Roberto Panzironi

Roberto Panzironi

Giovedì, 11 Giugno 2020 08:00

Torta di nocciole

Gusto speziato e piacevole al palato. Il retrogusto inconfondibile di nocciole incontra la dolcezza delle albicocche in un abbraccio di fondente. Una torta soffice e profumata che racchiude l'incontro perfetto tra frutta e cioccolato. Questo dolce gustoso si presta anche per festeggiare le grandi occasioni. 

Ingredienti

 

 INGREDIENTI 
  100 g di farina di nocciola   Un vasetto di confettura extra di  albicocche
   uova
  5 albicocche fresche
  60 g di Sugar Life

  Una tavoletta di Chocolife Dark

  Una bustina di lievito per dolci   Mezzo cucchiaino di cannella
  Mezzo cucchiaino di chiodi di garofano in polvere    100 g di burro
 TEMPO  ESECUZIONE
45 MINUTI MEDIA

Preparazione

Dividete le uova con due ciotole, da una parte gli albumi e dall’altra i tuorli. Montate prima gli albumi con 1/3 di Sugar Life e poi i tuorli con il resto dello Sugar Life. Unite ai tuorli montati il burro fuso e in seguito la farina di nocciola, le spezie e il lievito alternandoli con gli albumi montati e amalgamando dal basso verso l’alto. Inserite il composto in una tortiera da 20 cm di diametro. Infornate a 180 gradi per 20 minuti. Lasciate raffreddare la torta e tagliatela a metà. Inserite al suo interno la confettura di albicocche, qualche pezzetto di albicocca fresca e decorate con il Chocolife Dark sciolto in un pentolino.

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Uova LifeSugar LifeBurro LifeConfettura AlbicoccheFarina Di NocciolaChocolife Dark

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Sabato, 06 Giugno 2020 08:00

Muffin alle ciliegie

Il piacere per il palato e per la salute. Un buongiorno soffice e goloso sulle note del frutto di stagione più amato di sempre. Dal sapore delle ciliegie alla morbida consistenza. Un'alternativa gustosa alla versione classica del plumcake. Questi dolci monoporzione, tipici della tradizione anglosassone, si prestano per accompagnare tantissime bevande. 



Ingredienti

 

 INGREDIENTI 
  100 g di Mix Flour    20 g di cacao amaro
   uova
  12 ciliegie
  60 g di Sugar Life   100 g di burro
 TEMPO  ESECUZIONE
45 MINUTI MEDIA

Preparazione

Dividete le uova con due ciotole, da una parte gli albumi e dall’altra i tuorli. Montate prima gli albumi con 1/3 di Sugar Life e poi i tuorli con il resto dello Sugar Life. Unite ai tuorli montati il burro fuso e in seguito la Mix Flour, il cacao amaro e il lievito alternandoli con gli albumi montati e amalgamando dal basso verso l’alto. Inserite il composto in 6 pirottini da muffin e adagiate sopra ogni muffin due ciliegie tagliate a metà e senza nocciolo. Infornate a 180 gradi per 20 minuti. Fateli raffreddare una volta cotti.

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Uova LifeMix Flour LifeSugar LifeBurro Life

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Giovedì, 20 Febbraio 2020 19:18

Abuso di farmaci contro il colesterolo?

Condividiamo l'articolo de La Repubblica del 17/2/2020

Le ultime linee guida raccomandano di prescrive le statine a una popolazione sempre più estesa. Così vengono assunte sempre di più per fare prevenzione. Ma ora uno studio, pubblicato a British medical Journal, contesta questa tendenza

