo non è in grado di sintetizzarlo, questo prezioso nutriente deve essere assunto attraverso l'alimentazione e l’integrazione. Tra gli alimenti che ne sono maggiormente ricchi troviamo la frutta con agrumi, fragole e kiwi e la verdura con broccoli, spinaci e lattuga. Non dimentichiamo che un consumo regolare di questi alimenti, all’interno di una dieta equilibrata, potenzia gli effetti di questa vitamina sulla pelle. La deficienza di vitamina C è generalmente imputabile a un insufficiente consumo di alimenti, da cui deriva quel senso di stanchezza persistente che costituisce uno dei sintomi più comuni della sua carenza. O anche in presenza di una serie di condizioni che riducono le scorte di vitamina che deve necessariamente essere apportata con una dieta bilanciata o con integratori specifici. Per cui, sarebbe auspicabile, soprattutto in estate, un aumento dell’apporto di questa preziosa vitamina, per bilanciare e riequilibrare la perdita di acido ascorbico causato da una maggiore sudorazione.
«Il sole svolge numerose azioni benefiche per la salute, ad esempio stimola la produzione di vitamina D, indispensabile per fissare il calcio nelle ossa e per un buon mantenimento della nostra muscolatura, ma anche di ormoni importanti per il benessere, sia fisico che psichico. Dall’altra parte però rappresenta anche uno stress per l’organismo, che si difende dai suoi raggi provocando l’abbronzatura. In effetti, per aumentare le difese nei confronti delle radiazioni, la pelle si abbronza grazie a un pigmento bruno, la melanina, prodotta dai melanociti, cellule presenti nel tessuto cutaneo» spiega Christian Orlando, biologo. «Non bisogna considerare solo il betacarotene – precisa l’esperto - che stimola la sintesi della vitamina A, ma soprattutto alimenti ricchi di antiossidanti, in grado di proteggere la pelle dai danni del sole. Perché un’abbronzatura luminosa passa innanzitutto da una cute sana e radiosa. Ad esempio la vitamina C che partecipa alla formazione del collagene, il tessuto di sostegno dell’epidermide, alla quale garantisce l’elasticità; ha un ruolo antiossidante combattendo la formazione di svariati tipi di radicali».
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Per vivere in salute c’è bisogno della nutrizione potenziata. L’alimentazione non è sempre sufficiente a colmare i nostri deficit di vitamine e minerali, da qui, l’importanza di avvalersi di un aiuto fondamentale. «Gli integratori sono degli alimenti pensati per colmare eventuali carenze nutrizionali», sostiene Alessandra Bordoni in un'intervista a Vanity Fair, docente del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna. «Sono degli alimenti di cui conosciamo bene tutte le caratteristiche, proprio perché sappiamo esattamente quali e quanti micronutrienti contengono apportando benefici all’organismo». Secondo l'esperta seguire un’alimentazione corretta potrebbe non essere sufficiente. Infatti, altro aspetto da considerare è quello che riguarda i micronutrienti contenuti nei cibi che non sempre riescono ad arrivare al nostro organismo nelle quantità necessarie. «Un'alimentazione corretta potrebbe essere sufficiente, ma la verità è che non lo è per molte persone. Inoltre ci sono micronutrienti che rispetto ad altri si disperdono più facilmente a causa della trasformazione e conservazione dei cibi, oppure che per essere davvero efficaci devono essere assunti in grandi concentrazioni», sottolinea Bordoni.
Sull’assunzione dei tanto contestati integratori alimentari se ne sono dette tante. Per questo è bene sottolineare che non bisogna necessariamente avere delle grandi carenze nutrizionali per integrare la propria dieta, spiega a Vanity Fair, Filippo Ongaro, ex medico degli astronauti ed esperto in nutrizione ed integratori. Secondo l’esperto, la funzione principale degli integratori è quella di fornire delle sostanze biologiche importanti per avere non solo un corpo in salute, ma in ottima salute per poter affrontare l’invecchiamento con una abbondante riserva di nutrienti. La scelta dell’integratore è soggettiva, e varia in base alle esigenze e all’apporto di nutrienti da compensare, proprio come lo stile alimentare. «Non esiste una regola per l’assunzione, l’integratore va usato finché ce n’è bisogno (ovvero, laddove necessario, anche per sempre). Normalmente si assumo con dei cicli,[...] ma devono essere consapevoli che i benefici non durano per sempre, ma solo durante l’integrazione».
Anche se non ci sono integratori stagionali, né quelli indicati per l’estate o per l’inverno, non dimentichiamo che ci sono, tuttavia, integratori alimentari specifici per colmare particolari carenze oltre, ovviamente, in base ai segnali che emette il nostro corpo in risposta a diverse condizioni esterne. Come, ad esempio, con l’estate e il caldo, molti vanno incontro a situazione di spossatezza e gonfiore, dovuto a una cattiva circolazione e al ristagno dei liquidi. Tra i primi effetti del caldo, il gonfiore: «Per prima cosa, consiglio di bere tanta acqua perché la ritenzione è anche disidratazione» spiega l’esperta. «La vitamina C è un protettore ed è antiossidante». Seguiti dai cali di energia: «La stanchezza è uno dei primi sintomi di carenza di vitamine e minerali che influiscono proprio sul metabolismo energetico. In questo caso può andare bene un integratore multivitaminico e multiminerale ad ampio spettro». E poi ancora per la perdita di liquidi: «Se si suda molto e si fa attività sportiva, sodio, potasso e magnesio aiutano a reintegrare».
Gli integratori aiutano ad avere i valori sempre ottimali e avere quindi l’organismo ben protetto, con l’obiettivo non solo di non ammalarsi, ma di vivere sempre al massimo. E il valore ottimale di alcuni nutrienti nell'organismo è fondamentale per avere un sistema immunitario capace di proteggerci da virus e influenze stagionali. Ovviamente non hanno poteri magici, ma contribuiscono a fortificare il nostro organismo facilitando una risposta agli attacchi di agenti esterni. «I principali micronutrienti classici che sostengono il normale funzionamento del sistema immunitario e le difese naturali sono vitamina D, vitamina C, zinco, selenio e magnesio», spiega Maurizio Salamone, direttore scientifico di Metagenics Italia. «Oltre a questi, numerosi studi clinici hanno mostrato che alcuni principi attivi contenuti negli estratti di piante come la curcuma e l’echinacea possono modulare o stimolare le difese immunitarie».
