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Contro i segni del tempo un corretto regime alimentare e creme funzionali. Perché laddove l’alimentazione non basta, ci pensa la cosmesi! Con il passare degli anni, nella pelle si manifesta una riduzione dei meccanismi di riparazione del DNA e un progressivo accumulo di proteine e di lipidi ossidati. In particolare la cute risente come non mai l’avanzata dei radicali liberi, causa peraltro del cosiddetto stress ossidativo, tra i principali responsabili della formazione di rughe e segni d’espressione. I radicali liberi agiscono negativamente contro le cellule, intaccando la loro membrana plasmatica e portando al loro rapido deterioramento e ad altre problematiche dell’epidermide. Un processo che si origina dalla conseguenza diretta, oltre al fattore temporale, di scelte e di abitudini sbagliate. Solchi, macchie e altre imperfezioni sono tra i principali segni evidenti di una pelle che sta perdendo, giorno dopo giorno, elasticità e tonicità. Tra gli elementi del benessere della pelle: trealosio, argento colloidale, collagene, vitamine e antiossidanti.

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Le rughe non sono altro che pieghe superficiali e segno evidente della scarsa elasticità e tonicità della pelle. Tuttavia, oltre all’invecchiamento, questi segni sono anche la conseguenza di fattori esterni e ambientali. La principale causa della loro insorgenza è la perdita della struttura della cute. Le cellule, in un primo momento, diventano meno attive, poi si assiste a una riduzione della sintesi di fibroblasti, fibre elastiche, fibre di collagene e glicosamminoglicani. Anche la minore produzione di sebo, genera l'assottigliamento del film idrolipidico e la disidratazione cutanea, responsabile della formazione delle rughe è anche il foto-invecchiamento provocato dall'eccessiva esposizione alle radiazioni UV, naturali o artificiali che siano. Tra le insidie per la pelle indubbiamente il glucosio, lo zucchero indispensabile per la vita delle cellule. Monosaccaride contenuto soprattutto nei farinacei e se presente in dosi elevate, potrebbe rivelarsi nocivo in quanto, legandosi alle proteine del collagene, causerebbe una perdita di elasticità e di compattezza cutanea, prodromi questi della comparsa delle rughe. Andrebbe dunque limitato l'apporto di cibi ricchi di amidi come pasta, pane, riso, patate e dolci.

Tempo e disidratazione

Da quelle della fronte, al contorno occhi e labbra. Le rughe sono il più comune segno di invecchiamento dove fibre elastiche e collagene presenti nel derma perdono la capacità di contrastare la forza di gravità. Alterazioni cutanee, ovvero inestetismi, causati da un danno strutturale alle fibre di collagene ed elastiche. Disidratazione e pelle secca poi ne accelerano la comparsa. Di conseguenza, laddove l’idratazione scarseggia si manifesta la secchezza cutanea e più la pelle è secca, maggiormente questa sarà predisposta alla formazione delle rughe. Per mantenere la pelle giovane e bella è importante contrastare, sia dall’interno che dall’esterno, questo processo di impoverimento cutaneo che comincia intorno ai 30 anni. Tra le buone abitudini per ritardare, o addirittura prevenire la formazione precoce delle rughe, sicuramente quello di mantenere la pelle, soprattutto quella del viso, costantemente idratata e nutrita, scegliendo cosmetici mirati e detergenti adatti al proprio tipo di pelle. Gloria Mosconi, biologa e nutrizionista, spiega in un’intervista esclusiva a Life 120 come intervenire e riequilibrare l'idratazione in tutti gli strati della pelle e con quali rimedi prevenire i postumi di secchezza e disidratazione e ripristinare quindi una corretta idratazione cutanea nonostante l’avanzare dell’età.

In che modo la scarsità di collagene influisce sulla comparsa delle rughe?

I fibroblasti sono deputati alla produzione di collagene, ma non solo, anche di elastina, e glicosaminoglicani, cioè gli zuccheri della pelle, precursori dell’acido ialuronico. Insieme formano la struttura che determina l’impalcatura di sostegno del derma, quella che prende il nome di Matrice del Derma, che da l’effetto della pelle rigida e piena. Numericamente i fibroblasti diminuiscono con l’avanzare dell’età, e questo rallenta anche la loro capacità di riprodursi. Il tessuto di sostegno (matrice), si depaupera e tende a cedere: compaiono sull’epidermide segni e solchi di profondità variabile perché il derma tende a collassare ed i risultati si vedranno sul volume e sul contorno del viso.

Frontale, periorbitali e perilabiali. Intorno a quale fascia di età fanno la comparsa i primi segni di espressione?

Il rilassamento della pelle inizia intorno ai 30 anni e diventa un processo inesorabile con l’avanzare dell’età. Possono apparire in un viso anche più giovane ma queste, appartengono prevalentemente a gesti ripetuti come la contrazione della bocca quando si fuma portando alla formazione di rughe verticali sul labbro superiore, dette codice a barre; o il fatto di corrugare le sopracciglia, o nelle persone emotive etc… La conseguenza di questi gesti ripetuti porta al formarsi delle cosiddette rughe di espressione anche sulla fronte ed introno agli occhi.

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Quali fattori causano l’insorgenza delle rughe? Tra questi anche quelli provocati dall’esposizione solare e quelli cellulari prodotti dai radicali liberi?



La ruga prende vita nella parte più profonda della pelle, chiamata derma, in seguito all’azione di fattori sia interni che esterni. Vediamo insieme quelli fra i più importanti. Fra quelli interni individuiamo il microcircolo, radicali liberi, ormoni. Fra quelli esterni invece, fumo, alcool, photoaging e rilassamento cutaneo per dimagrimento. Il microcircolo: con il passare degli anni si verificano dei cambiamenti, le reti dei piccoli vasi perde elasticità perché tendono a dilatarsi, diminuendo quindi la portata nel sangue di ossigeno e sostanze nutritive alle cellule. Diminuisce anche il livello energetico che le cellule hanno a disposizione che non saranno più in grado di produrre la stessa quantità di collagene ed elastina. I radicali liberi: anch’essi svolgono un ruolo significativo nella formazione delle rughe. I radicali liberi, come noto, sono prodotti di scarto cellulare. Ora in condizioni fisiologiche c’è un equilibrio fra la loro generazione e la loro neutralizzazione grazie ai meccanismi di difesa antiossidativi di cui l’organismo naturalmente dispone. Quando però lo stesso organismo non si trova in equilibrio i radicali liberi tenderanno a prevalere determinando un danno chiamato stress ossidativo, che a lungo andare si ripercuote anche sul lavoro dei fibroblasti. Questo processo è particolarmente spiccato nell’anziano perché sono minori le difese antiossidanti e la capacità di riparazione cellulare, compreso il DNA. Gli ormoni: svolgono un ruolo fondamentale nei processi di invecchiamento. Quando in menopausa si ha un calo di questi la pelle e le mucose diventano inesorabilmente più secche. Diminuisce infatti la capacità delle ghiandole sebacee a produrre sebo esponendo la pelle a maggiori danni anche da parte dei raggi UV e non solo nella formazione delle rughe ma anche in quella delle macchie cutanee. Il photoaging: anche di inverno non si può sottovalutare l’azione dei raggi solari. Chiaramente faccio riferimento anche alla lampade abbronzanti. Gli UV ci colpiscono anche in presenza di nuvole ed in presenza di basse temperature. Anche di inverno è importante schermare la pelle per esercitare una fotoprotezione e proteggerci dal fotoinvecchiamento, una delle misure queste per prevenire le modificazioni delle strutture profonde di sostegno della pelle: i fibroblasti. Il fumo: è causa di una significativa riduzione dei livelli di ossigenazione del sangue proprio per le sostanze chimiche che aspiriamo. Inoltre è interessante sapere che uno studio condotto presso l’University of California School of Medicine di San Francisco e pubblicato recentemente sulla rivista Cosmetic & Toiletries Science Applied ha dimostrato che se il vizio del fumo è abbinato ad una esposizione solare smodata, il processo di invecchiamento accelera di 11,4 volte in più rispetto a chi non fuma e si abbronza poco. Il rilassamento cutaneo legato al dimagrimento: le modalità di un processo di dimagrimento debbono essere sempre sotto il monitoraggio, l’osservazione, di un tecnico del mestiere. Infatti se brusco ed eccessivo la pelle non avrà il tempo di adattarsi alla nuova condizione e si rischia di andare incontro ad un cedimento della stessa. Sapere cosa mangiare durante una dieta è fondamentale per tutelare la massa magra e scheletrica che rappresentano la struttura in cemento armato del nostro corpo e che vanno sempre tutelate. È bene comunque evitare oscillazioni frequenti di peso. Inoltre l’attività fisica anche il semplice camminare o nuotare, rende la pelle più tonica. 

È possibile prevenirle con prodotti mirati a base di acido ialuronico?

Prendersi cura della pelle con rughe del viso e del corpo rappresenta un grande gesto d’amore del proprio vissuto della propria storia ed il via libera ai prodotti è per trasformare i segni del tempo in caratteri di cui andare fieri. La beauty routine (latte detergente e tonico), insieme a creme sieri ed oli è la soluzione per avere un aspetto sano senza perdere la propria identità. Effettuare anche degli scrub sulla pelle del volto e del corpo può essere molto utile. Fra e numerose sostanze ad azione idratante ed antirughe ricche di utili vitamine che l’enorme mercato dei cosmetici propone, concentrerei l’attenzione sulla punta di diamante dell’idratazione: l’acido ialuronico. Ripristinando il giusto equilibrio di idratazione, stimola i fibroblasti ad aumentare la produzione di collagene che insieme all’elastina, come abbiamo già visto, contribuiscono a contrastare in prevenzione o a migliorare, se già presenti, le rughe. Immaginatelo come una spugna in grado di assorbire e trattenere umidità. Attualmente viene ottenuto in laboratorio in maniera naturale attraverso la fermentazione batterica di alcuni lieviti. In passato si è presentato il problema di come far veicolare l’acido ialuronico a livello transdermico a causa del suo alto peso molecolare. I cosmetologi nel corso degli anni, hanno lavorato per formulare e creare molecole di questo acido sempre più microscopiche, rendendo così possibile la penetrazione in profondità nei tessuti e permettendo così una azione idratante più profonda.

Esiste un trattamento specifico o uno stile di vita regolato da comportamenti sani e corretti per trattare questo inestetismo cutaneo?

Quando si parla di benessere del corpo nel senso esteso del termine, è bene focalizzare che le misure atte a migliorare una condizione, qualsiasi essa sia, dovranno essere un insieme di sani comportamenti che lavorando in sinergia fra loro, saranno in grado di migliorare questa condizione. Anche nel caso delle rughe, è difficile immaginare che l’utilizzo della sola crema per il volto o per il corpo, possa essere in grado di dare gli stessi risultati che avremmo se associassimo anche uno stile di vita in cui limitiamo l’uso di alcool, quello di sigaretta, il sano regime alimentare di prodotti ad azione antiossidativa, come la verdura e la frutta, il consigliato utilizzo di integratori contro la formazione di radicali liberi e l’esposizione smodata ai raggi UV per il fotoinvecchiamento. È bene quindi tenere in mente tutta questa serie di accorgimenti per apprezzare il miglioramento sulla formazione delle rughe, in prevenzione, e su quelle già esistenti.

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Per approfondimenti:

La Repubblica "Idratare: primo passo per una pelle sana"

Corriere Nazionale "Idratazione della pelle: perché è importante"

MSN "Disidratazione della pelle del viso: come rimediare"

Il Giornale "Pelle mista, secca, grassa o sensibile: ecco come riconoscerla"

Wikipedia "Idratazione cutanea"

Ansa "Rughe, è tutta una questione d'acqua"

JAAC "Trehalose-Induced Activation of Autophagy Improves Cardiac Remodeling After Myocardial Infarction"

Alimentazione Gazzetta "Dieta e beauty routine per una pelle luminosa e sana: alimenti, creme e trattamenti"

Alimentazione Gazzetta "Vitamine per la pelle, nella dieta e nelle creme: quali sono le più utili?"

Wikipedia "Pelle"

Starbene "Salute della pelle e alimentazione"

LEGGI ANCHE: Disidratazione e pelle secca: prevenzione e contrasto dei principi attivi

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Saziano e aiutano il muscolo. Le proteine si sono ritagliate un ruolo chiave anche nella maggior parte dei regimi dimagranti che mirano alla perdita dei chili di troppo. Un bisogno assoluto che va supportato con regolarità, tra i nutrienti necessari all’organismo. Ovviamente, un quantitativo giornaliero che aumenta per tutti quei soggetti che praticano discipline di endurance (dove l’energia prodotta può derivare anche dalla trasformazione delle proteine in glucidi) rispetto a chi conduce una vita sedentaria. Insomma, fondamentale e troppo spesso trascurato, le proteine, sono state spesso associate esclusivamente alla fase di recupero post allenamento. Un adeguato apporto di proteine assunte nell’arco della giornata, è fondamentale soprattutto per gli sportivi. Considerate l’impalcatura dei muscoli (ma anche di altri tessuti come capelli e cute) negli atleti sono sottoposte a ricambio frequente, il cosiddetto turn-over proteico, rispetto a tutte quelle persone che non praticano nessuna forma di attività fisica. Grazie alla loro capacità di produrre energia, le proteine, sono anche la pronta risposta al meccanismo della gluconeogenesi (quel processo in cui si giunge all’esaurimento, completo o parziale del glicogeno). Inoltre, non solo favoriscono, ma prolungano addirittura il senso di sazietà nelle ore successive al loro consumo. Infine, si dimostrano da sempre amici della forma fisica e nemici giurati del grasso in eccesso, mantengono attivo il metabolismo aumentano la spesa energetica indotta dalla digestione.

