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Gli antiossidanti, presenti in differenti concentrazioni in molti alimenti, sono sempre stati associati ad un benessere evidente della pelle. La vitamina E, un importante antiossidante che contribuisce al mantenimento dell’integrità cellulare*. In natura è presente in grandi quantità soprattutto in frutti oleosi, come le olive, le germe di grano e i semi. Lo zinco, invece, contenuto nella carne bovina, ovina, suina, nelle ostriche, nei funghi, nelcacao, nelle noci e nel tuorlo d’uovo, è fondamentale per la riparazione dei tessuti.

Contrastare l'invecchiamento della pelle

Altra sostanza benefica per la pelle è il coenzima Q10, molecola organica presente nei sistemi biologici e importantissima nella produzione e nel trasporto di energia tra le cellule, che si caratterizza per una forte azione antiossidante e di protezione dai radicali liberi, azione che viene amplificata se assunto insieme alla vitamina E. Grazie alla sua azione contro i radicali liberi che attaccano il collagene, contribuisce anche al mantenimento dell’elasticità della pelle. E’ presente nella soia, nei cereali, nelle noci, nei vegetali, nel pesce (es. le sardine), negli olii vegetali e nelle germe di grano. In quest’ambito l’Osservatorio AIIPA (Associazione Italiana Industrie prodotti Alimentari – Area Integratori Alimentari) segnala uno studio pubblicato sull’ International Journal of Cosmetic Science che conferma come l’assunzione giornaliera di una combinazione di minerali e antiossidanti abbia un ruolo positivo nel miglioramento dell’epidermide. Lo studio** ha coinvolto 60 donne per 12 settimanale, dividendole casualmente in due gruppi: ad uno veniva somministrato, una volta al giorno, un integratore a base di antiossidanti tra cui la vitamina E, lo zinco e selenio, il coenzima Q10 e glicosaminoglicani (molecole dello zucchero); al secondo gruppo un placebo.

Q10Mitochondria 300x147 Coenzima Q10 per contrastare linvecchiamento della pelle. Dopo le 12 settimane di assunzione, nel gruppo a cui era stato somministrato l’integratore, si riscontrava una significativa diminuzione della ruvidità della pelle e delle piccole rughe, mentre nel gruppo che aveva assunto il placebo non c’era stata alcuna variazione. Secondo i ricercatori, all’inizio del trattamento, la profondità delle rughe e la ruvidità della pelle non erano molto diverse in entrambi i gruppi, ma alla fine delle 4 settimane le differenze erano evidenti. I ricercatori hanno ipotizzato un ruolo positivo del coenzima Q10 nel contrastare il danno ossidativo, la degenerazione del DNA e la distruzione delle fibre di collagene. Anche la vitamina E avrebbe aiutato a ridurre il degrado del collagene, mentre lo zinco e il selenio avrebbero supportato l’enzima antiossidante delle stesse cellule. Infine, i livelli di glicosaminoglicani, molecole di grande importanza biologica in quanto trattengono l’acqua nei tessuti, ma che tendono a diminuire con l’età, venivano ripristinati con l’assunzione orale, aiutando così a migliorare l’aspetto della pelle.

Fonte: prof.ssa Raffaella Garofalo

Inibisce l'attivazione dell'enzima Ace, conosciuto per essere responsabile dell'aumento della pressione sanguigna: è questo il meccanismo che fa sì che il cioccolato fondente sia in grado di proteggere il cuore. Lo studio, pubblicato sul Journal of Cardiovascular Pharmacology, è stato messo a punto da un gruppo di ricercatori sono state rivelate da un gruppo di ricercatori dell'Università di Linköping, in Svezia, diretti da Ingrid Persson. "Abbiamo già dimostrato - spiega la studiosa - che il tè verde inibisce l'enzima Ace, coinvolto nel bilancio dei liquidi del corpo e nella regolazione della pressione sanguigna. Ora abbiamo voluto studiare l'effetto del cacao, con le sue catechine e procianidine".

