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Dal benessere mentale a quello intestinale. Quello che mangiamo influenza il nostro umore e la nostra salute. Ecco perché la scelta di determinati alimenti ci rende più calmi o nervosi. La strada per antonomasia verso la felicità passa indubbiamente per un cibo amato da grandi e piccini: il cioccolato! È buono e fa bene al nostro organismo. Una sostanza importante da consumare ovviamente con moderazione. Considerato da sempre l’alleato del buonumore, agisce su determinati recettori capaci di stimolare ormoni come la serotonina o altre endorfine che rilasciano una piacevole sensazione di benessere. Questa molecola agisce come neurotrasmettitore ed ormone ed è presente in molti tessuti sia a livello cerebrale che nel tratto gastro-intestinale, ma «viene sintetizzata per il 95% a livello gastrointestinale e per il 5% dai neuroni serotoninici cerebrali» spiega a Gazzetta Active la nutrizionista Giulia Temponi. Tuttavia, principale responsabile di questa piacevole sensazione non è la serotonina in sé bensì il triptofano. Presente, questo, in molti tessuti a livello cerebrale e nel tratto gastrointestinale. Sulle sue capacità di dare pace e sollievo interviene Temponi che spiega la fondamentale importanza di questa sostanza: «Il triptofano è un precursore della serotonina, dunque per ottenere un aumento della stessa a livello cerebrale bisogna consumare cibo ricco di triptofano, è quest’ultimo ad essere in grado di attraversare la barriera ematoencefalica».


Nettare degli dei dalle notevoli proprietà benefiche. Protegge dalla depressione, favorisce il recupero muscolare dopo l'attività fisica, riduce il colesterolo cattivo. Il cioccolato, o meglio, il cacao è un supporto prezioso per il corpo e per lo spirito. Dimostrata in numerosi studi scientifici la sua capacità di combattere depressione e invecchiamento cellulare. Difatti, tra le sostanze più importanti del cacao c'è proprio la fenilalanina, uno degli aminoacidi che formano le proteine dell'organismo umano ricco di proprietà antidepressive. Come avviene anche per il triptofano, che aiuta, tra le altre cose, a regolare i ritmi del sonno. Inoltre, grazie all’elevata presenza di antiossidanti, in particolare flavonoidi, il cioccolato viene ormai considerato come un alleato contro il processo di invecchiamento cellulare. Riduce notevolmente il rischio di depressione (come dimostrato da uno studio dello University College di Londra) e lo stress ossidativo oltre a favorire il recupero muscolare dopo l’attività sportiva (come riscontrato nell’indagine condotta da un team di ricercatori dell’Università La sapienza). Tuttavia, i benefici di questo alimento non finiscono qui. Infatti, secondo una ricerca dell’American Heart Association, il consumo combinato di cioccolato e mandorle protegge dalle patologie cardiovascolari. Già in passato, altre evidenze scientifiche hanno mostrato che il cioccolato fondente riduce i valori di colesterolo cattivo (LDL) nel sangue e, per contro, fa aumentare i livelli quello buono (HDL), altri ancora hanno sottolineato l'effetto protettivo nei confronti di patologie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer.

Protegge dal cuore alla testa


Sani e felici. Ormone della serenità indispensabile per il benessere fisico e fondamentale per una “buona dormita”.

La parola serotonina – spiega la nutrizionista - è una crasi di due parole: siero e tonico, quindi che dà energia. L’aumento della disponibilità cerebrale di serotonina riduce l’ansia aumenta, il buonumore e allieva il mal di testa. Per far questo dobbiamo seguire uno stile di vita sano e una dieta corretta. Ma non solo. L’aspetto a cui si dà meno importanza è l’importanza della serotonina per il benessere fisico e non solo quello mentale. La serotonina è fondamentale per la salute del nostro intestino. Dalla nostra alimentazione e dal cibo dipende la composizione del nostro microbiota intestinale. Come detto, la serotonina per il 95% viene prodotta dalla parete gastrointestinale; quindi, se l’intestino è in disbiosi e non eubiosi, ciò influenza la produzione di serotonina intestinale. Un’interazione del microbiota può compromettere il trasporto della serotonina nel cervello modificando umore e comportamento. Al contrario ci sono alcuni probiotici, i lactobacilli plactarium, che possono influenzare in modo positivo la funzione cerebrale di individui sani. Quindi è importante mantenere l’intestino in uno stato di benessere per mantenere un corretto livello di serotonina nel nostro organismo. La serotonina funge da precursore della melatonina, che è il regolatore del ritmo sonno e veglia. Seguendo una dieta con cibo ricco di triptofano migliorano le qualità e la quantità del sonno perché con alti livelli di triptofano e quindi di serotonina sei in grado di sintetizzare la melatonina che ti permette di riposare di più e in modo più tranquillo. Poi quello che dico sempre sul cioccolato è che non è fondamentale che sia sopra il 70% quello che conta è che il primo ingrediente che deve apparire sull’etichetta è il cacao. Anche quando è al 90% se il primo ingrediente è lo zucchero allora meglio prendere un 70% ma con cacao come primo ingrediente.