Dalla costituzione del tessuto muscolare al trasporto di ossigeno nel sangue, dalla protezione contro sostanze pericolose al supporto a ossa e pelle. Un fabbisogno che aumenta con l’età. I principali costituenti chimici del nostro organismo e indispensabili per svariate funzioni vitali (strutturale, di trasporto e di deposito di nutrienti o altre sostanze). Evidenze scientifiche dimostrano, infatti, che apporti proteici più alti sostengono un buono stato di salute e favoriscono un decorso della malattia facile e veloce oltre a un recupero più breve nelle persone con più di 60 anni. Conseguenza naturale dell’organismo dovuta a una minore capacità di costruire massa muscolare che si unisce a un fabbisogno maggiore per compensare eventuali infiammazioni. E ancora, un quantitativo maggiore di proteine si dimostra utile nel supporto del sistema immunitario e nel contrasto di stress e spossatezza. Per un recupero più veloce ed efficace e nella prevenzione della perdita di massa muscolare. Oltre a facilitare il raggiungimento del proprio fabbisogno proteico e limitare, quindi, il catabolismo muscolare, al tempo stesso, favorisce la sazietà prolungata e ottimizza l’assorbimento degli aminoacidi (ovvero le singole “perline” che compongono le proteine), da parte di tutti i tessuti dell’organismo che ne fanno richiesta. Il fabbisogno quotidiano di proteine dipende non solo dalla massa magra di ogni soggetto, ma anche dal suo indice di attività. Per chi non pratica attività sportiva il Ministero della Salute indica come necessario un fabbisogno quotidiano tra lo 0,8 g e 1 g di proteine/Kg peso. Per contro, invece, un podista dovrebbe assumere ogni giorno una quantità non inferiore a tra 1,2 g/Kg e un massimo di 2 g/Kg/die.

Il supporto proteico

Le proteine – come si legge nel libro di Adriano Panzironi, Vivere 120 anni: le verità che nessuno vuole raccontarti - si trovano principalmente nella carne, nel pesce, nel latte (e suoi derivati), nei legumi e nella soia. Le proteine sono formate da catene di più aminoacidi che durante il percorso digerente vengono scomposte e ritornano al loro stato naturale, gli aminoacidi. Ne esistono venti tipi e sono dei veri e propri mattoni, utilizzati dall’organismo per la costruzione del nostro corpo. Gli aminoacidi si dividono in due classi, quelli essenziali (abbiamo bisogno di assumerli attraverso la dieta) e quelli non essenziali (il nostro corpo è in grado di produrli demolendo le proteine che compongono muscoli e matrice extracellulare). Gli aminoacidi essenziali sono otto: fenilalanina, isoleucina, leucina, lisina, metionina, treonina, triptofano e valina. Gli aminoacidi non essenziali sono dodici: glutammina, alanina, arginina, asparagina, cisteina, glicina, istidina, aspartato, glutammato, prolina, serina, tirosina. Il nostro corpo costruisce le proteine di cui ha bisogno, utilizzando i vari aminoacidi disponibili, così come in una partita di scarabeo si costruiscono le parole utilizzando le lettere. Consideriamo che il nostro corpo abbisogna di migliaia di tipologie differenti di proteine, ognuna deputata ad un utilizzo specifico. Gli aminoacidi sono anche usati nella produzione di ormoni ed enzimi, mentre quelli in eccesso, vista l’impossibilità di immagazzinarli nella loro forma naturale, sono trasformati in zucchero (glicogeno) all’interno del fegato (processo della neoglucogenesi).

Ecco perché mangiare carne fa bene ed è fondamentale per la nostra salute

Bianca, rossa o nera. Rispettivamente le prime, sono indubbiamente quelle più digeribili, le seconde presentano un contenuto di ferro maggiore rispetto alle prime mentre, le terze, sono quelle più magre. La carne (ma anche il pesce) è ricca di proteine, vitamine (in particolare quelle del gruppo B, utili all'organismo per favorire i processi nervosi e digestivi) minerali e aminoacidi. Tra gli elementi fondamentali per beneficiare di tutte le proprietà nutritive, la cottura: rigorosamente lenta e a basse temperature. Ottima alleata in una dieta sana, bilanciata e completa. Con un alto valore biologico, grazie al ricco contenuto di aminoacidi essenziali, indispensabili per il mantenimento e la costruzione dei tessuti umani, le proteine animali sono facilmente assimilabili. Per contro, il pesce, seppur con livelli di consumo in Italia al di sotto della media europea, è tra gli alimenti essenziali della dieta occidentale. Sotto il profilo nutrizionale, oltre all’ importante quantitativo di vitamine e minerali, è composto da grassi considerati più “nobili” rispetto a quelli della carne.

Partendo dal presupposto che è il deficit calorico a determinare la perdita di peso – spiega in un’intervista a Gazzetta Active Flavia Bernini biologa, nutrizionista -, cerchiamo di capire perché, una volta stabilite le calorie, sono proprio le proteine a giocare un ruolo da protagonista nell’organizzazione di un regime efficace. Tre i motivi fondamentali: dei macronutrienti, le proteine hanno un indice di sazietà maggiore rispetto a grassi e carboidrati. Le proteine frenano il processo di perdita di massa magra, uno scotto che spesso bisogna pagare quando si vuole perdere peso. Tanto più alto è il deficit calorico di una dieta, tanto maggiore sarà il rischio di perdere muscolo. Aumentare la quota proteica rispetto a quella mediamente consigliata, sarà la strategia migliore per dare al nostro organismo sufficienti aminoacidi, i mattoncini di cui sono fatte le proteine, per ricostruire i tessuti muscolari danneggiati. La digestione delle proteine richiede un costo energetico superiore rispetto a quello degli altri macronutrienti, così consumiamo calorie per il solo fatto di metabolizzare proteine, cosa che contribuisce nel lungo periodo al deficit calorico. Anche una dieta vegetariana o vegana può raggiungere adeguati quantitativi proteici. Gli alimenti di origine animale come carne, uova, latticini e pesce hanno un contenuto proteico maggiore e uno spettro amminoacidico più completo rispetto a quelli di origine vegetale: questo è il motivo per cui le proteine animali vengono definite “proteine nobili. Tuttavia, anche utilizzando fonti di origine vegetale […], si possono raggiungere i giusti quantitativi proteici: combinando tra loro alimenti diversi, si possono reintegrare facilmente gli amminoacidi mancanti.

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Per approfondimenti:

Gazzetta Active "L’importanza delle proteine nella dieta: ecco come dosarle"

La Repubblica "Le proteine animali utili alleate di una dieta completa"

Gazzetta Active "Proteine, una necessità assoluta: ecco perché ti servono"

Il Corriere della Sera "Proteine: il fabbisogno aumenta con l’età"con l’età"

Gazzetta Active "Alimentazione: proteine, perché sono importanti per la corsa"

Gazzetta Act!ve "Carne, dalle proteine nobili alla vitamina B12: i benefici di un alimento spesso sotto accusa"

PubMed "Effects of forage vs grain feeding on carcass characteristics, fatty acid composition, and beef quality in Limousin-cross steers when time on feed is controlled"

Nature "Impact of meat and Lower Palaeolithic food processing techniques on chewing in humans"

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Tesa, ruvida, desquamata, screpolata. La pelle secca e disidratata è tra le principali cause di problemi alla pelle e di invecchiamento precoce. Il primo campanello d’allarme, conosciuta anche come xerosi, ci segnala che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe. Dagli agenti atmosferici ai problemi ormonali. Troppo spesso trascurata e sottovalutata, questa manifestazione cutanea viene generalmente causata da un’infinita varietà di fattori. La pelle, oltre a riflettere il benessere dell’intero organismo, svolge un’importante azione di protezione dagli agenti esterni e proprio per questo dobbiamo prendercene cura quotidianamente. A lanciare queste richieste d’aiuto sono soprattutto il viso, i gomiti e le ginocchia. Un ottimo rimedio per contrastarne la comparsa fin dai primi segnali è sicuramente l’attenzione nella scelta di alimenti ricchi di vitamine e minerali preziosi, meglio ancora poi se supportati da prodotti e trattamenti specifici. Difatti, è fondamentale in questi casi una beauty routine studiata ad hoc che preveda innanzitutto un’adeguata detersione e idratazione. «Una pelle si definisce secca quando il contenuto di acqua e sebo, presente nello strato più superficiale dell’epidermide, è sensibilmente inferiore rispetto ai parametri fisiologici. Partendo da questa definizione, andiamo a comprendere più nel dettaglio il significato, e le misure che si possono prendere» spiega Gloria Mosconi, biologa. Quando la pelle perde idratazione ed elasticità, fino a diventare secca e screpolata la cause posso essere diverse. Tra queste le principali sono una perdita di acqua dallo strato corneo, un’accelerazione del ricambio cellulare (dovuto a stimoli irritativi o a condizioni patologiche) o ancora, a seguito di un’alterazione della produzione di lipidi, ma anche a seguito dell’utilizzo di detergenti aggressivi che eliminano il film idrolipidico, di un'esposizione inappropriata al sole o ad un clima troppo freddo o troppo caldo oppure dovuta a particolari patologie della pelle. Inoltre, se la barriera naturale presente sulla pelle viene danneggiata, la cute diventa più vulnerabile alle aggressioni esterne e maggiormente incline alle irritazioni e alle infezioni.

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Secca, mista o grassa. La disidratazione è una condizione che non risparmia nessun tipo di pelle. Tuttavia, ci sono comunque, oltre ai fattori predisponenti, anche delle categorie maggiormente a rischio. Tra i più colpiti dalla disidratazione indubbiamente bambini e anziani. Una predisposizione fisiologica che nei più piccoli si manifesta con una maggiore fragilità della pelle dovuta alla ancora scarsa attività delle ghiandole sebacee. Ed è proprio in mancanza di questo grasso che l’epidermide risulta più sottile e permeabile, e quindi, più a rischio di arrossamenti e disidratazione. Mentre, in età senile, si assiste a qualcosa di molto simile, ad una graduale riduzione del lavoro delle ghiandole sebacee e di tutti i vari componenti che costituiscono il film idrolipidico, per un generale e normale invecchiamento cellulare. Oltre alla produzione del sebo, si riduce anche quella del glicerolo, sostanza fondamentale per il trasporto di acqua tra i vari strati della pelle, mentre il derma tende ad assottigliarsi. In pratica, negli anziani, la pelle resta più esposta all'azione aggressiva degli agenti esterni e maggiormente soggetta a fenomeni irritativi. Tra le altre cause anche diverse patologie sono collegate alla secchezza cutanea tra cui dermatite atopica, eczemi cronici, ittiosi, psoriasi, eritema solare, ipotiroidismo, morbo di Hashimoto, patologie a carico del connettivo (come la. sclerodermia). «Il piacere di vedere la pelle sana e radiosa, è un desiderio che appartiene a tutti, ma un fenomeno molto frequente che si presenta e ostacola questo risultato è proprio la secchezza cutanea. Un fattore questo, che interessa e affligge una grande fetta della popolazione, e la particolarità è che coinvolge tutte le fasce di età, a partire dai più piccoli fino all’età molto avanzata, indistintamente uomini e donne» conclude la biologa.

L’importanza dell’idratazione

Quali possono essere le possibili soluzioni per migliore questa problematica? Cosa possiamo fare quotidianamente per controllare la secchezza cutanea ed i vari fastidi ad essa correlati? Gloria Mosconi, biologa e nutrizionista, spiega in un’intervista esclusiva a Life 120 come si origina una scarsa regolazione di acqua in tutti gli strati della pelle e con quali rimedi combattere gli effetti della secchezza e ripristinare una corretta idratazione cutanea.

Dagli strati superficiali a quelli profondi, quali sono le cause (sia interne che esterne) di secchezza cutanea e disidratazione e come riconoscerla fin dai primi segnali?

