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Lunedì, 03 Agosto 2020 08:00

Frittelle di zucca golose

Dall'antipasto al finger food. Il gusto dolce e delicato della zucca si sposta con tantissime pietanze. Buone e irresistibili. Portiamo a tavola la versione salata del tipico dolce di Halloween. Una ricetta golosa e saporita, ancora più sfiziose ricoperte da questa delicata pastella.

Ingredienti

 INGREDIENTI PER 4 PERSONE
  400 g zucca gialla   5 dl di Milk Life
  80 g burro   100 g di pangrattato
  2 uova   Sale rosa himalayano e pepe q.b.
 TEMPO  ESECUZIONE
30 MINUTI FACILE


Preparazione

Tagliate la polpa di zucca a fettine non troppo sottili che adagerete sul fondo di una casseruola; salate, pepate e bagnate con il Milk Life. Coprite e cuocete su fiamma media per 20 minuti, quindi scolate delicatamente le fettine di zucca facendo attenzione a non romperle e lasciatele intiepidire. Fate fondere il burro in un padellino. In una ciotola sbattete leggermente le uova con un pizzico di sale; immergetevi le fettine di zucca, quindi passatele velocemente nel pangrattato e friggetele, poche per volta, nel burro, rigirandole delicatamente su entrambi i lati con una paletta. A mano a mano che saranno dorate, prelevatele con un mestolo forato e adagiatele su carta assorbente da cucina a perdere l'unto in eccesso. Trasferite le fettine su un piatto da portata e servitele in tavola.

Riproduzione riservata © Copyright Life 120

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Uova LifeMilk LifePangrattato LifeBurro LifeSale Rosa DellHimalaya

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Sabato, 18 Aprile 2020 00:00

Uova farcite con prosciutto e ricotta

Antipasto sfizioso e facile da preparare. Adatto alle tavolate primaverile ed estive. Un piatto, da servire freddo, perfetto anche per il pic nic in occasione della gita fuori porta o della domenica con gli amici. Da gustare a tavola o in riva al lago. Leggere e nutrienti. Il cremoso ripieno poi, le rende decisamente irresistibili.

Ingredienti

 INGREDIENTI PER 4 PERSONE
  4 uova    Sale rosa dell'Himalayaale rosa   dell'Himalaya
  50 gr di prosciutto cotto   Pepe (opzionale)
  100 g di ricotta di bufala   Un cucchiaino di aceto balsamico
  Un mazzetto di erba cipollina   Un cucchiaino di concentrato di     pomodoro
  Un cucchiaio di olio EVO   Mezzo peperoncino fresco
 TEMPO  ESECUZIONE
40 MINUTI FACILE

Preparazione

Preparate le uova sode: mettete le quattro uova in un pentolino coperte d’acqua, portate ad ebollizione e fate cuocere una decina di minuti. Spegnete il fuoco e lasciate raffreddare le uova per 10 minuti trasferendole in un recipiente pieno d’acqua fredda. Poi sgusciatele, tagliatele a metà nel senso della lunghezza e togliete i tuorli rassodati. Nel frullatore o nel mixer frullate insieme i tuorli rassodati delle uova, il prosciutto spezzettato, la ricotta di bufala, un pizzico di sale, il pepe, l’aceto e il concentrato di pomodoro. Deve risultare una crema morbida: se fosse troppo secca aggiungete un po’ d’acqua (al massimo un cucchiaio). Distribuite questo ripieno all’interno delle uova, servendovi di un cucchiaio o meglio ancora di una tasca da pasticcere. Mettete su un piatto di portata e guarnite ogni uovo ripieno con erba cipollina e qualche fettina di peperoncino fresco. Perfette su un letto di rucola freschissima o insalata verde.

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Sale Rosa DellHimalayaOlio EvoUova LifeRicotta Di Bufala

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Sabato, 31 Luglio 2021 08:00

Crema al limone light

Un semifreddo gustoso e rinfrescante per deliziare amici e parenti nelle calde giornate estive. Leggero a fine pasto, irresistibile come merenda. Una crema fredda al gusto di limone da servire a tavole in ogni occasione.

Ingredienti

INGREDIENTI PER 4 PERSONE
  250 ml di Milk Life   80 g di Sugar Life
  20 g di Mix Flour   2 tuorli
  La buccia di 2-3 limoni non trattati   
 TEMPO  ESECUZIONE
30 MINUTI FACILE

 
Preparazione

In una ciotola sbattete con una frusta elettrica oppure a mano i tuorli con lo Sugar Life ottenendo così una composto leggermente spumoso. Aggiungete la Mix Flour e mescolate. In un pentolino a parte portate ad ebollizione il Milk Life insieme alle bucce di limone quando sfiorerà il bollore allontanatelo dal fuoco. Eliminate le bucce e versate metà del latte caldo sul composto di uova, Sugar Life e Mix Flour. Trasferite il tutto di nuovo nel pentolino e portate ad ebollizione aggiungendo il restante latte, mescolate per bene per evitare grumi con una frusta a mano. La crema dovrà addensarsi. In questo modo otterrete una delicata crema al limone. Se preferite un gusto ancora più deciso ed intenso aggiungete anche un po’ di buccia grattugiata di limone finemente in ultimo, facendo attenzione a non grattugiare la parte bianca. Fate raffreddare e coprite con pellicola trasparente. Conservate la crema al limone in frigorifero fino ad utilizzo, per massimo due giorni.

