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Dorato a salutare. Un colorito perfetto si ottiene solo con l’impegno. Dalla corretta esposizione all’assunzione di alimenti sani. Una pelle sana, idratata e protetta è il punto di partenza per affrontare radicali liberi e l’avanzare del tempo. Quindi un colorito sano, uniforme e senza scottature pericolose per la pelle. Ma qual è il segreto di un'abbronzatura perfetta e duratura? Creme mirate, solari, integratori e alimenti ricchi di beta-carotene, ovvero un carotenoide che si trasforma in vitamina A nell’intestino, per poi trovare spazio nel fegato dal quale verrà rilasciato in modo graduale. E poi gli antiossidanti, che oltre a combattere i radicali liberi, hanno effetti positivi anche su ossa e vista. Capacità che aumentano se i cibi che lo contengono vengono assunti insieme ad alimenti ricchi di zinco e vitamine C ed E. Dulcis in fundo, per accentuare il colorito, prezioso anche l’apporto bilanciato tra omega 3 e omega 6. Questi alimenti, oltre a facilitare l’abbronzatura, idratano e stimolano la produzione di melanina e permettono alla pelle di conservare la sua naturale elasticità proteggendo anche il corpo dalle temperatura alte e dal caldo eccessivo. Tra gli alleati della pelle a tavola oltre frutta e verdura, anche gli omega 3 e 6, utili per mantenere la cute giovane, elastica e favorendo il rinnovamento cellulare a tutti gli strati cutanei. Altro aiuto per un’abbronzatura perfetta: il beta-carotene. Essenziale per la salute della cute si deposita sulla pelle conferendole un aspetto dorato e un colore più scuro. Inoltre, è in grado di prevenire le scottature nei soggetti con pelli sensibili oltre a un’alterata fotosensibilità. Dotato di proprietà fotoprotettive, protegge la cute dalla luce solare in eccesso e quindi riduce la sensibilità della pelle durante l’esposizione al sole.

Scottature, segni, lentiggini, macchie senile, rughe, cute squamosa e, melanomi. Oltre l’incarnato uniforme c’è di più. Preparare la pelle all'esposizione solare è fondamentale per contrastare i danni provocati dai raggi UV. La strategia ideale è quella di approcciarsi al sole in modo graduale, abituando, pian piano, il nostro corpo ai raggi, evitando così uno shock dovuto all'esposizione troppo intensa. Ovviamente, tutti i fototipi devono seguire un approccio leggero al sole, con maggiore accortezza a chi ha la pelle più chiara. Al mare o in montagna, l’importante è essere sempre pronti e adeguatamente “protetti”. Ecco come preparare la pelle al sole. Il primo step di una beauty routine è proprio quello di esfoliare la pelle e idratarla con cosmetici giusti. Uniforme, compatta e morbida al tatto per prevenire la comparsa di macchie cutanee. L’abbronzatura è bella, ma attenzione ai danni della pelle. Tra i rischi di un’esposizione prolungata agli UV accelerazione dell'invecchiamento cutaneo e, di conseguenza, un aumento del rischio di cancro alla pelle. Tuttavia, l’abbronzatura, seppur  ricercatissima in estate è alla base di un singolare paradosso che non tutti conoscono. Il progressivo imbrunimento della cute non è altro che un ‘infortunio’ dello strato superficiale della pelle, diretta conseguenza dell'esposizione prolungata ai raggi solari. Un processo che accelera l’invecchiamento cutaneo per questo è di notevole importanza prevenire questo fenomeno utilizzando prodotti cosmetici con fattore protettivo così da garantire all’epidermide salute e benessere. Un piccolo accorgimento per evitare oltre ai danni irreparabile anche quella sensazione fastidiosa e dolorosa causata dall’ustione (di primo o secondo grado che sia). Altro inestetismo legato ai raggi UV: la comparsa di rughe. Infatti, la luce ultravioletta danneggia le fibre che si trovano nella cute (‘elastine’).

Tutti al mare!

Gloria Mosconi, biologa e nutrizionista spiega in un’intervista esclusiva a Life 120 come proteggere la pelle durante l’esposizione evitando danni permanenti e prepararla a un’abbronzatura dorata e duratura da far invidia, in vacanza, al vicino di ombrellone e, in città, al vicino di casa.

Qual è il legame tra melanina e abbronzatura e a cosa serve?

La melanina determina il colore naturale di ognuno di noi e svolge un ruolo fondamentale nella protezione dai raggi UV. E’ un pigmento presente in quantità differenti in ciascun soggetto a seconda di fattori genetici e alla esposizione ai raggi UV. Al contrario di come si pensa, la melanina è presente nella pelle e nei capelli, ma anche nel tessuto sottostante l’iride, nel midollo, nell’orecchio interno, nella ghiandola reticularis della ghiandola surrenale, nel nervo vago, nel ponte di Varolio, e nella substantia nigra del SNC (sistema nervoso centrale). Questa viene prodotta dai melanociti, cellule poste alla base dell’epidermide, quando la pelle viene sottoposta alla luce del sole e soprattutto ai raggi UV. È da questo pigmento che dipende il colore della pelle umana. Nonostante tutti gli esseri umani presentino mediamente la stessa quantità di melanociti nella pelle, a fare la differenza è l’attività di questi ultimi, la razza, la zona del corpo considerata e l’età. Inoltre la quantità di melatonina dipende anche dalla latitudine; gli abitanti delle regioni equatoriali hanno la pelle più scura e questo dipende da un naturale processo evolutivo che nel corso dei millenni ha sviluppato quelle caratteristiche necessarie all’evoluzione della specie per proteggersi dai raggi UV del sole e per difendersi dalla distruzione dei folati necessari in gravidanza.

In cosa consiste il processo dell’abbronzatura dove il risultato ultimo è un incarnato dal colorito più scuro?


Il colore della pelle è dovuto alla presenza di alcuni pigmenti presenti nello strato basale cioè la parte più profonda della pelle. Ce ne sono diversi ma il più importante è la melanina , prodotta dal nostro organismo per difenderci dai raggi solari. Finché la superficie corporea dell’uomo era ricoperta di peli la sua produzione era ridotta proprio perla presenza di questo manto pilifero che esplicava una azione di protezione. L’incremento della sua produzione come sistema di protezione dai raggi UV è aumentata nei secoli, quando, per il processo evolutivo dell’uomo la pelle è cominciata a diventare glabra. La melanina può essere di due tipi: una molto scura chiamata eumelanina presente nei capelli grigio, neri, biondi o marroni e maggiormente presente nelle carnagioni scure; e un’altra di colore rossiccio giallo, chiamata feomelanina che dona un colore che va dal rosa al rosso, presente nelle persone con capelli rossi e prevalentemente nelle donne, e più concentrata nelle mucose; l’ultima è la neuromelanina concentrata a livello dei neuroni cerebrali, di colore scuro che si sviluppa durante la crescita ma la sua funzione ancora del tutto chiara. La produzione di melanina dipende principalmente da tre fattori: 1) L’esposizione ai raggi UV: gli esperti del mestiere hanno dimostrato che i raggi UV sono in grado di aumentare il numero di una speciale proteina recettoriale chiamata intermedina o melanocortina presente sulle cellule dell’epidermide in grado di recepire il messaggio e favorire la sintesi di melanina.. Questo spiega come una abbronzatura è più sicura se presa a piccole dosi; le nostre cellule lentamente, risponderanno in maniera più efficace alla intermedina producendo via via più pigmento. 2) Fattore genetico: questo determina il colore costituzionale dovuto alla razza e al genere. Infatti il genere di sesso maschile produce più eumelanina rispetto alle donne. 3) Fattore ormonale: alcuni ormoni in particolar modo la melanocortina prodotta dall’ipofisi, è coinvolta nella pigmentazione della pelle durante l’abbronzatura e nella protezione dei tumori della pelle.

Che ruolo hanno gli antiossidanti?


Abbiamo già visto che l’insieme delle reazioni metaboliche che si svolgono all’interno del nostro organismo a livello cellulare porta alla formazione di molecole instabili chiamate radicali liberi. Abbiamo inoltre anche parlato che a scatenare la formazione di queste, non sono solo fattori endogeni ma anche esogeni come lo stress, il fumo, l’alcool e i raggi ultravioletti, compresi quelli provenienti dal sole. L’eccessiva presenza di queste molecole provoca non poche problematiche e per controllare la loro formazione e/o per contrastare il loro effetto negativo sull’organismo, oggi esisto formulazione arricchite di antiossidanti, in bustine o in perle da assumere per via orale, molti di origine vegetale, come i carotenoidi, precursori della vitamina A, dove la loro concentrazione plasmatica influenza il colore della pelle e che costituiscono un’ottima difesa per il nostro organismo.

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È necessario preparare la pelle all’abbronzatura?


Nonostante la melanina svolga un ruolo di protezione ai raggi UV, questo non è sufficiente, ed è indispensabile preparare e aiutare la pelle a difendersi ulteriormente. I motivi son molteplici: primo fra tutti perché quello che appartiene alla maggioranza delle persone è che il sole accentua quelli che sono i disturbi di un pelle secca e disidratata quindi una corretta dermocosmesi può sopperire ai fastidi correlati come pizzicore bruciore etc… La preparazione della pelle all’abbronzatura è bene che avvenga già in città, un paio di mesi prima dell’esposizione al sole. Non deve assolutamente mancare la detersione quotidiana della pelle del viso. Inoltre, consigliati sono i prodotti specifici che agiscono sia dall’interno che dall’esterno. Iniziando da quelli che agiscono dall’esterno si consiglia uno scrub oppure un esfoliante viso corpo per preparare la pelle ad essere più recettiva all’assorbimento dei prodotti che andremo ad utilizzare successivamente. Utilizzare creme o sieri dalla consistenza leggera, che abbiano un’azione protettiva ai raggi UV , azione antiossidante ed aventi anche la caratteristica di trattenere acqua in modo da effettuare una intensa azione idratante. Prima di uscire di casa, stendere un solare indicato alla propria carnagione. Abituarsi a queste misure preventive significa intervenire con netto anticipo sull’insorgenza soprattutto delle macchie solari. Inoltre è ormai assodato che c’è una correlazione tra una eccessiva esposizione al sole e l’incidenza della patologie della pelle come le cheratosi solari che sono delle formazioni pretumorali, ma anche tumori veri e propri come gli epiteliomi e per ultimo la forma più aggressiva come il melanoma. Ma anche problematiche legate ad una accelerazione dell’invecchiamento cutaneo e basta osservare la pelle di alcune categorie di lavoratori come i pescatori o i contadini per crearsi un’idea. Anche la comparsa di efilidi, o le lentigini solari o senili che appartengono a lesioni antiestetiche benigne che compaiono nei fototipi chiari, sono la conseguenza di una scarsa presenza di melanina per cui nelle zone sottoposte ad una maggiore irradiazione dei raggi UV come il dorso il décolleté o le spalle possono comparire queste lesioni molto fastidiose.

L'importanza della Vitamina D - intervista ad Adriano Panzironi

 

L’esposizione solare è fondamentale per fare il pieno di vitamina D?


Sentiamo parlare molto spesso della relazione tra l’esposizione al sole e i livelli vitamina D nel sangue. Infatti non a caso è chiamata vitamina del sole perché la sua fonte primaria di assorbimento non avviene attraverso l’alimentazione ma attraverso i raggi solari in particolare raggi UVB grazie alla sintesi che avviene nella nostra pelle, a partire da una sua provitamina. Per farne un po' di scorta sono sufficienti delle esposizioni ridotte: d’estate 10, 15 minuti circa 2, 3 volte a settimana; in primavera ed autunno 30, 40 minuti per tre quattro volte a settimana. Nonostante ciò, anche se potrebbe sembrare assurdo, la stragrande popolazione europea ed americana (soprattutto quella del nord), soffre di carenza di vitamina D. Questo è perché non ci esponiamo abbastanza e perché l’alimentazione non è in grado di sopperire questa mancanza. Per questo motivo è bene assumerla sotto forma di integratore monitorando i suoi livelli deficitari attraverso le analisi del sangue.

Quali sono i rischi di una sua carenza?

Le numerosissime funzioni in cui è coinvolta la vitamina D assumono un significato elevatissimo per il benessere dell’organismo. Assume un ruolo fondamentale nell’assorbimento di calcio e fosforo e nel rafforzamento della struttura scheletrica. Inoltre contribuisce alla salute cardiovascolare e il suo contributo antiinfiammatorio è in grado di controllare la crescita e la differenziazione cellulare e la prevenzione della trasformazione neoplastica, ad esprimere la sua azione antiinfiammatoria a tuttotondo, controlla i processi infettivi e il buon funzionamento della tiroide. Inoltre controlla il sistema renina angiotensina, la secrezione insulinica, ma soprattutto è la vitamina del sistema immunitario Queste, in maniera sintetica, sono le più importanti azioni della vitamina D soprattutto sotto forma di vitamina D3 chiamata colecalciferolo che si può reputare un vero e proprio ormone sintetizzato dall’organismo a livello cutaneo per mezzo dell’esposizione ai raggi UVB. Avere livelli soddisfacenti nel sangue della suddetta vitamina anche attraverso l’uso di integratori (solo il 10% viene assorbita attraverso i cibi che ne contengono scarsa quantità), ci permette di controllare e/o di prevenire moltissime problematiche ed è quindi semplice comprendere i rischi a cui si può andare incontro nel momento in cui vi è una carenza della stessa. Vale la pena spendere due parole per comprendere fino in fondo quali sono gli aspetti che possono creare dei limiti sull’assorbimento della vitamina D. Entriamo nel merito dell’obesità e dell’acidosi tissutale. Le cellule adipose chiamate anche adipociti, sono in grado di trattenere la vitamina D impedendone la sua disponibilità e utilizzo. Quindi il consiglio per le persone obese è quello di fare il più possibile integrazione. Per quanto riguarda invece una condizione in cui sia presente l’acidosi tissutale , questa promuove la distruzione della vitamina D da parte dei reni, perché in questa patologia, c’è il richiamo di calcio nel sangue proprio per correggere l’acidosi. Per la presenza di troppo calcio si attiva il paratormone che per evitare maggiore assimilazione dall’intestino, fa diminuire la vitamina D attiva nel sangue – come sostiene anche Adriano Panzironi nel libro Vivere 120 anni: le verità che nessuno vuole raccontarti - . Quindi è buona norma assumere a qualsiasi età Vitamina D, ma in particolare è consigliata in determinate situazione come quelle sopra citate.

Perché è importante scegliere cosmetici con fattore protettivo ai raggi UVA/UVB?


La luce solare è la fonte naturale più importante di radiazioni ultraviolette, frutto di una reazione nucleare al centro del sole in cui i raggi che ne derivano viaggiano verso la terra. I suddetti si distinguono in raggi UVA , UVB e anche gli UVC. Si diversificano fra loro per la diversa lunghezza d’onda. I raggi UVC sono poco conosciuti; hanno una lunghezza d’onda corta e sono molto violenti, ma per nostra fortuna, non sono in grado di attraversare gli strati di ozono. Cerchiamo ora di comprendere la differenza fra raggi UVA e UVB di capire se una crema contiene solo filtri UVB da una che contiene invece anche filtri UVA. Diversamente, i raggi UVB, meno violenti, si presentano con una lunghezza d’onda più lunga, ma sono meno aggressivi rispetto agli UVC. Hanno l’inconveniente di essere in grado di attraversare parzialmente gli strati di ozono e riescono a raggiungere il suolo e a superare gli strati dell’epidermide. Sono quelli in grado di donare la tanto amata abbronzatura ma di contro anche di scatenare i noti eritemi solari, danneggiare il DNA, causare i tumori della pelle, la disidratazione e l’invecchiamento precoce della stessa. I raggi UVA hanno energia inferiore e lunghezze d’onda più lunghe rispetto agli altri due, ma sono più penetranti, influenzando così le cellule più profonde della pelle. Quando ci si scotta, anche in presenza di nuvole e finestre è proprio per causa loro e per le loro caratteristiche penetranti. Sono rapidi nella loro azione infatti gli UVA sono quelli utilizzati per i lettini abbronzanti. Ora una pelle abbronzata ha il “falso mito” di proteggerci dai raggi solari, ma non dobbiamo farci tradire da questo immaginario collettivo in quanto, benché abbronzata, avrà un fattore di protezione (SPF) pari a 2, quindi bassissimo. Questo per dire che la pelle va sempre protetta con la crema. Quando si acquista è bene accertarci che sia una crema “ad ampio spettro” che quindi avrà la capacità di proteggerci sia dai raggi UVA che UVB, e con un fattore minimo di 30 SPF. Riapplicarla ogni due ore o più frequentemente se si suda molto o si sta in acqua. Esporsi per tempi limitati, usare cappelli ed occhiali e soggiornare in zone ombreggiate.