Le cause esterne di questo disagio sono soprattutto riconducibili a una correlazione tra l’ambiente e la secchezza della pelle ed in particolare a condizioni climatiche come l’esposizione prolungata ai raggi UV, d’estate e all’aria condizionata, d’inverno. Sempre favorita, quest’ultima, nei luoghi dove l’aria è più asciutta. Mentre fra le cause interne rientrano tutti quei soggetti la cui espressione cutanea risulta essere eccessivamente reattiva nei confronti di vari stimoli. O meglio, i fattori possono essere costituzionali, alimentari e genetici. In particolare i lattanti e bambini piccoli sono esposti ad un maggior rischio a causa del loro sistema immunitario ancora debole. Quando il prurito lascia lesioni sulla pelle, il soggetto strofina continuamente la zona lesa lasciando la cute secca e arida. Diversi studi dimostrano che la disidratazione è dovuta dall’alterazione dell’attività enzimatica 6-gamma-reduttasi, categoria di acidi grassi essenziali utili anche al mantenimento del film idrolipidico, ovvero la fisiologica barriera di protezione della cute. Anche l’avanzare dell’età figura tra le altre cause riconducibili a un inevitabile assottigliamento della pelle e all’impoverimento del film idrolipidico, compromettendone l’idratazione. Tuttavia si manifesta in forme diverse a seconda della zona colpita e della severità.

È possibile prevenire e contrastare l’alterazione della barriera idrolipidica?

Tra i nostri organi più importanti, la pelle, specchio del benessere cellulare, ci protegge dall’ambiente circostante. Ciò premesso, quando ci troviamo in una condizione di secchezza cutanea, questa può risultare ruvida, tesa oppure screpolata, desquamata, tagliuzzata, infiammata, pruriginosa, meno resistente, fragile, poco elastica, e viene danneggiata la sua capacità di funzionare adeguatamente. Sul viso è particolarmente fastidiosa e compare prevalentemente sulle guance, intorno agli occhi e sulle labbra (non a caso si utilizza il burro di cacao), e può essere causa di un aspetto invecchiato. Quella del corpo, invece, si presenta prevalentemente sulle gambe e sui piedi, poiché queste zone sono più esposte all’ambiente, ma anche perché presentano quantità inferiori di ghiandole sebacee. La carenza di lipidi cutanei e di acqua nelle cellule sono il biglietto da visita di una pelle secca. È buona norma intervenire subito alla comparsa dei primi segnali per prevenire e contrastare questo segnale della pelle attraverso i consigli suggeriti di seguito.

Esistono regole da seguire o principi attivi in grado di contrastare questo fenomeno e per preservare il normale comfort della pelle?

È fondamentale ed indispensabile prendersi cura di questo tipo di pelle usando costantemente saponi delicati, ad esempio a base di tiglio e non aggressivi che faciliterebbero la disidratazione, e che rispettino quel poco film idrolipidico, lasciando le poche tracce di sebo rimaste. Inoltre la temperatura dell’acqua non dovrebbe superare i 37 gradi ovvero quella corporea. Una volta finita la doccia, tamponare la pelle e applicare sempre una buona crema idratante su tutto il corpo. Utilizzare gli spray in bomboletta di acque rinfrescanti, ancora meglio se addizionate di principi attivi idratanti. Questi piccoli prodigi della tecnologia, molto utili d’estate per la loro azione rinfrescante ma consigliati e a portata di mano per tutto l’anno, ricchi di vitamine, comodissimi da tenere in borsa e sempre pronti all’uso in ogni momento della giornata. Consigliatissimi per il corpo e il volto anche prima di un ritocco del trucco. È possibile, ai tempi di oggi, individuare diversi principi attivi ad azione idratante: dagli oli naturali ai burri come ad esempio quello di cocco utilizzato nelle creme per il viso e per il corpo, acido ialuronico, collagene, pantenolo, aloe vera, malva, tiglio, fiordaliso; così come l’urea, l’acido lattico e gli amminoacidi. Ma, degno di nota in quanto spicca ed eccelle per le sue innumerevoli proprietà idratanti, è proprio il trealosio, presente in molti organismi viventi come piante funghi batteri ed invertebrati. Un esempio naturale di trealosio, è la rosa di Gerico, originaria della Terra Santa, chiamata anche “Pianta della resurrezione”. Madre Natura permette infatti che il trealosio venga prodotto attraverso un processo noto come anidrobiosi, dove si induce uno stato di dormienza che permette alla cellula di sopravvivere in condizioni di estrema disidratazione, ma contemporaneamente agisce come regolatore della pressione osmotica, regolando così la concentrazione salina, quindi l’idratazione, nei fluidi biologici (nel sangue). Inoltre, mantiene l’equilibrio di alcuni componenti della membrana cellulare come i fosfolipidi. Un aspetto fondamentale questo per combattere la problematica della secchezza cutanea. Non a caso, le creme antietà contenenti trealosio prendono anche il nome di “creme osmotiche”.

In che modo alimentazione e cosmesi contribuisco alla riduzione di questo inestetismo cutaneo?

Ancora una dieta scorretta e una idratazione carente possono contribuire a peggiorare questa situazione. Un buon apporto di acqua ed il consumo di alimenti con la giusta quantità di grassi, vitamine, amminoacidi e proteine è indispensabile per mantenere una pelle idratata ed elastica. E per ultimo, ma non per minore importanza, l’uso dei cosmetici aggressivi con ridotta quantità di attivi ad azione idratante, e/o presenza di alcool e l’assunzione a lungo termine di farmaci come diuretici, contraccettivi ormonali possono alterare il film idrolipidico. Infatti a seguito dell’assunzione di farmaci è buona norma monitorare le condizioni di salute della pelle attraverso visite specialistiche dermatologiche o di medicina estetica. Il primo consiglio per risolvere o migliorare questa problematica, e di conseguenza riuscire a controllare la secchezza cutanea e fastidi correlati, è quello di idratare quotidianamente la pelle dall’interno bevendo molta acqua e facendo consumo quotidiano di alimenti ricchi di questo elemento che, non dimentichiamolo mai, è alla basa della salute delle nostre cellule. Frutta e verdura di stagione non possono assolutamente mancare nella dieta di chi soffre di pelle secca. Poi non dimentichiamo mai la beauty routine che quotidianamente va fatta.

Anche acceleratore dei processi di invecchiamento, tra cui proprio la comparsa di rughe?

Si certo! Con l’avanzare dell’età la capacità da parte dell’organismo di trattenere acqua si riduce e si ha anche una contemporanea riduzione nella produzione degli grassi cutanei predisponendo la pelle ad essere più sottile, fragile, e alla comparsa dei primi segni dell’invecchiamento, fra cui le rughe perché la cellula si troverà più o meno svuotata della sua linfa vitale: l’acqua!

C’è un rapporto tra questa e le infezioni batteriche o virali e le micosi?

Le infezioni della pelle possono svilupparsi anche da una malattia cutanea preesistente il cui substrato presenta una pelle secca o molto secca. Come avviene ad esempio nella dermatite atopica, dove la pelle nelle forme più avanzate, o nelle fase acuta, può presentare delle lesioni, queste possono essere veicolo per microbi di qualsiasi tipo a seconda della stagionalità e degli ambienti che si frequentano come docce delle palestre, piscine o sabbia. Comunque la disidratazione, in generale, causa tensione della pelle ed essendo anche poco elastica tende ad esfoliarsi, fessurarsi e tutto questo espone la cute al rischio di infezioni virali, batteriche o micotiche.

La disidratazione cutanea rappresenta un campanello d’allarme o un fattore predominante per l’insorgenza di altre patologie?

Ci sono diverse forme attraverso cui si manifesta, a seconda della severità e della zona colpita. La secchezza cutanea che dal greco prende il nome come Xerosi, può essere collegata ad alcune malattie come l’ittiosi, un processo di desquamazione e di sfaldamento profondo della pelle che va da una forma lieve fino ad arrivare ad una grave sindrome deturpante. Può essere il segno di una malattia sistemica, si differenzia da una semplice secchezza cutanea proprio perché diventa invalidante a seguito di diagnosi clinica. Ma ancora la dermatite atopica, la psoriasi e la cheratosi piliare, appartengono a malattie caratterizzate un unico comun denominatore, ovvero da pelle secca. Alla base di una secchezza cutanea anche malattie metaboliche come ipotiroidismo, insufficienza renale e diabete.

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Per approfondimenti:

La Repubblica "Idratare: primo passo per una pelle sana"

Corriere Nazionale "Idratazione della pelle: perché è importante"

MSN "Disidratazione della pelle del viso: come rimediare"

Il Giornale "Pelle mista, secca, grassa o sensibile: ecco come riconoscerla"

Wikipedia "Idratazione cutanea"

Ansa "Rughe, è tutta una questione d'acqua"

JAAC "Trehalose-Induced Activation of Autophagy Improves Cardiac Remodeling After Myocardial Infarction"

Alimentazione Gazzetta "Dieta e beauty routine per una pelle luminosa e sana: alimenti, creme e trattamenti"

Alimentazione Gazzetta "Vitamine per la pelle, nella dieta e nelle creme: quali sono le più utili?"

Wikipedia "Pelle"

Starbene "Salute della pelle e alimentazione"

LEGGI ANCHE: Radicali liberi e pelle: come difendersi dagli artefici dell’invecchiamento

Tra allergie e rash cutaneo, le tante manifestazioni della pelle

Il collagene: un booster di salute e bellezza per pelle e organismo

Un’impalcatura tra bellezza e salute: il sostegno fondamentale del collagene

La pelle: estesa, complessa ed esposta. Un organo di cui prendersi cura quotidianamente

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Un nutriente raccomandato soprattutto alle donne in gravidanza, ma di notevole importanza in ogni fase della vita, soprattutto per gli sportivi, per i muscoli e la salute cardiovascolare. Una vitamina essenziale che interviene nella sintesi del DNA, delle proteine e nella formazione dell’emoglobina. I cosiddetti “folati”, rappresentano la forma in cui la vitamina B9 si trova naturalmente negli alimenti, mentre l’acido folico è la sua forma ossidata, presente negli integratori e negli alimenti fortificati. Un nutriente che svolge diverse funzioni importanti: insieme alla vitamina B12 lavora per creare nuove cellule, interviene nella formazione dell’emoglobina ed è essenziale per la fabbricazione del materiale genetico e delle proteine. «La vitamina B9 è fondamentale per la circolazione del sangue, per la formazione dei globuli rossi, e quindi per il trasporto di nutrimento e ossigeno ai muscoli», spiega in un’intervista a Gazzetta Active la dottoressa Alice Cancellato, biologa nutrizionista del Centro scienze della natalità e ginecologia oncologica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano. Insomma, protegge il cuore e per questo è importante sono sottovalutare una sua carenza. Ecco come riconoscerne i sintomi: «Si ha un innalzamento dei livelli di omocisteina e dei problemi nella coagulazione del sangue. Ma è necessario fare un esame ad hoc per vederlo» prosegue la biologa. Deficit di questa vitamina derivano da condizioni di malnutrizione, malassorbimento, gravidanza, aumento della escrezione renale (come la dialisi), assunzione di farmaci che possono interferire con l’assorbimento di vitamina B9 (tra cui proprio la metformina).

Affaticamento eccessivo, irritabilità, confusione… e ancora, una sua carenza prolungata nel tempo può determinare una particolare forma di anemia, detta megaloblastica. Infatti, una dieta troppo povera di acido folico può provocare diversi disturbi. Essenziale quindi, come già detto, nei primi mesi di gravidanza dove svolge un ruolo fondamentale per prevenire le malformazioni nelle prime fasi di sviluppo dell’embrione. In particolare, aiuta ad evitare i difetti del tubo neurale, diminuendo il rischio che non si chiuda correttamente e che il piccolo sviluppi malformazioni anche gravi come la spina bifida. Inoltre, l’acido folico contrasta la menorrea come conseguenza delle prestazioni sportive. Un’attività fisica intensa può portare a un’alterazioni del ciclo mestruale, fino a sfociare anche in uno stato di amenorrea (assenza totale del mestruo), aumentando di conseguenza il rischio di malattie cardiovascolari. Inoltre, è stato scientificamente dimostrato che una supplementazione di acido folico può evitare questa complicazione. L’acido folico, come dimostra uno studio pubblicato sul Clinical Journal of Sport Medicine e condotto dai ricercatori del Medical College of Wisconsin a Milwaukee, sembrerebbe in grado di normalizzare la funzione vascolare nelle atlete affette da amenorrea, migliorando la dilatazione dei vasi e favorendo il flusso sanguigno. Va inoltre sottolineato che una ridotta dilatazione vascolare, come quella che può indurre l’amenorrea, può influire negativamente anche sulle prestazioni sportive perché tende a ostacolare l’assorbimento dell’ossigeno.

Tanti benefici senza rischi

Senza dimenticare poi che tutte le vitamine del gruppo B partecipano al metabolismo energetico, aiutando la trasformazione di carboidrati, grassi e proteine in energia. La carenza di questa vitamina può portare inoltre a vari gradi di danno al tessuto nervoso, poiché i folati intervengono anche nella sintesi di alcuni neurotrasmettitori, il che può causare intorpidimento e formicolio nei casi lievi, mentre nei casi più gravi, possono presentarsi disturbi mentali che possono arrivare fino alla demenza grave. La vitamina B9 poi, assume un rilievo notevole in particolare per gli sportivi. «La vitamina B9 è fondamentale per la circolazione del sangue, per la formazione dei globuli rossi, e quindi per il trasporto di ferro, nutrimento e ossigeno ai muscoli» aggiunge l’esperta.