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Uova LifeSugar LifeMix Flour LifeMilk Life

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Domenica, 07 Giugno 2020 08:00

Costine di maiale in salsa barbecue

Un secondo piatto da leccarsi le dita. Sfizioso e gustoso. Il sapore intenso della carne di maiale arricchita dalle note inconfondibili della salsa barbecue in versione europeizzata. Semplice, veloce e fatta in casa, realizzata con il classico ketchup e altri semplici ingredienti.

Ingredienti

 INGREDIENTI PER 4 PERSONE
  1 Kg di costine di suino nero a pezzi  Un cucchiaio di Sugar Life
  10 cl di salsa di pomodoro o di passata
  Un cucchiaio di Olio EVO
  2 cucchiai di aceto   Sale rosa e pepe q.b.
  2 cucchiai di salsa ketchup   Peperoncino rosso piccante in polvere
  Un cucchiaio di senape   
 TEMPO  ESECUZIONE
100 MINUTI FACILE

Preparazione

Lavate ed asciugate le costine di maiale, non fatevi tentare dall’idea di eliminare il grasso visibile, la bontà delle costine è proprio nel grasso, al massimo lo eliminerete dopo la cottura al momento di mangiarle. Mescolate tutti gli altri ingredienti in una ciotola per ottenere la (versione europeizzata) della classica salsa barbecue americana. Distribuite la salsa sopra la carne e fatela marinare almeno mezzora. Scolate le costine di maiale dalla marinatura e cuocetele per circa 45 minuti nel forno a 180 °C, oppure sul barbecue. Bagnatele di tanto in tanto con la marinata avanzata, e giratele a metà cottura. Per facilitare la cottura ed evitare il rischio di seccarle troppo, potete precuocere le costine di maiale in acqua bollente e salata per 15/20 minuti; poi vanno scolate e lasciate raffreddare prima di marinarle. Servire calde.

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Costine di Suino NeroKetchupSugar LifeSale Rosa DellHimalaya

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A soffrirne sono più di 170 milioni di persone al mondo: solo in Italia sono 3 milioni e molti non sanno di esserne affetti. Il diabete, in particolare quello di tipo 2, è una malattia metabolica ormai dilagante. Alla base del disturbo c’è l’eccessiva quantità di zucchero circolante nel sangue e un’alterata funzione del pancreas, l’organo che produce insulina, l’ormone in grado di regolare i livelli di glucosio. Accanto ai rimedi farmacologici fondamentali, un approccio del tutto naturale per regolarizzare la funzione del pancreas è rappresentato dall’assunzione dell’estratto di mora di gelso.

Normalizza i livelli di glucosio

Numerosi studi hanno dimostrato che gli estratti di Morus alba (appunto la mora di gelso) sarebbero un coadiuvante naturale nella cura del diabete di tipo 2 e sono capaci di ridurre l’appetito stabilizzando così il peso corporeo. In particolare il merito è del miglitolo, una molecola contenuta in grandi quantità nel frutto del gelso. Questa sostanza è capace di inibire degli enzimi, le glucosidasi, che normalmente servono per assorbire il glucosio. Così facendo la quantità di zucchero assorbito risulta minore e la glicemia può rimanere costante.

Il merito è dei suoi antiossidanti

Anche se non si è affetti da disturbi specifici, l’estratto di gelso è estremamente utile come terapia preventiva nei confronti di svariati disturbi: la sua azione protettiva è dovuta al suo ricco contenuto di antiossidanti che, proteggendoli dall’invecchiamento, preserva l’integrità dei tessuti, liberandoli da scorie e radicali liberi.

Combatte l’ipertensione

Tra le tante virtù possedute dalla mora di gelso, di particolare importanza è quella anti ipertensiva. Ciò è dovuto alla presenza dei flavonoidi che, attraverso la loro potente attività antiossidante, contribuiscono a mantenere pulite le arterie grazie all’incremento del colesterolo buono (HDL). È anticolesterolo. All’interno della mora sono contenuti i fitosteroli, molecole di origine vegetale che diminuiscono l’assorbimento di colesterolo a livello intestinale contribuendo a ridurre di circa il 15% la quantità del pericoloso grasso circolante nel sangue. Aiuta a prevenire i tumori. Una delle componenti principali della mora del gelso è rappresentata dalle antocianine, composti che danno il colore rosso-bruno ai frutti. La loro caratteristica principale è quella di essere potenti antiossidanti capaci di neutralizzare i radicali liberi, molecole in grado di danneggiare le strutture cellulari e il DNA. 