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Per approfondimenti:

Il Giornale "Gli alimenti colorati che favoriscono l'abbronzatura"

Pagine Mediche "Sole e abbronzatura: attenzione ai danni alla pelle"

Tuo benessere "Pelle a prova di abbronzatura: proprietà e benefici del beta carotene"

Il Corriere della Sera  "Dai peperoni rossi alle uova, ecco i cibi che aiutano a fare il pieno di collagene"

AGI "Pelle: contro l'invecchiamento, glicani stimolano collagene"

Ansa "Rughe, è tutta una questione d'acqua"

Alimentazione Gazzetta "Dieta e beauty routine per una pelle luminosa e sana: alimenti, creme e trattamenti"

Alimentazione Gazzetta "Vitamine per la pelle, nella dieta e nelle creme: quali sono le più utili?"

Starbene "Salute della pelle e alimentazione"

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Pubblicato in Informazione Salute

Contro i segni del tempo un corretto regime alimentare e creme funzionali. Perché laddove l’alimentazione non basta, ci pensa la cosmesi! Con il passare degli anni, nella pelle si manifesta una riduzione dei meccanismi di riparazione del DNA e un progressivo accumulo di proteine e di lipidi ossidati. In particolare la cute risente come non mai l’avanzata dei radicali liberi, causa peraltro del cosiddetto stress ossidativo, tra i principali responsabili della formazione di rughe e segni d’espressione. I radicali liberi agiscono negativamente contro le cellule, intaccando la loro membrana plasmatica e portando al loro rapido deterioramento e ad altre problematiche dell’epidermide. Un processo che si origina dalla conseguenza diretta, oltre al fattore temporale, di scelte e di abitudini sbagliate. Solchi, macchie e altre imperfezioni sono tra i principali segni evidenti di una pelle che sta perdendo, giorno dopo giorno, elasticità e tonicità. Tra gli elementi del benessere della pelle: trealosio, argento colloidale, collagene, vitamine e antiossidanti.

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Le rughe non sono altro che pieghe superficiali e segno evidente della scarsa elasticità e tonicità della pelle. Tuttavia, oltre all’invecchiamento, questi segni sono anche la conseguenza di fattori esterni e ambientali. La principale causa della loro insorgenza è la perdita della struttura della cute. Le cellule, in un primo momento, diventano meno attive, poi si assiste a una riduzione della sintesi di fibroblasti, fibre elastiche, fibre di collagene e glicosamminoglicani. Anche la minore produzione di sebo, genera l'assottigliamento del film idrolipidico e la disidratazione cutanea, responsabile della formazione delle rughe è anche il foto-invecchiamento provocato dall'eccessiva esposizione alle radiazioni UV, naturali o artificiali che siano. Tra le insidie per la pelle indubbiamente il glucosio, lo zucchero indispensabile per la vita delle cellule. Monosaccaride contenuto soprattutto nei farinacei e se presente in dosi elevate, potrebbe rivelarsi nocivo in quanto, legandosi alle proteine del collagene, causerebbe una perdita di elasticità e di compattezza cutanea, prodromi questi della comparsa delle rughe. Andrebbe dunque limitato l'apporto di cibi ricchi di amidi come pasta, pane, riso, patate e dolci.

Tempo e disidratazione

Da quelle della fronte, al contorno occhi e labbra. Le rughe sono il più comune segno di invecchiamento dove fibre elastiche e collagene presenti nel derma perdono la capacità di contrastare la forza di gravità. Alterazioni cutanee, ovvero inestetismi, causati da un danno strutturale alle fibre di collagene ed elastiche. Disidratazione e pelle secca poi ne accelerano la comparsa. Di conseguenza, laddove l’idratazione scarseggia si manifesta la secchezza cutanea e più la pelle è secca, maggiormente questa sarà predisposta alla formazione delle rughe. Per mantenere la pelle giovane e bella è importante contrastare, sia dall’interno che dall’esterno, questo processo di impoverimento cutaneo che comincia intorno ai 30 anni. Tra le buone abitudini per ritardare, o addirittura prevenire la formazione precoce delle rughe, sicuramente quello di mantenere la pelle, soprattutto quella del viso, costantemente idratata e nutrita, scegliendo cosmetici mirati e detergenti adatti al proprio tipo di pelle. Gloria Mosconi, biologa e nutrizionista, spiega in un’intervista esclusiva a Life 120 come intervenire e riequilibrare l'idratazione in tutti gli strati della pelle e con quali rimedi prevenire i postumi di secchezza e disidratazione e ripristinare quindi una corretta idratazione cutanea nonostante l’avanzare dell’età.

In che modo la scarsità di collagene influisce sulla comparsa delle rughe?

I fibroblasti sono deputati alla produzione di collagene, ma non solo, anche di elastina, e glicosaminoglicani, cioè gli zuccheri della pelle, precursori dell’acido ialuronico. Insieme formano la struttura che determina l’impalcatura di sostegno del derma, quella che prende il nome di Matrice del Derma, che da l’effetto della pelle rigida e piena. Numericamente i fibroblasti diminuiscono con l’avanzare dell’età, e questo rallenta anche la loro capacità di riprodursi. Il tessuto di sostegno (matrice), si depaupera e tende a cedere: compaiono sull’epidermide segni e solchi di profondità variabile perché il derma tende a collassare ed i risultati si vedranno sul volume e sul contorno del viso.

Frontale, periorbitali e perilabiali. Intorno a quale fascia di età fanno la comparsa i primi segni di espressione?

Il rilassamento della pelle inizia intorno ai 30 anni e diventa un processo inesorabile con l’avanzare dell’età. Possono apparire in un viso anche più giovane ma queste, appartengono prevalentemente a gesti ripetuti come la contrazione della bocca quando si fuma portando alla formazione di rughe verticali sul labbro superiore, dette codice a barre; o il fatto di corrugare le sopracciglia, o nelle persone emotive etc… La conseguenza di questi gesti ripetuti porta al formarsi delle cosiddette rughe di espressione anche sulla fronte ed introno agli occhi.

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Quali fattori causano l’insorgenza delle rughe? Tra questi anche quelli provocati dall’esposizione solare e quelli cellulari prodotti dai radicali liberi?



La ruga prende vita nella parte più profonda della pelle, chiamata derma, in seguito all’azione di fattori sia interni che esterni. Vediamo insieme quelli fra i più importanti. Fra quelli interni individuiamo il microcircolo, radicali liberi, ormoni. Fra quelli esterni invece, fumo, alcool, photoaging e rilassamento cutaneo per dimagrimento. Il microcircolo: con il passare degli anni si verificano dei cambiamenti, le reti dei piccoli vasi perde elasticità perché tendono a dilatarsi, diminuendo quindi la portata nel sangue di ossigeno e sostanze nutritive alle cellule. Diminuisce anche il livello energetico che le cellule hanno a disposizione che non saranno più in grado di produrre la stessa quantità di collagene ed elastina. I radicali liberi: anch’essi svolgono un ruolo significativo nella formazione delle rughe. I radicali liberi, come noto, sono prodotti di scarto cellulare. Ora in condizioni fisiologiche c’è un equilibrio fra la loro generazione e la loro neutralizzazione grazie ai meccanismi di difesa antiossidativi di cui l’organismo naturalmente dispone. Quando però lo stesso organismo non si trova in equilibrio i radicali liberi tenderanno a prevalere determinando un danno chiamato stress ossidativo, che a lungo andare si ripercuote anche sul lavoro dei fibroblasti. Questo processo è particolarmente spiccato nell’anziano perché sono minori le difese antiossidanti e la capacità di riparazione cellulare, compreso il DNA. Gli ormoni: svolgono un ruolo fondamentale nei processi di invecchiamento. Quando in menopausa si ha un calo di questi la pelle e le mucose diventano inesorabilmente più secche. Diminuisce infatti la capacità delle ghiandole sebacee a produrre sebo esponendo la pelle a maggiori danni anche da parte dei raggi UV e non solo nella formazione delle rughe ma anche in quella delle macchie cutanee. Il photoaging: anche di inverno non si può sottovalutare l’azione dei raggi solari. Chiaramente faccio riferimento anche alla lampade abbronzanti. Gli UV ci colpiscono anche in presenza di nuvole ed in presenza di basse temperature. Anche di inverno è importante schermare la pelle per esercitare una fotoprotezione e proteggerci dal fotoinvecchiamento, una delle misure queste per prevenire le modificazioni delle strutture profonde di sostegno della pelle: i fibroblasti. Il fumo: è causa di una significativa riduzione dei livelli di ossigenazione del sangue proprio per le sostanze chimiche che aspiriamo. Inoltre è interessante sapere che uno studio condotto presso l’University of California School of Medicine di San Francisco e pubblicato recentemente sulla rivista Cosmetic & Toiletries Science Applied ha dimostrato che se il vizio del fumo è abbinato ad una esposizione solare smodata, il processo di invecchiamento accelera di 11,4 volte in più rispetto a chi non fuma e si abbronza poco. Il rilassamento cutaneo legato al dimagrimento: le modalità di un processo di dimagrimento debbono essere sempre sotto il monitoraggio, l’osservazione, di un tecnico del mestiere. Infatti se brusco ed eccessivo la pelle non avrà il tempo di adattarsi alla nuova condizione e si rischia di andare incontro ad un cedimento della stessa. Sapere cosa mangiare durante una dieta è fondamentale per tutelare la massa magra e scheletrica che rappresentano la struttura in cemento armato del nostro corpo e che vanno sempre tutelate. È bene comunque evitare oscillazioni frequenti di peso. Inoltre l’attività fisica anche il semplice camminare o nuotare, rende la pelle più tonica. 

È possibile prevenirle con prodotti mirati a base di acido ialuronico?

Prendersi cura della pelle con rughe del viso e del corpo rappresenta un grande gesto d’amore del proprio vissuto della propria storia ed il via libera ai prodotti è per trasformare i segni del tempo in caratteri di cui andare fieri. La beauty routine (latte detergente e tonico), insieme a creme sieri ed oli è la soluzione per avere un aspetto sano senza perdere la propria identità. Effettuare anche degli scrub sulla pelle del volto e del corpo può essere molto utile. Fra e numerose sostanze ad azione idratante ed antirughe ricche di utili vitamine che l’enorme mercato dei cosmetici propone, concentrerei l’attenzione sulla punta di diamante dell’idratazione: l’acido ialuronico. Ripristinando il giusto equilibrio di idratazione, stimola i fibroblasti ad aumentare la produzione di collagene che insieme all’elastina, come abbiamo già visto, contribuiscono a contrastare in prevenzione o a migliorare, se già presenti, le rughe. Immaginatelo come una spugna in grado di assorbire e trattenere umidità. Attualmente viene ottenuto in laboratorio in maniera naturale attraverso la fermentazione batterica di alcuni lieviti. In passato si è presentato il problema di come far veicolare l’acido ialuronico a livello transdermico a causa del suo alto peso molecolare. I cosmetologi nel corso degli anni, hanno lavorato per formulare e creare molecole di questo acido sempre più microscopiche, rendendo così possibile la penetrazione in profondità nei tessuti e permettendo così una azione idratante più profonda.

Esiste un trattamento specifico o uno stile di vita regolato da comportamenti sani e corretti per trattare questo inestetismo cutaneo?

Quando si parla di benessere del corpo nel senso esteso del termine, è bene focalizzare che le misure atte a migliorare una condizione, qualsiasi essa sia, dovranno essere un insieme di sani comportamenti che lavorando in sinergia fra loro, saranno in grado di migliorare questa condizione. Anche nel caso delle rughe, è difficile immaginare che l’utilizzo della sola crema per il volto o per il corpo, possa essere in grado di dare gli stessi risultati che avremmo se associassimo anche uno stile di vita in cui limitiamo l’uso di alcool, quello di sigaretta, il sano regime alimentare di prodotti ad azione antiossidativa, come la verdura e la frutta, il consigliato utilizzo di integratori contro la formazione di radicali liberi e l’esposizione smodata ai raggi UV per il fotoinvecchiamento. È bene quindi tenere in mente tutta questa serie di accorgimenti per apprezzare il miglioramento sulla formazione delle rughe, in prevenzione, e su quelle già esistenti.

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Per approfondimenti:

La Repubblica "Idratare: primo passo per una pelle sana"

Corriere Nazionale "Idratazione della pelle: perché è importante"

MSN "Disidratazione della pelle del viso: come rimediare"

Il Giornale "Pelle mista, secca, grassa o sensibile: ecco come riconoscerla"

Wikipedia "Idratazione cutanea"

Ansa "Rughe, è tutta una questione d'acqua"

JAAC "Trehalose-Induced Activation of Autophagy Improves Cardiac Remodeling After Myocardial Infarction"

Alimentazione Gazzetta "Dieta e beauty routine per una pelle luminosa e sana: alimenti, creme e trattamenti"

Alimentazione Gazzetta "Vitamine per la pelle, nella dieta e nelle creme: quali sono le più utili?"

Wikipedia "Pelle"

Starbene "Salute della pelle e alimentazione"

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Pubblicato in Informazione Salute

Tesa, ruvida, desquamata, screpolata. La pelle secca e disidratata è tra le principali cause di problemi alla pelle e di invecchiamento precoce. Il primo campanello d’allarme, conosciuta anche come xerosi, ci segnala che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe. Dagli agenti atmosferici ai problemi ormonali. Troppo spesso trascurata e sottovalutata, questa manifestazione cutanea viene generalmente causata da un’infinita varietà di fattori. La pelle, oltre a riflettere il benessere dell’intero organismo, svolge un’importante azione di protezione dagli agenti esterni e proprio per questo dobbiamo prendercene cura quotidianamente. A lanciare queste richieste d’aiuto sono soprattutto il viso, i gomiti e le ginocchia. Un ottimo rimedio per contrastarne la comparsa fin dai primi segnali è sicuramente l’attenzione nella scelta di alimenti ricchi di vitamine e minerali preziosi, meglio ancora poi se supportati da prodotti e trattamenti specifici. Difatti, è fondamentale in questi casi una beauty routine studiata ad hoc che preveda innanzitutto un’adeguata detersione e idratazione. «Una pelle si definisce secca quando il contenuto di acqua e sebo, presente nello strato più superficiale dell’epidermide, è sensibilmente inferiore rispetto ai parametri fisiologici. Partendo da questa definizione, andiamo a comprendere più nel dettaglio il significato, e le misure che si possono prendere» spiega Gloria Mosconi, biologa. Quando la pelle perde idratazione ed elasticità, fino a diventare secca e screpolata la cause posso essere diverse. Tra queste le principali sono una perdita di acqua dallo strato corneo, un’accelerazione del ricambio cellulare (dovuto a stimoli irritativi o a condizioni patologiche) o ancora, a seguito di un’alterazione della produzione di lipidi, ma anche a seguito dell’utilizzo di detergenti aggressivi che eliminano il film idrolipidico, di un'esposizione inappropriata al sole o ad un clima troppo freddo o troppo caldo oppure dovuta a particolari patologie della pelle. Inoltre, se la barriera naturale presente sulla pelle viene danneggiata, la cute diventa più vulnerabile alle aggressioni esterne e maggiormente incline alle irritazioni e alle infezioni.

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Secca, mista o grassa. La disidratazione è una condizione che non risparmia nessun tipo di pelle. Tuttavia, ci sono comunque, oltre ai fattori predisponenti, anche delle categorie maggiormente a rischio. Tra i più colpiti dalla disidratazione indubbiamente bambini e anziani. Una predisposizione fisiologica che nei più piccoli si manifesta con una maggiore fragilità della pelle dovuta alla ancora scarsa attività delle ghiandole sebacee. Ed è proprio in mancanza di questo grasso che l’epidermide risulta più sottile e permeabile, e quindi, più a rischio di arrossamenti e disidratazione. Mentre, in età senile, si assiste a qualcosa di molto simile, ad una graduale riduzione del lavoro delle ghiandole sebacee e di tutti i vari componenti che costituiscono il film idrolipidico, per un generale e normale invecchiamento cellulare. Oltre alla produzione del sebo, si riduce anche quella del glicerolo, sostanza fondamentale per il trasporto di acqua tra i vari strati della pelle, mentre il derma tende ad assottigliarsi. In pratica, negli anziani, la pelle resta più esposta all'azione aggressiva degli agenti esterni e maggiormente soggetta a fenomeni irritativi. Tra le altre cause anche diverse patologie sono collegate alla secchezza cutanea tra cui dermatite atopica, eczemi cronici, ittiosi, psoriasi, eritema solare, ipotiroidismo, morbo di Hashimoto, patologie a carico del connettivo (come la. sclerodermia). «Il piacere di vedere la pelle sana e radiosa, è un desiderio che appartiene a tutti, ma un fenomeno molto frequente che si presenta e ostacola questo risultato è proprio la secchezza cutanea. Un fattore questo, che interessa e affligge una grande fetta della popolazione, e la particolarità è che coinvolge tutte le fasce di età, a partire dai più piccoli fino all’età molto avanzata, indistintamente uomini e donne» conclude la biologa.