VITAMINA D: Non solo per rafforzare la risposta immunitaria contro gli attacchi esterni, ma anche per rendere più forti e sani sia i denti che le ossa. Inoltre favorisce la prevenzione di numerose malattie cronico-degenerative oltre al metabolismo del calcio e nella regolazione del sistema immunitario. La vitamina D è quasi sempre insufficiente e spesso va integrata separatamente. Può essere assunta come alimento solo in minima parte, il resto è prodotto grazie all’esposizione alla radiazione solare, in particolare ai raggi UVB. Stare al sole e mangiare tanto pesce per fare il pieno di questa preziosa vitamina.
VITAMINA C: o acido ascorbico è nota per il suo effetto antiossidante e immunomodulante. Un concentrato di proprietà nutritive benefiche per il nostro organismo, non solo d’inverno. Rinforza le difese immunitarie, contrasta i radicali liberi e protegge dalle infezioni. Facciamo il pieno di vitamina C! Al via con un potente alleato per l’estate. Questo importante nutriente, prezioso per il sistema immunitario, interviene nella formazione di ossa, pelle e denti, sostiene l’attività muscolare, partecipando alla produzione di energia a livello cellulare. «La vitamina C è fondamentale per il mantenimento dell’integrità delle barriere mucosali, ad esempio nel tratto gastrointestinale e respiratorio – spiega Salamone – supporta infatti la sintesi del collagene e protegge le membrane cellulari allo stress ossidativo. È coinvolta nella regolazione delle cellule immunitarie, potenzia l’azione dei linfociti natural killer e l’attività dei macrofagi, e promuove la sintesi di anticorpi». L’apporto di vitamina C andrebbe frazionato nel corso della giornata per ottimizzare l’assorbimento e il metabolismo.
ZINCO: Modulatore molto importante della risposta immunitaria. Allo zinco si attribuisce la capacità di rimarginare rapidamente le ferite (comprese le ulcere e i danni alle arterie), di aiutare a prevenire i raffreddori (migliora la risposta immunitaria), di migliorare la vista, di migliorare l’odore corporeo, di combattere l’acne e l’ingrossamento prostatico (previene il cancro) e di aumentare la produzione dello sperma» si legge nel libro Vivere 120 anni: le verità che nessuno vuole raccontarti di Adriano Panzironi.
SELENIO: «Il sistema immunitario necessita di un adeguato apporto giornaliero di selenio, la cui biodisponibilità dipende da numerosi fattori, tra cui la forma con cui il selenio viene assunto, la sua conversione in metaboliti e fattori genetici dell’individuo che influenzano il metabolismo del selenio stesso», spiega Salamone. «Il selenio è utilizzato per fluidificare il sangue, regolare, regolare le prostaglandine e la viscosità delle piastrine, prevenendo malattie coronariche, l'ictus e l'insufficienza cardiaca. Tale minerale è funzionale per il sistema immunitario» scrive Adriano Panzironi nel libro Vivere 120 anni: le verità che nessuno vuole raccontarti.
MAGNESIO: Potente aiuto per contrastare la stanchezza ed alleviare crampi e dolori muscolari. Infatti, questo minerale, rinforza ossa, muscoli e tessuti mobili e non fa ingrassare. Essenziale, quindi, per il benessere psicofisico e ancor più per la salute, nel nostro corpo è il quarto micronutriente più abbondante. Immagazzinato per la quasi totalità (99%) nelle ossa, nei muscoli e nei tessuti (il restante 1% si trova nel sangue). La carenza di magnesio nell’uomo è associata ad uno stato di infiammazione cronica – precisa Salamone –. Il magnesio è presente in molte acque minerali, alimenti e integratori alimentari».
POTASSIO: Prezioso per il nostro organismo, il potassio è tra i sali minerali fondamentali più importanti poiché serve al corpo per ridurre la ritenzione idrica, coordinare la trasmissione nervosa e regolare la contrattilità muscolare. Inoltre, come molti studi hanno dimostrato, può essere importante per tenere sotto controllo la pressione arteriosa e quindi mantenerci in salute. Le principali funzioni di questo minerale sono quelle di controllare il ritmo del cuore, l'eccitabilità neuromuscolare, l'equilibrio acido-base e la pressione osmotica.
CURCUMA: Non solo come ingrediente principale del curry, la curcuma, è infatti rinomata da sempre, grazie al suo costituente attivo, la curcumina, noto antiossidante e antinfiammatorio per antonomasia. Apprezzata per contrastare crampi, dolori muscolari e reumatici, artrite, problemi digestivi e stress e riconosciuto come rimedio naturale contro il colesterolo alto. Da non trascurare poi, la sua capacità di rallentare processi e malattie dell’invecchiamento correlati all’infiammazione. «Viene rapidamente metabolizzata dal microbioma intestinale e dal fegato, riducendo la sua attività terapeutica» precisa Maurizio Salamone.
«Con l’arrivo dell’estate l’organismo si deve ricaricare dopo aver sopportato i problemi dell’inverno e della primavera quindi è molto importante assumere vitamine, minerali ed antiossidanti che ci aiutano a contrastare l’azione dannosa dei radicali liberi dell’ossigeno, i prodotti “di scarto” che si formano all’interno delle cellule ogni volta che l’ossigeno è utilizzato per produrre energia (ossidazione)» spiega Christian Orlando, biologo. «Importante – prosegue l’esperto - l’assunzione del beta carotene che a seconda della necessita l’organismo trasforma in Vitamina A per aiutare la pelle durante l’abbronzatura. Le vitamine del gruppo B sono essenziali per l’organismo perché trasformano il cibo in energia. Collaborano al buon funzionamento dei sistemi nervoso e muscolare».