La ricerca è stata condotta su 10 uomini e 6 donne tra i 20 e i 45 anni - sani e non fumatori - ai quali sono stati fatti mangiare 75 grammi di cioccolato amaro con un contenuto di cacao del 72%. Per misurare il livello dell'enzima sono stati prelevati loro campioni di sangue prima del consumo del cioccolato e poi mezz'ora, un'ora e tre ore dopo. Dai dati è emerso che tre ore dopo l'assunzione del cioccolato è stata rilevata una significativa inibizione dell'attività dell'enzima - risultata inferiore, in media, del 18% grazie al cioccolato consumato - e, di conseguenza, della pressione alta. Per adesso, spiega Persson, non è in progetto alcuno studio per nuovi farmaci: "Ma i nostri risultati - conclude - indicano che i cambiamenti nello stile di vita con l'aiuto di alimenti che contengono grandi concentrazioni di catechine e procianidine possono prevenire le malattie cardiovascolari".

Fonte: Il Sole 24Ore

Mercoledì, 14 Maggio 2014 00:00

Candida recidiva e integrazione di melatonina

Pubblichiamo un articolo redatto e inviato dal Dott. Milo Manfredini, esperto Naturopata, che propone un interessante rimendo contro la Candida Vaginale Recidiva, rimedio che prevede, l'utilizzo di Melatonina utilizzata per rafforzare il sistema immunitario. Lavorando come Operatore del Benessere Naturale, mi sono presto reso conto che ci sono alcune patologie che possono più di altre trovare una soluzione abbinando al trattamento suggerito dal medico un trattamento naturopatico mirato. Sicuramente la candida vaginale con andamento cronicizzate o recidivante fa parte di questa categoria. Ogni giorno parlo con ragazze disperate per le continue recidive della candida e le aiuto a liberarsene definitivamente. Ho osservato che quando la candida diventa recidivante è perché si è creato uno squilibrio immunitario che le ha permesso di insediarsi a livello intestinale in modo imponente (candidosi intestinale). Da quel momento, ogni volta che il sistema immunitario si indebolisce o non riesce più a svolgere il proprio compito adeguatamente, la candida si rinvigorisce e si manifesta in modo sintomatico a livello vaginale.

Il mio trattamento naturopatico si basa su 3 concetti di grande importanza:
- indebolire la candida
- riequilibrare l’organismo che è stato compromesso dalla candida, in particolare l’intestino tenue
- potenziare il sistema immunitario in modo che possa debellare la candida

I risultati ottenuti da questo trattamento sono così importanti da avermi spinto a diffonderlo anche sul web. Ora tutte le persone che lottano contro questo fungo possono beneficiare di questo trattamento reperendolo facilmente su www.candidarecidivante.com. Nel programma presentato sul sito è compresa la mia assistenza via mail. Dopo un primo periodo con prodotti “standardizzati” vado progressivamente a personalizzare il mio trattamento naturopatico seguendo le persone nel migliore dei modi. Molto frequentemente mi ritrovo a consigliare di integrare la Melatonina prodotta da Clavis. Ho osservato infatti che la candida tende spesso a recidivare in coincidenza con l’ovulazione o nella fase pre-mestruale, in coincidenza cioè di sbalzi ormonali che spesso disorientano il lavoro del sistema immunitario. Integrare melatonina permette di ottenere una modulazione ormonale e di conseguenza una maggior stabilità dell’efficacia del sistema immunitario, evitando in questo modo le recidive. Ancor di più ho trovato utile l’integrazione di melatonina nelle persone particolarmente stressate e con una scarsa qualità del sonno. Stress e insonnia sono infatti tra i primi fattori che abbassano il sistema immunitario e ostacolano una corretta guarigione dalla candida.

Fonte: Melatonina.it

Mercoledì, 26 Agosto 2020 08:00

Torta cioccolato e fragole

Il dolce paradisaico per eccellenza. Dal gusto inconfondibile delle fragole all'intensità del cioccolato. Il connubio perfetto trova forma in questa torta golosa. Dal cuore morbido e cremoso, un dessert squisito da gustare in ogni occasione. Lasciatevi deliziare dal suo profumo irresistibile.