Abbassare i valori e alzare la soglia di rischio. Non è un concetto astratto ma quello che recita il vademecum sul colesterolo redatto pochi mesi fa e presentato a Parigi all’ultimo congresso europeo di Cardiologia. Statine&c.: le ultime Linee guida suggeriscono, anzi raccomandano, ai medici di prescriverle a una popolazione sempre più estesa. Cosa sono le statine? Il termine significa “bloccare”. Sono farmaci che inibiscono la sintesi del colesterolo, riconosciuto killer di cuore a arterie. In questo caso parliamo di prevenzione primaria, quella che dovrebbe servire a tenere alla larga le malattie cardiovascolari di chi è ( e vuol restarci) in buona salute. Insomma, uno strumento per difendersi dai rischi correlati a un eccesso di grassi nel sangue. Ma oggi un dubbio si sta insinuando anche tra coloro che finora hanno giurato sull’efficacia di un trattamento preventivo. Con un interrogativo, legittimo e giustificabile: profilassi quasi a tappeto sì o no? Il British medical Journal ha recentemente pubblicato una overvew, cioè una panoramica che fa le pulci a statine e linee guida. Gli autori (Paula Byrne, John Cullinan e Susan Smith) hanno analizzato, sulla base di vari studi, l’uso delle statine per capire se i conti tornano.

E cioè se i benefici che se ne traggono, bilanciano i potenziali danni in pazienti a basso rischio. Sono partiti, indagando sugli effetti benefici nei soggetti che non avevano sviluppato malattie cardiache. Nel loro lavoro si sono focalizzati sulle modifiche alle linee guida europee sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari dal 1987 al 2016. Per farlo si sono riferiti a una coorte di anziani in Irlanda, rilevando così che il 30 % di ultracinquantenni utilizzava statine e, di questi, due terzi per la prevenzione primaria. Tanti, per non interrogarsi sulla reale esigenza di assumere le statine. Ma sul prossimo numero di salute, in edicola martedì 18, parleremo anche di ipnosi e di come in alcuni casi può sostituire l'anestesia in sala operatoria; di malattie rare e di come usare l'areosol, evitando i rischi del fai da te. Faremo inoltre un viaggio particolare in un "museo tattile", dove le opere d'arte sono a misura di pazienti non vedenti. E così un'opera di Van Gogh diventa un modellino fatto di sedie, specchi e stoffe da esplorare con le mani.

Fonte: La Repubblica

In Europa prevale l’homo sedentarius. Dati alla mano: sono soprattutto le donne con il 25% che detengono il primato europeo, tra i soggetti “fisicamente inattivi”. Di poco inferiore, gli uomini che si registrano come individui sedentari con il 22%, nonostante si raccomandino appena 150 minuti a settimana di intensità moderata o 75 minuti a settimana di attività fisica ad intensità vigorosa. Queste sono le principali conclusioni del più recente rapporto dell’European Health Network sulle politiche di attività fisica per la salute cardiovascolare.

Ma prima, cerchiamo di capire, cosa si intende con il termine "attività fisica". Nel rapporto, gli autori, usano la definizione classica: "Qualsiasi movimento corporeo prodotto da muscoli scheletrici che si traduce in dispendio energetico superiore al livello del riposo". Ciò significa che oltre allo sport e deliberato esercizio, siamo interessati al ruolo di attività quotidiane come camminare, andare in bicicletta, salire le scale o giocare e divertirsi. 

Prevenire è meglio che curare

Secondo l’European Health Network, l'attività fisica ha un ruolo fondamentale nella prevenzione e nel trattamento delle malattie cardiovascolari in tutta Europa. Tuttavia, a causa dei ritmi di vita serrati, il movimento corporeo è stato rimosso quasi totalmente dalla nostra vita quotidiana. Questa scorretta abitudine è stato associata a molti aspetti della cattiva salute degli individui. Infatti, il rapporto dell’European Health Network si concentra sulle malattie cardiovascolari, ma ci sono forti associazioni tra inattività fisica – sempre secondo quanto si legge nel rapporto - e obesità, diabete, cattiva salute mentale e anche alcuni tumori, presentano una revisione del ruolo dell'attività fisica dove “prevenire è meglio che curare”.

Il ruolo dell'attività fisica diventa fondamentale oltre che nella vita di tutti i giorni, anche nella prevenzione di malattie cardiovascolari. Ancora oggi, infatti, le malattie cardiovascolari (CVD) rimangono tra le principali cause di morte, bassa capacità funzionale e scarsa qualità
della vita in ogni parte del mondo. L'elevata prevalenza di malattie cardiovascolari significa che un'alta percentuale di persone in tutta Europa sono a rischio di svilupparne uno o più
durante la loro vita. La malattia cardiovascolare è causata da un'ostruzione graduale del arterie da processi aterosclerotici. Questi possono essere scoraggiati o impediti con diversi espedienti, tra cui l'attività fisica.