«E quando in estate facciamo sport e ci muoviamo più del solito – sottolinea Orlando - le vitamine del gruppo B diventano essenziali ed inoltre ci danno una mano a uscire dal letargo invernale, quando con la bella stagione ci sentiamo spossati e stanchi. La vitamina C, oltre a essere uno degli antiossidanti più potenti, è anche essenziale per il corretto funzionamento del sistema immunitario e per la sintesi di collagene, il costituente principale dei tessuti vascolari, della pelle, dei muscoli e delle ossa. Vitamina D per mantenere ossa e muscoli robusti. La vitamina E importante antiossidante previene l’invecchiamento della pelle mantenendola idratata ed elastica. La vitamina H importante in molti processi metabolici. In seguito all’elevata sudorazione fondamentali i sali minerali come Calcio, Magnesio, Selenio e Zinco» conclude il biologo.
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Stanchi e spossati a causa dell’afa? Due minerali preziosi e interdipendenti l’uno dall’altro. Facciamo il pieno di energia con magnesio e potassio. L’importanza di assumerli d’estate viene poi dall’eccessiva sudorazione causata dal caldo e dalla conseguente perdita di sali minerali. Tra i principiali sintomi di una carenza: stanchezza e spossatezza. Inoltre, la perdita eccessiva di minerali si traduce anche in maniera dolorosa con i classici crampi muscolari, soprattutto nel cuore della notte o come fatica nello svolgere le attività quotidiane più banali. I crampi poi, si manifestano prevalentemente alle gambe, sotto forma di una contrazione involontaria e improvvisa di uno o più muscoli, causando il loro irrigidimento e dolore che può diffondersi a buona parte dell’arto. Questa condizione si verifica perché con la sudorazione eccessiva e la perdita di magnesio e potassio, l’organismo non dispone più di quei minerali che sono impiegati per svolgere le normali funzioni dei muscoli e per tenerli rilassati. Da qui, l’importanza sia dell’idratazione, sia di colmare eventuali carenze di questi sali minerali.
La miglior risposta comincia dalla prevenzione. Infatti, quando le temperature aumentano è necessario un livello di energie maggiori per mantenere costante la temperatura corporea poiché, nel lungo periodo, questo maggior dispendio energetico si farà sentire, rischiando di far andare in riserva anche le vitamine coinvolte proprio nella produzione di energia. Ancora più indispensabili per chi pratica sport. Difatti, l’attività fisica se praticata con le alte temperature tipicamente estive porta, in primis, a una considerevole perdita di liquidi. Il rischio è proprio quello di andare incontro a una carenza vitaminica e a una demineralizzazione che indeboliscono le strutture dell’organismo. Magnesio e potassio, inoltre, evitano anche l’insorgenza di problemi muscolari durante l’attività sportiva. Tra gli altri segnali di una carenza di minerali nervi tesi, cattivo umore e irritabilità. Mentre il Magnesio favorisce il rilassamento delle tensioni nervose e mentali, contribuendo a distendere l’umore e facilitando anche in caso di disturbi legati al sonno, il potassio, riduce gli stati di irritabilità, evitando sbalzi d’umore improvvisi. Difatti, una carenza di magnesio e potassio, intacca anche il nostro sistema nervoso, che può essere riequilibrato tramite l’assunzione di questi minerali, che contribuiscono a ridurre l’aggressività.
La carenza di potassio, conosciuta come ipokaliemia, è una condizione caratterizzata da sintomi come stanchezza, debolezza o crampi muscolari, nausea, sonnolenza, palpitazioni, aritmie o costipazione. Quando i livelli di potassio si abbassano notevolmente il rischio è quello di fare i conti con vere e proprie anomalie del ritmo cardiaco, soprattutto se si soffre di patologie cardiovascolari. Anche le cause della riduzione del potassio a disposizione dell’organismo possono essere diverse. A volte i suoi livelli si riducono a causa dell’assunzione di farmaci come diuretici o per un eccessivo uso di lassativi. Altre volte, invece, la carenza di potassio è dovuta a episodi di diarrea o di vomito prolungato, causati da una malattia renale cronica o da disturbi metabolici o ancora alimentari (come ad esempio, la bulimia). Anche se, non dimentichiamo che, a concentrazioni insufficienti di magnesio corrispondono, quasi sempre, anche carenze di potassio. Stanchezza, crampi e gonfiori addominali rappresentano i principali segnali della carenza di potassio. Allarmi da non ignorare, al contrario, intervenire per ripristinare un adeguato livello di questo minerale con una dieta ricca di frutta e verdura e con il supporto di specifici integratori.
La stanchezza è il primissimo segnale. Il 98% circa del potassio del nostro corpo si trova all’interno delle cellule, soprattutto nel tessuto muscolare. Inoltre, il potassio è un ottimo vasodilatatore e la sua carenza potrebbe causare perciò un aumento della pressione sanguigna. In caso di carenza, i muscoli non si ricaricano adeguatamente e portano a episodi costanti di crampi. Non solo per i muscoli, ma anche per l’intestino e per lo stomaco causando gonfiori addominali e stitichezza. Tra i suoi nemici, il sale, contenuto negli alimenti accelera l’eliminazione del potassio e contribuisce così a una sua riduzione nel corpo. Come già detto, il potassio anche agisce sulle contrazioni dei muscoli e di conseguenza sulle funzioni cardiache. Quindi, in caso di una sua carenza, si potrebbero registrare aritmie o altre anomalie. In oltre, una perdita improvvisa di potassio potrebbe rallentare le pulsazioni del cuore fino a dare la sensazione di svenimento. In ultimo, ma non da meno, la fastidiosa sensazione di intorpidimento, accompagnato da formicolio e pizzicori, e relativa perdita di sensibilità, seppur momentanea, di una parte del corpo.
Il magnesio è un macroelemento cruciale in numerose reazioni che vedono coinvolte le cellule dell’organismo, tra cui la sintesi delle proteine, così come il controllo della glicemia e della pressione arteriosa, i processi di produzione dell’energia, così come la sintesi del glutatione, tripeptide naturale con efficacia antiossidante. Non solo questo minerale è un toccasana per la salute, la sua presenza nella dieta, come ricordato da uno studio statunitense del 2015, aiuta anche a proteggersi dal rischio di depressione. I benefici di questo macroelemento sono stati più volte al centro dell’attenzione scientifica. Infatti, secondo uno studio pubblicato nel 2003 e condotto da un’equipe dell’Istituto messicano di sicurezza sociale di Durango, l’integrazione orale di magnesio è in grado di migliorare il controllo metabolico, con evidenti vantaggi per il peso forma. Per quanto riguarda le sue ripercussioni positive sulla forma fisica. Utile anche per alleviare i crampi mestruali. Essenziale, quindi, per il benessere psicofisico e ancor più per la salute, nel nostro corpo è il quarto micronutriente più abbondante. Immagazzinato per la quasi totalità (99%) nelle ossa, nei muscoli e nei tessuti (il restante 1% si trova nel sangue). Non dimentichiamo, inoltre, che a bassi livelli di magnesio sono associate diverse malattie come l'Alzheimer, il diabete di tipo 2, l'ipertensione, l'insulino-resistenza, l'emicrania, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività e le malattie cardiache. Una carenza di magnesio comporta conseguenze non trascurabili per la salute delle persone.