L’importanza dell’idratazione

Quali possono essere le possibili soluzioni per migliore questa problematica? Cosa possiamo fare quotidianamente per controllare la secchezza cutanea ed i vari fastidi ad essa correlati? Gloria Mosconi, biologa e nutrizionista, spiega in un’intervista esclusiva a Life 120 come si origina una scarsa regolazione di acqua in tutti gli strati della pelle e con quali rimedi combattere gli effetti della secchezza e ripristinare una corretta idratazione cutanea.

Dagli strati superficiali a quelli profondi, quali sono le cause (sia interne che esterne) di secchezza cutanea e disidratazione e come riconoscerla fin dai primi segnali?

Le cause esterne di questo disagio sono soprattutto riconducibili a una correlazione tra l’ambiente e la secchezza della pelle ed in particolare a condizioni climatiche come l’esposizione prolungata ai raggi UV, d’estate e all’aria condizionata, d’inverno. Sempre favorita, quest’ultima, nei luoghi dove l’aria è più asciutta. Mentre fra le cause interne rientrano tutti quei soggetti la cui espressione cutanea risulta essere eccessivamente reattiva nei confronti di vari stimoli. O meglio, i fattori possono essere costituzionali, alimentari e genetici. In particolare i lattanti e bambini piccoli sono esposti ad un maggior rischio a causa del loro sistema immunitario ancora debole. Quando il prurito lascia lesioni sulla pelle, il soggetto strofina continuamente la zona lesa lasciando la cute secca e arida. Diversi studi dimostrano che la disidratazione è dovuta dall’alterazione dell’attività enzimatica 6-gamma-reduttasi, categoria di acidi grassi essenziali utili anche al mantenimento del film idrolipidico, ovvero la fisiologica barriera di protezione della cute. Anche l’avanzare dell’età figura tra le altre cause riconducibili a un inevitabile assottigliamento della pelle e all’impoverimento del film idrolipidico, compromettendone l’idratazione. Tuttavia si manifesta in forme diverse a seconda della zona colpita e della severità.

È possibile prevenire e contrastare l’alterazione della barriera idrolipidica?

Tra i nostri organi più importanti, la pelle, specchio del benessere cellulare, ci protegge dall’ambiente circostante. Ciò premesso, quando ci troviamo in una condizione di secchezza cutanea, questa può risultare ruvida, tesa oppure screpolata, desquamata, tagliuzzata, infiammata, pruriginosa, meno resistente, fragile, poco elastica, e viene danneggiata la sua capacità di funzionare adeguatamente. Sul viso è particolarmente fastidiosa e compare prevalentemente sulle guance, intorno agli occhi e sulle labbra (non a caso si utilizza il burro di cacao), e può essere causa di un aspetto invecchiato. Quella del corpo, invece, si presenta prevalentemente sulle gambe e sui piedi, poiché queste zone sono più esposte all’ambiente, ma anche perché presentano quantità inferiori di ghiandole sebacee. La carenza di lipidi cutanei e di acqua nelle cellule sono il biglietto da visita di una pelle secca. È buona norma intervenire subito alla comparsa dei primi segnali per prevenire e contrastare questo segnale della pelle attraverso i consigli suggeriti di seguito.

Esistono regole da seguire o principi attivi in grado di contrastare questo fenomeno e per preservare il normale comfort della pelle?

È fondamentale ed indispensabile prendersi cura di questo tipo di pelle usando costantemente saponi delicati, ad esempio a base di tiglio e non aggressivi che faciliterebbero la disidratazione, e che rispettino quel poco film idrolipidico, lasciando le poche tracce di sebo rimaste. Inoltre la temperatura dell’acqua non dovrebbe superare i 37 gradi ovvero quella corporea. Una volta finita la doccia, tamponare la pelle e applicare sempre una buona crema idratante su tutto il corpo. Utilizzare gli spray in bomboletta di acque rinfrescanti, ancora meglio se addizionate di principi attivi idratanti. Questi piccoli prodigi della tecnologia, molto utili d’estate per la loro azione rinfrescante ma consigliati e a portata di mano per tutto l’anno, ricchi di vitamine, comodissimi da tenere in borsa e sempre pronti all’uso in ogni momento della giornata. Consigliatissimi per il corpo e il volto anche prima di un ritocco del trucco. È possibile, ai tempi di oggi, individuare diversi principi attivi ad azione idratante: dagli oli naturali ai burri come ad esempio quello di cocco utilizzato nelle creme per il viso e per il corpo, acido ialuronico, collagene, pantenolo, aloe vera, malva, tiglio, fiordaliso; così come l’urea, l’acido lattico e gli amminoacidi. Ma, degno di nota in quanto spicca ed eccelle per le sue innumerevoli proprietà idratanti, è proprio il trealosio, presente in molti organismi viventi come piante funghi batteri ed invertebrati. Un esempio naturale di trealosio, è la rosa di Gerico, originaria della Terra Santa, chiamata anche “Pianta della resurrezione”. Madre Natura permette infatti che il trealosio venga prodotto attraverso un processo noto come anidrobiosi, dove si induce uno stato di dormienza che permette alla cellula di sopravvivere in condizioni di estrema disidratazione, ma contemporaneamente agisce come regolatore della pressione osmotica, regolando così la concentrazione salina, quindi l’idratazione, nei fluidi biologici (nel sangue). Inoltre, mantiene l’equilibrio di alcuni componenti della membrana cellulare come i fosfolipidi. Un aspetto fondamentale questo per combattere la problematica della secchezza cutanea. Non a caso, le creme antietà contenenti trealosio prendono anche il nome di “creme osmotiche”.

In che modo alimentazione e cosmesi contribuisco alla riduzione di questo inestetismo cutaneo?

Ancora una dieta scorretta e una idratazione carente possono contribuire a peggiorare questa situazione. Un buon apporto di acqua ed il consumo di alimenti con la giusta quantità di grassi, vitamine, amminoacidi e proteine è indispensabile per mantenere una pelle idratata ed elastica. E per ultimo, ma non per minore importanza, l’uso dei cosmetici aggressivi con ridotta quantità di attivi ad azione idratante, e/o presenza di alcool e l’assunzione a lungo termine di farmaci come diuretici, contraccettivi ormonali possono alterare il film idrolipidico. Infatti a seguito dell’assunzione di farmaci è buona norma monitorare le condizioni di salute della pelle attraverso visite specialistiche dermatologiche o di medicina estetica. Il primo consiglio per risolvere o migliorare questa problematica, e di conseguenza riuscire a controllare la secchezza cutanea e fastidi correlati, è quello di idratare quotidianamente la pelle dall’interno bevendo molta acqua e facendo consumo quotidiano di alimenti ricchi di questo elemento che, non dimentichiamolo mai, è alla basa della salute delle nostre cellule. Frutta e verdura di stagione non possono assolutamente mancare nella dieta di chi soffre di pelle secca. Poi non dimentichiamo mai la beauty routine che quotidianamente va fatta.

Anche acceleratore dei processi di invecchiamento, tra cui proprio la comparsa di rughe?

Si certo! Con l’avanzare dell’età la capacità da parte dell’organismo di trattenere acqua si riduce e si ha anche una contemporanea riduzione nella produzione degli grassi cutanei predisponendo la pelle ad essere più sottile, fragile, e alla comparsa dei primi segni dell’invecchiamento, fra cui le rughe perché la cellula si troverà più o meno svuotata della sua linfa vitale: l’acqua!

C’è un rapporto tra questa e le infezioni batteriche o virali e le micosi?

Le infezioni della pelle possono svilupparsi anche da una malattia cutanea preesistente il cui substrato presenta una pelle secca o molto secca. Come avviene ad esempio nella dermatite atopica, dove la pelle nelle forme più avanzate, o nelle fase acuta, può presentare delle lesioni, queste possono essere veicolo per microbi di qualsiasi tipo a seconda della stagionalità e degli ambienti che si frequentano come docce delle palestre, piscine o sabbia. Comunque la disidratazione, in generale, causa tensione della pelle ed essendo anche poco elastica tende ad esfoliarsi, fessurarsi e tutto questo espone la cute al rischio di infezioni virali, batteriche o micotiche.

La disidratazione cutanea rappresenta un campanello d’allarme o un fattore predominante per l’insorgenza di altre patologie?

Ci sono diverse forme attraverso cui si manifesta, a seconda della severità e della zona colpita. La secchezza cutanea che dal greco prende il nome come Xerosi, può essere collegata ad alcune malattie come l’ittiosi, un processo di desquamazione e di sfaldamento profondo della pelle che va da una forma lieve fino ad arrivare ad una grave sindrome deturpante. Può essere il segno di una malattia sistemica, si differenzia da una semplice secchezza cutanea proprio perché diventa invalidante a seguito di diagnosi clinica. Ma ancora la dermatite atopica, la psoriasi e la cheratosi piliare, appartengono a malattie caratterizzate un unico comun denominatore, ovvero da pelle secca. Alla base di una secchezza cutanea anche malattie metaboliche come ipotiroidismo, insufficienza renale e diabete.

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Per approfondimenti:

La Repubblica "Idratare: primo passo per una pelle sana"

Corriere Nazionale "Idratazione della pelle: perché è importante"

MSN "Disidratazione della pelle del viso: come rimediare"

Il Giornale "Pelle mista, secca, grassa o sensibile: ecco come riconoscerla"

Wikipedia "Idratazione cutanea"

Ansa "Rughe, è tutta una questione d'acqua"

JAAC "Trehalose-Induced Activation of Autophagy Improves Cardiac Remodeling After Myocardial Infarction"

Alimentazione Gazzetta "Dieta e beauty routine per una pelle luminosa e sana: alimenti, creme e trattamenti"

Alimentazione Gazzetta "Vitamine per la pelle, nella dieta e nelle creme: quali sono le più utili?"

Wikipedia "Pelle"

Starbene "Salute della pelle e alimentazione"

LEGGI ANCHE: Radicali liberi e pelle: come difendersi dagli artefici dell’invecchiamento

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Fondamentali contro gravi malattie, nel contrastare danni al DNA e preziosi per il benessere quotidiano, soprattutto per quello degli sportivi. «L’attività fisica sottopone l’organismo ad uno stress ossidativo. Quindi integrare con degli omega 3 o degli antiossidanti in generale può essere particolarmente utile[...]. Lo sportivo brucia moltissimo ossigeno, per questo è fondamentale un’alimentazione ben bilanciata con una buona quota di frutta e verdura, ma anche con spezie e aromi» spiega in un'intervista a Gazzetta Active la dottoressa Jessica Falcone, biologa nutrizionista presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele Turro e RAF First Clinic di Milano. Per definizione, qualunque sostanza capace di interferire con le reazioni chimiche di ossidazione che danno origine ai radicali liberi o di neutralizzare quelli già prodotti. Il processo di ossidazione, introduce danni e alterazioni strutturali in proteine, acidi grassi, colesterolo, DNA e altri composti organici che compromette irrimediabilmente il corretto funzionamento dell’organismo e facilitare lo sviluppo di malattie di vario tipo, in relazione alla funzione, al gruppo di cellule o al tessuto danneggiati dall’ossidazione. Infatti, in particolari circostanze, la produzione endogena di radicali liberi e lo stress ossidativo che ne deriva possono aumentare (come avviene ad esempio durante una malattia infettiva batterica o virale oppure durante una dieta ricca di zuccheri o a fronte di un consumo smodato di alcolici), incrementando di conseguenza anche il fabbisogno quotidiano di agenti antiossidanti in grado di contrastarli.

Scientificamente dimostrato poi che un eccesso di composti ossidanti (o “stress ossidativo”) è associato allo sviluppo e/o al peggioramento di patologie cardiovascolari (arteriosclerosi, infarto, sindromi coronariche ecc.), malattie metaboliche (diabete, sindrome metabolica e obesità), con dizioni infiammatorie, malattie degenerative neurologiche (declino cognitivo, demenza, perdita dell’udito ecc.), psicosi e altri disturbi psichiatrici. Numerose indagini scientifiche hanno fornito prove evidenti sugli effetti protettivi di specifici antiossidanti soprattutto nell’ambito della prevenzione oncologica e delle patologie cardiovascolari e metaboliche. Contro i tumori, ad esempio, gli antiossidanti si dimostrano efficaci perché favoriscono la riduzione della probabilità che i radicali liberi interagiscano con la doppia elica del DNA e, quindi, che si instaurino le alterazioni genetiche (mutazioni) alla base delle neoplasie. A livello cardiovascolare, l’effetto protettivo è legato alla capacità degli antiossidanti di combattere i radicali liberi in corrispondenza delle pareti delle arterie, dove questi composti dannosi accelerano e aggravano l’aterosclerosi favorendo lo sviluppo di patologie coronariche ed eventi acuti come l’infarto miocardico e l’ictus cerebrale. E ancora, considerato che lo stress ossidativo è un risultato associato a un’accelerazione dei processi di invecchiamento dell’organismo a tutti i livelli, e quindi, non solo cutaneo, ma anche cardiovascolare e neurologico, uno stile alimentare ricco di antiossidanti potrebbe dimostrarsi un prezioso alleato per contenere il naturale declino fisico e intellettivo associato allo scorrere del tempo.

Amici fantastici e dove trovarli


Evitano danni irreparabili al nostro organismo. Gli antiossidanti, secondo la definizione universalmente riconosciuta, sono quindi sostanze capaci, anche se presenti in piccola quantità, di ritardare o inibire i processi di ossidazione di materiali degradabili. Opponendosi all’azione dell’ossigeno, prevengono o quanto meno ritardano l’ossidazione di un’altra sostanza ossidabile. In sostanza, impediscono/inibiscono la formazione e l’azione degli agenti ossidanti e reagiscono direttamente con l’ossigeno. Esistono due categorie di antiossidanti: quelli primari o preventivi (la cui funzione è quella di impedire o ritardare l’ossidazione tramite rimozione o inibire dell’agente ossidante) mentre quelli secondari (la cui funzione è di interrompere l’ossidazione, una volta iniziata). Inoltre, molte malattie degenerative, così come l’invecchiamento, riconoscono tra i meccanismi di base un aumentato stress ossidativo. L’organismo produce naturalmente una serie di antiossidanti definiti endogeni (glutatione, il coenzima Q e gli enzimi superossido dismutasi e catalasi). Gli altri vengono quotidianamente introdotti nell'organismo attraverso il cibo. Di qui l’importanza di una dieta sana ed equilibrata poiché, il perdurare di una condizione di stress ossidativo, potrebbe essere alla base dell’insorgenza di alcune importanti patologie.

Gli antiossidanti sono delle molecole che possiamo produrre direttamente nel nostro organismo, che li ha già dentro di sé, oppure assumere attraverso l’alimentazione - spiega a Gazzetta Active la dottoressa Jessica Falcone, biologa nutrizionista presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele Turro e RAF First Clinic di Milano - Nel nostro organismo è necessario un equilibrio in termini di antiossidanti e di radicali liberi, che produciamo costantemente. Questi ultimi in sé non fanno così male come si pensa: una quota di radicali liberi può essere funzionale per il nostro organismo, ma non troppi. Se non c’è equilibrio si va incontro ad uno stress ossidativo, quindi si possono avere danni cellulari e a livello dello stesso DNA. I radicali liberi infatti accelerano l’invecchiamento, attivano dei processi infiammatori e indeboliscono il sistema immunitario. L’azione degli antiossidanti è quella di rendere stabili le cellule e contrastare la formazione di più radicali liberi.

L'importanza degli ANTIOSSIDANTI nel contrasto ai RADICALI LIBERI

Uno squilibrio da non sottovalutare.

Si produce quando c’è uno squilibrio tra antiossidanti e radicali liberi, oppure quando la produzione di prostaglandine infiammatorie (citochine infiammatorie) è elevata. E’ tutto regolato dai lipidi, dai grassi, che formano la membrana cellulare. In generale una cellula sana vede un equilibrio tra la produzione di citochine pro-infiammatorie e citochine anti-infiammatorie. Anche quelle pro-infiammatorie hanno un’azione positiva per l’organismo, perché possono bloccare un’infezione, un patogeno. Sono un sistema di difesa della cellula. Quando questo equilibrio viene meno, magari perché si segue una dieta sbilanciata, si ha un’eccessiva produzione di citochine pro-infiammatorie. A questo punto si crea questa condizione di stress ossidativa che, se non trattato, può diventare cronico. Si tratta di un’infiammazione silente, priva di sintomi, ma se diventa cronica può dare luogo a tutte quelle patologie infiammatorie come obesità, diabete, malattie cardiovascolari, cancro.

Dalle vitamine agli omega 3, l'esercito nella prevenzione della perossidazione lipidica.