Quando lo sport allunga la vita

È stato dimostrato che l’attività fisica “aggiunge anni alla nostra vita” - riducendo il rischio di malattie e di cattiva salute - e, “aggiunge vita ai nostri anni”, migliorando la qualità della vita - migliore salute mentale e maggior vigore -. Gli effetti benefici noti sono ormai innumerevoli e mettono in luce che l’attività fisica agisce su molti processi del nostro organismo. Inoltre, è stato dimostrato che l’attività fisica migliora la tolleranza al glucosio e riduce il rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2. Previene l’ipercolesterolemia e l’ipertensione e riduce i livelli della pressione arteriosa e del colesterolo, diminuisce anche il rischio di malattie cardiache. Previene e riduce l’osteoporosi e il rischio di fratture, ma anche i disturbi muscolo-scheletrici (come il mal di schiena) e poi migliora la capacità funzionale nelle attività della vita quotidiana.

Eppure le raccomandazioni riportate nelle linee guida del 2016 della European Society of Cardiology sono piuttosto chiare, si raccomanda agli “adulti sani di tutte le età di eseguire almeno 150 minuti a settimana di intensità moderata o 75 minuti a settimana di attività fisica ad intensità vigorosa o una combinazione equivalente” e fra gli “over 65 bassi volumi di attività fisica nel tempo libero”. Tra i tanti benefici dell’attività fisica, particolare attenzione va a quello sulla salute cardiaca e nella riabilitazione di una serie di fattori correlati, ma è fondamentale – scrivono gli esperti – non seguire autonomamente consigli presi dal web, o che sono stati dati a un amico o conoscente. Solo la consulenza individuale con un medico specializzato può garantire una modalità di attività fisica che corrisponda più da vicino al probabile “reale” bisogno del paziente.

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Un concentrato di proprietà nutritive benefiche per il nostro organismo, soprattutto nei mesi freddi, aiutano il nostro sistema immunitario a difendersi e a tenere alla larga i virus del momento e i malanni di stagione. Dalla tosse al raffreddore, dai dolori articolari agli altri disturbi. L’inverno è per eccellenza la stagione dei malesseri e le cause principali sono quasi sempre gli sbalzi improvvisi di temperatura, dovuti al transito da ambienti caldi a quelli, freddi o umidi, che rendono l’organismo estremamente vulnerabile. Ecco come rafforzare le difese dell’organismo e ridurre al minimo i rischi.

I poteri della Vitamina C contro i Virus

Inoltre, la vitamina C, vanta poteri antiossidanti e rafforza il sistema immunitario, ancor di più in questo momento particolare. Questa sostanza è in grado di combattere i radicali liberi e di prevenire i danni cellulari, oltre a essere una preziosa fonte di fibre, in grado di regolare la funzionalità intestinale e contrastare il colesterolo. E poiché la vitamina C non viene accumulata dall’organismo, va assunta regolarmente con l’alimentazione. Ebbene si, un aiuto al sistema immunitario può arrivare anche dall’alimentazione, quindi dall’integrazione. Ci sono infatti cibi che per le sostanze contenute contribuiscono ad alzare le difese o ne favoriscono un più veloce recupero, ma non sono sempre sufficienti e per questo integrare diventa fondamentale.