Insomma, una miniera di proprietà benefiche che rinforza ossa, denti, muscoli e tessuti mobili e non fa ingrassare. Il segreto per essere in salute? Basta mantenere un alto livello di magnesio nell’organismo. Tra i pochi regimi alimentari ipocalorici con tanti pro e nessuna controindicazione. Oltre ai tanti benefici per la nostra salute, il magnesio è anche un valido supporto per non prendere peso. Fondamentale alla realizzazione di una lunga serie di processi metabolici, il magnesio, è presente in tutte le cellule del corpo. Inoltre, garantisce il mantenimento del corretto ritmo cardiaco e consente il rilassamento del sistema muscolare e di quello nervoso. «È coinvolto in oltre 300 diversi processi metabolici risultando fondamentale per l’assimilazione del fosforo, del calcio e del potassio. Facilita l’utilizzo di alcune vitamine, come quelle del gruppo B, la vitamina C e la vitamina E» nel libro Vivere 120 anni: le verità che nessuno vuole raccontarti, Adriano Panzironi spiega le peculiarità e le principali funzioni di questo minerale sul nostro organismo. Il magnesio, secondo un comunicato dell'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa), contribuisce al normale metabolismo energetico.
«Come tutti sappiamo durante l’estate, il nostro corpo si disidrata e disperde molto più facilmente i liquidi e i sali minerali» spiega Christian Orlando, biologo. «Uno dei sintomi della disidratazione – sottolinea l’esperto - sono i crampi muscolari e la debolezza generale e si dà il caso che il magnesio ed il potassio siano importantissimi per i nostri muscoli perché permette di aiutarli nel loro lavoro e quindi è molto utile anche per le persone che passano molto tempo all’aria aperta e che amano fare sport sulla spiaggia». «Il magnesio – aggiunge Orlando - supporta diverse reazioni biochimiche coinvolte nella trasformazione delle sostanze nutrienti assunte con il cibo in energia e, insieme al potassio, interviene nei processi di contrazione muscolare e di trasmissione degli impulsi nervosi». Il biologo suggerisce infine di «utilizzare integratori di magnesio e potassio danno una nuova carica di energia per affrontare le afose giornate estive».
Huffington Post "7 motivi per cui magnesio e potassio salveranno la tua estate"
National Library of Medicine "Oral magnesium supplementation [...]"
EFSA "Scientific Opinion on Dietary Reference Values for magnesium"
PubMed "Magnesium intake and depression in adults"
MSN Lifestyle "Dieta del magnesio: la migliore per l’estate"
Di Lei "Dieta con magnesio, per essere in forma e ritrovare l’energia"
Viversano "10 alimenti ricchi di potassio"
Eurosalus "Le meraviglie del potassio e gli alimenti che lo contengono"
Pianeta Donna "Le proprietà del potassio, nutrizionali e benefiche: a cosa serve e quali alimenti sono ricchi di potassio"
Lecce Prima "Magnesio: proprietà e benefici per il benessere fisico e l'umore"
Ragusa News "I benefici del magnesio nella nostra dieta"
Grazia "La dieta del magnesio fa dimagrire e rinforza le ossa: ecco come seguirla"
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Magnesio, rinforza ossa e muscoli: tanti benefici e zero controindicazioni
Brutte notizie per vegani e vegetariani. Anche rinunciare alla carne sembrerebbe avere i suoi effetti collaterali. Secondo uno studio pubblicato sul Bmj i vegani, ma anche i vegetariani, sono più esposti al rischio di ictus. Smentito dalla scienza il legame tra il consumo di carne e l’aumento del rischio di problemi al cuore, senza tralasciare poi le correlazioni delle carni rosse col tumore. La ricerca condotta dall'Università di Oxford, dimostra che coloro che escludono del tutto dalla dieta alimenti di origine animale, hanno il 20% di possibilità in più di essere colpiti da un ictus. In base a quanto dimostrato da questo studio, chi fa a meno di questi cibi, e quindi, dei relativi derivati, priva il proprio organismo di grassi "buoni" e vitamine protettive, in particolare la B12. Poiché, il consumo di carne avrebbe, effetti benefici sul nostro organismo. La ricerca è stata condotta su circa 48mila adulti, per 18 anni. I medici hanno osservato che sia i soggetti vegetariani che quelli vegani avevano livelli più bassi della vitamina B12, la cui carenza è associata al maggior rischio di ictus.
I partecipanti alla ricerca, si suddividevano in 24mila carnivori, 16mila vegetariani o vegani, e i restanti pescetariani. Nel periodo in esame si sono registrati 1.072 casi di ictus. I ricercatori hanno quindi confrontato i dati ottenuti con quelli relativi alle abitudini alimentari dei partecipati, tenendo ovviamente conto di fattori di rischio come il fumo e l’obesità. Lo studio dimostra che per vegetariani e vegani il rischio aumenta del 21%, mentre per i pescetariani l’aumento registrato non è risultato statisticamente rilevante. «Seguire una dieta vegetariana potrebbe non essere universalmente vantaggioso per la nostra salute» suggerisce Stephen Burgess, dell'Università di Cambridge, sulla stessa linea dell’indagine di Oxford. A seguito di questi risultati rilevanti, molti esperti hanno quindi preso di mira la dieta mediterannea, da sempre osannata come una delle più sane, colpevole, invece, di essere troppo ricca di sale, formaggi, etc… L’indagine, svolta in un arco temporale esteso e su un ampia platea di partecipanti porta alla luce un fenomeno di un notevole interesse per la salute pubblica. I risultati ottenuti potrebbe orientare consigli e linee guida per la prevenzione cardiovascolare, nei confronti di chi decide di abbandonare il consumo di carne.