Un potentissimo antiossidante è la vitamina E, che protegge la membrana cellulare, prevenendo la perossidazione lipidica. Si trova nell’olio extravergine d’oliva e nell’avocado. Poi c’è il betacarotene, che si trova nella verdura gialla e arancione e protegge la pelle. Quindi tutta la classe di flavonoidi: i polifenoli, presenti nella verdura, soprattutto nelle crucifere, nella frutta e nel tè (soprattutto verde), nell’uva e nel vino rosso (qui sotto forma di resveratrolo). Un altro tipo di flavonoidi sono le antocianine, dei frutti rossi, veri e propri super food. Anche gli acidi grassi omega 3 hanno un’ azione antiossidante e antinfiammatoria, perché danno forza alla barriera lipidica, agendo a livello anche genico. Li troviamo soprattutto nella frutta secca, [...] nel salmone e nei pesci grassi, nell’avocado. E sono ottimi anche per gli sportivi, perché vanno a nutrire il muscolo. La vitamina C è un altro antiossidante importante, che permette la sintesi del collagene e il recupero muscolare. Si trova in molti ortaggi, anche di stagione come le fragole, e poi kiwi, peperoni, agrumi. Il licopene tra tutti gli antiossidanti è quello che si attiva con la cottura. E’ presente nei pomodori, e proprio in questo caso la cottura ne libera quantità maggiori.

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Per approfondimenti: 

Gazzetta Active "Antiossidanti, perché sono fondamentali per gli sportivi? Ecco dove trovarli"

Il Giornale "Pelle over 60, niente rughe con i cibi antiossidanti"

ISS "Antiossidanti"

Fondazione Veronesi "Antiossidanti: le sentinelle della nostra salute"

Treccani "Antiossidante"

Sapere Salute "Antiossidanti"

The Journal Of Neuroscience "Oxidative damage and antioxidant response in frontal cortex of demented and non-demented individuals with Alzheimer’s neuropathology"

Hypertension "Benefits in Cognitive Function, Blood Pressure, and Insulin Resistance Through Cocoa Flavanol Consumption in Elderly Subjects With Mild Cognitive Impairment"

LEGGI ANCHE: Nuovi studi sul cacao: una spolverata di benessere che previene e inibisce l’Alzheimer

Rivista Neurology: alti livelli di zucchero nel sangue sono legati alla demenza e Alzheimer

Università di Lille: il consumo di caffè previene il morbo di Alzheimer

Columbia University: ecco il perché gli omega 3 proteggono dall'Alzheimer

 

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Killer del benessere psicofisico e colpevoli dell’accelerata dei processi degenerativi. L’avanzare degli anni scorre inesorabile e con esso l’invecchiamento cutaneo, quel processo cronico e fisiologico che interessa ciascuna cellula dell'organismo e che a livello della pelle si manifesta con la comparsa di rughe, macchie, scarsa idratazione, perdita di tonicità ed elasticità. Individuati chimicamente nel 1956 dallo studioso Denham Harman, il quale giunse alla conclusione che i radicali liberi erano i principali artefici dell’invecchiamento delle cellule e ne sottolineò l’aspetto altamente nocivo. Un processo naturale che porta alla progressiva diminuzione del collagene e dell'elastina prodotti dal derma, con conseguente cedimento dell'epidermide. Tra le prime cause dell’invecchiamento precoce e quindi, dell'assottigliamento e della perdita di elasticità della pelle. I danni ossidativi intrinsechi, ovvero gli effetti negativi dovuti ad una produzione interna di radicali liberi, hanno conseguenze rilevanti sulla nostra pelle tra cui proprio la comparsa di rughe evidenti seguite da una perdita di elasticità più profonda. Insomma, contro l’avanzata dei radicali liberi, gli antiossidanti, un must per difendere la pelle dal processo di invecchiamento. Dalla pelle arrossata a quella infiammata, da quella irritata a quella disidratata. Uno squilibro devastante che potrebbe creare danni irreparabili se non contrastato in tempo e con i giusti mezzi. Inoltre, i radicali liberi privano la pelle della sua capacità naturale di trattenere l’acqua e difendersi dall’inquinamento e dalle impurità. Difatti, il compito dei trattamenti antiossidanti è proprio quello di proteggere l'epidermide dai danni causati dai radicali liberi e quindi dall’inquinamento in superficie contrastando anche la perdita di idratazione. I radicali liberi sono poi responsabili di numerose malattie cardiovascolari e degenerative oltre a invecchiamento e calvizie. Tra gli altri fattori di rischio insonnia e disturbi del sonno. Si teorizza infatti che durante il sonno ci sia anche un aumento nell’attività degli antiossidanti prodotti dal nostro corpo e che la privazione del sonno causi un accumulo di radicali liberi.

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Nemici della giovinezza, queste sostanze di scarto si formano come conseguenza del metabolismo cellulare e come tali sono eliminate da ogni singola cellula attraverso meccanismi specifici. I radicali liberi sono molecole che in quantità eccessive danno origine a reazioni chimiche dannose. Particelle instabili e prive di una componente essenziale: questa carenza conduce gli elettroni che le compongono verso una naturale predisposizione ad unirsi agli atomi di idrogeno. Generati, mediante un evento fisiologico, dall’ossigeno tra i fattori responsabili di un aumento figurano l’eccessiva attività sportiva, l’inquinamento ambientale, l’esposizione a radiazioni solari o ionizzate, abuso di alcol e fumo, diete non equilibrate, l’assunzione di farmacia e le patologie pregresse (ipercolestemia, diabete, patologie autoimmuni e situazioni di stress). In sostanza, i radicali liberi intervengono in particolari tipi di processi estremamente negativi per l'organismo, quali invecchiamento, malattie tumorali, numerose patologie degenerative ed altre malattie di ogni genere come ad esempio la calvizie androgenetica. Antagonisti quindi dell’organismo, della pelle e… degli antiossidanti, sostanze che l’organismo produce per bloccare il processo di ossidazione e l’azione dei radicali liberi. Pertanto, prevenire l’insorgenza dei radicali liberi nel nostro corpo è un’arma importante contro l’effetto dannoso che possono provocare. Quando il nostro corpo non è più in grado di neutralizzare questi nemici della salute è necessario aiutarlo con una sana alimentazione, le giuste creme e la corretta integrazione. In pratica, il contrasto a questa azione nociva dipende dalla combinazione di alimentazione (dieta ricca di antiossidanti) e prodotti cosmetici che assumono un ruolo chiave nel trattamento e nella cura quotidiana della pelle, perché gli attivi presenti all’interno sono studiati specificatamente per trattare e proteggere la cute, con un’azione diretta sulla pelle e sui difetti da correggere.

I killer del benessere

Diversi studi evidenziano che nonostante la durata media della vita di un uomo sia propbabilmente inferiore (intorno ai 75 anni), questa, potrebbe essere sensibilmente aumentata passando addirittura ai 120 anni se solo sul nostro organismo non influisse l’azione dannosa dei radicali liberi. Difatti, essi producono un deterioramento non indifferente a livello cellulare. Danneggiando mitocondri e membrane cellulari rendono vani i processi riparatori degli antiossidanti. Questo meccanismo che porta alla morte delle cellule, crea i primi fenomeni fastidiosi a livello estetico per poi sfociare in una serie di malattie molto più gravi: malattie degenerative (sclerosi multipla, Alzheimer e morbo di Parkinson), patologie cardiovascolari (ictus, infarto e ischemie), patologie infiammatorie (enfisema polmonare, bronchite cronica, artrite reumatoide, asma, dermatite e cancro), invecchiamento di cellule e tessuti (lo stress ossidativo altera il meccanismo di rigenerazione cellulare provocando invecchiamento precoce), comparsa prematura di rughe e macchie (danneggiano i mitocondri delle cellule responsabili della struttura del tessuto epidermico) oltre a calvizie e perdita di capelli. Insomma, gli effetti nocivi di questo prodotto di scarto sono molteplici come spiega Gloria Mosconi, biologa e nutrizionista in un’intervista esclusiva a Life 120:

Cosa sono i radicali liberi e come esercitano la loro azione sull’epidermide?

I radicali liberi sono molecole aventi la caratteristica di contenere un elettrone spaiato nell’orbitale più esterno, rendendole così instabili. Per comprendere meglio questo meccanismo, va premesso che una molecola per considerarsi stabile, deve contenere non elettroni singoli, ma accoppiati due a due. Infatti, quando la molecola perde il suo elettrone, per cause che andremo a vedere, nel tentare di recuperare la sua stabilità cercherà in tutti i modi, di rubare, di strappare, un elettrone all’atomo vicino per pareggiare la sua carica elettromagnetica. Quando questo accade però, lei tornerà ad essere stabile, ma causerà l’instabilità all’atomo a cui ha strappato l’elettrone, che cercherà a sua volta di recuperare la sua stabilità strappando l’elettrone alla molecola vicina. Chiaramente è facile ed intuitivo capire che questo scatenerà un meccanismo a catena in cui gli atomi o molecole assumeranno lo stesso comportamento.

L’eccessiva produzione di radicali liberi che si accumulano nel nostro organismo sono una delle principali cause dell'assottigliamento e della perdita di elasticità della pelle?

L’organismo ha pensato ad un sistema di difesa rispetto all’attacco dei radicali. Ma quando la produzione di questi supera le capacità innate del nostro corpo, le conseguenze si riflettono sulle pelle in misura marcata ed evidente perché e l’organo in prima linea, quello sotto ai riflettori. La perdita di elasticità è uno dei primi segni di invecchiamento, ne consegue la perdita di tono e di turgore. L’importante è osservare e mettere in pratica i vari consigli, ma la cosa migliore da fare è sempre quella di prevenire ed accompagnare l’evoluzione della nostra pelle nel modo più sano e fisiologico possibile.

L'importanza degli ANTIOSSIDANTI nel contrasto ai RADICALI LIBERI

E’ possibile contrastare lo stress ossidativo e rallentare il processo di invecchiamento cutaneo?


Cerchiamo innanzitutto di comprendere nel modo più semplice possibile, l’origine ed il significato di Stress Ossidativo: La produzione di radicali liberi è un evento assolutamente fisiologico che fa parte delle numerose reazioni biochimiche cellulari soprattutto in quelle che coinvolgono l’ossigeno (ma possono derivare anche dall’azoto), per produrre energia. Infatti i radicali più conosciuti sono proprio quelli provenienti dalle reazione con l’ossigeno, chiamati ROS, come l’anione superossido e il perossido di idrogeno i quali a loro volta in presenza di metalli come ferro e rame danno origine al radicale ossidrile particolarmente tossico e responsabile della perossidazione lipidica. La loro formazione porta ad una conseguenza importante e assolutamente non trascurabile che prende il nome di Stress Ossidativo che sono proprio tutte quelle alterazioni che si producono nei tessuti, nelle cellule e nelle macromolecole biologiche, creando danno e a volte, quando la presenza dei radicali risulta essere in eccesso rispetto ai meccanismi di difesa dell’organismo, anche a morte cellulare. Come abbiamo già detto, la produzione di radicali liberi è un evento fisiologico e l’organismo ha di per sé, messo a punto un sistema di difesa in grado di neutralizzare buona parte degli effetti negativi associati appunto alla produzione di questi. Ad esempio la superossidodismutasi interviene per convertire l’anione superossido (un radicale), in perossido di idrogeno (acqua ossigenata) azione questa finalizzata a contrastare la presenza del radicale e a contrastare quindi lo stress ossidativo.

Quali sono le conseguenze dell’attacco alle molecole di collagene?

In questo caso i radicali liberi provocano più danni del previsto in quanto possono degradare e danneggiare prematuramente le nostre cellule di collagene che diventano più rigide facendoci apparire più vecchi. Infatti il collagene ma anche l’elastina e i lipidi che formano la membrana cellulare e il Dna, si possono deteriorare provocando, a lungo andare, un invecchiamento precoce ben visibile delle pelle. E’ necessario quindi che ci si protegga per tempo…. Ma bersaglio dell’azione ossidativa può avvenire anche a carico di fosfolipidi, proteine, acidi nucleici etc… , e le relative conseguenze su vari organi, compresa la pelle, sono causa di invecchiamento cutaneo con comparsa di rughe, macchie, e perdita di idratazione, tonicità ed elasticità.

Come proteggere la pelle dai questi irreparabili danni e interrompere le reazioni di ossidazione e di degenerazione?

Se è vero che in molti casi i radicali liberi sono i nemici della pelle (oltre che dell’organismo), è altrettanto vero che i migliori alleati per contrastare e mantenere la pelle in salute sono gli Antiossidanti, sostanze che l’organismo produce per bloccare l’azione di questi. Gli Antiossidanti infatti sono già presenti all’interno del corpo, e buona parte di essi viene assunta attraverso l’alimentazione. Tuttavia questo non è sufficiente perché una parte di essi si disperde nell’intestino, e anche perché gli alimenti sono sempre più depauperati, e gli effetti benefici possono non arrivare direttamente alla pelle. Bisognerebbe inoltre fare attenzione a ciò che si mangia e si beve . Seguire uno stile di vita orientato il più possibile nell’ evitare sostanze inquinanti , stress, diabete, alcool, al fumo di sigaretta, al freddo, alla protezione dai raggi UV del sole applicando, non solo d’estate, creme e cosmetici con filtri solari, tutti fattori questi, scatenanti la formazione di molecole reattive.

Parliamo di "RADICALI LIBERI, AMMINE e NITRITI" nella 19a puntata de "Il Cerca Salute"

Qual è il ruolo degli antiossidanti e perché è importante inserirli nella beauty routine?

Fra le varie misure consigliate per contrastare l’azione della presenza dei radicali liberi, le sostanze antiossidante assumono un ruolo chiave nel contrastare il meccanismo molecolare favorendo la rigenerazione delle cellule danneggiate. Ora queste speciali sostanze si distinguono in sostanze antiossiodative di origine endogena (perché sintetizzate autonomamente dall’organismo) come la superossidodismutasi, la catalasi e il glutatione ridotto, oppure di origine esogena cioè apportate dagli alimenti o dagli integratori, senza dimenticare l’apporto importantissimo, e che metterei al primo posto, e che quotidianamente si può avere con cosmetici selezionati e di qualità , di cui la pelle si può nutrire per trarne molti benefici. Infatti le sostanze antiossidanti nei trattamenti cosmetici, sono quelle molecole in grado di interrompere le reazioni di ossidazione e di degenerazione prevenendone le conseguenze. Il futuro è lo studio di sostanze ad azione antiossidativa che siano anche stabili all’interno di una formulazione cosmetica. Si, perché molte di queste, come ad esempio la vitamina C, utilizzata spesso in polvere proprio per preservarne la massima efficacia, ha un periodo consigliato molto ristretto entro il quale il prodotto dovrà essere utilizzato, proprio a causa della sua poca stabilità. Stesso discorso vale per la vitamina E. Oltre alla Vitamina C ed E, esistono oggi creme per il volto e per il corpo ma anche shampoo detergenti etc… in cui si impiegano le proprietà di un metallo prezioso, cioè l’Argento in forma Organica Colloidale in concentrazioni idonee a sfruttare di esso solo i meravigliosi benefici. La forma organica colloidale favorisce la sua biodisponibilità valorizzando così i suoi principi dermopurificanti in virtù delle sue proprietà antiossidative, ed in sinergia all’acido ialuronico e alla Vitamina C, aiuta la pelle a contrastare i radicali liberi rigenerandola e rivitalizzandola, schiarendola, ristrutturandola e rendendola, in particolare quella matura, più elastica, più liscia e compatta. Ma anche a lenire gli effetti degli agenti esterni. Indicata per tutte le età, sia come prevenzione sia come ristrutturante dopo i 50 anni, l’argento colloidale accelera le reazioni biochimiche che rivitalizzano il derma fino in profondità. Migliora il microcircolo e l’ossigenazione cutanea, rallenta i processi di perdita di collagene (causati anche dalla presenza di radicali liberi), ed elastina, ripara le cellule tissutali, stimola la produzione di fibre elastiche e spiana i solchi già formati, rivelandosi un amico fedele nel contrastare i processi di invecchiamento le perdite di tono e trofismo per presenza di radicali liberi e che si manifestano ancor di più, nelle pelli stressate stanche o mature.

Gli effetti negativi sono accentuati anche dalla carenza vitaminica?

Poiché molte vitamine hanno proprietà antiossidanti vien da sé comprendere facilmente che laddove ci sia una carenza delle stesse, ci sarà anche una debole azione antiradicalica. Ci sono sostanze vitaminiche in grado di disattivare l’azione dei radicali cedendo loro stesse un atomo di idrogeno riducendo al minimo il loro effetto dannoso. Inoltre le vitamine liposolubili ad esempio, vengono incorporate nelle membrane cellulari proteggendole dal danno ossidativo.

Alimentazione, integratori e cosmesi hanno un ruolo chiave in questa lotta quotidiana?