Riduce il rischio del 70%. La depressione colpisce più di 300 milioni di persone in tutto il mondo e, stando ai dati riportati dall'Organizzazione mondiale della sanità, è la principale causa globale di disabilità. Inoltre, influenza positivamente l'umore e allevia i sintomi depressivi, secondo un nuovo studio condotto dall'UCL che esamina l'associazione tra i diversi tipi di cioccolato ed i disturbi dell'umore. Lo studio, pubblicato su Depression and Anxiety, è il primo ad esaminare l'associazione con la depressione in base al tipo di cioccolato consumato. I ricercatori dell'UCL hanno lavorato in collaborazione con scienziati dell'Università di Calgary e dell'Alberta Health Services Canada e hanno valutato i dati di 13.626 adulti del National Health and Nutrition Examination Survey degli Stati Uniti ed hanno riscontrato che le persone che hanno riferito di aver mangiato cioccolato fondente in due periodi di 24 ore avevano il 70% in meno di probabilità di riportare sintomi depressivi clinicamente rilevanti rispetto a coloro che hanno riferito di non aver mangiato affatto cioccolato. Il 25% dei consumatori di cioccolato che ha mangiato più cioccolato (di qualsiasi tipo, non solo fondente) aveva anche meno probabilità di riportare sintomi depressivi rispetto a quelli che non mangiavano affatto cioccolato. Tuttavia, i ricercatori non hanno trovato alcun legame significativo tra il consumo di cioccolato non fondente e i sintomi depressivi clinicamente rilevanti. L'autrice principale, la dott.ssa Sarah Jackson dell'UCL Institute of Epidemiology & Health Care ha spiegato:

Questo studio fornisce alcune prove che il consumo di cioccolato, in particolare cioccolato fondente, può essere associato a ridotte probabilità di sintomi depressivi clinicamente rilevanti. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire la direzione della causalità: potrebbe essere il caso che la depressione faccia perdere alle persone il loro interesse nel mangiare cioccolato, o potrebbero esserci altri fattori che rendono le persone meno propense a mangiare cioccolato fondente e ad essere depresse. Se dovesse essere stabilita una relazione causale che dimostri un effetto protettivo del consumo di cioccolato sui sintomi depressivi, è necessario comprendere il meccanismo biologico per determinare il tipo e la quantità di consumo di cioccolato per la prevenzione e la gestione ottimale della depressione.

Infine, l'esercizio fisico intensivo può causare un aumento dello stress ossidativo e lesioni muscolari soprattutto negli atleti di calcio. Uno studio in vitro ha anche confermato che gli estratti di polifenoli hanno ridotto significativamente lo stress ossidativo. Questi risultati indicano che l'integrazione di nutrienti ricchi di polifenoli attraverso il consumo di cioccolato fondente modula positivamente lo stato redox e riduce i biomarcatori di lesioni muscolari indotte dall'esercizio negli atleti.