Partiamo intanto da un distinguo: l’acido folico è la vitamina B9 in sintesi, che troviamo negli integratori o negli alimenti fortificati [...]. I folati sono la vitamina B9 che si trova negli alimenti: nelle verdure a foglia larga, nella frutta (in particolare fragole, avocado, mele e kiwi), [...] nell’uovo, nei broccoli. Il limite dell’acido folico è che è una vitamina termolabile, quindi con la cottura si può disperdere. Per questo è meglio assumerla attraverso frutta e verdura cruda come l’insalata, oppure con verdura non troppo cotta. La vitamina B9 è molto importante per il metabolismo dei globuli rossi, per la coagulazione del sangue, perché partecipa insieme alla vitamina B6 e B12 a mantenere bassi i livelli di omocisteina. E livelli troppo alti di omocisteina sono pericolosi a livello cardiovascolare, quindi per il rischio di infarti e ictus, perché portano alla formazione di coaguli a livello cardiocircolatorio. In caso di anemia questa può essere dovuta proprio a carenza di folati. In questo caso si chiama anemia megaloblastica, e non è dovuta ad una carenza di ferro. No, perché l’eccesso viene eliminato con le urine. Proprio per questo motivo soprattutto se si è in gravidanza è fondamentale assumere integrazioni di acido folico, in particolare nei primi tre mesi appena prima del concepimento e nei primi tre mesi della gravidanza, ed è consigliato proseguire fino al parto. Anche perché l’acido folico partecipa alla sintesi del Dna e alla replicazione cellulare. Per questo i difetti congeniti nei bambini come la spina bifida sono dovuti alla carenza di acido folico.

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Per approfondimenti:

Gazzetta Active "Acido folico, la nutrizionista: “Fondamentale per la salute del cuore e dei muscoli”

Gazzetta Active "Acido folico: perché è così importante"

Nurse 24 "Acido folico"

Gazzetta Active "Vitamine del gruppo B: sono fondamentali per avere energia, ma non solo…"

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Una proteina “impalcatura” che dona sostegno al nostro corpo. Effetto confermato anche da diversi studi scientifici, i quali dimostrano con risultati alla mano che l’assunzione di peptidi di collagene migliora l’idratazione della pelle, l’elasticità e aiuta a ridurre le rughe del viso. Secondo uno studio, l’assunzione del collagene mostra effetti positivi sulla profondità delle rughe degli occhi, le cosiddette zampe di gallina. Dopo aver assunto 2,5 grammi di peptidi di collagene bioattivo ogni giorno per un periodo di otto settimane, la profondità delle rughe dei soggetti in questione si è ridotta in media di circa il 18 percento e la carnagione si è raffinata (Proksch, E. et al. 2014). Tra gli altri effetti positivi sulla pelle: l’assunzione di collagene aumenta l’idratazione della pelle (Asserin, J. et al. 2015 e Kim, D. U. et al. 2018). Un’altra indagine dimostra che l’assunzione giornaliera di un preparato di collagene porta a un miglioramento dell’elasticità della pelle. I partecipanti allo studio hanno consumato una fiala di un prodotto di collagene contenente 5 grammi di peptidi di collagene bioattivo ogni giorno per 90 giorni (Genovese, L. et al. 2017). Efficace anche contro gli inestetismi della cellulite, nota anche come pelle a “buccia d’arancia”, si verifica quando un tessuto connettivo si indebolisce e non è più in grado di trattenere la cellule adipose nel tessuto sottocutaneo. Il tessuto adiposo sottocutaneo in questione può quindi penetrare più facilmente negli strati superiori della pelle e gonfiare visibilmente la pelle all'esterno. E ancora, secondo uno studio, il collagene può aiutare a combattere la cellulite e a ridurre le ondulazioni della pelle sulle cosce. Una dose giornaliera di 2,5 grammi di peptidi di collagene ha portato dopo 6 mesi a una riduzione del livello di cellulite nelle donne con un peso regolare o in sovrappeso. (Schunck, M. et al. 2015).

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Quale tipo di collagene agisce nel nostro corpo? (figura sopra)

 

Stabili e flessibili. E quando i legamenti si strappano e le ossa si rompono, il collagene diventa anche un prezioso aiuto per le articolazioni. Fondamentale soprattutto per gli sportivi, in caso di sforzo eccessivo, ma anche per chi soffre di artrosi (usura articolare) o artrite reumatoide (malattia infiammatoria delle articolazioni). Effetto benefico dimostrato da altre due ricerche: nel primo studio si è visto che l’assunzione giornaliera di capsule di collagene hanno migliorato il funzionamento dell’articolazione del ginocchio e ridotto la rapida insorgenza di disagio e di dolore articolare durante l’esercizio fisico (Lugo, J. P. et al. 2013) e nel secondo, è stato esaminato l’effetto del collagene in caso di artrosi. Il risultato: l’assunzione di 40 milligrammi di collagene di tipo II ha migliorato nei pazienti con artrosi al ginocchio i sintomi dell'articolazione del ginocchio e i sintomi correlati (Lugo, J. P. et al. 2015). Infine, il contributo fornito alla costruzione muscolare: in uno studio, condotto su soggetti anziani con perdita muscolare, è stato riscontrato che l'assunzione di collagene idrolizzato in combinazione con l'allenamento di forza aiuta la costruzione muscolare (Zdzieblik, D. et al. 2015).


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La riduzione di collagene, in età avanzata, è associata alla comparsa delle rughe (figura sopra)

L'attacco dello zucchero


Contorni meno definiti e tonici. Una rigenerazione che decresce inesorabilmente per poi crollare dopo i 40. La produzione di collagene rallenta dell’1,5% ogni anni a cominciare dal ventesimo/venticinquesimo anno di vita e di conseguenza diminuisce anche il livello di collagene nel corpo. Oltre a un fattore strettamente genetico, questa produzione si riduce anche in conseguenza con il calo dei livelli di estrogeno, alla diminuzione del numero di fibroblasti nella pelle diminuisce, alla carenza di vitamina C (che inibisce la degradazione del collagene e grazie alla sua azione altamente ossidante evita il deterioramento delle fibre di collagene) oltre a influssi esterni come le radiazioni UV, il fumo, lo stress o un’alimentazione scorretta. SOS glicazione. Colpevole lo zucchero in eccesso può raggiungere la pelle attraverso il sangue sotto forma di glucosio e fruttosio. Si origina così una reazione (glicazione appunto), in cui le molecole di zucchero si attaccano alle fibre di collagene e le induriscono. Troppo zucchero, carboidrati o cibi ricchi di zuccheri, oltre a rallentare e inibire la sintesi del collagene, accelerano quindi l’invecchiamento e la comparsa di rughe sulla pelle. Obiettivo: mantenere compattezza e tonicità, prevenendo le rughe. A questa proteina, infatti, è affidato l’arduo compito di sostenere il viso, conferendo alla pelle resistenza ed elasticità. E allora stop all’invecchiamento cutaneo! Per una pelle soda, liscia e giovane? Stimolare la produzione di collagene con una dieta sana e migliorare quest'apporto con prodotti di bellezza adeguati. Diverse funzioni complesse e fondamentali. Gloria Mosconi, biologa mette in luce le peculiarità di questa notevole proteina in un'intervista esclusiva a Life 120:

Come avviene la biosintesi del collagene?

La biosintesi del collagene avviene sia all’interno che all’esterno della cellula ed è enzimaticamente coadiuvata. Nella fase iniziale l’m-RNA di circa 34 geni viene trascritto e successivamente tradotto a livello dei ribosomi a ridosso della parete del RER; nella catena nascente di procollagene alcuni residui di prolina e lisina vengono idrossilati da due specifici enzimi per formare idrossiprolina e idrossilisina con catene alfa di procollagene. Tre di queste catene si avvolgono a formare una tripla elica, stabilizzata dal legame idrogeno. Questa catena passa all’apparato del Golgi, dove i filamenti idrossilati subiscono una glicosazione, ovvero l’aggiunta di zuccheri sulla catena peptidica in corrispondenza dell’idrossilisina. A questo punto la molecola è escreta verso l’esterno dove subisce l’azione del procollagene peptidasi. Questo enzima è necessario per il processamento extracellulare del collagene che sarà in grado di rimuovere i residui Ne C terminali con formazione di tropocollagene tra le cui molecole si instaureranno legami covalenti e che tenderanno a disporsi in file parallele formando le fibrille.

Considerato un potente “anti-età”, secondo la scienza può essere utilizzato nel contrasto a rughe e segni d’espressione?

Purtroppo la sintesi di collagene diminuisce con l’invecchiamento aumentando infatti la sua degradazione e con essa la rugosità della cute, che diviene meno compatta e più sottile. È per questo che il collagene trova largo spazio anche nella cosmetica.

   COLLAGENE TIPO I  COLLAGENE TIPO II  COLLAGENE TIPO III
 Dove si   trova  Pelle, tendini, legamenti, ossa, dentina e   cartilagine   fibrosa  Dischi intervertebrali, tessuto cartilagineo   e   corpo vitreo dell'occhio  Pelle, tendini, ossa, cartilagine, vasi   sanguigni   e   muscoli scheletrici
 Funzioni  Elasticità e compattezza a pelle e legamenti,   stabilità   e flessibilità alle ossa  Garantire stabilità alle articolazioni, alla   cartilagine e al vitreo  Responsabile delle proprietà elastiche dei   tessuti   e degli organi interni
 Cibo  Carne di manzo, maiale e pesce  Carne di pollo  Carne di manzo
 Curiosità  Il tipo di collagene più comune  Costituisce l’80% del tessuto cartilagineo  Coesiste con il collagene tipo I

Oltre all’invecchiamento cutaneo è prezioso anche per l’organismo? In che modo esercita la sua azione benefica?

L’importanza di questa proteina svolge il suo ruolo non solo dal punto di vista estetico, come è noto, ma anche dal punto di vista strutturale dando sostegno al corpo. Infatti a lungo andare, man mano che l’età tende ad avanzare , anche la produzione di collagene tende a diminuire contribuendo così ad una perdita di tono muscolare, una lentezza dei movimenti, una fragilità di unghie e capelli, e la pelle si raggrinzisce. Stimolare la sua produzione , contribuisce alla guarigione e la riparazione di danni alle ossa e cartilagini e quindi al mantenimento del sostegno, della forza e dell’elasticità di queste. Migliora l’ampiezza di movimento in caso di osteoartrite , previene il deterioramento delle articolazioni, previene la demineralizzazione ossea, ed accelera anche la cicatrizzazione delle ferite.

Come opera nel processo di costruzione del muscolo?

La quantità delle proteine corporee viene associata alla massa magra o più precisamente massa muscolare scheletrica e ne fanno parte le proteine oltre all’acqua e sali minerali. Ora le proteine sono macromolecole composte da tanti mattoncini detti amminoacidi; nella sintesi proteica intervengono solo 20 amminoacidi diversi fra loro, mentre nell’organismo il numero di proteine è di centinaia di migliaia. Come è noto le funzioni delle proteine sono diversissime. Fra queste emerge la funzione strutturale in cui il tessuto connettivo del corpo (cioè quello che sostiene e fa da ponte tra i diversi organi e strutture corporee) è costituito principalmente dal collagene. Il collagene ha proprio il ruolo di collegare ed “incollare” gli elementi cellulari di organi e tessuti quindi anche del muscolo ed ha la capacità di rinnovarsi sempre.

Ci sono controindicazioni ed effetti collaterali?

È chiaro che la stimolazione fisiologica di produzione del collagene è un evento molto positivo che ci protegge dai fenomeni legati ai processi di invecchiamento. L’intento di tutti dovrebbe essere quello di stimolare il più possibile, attraverso la corretta alimentazione, questo fenomeno naturale. Il contributo di creme ed integratori può essere senza dubbio, un’azione di rinforzo, sinergica allo stile di vita, che deve essere sempre al primo posto. Gli integratori di collagene sono bene tollerati e possono considerarsi prodotti sicuri, purché utilizzati in maniera responsabile. Sono chiaramente controindicati a chi soffre di allergia a qualche componente del prodotto, ai bambini e alle donne in gravidanza. È comunque sempre opportuno consultare il medico. Per minimizzare i rischi è preferibile scegliere integratori di collagene idrolizzato e che provengano da un animale a cui non si è allergici.

È possibile ottimizzare l’approvvigionamento di collagene con l’alimentazione giusta e cosmetici mirati?