Integrare la Vitamina C è importante

«L’acido ascorbico rimane la migliore arma di prevenzione naturale contro i malanni influenzali», informa Paola Genovese, medico specialista in scienza dell’alimentazione all’ICLAS – Istituto Clinico Ligure di alta specialità di Rapallo. «La prima fonte di questa preziosa sostanza è la frutta – aggiunge l’esperta - tra quella di stagione, kiwi e papaya rappresentano ottime scelte (ne contengono tra i 50 e i 100 mg ogni 100 g) e poi ci sono ovviamente gli agrumi (arance, mandarini, mandaranci, pompelmi e limoni), che ne assicurano una dose inferiore (30-50 mg ogni 100 g), ma hanno dato il vantaggio di poter essere tenuti in borsa per dare spazio nella dieta a broccoli e cavolini di Bruxelles (60 mg di vitamina C ogni 100 g di prodotto cotto), oltre che a spinaci, songino e tarassaco crudi (40 mg ogni 100 g di prodotto crudo)». Essendo vulnerabile alle alte temperature e molto sensibile alle variazioni termiche, come tutte le vitamine termolabili, non resiste al calore, per cui le caratteristiche rimangono inalterate solo se i cibi vengono consumati crudi (o comunque poco cotti) o al massimo cotti al vapore. Quindi, per preservarla al meglio, l’ideale sarebbe evitare le cotture prolungate.

Il limone, ricco di acido ascorbico è utilizzato, per il trattamento dell’acne oltre che come astringente, diuretico e per favorire la sudorazione. E gli agrumi sono ingredienti perfetti per un gran numero di piatti quali, ad esempio, l’insalata invernale, un mix di radicchio, sedano, finocchio, rape e arance, il tutto arricchito da senape dolce e mandorle tostate, tagliate a lamelle. Chi ama i sapori esotici può provare il misto di lattughe con avocado e mandarini: le due tipologie di lattughe, quella romana e quella cappuccia, si sposano in un connubio perfetto col dolce sapore di mandarini e avocado. E dulcis in fundo: la salsa, preparata con senape, olio, sale e pepe. Un altro abbinamento di sapori da gustare è infatti quello tra carciofi, olive snocciolate e limone, tagliato a fettine sottilissime, il tutto, insaporito da aglio e timo.

Le ricerche sulla Vitamina C

E pare proprio che, dalla sua scoperta, nel 1937 ad opera dell’ungherese Albert Szent-Gyorgyi, come si legge anche nel libro di Adriano Panzironi, Vivere 120 anni – Le ricerche, sia «fondamentale per la formazione del collagene (tessuto connettivo di pelle, ossa e legamenti) permette di migliorare la fase anabolica del nostro corpo, mantenendo il giusto equilibrio della fase catabolica. Diversi i riconoscimenti ricevuti, dalla stessa, per la sua funzione antisclerotizzante. In primis, brucia le concentrazioni di grassi che si depositano sulle pareti delle vene e, nel contempo, partecipa alla riparazione dell’epitelio interno delle arterie, impedendo la riformazione antisclerotica. Inoltre, previene la formazione delle nitrosammine (cancerogene), derivanti da nitrati a nitriti, protegge dalla tossicità delle clorammine (sostanze aggiunte nell’acqua al posto del cloro) e dai gas di inquinamento, proteggendo le cellule dei polmoni dall’ossidazione. Tre studiosi dell’Università di Roma hanno verificato che tale vitamina rallenta la crescita dei melanomi, inibendo lo sviluppo dei neuroblastomi e dei gliomi. Inoltre, la vitamina C è utilizzata come ansiolitico e nel trattamento di schizofrenia, depressione e paranoia».

Quindi, non solo per combattere i malanni stagionali, ma tra le innumerevoli proprietà della vitamina C anche la sua capacità di contrastare invecchiamento, Alzheimer e malattie della pelle oltre alla sua efficacia nel trattamento del dolore come analgesico naturale e alla protezione svolta nei confronti del cervello nei disturbi neurodegenerativi.
Per cui una buona integrazione di Vitamina C è fondamentale.

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 Storia e segreti della VITAMINA C nella prevenzione di tante malattie

Vitamina C, un concentrato di proprietà e benefici

Una nuova ricerca suggerisce che le persone con alti livelli di zucchero nel sangue, comprese quelle che non hanno il diabete, possono avere un aumentato rischio di sviluppare decadimento cognitivo e perdita di memoria, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Neurology. Precedenti ricerche hanno dimostrato che le persone con diabete di tipo 2, hanno un aumentato rischio di demenza. Secondo la Mayo Clinic, il diabete è considerato un fattore di rischio per la demenza vascolare in quanto può danneggiare i vasi sanguigni nel cervello. Questa forma di demenza è spesso causata da ridotto o bloccato flusso di sangue al cervello. Ma i ricercatori provenienti dalla Germania sostengono che anche le persone senza diabete, che hanno alti livelli di zucchero nel sangue, possono essere a rischio di ridotta capacità di memoria.