Come si assume? Si consiglia di acquistare in erboristeria l’estratto di mora di gelso in compresse o in estratto fluido. In alternativa, si possono utilizzare le foglie del gelso in infuso. Si ottiene facendo bollire mezzo litro d’acqua in cui verrà sminuzzata una manciata di foglie. Dopo aver lasciato riposare il tutto per 10 minuti, l’infuso è pronto per essere consumato nella misura di una tazza prima dei pasti principali, senza dolcificare. La cura durerà un mes

Fonte: Riza.it

Le statine, una classe di farmaci utilizzati per abbassare il colesterolo, sono attualmente tra quelli più comunemente prescritti nel mondo. Tra il 2000 e il 2005 l’uso di statine è aumentato di un enorme 156 per cento, passando da 15,8 milioni di persone a 29,7 milioni di persone. La spesa per questi farmaci è balzata da 7,7 dollari miliardi a 19,7 miliardi dollari per ogni anno dello stesso periodo. Un nuovo studio pubblicato sull’American Journal of Cardiovascular Drugs cita quasi 900 studi sugli effetti collaterali degli inibitori della HMG-CoA reduttasi, le statine. La revisione fornisce fino ad oggi il quadro più completo sugli effetti indesiderati rilevati nelle statine. I problemi muscolari sono gli effetti collaterali più conosciuti delle statine ma vengono ampiamente segnalati problemi cognitivi, dolore o intorpidimento alle estremità, aumenti della glicemia, problemi tendinei. Vi sono le prove che le statine sono alla base di molti, troppi effetti negativi che non vengono considerati come tali. Le statine abbassano i livelli di coenzima Q10, un componenete essenziale nei seguenti processi: per la produzione di energia all’interno dei mitocondri; per il controllo dei radicali liberi.

Dosaggi elevati di statine e statine più potenti sono legati ad un maggior rischio di sviluppare effetti collaterali. Effetti collaterali a lungo termine dei farmaci ipocolesterolemizzanti Spesso le statine hanno effetti collaterali immediati, così come spesso riescono ad abbassare i livelli di colesterolo di 50 punti o più. Questo sembra apparire come un beneficio immediato per la salute, mentre i problemi di salute che compaiono in capo a qualche mese non vengono interpretati come un effetto collaterale del farmaco, ma come nuovi, problemi di salute. C’è tuttavia un crescendo di prove che dimostrano i gravi effetti collaterali a cui si va incontro diversi mesi dopo l’inizio della terapia. Alcune delle possibili conseguenze a lungo termine nel prendere le statine: perdita cognitiva, neuropatia, fibrillazione atriale, anemia, acidosi, febbri frequenti, cataratta, disfunzione sessuale. Altri effetti collaterali potenzialmente mortali e includono: un aumento del rischio di cancro, soppressione del sistema immunitario, degenerazione del tessuto muscolare grave (rabdomiolisi), disfunzione pancreatica, disfunzione epatica. (A causa del potenziale aumento degli enzimi epatici, i pazienti devono essere monitorati per la normale funzione del fegato).

Secondo l’ultima recensione pubblicata sull’American Journal of Cardiovascular Drugs(1), gli effetti avversi sono dose-dipendenti e i rischi per la salute sono amplificati da una serie di fattori, quali: interazione tra farmaci che aumentano la potenza delle statine, sindrome metabolica, malattie della tiroide, altre mutazioni genetiche legate alla disfunzione mitocondriale. Le statine possono danneggiare per sempre le cellule muscolari. L’effetto collaterale più comune è il dolore muscolare e la debolezza, una condizione chiamata rabdomiolisi. Purtroppo, per molti adulti anziani è improbabile riuscire a distinguere tra dolore muscolare causato da statine e dolore conseguente all’invecchiamento, quindi gli effetti avversi delle statine negli anziani possono essere notevolmente sotto-riportati. I ricercatori ora hanno scoperto che vi è più di un modo in cui tale condizione può sorgere come risultato dell’assunzione di statine, tra cui: L’esaurimento di Co-Q10, una sostanza nutritiva che supporta la funzione muscolare. In Giappone e Canada i medici sono passibili di denuncia per negligenza se prescrivono le statine senza prescrivere CoQ10.