L’invecchiamento è la prima causa di diminuzione del collagene. Lo stile di vita, gioca un ruolo fondamentale per la riduzione di questa proteina all’interno del proprio corpo. Prima cosa da focalizzare è che una dieta che presenta una elevata quantità di alimenti zuccherati, porta alla GLICAZIONE, un processo attraverso cui zuccheri sia intra che extracellulare, si legano alle proteine generando la formazione di molecole alterate, chiamate Glicotossine o AGE, che legandosi a specifici recettori, chiamati RAGE, si accumulano in maniera importante, aumentando la produzione e la liberazione all’interno dei tessuti dei Radicali Liberi e di molecole pro-infiammatorie, con conseguente alterazione della funzionalità e distruzione degli stessi. Questo è un processo infatti, non a caso, particolarmente abbondante nei pazienti diabetici di tipo II. Il legame tra zuccheri e proteine è un fattore biologico che condiziona il processo di invecchiamento cellulare, quello dei tessuti ed in generale dell’organismo. Non può esistere longevità quindi, senza una riduzione o quantomeno un controllo di questo processo metabolico. Anche a livello cutaneo assistiamo alla conseguenza di questo accumulo di glicotossine con conseguente accumulo nelle pelle che si manifesta con un aumento dello spessore apparendo dura ed ispessita. Chiaramente questo processo di glicazione proteica crea alterazione, oltre che sulla pelle, anche in altri organi del nostro organismo. Alla luce di ciò l’orientamento è verso il consumo di particolari zone di alimenti proteici, come ad esempio nelle lische, nelle pinne, nelle squame presenti nelle sardine, acciughe e sgombri , nella pelle, nelle zampe e cotenna del maiale, nelle ossa sottoforma di brodo, , e nelle cartilagini degli animali (pesce, pollame, maiale, bovini), nella gelatina che si ottiene da ossa, tendini, cartilagini e pelle di diversi animali. A livello cosmetico, l’applicazione di collagene così come tale, non può considerarsi la scelta ottimale in quanto questa proteine presenta una struttura chimica troppo grande per essere assorbita. E’ proprio per questo motivo che nei cosmetici di alta qualità si preferisce utilizzare collagene in forma idrolizzata o piccoli peptidi per favorirne l’assorbimento e quindi la loro funzione. In conclusione la riduzione della produzione di collagene inizia già a partire dai 25 anni e può essere accelerata da fattori genetici, alimentazione non sana, soprattutto ricca di zuccheri, fumo, esposizione ai raggi solai, smog e condizioni ambientali e stress. Siamo noi i primi a poter fare qualcosa per la salvaguardia della nostra salute.

Qual è la correlazione tra collagene e vitamina C?

A dare un contributo alla sintesi del collagene, gioca un ruolo importante la Vitamina C. Infatti quest’ultima interviene nella conversione della Prolina in Idrossiprolina e della Lisina in Idrossilisina ad opera dei rispettivi enzimi che richiedono Ferro 2+. Ed è proprio la Vitamina C che permette di mantenere il ferro in questa forma ridotta e consentire quindi la sintesi di collagene.

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Per approfondimenti:

Il Corriere della Sera  "Dai peperoni rossi alle uova, ecco i cibi che aiutano a fare il pieno di collagene"

AGI "Pelle: contro l'invecchiamento, glicani stimolano collagene"

Ansa "Rughe, è tutta una questione d'acqua"

Io Donna "Il collagene è il trend beauty del momento. Come funziona e cosa bisogna sapere?"

Wikipedia "Collagene"

DiLei "Collagene: cos’è, a cosa serve, cosa mangiare e integratori"

JAAC "Trehalose-Induced Activation of Autophagy Improves Cardiac Remodeling After Myocardial Infarction"

Alimentazione Gazzetta "Dieta e beauty routine per una pelle luminosa e sana: alimenti, creme e trattamenti"

Il Secolo XIX "C’è uno zucchero che piace anche al cervello"

Alimentazione Gazzetta "Vitamine per la pelle, nella dieta e nelle creme: quali sono le più utili?"

Wikipedia "Pelle"

Starbene "Salute della pelle e alimentazione"

Gazzetta Act!ve "Zuccheri, ecco perché troppi fanno male. Quali sono i benefici di una dieta che ne è priva?"

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Dal risveglio energetico a quello muscolare. Al via con le giuste vitamine per restare in forma anche dopo l’inverno. La scorta di tanti preziosi nutrienti per affrontare al meglio la primavera e gli sbalzi di temperatura. La ricarica di energia per un risveglio in salute. Con la stagione fredda quasi al capolinea è arrivato il momento di preparare anche il nostro organismo. Ma di cosa ha bisogno il nostro corpo? Quali sono le vitamine più indicate in questo periodo dell’anno? Consideri i principali alleati di adulti e bambini, importanti per il benessere psicofisico e fondamentali nei periodi di convalescenza. Questi micronutrienti, svolgono un ruolo chiave, in primis, come apporto nutrizionale e, in secundis, quale supporto al regolare svolgimento delle sue funzioni nei processi metabolici. L’apporto calorico ottimale, come suggerito nella piramide alimentare ancestrale, è fornito dal giusto apporto di proteine, grassi, vitamine e sali minerali, per gli adulti, così come anche per i bambini, è fondamentale e, laddove l’alimentazione non riesce a reperire l’energia necessaria per affrontare la giornata è importante colmare il vuoto, tra quest’ultima e l’energia consumata, con la supplementazione nutrizionale. Difatti, una dieta equilibrata e una corretta integrazione permettono ai bambini una crescita sana e offrono un’importante supporto nello sviluppo delle funzioni cognitive.

Tra le vitamine maggiormente coinvolte nel metabolismo energetico sicuramente la vitamina B6. Influenza l’assorbimento di proteine, acidi grassi e zuccheri regolandone le riserve nell’organismo. Contribuisce, inoltre, alla formazione di ormoni e di globuli rossi e bianchi e proprio per questo è fondamentale nel rafforzare le difese immunitarie contro infezioni virali e batteriche. Soprattutto in questo momento critico ed estremamente delicato, aiuta anche a stimolare le funzioni cerebrali, contribuendo al corretto funzionamento del sistema nervoso centrale. Al via la scorta con carni bianche, pesce e spinaci. Associandola a fonti alimentari ricche di zinco assicura miglioramenti significativi dei livelli di energia. Favorisce la sintesi e il metabolismo della cisteina, il quello energetico e delle proteine, la formazione di globuli rossi, la regolazione dell’attività ormonale, contribuisce al regolare funzionamento del sistema nervoso e alla riduzione di stanchezza e affaticamento. «Tante vitamine – spiega a Gazzetta Active Luca Colucci, biologo nutrizionista -. Sono contenute in molti alimenti. Di solito è sufficiente seguire una dieta equilibrata per non incorrere in avitaminosi, una condizione clinica di carenza. Tuttavia, se ci sono difficoltà a raggiungere i livelli minimi, è possibile ricorre ad integratori specifici. L’eventuale aggiunta è consigliabile al mattino per via dell’effetto tonico ed energizzante: meglio evitare l’assunzione serale per scongiurare insonnia e agitazione».

La giusta carica di energia

Fondamentale per rafforzare il sistema immunitario ed evitare sintomi di stanchezza o debolezza muscolare c’è la vitamina D. Aiuta a mantenere livelli ottimali di calcio nel sangue, fa bene ai reni e al sistema cardiovascolare. Il consiglio, soprattutto in questi ultimi mesi invernali, è quello di aumentare l’assunzione di alimenti che ne contengono grandi quantità come pesci grassi: salmone, acciughe e sgombro, ma anche uova, fegato e funghi.

La vitamina D, che sappiamo essere contenuta in pochi alimenti come latte, formaggi, tuorlo d’uovo, olio di fegato di merluzzo, pesci grassi (come sgombro, sardina, salmone) – spiega la nutrizionista nell’intervista alla Gazzetta Act!ve -, ma la abbiamo soprattutto esponendoci al sole, oppure attraverso integrazioni. Un livello di vitamina D basso porta anche ad una maggiore predisposizione ad alcune patologie come la dermatite atopica o il morbo di Crohn: alti livelli di vitamina D riducono le recidive e tengono sottotono la parte acuta di queste patologie. Questo nutriente è, infatti, indispensabile per rafforzare la risposta immunitaria contro gli attacchi esterni, ma anche per rendere più forti e sani sia i denti che le ossa. Inoltre favorisce la prevenzione di numerose malattie cronico-degenerative oltre al metabolismo del calcio. La vitamina D è quasi sempre insufficiente e spesso va integrata separatamente. Proprio per questo può essere assunta come alimento solo in minima parte, il resto è prodotto grazie all’esposizione alla radiazione solare, in particolare ai raggi UVB. Quindi, non dimentichiamo di stare al sole il più possibile per fare il pieno di questa preziosa vitamina. È poi importante la vitamina E. E ancora: il betacarotene, precursore della vitamina A. É presente nell’olio di fegato di merluzzo, nelle carote, nella zucca, nelle albicocche secche, nel cavolo verde, nel broccolo, nel cavolfiore e nelle verdure a foglia larga.

INTEGRAZIONE ALIMENTARE, preziosa per il benessere psicofisico

Insomma, i benefici di questa vitamina sono tantissimi: supporta il sistema immunitario e contribuisce all'assorbimento e/o all'utilizzo del calcio e del fosforo, al mantenimento di ossa, muscoli e denti. Le più importanti molecole, invece, le troviamo nelle vitamine A, E e C. Dal potere antiossidante, supportano le funzioni metaboliche del fegato e lo aiutano nel suo lavoro di detossificazione. Questo organo è la centrale energetica dell’organismo: se mantenuto sano ed efficiente conferisce vitalità e benessere generale a tutto il corpo. L’assunzione quotidiana di frutta fresca, verdura scelta e pesce pescato permette di ricaricarlo di queste preziose sostanze. La vitamina A è preziosa per lo sviluppo e il mantenimento in salute di ossa e denti e concorre anch’essa a rinforzare la risposta immunitaria alle infezioni. Frutta fresca e verdure di colore rosso, giallo e arancione, carote, frutti di bosco, pomodori, ne sono ricchi. Contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo. La vitamina E, dalle notevoli proprietà antiossidanti, favorisce il rinnovamento cellulare. Conosciute anche le sue proprietà antitumorali e protettive nei confronti dei danni da inquinamento esterno. Presente nelle olive, noci e verdure a foglia verde.

Il contrasto ai “prodotti di scarto”

Con la primavera quasi alle porte l’organismo si deve ricaricare dopo aver sopportato i problemi dell’inverno quindi è molto importante assumere vitamine, minerali ed antiossidanti che ci aiutano a contrastare l’azione dannosa dei radicali liberi dell’ossigeno, i prodotti “di scarto” che si formano all’interno delle cellule ogni volta che l’ossigeno è utilizzato per produrre energia (ossidazione) - spiega Christian Orlando, biologo -. Importante l’assunzione del beta carotene che a seconda della necessita l’organismo trasforma in Vitamina A per aiutare la pelle durante l’abbronzatura. Le vitamine del gruppo B sono essenziali per l’organismo perché trasformano il cibo in energia. Collaborano al buon funzionamento dei sistemi nervoso e muscolare. E quando facciamo sport e ci muoviamo più del solito le vitamine del gruppo B diventano essenziali ed inoltre ci danno una mano a uscire dal letargo invernale, quando con la bella stagione ci sentiamo spossati e stanchi. La vitamina C, oltre a essere uno degli antiossidanti più potenti, è anche essenziale per il corretto funzionamento del sistema immunitario e per la sintesi di collagene, il costituente principale dei tessuti vascolari, della pelle, dei muscoli e delle ossa. Vitamina D per mantenere ossa e muscoli robusti. La vitamina E importante antiossidante previene l’invecchiamento della pelle mantenendola idratata ed elastica. La vitamina H importante in molti processi metabolici. In seguito all’elevata sudorazione fondamentali i sali minerali come Calcio, Magnesio, Selenio e Zinco.

Dulcis in fundo, la vitamina C, cruciale per molte reazioni metaboliche da cui si ottengono aminoacidi, ormoni e soprattutto collagene. Assumere ogni giorno alimenti come arance, fragole, kiwi, spinaci, broccoli e peperoni permette di mantenere in ottimo stato i tessuti cutanei prevenendo rughe e malattie della pelle. Con il cambio di stagione alle porte è importante riattivare e rigenerare l’organismo per affrontare al meglio stress e danni cellulari provenienti dall’ambiente circostante. Aumentare l’assunzione di vitamina C può essere una strategia vincente per contrastare malanni e piccoli disturbi causati dagli sbalzi di temperatura. Non dimentichiamo ancora la sua spiccata capacità battericida, migliora la risposta del nostro organismo alle infezioni dei patogeni esterni. Questo prezioso nutriente contribuisce al mantenimento della normale funzione del sistema immunitario e al metabolismo energetico, favorisce la formazione del collagene per la normale funzione dei vasi sanguigni, delle ossa, delle cartilagini, delle gengive, della pelle e dei denti, riduce stanchezza e affaticamento, facilita il funzionamento del sistema nervoso e della funzione psicologica e protegge le cellule dallo stress ossidativo.