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Per approfondimenti: 

Journal of the American Heart Association "Effects of Dark Chocolate and Almonds on Cardiovascular Risk Factors in Overweight and Obese Individuals: A Randomized Controlled‐Feeding Trial"

Gazzetta Active "Cibo e umore: come il primo influenza il secondo attraverso la serotonina"

UCL News "People who eat dark chocolate less likely to be depressed"

Gazzetta Active "Cioccolato per i muscoli e per l’umore: tutte le proprietà del cibo degli dèi"

Hindawi "Dark Chocolate Intake Positively Modulates Redox Status and Markers of Muscular Damage in Elite Football Athletes: A Randomized Controlled Study"

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Dai picchi estivi alla scarsità invernale, l’ormone del sole è scandito da un ritmo annuale. Aiuta a prevenire gli infortuni e a migliorare le prestazioni fisiche. Lo sprint necessario per un allenamento a pieni voti. Tutti sotto il sole per fare il pieno della “vitamina dello sport”. Ossa forti e sane è il principale obiettivo di questo prezioso ormone riducendo così il rischio di diventare sottili e fragili, e quindi, più esposte a lesioni e a fratture da stress. Uno studio pubblicato sul Journal of Bone and Mineral Research nel 2008, ha osservato che le fratture da stress sono tra le lesioni più comuni. Nel corso dell’indagine, l’integrazione di vitamina D (e calcio) ha ridotto il numero di questi dolorosi incidenti durante i vari allenamenti. Inoltre, questo prezioso nutriente, riduce anche il rischio di infiammazioni muscolari o articolari, causa di lesione e dolore, entrambe condizioni che potrebbero ostacolare le prestazioni atletiche. Secondo una ricerca pubblicata su Current Sports Medicine Report nel 2010, la vitamina D può prevenire efficacemente le infiammazioni che si verificano durante le prestazioni sportive. Inoltre la carenza di vitamina D potrebbe accentuare il dolore osseo e la debolezza muscolare. Spesso, questi, tra i primi sintomi di osteoporosi. Ecco perché chi fa sport deve monitorare costantemente i suoi livelli di vitamina D. Una carenza endemica di questa sostanza, infatti, può ripercuotersi direttamente sulla qualità della prestazione e, nel tempo, favorire l’insorgenza di alcune importanti patologie.

Vitamina D, un prezioso alleato ricco di proprietà e benefici

Una serie di evidenze scientifiche sul rapporto tra la vitamina D e prestazioni atletiche, pubblicata in Medicine and Science in Sports and Exercise nel 2009, evidenzia che i livelli di questo nutriente raggiungono il loro picco, generalmente in estate, con un’esposizione maggiore e costante al sole e, di conseguenza, aumentano sensibilmente anche le prestazioni sportive. Una possibile spiegazione viene proprio dal numero e dalle dimensioni delle fibre muscolari a contrazione rapida – le responsabili di azioni rapide, come ad esempio il salto e gli sprint – aumentano proporzionalmente all’aumentare di questa importante vitamina. Insomma, un grande alleato nel contrasto alle fratture e nel miglioramento della tonicità muscolare oltre a forza e senso di equilibrio. Nello specifico, i benefici della vitamina D sui muscoli, nella fase post carico di lavoro, l’effetto principale è una diminuzione del DOMS (Delayed onset muscle soreness), noto anche come il "dolore del giorno dopo" e una diminuzione dell’infiammazione corporea, con calo delle interleuchine legate al danno muscolare. Recenti studi mettono in evidenza che i soggetti con ipovitaminosi D si presentano, a livello dei tessuti muscolari, con un aumento degli spazi interfibrillari riempiti con tessuto adiposo e fibrosi. Al contrario, integrando gli stessi soggetti con vitamina D e calcio, si nota un aumento delle fibre muscolari con conseguente aumento di forza.

Il ritmo circannuale della vitamina del sole

A identificare la ciclicità di questo nutriente negli atleti è uno studio condotto dai ricercatori dell’Istituto ortopedico Galeazzi di Milano, guidati dal professor Giuseppe Banfi. «La vitamina D è un ottimo marcatore della funzionalità del metabolismo osseo: identifica come e quanto il nostro osso sta lavorando», spiega a Gazzetta Active uno degli autori dello studio, il dottor Jacopo Vitale. «Questa vitamina è inoltre coinvolta in una serie di funzioni fisiologiche, tra cui anche la contrazione muscolare, di rilevanza per gli sportivi. I suoi livelli, quantificabili tramite un prelievo ematico, possono dare informazioni chiave sullo stato di salute degli sportivi», sottolinea il dottor Vitale. I ricercatori hanno monitorato e dosato i livelli ematici di vitamina D in due popolazioni di atleti differenti, uno di sciatori e sciatrici professionisti e l’altro di calciatori professionisti, con un’età compresa tra i 20 e i 30 anni, e li hanno seguiti rispettivamente per due e tre anni. «Volevamo comprendere quanti atleti avessero raggiunto i livelli normali di vitamina D circolante e quanti presentassero, invece, livelli di insufficienza o deficienza, carenza ancora più grave. Abbiamo osservato che, nel complesso, un atleta su due presentava livelli di vitamina D insufficienti. In questo caso abbiamo osservato il ritmo circannuale della vitamina D, che fa riferimento all’anno, per cercare di comprendere meglio l’andamento di questo marcatore. Attraverso un’analisi ritmometrica abbiamo osservato che in entrambe le popolazioni di atleti la vitamina D presentava un ritmo significativo nel corso dell’anno», spiega Vitale.