Diversi studi osservazionali condotti nel corso degli anni hanno mostrato un’associazione tra minori livelli di HDL nel sangue dei vegetariani e un aumento del rischio di ictus. In particolare quello di tipo emorragico, risultato più comune anche in quest’ultima ricerca. I trial randomizzati effettuati in questo campo raccontano però una storia differente, dimostrando un collegamento tra LDL e rischio di ictus. Inoltre, vegani e vegetariani che hanno partecipato alla ricerca presentavano, in media, una serie di carenze, in particolare livelli inferiori alla norma di vitamina B, vitamina D, aminoacidi essenziali, e omega 3 a catena lunga. E alcuni di questi nutrienti potrebbero essere collegati all’aumento di ictus emorragico. Le ragioni dell’incremento del rischio nei vegetariani potrebbero, come spiega Tammy Tong, epidemiologa nutrizionale dell'Università di Oxford, essere causate da «livelli molto bassi di colesterolo o di alcuni nutrienti». Inoltre «esistono alcune prove – prosegue la ricercatrice - che suggeriscono che livelli molto bassi di colesterolo potrebbero essere associati a un rischio leggermente più elevato di ictus emorragico», sottolinea la ricercatrice.
Ecco perché mangiare carne fa bene ed è fondamentale per la nostra salute
Tra gli altri studi, i risultati di un’indagine condotta in Giappone dimostra che gli individui con un consumo molto basso di prodotti di origine animale avevano un'incidenza e un rischio di mortalità maggiore per ictus emorragico, e anche un rischio, forse, più elevato di mortalità rispetto a quello ischemico. I dati ottenuti, infatti, suggeriscono che alcuni fattori associati con il consumo di alimenti di origine animale potrebbero essere protettivi contro il pericolo di ictus. Per vegetariani e vegani hanno registrato livelli più bassi di numerosi nutrienti tra cui vitamina B 12 , vitamina D, aminoacidi essenziali e acidi grassi polinsaturi n-3 a catena lunga. E forse, sono proprio le differenze in alcuni di questi fattori nutrizionali a contribuire alle associazioni osservate. In sostanza, le diete vegetariane e vegane sono diventate sempre più popolari negli ultimi anni, ma i potenziali benefici e pericoli di queste diete non sono stati completamente compresi.
Libero "Ictus, perché mangiare carne: quanto rischiano in più i vegetariani, la ricerca a Oxford"
The Bmj "Risks of ischaemic heart disease and stroke in meat eaters, fish eaters, and vegetarians [...]from the prospective EPIC-Oxford study!"
Focus "Vegetariani, pescetariani, carnivori: chi corre più rischi per la salute?"
Wired "I vegetariani sono a maggiore rischio di ictus?"
GQ Italia "I vegetariani sono più a rischio di ictus..."
Nature "Impact of meat and Lower Palaeolithic food processing techniques on chewing in humans"
Il Giornale "La scienza sbugiarda i vegani: "La carne ci ha resi intelligenti"
Huffington Post "Mangiare carne ci ha resi quello che siamo oggi": una ricerca su "Nature" rivela il ruolo centrale nell'evoluzione dell'uomo"
Blitz Quotidiano "Carne, scienza rivela ruolo centrale nell’evoluzione uomo"
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Nuove ricerche: nessun legame tra carne e tumore al colon
L'assunzione di carne è fondamentale per la salute, ma nessuno ne parla
Anche la carne rossa fa bene, basta abbinarla con verdure e olio di oliva
Un atto d’amore quotidiano. Depurativi, ricchi di minerali e omega 3, un acido grasso polinsaturo che potrebbe aiutare a combattere l'infiammazione e tenere sotto controllo i livelli di colesterolo. I semi di lino (Linum usitatissimum) sono considerati i “semi della salute” per le notevoli proprietà benefiche e protettive. Scopriamo perché sono importanti nella nostra alimentazione. «La ricerca ha anche dimostrato che gli omega 3 possono aiutare a migliorare l'umore e contribuire a migliorare i disturbi dell'umore come la depressione», precisa Brigitte Zeitlin, MPH, RD, CDN. Alleato di corpo, e in particolare intestino, aiuta a contrastare la stitichezza. I semi di lino favoriscono la motilità e la regolarità intestinale, contrastando costipazione e gonfiore. Oltre a favorire la funzione depurativa dell’intestino, infatti, antiossidante. Sono positivi anche per la salute del cuore e della circolazione. Il suggerimento è quello di mangiare i semi di lino. Non interi, poiché l’organismo, al contrario, non sarebbe in grado di assimilare le sostanze. Un’alternativa sicuramente migliore per assumere i semi di lino, è quella di assumerli crudi tritati: farina, olio o integratore. «I semi di lino – continua - sono una buona fonte di proteine che favoriscono il mantenimento in salute di muscoli e ossa e, al contempo, rafforzano la funzione cognitiva aumentando anche le capacità di concentrazione». «Usali per aumentare l'apporto proteico» suggerisce Zeitlin. Inoltre, sono considerati potenti antinfiammatori: «L'infiammazione può portare a malattie cardiache - precisa Zeitlin -, obesità e malattie croniche».
Nell’impasto o sulla crosta tostata. Ancora più buono e salutare. È il turno del pane con la farina di semi di lino. Non solo per il pane, ma anche per le classiche preparazioni lievitate, mescolata con altre farine low carb, o per i dolci come le crostate. Tra le altre proprietà di questa farina, non dimentichiamo che può essere utilizzata anche per preparare impacchi contro i reumatismi, per ridurre tosse e bronchite e per il trattamento di dermatiti, psoriasi e infezioni cutanee. Inoltre, i semi di lino sono una preziosa fonte di fibre, utili per promuovere una migliore salute intestinale. «La fibra solubile può aiutare ad abbassare i livelli di colesterolo LDL (quelli cattivi) nel sangue. Può anche ridurre la velocità di assorbimento degli alimenti, il che aiuta con la sazietà e il controllo della glicemia» evidenzia Daniela Novotny, RD. Ecco alcuni altri benefici per la salute del consumo di più fibre. Oltre alla fibra solubile, quella insolubile che «aiuta ad aggiungere volume alle feci, il che facilita il movimento all’interno del sistema gastrointestinale» spiega l’esperta. Quindi anche un valido alleato «per le persone che soffrono di costipazione». Notevole anche la sua azione anti rughe e anti acne. «I semi di lino sono ricchi di lignani – sottolinea Zeitlin -, un tipo di antiossidanti che possono aiutare a combattere le malattie croniche ed i segni prematuri dell'invecchiamento come rughe sulla pelle» e in grado di bloccare lo sviluppo delle cellule tumorali. Importanti anche nella prevenzione di malattie cardiache: «Gli acidi grassi omega 3 possono aiutare a ridurre la pressione sanguigna, nonché a migliorare i livelli di colesterolo, valido supporto nel contrasto alle malattie cardiache» spiega Novotny.