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Per approfondimenti:

Gazzetta Active "Dalla B6 alla D: le vitamine da prendere adesso per essere in forma a primavera"

Vanity Fair "Gli integratori per rinforzare il sistema immunitario"

Vanity Fair "I migliori integratori per le difese immunitarie"

Gazzetta Active "Dieta anti stress: vitamine e minerali che aiutano a combatterlo"

PubMed "Effects of Oral Vitamin C Supplementation on Anxiety in Students: A Double-Blind, Randomized, Placebo-Controlled Trial"

Alimentazione sportiva "Vitamine contro lo stress e l’ansia"

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Grande amico della buona cucina e della nostra salute, l’olio extravergine di oliva sta conquistando sempre più consumatori. Colonna portante della nostra alimentazione e pilastro fondamentale della tradizione italiana. Non solo condimento. Difatti, l’olio EVO è molto di più. Un concentrato di proprietà benefiche per il nostro organismo. Protegge il cuore e ringiovanisce il cervello. Le sue notevoli doti, conosciute sin dall’antichità, sono state confermate nel corso degli anni da una serie di evidenze scientifiche che ne mostrano tutte le peculiarità. Sposa perfettamente la filosofia di un’alimentazione ricca ed equilibrata è considerato anche tra i migliori ingredienti “anticancro”. Un potente alleato nella lotta ai tumori intestinali. È quanto mostrato da uno studio pubblicato dalla rivista Gastroenterology e ripreso in Italia in un dossier pubblicato dall’Associazione Italiana di Ricerca contro il Cancro (Airc). I ricercatori hanno riscontrato nell’olio la presenza di una sostanza utile nel contrasto ai tumori intestinali. Questo è dovuto all’acido oleico, spiegano gli scienziati, una sostanza in grado di regolare la proliferazione cellulare. Nelle cellule dei topi di laboratorio, i ricercatori hanno potuto simulare l’azione di alcuni geni alterati e di stati di infiammazione intestinale, dimostrando che la somministrazione di una dieta arricchita di acido oleico è in grado di garantire notevoli benefici per la salute. Il team di esperti ha dimostrato poi in laboratorio che questa sostanza riduce le infiammazioni intestinali e lo sviluppo dei tumori. Infatti, secondo l’Airc, il consumo quotidiano dell’olio di oliva extravergine contribuisce a prevenire e combattere le neoplasie tumorali. Ricco di acidi grassi essenziali, se consumato abitualmente, si trasforma in un elisir di lunga vita.

Toccasana per mente, cuore e intestino. Dalla raccolta delle olive alla conservazione, dall'estrazione alle tempistiche di lavorazione. Il comun denominatore è il parametro di acidità che dev'essere inferiore o uguale allo 0,8%. A lavorazione ultimata, il pH dell'olio extravergine di oliva rappresenta, assieme ad alcune proprietà organolettiche e gustative, il parametro fondamentale nella valutazione qualitativa del prodotto. Il made in Italy alla conquista del mondo. Come testimonia un recente report della Commissione Europea, in Europa ha registrato un incremento del 15,6% nelle esportazioni verso i paesi extraeuropei fra ottobre 2019 e settembre 2020. Relativamente all’Italia, fra ottobre 2019 e agosto 2020 le esportazioni intraeuropee sono aumentate del 24,7 %. E in Italia, considerato anche il lockdown dovuto al Covid-19 di bar e ristoranti, secondo Coldiretti, 9 famiglie su 10 consumano quotidianamente olio extravergine d’oliva. «Durante il lockdown le persone hanno avuto modo di fermarsi e riflettere sulla propria alimentazione e questo ha influito su ciò che cercano sugli scaffali dei supermercati: prediligono ingredienti di qualità, sani e preferibilmente nostrani», spiega Federica Bigiogera, marketing manager di Vitavigor. Ecco come l’olio extravergine contribuisce al nostro benessere. Un recente studio pubblicato da ABC News precisa che l’olio Evo, ricco di fenoli e grassi monoinsaturi, può diminuire il grado d’infiammazione e il livello di grassi nel sangue, e aumentando la quantità di HDL, il colesterolo "buono" che aiuta a ridurre il rischio di malattie cardiache. «Le proprietà benefiche dell’olio Evo sono legate principalmente alla sua composizione – evidenzia la biologa nutrizionista Alice Parisi –. L’alta concentrazione di polifenoli e tocoferoli, infatti, contrasta l’ossidazione delle macromolecole biologiche, ovvero Dna, proteine e lipidi, e aiuta a prevenire cancro, diabete e numerose malattie cronico-degenerative. Io ne raccomando il consumo a crudo, in quanto le alte temperature degradano i composti dell’olio». Consumare olio extravergine d’oliva è «la prima profilassi anti-cancro che possiamo fare», ha spiegato a Affari Italiani, la dottoressa Farnetti. Esso è infatti ricco di idrossitirosolo e tirosolo, sostanza dalle proprietà antitumorali. L’olio Evo rinforza anche il sistema immunitario e regola il microbiota intestinale, ossia l’insieme dei microrganismi che si formano nell’intestino.


Tutti pazzi per l’EVO


Fondamentale, non solo a tavola, ma anche nella prevenzione di malattie cronico degenerative. La sua utilità nel combattere lo stress ossidativo e la formazione di radicali liberi è ormai nota e consolidata. Da una recente ricerca condotta presso l'Università degli studi di Bari con la collaborazione dell'Airc (l'Associazione italiana per la ricerca sul cancro) è emerso che l'olio d'oliva possiede la capacità di proteggere il nostro organismo dall'insorgenza del tumore all'intestino. Nel corso dell’indagine, i ricercatori, inattivando il gene che codifica per SCD1, hanno dimostrato che l'assenza dalla dieta di acido oleico (di cui è l'olio EVO è particolarmente ricco) e la ridotta produzione endogena ad opera di questo enzima, comporta in un primo momento uno stato di infiammazione. Lo stesso potrebbe poi evolvere in un cancro dell'intestino. Antonio Moschetta, coordinatore della ricerca e autore del libro "Il tuo metabolismo", spiega perché l’olio extravergine di oliva è così prezioso per la nostra salute:

L'olio extravergine di oliva è ricco di acido oleico, una sostanza in grado di regolare la proliferazione cellulare. In studi preclinici abbiamo potuto simulare geni alterati e stati di infiammazione intestinale, dimostrando che la somministrazione di una dieta arricchita di acido oleico è in grado di garantire notevoli benefici per la salute. Tali effetti positivi sembrano essere dovuti anche alla presenza dell'enzima SCD1 nell'epitelio intestinale che funziona quale principale regolatore della produzione di acido oleico nel nostro corpo.

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Insomma, un alimento che non dovrebbe mai mancare nelle nostre case. Consigliato nelle diete anche dai nutrizionisti per i benefici notevoli che fornisce. È un amico del benessere e fa bene all’apparato digerente, al cuore, al fegato e alle ossa. Dal valore nutrizionale eccellente al concentrato di vitamine, antiossidanti, fitosteroli e acidi grassi monoinsaturi. Insomma, l’olio d’oliva si presenta come una composizione nutrizionale che lo rende un alimento di grande importanza per il nostro organismo. Migliora la funzionalità del sistema cardiocircolatorio. L'olio d'oliva è stato anche correlato con una riduzione dei composti infiammatori che possono contribuire alla progressione della malattia cardiovascolare. Le olive contengono sostanze chimiche vegetali chiamate polifenoli che possono aiutare a ridurre l'infiammazione. Concentrato di proprietà importanti contiene antiossidanti, acidi grassi essenziali, polifenoli in grado di mantenere sotto controllo i livelli di colesterolo nel sangue. In particolare, favorisce l’aumento del colesterolo buono (HDL) e diminuisce, per contro, quello cattivo (LDL). Favorisce poi la corretta funzionalità dell’apparato digerente facilitando il transito degli alimenti e aiutando l’intestino grazie al suo leggero effetto lassativo. Migliora, inoltre, l’assorbimento delle vitamine, in particolare A, E, D e K2. Contribuisce, dunque, alla salute della pelle, aiuta la memoria e rinforza le ossa. Consente infatti di assorbire più calcio e magnesio. In ultimo, ma non per importanza, il suo effetto anti-age. L’olio EVO favorisce anche la longevità con il suo potente effetto anti-invecchiamento.

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Per approfondimenti:

Il Giorno "L’olio extravergine è un concentrato di grassi anti-cancro"

Il Giornale "Cancro all'intestino: l'olio extravergine d'oliva lo previene"

Donna Moderna "Con l’olio extravergine d’oliva il cervello ringiovanisce"

La Repubblica "L'olio extravergine d'oliva conquista il mondo: nel 2026 mercato da 1,8 mld di dollari"

Harvard Medical School "Olive oil or coconut oil: Which is worthy of kitchen-staple status?"

Journal of the American College of Cardiology "Olive Oil Consumption and Cardiovascular Risk in U.S. Adults"

La Stampa "L’olio d’oliva vince su tutti gli altri: lo conferma ricerca di Harvard Medical School"

Il Secolo XIX "L’olio d’oliva vince su tutti gli altri: lo conferma ricerca di Harvard Medical School"

Consiglio Nazionale delle Ricerche "L'olio fa bene al cervello, soprattutto negli anziani"

LEGGI ANCHE: Al via con la sfida del più sano: conquista il podio l’olio d’oliva

SOS invecchiamento? Arriva l'olio EVO, potente alleato del cervello

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In cucina come in un quadro di Van Gogh. Punto di fumo, temperatura e acidi grassi sono i tre pilastri fondamentali dell’olio di girasole alto oleico per il rispetto della salute. Sicuramente meno noto dell’EVO, ma altrettanto ricco di nutrienti. Tre concetti imprescindibili per una frittura sana. Dall’acido grasso monoinsaturo alla concentrazione di benefici e antiossidanti. La sua stabilità sino ai 230 gradi lo rendono ottimo per friggere. E questo non è un dettaglio trascurabile perché, quando l’olio comincia a fumare si forma una sostanza tossica, l’acroleina. Tutti ne parlano, ma pochi lo conoscono realmente. Insomma, un simil olio extravergine non solo con le medesime proprietà nutrizionali e salutistiche, ma persino con una marcia in più. Difatti, il suo valore aggiunto è proprio l’elevato punto di fumo che garantisce fritture leggere e gustose. E poi, proprio come l’olio extravergine di oliva, riduce i livelli di colesterolo nel sangue. Un prodotto sano che compare la prima volta in Russia nel 1976 con la sua prima variante: il Pervenets. Paese che ancora oggi, insieme all’Ucraina, detiene il primato della produzione mondiale di semi di girasole (circa l’80%). L’alta percentuale di acido oleico (letteralmente “di acido grasso insaturo, diffuso in natura come componente della maggior parte dei grassi animali e vegetali, dai quali viene estratto per la fabbricazione di sapone, lubrificanti e resine”) rende quest’olio di girasole maggiormente stabile alle alte temperature oltre che all’ossidazione e alla degradazione a cui gli acidi grassi vanno incontro non solo durante la cottura, ma anche durante la conservazione. Estratto naturalmente dai semi di girasole si presenta con un colore dorato e un gusto sottile, privo di grassi saturi e colesterolo (poiché i grassi insaturi che contiene sono ben metabolizzati nel fegato). Al contrario, aumenta anche i livelli di HDL (colesterolo buono), riducendo così il rischio di malattie cardiovascolari. Inoltre, l'American Heart Association, l'associazione dei cardiologi americani, lo indica tra gli oli più efficaci per la prevenzione del colesterolo.


Tra cucina e cosmetica, utilizzato per le molteplici proprietà, quest’olio vanta numerose applicazioni. Grazie alla sua consistenza leggera e non grassa, agisce come ottimo idratante naturale, viene usato anche per rigenerare le cellule della pelle danneggiate e tenere alla larga i batteri che causano l’acne. Inoltre, si rivela come un rimedio efficace per ammorbidire capelli secchi o crespi. Ricco di vitamina E, preziosa per il corretto funzionamento di muscoli e per il supporto fornito al sistema immunitario. Una buona dose di acido ascorbico, contenuta in esso, ne aumenta il potere antiossidante. Fonte anche di vitamina B3 (niancina o PP), B5 (acido pantotenico), B6 e di folati, indispensabili per la corretta attività del sistema nervoso e per la creazione dei tessuti del sistema digestivo. Inoltre, è un concentrato di minerali (tra cui ferro, rame, zinco, fosforo, magnesio e manganese). Queste sostanze lo rendono un alleato fondamentale per rinforzare tessuti, ossa, oltre al circolo sanguigno e alla produzione di ormoni. Secondo quanto spiega su Alimenti e Sicurezza Sabina Rubini, biologa ed esperta in sicurezza degli alimenti, la progressiva alterazione dell'olio e dei grassi, durante il processo di frittura, si evidenzia attraverso una serie di cambiamenti fisico-chimici: Intensificazione del colore o imbrunimento, aumento della viscosità, maggiore schiumosità, riduzione del punto di fumo. Quest’ultimo di caratterizza nella fase di ossidazione dell’olio, per contatto con l’aria, dovuto all’alta temperatura sfociando, infine, in una colonna di fumo. Il suggerimento, in generale, è quello di non friggere a una temperatura inferiore a 160 e superiore a 180 gradi. Difatti, è proprio in questo intervallo che, con un tempo adeguato, si ottiene la migliore cottura senza la liberazione di sostanze tossiche. 100% italiano e con oltre l’80% di acido oleico. Al via con il meglio del girasole!