Ingredienti

 INGREDIENTI PER LA TORTA
  200 g di Sugar Life    40 g di cacao
  200 g di burro chiarificato    6 uova
  200 g di farina di mandorla    Una bustina di lievito
  Vanillina    Un pizzico di sale rosa himalayano

 

 INGREDIENTI PER LA BAGNA
  100 g di Sugar Life   200 ml di acqua
  2 cucchiai di alchermes    

 

 INGREDIENTI PER LA FARCIA
  150 g di fragole   10 g di colla di pesce
  150 g di Chocolife White   450 ml di panna
  50 g di Sugar Life   2 cucchiai di succo di limone

 

 INGREDIENTI PER DECORARE
  Chocolife Dark   Fragole
 TEMPO  ESECUZIONE
150 MINUTI MEDIA

Preparazione

Per prima cosa montate i tuorli con lo Sugar Life fino ad avere un composto chiaro e gonfio, aggiungete il burro chiarificato e continuate a sbattere, aromatizzate con la vanillina e unite la farina di mandorla setacciata con il cacao ed il lievito. Nel frattempo montate gli albumi a neve ferma con un po’ di sale ed incorporateli al composto, girando sempre nello stesso verso con un cucchiaio di legno,evitando cosi’ di smontare il composto. Usate uno stampo unto e infarinato di 24cm. di diametro e mettete il composto, infornate a 180°C per 45-50 minuti(controllando la cottura dopo una buona mezzora con uno stecchino di legno). Nel frattempo frullate le fragole con lo Sugar Life e il limone, cuocete il tutto per 3/4 minuti. Aggiungete la colla di pesce ammollata in acqua fredda e ben strizzata e mescolate per poi passare il tutto nel colino. Nel frattempo fate bollire 250 ml. di panna, togliete dal fuoco e unite il Chocolife White tritato, mescolando bene e unite anche la purea di fragole. Montate 200 ml. di panna e unitela alla farcia, mescolando con delicatezza. Fate bollire anche lo Sugar Life con l’acqua per 4 minuti, spegnete il fuoco ed aggiungete il liquore. Fate intiepidire. Infine non resta che pareggiare la torta, dividerla e chiude la base in un cerchio. Spennellate con la bagna, versate la farcia e sovrapponete l’altro pezzo di torta, anch’esso spennellato con la bagna e mettete in frigo per 2 ore. Per decorare, eliminate il cerchio e fate sciogliere a bagnomaria il Chocolife Dark, intingetevi la punta delle fragole, a cui non avrete eliminato la fogliolina. Glassate il dolce e decorate a vostro piacimento con delle fragole.

Riproduzione riservata © Copyright Life 120

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Sugar LifeUova LifeBurro ChiarificatoFarina Di MandorleSale Rosa DellHimalayaChocolife DarkChocolife White

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Sabato, 27 Febbraio 2021 08:00

Ratatouille colorata di verdure

Il piatto esotico della tradizione provenzale. Un tripudio di profumi, sapori e colori che trasforma questi ortaggi una composizione scenografica a prova di chef. Una ricetta tipica per un contorno di verdure miste sano e leggero. La combinazione perfetta in abbinamento a secondi di carne o di pesce.

Ingredienti

 INGREDIENTI PER 4 PERSONE
  400 g di polpa di pomodoro   Uno spicchio di aglio schiacciato
  Un ciuffetto di prezzemolo tritato   2 melanzane
  3 zucchine   2 peperoni (verde e rosso)
  Olio EVO   Sale rosa himalayano e pepe q.b.
 TEMPO  ESECUZIONE
50 MINUTI FACILE


Preparazione


Tagliate le melanzane a rondelle, salatele abbondantemente e lasciatele scolare per 30 minuti. Poi lavatele sotto acqua corrente e asciugate bene. Fatele rosolare nell’olio insieme alle cipolle e quindi unitevi le zucchine tagliate spesse, i peperoni senza semi e a pezzi, l’aglio e lasciate cucinare insieme per circa 6 minuti, mescolando. Aggiungete infine i pomodori a pezzi, il prezzemolo e condite con sale rosa himalayano e con il pepe macinato sul momento. Cuocete a fiamma viva per altri 20 minuti, quindi servite decorandolo con foglie di basilica.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Life 120

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Olio EvoSale Rosa DellHimalaya

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Giovedì, 05 Novembre 2020 08:00

Polpettone ripieno con mortadella e ricotta

Gustoso e facile da preparare. Una pietanza saporita e genuina che si presta perfettamente per il pranzo domenicale o per la cena con gli amici. Una ricetta mai banale che da sempre incontra i gusti diversi di grandi e piccini.