Ricchi di minerali, proprietà emollienti e protettive questo super food è un vero e proprio toccasana per l’intestino e la digestione oltre ad essere un depurativo per l’organismo. L'alto contenuto di proteine e grassi insaturi, in particolare omega 3 rendono questo alimento importante per la nostra salute. Aiutano il cuore e rinforzano il sistema immunitario. Sono, inoltre, fonte di minerali e vitamine tra cui fosforo, rame, magnesio e manganese, oltre a vitamine del gruppo B, vitamina C, E, K e vitamina F che aiuta la formazione delle membrane cellulari, combatte l'invecchiamento, le infezioni e aiuta ad abbassare il colesterolo cattivo nel sangue. I semi di lino aiutano, quindi, a proteggerci da infiammazioni interne, come la cistite, o esterne, che interessano soprattutto l’epidermide. La presenza di lecitina poi, assicura il buon funzionamento del cervello e del sistema nervoso. Inoltre, le proprietà emollienti e protettive del loro derivato vengono impiegate soprattutto in cosmesi per bellezza e salute di pelle e capelli. Ma quello che non tutti sanno è che, questi semi, facilitano la perdita di peso: aiutano a bruciare i grassi convertendoli in energia. Insomma, l’alimento ideale da inserire in una dieta poiché, contribuisce anche a prolungare il senso di sazietà.
Ecco perchè gli "Omega 6" sono un pericolo per la nostra salute
«I semi di lino contengono acidi grassi monoinsaturi come l’acido oleico, e grassi saturi come l’acido stearico e palmitico, mucillagini emollienti, proteine, sali minerali e lignani che sono un genere di polifenoli antiossidanti capaci di contrastare funghi e batteri e, secondo gli studi fitologici, di esercitare un effetto preventivo contro le patologie correlate allo stile alimentare come il diabete di tipo II» spiega il biologo Christian Orlando. «Gli acidi grassi dei semi di lino – prosegue l’esperto - hanno una potente azione antinfiammatoria e immunostimolante e intervengono nella formazione delle membrane cellulari, rinforzandole e contrastando i processi infettivi e degenerativi e l’invecchiamento dei tessuti. Per questo è consigliato spesso come coadiuvante in tutte le patologie croniche, come le artriti, l'asma e le emicranie ricorrenti». «Sono la fonte vegetale più ricca di omega 3 – evidenzia Orlando -, esercitano un benefico effetto sul sistema cardiovascolare perché promuovono l'espulsione del colesterolo LDL, favorendo la sintesi del colesterolo buono HDL, regolarizzando il battito cardiaco e prevenendo l’insorgere di malattie cardio-vascolari. Inoltre aiutano a smaltire i trigliceridi, mantenendo le arterie pulite e regolando la pressione sanguigna».
Il biologo mette poi in evidenza un altro aspetto. «L'effetto anti-degenerativo dei semi di lino si estende anche al cervello e al sistema nervoso: oltre a proteggere le arterie cerebrali dalla sclerosi, contengono vitamine del gruppo B, vitamina C ed E, sali minerali come magnesio, calcio, potassio, zinco, ferro, manganese, rame, fosforo e selenio e acidi grassi essenziali come la fosfatidilcolina - un componente delle membrane cellulari - che aiutano a proteggere le cellule cerebrali dalle malattie neurodegenerative, migliorando anche le prestazioni cognitive». E ancora, tra le altre proprietà di questi semi preziosi, sottolinea «l'azione antinfiammatoria e lenitiva dell'olio di semi di lino è un molto utile per le mucose dello stomaco, che sfiamma e protegge dal rischio di gastriti e ulcere. Inoltre contiene mucillagini dolcemente lassative che regolano le funzioni intestinali, liberando l'organismo dalle scorie e contrastando disturbi come la stipsi e il colon irritabile, con un effetto emolliente e preventivo contro le intolleranze alimentari di origine tossica o infiammatoria». «L'olio di semi di lino regola le mestruazioni e contribuisce a contrastare sia i disturbi menopausali che i sintomi della sindrome dell'ovaio policistico, come l'aumento di peso, le irregolarità mestruali, l'infertilità, l'acne e la proliferazione di peli (irsutismo)» conclude l’esperto.
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Combattono il diabete, aiutando a tenere sotto controllo anche i livelli di colesterolo e trigliceridi, e sono utili contro l'ipertensione. Contribuiscono, inoltre, a ridurre i fastidi causati dalla menopausa. E ancora le loro proprietà rimineralizzanti che lo rendono, insieme alla presenza di vitamina K, un alimento ideale per prevenire l'osteoporosi. Fonte per antonomasia di omega 3, stimolano e rinforzano il sistema immunitario, prevenendo anche le intolleranze, grazie agli acidi grassi omega 3 e omega 6. Inoltre, questi semi, prevengono la formazione di placche nelle arterie riducendo il rischio di malattie dell'apparato cardiocircolatorio e stabilizzano i battiti cardiaci limitando le probabilità di infarto. Dunque, tirando le somme, i semi di lino sono importanti contro la stipsi, per la loro azione anti rughe e anti acne, per curare tosse, bronchite e raffreddore, per alleviare dolori mestruali e sintomi della menopausa, per curare le infiammazioni dei tessuti, per combattere il diabete e l’ipertensione, per rinforzare il sistema immunitario, per abbassare il colesterolo, per favorire la digestione, per la pulizia del colon, per la salute di cuore e capelli.