Alterazione della capacità del muscolo scheletrico di riparare e rigenerare grazie all’effetto antiproliferativo delle statine. In uno studio recente, la vitalità delle cellule proliferanti è stato ridotto del 50 per cento ad una dose equivalente di 40 mg di Simvastatina – la dose giornaliera utilizzata di norma in alcuni pazienti. Questo potrebbe chiaramente avere un effetto negativo sulla capacità dei muscoli scheletrici di “guarire e riparare se stessi” e, alla fine, potrebbe portare alla totale incapacità del sistema muscolare di ricostruirsi e rigenerarsi. Attivazione del gene atrogin-1, che svolge un ruolo chiave nell’atrofia muscolare. La rottura del tessuto muscolare scheletrico a sua volta può anche portare ad insufficienza renale. L’industria nel frattempo insiste sul fatto che solo il 2-3 per cento dei pazienti ha dolori muscolari e crampi, ma secondo uno studio preso in esame dalla revisione(1), il 98 per cento dei pazienti trattati con Lipitor e un terzo dei pazienti trattati con Mevacor (una statina a basso dosaggio) soffriva di problemi muscolari. Aggiungendo la beffa al danno, le persone attive hanno in realtà più probabilità di sviluppare problemi dall’uso di statine rispetto a coloro che sono sedentari. In uno studio condotto in Austria, solo sei su 22 atleti con ipercolesterolemia familiare sono stati in grado di sopportare il trattamento con statine. Gli altri hanno interrotto il trattamento a causa del dolore muscolare.
L’importanza del coenzima Q10

Non ci sono avvisi ufficiali negli Stati Uniti per quanto riguarda l’esaurimento di CoQ10 dovuto alle statine e molti medici non informano su questo problema. L’etichettatura in Canada avverte chiaramente in merito alla deplezione di CoQ10 e informa che la carenza di questo nutriente “potrebbe portare ad insufficienza cardiaca in pazienti borderline.” Il coenzima Q10 è un composto antiossidante fondamentale per il processo della produzione di energia all’interno dei mitocondri e nell’eliminazione dei radicali liberi in eccesso. Le statine agiscono in tre modi: alterano la funzione mitocondriale, che porta ad un aumento della produzione di radicali liberi; abbassano i livelli di CoQ10 bloccando la via coinvolta nella produzione di colesterolo – stesso percorso attraverso il quale viene prodotto Q10. Riducono il colesterolo nel sangue che trasporta CoQ10 e altri liposolubili antiossidanti. La perdita di CoQ10 porta alla perdita di energia cellulare e aumenta i radicali liberi. Ciò significa che si spalancano le porte al danno del DNA mitocondriale delle cellule. Questo spiega perché le statine sono particolarmente pericolose in caso di danni mitocondriali pre-esistenti, e il tuo corpo si basa su ampie scorte di CoQ10 per bypassare questo danno. La pressione alta e il diabete sono le conseguenze dei più alti tassi di problemi mitocondriali e se ci si trova in una di queste condizioni il rischio di complicazioni dovute alle statine aumenta considerevolmente, secondo quest’ultima revisione(1). In ogni caso, si possono sviluppare sempre nuovi effetti avversi, dal momento che le statine possono causare danni progressivi ai mitocondri con il passare del tempo e i mitocondri tendono a indebolirsi con l’età. Secondo il co-autore dello studio, la dottoressa Beatrice Golomb MD PhD – il rischio di effetti avversi aumenta con l’età e con il trascorrere del tempo. Questo spiega perché i benefici delle statine “non superano i rischi nelle persone oltre i 70 o 75 anni e in coloro con malattie cardiache. ” Scopri la verità sul colesterolo e come controllarlo in modo naturale grazie agli studi del dottor M. Rath, indipendenti dalle case farmaceutiche.

Fonte: ComeMigliorare.com

Uno studio della Pennsylvania State University pubblicato a giugno suHypertension, una rivista della American Heart Association, rivela che l’inclusione di pistacchi in una dieta sana ed equilibrata può ridurre positivamente la risposta dell’organismo agli stress della vita quotidiana. In uno studio clinico su un gruppo di adulti con elevati valori di colesterolo sono state messe a confronto diete contenenti pistacchi e una dieta a basso contenuto di grassi. I risultati mostrano che una dieta sana ed equilibrata integrata con pistacchi contribuisce a ridurre la pressione sanguigna sistolica, la resistenza vascolare periferica e la frequenza cardiaca nel corso di episodi di stress acuto. Le risposte cardiovascolari sono state misurate mentre i partecipanti erano impegnati in un difficile test di aritmetica mentale e di nuovo mentre immergevano i piedi in acqua fredda