È importante sottolineare, che è sempre meglio prevenire la presenza di un stress ossidativo assoluto mettendo in pratica una serie di misure fra cui l’alimentazione variata di frutta e verdura per l’apporto di vitamine e sali minerali la cui concentrazione nel sangue dovrà essere sostenuta con l’aiuto di integratori per via orale contenenti sostanze ad azione antiossidante come Vitamina C, Vitamina E, Coenzima Q10, magnesio, rame, zinco, selenio, omega3, polifenoli, flavonoidi etc…. Ma un ruolo chiave, a cui spesso si da erroneamente un peso relativo, è proprio la beauty routine, un MUST, per difendere la pelle dai processi di invecchiamento. In grado di interrompere le reazioni di ossidazione, donano al viso un incarnato chiaro , luminoso e puro, né opaco né lucido per esaltare la luminosità innata della pelle. Una pelle che abbandona il suo grigiore e torna ad essere chiara e naturale. Un effetto distensivo sulle rughe e di turgore della pelle emergeranno nella beauty routine. E’ fondamentale sapere cosa si stende sul proprio viso e corpo, anche attraverso l’analisi dell’INCI, scegliere prodotti delicati, e di altissima qualità, senza componenti aggressivi per la cute, sempre nel rispetto di questo grande e meraviglioso organo.

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Alimentazione Gazzetta "Dieta e beauty routine per una pelle luminosa e sana: alimenti, creme e trattamenti"

Il Secolo XIX "C’è uno zucchero che piace anche al cervello"

Alimentazione Gazzetta "Vitamine per la pelle, nella dieta e nelle creme: quali sono le più utili?"

Wikipedia "Pelle"

Starbene "Salute della pelle e alimentazione"

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LEGGI ANCHE: Antiossidanti: alleati degli sportivi, contrastano i radicali liberi

Tra allergie e rash cutaneo, le tante manifestazioni della pelle

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Secchezza cutanea, arrossamento, prurito, macchie e bolle. Questi tra i sintomi cutanei più diffusi con cui si manifestano le allergie. Caratterizzate prevalentemente da meccanismi generati dal contatto con allergeni o agenti irritanti diversi o meglio, reazioni innescate dall’organismo nei confronti di determinate sostanze presenti nell’ambiente che ci circonda. Gli allergeni che normalmente sono sostanze innocue, possono, in alcuni soggetti, attivare in maniera eccessiva il sistema immunitario. Le allergie cutanee, anche conosciute con il nome di dermatiti, sono delle reazioni nei confronti di allergeni che entrano in contatto direttamente con la cute e o con le mucose. Questo contatto stimola l’attivazione del sistema immunitario, in particolare dei linfociti T e delle cellule dendritiche, e questo porta ai comuni sintomi, quali lesioni vascolari accompagnate da eritema con prurito intenso. Tra le differenti sostanze in grado di causare questo tipo di allergie sicuramente alimenti, metalli, gomma, farmaci, resine, profumi e cosmetici. Insomma, numerosi i principi capaci di provocare queste reazioni di ipersensibilità. Le allergie cutanee, inoltre, vedono soprattutto l’attivazione dei linfociti T, in particolare dei linfociti Tαβ. Affinché questi si attivino è indispensabile il legame tra linfocita T e cellula di Langerhans e/o cellule dendritiche cutanee. Questo legame è mediato dal riconoscimento tra TCR (Recettore della Cellula T) e MHC (Complesso Maggiore di Istocompatibilità) di classe I o II (vedi figura).

Meccanismo Tc

Tra le forme più frequenti di queste eruzioni cutanee: orticaria, angioedema, dermatite da contatto e dermatite atopica. La manifestazione più comune dell’orticaria consiste nella comparsa di aree arrossate (eritema) e rilevate, rispetto alla pelle circostante, dove si avverte un intenso prurito. Mentre l’angioedema è un’alterazione che colpisce strati più profondi della pelle e, per questo motivo, si associa a sensazioni di bruciore e formicolio. L’orticaria è un’infiammazione della cute, quella su base immunologica dovuta a reazioni immunitarie che si associano all’assunzione di cibi o di farmaci oppure alle punture di insetti, quelle su base non immunologica definite anche “fisiche” in quanto provocate da un contatto e da una pressione esercitati sulla pelle (come il dermografismo). Rientrano nelle altre forme di orticaria non immunologica anche quelle provocate dall’esposizione alla luce solare, dal caldo e dal freddo. La dermatite da contatto si può manifestare con una grande varietà di lesioni che vanno dall’eritema, a bolle, a zone con placche rilevate, a squame e vescicole. La dermatite atopica, invece, si manifesta nei bambini con eritema, prurito, formazione di squame e croste, che si localizzano abitualmente al viso e negli adulti con pelle secca e arrossamenti. Per questo è importante rinfrescare e lenire la pelle oltre a rinforzare la barriera cutanea con un idratante ipoallergenico. In modo tale da proteggerla sia da allergeni che da agenti esterni potenzialmente irritanti. Il nostro impegno quotidiano, per una pelle sana, inizia proprio dalla scelta di prodotti a elevata tollerabilità e testati su pelli sensibili.

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La pelle nel mirino


La pelle, il primo bersaglio. L’80% delle allergie mostrano manifestazioni cutanee. Un’eruzione cutanea causata da allergia può essere locale e riguardare solo una piccola parte del corpo o può coprire una vasta area. La pelle, non è altro che il rivestimento protettivo del nostro corpo, funge da “interfaccia” con il mondo esterno e in virtù di questo, è estremamente esposta agli allergeni. Inoltre, l'utilizzo di prodotti cosmetici non adatti è tra le prime cause di reazioni allergiche e intolleranze. Gloria Mosconi, biologa e nutrizionista, spiega in un’intervista esclusiva a Life 120 il problema di allergie e manifestazioni cutanee, come riconoscerle e correre ai ripari per evitare questi fastidi oltre che fisici, anche estetici:


Come si manifestano le reazioni allergiche?


È ormai da diverso tempo che assistiamo ad un forte aumento dei fenomeni allergici dove circa il 25% della popolazione risulta essere allergica a qualcosa. Le reazioni allergiche si possono manifestare a livello della pelle, in vario modo e le diverse forme sono caratterizzate da meccanismi di sviluppo particolari e da allergeni diversi. Inoltre in alcune situazioni si possono manifestare in modo simile, pur non essendo alla base scatenate da una causa allergica. Per questo motivo le manifestazioni allergiche localizzate sulla pelle rientrano in un’area complessa che crea anche problemi di diagnosi differenziale.

Quali sono le manifestazioni più comuni di questa infiammazione della pelle?


I sintomi più o meno visibili che possono anticipare un’allergia cutanea sono normalmente da collegare alla pelle secca arrossamenti e prurito. Quando il nostro organismo reagisce in modo anomalo ad una sostanza, allergene, riconosciuta erroneamente come dannosa, può succedere che manifesti il suo disappunto anche sulla pelle. Abbiamo quindi compreso che le sostanze che possono causare una allergia, sono chiamate allergeni. Ora i soggetti allergici producono un tipo di anticorpo , le immunoglobuline E (IgE), che interagiscono in modo specifico con l’allergene. L’interazione tra le IgE e gli allergeni, innesca la reazione allergica, con liberazione di mediatori dell’anafilassi, come l’istamina in primis, responsabili dell’insorgenza dei sintomi. L’allergia è specifica verso un tipo di allergene e un soggetto può essere allergico a uno o più allergeni. A volte è difficile individuare l’origine dell’allergia: può essere infatti una allergia da contatto, ma anche di origine alimentare, farmacologica e respiratoria etc... Comunque le allergie cutanee più frequenti che affliggono una buona percentuale della popolazione si possono sintetizzare principalmente in queste tre: dermatite allergica (detta anche Dermatite Atopica o Eczema Allergico) o da contatto, orticaria e angioedema.

Perché è importante non sottovalutare i primi segnali? Qual è il rischio che si corre?


Quando il soggetto non trascura il primo campanello d’allarme e si sottopone quindi ad un approfondimento specialistico di tipo clinico e/o diagnostico, sicuramente si troverà nelle condizioni di riconoscere l’arrivo del sintomo allergico e di mettere in atto misure preventive o di trattamento in fase acuta, tali da poter controllare l’evento. Al contrario, l’individuo non preparato, può incorrere a casi rari, seppur possibili, di sintomi di anafilassi severa fino alla perdita di coscienza o altre complicanze gravi, che possono richiedere misure d’emergenza, il ricovero ospedaliero, e l’osservazione medica del soggetto.

La DERMATITE ATOPICA e il valido aiuto dell'alimentazione

C’è un rapporto tra il rash cutaneo e l’alimentazione?


Non è sempre così, ma può capitare che sedersi a tavola diventi un incubo!! Infatti alcuni cibi possano essere responsabili di una reazione allergica, dando vita a bolle e rush cutanei di diversa tipologia ed entità. Sul banco degli imputati ci sono gli Anticorpi Reattivi. Succede che alcune sostanze contenute nei cibi, fungano da allergene e vengano percepite dall’organismo come tossiche, anche se in realtà non lo sono. Il corpo quindi per difendersi da questo presunto nemico, scatena una seria di attacchi da parte degli Anticorpi Reattivi verso cellule sane, causando prurito e sintomi correlati. Spesso queste manifestazione inizialmente cutanee, si accompagnano anche a problematiche respiratorie a causa della così chiamata Marcia Allergica, che si evidenzia soprattutto nell’infanzia, anche se, è ormai chiaro che le allergie alimentari possono manifestarsi a qualsiasi età, comparire all’improvviso e/o sparire per sempre.

Atrofia, iperpigmentazione, eritema, orticaria e geloni sono campanelli d’allarme di un’infiammazione?


Le eruzioni cutanee sono caratterizzate da arrossamenti , pomfi pruriginosi o dolorosi, e lesioni che possono essere circoscritte ad una zona o diffuse su diverse parti del corpo e si sviluppano a livello superficiale (come le infiammazione dei piccoli vasi sanguigni presenti nella pelle), è il caso questo dei geloni, ma possono essere associate anche a reazioni edematose del tessuto sottocutaneo profondo parlando quindi di angioedema, ed è il caso questo delle forme di orticaria severa. Nella patogenesi si individua la presenza massiccia di istamina (e anche di altri mediatori della flogosi), liberata attraverso i mastociti, che sono cellule che svolgono un ruolo importante nel sistema immunitario, da cui consegue una reazione infiammatoria che porta alla manifestazioni cutanee.

È possibile prevenire questi disturbi oltre che fisici, anche estetici?


Prima di parlare di prevenzione, sarebbe corretto comprendere a pieno cosa si nasconde sotto la punta dell’iceberg. Infatti le intolleranze alimentari nascono da una mucosa intestinale che per svariati motivi, ha perso la sua integrità. Se volessimo dare una definizione potrebbe essere quella che l’intolleranza alimentare è la conseguenza del passaggio attraverso la mucosa intestinale troppo permeabile, di macromolecole alimentari, non completamente digerite, che a contatto con il sistema linfatico e sanguigno, scatenano, la risposta di alcuni elementi del sistema immunitario. Vediamo quindi che tutto trae origine da ciò che ingeriamo, e la mucosa intestinale è l’ambiente discriminatorio tra ciò che è funzionale alla nutrizione dell’individuo e quanto invece è opportuno eliminare per prevenire questi disturbi fisici ed estetici. Da ciò si deduce che è possibile prevenire questi disturbi partendo innanzitutto da un sano stile di vita. L’utilizzo inoltre di creme selezionate e di qualità può dare un grande contributo dal punto di vista estetico.

DERMATITE SEBORROICA, come ci aiuta l'alimentazione

Esiste un vademecum di suggerimenti o di proprietà benefiche per scoraggiare l’insorgenza di questa fastidiosa sintomatologia?


Il consiglio appropriato è proprio quello di ridurre il più possibile il contatto con l’allergene o con gli allergeni, responsabili dei fastidi. La cosa importante è quella di osservare attentamente cosa può essere il fattore scatenante, saper interpretare la risposta che manifesta il proprio corpo a contatto con l’allergene, sia esso alimentare o di natura fisica, e cercare quindi di eliminarli, allontanarsi, o di proteggersi da essi. I consigli sono quelli di avere anche in casa degli accorgimenti come cambiare spesso le lenzuola, evitare il contatto con tappeti, moquette, tappezzerie e peluche e di lavare di frequente il pavimento. Evitare di frequentare zone dove ci sia molta presenza di pollini nell’aria, mettere sempre gli occhiali. Anche l’igiene personale e una cura del proprio corpo in modo scrupoloso, sono dettagli che non possono assolutamente sfuggire. Fare la doccia con detergenti delicati che rispettino il ph della pelle e dalle proprietà fortemente idratanti ed emollienti. Utilizzare dopo la doccia una crema idratante per il viso e per il corpo, evitando così il persistere della pelle secca, caratteristica di questo tipo di problematiche, e con proprietà riparative ed antimicrobiche , che sia in grado tenere sotto controllo l’attacco di microrganismi che potrebbero essere la conseguenza di una pelle sottoposta a stress per il continuo grattarsi.

La cute funge da indicatore di patologie internistiche sottostanti?


La pelle si può considerare una vera e propria barriera reattiva e spesso funge da indicatore di patologie internistiche sottostanti. Infatti l’aspetto e il tipo di lesione sulla cute si riferisce ad una precisa patologia o classe di patologia. L’individuazione delle lesioni cutanee si basa attraverso una approfondita osservazione. A volte, se necessario, si procede con una biopsia. Inoltre durante l’anamnesi si indaga su informazioni più importanti come la storia personale o quella familiare, il tipo di lavoro condotto, se il soggetto è stato a contatto con sostanze chimiche oppure con piante o insetti. Se ha avuto una esposizione prolungata ai raggi solari o ad altri tipi di radiazioni, che tipo di malattie ha avuto, anamnesi sessuale, se sono stati condotti viaggi in zone con rischio di contrarre infezioni. Dicevamo che l’ispezione visiva è lo strumento fondamentale. La diagnosi si fa in base all’aspetto o alla morfologia della lesione spesso utilizzando anche una lente di ingrandimento. Un esame cutaneo completo include anche l’esame del cuoio capelluto, delle unghie e delle mucose utile anche nello screening dei tumori della pelle.


Quanto è importante un trattamento cosmetico per migliorare e alleviare dolore, gonfiore, prurito, bolle, squame e macchie?


Cerchiamo innanzitutto di comprendere un concetto importantissimo, che è quello in cui gli studi recenti di dermatologia definiscono la pelle è un vero e proprio ecosistema dotato di una propria vita e che ospita sulla sua superficie un’ampia popolazione di batteri buoni che contribuiscono a mantenerla sana e la cui alterazione causano squilibri che portano varie problematiche cutanee. Tutto ciò prende un nome che risuona facilmente alle nostre orecchie che è quello di Microbiota Cutaneo che ci riporta a ricordare quello dell’intestino, che oltre a mantenere sana la pelle, svolge anche il ruolo di eliminare le cellule morte processo utile questo per riparare e cicatrizzare e proteggerla dall’attacco degli agenti esterni. Ma quando si verificano i danni della pelle??? I danni cutanei sono la conseguenza di un microbiota alterato da diversi fattori (di cui abbiamo ampiamente parlato), in cui prevale un tipo di batterio rispetto ad un altro e che ne alterano il delicato equilibrio: è il caso dell’acne, della dermatite atopica, di quella seborroica, della rosacea della forfora etc… A volte anche condizioni di secchezza cutanea, possono dipendere da un’alterazione del microbiota della pelle. Utilizzare cosmetici per il volto e per il corpo e detergenti per corpo e capelli privi di prodotti di scarto del petrolio come paraffine ed olio minerali contribuisce, insieme ad altre misure sullo stile di vita, a mantenere la pelle in buone condizioni rispettando la biodiversità di questo meraviglioso e raffinato ecosistema. Oggi realizzare un cosmetico è un atto di grande responsabilità perché deve mirare ad attaccare non solo il microorganismo responsabile ma anche a ripristinare una condizione di equilibrio di questo organo incantevole , ancora a tutt’ oggi non completamente compreso.

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Una dieta sana può aiutare il decorso della malattia. «Siamo ciò che mangiamo», la frase di Ludwig Feuerbach racchiude un concetto filosofico molto più articolato. Il filosofo tedesco ha teorizzato un pensiero che pone al centro la corporeità, in simbiosi con lo spirito e la psiche. L’uomo è ciò che mangia perché i cibi si trasformano in sangue, il sangue in cuore e cervello e questi rispettivamente in sentimenti e pensieri. Lo scorso ottobre l’Ufficio regionale europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha riunito esperti e rappresentanti di vari paesi (tra cui l’Italia) per discutere del ruolo dell’obesità in pazienti con Covid-19. Dall’incontro è emerso che secondo molti studi, l’obesità aumenta il rischio di complicanze e ancor peggio, di morte, nelle persone affette da Coronavirus. Infatti, l’obesità è anche associata ad altri problemi che possono aumentare questo pericolo tra cui disfunzioni respiratorie, alti livelli di infiammazione, alterata risposta immunitaria ad infezioni virali e altre patologie associate. Quindi, non esiste una dieta anti Covid, ma uno stile alimentare antinfiammatorio capace di scongiurare questo pericolo incombente. Il cibo non è una medicina da assumere come trattamento a una malattia, tuttavia è importante mangiare bene per stare bene e difendersi al meglio dagli attacchi esterni.