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Sgusciate, tostate, al naturale o salate. Laddove il piacere incontra il benessere. Perché mangiare bene è il primo passo per vivere in salute. Ricche di proprietà benefiche. Stiamo parlando proprio delle arachidi, i semi di una tipica pianta brasiliana, conosciuta anche con il nome di “nocciola americana” o “pistacchio di terra”. Dallo snack spezza fame all’aperitivo, grazie ai tanti benefici, questo alimento contribuisce al benessere del nostro organismo. Un pugno di frutta secca al giorno allunga la vita. Ad avvalorare la testi, diversi studi scientifici che hanno confermato le proprietà benefiche delle arachidi. Secondo queste ricerche, l’elisir di lunga vita è una manciata di frutta secca. Un’altra indagine condotta su 200 mila persone tra Cina e Stati Uniti ha dimostrato che un più alto consumo di arachidi porta ad una riduzione del tasso di mortalità causato, in particolare, da ictus. Il consumo di frutta secca riduce, quindi, anche il rischio di malattie cardiovascolari. E ancora, le arachidi sono ricche di fibre, proteine e minerali come calcio e magnesio. In sintesi, le noccioline, sono alimenti piuttosto grassi e fonte di proteine. Considerate tra i cibi in assoluto più ricchi di amminoacido fenilalanina, discreto, invece, il contenuto di purine. Inoltre, l'abbondante presenza di fibra alimentare delle noccioline le rende un buon alimento preventivo e curativo per stipsi o stitichezza. Infine, le arachidi si prestano alla dieta del celiaco, dell'intollerante al lattosio e all'istamina. In Italia, la porzione media consigliata di arachidi è di circa 30 g (crude, 170 Kcal), purchè rimanga inalterata la percentuale dei macronutrienti energetici o l'apporto di calorie totali. Negli USA la Food and Drug Administration (FDA) ne consiglia 1,5 once (42 g circa).
Fonte di grassi insaturi, i cosiddetti grassi “buoni” per la salute, a differenza di alcuni saturi che danneggiano il nostro organismo. Considerata la continua ricerca di alimenti che possano riequilibrare il rapporto di omega 3 e omega 6, questi acidi grassi insaturi vengono assunti nella nostra dieta attraverso i cibi che li contengono, oppure sotto forma di olio tramite i condimenti. I grassi insaturi infatti sono prevalentemente contenuti negli oli, tra cui il più noto è quello d’oliva. Tra questa tipologia di grassi la troviamo anche negli omega 3 e gli omega 6, il cui rapporto è, non solo importante, ma fondamentale per il corretto funzionamento del nostro metabolismo. «Per il corretto funzionamento del nostro organismo, il rapporto tra omega 6 e omega 3, deve essere inferiore o uguale a 4 come riporta l’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) che evidenzia come bisognerebbe consumare ogni quattro grammi di omega 6 almeno un grammo di omega 3» sottolinea Christian Orlando, biologo. Ad esempio, gli arachidi sono un cibo ricco di omega 6, ma se associati a un altro alimento ricco di omega 3, come la farina di semi di lino, il rapporto tra i due sarà positivo. L’omega 3 si trova principalmente in alimenti di origine animale, come il pesce, e di origine vegetale come noci, arachidi e mais. Gli omega 6 si trovano principalmente negli alimenti di origine vegetale. Questi acidi grassi contribuiscono ad abbassare il livello di colesterolo nel sangue. L’arachide, ricca di potassio, magnesio, niacina e arginina, regola la pressione arteriosa e protegge il normale funzionamento del nostro cuore. Tuttavia, la raccomandazione è quella di consumarle al naturale, ovvero non sgusciate e non salate, senza esagerare e preferibilmente abbinate ad alimenti con un alto contenuto di Omega 3, perché queste noccioline sono alimenti ipercalorici, anche se nello stile di vita Life 120 le calorie non sono considerate.
Le noccioline sono note anche per l'ottimo contenuto di polifenoli con azione antiossidante. Ma come in tutte le cose c’è anche l’aspetto negativo. Oltre all’eccessiva presenza di calorie sono sconsigliate nei soggetti con sovrappeso o obesità. Inoltre, pur contenendo un alto livello di acidi grassi polinsaturi omega 6, utili nella terapia alimentare contro l'ipercolesterolemia, questi sono prevalentemente costituiti da acido arachidonico, un acido grasso semi essenziale con una forte predisposizione ad aumentare i livelli serici di eicosanoidi pro infiammatori – coinvolti nell'aumento del rischio cardiovascolare. Come detto, i lipidi hanno una prevalenza di acidi grassi insaturi-polinsaturi, con una notevole concentrazione di acido arachidonico – omega 6 semi essenziale – le proteine sono a medio valore biologico e i glucidi non solubili o parzialmente solubili (amido e maltodestrine). Nonostante le noccioline contengano proteine a valore biologico incompleto, si distinguono per il notevole apporto di lisina, glutammina e arginina; quest'ultima è un amminoacido precursore dell'ossido nitrico, importante per il sistema immunitario e molto utilizzato nell'integrazione alimentare. Dal punto di vista minerale, le noccioline si possono considerare ricche di: calcio, ferro, magnesio, manganese, fosforo, potassio e zinco. Le noccioline hanno un'elevata concentrazione di fibre alimentari, rappresentate quasi totalmente da molecole insolubili. Assenti poi all’appello: colesterolo, lattosio e glutine.