Lo studio condotto nella Pennsylvania State University dai dottori Sheila G. West e Penny M. Kris-Etherton e colleghi ha esaminato il modo in cui diete contenenti pistacchi (42 g e 85 g) vs. una dieta a basso contenuto di grassi senza pistacchi, influenzano le risposte allo stress in soggetti con elevato colesterolo LDL ma pressione arteriosa normale. Questo studio è il primo a mostrare che includere pistacchi sia salati sia non salati in una dieta sana contribuisce a ridurre la pressione arteriosa e il carico vascolare sul cuore. “Lo studio presenta diversi elementi di interesse” – sottolinea Giorgio Donegani, esperto in nutrizione ed educazione alimentare e Presidente di Food Education Italy -. “Conferma l'azione positiva dei pistacchi sulla regolazione della pressione sanguigna e, aspetto decisamente innovativo, dimostra che questo effetto è significativo anche nel caso in cui si consumino pistacchi salati. Inoltre sono molte le caratteristiche di composizione dei pistacchi che giustificano le loro proprietà: il buon contenuto di grassi "buoni" mono e polinsaturi, l'alta presenza di fibra, la quota significativa di antiossidanti e anche l'apporto di potassio e magnesio, capaci di bilanciare gli effetti del sodio”.

I partecipanti allo studio erano uomini e donne sani, non-fumatori, con colesterolo LDL (comunemente considerato colesterolo “cattivo”) elevato ma pressione arteriosa normale. I pistacchi hanno sostituito altri alimenti nella dieta per impedire aumenti di peso. I partecipanti hanno seguito tre diete diverse: una dieta low-fat (25% di grassi) senza pistacchi, e due diete con diversi livelli di pistacchi (circa 42 g o 10% di calorie dai pistacchi e 85 g o 20% di calorie dai pistacchi). Le diete con pistacchi contenevano quantità più elevate di potassio, grassi “buoni” e proteine. Tutte le diete erano ricche di frutta, verdura, carni magre e cereali integrali, in linea con le attuali raccomandazioni dietetiche. I dati demografici e il piano dietetico sono stati pubblicati precedentemente. “Eventi quotidiani, quali lo stress da lavoro, una scadenza ravvicinata o dover parlare in pubblico fanno aumentare la pressione arteriosa, e sappiamo che è impossibile evitare tutti i fattori stressogeni nella nostra vita. Questi risultati sono significativi perché mostrano che le risposte fisiologiche allo stress sono influenzate dagli alimenti che consumiamo”, ha affermato Sheila West Ph.D, Professore Associato di Salute Bio Comportamentale (BBH) e principale autrice dello studio. West continua: “questi cambiamenti nella pressione arteriosa si sono verificati anche se i livelli auto-riportati di umore, ansia e tensione erano invariati”.

Il maggiore calo di pressione, -4,8 mm Hg, è stato associato al consumo di 42 g di pistacchi al giorno, vs. un risultato di -1,8 mm Hg con la dieta low-fat e di -2,4 mm Hg per un consumo di 85 g di pistacchi al giorno. La dieta contenente 85 g di pistacchi ha prodotto un calo significativo della resistenza vascolare periferica, una misura di rigidità arteriosa e frequenza cardiaca vs. la dieta di controllo. Metà dei pistacchi sono stati serviti salati come snack e l’altra metà, non salati, sono stati incorporati in ricette. Dato interessante, anche se alte assunzioni di sodio sono tipicamente collegate con alta pressione arteriosa, il maggiore calo di pressione non è stato associato con la dieta a più basso contenuto di sodio. I pistacchi contengono potassio (8% RDA) e magnesio (8% RDA) che sono importanti per mantenere una pressione equilibrata.

“Questi risultati sono molto entusiasmanti, inoltre, perché dimostrano ulteriori benefici dei pistacchi su un altro fattore di rischio di malattie cardiovascolari”, ha aggiunto Penny M. Kris-Etherton, Ph.D., R.D., Docente di Nutrizione e una delle principali ricercatrici nello studio. Kris-Etherton aggiunge: “la nostra precedente ricerca suggerisce che l’inclusione di pistacchi in una dieta sana ed equilibrata riduce il colesterolo LDL in una modalità dose-risposta e aumenta gli antiossidanti nel sangue”. “Questa ricerca si aggiunge alla crescente mole di letteratura sui benefici dei pistacchi per la salute” ha aggiunto Constance J. Geiger, Ph.D., R.D., che lavora in qualità di consulente di ricerca nutrizionale presso American Pistachio Growers. Geiger continua: “la frutta secca, come i pistacchi, è un elemento importante di una dieta sana ed equilibrata”.

Fonte: Italia Salute

Abbiamo già visto come le statine sono frutto di una ricerca dove si omette il numero delle persone decedute per ictus e infarto con l’unico scopo di nascondere la totale inefficacia del farmaco nel prevenire tali eventi. Talvolta passano in TV o sulle riviste mediche annunci sensazionali del tipo:…” riduzione del 36% del rischio di attacchi cardiaci.” Che cosa significa in realtà questo dato? Prima di spiegare il significato reale di questo tipo di annunci, voglio sottolineare alcuni punti chiave su cui riflettere Ciò che causa la formazione di placche aterosclerotiche o ateroma non è il colesterolo. Il meccanismo molecolare responsabile del colesterolo dipende dalla regolazione della sintesi cellulare (formazione di nuove cellule) e dalla secrezione di citochine pro-infiammatorie (IL-6, IL-8) all’interno della parete arteriosa. 