Alimentazione e salute: le virtù curative delle spezie


Prendere l’abitudine di mangiare sano e stare bene diventerà un’abitudine! L’alimentazione è il modo migliore che abbiamo per prevenire le malattie e costruire uno stile di vita sano, complice anche l’attività fisica, fondamentale per l’assunzione di alcuni nutrienti importanti come la vitamina D. «Queste sono fondamentale per [...] rendere l’intestino forte». Inoltre, essere in buona salute significa anche un rischio inferiore di contrarre il virus o comunque evitare conseguenze nefaste. Insomma, oltre alla prova costume, avere buone abitudini alimentari significa regalare al nostro fisico un peso consono alla sua struttura e una giusta circonferenza addominale. Obiettivo da raggiungere: ridurre il peso corporeo e aumentare le difese immunitarie. «Assumere un certo quantitativo di vitamine aiuta a combattere i patogeni, soprattutto la vitamina C e D». Inoltre, suggerisce Buono «Fare attività fisica al sole è un ottimo modo per introdurre vitamina D: il connubio è salubre e benefico». L’esperto poi chiama all’appello anche gli omega 3, funzionali per sfiammare la mucosa del nostro intestino, di cui è ricco il pesce azzurro. «L’Omega 3 è antinfiammatorio quindi è consigliatissimo». Insomma, uno stile alimentare capace di prevenire una lunga serie di condizioni infiammatorie oltre a numerose patologie. Ad esempio, l'infiammazione postprandiale che si verifica in concomitanza con iperglicemia e iperlipidemia dopo l'ingestione di un pasto ad alto contenuto di carboidrati (HFCM) è un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari (CVD). A tal proposito, numerosi studiosi hanno dimostrato che l’aggiunta spezie riduce sensibilmente questo rischio.

Buone abitudini

Per evitare un’infiammazione sistemica nel corpo, e di conseguenza, il rischio di sviluppare, a contatto con il virus, una patologia più grave è necessario regolarizzare il nostro peso corporeo.


Chi è in sovrappeso – spiega Emilio Buono, biologo e nutrizionista - e quindi ha una circonferenza addominale importante produce delle sostanze infiammatorie, le citochine che possono aggravare la situazione in caso di Covid. Le citochine aumentano il processo infiammatorio e permettono al virus di trovare un ambiente più favorevole per replicarsi e creare maggiori danni. Un elemento importante è il microbioma intestinale che va mantenuto in salute. Un intestino e una flora batterica sani rendono il sistema immunitario più forte. - Ma questo non è l'unico aspetto da tenere sotto controllo. - L’insulina può essere un fatto infiammatorio, quindi è importante controllare l’insulina in circolo. Questo avviene attraverso il controllo dei carboidrati, sia semplici che complessi, per regolare la glicemia e non aumentare il grasso a livello addominale. Sono preferibili i carboidrati integrali.

Il cibo come prevenzione



Una dieta ‘preventiva’ di tutte le condizioni patologiche figlie del benessere, come il diabete, l’obesità, le patologie cardiovascolari, ma anche il cancro: per questo più che di dieta antinfiammatoria si dovrebbe parlare di stile di vita antinfiammatorio - spiega a Gazzetta Act!ve Jessica Falcone, biologa nutrizionista presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele Turro e RAF First Clinic di Milano. - Lo stesso Covid-19 ha alla base un processo infiammatorio. Un processo che può essere bloccato attraverso una dieta che sia però uno stile alimentare continuo, non un regime che si segue per un breve periodo e poi si abbandona. Alla base ci sono quegli alimenti che vanno a contrastare i processi infiammatori innescati dallo squilibrio tra citochine pro-infiammatorie e citochine anti-infiammatorie. Ritrovando l’equilibrio si spegne l’infiammazione a livello cellulare. In realtà ci sono stati infiammatori silenti, asintomatici. Ma se soffriamo di stipsi o di gastrite, per esempio, oppure abbiamo difficoltà a digerire o a dormire, potremmo avere in atto un processo infiammatorio, che può anche diventare cronico. E’ quindi bene bloccarla prima che cronicizzi, ascoltando questi segnali di allarme. - Tra gli effetti protettivi degli omega 3, tra i più rilevanti, ricordiamo sicuramente l’azione antiaggregante piastrinica o effetto antitrombotico, il controllo del livello plasmatico dei lipidi, soprattutto dei trigliceridi, la riduzione del rischio di problemi cardiovascolare, il controllo della pressione arteriosa mantenendo fluide le membrane delle cellule, e dando elasticità alle pareti arteriose. Per supportare e favorire l’introduzione degli omega 3 sarebbe opportuno consumare dalle 2 alle 3 porzioni settimanali di pesce, in particolare sgombro, merluzzo, pesce spada, tonno, trota, sardina e aringa. Oppure in alternativa di avvalersi del supporto di integratori alimentari. Altra importante fonte di omega 3 sono i semi di lino, valido supporto per sopperire alla carenza di questi preziosi acidi. Tuttavia, ce ne sono altri che sarebbe meglio evitare. Sicuramente alcolici e bevande zuccherate. - Inoltre, un'ultima raccomandazione a tutti gli sportivi: - Chi fa sport ha un livello di infiammazione un po’ più alto a causa dello stress ossidativo prodotto dall’attività sportiva, che produce più citochine infiammatorie. La vitamina C è fondamentale proprio per bloccare l’infiammazione a livello cellulare. Ma in generale gli sportivi dovrebbero seguire un'alimentazione particolarmente ricca di antiossidanti.

OMEGA 3, ecco perché è importante integrarli per la nostra salute


In cima alla lista degli ingredienti le regine induscusse delle vitamine: la C e la D. Un importante contributo in merito ai benefici di questi nutrienti viene riportato nel libro di Adriano Panzironi Vivere 120 anni: le verità che nessuno vuole raccontarti:

Essa è fondamentale grazie alla sua interazione con gli elementi (enzimi, vitamine, minerali, etc...). Preziosa per la formazione del collagene, permette di migliorare la fase anabolica del nostro corpo, mantenendo il giusto equilibrio con la fase catabolica. La sua presenza è ancora più evidente nei processi di rimarginazione delle ferite, nella cura delle ustioni, nella riparazione delle pareti arteriose (anche dei capillari) e per il buono stato del muscolo cardiaco. È utilizzata dall’industria cosmetica per le creme anti rughe, visto l’effetto protettivo e rigenerativo che ha sulla pelle. Tale vitamina ha ottenuto molti riconoscimenti per la sua funzione antisclerotizzante, agendo su più fronti di questa patologia. Innanzitutto brucia le concentrazioni di grassi che si depositano sulle pareti delle vene e nel contempo partecipa alla riparazione dell’epitelio interno delle arterie, impedendo la riformazione aterosclerotica. Inoltre l’acido ascorbico, riduce del 15-20% il tasso di colesterolo nel sangue. Questa vitamina ha un effetto antitossico. Ma forse l’effetto più conosciuto della vitamina C è quello di contrastare le infezioni batteriche. altro alleato prezioso che influenza e rinforza il nostro sistema immunitario.

L'importanza della Vitamina D - intervista ad Adriano Panzironi

Si legge ancora nel libro:

Le cellule dendritiche, come abbiamo spiegato, hanno il compito d’inglobare l’anti-gene, giungere fino ai linfonodi (dove si trovano i linfociti T vergini), maturare e trasmettere le informazioni del gene da combattere. La vitamina D si lega al recettore (Dvr) e permette la maturazione delle cellule dendritiche, che possono così attivare la duplicazione dei linfociti specifici contro l’anti-gene identificato. La carenza di vitamina D diminuisce il numero di cellule dendritiche mature, allungando il tempo di reazione immunitaria del corpo. E’ per questo motivo che d’inverno esistono le epidemie da influenza. Se ci pensate bene, i virus vivono meglio al caldo e d’estate è molto più facile entrare in contatto con i fluidi corporei (sudiamo di più e siamo più scoperti). Ma nonostante ciò non ci sono epidemie influenzali. Il motivo è che siamo più forti (prendiamo il sole, attivando la vitamina D) ed i virus non riescono a sopraffarci. La vitamina E è assorbita in presenza degli acidi biliari nell’intestino e trasportata nel fegato dove viene depositata. La proprietà più importante di tale vitamina è la capacità antiossidante nella guerra ai radicali liberi. Difatti una molecola è in grado di proteggere dall’ossidazione 1.000 molecole di acidi grassi (polinsaturi e saturi), aumentando del 100% la resistenza all’ossidazione delle lipoproteine. La sua azione antiossidante protegge le cellule dalle mutazioni cancerose. Per ultimo, ma non meno importante, la vitamina E sopprime l’azione di diverse citochine pro-infiammatorie: l’interleuchina 1 (IL1) e 6 (IL6), entrambe responsabili di una serie di patologie croniche. Utilizzata per trattare diverse malattie quali il morbo di Parkinson, le malattie reumatiche, le malattie gastrointestinali, la distrofia muscolare, la sclerosi multipla, l’Alzheimer, le vene varicose, il diabete, la malattia di Crohn, le cefalee, la sindrome mestruale e per il rafforzamento delle difese immunitarie. 

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Per approfondimenti:

Gazzetta Active "Alimentazione e Covid: ecco perché è importante uno stile di vita sano"

Gazzetta dello Sport "Ecco la dieta antinfiammatoria, uno stile alimentare per prevenire le patologie dell’era moderna"

Sky Tg24 "I benefici delle spezie, possono aiutare a ridurre l'infiammazione"

The Journal of Nutrition "Spices in a High-Saturated-Fat, High-Carbohydrate Meal Reduce Postprandial Proinflammatory Cytokine Secretion in Men with Overweight or Obesity"

Frontiers in Immunology “The Long History of Vitamin C: From Prevention of the Common Cold to Potential Aid in the Treatment of COVID-19

PubMed "Evolution and the need for ascorbic acid"

MDPI "Vitamin C and Immune Function"

Il Messaggero "Covid, influenza stagionale e coronavirus: come distinguere i sintomi in caso di febbre"

Corriere della Sera "Coronavirus, come incide la dieta sulla forza del sistema immunitario"

Philippe Lagarde "Libro d'oro della prevenzione: difendere la salute con gli integratori alimentari e le vitamine"

Corriere del Mezzogiorno "Coronavirus, come difendersi a tavola"

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Una proteina “impalcatura” che dona sostegno al nostro corpo. Effetto confermato anche da diversi studi scientifici, i quali dimostrano con risultati alla mano che l’assunzione di peptidi di collagene migliora l’idratazione della pelle, l’elasticità e aiuta a ridurre le rughe del viso. Secondo uno studio, l’assunzione del collagene mostra effetti positivi sulla profondità delle rughe degli occhi, le cosiddette zampe di gallina. Dopo aver assunto 2,5 grammi di peptidi di collagene bioattivo ogni giorno per un periodo di otto settimane, la profondità delle rughe dei soggetti in questione si è ridotta in media di circa il 18 percento e la carnagione si è raffinata (Proksch, E. et al. 2014). Tra gli altri effetti positivi sulla pelle: l’assunzione di collagene aumenta l’idratazione della pelle (Asserin, J. et al. 2015 e Kim, D. U. et al. 2018). Un’altra indagine dimostra che l’assunzione giornaliera di un preparato di collagene porta a un miglioramento dell’elasticità della pelle. I partecipanti allo studio hanno consumato una fiala di un prodotto di collagene contenente 5 grammi di peptidi di collagene bioattivo ogni giorno per 90 giorni (Genovese, L. et al. 2017). Efficace anche contro gli inestetismi della cellulite, nota anche come pelle a “buccia d’arancia”, si verifica quando un tessuto connettivo si indebolisce e non è più in grado di trattenere la cellule adipose nel tessuto sottocutaneo. Il tessuto adiposo sottocutaneo in questione può quindi penetrare più facilmente negli strati superiori della pelle e gonfiare visibilmente la pelle all'esterno. E ancora, secondo uno studio, il collagene può aiutare a combattere la cellulite e a ridurre le ondulazioni della pelle sulle cosce. Una dose giornaliera di 2,5 grammi di peptidi di collagene ha portato dopo 6 mesi a una riduzione del livello di cellulite nelle donne con un peso regolare o in sovrappeso. (Schunck, M. et al. 2015).

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Quale tipo di collagene agisce nel nostro corpo? (figura sopra)

 

Stabili e flessibili. E quando i legamenti si strappano e le ossa si rompono, il collagene diventa anche un prezioso aiuto per le articolazioni. Fondamentale soprattutto per gli sportivi, in caso di sforzo eccessivo, ma anche per chi soffre di artrosi (usura articolare) o artrite reumatoide (malattia infiammatoria delle articolazioni). Effetto benefico dimostrato da altre due ricerche: nel primo studio si è visto che l’assunzione giornaliera di capsule di collagene hanno migliorato il funzionamento dell’articolazione del ginocchio e ridotto la rapida insorgenza di disagio e di dolore articolare durante l’esercizio fisico (Lugo, J. P. et al. 2013) e nel secondo, è stato esaminato l’effetto del collagene in caso di artrosi. Il risultato: l’assunzione di 40 milligrammi di collagene di tipo II ha migliorato nei pazienti con artrosi al ginocchio i sintomi dell'articolazione del ginocchio e i sintomi correlati (Lugo, J. P. et al. 2015). Infine, il contributo fornito alla costruzione muscolare: in uno studio, condotto su soggetti anziani con perdita muscolare, è stato riscontrato che l'assunzione di collagene idrolizzato in combinazione con l'allenamento di forza aiuta la costruzione muscolare (Zdzieblik, D. et al. 2015).


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La riduzione di collagene, in età avanzata, è associata alla comparsa delle rughe (figura sopra)

L'attacco dello zucchero


Contorni meno definiti e tonici. Una rigenerazione che decresce inesorabilmente per poi crollare dopo i 40. La produzione di collagene rallenta dell’1,5% ogni anni a cominciare dal ventesimo/venticinquesimo anno di vita e di conseguenza diminuisce anche il livello di collagene nel corpo. Oltre a un fattore strettamente genetico, questa produzione si riduce anche in conseguenza con il calo dei livelli di estrogeno, alla diminuzione del numero di fibroblasti nella pelle diminuisce, alla carenza di vitamina C (che inibisce la degradazione del collagene e grazie alla sua azione altamente ossidante evita il deterioramento delle fibre di collagene) oltre a influssi esterni come le radiazioni UV, il fumo, lo stress o un’alimentazione scorretta. SOS glicazione. Colpevole lo zucchero in eccesso può raggiungere la pelle attraverso il sangue sotto forma di glucosio e fruttosio. Si origina così una reazione (glicazione appunto), in cui le molecole di zucchero si attaccano alle fibre di collagene e le induriscono. Troppo zucchero, carboidrati o cibi ricchi di zuccheri, oltre a rallentare e inibire la sintesi del collagene, accelerano quindi l’invecchiamento e la comparsa di rughe sulla pelle. Obiettivo: mantenere compattezza e tonicità, prevenendo le rughe. A questa proteina, infatti, è affidato l’arduo compito di sostenere il viso, conferendo alla pelle resistenza ed elasticità. E allora stop all’invecchiamento cutaneo! Per una pelle soda, liscia e giovane? Stimolare la produzione di collagene con una dieta sana e migliorare quest'apporto con prodotti di bellezza adeguati. Diverse funzioni complesse e fondamentali. Gloria Mosconi, biologa mette in luce le peculiarità di questa notevole proteina in un'intervista esclusiva a Life 120:

Come avviene la biosintesi del collagene?

La biosintesi del collagene avviene sia all’interno che all’esterno della cellula ed è enzimaticamente coadiuvata. Nella fase iniziale l’m-RNA di circa 34 geni viene trascritto e successivamente tradotto a livello dei ribosomi a ridosso della parete del RER; nella catena nascente di procollagene alcuni residui di prolina e lisina vengono idrossilati da due specifici enzimi per formare idrossiprolina e idrossilisina con catene alfa di procollagene. Tre di queste catene si avvolgono a formare una tripla elica, stabilizzata dal legame idrogeno. Questa catena passa all’apparato del Golgi, dove i filamenti idrossilati subiscono una glicosazione, ovvero l’aggiunta di zuccheri sulla catena peptidica in corrispondenza dell’idrossilisina. A questo punto la molecola è escreta verso l’esterno dove subisce l’azione del procollagene peptidasi. Questo enzima è necessario per il processamento extracellulare del collagene che sarà in grado di rimuovere i residui Ne C terminali con formazione di tropocollagene tra le cui molecole si instaureranno legami covalenti e che tenderanno a disporsi in file parallele formando le fibrille.