Ingredienti 

 INGREDIENTI PER 4 PERSONE
  5 uova intere    Pangrattato q.b.
  600 g di carne macinata    2 fette di mortadella
  250 g di ricotta di bufala    Una carota
  Sale rosa himalayano e pepe q.b.    150 g di bietole
  Brodo di carne q.b   Un mazzetto di prezzemolo
  Un bicchiere di vino rosso Aglianico   Una cipolla
  Olio extravergine di oliva  
 TEMPO  ESECUZIONE
60 MINUTI MEDIA

 

Preparazione


Rompi due uova in una capiente terrina di vetro, aggiungi il pane grattugiato, la carne trita, un spolverata abbondante di pepe e un cucchiaino abbondate di cipolla che, in precedenza, avrai pulito, sbucciato e tritato finemente. Mescola sino a che la carne non avrà completamente assorbito le uova e non si sarà legata grazie al pane grattugiato. Copri la terrina e poni il tutto a riposare in frigorifero. Rompi altre due uova in una differente terrina di vetro sbattile con le bietole che, naturalmente, dovranno essere già state bollite ed asciugate, regola di sale e pepe, versa il composto in padella, insieme ad un filo d’olio, e prepara una frittatina sottile. Stendi la carne trita sopra un’abbondante foglio di carta da forno e crea una base d’appoggio spessa circa un centimetro, adagia sopra la carne la mortadella, la ricotta e la frittata di barbabietole. Chiudi su se stesso il polpettone, facendo attenzione a che il ripieno rimanga all’interno, avvolgendolo strettamente nella carta forno che poi fisserai alle due estremità. Lascia compattare in frigorifero per circa 30 minuti. Rimuovi il polpettone dal proprio involucro, spennellalo con il tuorlo dell’unico uovo rimasto, e adagialo in una capiente pirofila da forno insieme alla cipolla, alla carota tagliata a rondelle e ad un filo d’olio, rosola il polpettone sul fuoco e, non appena avrà assunto un colorito dorato, sfumalo con il vino rosso e ponilo in forno, a 180°c, per circa 30 minuti. Provvedi a bagnare, costantemente, con il brodo di carne fino a terminare la cottura. Servi il polpettone, dopo averlo tagliato a fette spesse circa 2 centimetri, irrorandolo con il sugo di cottura.

Riproduzione riservata © Copyright Life 120

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Uova LifeMacinatoPangrattato LifeMortadella AffettataRicotta Di BufalaVino rosso AGLIANICOSale Rosa DellHimalaya

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La cannella è una spezia utilizzata sia in cucina che in medicina. Le sue capacità di guarigione sono state riconosciute e utilizzate dagli antichi egizi, dai cinesi e nella medicina ayurvedica in India. E’ un potente antibatterico, antimicotico ed ha proprietà anti-infiammatorie. Descritta da Plinio il Vecchio, la cannella è stata utilizzata fin dal 100 dC e valutata 15 volte più dell’ argento. I romani la utilizzavano per i suoi poteri di guarigione spirituale, nonché per curare tosse e raffreddore. In cerimonie religiose, la cannella veniva bruciata per purificare l’aria e come offerta. Gli egiziani utilizzavano la cannella per imbalsamare i corpi e anche per asciugare e conservare la carne.

La forma più comune della spezia proviene dalla pianta Cinnamomum zeylanicum, nota come Cassia Cannella. Questo albero, originario di Ceylon, si trova ora in molti continenti e in molti paesi, dall’India all’Egitto e dal Vietnam al Brasile. Un’altra fonte di cannella è la Cannella di Ceylon. Questo tipo è noto come True Cannella. E’più costosa della Cassia e può essere di colore più chiaro. La fonte della spezia è la corteccia secca dell’ albero. Il suo principio attivo è una sostanza chimica chiamata cumarina. Questo composto è noto per fluidificare il sangue, e per questo motivo, le donne incinte sono invitate a non consumarla. Gli usi della cannella in medicina tradizionale cinese, risalgono a quasi 3.000 anni fa. La medicina cinese registra l’uso della spezia, chiamata DWAI, per una vasta gamma di disturbi, tra cui raffreddore, diarrea e sindrome pre mestruale. In medicina Ayurvedica la cannella è utilizzata, comunemente aggiunta al tè, per aiutare la digestione e per curare il diabete. La medicina Ayurvedica utilizza anche l’olio di cannella per calmare i nervi.