Se è vero il primo punto è logico che se si riduce il colesterolo cattivo (LDL), ma non si riudce l’infiammazione (il test di misurazione è quello della proteina C-reattiva), le statine non offrono nessun tipo di beneficio.  Se sei una donna in buona salute con il colesterolo alto, non ci sono prove che l’assunzione di statine riduca il rischio di attacco cardiaco o morte. Con l’avanzare dell’età il corpo aumenta il livello di colesterolo perchè così riesce a produrre comunque un pò di ormoni, nonostante la menopausa. In seguito all’assunzione di medicinali per ridurre il colesterolo, il rischio evidente nelle donne in menopausa è l’aumento dell’incontinenza urinaria. Se sei un uomo o una donna di oltre 69 anni con colesterolo alto, non ci sono prove che l’assunzione di statine riduca il rischio di attacco cardiaco o morte.  Il trattamento del colesterolo aggressivo con due farmaci (Zocor e Zetia) abbassa il colesterolo molto di più di un farmaco da solo, ma portano all’accumularsi di maggior placca nelle pareti arteriose e non diminuiscono gli attacchi cardiaci. 

Il 75% delle persone che hanno attacchi di cuore hanno il colesterolo a livelli normali . I pazienti più anziani con colesterolo basso hanno un maggior rischio di morte rispetto a quelli con il colesterolo alto. La domanda sorge spontanea: perché le linee guida ampliano le raccomandazioni per la prescrizione delle statine facendo salire i fatturati da 13 a 40 milioni? Forse alcuni esperti coinvolti nello sviluppo di queste linee guida avevano legami finanziari con l’industria farmaceutica. E ora analizziamo quell’informazione di cui ti ho accennato all’inizio, e che potresti aver letto anche tu su qualche giornale o in televisione. Lipitor e Pfizer annuciano che le statine riducono del 36%* il rischio di infarto. Quel 36% ha un asterisco. Leggi più in piccolo: “In un ampio studio clinico, il 3% dei pazienti trattati con placebo (o pillola di zucchero) ha avuto un attacco di cuore rispetto al 2% dei pazienti trattati con Lipitor.” Questo significa che due persone su 100 trattate con Lipitor e tre su 100 trattate con placebo hanno avuto attacchi di cuore. Questa differenza giustificherebbe il farmaco e tutti gli effetti collaterali a cui si va incontro specie nel lungo termine?

Le vere cause degli attacchi cardici

Il movimento cardiaco e l’eccesso di zuccheri e carboidrati nella dieta: 1. non esistono sintomi in grado di determinare una carenza di miconutrienti, eppure, ci sono parti del corpo particolarmente soggette ad usura: una di queste sono le arterie, per via del battito cardiaco; 2. lo zucchero in qualsiasi forma di carboidrato più o meno raffinato abbassa il colesterolo buono, alza i trigliceridi, crea particelle di colesterolo dannose e provoca la sindrome metabolica o pre-diabete. Queste sono le vere cause della maggior parte delle ischemie cardiache e cerebrali, non il colesterolo LDL. Uno dei motivi per cui non si sente parlare di questo è perché non vi è alcun buon farmaco che aumenti l’HDL e i micronutrienti non sono sostanze brevettabili, mentre i farmaci si. Siamo tutti terrorizzati dal colesterolo perché per anni siamo stati bombardati da medici ben intenzionati, che insieme ai media, hanno sottolineato quello che a lungo si è creduto fosse l’intimo legame tra colesterolo e morte per malattia cardiaca. La verità è molto più complessa. Il colesterolo è solo un fattore – e nemmeno il più importante – nelle malattie cardiache.