Per raggiungere i loro risultati, i ricercatori hanno analizzato 143 persone con un’età media di 63 anni, che erano liberi da diabete o pre-diabete (alterata intolleranza al glucosio). I ricercatori hanno escluso coloro che erano in sovrappeso o che consumavano più di 3,5 porzioni di alcol al giorno e quelli che già avevano disturbi della la memoria e del pensiero. I partecipanti sono stati sottoposti a test di glucosio nel sangue e sono stati sottoposti a test di memoria. Uno dei test di memoria consisteva nel ricordare una lista di 15 parole, 30 minuti dopo averle ascoltate. I ricercatori hanno anche effettuato scansioni del cervello dei partecipanti per misurare la dimensione dell’ippocampo – una regione del cervello legata alla memoria. Bassi livelli di zucchero nel sangue favoriscono la memoria I risultati hanno mostrato che i partecipanti che avevano bassi livelli di zucchero nel sangue, hanno ottenuto punteggi più alti nelle prove di memoria, rispetto a coloro che avevano più alti livelli di zucchero nel sangue. Nel test di ricordo delle parole, i ricercatori hanno scoperto che ricordare meno parole era legato ad alti livelli di zucchero nel sangue.  Spiegando la ricerca, Agnese Flöel, della Charité Medicina dell’Università di Berlino e autore dello studio, ha detto : “Clinicamente, bassi livelli di zucchero nel sangue sono migliori per il vostro cervello a lungo termine per quanto riguarda le funzioni della memoria così come le strutture cerebrali della memoria-rilevanti, come l’ippocampo. Scientificamente, siamo riusciti a fare ulteriore luce sui meccanismi che mediano questi effetti. Abbiamo dimostrato che non solo il volume dell’ippocampo, ma anche l’integrità microstrutturale è più bassa se i livelli di zucchero nel sangue sono più alti". 

Gestione del livello di glucosio a lungo termine

I ricercatori fanno notare che questi risultati potrebbero portare a una migliore comprensione dei meccanismi alla base dell’effetto di “funzione di glucosio cronicamente elevato e struttura”, e come questi fattori interagiscono. Inoltre, secondo i ricercatori, la loro ricerca suggerisce che i cambiamenti nelle strategie di stile di vita che cercano di migliorare i livelli di glucosio a lungo termine, potrebbe essere una “strategia promettente per prevenire il declino cognitivo durante l’invecchiamento.” Questi risultati sono importanti perché indicano che anche ai diabetici, dovrebbero essere raccomandate scelte di vita che tendono ad abbassare i livelli di glucosio nel sangue ” ha spiegato il Dott. Flöel, ” come ad esempio evitare l’obesità (soprattutto a metà della vita), consumare una dieta ricca di fibre, verdure, proteine ??e prodotti integrali e intraprendere attività fisica in modo regolare “. Il Dr. Flöel ha aggiunto che le persone a rischio, come quelle con obesità e quelle di età superiore ai 55 anni, devono fare regolari controlli sanitari che includono il monitoraggio dei livelli di glucosio a digiuno e di HbA1c per la diagnosi precoce e il trattamento di elevati livelli di glucosio.