Recenti ricerche sul diabete e cannella, condotte da ricercatori in Svezia, hanno studiato le proprietà curative della spezia nel trattamento del diabete. Quattordici soggetti arruolati per la ricerca, hanno consumato budino di riso con aggiunta di cannella. Il gruppo di controllo ha consumato invece, budino di riso senza cannella. Lo studio è stato pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition. Anche se questo studio ha avuto un piccolo gruppo di partecipanti, ulteriori ricerche hanno continuato a mostrare l’effetto della cannella sulla riduzione della glicemia. L’American Diabetes Association ha suggerito l’utilizzo di cannella per i diabetici, già nel 2006. Una ricerca ha dimostrato che una piccola dose giornaliera di cannella, abbassa i livelli di glucosio nel sangue.

Fonte: Medi Magazine

La verza è una forma di cavolo selvatico con foglie verdi o viola. Cresce bene in inverno e alcuni coltivatori sostengono che ha un sapore più dolce quando viene sottoposta al gelo del freddo inverno. Essa è considerata uno dei più nutriente, se non il più nutriente, tra le verdure di tutto il mondo. In questo articolo, scopriremo esattamente perché alcuni ricercatori ritengono che la verza supera anche i cavoli ed i broccoli, in quanto a benefici per la salute..

Benefici per la salute della verza

Ricca di vitamina K - Una tazza di verza tritata (67 grammi) contiene un enorme 547 microgrammi di vitamina K, che è il 684 per cento della razione giornaliera raccomandata, di un adulto. La vitamina K è un composto liposolubile che controlla il sanguinamento e la coagulazione del sangue. Essa garantisce inoltre che sviluppiamo ossa forti e sane, impedendo in tal modo osteoporosi e fratture ossee. I sintomi di una carenza di vitamina K includono gengive sanguinanti, nasi sanguinanti e sangue nelle feci o nelle urine. Alto contenuto di vitamina A - Una tazza di cavolo contiene 10.302 UI di vitamina A, che è il 206 per cento della nostra RDA. La vitamina A è per lo più associata a prodotti di origine animale, ma fonti a base vegetale – chiamati carotenoidi – si trovano anche nelle verdure più nutrienti. Carotenoidi (di cui beta-carotene è forse il più noto) funzionano principalmente come antiossidanti e forniscono numerosi vantaggi ai nostri occhi, pelle e sistema immunitario. Essi contengono anche proprietà anti-invecchiamento.

Buona fonte di vitamina C - La terza e ultima vitamina, insolitamente elevata nella verza, è la vitamina C, un altro antiossidante che ci protegge da malattie degenerative come il cancro e la degenerazione maculare. Una tazza di verza contiene 80,4 milligrammi di vitamina C, che è il 134 per cento della nostra RDA.Disintossicazione e perdita di peso - La verza contiene elevate quantità di zolfo e di fibra alimentare. Lo zolfo è in realtà il terzo minerale più abbondante nel corpo (dopo calcio e fosforo), e aiuta la digestione dei grassi e l’assorbimento, la produzione di acidi biliari e la regolazione dello zucchero nel sangue. La fibra, invece, spazza crasso i rifiuti accumulati (tra cui tossine cancerogene, a cui si lega ). Oltre ad essere ottimi disintossicanti, zolfo e fibre stimolano anche la perdita di peso. per questo la verza è un efficace rimedio per la perdita di peso.

Un potente anti-infiammatorio - Una tazza di verza contiene 121 milligrammi di acidi grassi omega-3 e 92,4 milligrammi di acidi grassi omega-6. Questi, grassi polinsaturi essenziali contengono proprietà anti-infiammatorie (nel senso che possono ridurre l’infiammazione, compresi gli effetti delle malattie auto-infiammatorie come asma, IBS, e la malattia di Alzheimer), e sostengono la funzione del cervello.
Buona fonte di origine vegetale di ferro e calcio - La verza contiene più ferro della carne di manzo e più calcio del latte, il che la rende una grande fonte di minerali per gli individui che evitano carne e / o latticini. Abbiamo bisogno di ferro per costruire l’emoglobina che trasporta l’ossigeno dai polmoni alle cellule del corpo (la sua può portare ad anemia ). Abbiamo bisogno di calcio, ovviamente, per costruire ossa forti e denti . Una carenza cronica di calcio può provocare osteoporosi, artrite e altre condizioni dolorose dell’osso.