Che cos’è il colesterolo e quando diventa pericoloso

Il colesterolo è una sostanza grassa prodotta dal fegato, utilizzato per svolgere migliaia di funzioni. Il corpo lo usa per costruire le membrane cellulari, la copertura delle guaine dei nervi e gran parte del cervello. E’ fondamentale per la produzione di ormoni e senza di esso non siamo in grado di mantenere adeguati livelli di testosterone, estrogeni, progesterone e cortisolo. Quindi, se pensi al colesterolo come ad un nemico, sappi che le persone che ne hanno poco sono a più alto rischio di morte e di altre problematiche gravi. Approfondisci. Anche se alla maggior parte delle persone è stato insegnato che una dieta ricca di grassi provoca problemi di colesterolo, questo non è del tutto vero, per tre motivi: 1) il tipo di grasso che si mangia è più importante della quantità. I grassi trans o grassi idrogenati e quelli saturi favoriscono il colesterolo anomalo, mentre grassi omega-3 e i grassi monoinsaturi effettivamente migliorano il tipo e la quantità di colesterolo che il corpo produce; 2) la più grande fonte di colesterolo anomalo non è il grasso ma lo zucchero. Lo zucchero si converte in grasso nel corpo, ed il peggior colpevole è lo sciroppo di fruttosio (ma anche di vari altri sciroppi dolcificanti indicati nella maggior parte delle etichette, come quello di mais, frumento o altro), presente in molte bibite, succhi di frutta e cibi elaborati. 3) il colesterolo funge da sostanza riparatrice a causa di una carenza “invisibile”, sub-clinica, di nutrienti essenziali per il tessuto endoteliale, la formazione di collagene e di cellule muscolari liscie della parete arteriosa. Le arterie sono maggiormente sottoposte a stress meccanico per via del battico cardiaco. Non a caso si parla di aterosclerosi ma mai di venosclerosi. Se la medicina ufficiale avesse ragione, esisterebbe la venosclerosi e potremmo avere ictus anche al naso o ad una mano.

Quindi, la vera preoccupazione non è il livello di colesterolo che emerge dalle analisi, ma i micro-nutrienti insufficienti, i grassi, gli zuccheri dei carboidrati raffinati che assumi nella dieta: i 3 fattori che portano alla produzione di colesterolo anomali. Un’altra preoccupazione è l’irrancidimento del colesterolo che hai in corpo. Se così, il rischio di placca arteriosa è reale. Quando piccole particelle dense di LDL si ossidano diventano pericolose e inizia l’accumulo di placca o di depositi di colesterolo nelle arterie. Fattori che giocano un ruolo nella salute cardiovascolare. Questi includono la dieta, lo stato nutrizionale, il vizio di fumare, lo stress e l’attività fisica. I test chiave sono la misurazione dell’isulina, del livello di infiammazione, del livello di acido folico, dei fattori di coagulazione, ormoni, e altri sistemi corporei che influenzano il rischio di malattie cardiovascolari. Particolarmente importanti sono le cause dell’infiammazione, che sono molte, e che hanno bisogno di essere valutate. L’infiammazione può derivare da una carenza sub-clinica di nutrienti, da una cattiva alimentazione (troppi carboidrati e grassi trans e/o saturi), da vita sedentaria, dall’abitudine di fumare, dallo stress, da malattie autoimmuni, da allergie alimentari, infezioni nascoste e sostanze tossiche come il mercurio, il cadmio, il piombo. Riassumendo, ad un livello molto piccolo, per meglio dire cellulare, accade un fatto molto semplice: vi è distruzione di cellule nella parete arteriosa, mancano i micronutrienti ideali per la riproduzione di collagene e di cellule che costituiscono le pareti muscolari delle arterie. Il colesterolo viene così chiamato a riparare i microdanni cellulari causati sia dall’aggressione dei radicali liberi che dall’intensa attività del battito cardiaco.

Fonte: ComeMigliorare.com

Dal lino potrebbe arrivare un nuovo valido aiuto per tutte le persone che soffrono di pressione alta. Un consumo quotidiano dei semi di lino, infatti, sarebbe associato a una riduzione dell'ipertensione, stando a quanto afferma uno studio appena pubblicato sulla rivista di settore Hypertension. Grant Pierce, coordinatore dello studio e direttore del Canadian Centre for Agri-food Research in Health and Medicine dell'University of Manitoba di Winnipeg, in Canada, spiega: “finora i semi di lino, coltivati fin dall’epoca preistorica per ricavarne tessuti e già noti anche allo stesso Ippocrate per le loro virtù curative, non erano mai stati studiati per l’effetto antipertensivo, e questa è la prima dimostrazione di un effetto cardiovascolari in una popolazione di ipertesi”.

Studi precedenti avevano fatto emergere degli effetti sul sistema cardiovascolare prodotti dai semi di lino, senza erò spingersi oltre. Ci hanno pensato i ricercatori canadesi, che hanno deciso di realizzare un trial clinico randomizzato e controllato denominato Flaxplad (FLAX effects in Peripheral Arterial Disease – Effetti dei semi di lino sulla malattia arteriosa periferica). Un gruppo di 110 persone ha partecipato allo studio. I soggetti erano affetti da arteriopatia periferica e sono stati assegnati in maniera casuale a un regime alimentare che prevedeva o meno l'assunzione dissimulata di semi di lino per un periodo di 6 mesi. Al termine della sperimentazione sia la pressione sistolica che quella diastolica sono risultate più basse, rispettivamente di 10 e 7 mm/Hg, in quei pazienti che avevano assunto i semi di lino. “L’effetto antipertensivo è stato raggiunto solo nei pazienti ipertesi, con un'azione tra le più potenti osservate con la sola dieta, paragonabile a quella di molti farmaci”, precisa Pierce. “È presto per sostituire i farmaci con i semi, ma se studi futuri confermeranno i dati, il lino potrebbe diventare un modo nuovo ed economico di abbassare la pressione”, conclude il ricercatore canadese.