Fonte: Medi Magazine

Ricercatori tedeschi e francesi hanno dimostrato che la caffeina ha un effetto positivo sui depositi tau, una delle caratteristiche della malattia di Alzheimer. Essi hanno mostrato come trattare con dosi regolari di caffeina i topi allevati per sviluppare depositi di proteine tau nel cervello, rallentato il declino della memoria rispetto ai topi di controllo. Il team ritiene che i risultati possano portare ad una nuova classe di farmaci per il trattamento della malattia di Alzheimer. La ricerca, condotta dal Dott. Christa E. Müller dell’Università di Bonn e il Dr. David Blum dell’Università di Lille, è stata pubblicata sulla rivista Neurobiology of Aging . La malattia di Alzheimer distrugge il metabolismo delle cellule cerebrali che alla fine, muoiono. Questo progressivo deterioramento è ciò che porta alla perdita di memoria, difficoltà con le attività quotidiane, cambiamenti di personalità e altri sintomi caratteristici della malattia. Le due segni evidenti della malattia di Alzheimer sono i depositi di proteina tau (che intasano l’interno delle cellule cerebrali) e le placche di proteina amiloide (che intasare gli spazi tra le cellule cerebrali). Non è facile indagare lo sviluppo di queste caratteristiche nel cervello vivente e questo è il motivo per cui gli studi avvengono su topi allevati per avere condizioni simili.

Diversi studi hanno già dimostrato che una regolare assunzione di caffeina previene il declino della memoria nelle persone anziane e riduce il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer. Altri studi hanno dimostrato come l’assunzione di caffeina rallenta il declino della memoria nei topi allevati per sviluppare placche amiloidi. Ma fino a questa ultima ricerca, nessuno studio aveva ancora dimostrato l’effetto della caffeina sui topi allevati per imitare l’altra caratteristica del morbo di Alzheimer – i depositi di tau. Per il loro studio, il team ha valutato l’effetto di regolare assunzione di caffeina sui topi allevati per sviluppare i depositi di tau simili a quelli osservati nell’uomo. Questi topi sono stati trattati con concentrazioni di 0,3 gr per litro, di caffeina. Un altro gruppo di topi con depositi tau, di controllo, non è stato trattato con la caffeina. I risultati supportano l’idea che l’assunzione di caffeina ha un effetto positivo sui depositi tau. I topi trattati con la caffeina, non hanno sviluppato i deficit di memoria spaziale, come è risultato dai controlli.La ricerca ha inoltre dimostrato che la chimica delle proteine ??tau nell’ippocampo – la sede della memoria nei roditori – era diversa nei due gruppi. Il team scrive: “Il miglioramento della memoria è stato associato con una ridotta fosforilazione ippocampale della proteina e frammenti proteolitici”.

Inoltre, i risultati hanno dimostrato che la caffeina sembra ridurre diversi marcatori ossidativi pro-infiammatori indotti da di stress, nell’ippocampo dei topi. I ricercatori concludono che i loro risultati supportano l’idea che l’assunzione di caffeina è utile nei topi che sviluppano deposito tau simili a quelli osservati negli esseri umani e «aprono la strada per la futura valutazione clinica”, in pazienti umani con malattia di Alzheimer.

Fonte: Medi Magazine

Lunedì, 30 Marzo 2020 00:00

Sformato di zucchine

Come contorno o come piatto unico. Buono appena fatto o anche il giorno dopo, sia caldo che freddo. Lo sformato di zucchine è una ricetta semplice e gustosa, che combina la morbidezza dell'impasto alle note proprietà depurative darà vita a una prelibatezza perfetta, ouverture di una cena indimenticabile. 

Ingredienti 

 INGREDIENTI PER 6/8 PERSONE
  5 zucchine   Foglie di basilico q.b.
  2 uova   Olio EVO q.b.
  ½  cipolla   Sale rosa himalayano q.b.
  ½  bicchiere di panna da cucina
  Pepe (opzionale) q.b.
  Foglie di basilico q.b.  
 TEMPO  ESECUZIONE
60 MINUTI FACILE

Preparazione

Tagliare le zucchine a rondelle, tritare la cipolla e farla rosolare in una padella con dell'olio. Aggiungere le zucchine, condire con un pizzico di sale e far cuocere per 15 minuti. Frullate tutto, lasciando da parte alcune rondelle di zucchine. Mettere il composto in una ciotola e amalgamare panna, uova sbattute, basilico, sale e pepe. Oliare uno stampo ad anello e versare il composto. Coprire con carta stagnola e far cuocere per 40 minuti a bagnomaria, in forno a 180 C°. Alla fine della cottura, capovolgere lo sformato su un piatto e decorare con le rondelle di zucchine.