Considerato un potente “anti-età”, secondo la scienza può essere utilizzato nel contrasto a rughe e segni d’espressione?

Purtroppo la sintesi di collagene diminuisce con l’invecchiamento aumentando infatti la sua degradazione e con essa la rugosità della cute, che diviene meno compatta e più sottile. È per questo che il collagene trova largo spazio anche nella cosmetica.

   COLLAGENE TIPO I  COLLAGENE TIPO II  COLLAGENE TIPO III
 Dove si   trova  Pelle, tendini, legamenti, ossa, dentina e   cartilagine   fibrosa  Dischi intervertebrali, tessuto cartilagineo   e   corpo vitreo dell'occhio  Pelle, tendini, ossa, cartilagine, vasi   sanguigni   e   muscoli scheletrici
 Funzioni  Elasticità e compattezza a pelle e legamenti,   stabilità   e flessibilità alle ossa  Garantire stabilità alle articolazioni, alla   cartilagine e al vitreo  Responsabile delle proprietà elastiche dei   tessuti   e degli organi interni
 Cibo  Carne di manzo, maiale e pesce  Carne di pollo  Carne di manzo
 Curiosità  Il tipo di collagene più comune  Costituisce l’80% del tessuto cartilagineo  Coesiste con il collagene tipo I

Oltre all’invecchiamento cutaneo è prezioso anche per l’organismo? In che modo esercita la sua azione benefica?

L’importanza di questa proteina svolge il suo ruolo non solo dal punto di vista estetico, come è noto, ma anche dal punto di vista strutturale dando sostegno al corpo. Infatti a lungo andare, man mano che l’età tende ad avanzare , anche la produzione di collagene tende a diminuire contribuendo così ad una perdita di tono muscolare, una lentezza dei movimenti, una fragilità di unghie e capelli, e la pelle si raggrinzisce. Stimolare la sua produzione , contribuisce alla guarigione e la riparazione di danni alle ossa e cartilagini e quindi al mantenimento del sostegno, della forza e dell’elasticità di queste. Migliora l’ampiezza di movimento in caso di osteoartrite , previene il deterioramento delle articolazioni, previene la demineralizzazione ossea, ed accelera anche la cicatrizzazione delle ferite.

Come opera nel processo di costruzione del muscolo?

La quantità delle proteine corporee viene associata alla massa magra o più precisamente massa muscolare scheletrica e ne fanno parte le proteine oltre all’acqua e sali minerali. Ora le proteine sono macromolecole composte da tanti mattoncini detti amminoacidi; nella sintesi proteica intervengono solo 20 amminoacidi diversi fra loro, mentre nell’organismo il numero di proteine è di centinaia di migliaia. Come è noto le funzioni delle proteine sono diversissime. Fra queste emerge la funzione strutturale in cui il tessuto connettivo del corpo (cioè quello che sostiene e fa da ponte tra i diversi organi e strutture corporee) è costituito principalmente dal collagene. Il collagene ha proprio il ruolo di collegare ed “incollare” gli elementi cellulari di organi e tessuti quindi anche del muscolo ed ha la capacità di rinnovarsi sempre.

Ci sono controindicazioni ed effetti collaterali?

È chiaro che la stimolazione fisiologica di produzione del collagene è un evento molto positivo che ci protegge dai fenomeni legati ai processi di invecchiamento. L’intento di tutti dovrebbe essere quello di stimolare il più possibile, attraverso la corretta alimentazione, questo fenomeno naturale. Il contributo di creme ed integratori può essere senza dubbio, un’azione di rinforzo, sinergica allo stile di vita, che deve essere sempre al primo posto. Gli integratori di collagene sono bene tollerati e possono considerarsi prodotti sicuri, purché utilizzati in maniera responsabile. Sono chiaramente controindicati a chi soffre di allergia a qualche componente del prodotto, ai bambini e alle donne in gravidanza. È comunque sempre opportuno consultare il medico. Per minimizzare i rischi è preferibile scegliere integratori di collagene idrolizzato e che provengano da un animale a cui non si è allergici.

È possibile ottimizzare l’approvvigionamento di collagene con l’alimentazione giusta e cosmetici mirati?

L’invecchiamento è la prima causa di diminuzione del collagene. Lo stile di vita, gioca un ruolo fondamentale per la riduzione di questa proteina all’interno del proprio corpo. Prima cosa da focalizzare è che una dieta che presenta una elevata quantità di alimenti zuccherati, porta alla GLICAZIONE, un processo attraverso cui zuccheri sia intra che extracellulare, si legano alle proteine generando la formazione di molecole alterate, chiamate Glicotossine o AGE, che legandosi a specifici recettori, chiamati RAGE, si accumulano in maniera importante, aumentando la produzione e la liberazione all’interno dei tessuti dei Radicali Liberi e di molecole pro-infiammatorie, con conseguente alterazione della funzionalità e distruzione degli stessi. Questo è un processo infatti, non a caso, particolarmente abbondante nei pazienti diabetici di tipo II. Il legame tra zuccheri e proteine è un fattore biologico che condiziona il processo di invecchiamento cellulare, quello dei tessuti ed in generale dell’organismo. Non può esistere longevità quindi, senza una riduzione o quantomeno un controllo di questo processo metabolico. Anche a livello cutaneo assistiamo alla conseguenza di questo accumulo di glicotossine con conseguente accumulo nelle pelle che si manifesta con un aumento dello spessore apparendo dura ed ispessita. Chiaramente questo processo di glicazione proteica crea alterazione, oltre che sulla pelle, anche in altri organi del nostro organismo. Alla luce di ciò l’orientamento è verso il consumo di particolari zone di alimenti proteici, come ad esempio nelle lische, nelle pinne, nelle squame presenti nelle sardine, acciughe e sgombri , nella pelle, nelle zampe e cotenna del maiale, nelle ossa sottoforma di brodo, , e nelle cartilagini degli animali (pesce, pollame, maiale, bovini), nella gelatina che si ottiene da ossa, tendini, cartilagini e pelle di diversi animali. A livello cosmetico, l’applicazione di collagene così come tale, non può considerarsi la scelta ottimale in quanto questa proteine presenta una struttura chimica troppo grande per essere assorbita. E’ proprio per questo motivo che nei cosmetici di alta qualità si preferisce utilizzare collagene in forma idrolizzata o piccoli peptidi per favorirne l’assorbimento e quindi la loro funzione. In conclusione la riduzione della produzione di collagene inizia già a partire dai 25 anni e può essere accelerata da fattori genetici, alimentazione non sana, soprattutto ricca di zuccheri, fumo, esposizione ai raggi solai, smog e condizioni ambientali e stress. Siamo noi i primi a poter fare qualcosa per la salvaguardia della nostra salute.

Qual è la correlazione tra collagene e vitamina C?

A dare un contributo alla sintesi del collagene, gioca un ruolo importante la Vitamina C. Infatti quest’ultima interviene nella conversione della Prolina in Idrossiprolina e della Lisina in Idrossilisina ad opera dei rispettivi enzimi che richiedono Ferro 2+. Ed è proprio la Vitamina C che permette di mantenere il ferro in questa forma ridotta e consentire quindi la sintesi di collagene.

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Per approfondimenti:

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Alimentazione Gazzetta "Vitamine per la pelle, nella dieta e nelle creme: quali sono le più utili?"

Wikipedia "Pelle"

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Un ruolo prezioso per salute e bellezza. Dalla pelle alle articolazioni, dalle ossa e ai muscoli, ma previene anche la fragilità di unghie e capelli. Naturalmente presente nel derma cutaneo, i suoi notevoli effetti si estendono a tutto il corpo. Il collagene è il componente essenziale della nostra pelle, la proteina strutturale principale del nostro tessuto connettivo, quella più comune del corpo umano che fornisce la resistenza alla trazione del tessuto connettivo stesso. Non solo nella pelle, si trova anche nei legamenti, nei tendini, nella cartilagine, nelle ossa, nei muscoli scheletrici, nei vasi sanguigni e persino nei denti. Una struttura che consente di offrire resistenza meccanica. Costituito da diverse catene proteiche lunghe che a loro volta sono composte da diversi aminoacidi (glicina, prolina e idrossiprolina). Esistono 28 tipi di collagene diversi che si distinguono per composizione, struttura e funzione. Formato poi da diverse cellule, a seconda del tipo e della funzione svolta: i fibroblasti (cellule del tessuto connettivo) e gli osteoblasti (cellule del tessuto osseo) producono principalmente collagene di tipo I e III, mentre i condrociti (cellule del tessuto cartilagineo) formano principalmente collagene di tipo II.

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Quale tipo di collagene agisce nel nostro corpo? (figura sopra)

Attraverso la sintesi del collagene le varie cellule vengono allineate in oltre 1000 aminoacidi per formare una catena lunga, la catena polipeptidica, chiamata anche procollagene. Utilizzato come rimedio in caso di ustioni gravi della pelle e impiegato anche in medicina estetica come riempitivo. Noto agente anti-invecchiamento, insieme all’acqua rende la pelle più tonica e compatta, ma niente dura per sempre. Difatti, la produzione di collagene diminuisce con l’avanzare dell’età. Tra i principali segnali di questa scomparsa sicuramente secchezza cutanea, linee pronunciate e rughe sempre più evidenti. Un valido supporto per integrare questa carenza deriva dall’esterno grazie a cosmetici mirati e dall’interno con un’alimentazione sana e bilanciata. Durante il processo di invecchiamento la struttura della pelle diventa inevitabilmente più instabile con il conseguente rilassamento cutaneo e la formazione delle prime rughe e l’assottigliamento della pelle. Questo avviene perché causa della sempre più ridotta densità della struttura del collagene, la struttura e l’elasticità della pelle si deteriorano. Il segreto per prevenire efficacemente questo invecchiamento è la giusta sinergia tra un’alimentazione intelligentemente bilanciata e la corretta selezione di prodotti cosmetici mirati ed efficaci per scoraggiare l’avanzare degli anni e sostenere i bisogni del tessuto connettivo.

Diverse funzioni complesse e fondamentali. Gloria Mosconi, biologa mette in luce le peculiarità di questa notevole proteina in un'intervista esclusiva a Life 120:

Che cos’è e com’è composto il collagene?

Il collagene è uno dei componenti principali del tessuto connettivo che contribuisce a conferire resistenza ai tessuti, tonicità, compattezza e turgore della pelle. Occupa un ruolo importantissimo fra le proteine strutturali nella matrice extracellulare cioè nello spazio tra una cellula e l’altra. E’ presente nel nostro corpo in misura pari al 20% fino 35%, fino ad arrivare al 90% nella nostra pelle, in particolare a livello del derma, dove, insieme alla presenza di fibre elastiche e glicosaminoglicani, dà origine alla sua caratteristica struttura tridimensionale che rappresenta proprio l’impalcatura della nostra pelle. Dal punto di vista strutturale, la prolinia, l’idrossiprolina e la glicina sono gli amminoacidi predominanti nelle fibre di collagene. Queste ultime sono organizzazioni di molecole di tropocollagene, che si associano in modo diverso tra loro, per generare diversi gradi di resistenza. Il tropocollagene è l’unità funzionale del collagene, costituito da tre filamenti (tre catene proteiche) che unendosi fra di loro formano la tripla elica, costituita da due catene identiche, ed una terza che differisce dalle prime due. Come già detto, gli amminoacidi che la caratterizzano, sono tre: glicina, prolina e idrossiprolina, che durante il corso della vita, hanno la particolarità di rinnovarsi sempre.

Quanti tipi di collagene esistono e a cosa servono?

I collageni sono un gruppo di glicoproteine naturali che si trovano nel tessuto connettivo degli animali. Il collagene associato in fibrille, oltre che nel derma, è presente anche nelle ossa, nelle cartilagini, tendini, legamenti, cornea, pelle, vasi sanguigni, ed annessi cutanei (capelli ed unghie), in sostanza ovunque ci sia del tessuto connettivo. Per questo motivo, il collagene si distingue in  diversi tipi, quelli più importanti sono: Collagene di tipo I, che rappresenta circa il 90% del collagene totale; Collagene di tipo II, componente del tessuto cartilagineo; Collagene di tipo III, presente nel derma e vasi sanguigni ed infine Collagene di tipo IV che svolge le funzioni di sostegno ed è una componente anche della membrana basale.

   COLLAGENE TIPO I  COLLAGENE TIPO II  COLLAGENE TIPO III
 Dove si   trova  Pelle, tendini, legamenti, ossa, dentina e   cartilagine   fibrosa  Dischi intervertebrali, tessuto cartilagineo   e   corpo vitreo dell'occhio  Pelle, tendini, ossa, cartilagine, vasi   sanguigni   e   muscoli scheletrici
 Funzioni  Elasticità e compattezza a pelle e legamenti,   stabilità   e flessibilità alle ossa  Garantire stabilità alle articolazioni, alla   cartilagine e al vitreo  Responsabile delle proprietà elastiche dei   tessuti   e degli organi interni
 Cibo  Carne di manzo, maiale e pesce  Carne di pollo  Carne di manzo
 Curiosità  Il tipo di collagene più comune  Costituisce l’80% del tessuto cartilagineo  Coesiste con il collagene tipo I

 

Questa proteina è davvero così importante? Quali sono i benefici per la pelle?

L’importanza del collagene è legata principalmente alle sue molteplici funzioni di sostegno nei confronti non solo del derma ma anche di ossa tendini cartilagini e vasi sanguigni; non a caso infatti è una delle proteine più abbondanti dell’organismo. Nel derma in particolare insieme alle fibre elastiche e ai glicosamminoglicani, dà origine a quella struttura tridimensionale compatta e resistente che sorregge la cute conferendo resistenza ed elasticità, compattezza e turgore, minimizzando la presenza di rughe.

Come avviene la biosintesi del collagene?

La biosintesi del collagene avviene sia all’interno che all’esterno della cellula ed è enzimaticamente coadiuvata. Nella fase iniziale l’m-RNA di circa 34 geni viene trascritto e successivamente tradotto a livello dei ribosomi a ridosso della parete del RER; nella catena nascente di procollagene alcuni residui di prolina e lisina vengono idrossilati da due specifici enzimi per formare idrossiprolina e idrossilisina con catene alfa di procollagene. Tre di queste catene si avvolgono a formare una tripla elica, stabilizzata dal legame idrogeno. Questa catena passa all’apparato del Golgi, dove i filamenti idrossilati subiscono una glicosazione, ovvero l’aggiunta di zuccheri sulla catena peptidica in corrispondenza dell’idrossilisina. A questo punto la molecola è escreta verso l’esterno dove subisce l’azione del procollagene peptidasi. Questo enzima è necessario per il processamento extracellulare del collagene che sarà in grado di rimuovere i residui Ne C terminali con formazione di tropocollagene tra le cui molecole si instaureranno legami covalenti e che tenderanno a disporsi in file parallele formando le fibrille.

Ci sono controindicazioni ed effetti collaterali?

È chiaro che la stimolazione fisiologica di produzione del collagene è un evento molto positivo che ci protegge dai fenomeni legati ai processi di invecchiamento. L’intento di tutti dovrebbe essere quello di stimolare il più possibile, attraverso la corretta alimentazione, questo fenomeno naturale. Il contributo di creme ed integratori può essere senza dubbio, un’azione di rinforzo, sinergica allo stile di vita, che deve essere sempre al primo posto. Gli integratori di collagene sono bene tollerati e possono considerarsi prodotti sicuri, purché utilizzati in maniera responsabile. Sono chiaramente controindicati a chi soffre di allergia a qualche componente del prodotto, ai bambini e alle donne in gravidanza. È comunque sempre opportuno consultare il medico. Per minimizzare i rischi è preferibile scegliere integratori di collagene idrolizzato e che provengano da un animale a cui non si è allergici.

RIPRODUZIONE RISERVATA LIFE 120 © Copyright A.R.

Per approfondimenti:

Il Corriere della Sera  "Dai peperoni rossi alle uova, ecco i cibi che aiutano a fare il pieno di collagene"

AGI "Pelle: contro l'invecchiamento, glicani stimolano collagene"

Ansa "Rughe, è tutta una questione d'acqua"

Io Donna "Il collagene è il trend beauty del momento. Come funziona e cosa bisogna sapere?"

Wikipedia "Collagene"

DiLei "Collagene: cos’è, a cosa serve, cosa mangiare e integratori"

JAAC "Trehalose-Induced Activation of Autophagy Improves Cardiac Remodeling After Myocardial Infarction"

Alimentazione Gazzetta "Dieta e beauty routine per una pelle luminosa e sana: alimenti, creme e trattamenti"

Il Secolo XIX "C’è uno zucchero che piace anche al cervello"

Alimentazione Gazzetta "Vitamine per la pelle, nella dieta e nelle creme: quali sono le più utili?"