Fonte: Italia Salute

Come abbiamo visto in altri articoli, l’acidosi è un abbassamento del pH degli organi, dei fluidi e dei tessuti del corpo che di norma sono alcalini. Solo lo stomaco ha un ambiente per lo più acido, e deve rimanere tale. Il terreno predominante nel resto del corpo deve essere leggermente alcalino, con il sangue e la linfa tra 7,365 e 7,42 di pH: un equilibrio difficile da mantenere. Troppo spesso siamo tesi, nervosi, stressati, insofferenti, preoccupati, arrabbiati, mangiamo male, assumiamo farmaci. Et voilà! Senza sintomi apparenti il nostro pH diventa acido.

Anche se la causa primaria di acidosi sono le abitudini alimentari, molti fattori acidificano e intossicano il corpo ogni giorno: faramci, inquinanti ambientali, emissioni di automobili, pesticidi, diserbanti, conservanti, coloranti e cere su vegetali e frutta, dolcificanti artificiali, additivi alimentari, sostanze inquinanti delle acque, suoli contaminati, additivi dell’acqua. Le malattie cardiovascolari, come ad esempio l’ictus e l’infarto, sono una delle principali cause di morte e gli studi dimostrano che la maggior parte di queste morti sono premature. In altre parole, cambiamenti nello stile di vita potrebbero salvare vite umane, dando a coloro con malattie cardiache conclamate una migliore qualità della vita e una lunga durata. La causa principale delle malattie cardiovascolari, ha le sue radici in un ambiente fisico acido. Proprio come le piogge acide si mangiano il marmo, l’acidosi irrita e infiamma i tessuti. Gli acidi corrodono le membrane cellulari, l’interno delle arterie e delle vene, il tessuto del cuore. Questo processo continuo indebolisce le ossa (causando osteoporosi), il cuore, le arterie e le vene.

L’acidosi non si trova in un organo e non ha un percorso specifico. Essa colpisce tutti i tessuti del corpo, e tutti i tessuti sono sensibili a questo acido corrosivo. Così come siamo sensibili alle sostanze chimiche sparse nell’ambiente, l’acidosi è una condizione che si comporta come una sostanza chimica corrosiva all’interno del tuo corpo. Le cellule muscolari di cuore, arterie e vene vengono in contatto diretto con gli acidi metabolici nel sangue. Poiché le “tubazioni” del corpo aiutano a regolare il flusso di sangue e la pressione sanguigna, è imperativo che rimangano sane. Quando il plasma sanguigno è mantenuto tra un pH di 7,35 e 7,42, i livelli di irritazione e di infiammazione nel corpo sono notevolmente ridotti. L’omocisteina è un aminoacido che aumenta in caso di acidosi, ed è una delle principali misurazioni dei livelli infiammatori nel sangue.
Alcuni studi mostrano come l’aumento in omocisteina può far lievitare il rischio di danni alle pareti interne delle arterie. Lo studio norvegese di Hordaland, basato su una popolazione di oltre 18.000 uomini e donne, dimostra che quando l’omocisteina aumenta troppo, parimenti aumenta il rischio di ictus, aterosclerosi, di coaguli di sangue e malattie coronariche.

Come alcalinizzare il corpo? In linea generale si può aumentare il consumo di frutta e verdura, eliminare latticini e carni rosse, abbassare il livello di carboidrati e zuccheri (l’eccesso abbassa i livelli di colesterolo buono) e ridurre lo stress. Come misurare l’acidità? In farmacia vendono le cartine tornasole. Utilizzale la mattina per testare urine e saliva. Oltre all’alimentazione, un’altro modo per far oscillare il pH ad uno stato più alcalino è attraverso l’acqua alcalina ionizzata. Integrare la dieta con minerali alcalinizzanti come il magnesio può risultare un vero toccasana. Il magnesio per altro è coinvolto in oltre 300 reazioni chimico-enzimatiche nel corpo. Il magnesio si trova per lo più nella frutta e nella verudra fresche di stagione e si perde facilmente con la cottura, il congelamento e i trattamenti agro-alimentari. La cosa più importante è rendersi conto che la tua salute è nelle tue mani. La maggior parte dei farmaci aiutano a gestire i sintomi e non a sbarazzarsi veramente della causa principale delle malattie. Ciò non significa evitare i farmaci ad ogni costo, perchè talvolta rappresentano dei veri e propri salvavita, come ad esempio quelli utilizzati per gestire la pressione sanguigna.

Fonte: ComeMigliorare.com

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