 

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Lunedì, 30 Marzo 2020 00:00

Uova sode ripiene di mortadella

Antipasto sfizioso, semplice e veloce. Dal pranzo della domenica all'aperitivo con gli amici. Questo piatto nutriente e sostanzioso, si presta per ogni occasione. Le uova ripiene, facilissime da preparare, sono perfette anche per Pasqua! La mousse, soffice e invitante, sarà l'opera d'arte per arricchire la vostra tavola anche in occasione delle ricorrenze.

Ingredienti 

 INGREDIENTI PER 4 PERSONE
  4 uova   Un cucchiaio di olio EVO
  80 g di mortadella   Un pizzico di sale rosa
  Un rametto di maggiorana   Maionese q.b.
 TEMPO  ESECUZIONE
30 MINUTI FACILE

 

Preparazione

Mettete le uova in un pentolino con acqua fredda e ponete quest’ultimo su un fornello. Quando l’acqua raggiungerà il bollore, calcolate circa 8-10 minuti dall’inizio del bollore affinché le uova si rassodino. Mettete le uova in acqua fredda e lasciatele raffreddare. Sgusciatele e tagliatele a metà nel senso della lunghezza. Prelevate i tuorli e frullateli in un mixer con la mortadella, la maionese, l'olio extravergine di oliva e qualche foglia di maggiorana, così da ottenere un composto fluido e cremoso. Aggiungete un pizzico di sale. Farcite le uova con la crema di tuorli sodi e mortadella e servite.

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Lunedì, 30 Marzo 2020 00:00

Agnello al vino rosso

Torna a tavola il grande classico della tradizione italiana. Arriva l'agnello brasato al vino rosso. E quale occasione migliore del pranzo di Pasqua per cimentarsi in questo capolavoro succulento dove, l'aroma e la corposità del vino, la fanno da padrone mettendo in risalto tutto il gusto della carne.

Ingredienti 

 INGREDIENTI PER 4/6 PERSONE
  800/1000 g di agnello   2 spicchi di aglio
  2 bicchieri di vino rosso tipo       Sangiovese   4/5 cucchiai di olio EVO
  Una carota
  Sale rosa himalayano
  Una costa di sedano
  Foglioline di menta fresca q.b.
  2 rametti di rosmarino (per la cottura      e per la guarnizione)   Pepe q.b.
 TEMPO  ESECUZIONE
180 MINUTI FACILE

Preparazione

Prendete il vostro agnello e tagliatelo a pezzi non troppo grandi ma nemmeno piccoli; poi lavatelo con cura. Provvedete ora a pulire e tagliare la carota e il sedano (a cubetti vanno bene) e tritare finemente lo spicchio d'aglio. Ponete l'agnello in una terrina e cospargetelo con sale e pepe e unite gli altri ingredienti precedentemente tagliati. Aggiungete, a questo punto, i 2 bicchieri di vino rosso e fate marinare per circa un'ora. Trascorso tale tempo, scolate la carne e filtrate il liquido ottenuto che utilizzerete poi per ultimare la cottura. In un tegame basso e largo fate soffriggere l'olio d'oliva con lo spicchio d'aglio e il rametto di rosmarino, possibilmente legato in maniera da non perdere le foglioline durante tale operazione. Unitevi i pezzetti di agnello sgocciolati e fate rosolare per una decina di minuti fino al raggiungimento di un colore uniforme. Abbassate la fiamma e continuate la cottura irrorando con il liquido della marinatura che avrete tenuto da parte. Intanto, rigirate con delicatezza i pezzetti d'agnello, senza farli attaccare al fondo della vostra pentola; l'agnello sarà pronto quando il liquido di cottura si sarà ridotto della metà e la carne, infilzandola con una forchetta, risulterà tenera. Una volta cotto, ponete l'agnello, ancora caldo in un piatto da portata e servitelo in tavola con la salsa al vino rosso presente sul fondo di cottura. Guarnite con un rametto di rosmarino e le foglioline di menta.

 

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