L'importanza della Vitamina D - intervista ad Adriano Panzironi

 

Nel corso di questo studio sono emersi due picchi ben distinti, in positivo e in negativo, della vitamina D:

Abbiamo visto che il picco massimo, l’acrofase, come viene definito in cronobiologia, di questo ormone si aveva nel periodo estivo, in particolare tra i mesi di luglio e agosto, quando tutti gli atleti avevano livelli ottimali di vitamina D. Abbiamo osservato che questo picco era seguito da un lento calo graduale che raggiungeva la fase di nadir, ovvero di picco ‘negativo’, nel periodo invernale, e in particolare tra dicembre e gennaio. Questo ci ha aiutati a comprendere come mai un atleta su due avessi livelli di deficienza di vitamina D. Chi si occupa di sport non può non considerare la stagionalità di questo ormone, influenzato da diversi fattori.

VITAMINA D e OSTEOPOROSI: la correlazione che non tutti conoscono


Oltre al sole (che è sicuramente il fattore principale) c’è di più.

In inverno sappiamo che gli atleti si allenano molto e in un fotoperiodo più breve, l’esposizione alla luce solare è ridotta e questo limita la sintesi e la produzione di vitamina D. Inoltre durante il periodo invernale le stagioni agonistiche sono nel vivo, con allenamenti molto intensi, alti carichi di training e di gare che determinano un abbattimento dei livelli di vitamina D. Viceversa nel periodo estivo due fattori su tutti hanno giocato un ruolo fondamentale nel giustificare questo incremento fisiologico di vitamina D: una maggiore esposizione ai raggi solari, attraverso un maggior numero di allenamenti all’aperto, e un periodo agonistico con carichi di allenamento minori e una maggiore possibilità di riposo, che ha riportato la vitamina D a livelli normali.


Tuttavia, a vitamina D non è l’unico ormone con una propria stagionalità circannuale.

Nell’ambito della coorte di calciatori abbiamo monitorato anche i livelli di cortisolo e testosterone nel corso dell’anno, sempre con approccio cronobiologico, per avere altri marcatori che descrivessero lo stato di salute degli atleti. Ed è stato interessante perché il testosterone, che è un ormone anabolico, ha avuto un andamento molto simile a quello della vitamina D, con alti livelli in estate e bassi livelli in inverno. Invece il cortisolo, ormone dello stress, ha avuto un picco esattamente opposto rispetto a vitamina D e testosterone: livelli alti in inverno e livelli bassi in estate.

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Per approfondimenti:

Gazzetta Active "Vitamina D negli sportivi: il ritmo circannuale dell’ormone del sole"

AIRC "Tutti i benefici della vitamina D"

Alimentazione sportiva "Vitamina D: quali sono i benefici per chi fa sport?"

Gazzetta Active "Vitamina D: preziosa per ossa, muscoli e prestazioni sportive"

PubMed "Compromised Vitamin D Status Negatively Affects Muscular Strength and Power of Collegiate Athletes"

MDPI "Special Issue "Vitamin D and Sport Performance"

PubMed "The Effect of Vitamin D Supplementation in Elite Adolescent Dancers on Muscle Function and Injury Incidence: A Randomised Double-Blind Study"

MDPI "Vitamin D and Sport Performance"

Gazzetta dello Sport "Vitamina D: preziosa per ossa, muscoli e prestazioni sportive"

Quotidiano "Vitamina D, il segreto delle prestazioni sportive"