Le virtù dell'acido grasso monoinsaturo


Straordinario non solo per le caratteristiche chimiche, ma anche organolettiche. Con alcuni grassi si arriva a tavola a cuor leggero e sono fortemente consigliati nella dieta di chi soffre di diabete. In primis, gli acidi grassi monoinsaturi, soprattutto l’acido oleico, si associano a una riduzione del rischio di diabete, migliorano il profilo lipidico, la pressione arteriosa e il controllo glicemico. Inoltre, le basse concentrazioni di acido linoleico (rispetto all’olio di girasole classico) conferiscono un’altra caratteristica positiva: un minore potere infiammatorio. La presenza di acido oleico rispetto a quello linoleico riduce la produzione di prostaglandine. Contribuisce quindi a limitare l’ondata infiammatoria e favorisce la prevenzione e il trattamento di alcune patologie. Un altro vantaggio è quello di regolare le lipoproteine plasmatiche. L’acido oleico, infatti, aumenta la produzione di HDL (il colesterolo buono), migliorando il profilo lipidico del sangue e la protezione cardiovascolare. Dall’extravergine al girasole alto oleico. Via libera quindi all’olio del benessere.


E' una delle grandi novità nel panorama agroalimentare - spiega il presidente del Gruppo oli da semi di Assitol, Carlo Tampieri - il consumatore ne sa ancora poco, ma ci chiede produzioni sostenibili e italiane e l'altoleico va proprio in questa direzione». Si tratta di una varietà con un alto contenuto di acido oleico, grasso monoinsaturo presente anche nell'olio di oliva, ma non nel girasole convenzionale, consigliato per le sue qualità salutistiche e per la resistenza alle alte temperature. Non è un Ogm, spiegano dall'associazione, ma è una diversa varietà dell'originale ottenuta attraverso incroci di diversi ibridi; a vederli sono identici quello che cambia è la loro composizione. Oggi il 90% del girasole coltivato in Italia è di questa varietà per una produzione di semi di 270 mila tonnellate, insufficiente a coprire la domanda interna ed estera.

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Ma cos’è l’acido oleico? Un acido grasso monoinsaturo maggiormente presente nell’olio d’oliva. Tuttavia, a differenza del classico olio di girasole, dove l’acido grasso in maggiore quantità è quello linoleico (polinsaturo) che possiede due doppi legami l’olio alto oleico, si differenzia dalla sua versione classica per la natura dei grassi in esso contenuti o meglio, la prevalenza di grassi insaturi, per la precisione, quelli polinsaturi, a differenza degli altri oli di semi che in genere contengono prevalentemente grassi polinsaturi, ovvero i grassi facilmente deperibili che vanno per lo più in contro a ossidazione e irrancidimento. Insomma, un surrogato con tutte le carte in regola. Dunque, poiché è un acido grasso monoinsaturo, l’olio girasole ad alto oleico assomiglia più all’olio d’oliva per composizione di acidi grassi che non al tradizionale olio di girasole.

La sua qualità più importante è sicuramente l'elevato contenuto di vitamina E - sottolinea Christian Orlando, biologo e nutrizionista -, quantità talmente elevata da superare ampiamente altri oli vegetali come l'olio di mandorle dolci o burri cosmetici come quello di karité. L'olio di girasole è inoltre ricco di vitamine A, C e D, che hanno tutte ottime qualità protettive. La vitamina E in esso contenuta è stata individuata come un elemento in grado di proteggere i polmoni dallo stress ossidativo, e inoltre sembra che contribuisca ad alleviare i dolori causati dall’artrite. L’olio di girasole ad alto oleico deriva da varietà ad elevata concentrazione di acido oleico. La particolare presenza dell’acido oleico rende l’olio di girasole più stabile alle alte temperature rispetto a quello ordinario, più resistente all’ossidazione e alla degradazione a cui gli acidi grassi vanno incontro soprattutto durante la cottura o durante la conservazione. Oltre all’impiego diretto come condimento, il basso valore di acidi grassi insaturi e l’elevato punto di fumo (220-230°C), fanno sì che questo olio sia particolarmente indicato nelle fritture. L'acido oleico rappresenta il più noto ed apprezzato acido grasso della serie omega-nove. L'acido oleico è un omega-9 contenuto soprattutto nell'olio di oliva (60-80%) che però presenta un punto di fumo (210°C) più basso di quello di girasole. Oltre all’impiego diretto come condimento, il basso valore di acidi grassi insaturi e l’elevato punto di fumo (220-230°C), fanno sì che questo olio sia particolarmente indicato nelle fritture. L’olio di girasole ad alto oleico risulta essere povero in acidi grassi essenziali quali l’acido linoleico e l’acido alfa-linolenico. Come tutti gli oli vegetali è ricco in fitosteroli, in particolar modo in beta-sitosterolo che rappresenta il 52% circa.

RIPRODUZIONE RISERVATA LIFE 120 © Copyright A.R.

Per approfondimenti:

Ansa "Girasole, olio semi più amato dagli italiani"

Marie Claire "Cos'è l'olio di girasole alto oleico e perché potrebbe sostituire l'extra vergine di oliva"

Il fatto alimentare "Arriva nei supermercati l’olio di semi di girasole alto oleico..."

Ansa "Girasole 'buono' e green scala il mercato degli oli di semi"

Trieste Prima "Olio di girasole, proprietà e benefici per la pelle"

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Parola d’ordine: benessere! Nessun potere magico, ma solo un valido supporto a un’alimentazione sana e bilanciata. Gli integratori non sono sostitutivi di una dieta varia, non sono scorciatoie a uno stile di vita equilibrato, ma hanno la funzione di “integrare” appunto eventuali carenze permettendo al nostro organismo di essere più forte in grado di difenderci dagli attacchi esterni, tra cui virus e influenze stagionali. Il valore ottimale di alcuni nutrienti poi, è fondamentale per la nostra salute. «Per prevenirne la debolezza dobbiamo sicuramente stare attenti al giusto apporto di vitamine, come la D, famosa soprattutto per la sua capacità di trasferire calcio alle ossa» spiega al Corriere della Sera la professoressa Maria Luisa Brandi, presidente della Fondazione Firmo (Fondazione Italiana Ricerca sulle Malattie dell’Osso). «L’integrazione può essere un valido aiuto per migliorare il nostro sistema immunitario su diversi fronti anche per contrastare le malattie infettive» suggerisce Adriano Panzironi nel libro Vivere 120 anni: le verità che nessuno vuole raccontarti.

INTEGRAZIONE ALIMENTARE, preziosa per il benessere psicofisico

Gli esperti suggeriscono di mangiare bene, fare attività fisica e prendere tanto sole. Per il resto, scegliamo con consapevolezza gli integratori giusti per le nostre necessità. «Gli integratori sono degli alimenti pensati per colmare eventuali carenze nutrizionali», sostiene Alessandra Bordoni in un'intervista a Vanity Fair, docente del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna. «Sono degli alimenti di cui conosciamo bene tutte le caratteristiche, proprio perché sappiamo esattamente quali e quanti micronutrienti contengono apportando benefici all’organismo». Secondo l'esperta seguire un’alimentazione corretta potrebbe non essere sufficiente. Quindi meglio giocare d’anticipo, bilanciando la propria dieta con determinati nutrienti e con i preziosi integratori alimentari al fine di fornire al nostro corpo la "benzina" necessaria. Ecco i principi attivi preziosi per affrontare l’inverno in salute e difendersi al meglio da malanni, virus e batteri.

 

Vitamina D (colecalciferolo)

  • Contribuisce all'assorbimento e/o all' utilizzo del calcio e del fosforo
  • Contribuisce a normali livelli di calcio nel sangue
  • Contribuisce al mantenimento delle ossa 
  • Contribuisce al mantenimento della funzione muscolare
  • Contribuisce al mantenimento dei denti
  • Contribuisce alla funzione del sistema immunitario
  • Interviene nel processo di divisione delle cellule

 

Vitamina C (acido ascorbico) 

  • Contribuisce al mantenimento della normale funzione del sistema immunitario durante e dopo uno sforzo fisico intenso
  • Contribuisce alla formazione del collagene per la normale funzione dei vasi sanguigni
  • Contribuisce alla formazione del collagene per la normale funzione delle ossa
  • Contribuisce alla formazione del collagene per la normale funzione delle cartilagini
  • Contribuisce alla formazione del collagene per la normale funzione delle gengive
  • Contribuisce alla formazione del collagene per la normale funzione della pelle
  • Contribuisce alla formazione del collagene per la normale funzione dei denti
  • Contribuisce al metabolismo energetico
  • Contribuisce al funzionamento del sistema nervoso
  • Contribuisce alla funzione psicologica
  • Contribuisce alla funzione del sistema immunitario
  • Contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo
  • Contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento
  • Contribuisce alla rigenerazione della forma ridotta della vitamina E
  • Accresce l’assorbimento del ferro

 

Magnesio

  • Contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento
  • Contribuisce all’equilibrio elettrolitico
  • Contribuisce al metabolismo energetico
  • Contribuisce al funzionamento del sistema nervoso
  • Contribuisce alla funzione muscolare
  • Contribuisce alla sintesi proteica
  • Contribuisce alla funzione psicologica
  • Contribuisce al mantenimento delle ossa
  • Contribuisce al mantenimento dei denti

 

Potassio

  • Contribuisce al funzionamento del sistema nervoso
  • Contribuisce alla funzione muscolare
  • Contribuisce al mantenimento della normale pressione sanguigna

 

Vitamina E

  • Contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo

 

Vitamina B1 (tiamina)

  • Contribuisce al metabolismo energetico
  • Contribuisce al funzionamento del sistema nervoso
  • Contribuisce alla funzione psicologica
  • Contribuisce alla funzione cardiaca

 

Vitamina B2 (riboflavina)

  • Contribuisce al metabolismo energetico
  • Contribuisce al funzionamento del sistema nervoso
  • Contribuisce al mantenimento delle membrane mucose
  • Contribuisce al mantenimento dei globuli rossi
  • Contribuisce al mantenimento della pelle
  • Contribuisce al mantenimento della capacità visiva
  • Contribuisce al metabolismo del ferro
  • Contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo
  • Contribuisce alla riduzione di stanchezza e affaticamento

 

Vitamina B3 (niacina)

  • Contribuisce al metabolismo energetico
  • Contribuisce al funzionamento del sistema nervoso
  • Contribuisce alla funzione psicologica
  • Contribuisce al mantenimento di membrane mucose normali
  • Contribuisce al mantenimento della pelle in salute
  • Contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento

 

Vitamina B5 (acido pantoteico)

  • Contribuisce al metabolismo energetico
  • Contribuisce alla sintesi e al normale metabolismo degli ormoni steroidei, della vitamina D e di alcuni neurotrasmettitori
  • Contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento
  • Contribuisce alle prestazioni mentali

 

Vitamina B6

  • Contribuisce alla sintesi della cisteina
  • Contribuisce al metabolismo energetico
  • Contribuisce al funzionamento del sistema nervoso
  • Contribuisce al metabolismo dell’omocisteina
  • Contribuisce al metabolismo delle proteine e del glicogeno
  • Contribuisce alla funzione psicologica
  • Contribuisce alla formazione dei globuli rossi
  • Contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario
  • Contribuisce alla riduzione di stanchezza e affaticamento
  • Contribuisce alla regolazione dell’attività ormonale

 

Vitamina B12

  • Contribuisce al metabolismo energetico
  • Contribuisce al funzionamento del sistema nervoso
  • Contribuisce al metabolismo dell’omocisteina
  • Contribuisce alla funzione psicologica
  • Contribuisce alla formazione dei globuli rossi
  • Contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario
  • Contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento
  • Interviene nel processo di divisione delle cellule

 

Vitamina K

  • Contribuisce alla coagulazione del sangue
  • Contribuisce al mantenimento delle ossa 

 

Vitamina H (biotina)

  • Contribuisce al metabolismo energetico
  • Contribuisce al funzionamento del sistema nervoso
  • Contribuisce al metabolismo dei macronutrienti
  • Contribuisce alla funzione psicologica
  • Contribuisce al mantenimento dei capelli
  • Contribuisce al mantenimento delle membrane mucose normali
  • Contribuisce al mantenimento della pelle

 

Zinco

  • Contribuisce al metabolismo acido-base
  • Contribuisce al metabolismo dei carboidrati
  • Contribuisce alla funzione cognitiva
  • Contribuisce alla sintesi del DNA
  • Contribuisce alla fertilità e alla riproduzione
  • Contribuisce al metabolismo dei macronutrienti
  • Contribuisce al metabolismo degli acidi grassi
  • Contribuisce al metabolismo della vitamina A
  • Contribuisce alla sintesi proteica
  • Contribuisce al mantenimento delle ossa
  • Contribuisce al mantenimento dei capelli
  • Contribuisce al mantenimento delle unghie
  • Contribuisce al mantenimento della pelle
  • Contribuisce al mantenimento di normali livelli di testosterone nel sangue
  • Contribuisce al mantenimento della capacità visiva
  • Contribuisce alla funzione del sistema immunitario
  • Contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo
  • Interviene nel processo di divisione delle cellule