Wikipedia "Pelle"

Starbene "Salute della pelle e alimentazione"

Gazzetta Act!ve "Zuccheri, ecco perché troppi fanno male. Quali sono i benefici di una dieta che ne è priva?"

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Non solo per insaporire. Oltre al contributo a tante opere culinarie, le spezie sono preziose anche per il nostro apparato digerente. Donano sapore al cibo e ci aiutano a metabolizzarlo. Tra quelle poi che facilitano la digestione sicuramente curcuma, zenzero, cumino, finocchio e menta. Concentrati di vitamine e minerali, con azione antiossidante e di contrasto ai radicali liberi. Le spezie sono gli alleati della nostra salute, a zero calorie. Utili per alleviare i sintomi di indigestione e gonfiore addominale. Riducono le contrazioni dell’apparato digerente rilassando i muscoli intestinali permettendo così al cibo, di passare più facilmente. Diverse indagini hanno poi dimostrato che le spezie aumentano notevolmente l’attività della lipasi intestinale, un enzima utilizzato nella digestione e alleviano le irritazioni gastrointestinali. Tra le loro funzioni fondamentali il contrasto alla sindrome dell'intestino irritabile, uno dei disturbi gastrointestinali più comuni caratterizzati da dolore addominale cronico, abitudini intestinali alterate o cambiamenti nella consistenza delle feci. Insomma, ricche di proprietà e indubbiamente diverse da tutti gli altri condimenti come evidenzia a Gazzetta Active la dottoressa Emanuela Russo, dietista INCO (Istituto Nazionale per la Cura dell’Obesità) dell’IRCCS Policlinico San Donato e del Marathon Center del Palazzo della Salute di Milano.


Sicuramente hanno tutte un potere antinfiammatorio e antiossidante e riducono la produzione di radicali liberi. Come sanno bene in Oriente, dove l’uso delle spezie è molto più diffuso, hanno delle proprietà quasi curative, tanto che spesso molti integratori contengono proprio i principi attivi di alcune spezie. Ricordiamo, però, che non sono farmaci, quindi vanno usate con costanza per ottenerne i benefici, e sono perfette proprio laddove non c’è una reale patologia ma una propensione a determinate patologie.

Spezie utili per la salute: curcuma, zenzero, cannella e peperoncino

La sindrome dell'intestino irritabile (IBS) è uno dei disturbi funzionali più comuni del tratto gastrointestinale (GI) e la sua presentazione clinica è un dolore addominale inferiore ricorrente progressivo accompagnato da cambiamenti dell'abitudine intestinale (in consistenza e frequenza). Di solito uno stress fisico o emotivo o una specifica abitudine nutrizionale innesca i sintomi. Anche la colite ulcerosa (CU) e il morbo di Crohn (MC) sono condizioni infiammatorie croniche del tratto intestinale: sono la conseguenza di influenze ambientali, disordini genetici, alterazioni del microbiota intestinale, che portano ad una risposta immunitaria anormale con relativa infiammazione. Sebbene l'infiammazione possa rimanere limitata a determinati segmenti gastrointestinali, la funzione dell'intero tratto è alterata. Sebbene l'IBS sia una malattia bio-psico-sociale complessa con un'eziologia multifattoriale, che coinvolge, tra gli altri, la dieta e lo stile di vita, la motilità intestinale alterata è una caratteristica comune, con conseguente disagio addominale cronico, dolore, associato a cambiamenti nelle abitudini intestinali che compromettono la qualità della vita. Come dimostra uno studio condotto da un team di ricercatori della Pennsylvania State University, grazie alla capacità di frenare l’infiammazione che è alla base di alcune patologie molto serie, le spezie proteggono l’organismo da tumori, diabete e malattie cardiovascolari. L’indagine di questi studiosi, con l’utilizzato di un composto di spezie, nasce con l’obiettivo di studiare l'effetto postprandiale di una miscela di spezie sulle risposte infiammatorie delle citochine. L'infiammazione postprandiale che si verifica in concomitanza con iperglicemia e iperlipidemia dopo l'ingestione di un pasto ad alto contenuto di grassi saturi e alto contenuto di carboidrati (HFCM) è un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari (CVD). Gli studiosi hanno dimostrato che l’aggiunta spezie riduceva sensibilmente questo rischio. Tuttavia, la ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica The Journal of Nutrition, ha mostrato la capacità di questi ingredienti di apportare benefici per la salute, riducendo l’infiammazione dell'organismo. Ovvero, i ricercatori hanno scoperto che quando i partecipanti allo studio consumavano un pasto con l’aggiunta di sei grammi di una mescolanza di spezie, questi manifestavano marcatori di infiammazione più bassi rispetto a un pasto privo di queste sostanze. Precedenti ricerche avevano già collegano le spezie alle notevoli proprietà antinfiammatorie. 

 

Curcuma


Utilizzata, oggi come nel passato, per il trattamento delle malattie infiammatorie intestinali. La Curcuma longa (curcuma) è un'erba perenne, coltivata nel sud-est asiatico. Nella medicina tradizionale è impiegata da secoli per le sue proprietà antitumorali, antimicrobiche, antinfiammatorie, antiossidanti e presenta attività inibitoria dell'acetilcolinesterasi (come riportato nello studio "Curcuma longa Extract Exerts a Myorelaxant Effect on the Ileum and Colon in a Mouse Experimental Colitis Model, Independent of the Anti-Inflammatory Effect". Il costituente principale responsabile del suo colore giallo è la curcumina, antiossidante e antinfiammatorio per antonomasia. L'attività antinfiammatoria della curcumina è stata studiata in varie ricerche in vitro e in vivo. Nell'animale da esperimento è stato dimostrato che un estratto di curcuma previene lo sviluppo della colite indotta dall'acido trinitrobenzene sulfonico (TNBS) attraverso l'inibizione delle vie di trasduzione del segnale critiche per le risposte infiammatorie. Inoltre, è stato dimostrato che previene l'infiammazione attraverso il blocco nella mucosa nella colite cronica indotta da Destrano Sodio Solfato (DSS) e inibisce le funzioni immunostimolatorie delle cellule dendritiche bloccandone l'attivazione. Inoltre, la curcuma, in uno studio randomizzato in doppio cieco e controllato con placebo, ha dimostrato di essere efficace e sicura nel mantenere, anche nel lungo periodo, la remissione della colite ulcerosa e di ridurre la produzione di specie di ossigeno attivo.

L'ampio uso clinico di Curcuma longa come agente antinfiammatorio e il suo uso empirico nella diarrea nei paesi orientali hanno spinto un‘indagine al fine di valutare se la curcuma eserciti qualche effetto miorilassante sulla motilità ileale intestinale e del colon in segmenti intestinali sani, sia questo effetto, se presente, oltre all’osservazione della colite sperimentale acuta e cronica e, infine, se questo effetto è indipendente dall'effetto antinfiammatorio (come descritto nell'indagine "Curcuma longa L. as a Therapeutic Agent in Intestinal Motility Disorders. 2: Safety Profile in Mouse"). Difatti, l'uso della curcuma come agente antinfiammatorio e quello empirico tradizionale come farmaco sintomatico antidiarroico nei disturbi funzionali del tratto gastrointestinale hanno suggerito un effetto anche sulla motilità intestinale. In conclusione, l'estratto di curcuma esercita un effetto miorilassante sull'ileo e sul colon indipendentemente dall'effetto antinfiammatorio. Il meccanismo d'azione è dovuto sia ad un effetto miorilassante diretto sugli strati muscolari intestinali sia ad una inibizione non competitiva e reversibile dell'agente colinergico. E ancora, questo studio fornisce il razionale per l'uso della curcuma nei disturbi della motilità e suggerisce una possibile applicazione ai disturbi motori funzionali del tratto gastrointestinale, dovuti all'effetto miorilassante sull'intestino normale, indipendente dall'attività antinfiammatoria.

Zenzero


I rizomi dello Zingiber officinale (zenzero) sono stati utilizzati fin dall'antichità come rimedio tradizionale per i disturbi gastrointestinali. Gli ingredienti più attivi dello zenzero sono i principi pungenti, in particolare gingeroli e shogaoli. Vari studi preclinici e clinici hanno valutato lo zenzero come un trattamento efficace e sicuro per la nausea e il vomito nel contesto della gravidanza e come trattamento adiuvante per la nausea e il vomito indotti dalla chemioterapia. Nello studio viene esaminato l'uso dello zenzero per la prevenzione di nausea e vomito, con particolare attenzione ai tipi e alle presentazioni di zenzero disponibili oltre anche alle proprietà farmacocinetiche dello zenzero. In relazione alle sue proprietà antiemetiche, lo zenzero (e i suoi costituenti) agisce perifericamente, all'interno del tratto gastrointestinale, aumentando il tono gastrico e la motilità grazie alle azioni anticolinenergiche e antiserotoninergiche. Lo zenzero è un'erba antica ampiamente utilizzata nella storia per le sue numerose proprietà medicinali naturali e in particolare come antiemetico. Valida difesa contro l’ulcera e ottimo supporto per alleviare i dolori mestruali. Ricco vitamina B6 e vitamina C e di minerali come potassio, rame, manganese, magnesio, niacina, fosforo e ferro.

Alimentazione e salute: le virtù curative delle spezie


Lo zenzero (Zingiber officinale Roscoe) è un'erba perenne appartenente alla famiglia delle Zingiberaceae, coltivata principalmente in Asia e nelle regioni tropicali, ed è una delle erbe più importanti e ampiamente consumate al mondo. Coltivato per il suo stelo commestibile sotterraneo (rizoma), lo zenzero è stato usato fin dall'antichità sia come spezia che come medicinale a base di erbe per trattare una varietà di disturbi principalmente gastrointestinali, come nausea, vomito (emesi), diarrea e dispepsia, e anche diversi disturbi, tra cui artrite, dolori muscolari e febbre. Questa lunga e consolidata storia di uso medicinale negli esseri umani ha stimolato studi clinici in corso per valutare scientificamente l'efficacia dello zenzero come terapia adiuvante o come medicina complementare e alternativa (CAM) in una serie di indicazioni relative a nausea e vomito. I più studiati di questi includono nausea e vomito in gravidanza (NVP), nausea e vomito indotti da chemioterapia (CINV), nausea e vomito postoperatori e, in misura minore, cinetosi. Infine, lo zenzero è considerato un'erba sicura per il consumo umano e compare nella Food and Drug Administration degli Stati Uniti generalmente riconosciuta come lista sicura oltre ad essere inclusa nelle farmacopee di molti paesi occidentali. Il British Herbal Compendiumelenca definisce lo zenzero come rimedio per il vomito durante la gravidanza.


Cumino


Stop a gonfiore, indigestione, flatulenza, diarrea e nausea! Riconoscibile dal gusto intenso. Il cumino (come riportato nella ricerca "Cumin Extract for Symptom Control in Patients with Irritable Bowel Syndrome") ha la capacità di aumentare il flusso biliare che accelera i processi digestivi del fegato. Ricco di fibre, calcio, fosforo, ferro e potassio. Ottimo digestivo e prezioso per curare l’intestino e rafforzarne le difese immunitarie, grazie alle sue proprietà antibatteriche e virali. Il C Aluminum Cyminum della famiglia "A Piaceae" conosciuta come cumino è una delle erbe più antiche coltivata in Iran. Il frutto del cumino ha un olio essenziale composto da trepenoidi ed è stato utilizzato come potenziatore energetico e immunitario, digestivo, diuretico, antiparassitario, anti-convulsivo e anti-flatulenza nella medicina tradizionale iraniana ed è utilizzato per la perdita di peso. Uno studio condotto in Germania nel 1996 ha dimostrato che l'olio essenziale di erbe contenente cumino può essere utile nel controllo del dolore addominale in pazienti con disturbi gastrointestinali non ulcerativi. Inoltre, uno studio condotto nel 2000 ha dimostrato che il cumino può alleviare il dolore nei pazienti con malattia gastrointestinale funzionale. L’indagine condotta da Fazel et al. ha anche dimostrato che il cumino può essere utile nella prevenzione delle complicazioni gastrointestinali dopo un taglio cesareo di emergenza riducendo la distensione intestinale, i dolori di coliche, il bruciore di stomaco e il passaggio di gas e la defecazione ritardata. Il cumino è stato anche efficace nel controllo del dolore neurogenico e infiammatorio. Inoltre, secondo evidenze scientifiche, incoraggia l’attività degli enzimi digestivi e diversi studi dimostrano che i pazienti con sindrome del colon irritabile notano una riduzione dei sintomi con un’assunzione regolare.


Finocchio


Allevia i problemi di stitichezza e protegge il colon. Stimola la produzione di succhi gastrici (come evidenzia lo studio "Foeniculum vulgare Mill: A Review of Its Botany, Phytochemistry, Pharmacology, Contemporary Application, and Toxicology") e in virtù di questo viene spesso utilizzato come aiutino digestivo dopo i pasti. Inoltre, contiene numerosi composti preziosi, come composti volatili, flavonoidi, composti fenolici, acidi grassi (circa ventuno) e amminoacidi, una varietà di antiossidanti, oltre alla quercetina che protegge dall’invecchiamento e contrasta le malattie. Foeniculum vulgare Mill comunemente chiamato finocchio è stato utilizzato nella medicina tradizionale per una vasta gamma di disturbi legati ai sistemi digestivo, endocrino, riproduttivo e respiratorio. Inoltre, è anche usato come agente galattagogo per l’allattamento. È un'erba tradizionale e popolare con una lunga storia di utilizzo come medicinale. Una serie di studi ha dimostrato che questa spezia controlla efficacemente numerose malattie infettive di origine batterica, fungina, virale, micobatterica e protozoica. Ha attività antiossidante, antitumorale, chemiopreventiva, citoprotettiva, epatoprotettiva, ipoglicemica ed estrogenica. Alcune delle pubblicazioni hanno affermato che il Foeniculum vulgare Mill ha un tipo speciale di effetto di potenziamento della memoria e può ridurre lo stress. È utilizzato in molte parti del mondo per il trattamento di una serie di malattie, ad esempio, dolori addominali, antiemetici, aperitivo, artrite, cancro, coliche nei bambini, congiuntivite, costipazione, depurativo, diarrea, dieresi, emmenagogo, febbre, flatulenza , gastralgia, gastrite, insonnia, colon irritabile, disturbi renali, lassativi, leucorrea, dolore al fegato, ulcera alla bocca e mal di stomaco.


Coriandolo


Dalle notevoli proprietà carminative, con la capacità di evitare la formazione e soprattutto il ristagno di gas a livello gastro-intestinale. È anche apprezzato per le sue proprietà antispasmodiche: allevia gli spasmi intestinali che possono portare a diarrea, quindi è utile per chi soffre di sindrome dell’intestino irritabile. È anche ricco di sostanze fitochimiche e antiossidanti con notevoli benefici.


Menta


Facilita la digestione e sgonfia la pancia. Queste, le doti nascoste della menta che svolge un ruolo importante per il nostro apparato digerente. Insomma, un rimedio naturale per chi soffre di problemi digestivi. La menta, infatti, agisce aiutando il rilassamento della muscolatura liscia, diminuendo di conseguenza la sensibilità viscerale e agendo come antimicrobico e antimicotico. In una revisione di 9 studi su 926 persone con la sindrome dell’intestino irritabile, la menta è risultata significativamente superiore al placebo per il miglioramento globale di questi sintomi: con un miglioramento del dolore addominale per il 95% dei soggetti.

RIPRODUZIONE RISERVATA LIFE 120 © Copyright A.R.

Per approfondimenti:

PubMed "The efficacy of an herbal medicine, Carmint, [...] with irritable bowel syndrome"

Gazzetta Act!ve "5 spezie per digerire: dal cumino allo zenzero"

Plos One "Curcuma longa [...] of the Anti-Inflammatory Effect"

Middle East Journal "Cumin Extract for Symptom Control in Patients with Irritable Bowel Syndrome"

Plos One "Curcuma longa L. as a Therapeutic Agent in Intestinal Motility Disorders"

Gazzetta Act!ve "Spezie: concentrati di vitamine, minerali e antiossidanti a zero calorie"

Plos One "Foeniculum vulgare Mill: A Review of Its [...] Pharmacology, Contemporary Application è [...]"

PubMed "Peppermint oil for the treatment of irritable bowel syndrome"

Sky Tg24 "I benefici delle spezie, possono aiutare a ridurre l'infiammazione"

The Journal of Nutrition "Spices in a High-Saturated-Fat, High-Carbohydrate Meal Reduce Postprandial Proinflammatory Cytokine Secretion in Men with Overweight or Obesity"

MSN "I benefici delle spezie nell'alimentazione sana"

Letto Quotidiano "Spezie ed erbe aromatiche in cucina che hanno benefici sulla tua salute"

Proiezioni di Borsa "Lasciare nel cassetto le medicine e curarsi con le spezie"

LEGGI ANCHE: Spezie: concentrati di antiossidanti, vitamine e minerali. Tante virtù e zero calorie

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