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Protagonista indiscussa dell’estate: la muscolatura! Da sempre fonte di benessere e di equilibrio psicofisico per antonomasia. Tra le più importanti integrazioni sportive e seconda solo alle proteine del siero di latte, ci sono gli aminoacidi. I nove, degli otto essenziali (chiamati così perché non possono essere autoprodotti dall’organismo), fondamentali per l’alimentazione umana riducono il senso di fatica, aiutano ad aumentare la capacità di recupero tra gli allenamenti, consentendo la costruzione di nuove proteine. Fenilanina, isoleucina, istidina, leucina, lisina, mietonina, trentina, tripoftano e valina. Non solo per l’attività sportiva. Infatti arginina, cisterna e tirosina sono fondamentali durante l'infanzia e lo sviluppo. Questi nutrienti devono necessariamente essere assunti con l’alimentazione o con l’integrazione. Ne sono ricche tutte le fonti animali tra cui uova e carne. Diventa necessario integrare la dieta quando lo sportivo deve far fronte a determinate esigenze, come un aumento di massa muscolare o della resistenza. L’integrazione di aminoacidi (essenziali e ramificati BCAA) è consigliata anche agli anziani con una scarsa massa muscolare o agli atleti con l’esigenza di perdere peso. Con il loro effetto anabolico impediscono al muscolo di degradarsi massivamente, specialmente nel caso di diete particolarmente restrittive.

Gli aminoacidi sono i costituenti delle proteine, il punto di partenza della sintesi proteica, quel processo attraverso il quale il muscolo si autoripara, si ricostruisce e si rinforza, in particolare a seguito dello stress indotto dall’allenamento. Assunti sia prima che dopo l’allenamento a seconda delle esigenze. Prima del workout, riescono ad incidere sul senso di fatica. Da sempre antagonisti del triptofano, un aminoacido fondamentale per la produzione di serotonina, l’ormone responsabile dell’affaticamento durante le sessioni allenanti. Quindi, se assunti prima dell’allenamento, impediscono al cervello di captare il triptofano e di conseguenza riescono a inibire il senso di fatica. Per contro, se presi nel post-workout hanno un effetto ripartivo sulle fibre muscolari permettendo al muscolo di avere una sintesi proteica ottimale. Per questo è preferibile un’assunzione bilanciata e dilazionata prima e dopo l’allenamento in modo da avere un risultato combinato tra i due effetti e migliorare così le prestazioni nel complesso.

La salute comincia dal movimento

Dalla scarsa tonicità causata da una dieta drastica a quando ci si ritrova senza energia, appesantiti o anche in sovrappeso. E ancora con l’avanzare dell’età. Il rischio in cui spesso si incorre è quello di assumere quotidianamente una quantità insufficiente di proteine e dunque di aminoacidi essenziali, gli unici che il corpo non produce da sé e che vanno obbligatoriamente introdotti dall’esterno, con i cibi giusti o con il supporto di integratori alimentari. Gli aminoacidi sono dei veri e propri pilastri, necessari per la crescita, il mantenimento e la riparazione delle cellule, per la produzione di enzimi e ormoni. Una carenza porta alla riduzione della massa muscolare e dell’efficienza fisica, a un insufficienza delle secrezioni digestive, a un abbassamento della resistenza alle infezioni e anche a ritardi dei processi che intervengono nella crescita. E ancora, i processi di invecchiamento diventano più rapidi. A subire questo deficit anche l’alterazione della regolazione del ritmo sonno-veglia con conseguenti peggioramenti nelle prestazioni intellettuali. Quindi, una loro introduzione è quasi vitale al benessere e una loro carenza potrebbe innescare minare il regolare funzionamento del nostro organismo.