Ulteriori sostanze nutritive - Una tazza di verza ci fornisce anche tracce di minerali come magnesio (sei per cento della nostra RDA), fosforo (quattro per cento), potassio (nove per cento), zinco (due per cento), rame (10 per cento), e manganese (26 per cento), che aiutano i processi del nostro corpo giorno per giorno. Essao contiene inoltre vitamine del gruppo B come la tiamina, niacina e acido pantotenico, che ci aiutano a metabolizzare l’energia dagli alimenti che mangiamo.

Usi della verza

Anche se la verza può essere consumata cruda, la maggior parte delle persone preferisce cucinarla e servirla con pasti caldi. La verza è sorprendentemente versatile. Può essere semplicemente cotta a vapore e aggiunta a piatti di carne, ma può anche essere aggiunta a patatine fritte, insalate, minestre e piatti di pasta. E ‘importante ricordare che l’aggiunta di oli e succo di limone alla verza, riduce sensibilmente il suo sapore intenso, che è una cosa positiva o negativa a seconda dei vostri gusti.

Fonte: Medi Magazine

Le bibite a base di zucchero sembrano essere associate a un maggior rischio di ipertensione. Uno studio revisionale mette sull’avviso dall’eccessiva assunzione di zuccheri semplici

Secondo uno studio revisionale, un'assunzione eccessiva di bevande e alimenti zuccherati può far aumentare la pressione arteriosa.

Le bevande zuccherate, secondo gli esperti, non sono particolarmente benefiche per la salute. Per tale motivo, già da tempo il personale medico ne sconsiglia l’abuso anche in giovane età.
Ora, uno studio che verrà pubblicato a breve sul The American Journal of Cardiology, mette in guardia dal loro consumo eccessivo, a causa dell’elevato rischio di ipertensione.

A suggerirlo è stato Aaqib Habib Malik, medico dell’Ospedale Griffin di Derby (Connecticut) che, insieme ai suoi colleghi ha condotto una revisione sistematica della letteratura sull’argomento.
Secondo i dati ricavati, vi sarebbe un legame tra bibite zuccherate e pressione alta

Per ottenere risultati davvero attendibili, il team di ricerca ha scelto di escludere gli studi che interessavano meno di cento partecipanti e i ragazzi di età inferiore ai dodici anni.
Tra quelli giudicati affidabili ne sono stati scelti 6 trasversali e 6 potenziali, coinvolgendo un totale di oltre 400mila partecipanti. In tutti e dodici gli studi sono state evidenziate le correlazioni tra aumento del consumo di bibite e l’ipertensione.
Cinque di tali studi hanno mostrato un aumento medio di ipertensione, mentre l’incidenza di tale disturbo si è evidenziata soprattutto in sette studi.

«In conclusione, la nostra revisione sistematica indica che il consumo di SSB [bibite dolcificate] è associato con una maggiore BP [pressione sanguigna], con conseguente maggiore incidenza di ipertensione – spiega Aaqib Habib Malik – La restrizione sul consumo di SSB dovrebbe essere incorporata nelle raccomandazioni di modifiche dello stile di vita per il trattamento dell’ipertensione».
«Interventi per ridurre l’assunzione di SSB dovrebbero essere parte integrante della strategia di salute pubblica per ridurre l’incidenza dell’ipertensione», concludono i ricercatori.

Ricordiamo anche due ricerche relativamente recenti, in merito al consumo di tali bibite. La prima ricerca, accusa le bevande zuccherate di nuocere gravemente ai reni. Anche se, è bene dire che anche quelle senza zucchero potrebbero causare lo stesso problema a causa dei dolcificanti aggiunti, come suggerisce una ricerca del Brigham and Women’s Hospital di Boston. Mentre uno studio pubblicato a febbraio su JAMA Internal Medicine indica sia le bevande che i cibi zuccherati come un precursore di rischio cardiovascolare.
Infine, il direttore dell’Amsterdam’s Health Service, propone che su bottiglie e lattine delle bevande analcoliche, così come le caramelle e altri prodotti zuccherati, compaiano le stesse avvertenze di pericolo per la salute che si utilizzano per il tabacco, dato che ritiene lo zucchero al pari di una droga (vedi articolo).