«Le arachidi hanno varie proprietà e benefici. Innanzitutto sono una buona fonte di proteine vegetali infatti contengono infatti molti amminoacidi tra cui l’arginina importante per la crescita ed utile per mantenere l’organismo efficiente ed in salute. Sono fonte anche di sali minerali (in particolare magnesio, potassio, zinco, fosforo, manganese e rame), vitamine (soprattutto vitamina E), fibre e grassi buoni come l’acido oleico e sono anche prive di colesterolo. Inoltre è anche un alimento molto ricco di antiossidanti (polifenoli) capaci di ritardare l’invecchiamento cellulare» spiega Christian Orlando, biologo. «Contengono anche la vitamina PP – evidenzia l’esperto - che ha un’azione protettiva nei confronti della circolazione sanguigna e del sistema nervoso». «Le proprietà delle arachidi – sottolinea Orlando - sono state confermate da diversi studi scientifici come quello pubblicato sull’Internation Journal of Epidemiology secondo cui basta mangiare una piccola manciata di frutta secca al giorno per vivere più a lungo. La ricerca è stata condotta su un campione di 120mila persone e si è visto che chi mangiava almeno 10-15 grammi di noci o arachidi ogni giorno (il corrispondente di una mezza manciata) vedeva ridurre il rischio morte per alcune gravi malattie». «La conferma di questo effetto protettivo nei confronti di alcune malattie – prosegue il biologo - arriva poi da un altro studio condotto su circa 200mila persone tra Stati Uniti e Cina che ha visto come ad un maggiore consumo di noci e arachidi corrisponda anche un più basso tasso di mortalità soprattutto causata da ictus». «Un articolo apparso recentemente sulla rivista Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry, ha spiegato come la niacina, sostanza presente in questi frutti, costituirebbe un valido aiuto per quanto riguarda la prevenzione dell’Alzheimer» conclude Orlando.
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Tra le cause principali di brufoli e pelle grassa. L'acne, o acne vulgaris, è uno dei disturbi della pelle più comuni al mondo, colpisce il 50% degli adolescenti e il 15-30% degli adulti. Per alleviare i sintomi, i rimedi più comuni sono creme, farmaci, alimenti e integratori topici. E in ultimo, ma non meno importante, la vitamina C. Questo nutriente viene spesso aggiunto a molti prodotti per il trattamento e la cura della pelle. Ebbene si, conosciuto anche come acido ascorbico, questa vitamina idrosolubile è preziosa per vari aspetti della nostra salute, tra cui trattamento e prevenzione di tante patologie e disturbi, è fondamentale anche per la pelle. Inoltre, non viene prodotta dal nostro corpo per cui è importante assumerla attraverso una dieta equilibrata e una corretta integrazione. La vitamina C è anche un potente antiossidante, aiuta a neutralizzare i radicali liberi, dannosi per le cellule del nostro corpo. La pelle è sottoposta a continui attacchi da parte dei radicali liberi a causa della sua esposizione agli ambienti interni ed esterni. Tra gli altri fattori che influiscono sulla salute della pelle l’alimentazione, lo stress, il fumo, i raggi ultravioletti (UV) e l'inquinamento.
I principali fattori di rischio? Età, genetica e ormoni. Lo strato superiore della pelle, l’epidermide, contiene alti livelli di vitamina C che svolge un ruolo chiave nella protezione, nella guarigione e nella produzione di nuova pelle. La condizione infiammatoria dell’acne causata da pori ostruiti che spesso sfocia in gonfiore, rossore e pustole (protuberanze infiammate che contengono pus) potrebbe anche essere esacerbata da altri fattori come lo stress ambientale. Senza dimenticare poi le cicatrici post-infiammatorie e i danni alla pelle lasciati dall’acne. Tuttavia, diversi studi mostrano i notevoli benefici di un elevato apporto di vitamina C per il benessere della pelle. Grazie alla sua funzione antinfiammatoria, si rivela anche un potente alleato nella riduzione degli aspetti più fastidiosi dell’acne: gonfiore e rossore. Inoltre, contribuisce a migliorare l'aspetto delle lesioni. Uno studio condotto per tre mesi su 50 persone ha mostrato che il 61% dei partecipanti che hanno utilizzato l’acido ascorbico hanno riscontrato miglioramenti significativi delle lesioni.
Quando l’acne scompare, le cicatrici restano. Come per tutte le malattie, anche la pelle richiede tempo per guarire. Le cicatrici da acne sono generalmente correlate all'acne grave e cistica, ma possono derivare anche da casi lievi. Inoltre, l'acne prolungata, la genetica e la manipolazione fisica nei casi di raccolta e spremitura, possono aumentare la probabilità di cicatrici. Le tre principali tipologie di cicatrici da acne sono atrofici, ipertrofici e cheloidi. Le cicatrici atrofiche causano una perdita di tessuto cutaneo e collagene e appaiono come piccole rientranze nella pelle. Le cicatrici ipertrofiche e cheloidi derivano dalla sovrapproduzione di collagene e appaiono come tessuto cicatriziale spesso e sollevato. La vitamina C contribuisce al trattamento delle cicatrici da acne aumentando la sintesi del collagene, una proteina responsabile della struttura della pelle e vitale per ricostruire dell’epidermide. Di conseguenza, questa vitamina potrebbe accelerare la guarigione delle ferite da acne e ridurre al minimo i segni sulla cute. Inoltre, questo nutriente aumenta la produzione naturale di collagene del corpo ed è benefica per la salute generale della pelle.
Oltre a infiammazione e cicatrici c’è di più. La vitamina C favorisce anche la riduzione dell’iperpigmentazione, quelle fastidiose macchie scure sulla pelle causate da acne, raggi UV o altre lesioni. La sua azione interferisce con un enzima chiamato tirosinasi, responsabile della produzione di melanina, un pigmento naturale della pelle. Inoltre, la vitamina C agisce anche come agente schiarente in grado di ridurne la comparsa senza alterare l’incarnato. Tra le principali fonti alimentari di vitamina C: peperoni, fragole, pomodori, broccoli, verdure a foglia verde e agrumi. Altro valido supporto, gli integratori di vitamina C.
La funzione principale della pelle è quella di fungere da barriera contro gli insulti dall'ambiente, e la sua struttura unica riflette questo. La pelle è composta da due strati: lo strato esterno epidermico è altamente cellulare e fornisce la funzione barriera, mentre lo strato dermico, interno, garantisce forza ed elasticità e fornisce supporto nutrizionale all'epidermide. La pelle normale contiene alte concentrazioni di vitamina C, che supporta funzioni importanti e ben note, stimolando la sintesi di collagene e aiutando nella protezione antiossidante contro il fotodamaggio indotto dai raggi UV. È riconosciuto che lo stato nutrizionale sia nei confronti dei macronutrienti che dei micronutrienti è importante per la salute e l'aspetto della pelle. La prova è fornita dalle molte malattie da carenza vitaminica che provocano disturbi significativi della pelle.
NCBI "Adult Acne Versus Adolescent Acne"
NCBI "The Roles of Vitamin C in Skin Health"
NCBI "Role of Vitamin C in Skin Diseases"
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