aminoacidi

Parola d’ordine: movimento! L’importante è tenersi in forma! Validi alleati per mantenere i tessuti sodi ed elastici nel tempo e sotto sforzo. Ma anche per muscoli, pelle e ossa. Muoversi è fondamentale per la salute del nostro corpo, non a caso i muscoli sono l’organo che si forma all’inizio della gestazione. Per lo stile di vita Life 120, l’attività fisica è uno dei pilastri fondamentali e il beneficio maggiore si ottiene seguendo uno specifico allenamento descritto nel libro di Adriano Panzironi Vivere 120 Anni: le verità che nessuno vuole raccontarti e nel DVD Life120 Sport. Gli effetti benefici dello sport influiscono in modo positivo non solo sull’organismo ma anche sull’aspetto psicologico delle persone, migliorando le capacità cognitive oltre all’umore. Inoltre, il movimento è indispensabile per far funzionare al meglio cuore, articolazioni, muscoli, metabolismo, apparato circolatorio e respiratorio e cervello. Al via a passeggiate e corse all’aria aperta, nuotate al mare o in piscina e attività sportive per mantenersi in forma, soprattutto in estate. Dallo sport amatoriale a quello agonistico. Il livello di sforzo varia a seconda dell’obiettivo prefissato. Ovviamente in base a tempi e intensità di esercizio differenti. Tuttavia, nonostante i benefici dell’attività sia molteplici, è bene ricordare che durante l’allenamento, il nostro corpo è sottoposto a uno stress che va gestito correttamente al fine di ottenere il massimo beneficio e la fatica, ripagata.

 

Gli squilibri metabolici momentanei che derivano da un’intensa attività fisica possono essere gestiti grazie alla giusta integrazione e alla corretta alimentazione che prevede il consumo di tutti quei nutrieti necessari al mantenimento di una buona forma fisica. E in questo processo, gli aminoacidi contribuiscono al ripristino della corretta omeostasi dell’organismo. Favoriscono, inoltre, l’aumento della forza e della prestazione con miglioramento della funzione muscolare, l’incremento della resistenza nella fase aerobica e anaerobica, un abbassamento della produzione di acido lattico e infiammazione delle fibrocellule, l’inertizzazione dei radicali liberi prodotti con l'allenamento, la riduzione dei tempi di recupero durante e dopo l'allenamento, la diminuzione oltre alla riduzione delle lesioni muscolari. Ancora più efficaci poi, se associati a una buona dose di antiossidanti e minerali, preziosi per contrastare la formazione di radicali liberi dannosi, prodotti durante lo sforzo fisico. Con un mix di nutrienti, il recupero è garantito!

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Per approfondimenti:

Gazzetta dello Sport "Aminoacidi ramificati: la corretta integrazione per gli sportivi"

Food Spring "L’effetto degli aminoacidi nello sport"

Gazzetta dello Sport "Antiossidanti, perché sono fondamentali per gli sportivi? Ecco dove trovarli"

Vanity Fair "Quattro modi facili per aggiungere antiossidanti alla tua dieta"

Sapere e Salute "Antiossidanti"

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Tra le cause principali di brufoli e pelle grassa. L'acne, o acne vulgaris, è uno dei disturbi della pelle più comuni al mondo, colpisce il 50% degli adolescenti e il 15-30% degli adulti. Per alleviare i sintomi, i rimedi più comuni sono creme, farmaci, alimenti e integratori topici. E in ultimo, ma non meno importante, la vitamina C. Questo nutriente viene spesso aggiunto a molti prodotti per il trattamento e la cura della pelle. Ebbene si, conosciuto anche come acido ascorbico, questa vitamina idrosolubile è preziosa per vari aspetti della nostra salute, tra cui trattamento e prevenzione di tante patologie e disturbi, è fondamentale anche per la pelle. Inoltre, non viene prodotta dal nostro corpo per cui è importante assumerla attraverso una dieta equilibrata e una corretta integrazione. La vitamina C è anche un potente antiossidante, aiuta a neutralizzare i radicali liberi, dannosi per le cellule del nostro corpo. La pelle è sottoposta a continui attacchi da parte dei radicali liberi a causa della sua esposizione agli ambienti interni ed esterni. Tra gli altri fattori che influiscono sulla salute della pelle l’alimentazione, lo stress, il fumo, i raggi ultravioletti (UV) e l'inquinamento.