Insomma, i rischi sulla salute che possono derivare dall’uso indiscriminato di alimenti ricchi di zucchero sono già stati confermati. Ecco pertanto che, oltre alle persone cui il proprio medico ha suggerito di mettere al bando gli alimenti zuccherati, tutti gli altri dovrebbero consumarli molto raramente, o comunque con moderazione.

FONTE: La stampa

Seguire un’alimentazione a basso contenuto di carboidrati può ridurre significativamente l’infiammazione nelle persone affette da diabete di tipo 2. Per ridurre il rischio di infiammazione, chi soffre di diabete dovrebbe ridurre al minimo o evitare l'assunzione di carboidrati.  Una dieta appropriata – povera di carboidrati – potrebbe ridurre notevolmente l’infiammazione nei pazienti diabetici. A suggerirlo sono stati alcuni scienziati dell’Università di Linköping, in Svezia.

Sull’argomento, recentemente abbiamo riportato la ricerca condotta dal Department of Diabetes Complication Biology del Novo Nordisk A/S di Malov e pubblicata sul Journal of Leukocyte Biology. Lo studio, coordinato dal prof. Alexander Rosendahl, è stato eseguito attraverso una batteria di test su modello animale che hanno permesso di scoprire come le cellule del sistema immunitario, chiamate macrofagi, invadano il tessuto pancreatico durante le prime fasi della malattia diabetica. Dopo di che, queste cellule infiammatorie producono una grande quantità di citochine, che sono delle proteine pro-infiammatorie che contribuiscono direttamente all’eliminazione delle cellule beta che producono insulina nel pancreas, e la cui conseguenza è proprio il diabete. Da qui, l’idea che il diabete non sia altro che una malattia infiammatoria, o comunque derivata da un’infiammazione”.

Forse è proprio tale infiammazione che potrebbe essere ridotta attraverso una dieta low-carb. Per arrivare a tali conclusioni, i ricercatori guidati dal dottor Hans Guldbrand e il professor Fredrik H Nyström, hanno reclutati 61 adulti volontari affetti da diabete di tipo 2. Molti studi confermano che i livelli di infiammazione generale sono molto più alti nei pazienti con diabete, rispetto a persone a cui non è stata diagnosticata tale malattia. L’infiammazione, ovviamente, porta a tutta a una serie di complicazioni non indifferenti. Si parla di aumentato rischio di problemi cardiovascolari e altre complicazioni abbastanza rilevanti. Per questo motivo, i ricercatori hanno voluto valutare l’eventuale efficacia di una dieta studiata appositamente per i pazienti diabetici.

Nei due anni di ricerca, i volontari sono stati invitati inizialmente a seguire dei consigli nutrizionali da un esperto di alimentazione. Dopo 6 mesi dall’inizio dello studio ai pazienti sono stati testati i marcatori infiammatori. Dopo tale periodo, quando la dieta avrebbe potuto già apportare eventuali benefici, gli scienziati hanno scoperto che i partecipanti avevano tutti perso mediamente 4 chilogrammi (8,8 libbre) di peso. Chi aveva seguito una dieta a basso contenuto di carboidrati aveva mostrato un’infiammazione di gran lunga ridotta rispetto a chi stava seguendo un’alimentazione con pochi grassi. Se è pur vero che i farmaci attuali offrono una grande gestibilità della malattia, è anche vero che non sono privi di effetti collaterali, specialmente a lungo termine. Ecco perché una dieta appropriata potrebbe offrire moltissimi vantaggi.
Come sempre, i ricercatori consigliano di consultarsi prima con il proprio medico curante prima di cambiare alimentazione.

Lo studio è stato recentemente pubblicato su Annals of Medicine con il titolo “Advice to follow a low-carbohydrate diet has a favourable impact on low-grade inflammation in type 2 diabetes compared with advice to follow a low-fat diet” (Il consiglio di seguire una dieta a basso contenuto di carboidrati ha un impatto favorevole sul basso grado di infiammazione nel diabete di tipo 2 rispetto al consiglio di seguire una dieta a basso contenuto di grassi).


Fonte: La Stampa

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