 

Ferro

  • Contribuisce alla funzione cognitiva
  • Contribuisce al metabolismo energetico
  • Contribuisce alla formazione dei globuli rossi e dell’emoglobina
  • Contribuisce al trasporto di ossigeno nell’organismo
  • Contribuisce alla funzione del sistema immunitario
  • Contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento
  • Contribuisce nel processo di divisione delle cellule

 

Rame

  • Contribuisce al mantenimento di tessuti connettivi
  • Contribuisce al metabolismo energetico
  • Contribuisce al funzionamento del sistema nervoso
  • Contribuisce alla pigmentazione dei capelli
  • Contribuisce al trasporto di ferro nell’organismo
  • Contribuisce alla pigmentazione della pelle
  • Contribuisce alla funzione del sistema immunitario
  • Contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo

 

Cromo

  • Contribuisce al metabolismo dei macronutrienti
  • Contribuisce al mantenimento di livelli di glucosio nel sangue

 

Curcuma

  • Esercita un'azione antiossidante
  • Facilita la funzionalità articolare
  • Contrasta i fastidi del ciclo mestruale

 

Cannella

  • Favorisce la funzione digestiva
  • Contribuisce all'eliminazione dei gas intestinali
  • Contribuisce alla regolarità del transito intestinale
  • Esercita un'azione antiossidante
  • Contribuisce al metabolismo dei carboidrati
  • Esercita un'effetto balsamico
  • Favorisce la funzionalità delle vie respiratorie

 

Zenzero

  • Facilita la funzione digestiva
  • Contribuisce alla regolare la motilità gastrointestinale e all'eliminazione dei gas
  • Esercita un'azione antinausea
  • Contribuisce alla regolare funzionalità dell'apparato cardiovascolare
  • Favorisce la circolazione del sangue
  • Contribuisce alla funzionalità articolare
  • Contribuisce al contrasto degli stati di tensione localizzati
  • Contribuisce al contrasto dei dolori durante la fase mestruale

 

Chiodi di garofano

  • Contribuisce alla funzione digestiva
  • Favorisce la regolare motilità gastrointestinale e l'eliminazione dei gas
  • Contribuisce al benessere di naso e gola
  • Esercita un effetto balsamico
  • Esercita un'azione antiossidante
  • Facilita la regolarità del transito intestinale
  • Contribuisce al metabolismo dei carboidrati

 


Origano

  • Contribuisce alla funzione digestiva
  • Favorisce la regolare motilità gastrointestinale e l'eliminazione dei gas
  • Facilita la fluidità delle secrezioni bronchiali
  • Esercita un effetto balsamico
  • Esercita un'azione antiossidante
  • Contribuisce alle naturali difese dell'organismo

 

Pepe nero

  • Contribuisce all funzione digestiva
  • Facilita la regolarità del transito intestinale
  • Favorisce la regolare motilità gastrointestinale e l'eliminazione dei gas
  • Contribuisce alla regolare funzionalità dell'apparato cardiovascolare
  • Esercita un'azione antiossidante

 

Tè verde

  • Facilita il drenaggio dei liquidi corporei
  • Contribuisce all'equilibrio del peso corporeo
  • Contribuisce alle normale funzionalità intestinale
  • Tonico ideale per la stanchezza fisica e mentale
  • Esercita un'azione antiossidante

 

Vite rossa

  • Contribuisce alla funzionalità del microcircolo (pesantezza delle gambe)
  • Esercita un'azione antiossidante
  • Facilita il ReTrofismo e la funzionalità della pelle
  • Contrasta i disturbi del ciclo mestruale
  • Facilita la funzionalità articolare

 

Pino

  • Contribuisce al benessere di naso e gola
  • Esercita un effetto balsamico
  • Esercita un'azione antiossidante
  • Facilita le funzionalità delle prime vie respiratorie
  • Contribuisce alla fluidità delle secrezioni bronchiali
  • Favorisce il drenaggio dei liquidi corporei

 

Rosa Rhodiola

  • Tonico ideale nel contrasto a stanchezza fisica e mentale
  • Contrubuisce al normale tono dell'umore

 

Magnolia

  • Facilita la funzione digestiva
  • Regola la motilità gastrointestinale e l'eliminazione dei gas
  • Favorisce il drenaggio dei liquidi corporei
  • Contribuisce alla fluidità delle secrezioni bronchiali
  • Facilita il riequilibrio flora batterica orale
  • Contribuisce alla regolarità del ciclo mestruale
  • Facilita la funzionalità articolare
  • Facilita la funzionalità delle prime vie respiratorie
  • Tonico ideale nel contrasto a stanchezza fisica e mentale

 

Schisandra

  • Esercita un'azione antiossidante
  • Esercita una funzione epatica
  • Contribuisce alla funzionalità delle prime vie respiratorie

 

Cordyceps sinensis 

  • Contribuisce alla funzionalità delle prime vie respiratorie
  • Favorisce le naturali difese dell'organismo
  • Esercita un'azione tonica e di sostegno metabolico

 

Ginseng

  • Esercita un'azione antiossidante
  • Tonico ideale nel contrasto a stanchezza fisica e mentale
  • Contribuisce al metabolismo dei carboidrati

 

Tribulus terrestris

  • Esercita un'azione tonica e di sostegno metabolico
  • Tonico ideale nel contrasto a stanchezza fisica e mentale
  • Contribuisce alla funzionalità delle vie urinarie
  • Facilita la funzione digestiva

 

Omega 3 (acido alfa linoleico, acido eicosapentaenoico e acido docosaesaenoico)

  • L’ALA contribuisce al mantenimento di livelli normali di colesterolo nel sangue
  • L’EPA e il DHA contribuiscono alla normale funzione cardiaca

 


Melatonina

  • Contribuisce alla riduzione del tempo per addormentarsi

 


Psillio

  • Facilita la regolarità del transito intestinale
  • Esercita un'azione emolliente e lenitiva dell'apparato digerente
  • Contribuisce alla modulazione/limitazione dell’assorbimento dei nutrienti
  • Favorisce il metabolismo dei lipidi e dei carboidrati
  • Contribuisce al normale volume e alla consistenza delle feci
  • Esercita un effetto prebiotico

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Pubblicato in Informazione Salute
Venerdì, 18 Dicembre 2020 08:00

L'alimentazione, la grande alleata dei nostri occhi

L’importanza incompresa della vista. Non tutti sanno che la maggior parte, ovvero l’80% delle informazioni che riceve il nostro cervello quotidianamente sono visive. Dall’inquinamento alla stanchezza, dallo stress ai batteri. Ogni giorno i nostri occhi vengono messi a dura prova da una serie di fattori che potrebbero danneggiarli per questo è importante prendersene cura e non trascurarli in primis mangiando i cibi giusti. Difatti, un regime nutrizionale variegato dovrebbe contenere alimenti ricchi di antiossidanti, contenenti vitamine, in particolare A e C oltre a omega 3 che proteggono contro la formazione dei radicali liberi, rallentando di conseguenza i segni dell’invecchiamento come la perdita di acutezza visiva, deterioramento della retina, cataratta o glaucoma. Le cellule del nostro corpo sono costituite da molecole, a loro volta formate da atomi legati tra loro. Le molecole “di scarto”, o meglio note come radicali liberi, sono prodotte dal normale metabolismo cellulare e hanno la peculiarità di essere particolarmente reattive, poiché presentano un elettrone libero, pronto a interagire con altri elettroni. Tuttavia, una concentrazione di radicali liberi diventa causa di stress ossidativo, condizione che gioca un influenza negativa su un gran numero di patologie, tra cui anche della vista. Secondo Clinica Baviera, una delle più importanti aziende oftalmologiche in Europa, una dieta ricca di nutrienti e vitamine si dimostra un valido supporto nel rinforzo della vista e nella prevenzione o nel posticipo di malattie agli occhi. Proprio per questo motivo, gli esperti consigliano i migliori alimenti per i nostri occhi:

CATARATTA, prevenzione e remissione con Life 120 

Pesce azzurro

Ricco di proteine e omega 3, contiene proteine simili a quelle contenute nelle uova e nella carne oltre a minerali come iodio, magnesio, fosforo, calcio e ferro. L’accumulo di grasso presente nella muscolatura di questi particolari pesci è dovuto alla loro abitudine di nuotare per lunghe distanze, spostandosi lontano e spesso. Inutile ricordare poi che questo grasso insaturo è un toccasana per la nostra salute e prezioso aiuto nella riduzione del 30% del rischio di malattie coronariche. Inoltre, abbassa la pressione sanguigna e il colesterolo cattivo (LDL), motivo per cui fa bene alla nostra salute in generale, non solo alla vista. Nello specifico, aiuta a trattare i problemi derivanti dal nervo ottico, la sindrome dell’occhio secco e la degenerazione maculare legata all’età. E ancora, per la presenza di mercurio, gli esperti consigliano di alternare pesci grandi (come il pesce spada, il tonno, il salmone e il luccio) con pesci più piccoli (come sgombro, sardine e acciughe). Consigliato anche di alternarlo con pesci bianchi (orata, pezzonia, merluzzo, baccalà, rombo, scorfano) fonte di vitamina B, fosforo, ferro e calcio.

Ribes


Costituito da piccole bacche traslucide dal sapore agrodolce. Questo frutto è ricco di vitamine A e C e di altri antiossidanti essenziali per la vista. Non tutti conoscono i notevoli benefici di questo alimento per la salute visiva, difatti, sia il ribes nero che quello rosso presentano una notevole quantità di flavonoidi e antociani che si distinguono per la loro azione protettiva dei piccoli vasi sanguigni, che sono quelli che raggiungono la retina e prevengono le malattie degenerative della vista. Secondo quanto riportato dagli esperti di Clinica Baviera 100 grammi di ribes nero contengono fino a 270 milligrammi di antociani. Insomma, un quantitativo non indifferente e, ad oggi, ancora non riscontrata in altri ingredienti naturali fondamentali per i nostri occhi. Inoltre, i ribes hanno anche proprietà antinfiammatorie, migliorano il funzionamento dell’apparato digerente, circolatorio, nervoso e muscolare.

Carota


Fonte per antonomasia di beta-carotene e vitamina A, grazie alle quali prevengono i sintomi dell’invecchiamento in generale e della vista in particolare. Le carote sono anche ricche di fibre, potassio, vitamina C e magnesio e tra le loro proprietà compare quella di neutralizzare l’azione distruttiva dei radicali liberi, motivo per cui hanno un’azione benefica per gli occhi. Migliorano, inoltre, la capacità visiva notturna.


Cavolo rosso


Dall’elevato contenuto di antociani, calcio e potassio proprietà fondamentali per la buona salute dei nostri occhi. Gli antociani sono pigmenti che si trovano nelle cellule delle piante e vengono considerati quasi miracolosi per gli occhi: proteggono i capillari della retina, prevengono malattie visive degenerative, migliorano l’acuità visiva e aiutano nei casi di congiuntivite. È poi ricco di antiossidanti che rafforzano il sistema immunitario e mantengono un buon sistema cardiovascolare.

Sedano


Pianta ombrellifera conosciuta come officinale fin dagli antichi greci per i suoi benefici soprattutto sulla vista. Potente antiossidante, contrasta i radicali liberi grazie al notevole contenuto di vitamine A, B1, B2, B9, C ed E e minerali come potassio, calcio, zinco, ferro e silicio. Riducendo il colesterolo nel sangue e i livelli di glucosio, protegge la salute cardiovascolare e visiva oltre a stimolare le difese dell’organismo e aiuta nella prevenire delle anomalie visive come il glaucoma o la cecità poiché purifica il corpo.


Banana


Rinomate per il loro apporto nutrizionale sono fonte per eccellenza di potassio, ottimo alleato della nostra vista. Inoltre, contribuiscono all’equilibrio dei livelli di acqua nelle cellule, riequilibrano la pressione sanguigna, intervengono nel sistema metabolico, migliorano il funzionamento del cuore e aiutano il sistema nervoso. Regolano la pressione sanguigna, la circolazione e la glicemia e facilitano il corretto funzionamento di vene e arterie degli occhi, contrastando in questo modo la comparsa di patologie nella retina.


Uva


Amica della vista. Contiene alti livelli di magnesio, calcio e altre sostanze nutritive che aiutano gli occhi e fitonutrienti che proteggono l’occhio dagli effetti dell’ossidazione. Inoltre, contribuisce al nutrimento dei capillari e migliora la circolazione, facilitando il flusso sanguigno che si irradia fino alla zona degli occhi.

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Per approfondimenti:

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Liguria Notizie "Una corretta alimentazione alleata della vista"

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