I principali fattori di rischio? Età, genetica e ormoni. Lo strato superiore della pelle, l’epidermide, contiene alti livelli di vitamina C che svolge un ruolo chiave nella protezione, nella guarigione e nella produzione di nuova pelle. La condizione infiammatoria dell’acne causata da pori ostruiti che spesso sfocia in gonfiore, rossore e pustole (protuberanze infiammate che contengono pus) potrebbe anche essere esacerbata da altri fattori come lo stress ambientale. Senza dimenticare poi le cicatrici post-infiammatorie e i danni alla pelle lasciati dall’acne. Tuttavia, diversi studi mostrano i notevoli benefici di un elevato apporto di vitamina C per il benessere della pelle. Grazie alla sua funzione antinfiammatoria, si rivela anche un potente alleato nella riduzione degli aspetti più fastidiosi dell’acne: gonfiore e rossore. Inoltre, contribuisce a migliorare l'aspetto delle lesioni. Uno studio condotto per tre mesi su 50 persone ha mostrato che il 61% dei partecipanti che hanno utilizzato l’acido ascorbico hanno riscontrato miglioramenti significativi delle lesioni.

Potente antiossidante, protegge la pelle dai radicali liberi

Quando l’acne scompare, le cicatrici restano. Come per tutte le malattie, anche la pelle richiede tempo per guarire. Le cicatrici da acne sono generalmente correlate all'acne grave e cistica, ma possono derivare anche da casi lievi. Inoltre, l'acne prolungata, la genetica e la manipolazione fisica nei casi di raccolta e spremitura, possono aumentare la probabilità di cicatrici. Le tre principali tipologie di cicatrici da acne sono atrofici, ipertrofici e cheloidi. Le cicatrici atrofiche causano una perdita di tessuto cutaneo e collagene e appaiono come piccole rientranze nella pelle. Le cicatrici ipertrofiche e cheloidi derivano dalla sovrapproduzione di collagene e appaiono come tessuto cicatriziale spesso e sollevato. La vitamina C contribuisce al trattamento delle cicatrici da acne aumentando la sintesi del collagene, una proteina responsabile della struttura della pelle e vitale per ricostruire dell’epidermide. Di conseguenza, questa vitamina potrebbe accelerare la guarigione delle ferite da acne e ridurre al minimo i segni sulla cute. Inoltre, questo nutriente aumenta la produzione naturale di collagene del corpo ed è benefica per la salute generale della pelle.

VITAMINA C, un concentrato di proprietà e benefici

Oltre a infiammazione e cicatrici c’è di più. La vitamina C favorisce anche la riduzione dell’iperpigmentazione, quelle fastidiose macchie scure sulla pelle causate da acne, raggi UV o altre lesioni. La sua azione interferisce con un enzima chiamato tirosinasi, responsabile della produzione di melanina, un pigmento naturale della pelle. Inoltre, la vitamina C agisce anche come agente schiarente in grado di ridurne la comparsa senza alterare l’incarnato. Tra le principali fonti alimentari di vitamina C: peperoni, fragole, pomodori, broccoli, verdure a foglia verde e agrumi. Altro valido supporto, gli integratori di vitamina C.

La funzione principale della pelle è quella di fungere da barriera contro gli insulti dall'ambiente, e la sua struttura unica riflette questo. La pelle è composta da due strati: lo strato esterno epidermico è altamente cellulare e fornisce la funzione barriera, mentre lo strato dermico, interno, garantisce forza ed elasticità e fornisce supporto nutrizionale all'epidermide. La pelle normale contiene alte concentrazioni di vitamina C, che supporta funzioni importanti e ben note, stimolando la sintesi di collagene e aiutando nella protezione antiossidante contro il fotodamaggio indotto dai raggi UV. È riconosciuto che lo stato nutrizionale sia nei confronti dei macronutrienti che dei micronutrienti è importante per la salute e l'aspetto della pelle. La prova è fornita dalle molte malattie da carenza vitaminica che provocano disturbi significativi della pelle.

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Per approfondimenti:

Il Sole 24Ore "Una pelle nuova con la vitamina C"

NCBI "Adult Acne Versus Adolescent Acne"

Donna Moderna "Vitamina C, l’antiossidante naturale che fa bene alla pelle"

NCBI "The Roles of Vitamin C in Skin Health"

NCBI "Role of Vitamin C in Skin Diseases"

Fanpage "Vitamina C per la pelle: perché fa bene e come usarla"

GQ Italia "La vitamina C è l'ingrediente che rende più bella la pelle questa estate"

LEGGI ANCHE:Vitamina C: la scorta per l’estate, quando le spremute non bastano!

Vitamina C: la scorta per l’estate, quando le spremute non bastano!

Una "bomba" di vitamina C: preziosa nel trattamento del cancro

 

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