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Dal sanguinamento gengivale alla vitamina C, scoperto il legame tra carenza e aumento del rischio di questa patologia. Non solo una malattia paradontale, ma anche un indicatore di un’assunzione insufficiente. Secondo quanto rilevato dallo studio condotto all’Università di Washington e pubblicata su Nutrition Reviews, i ricercatori hanno mostrato che il sanguinamento delle gengive e quello negli occhi, o emorragia retinica, legati anche a problemi generali nel sistema microvascolare, erano associati a bassi livelli di acido ascorbico nel sangue. Per contro, l’équipe di ricercatori ha scoperto che l'aumento dell'assunzione giornaliera in persone con bassi livelli plasmatici di vitamina C ha contribuito alla riduzione dei problemi di sanguinamento delle gengive. La ricerca ha analizzato 15 studi clinici in sei paesi diversi, che hanno coinvolto 1.140 partecipanti prevalentemente sani e i dati di 8.210 residenti negli Stati Uniti intervistati per il Centers for Disease Control and Prevention's Health and Nutrition Examination Survey. Insomma, uno studio che lancia un messaggio forte e chiaro, un’alimentazione corretta migliora la salute in generale e, di conseguenza, anche quella orale. Tra cause e rimendi, al via con il trattamento naturale alla grave infezione gengivale che danneggia i tessuti molli e le ossa che sostengono il dente. Difatti, carenze alimentari o forme di alimentazione non equilibrata possono compromettere il corretto turn over cellulare e debilitare le difese immunitarie. Tra le vitamine una che ha sicuramente un ruolo fondamentale è la vitamina C (acido ascorbico), nota anche vitamina antiscorbuto.

PARADONTITE, ecco come guarire ed evitare la caduta dei denti

Laggot et al., tra gli altri, indagarono la relazione tra la variazione di apporto di vitamina C, lo stato parodontale e la microflora subgengivale, notando che il sanguinamento gengivale aumentava in corrispondenza di una dieta povera di vitamina C e che ritornava alla normalità con una dieta equilibrata (Leggott PJ, Robertson PB, Rothman DL, Murray PA, Jacob RA. "The effect of Controlled ascorbic acid depletion and supplementation on periodontal health" J Periodontol, 1986). Esiste comunque un elevato bisogno di vitamina C durante i processi di cicatrizzazione e di guarigione nei 15 giorni successivi a qualsiasi intervento orale (Pierce HB, Newhall CA, Merrow SB et al. "Ascorbic acid supplementation Response of burn tissue" Am J Clim Nutr, 1990). I pazienti che hanno avuto una supplementazione di vitamina C in associazione al trattamento parodontale hanno mostrato una guarigione più veloce dei tessuti parodontali con una riduzione maggiore dell’indice di sanguinamento al sondaggio rispetto ai pazienti che si sono sottoposti al solo trattamento. I pazienti con una alimentazione carente di vitamina C mostrano maggiore tendenza al sanguinamento gengivale e maggiore predisposizione alla malattia parodontale. Si potrebbe concludere che una somministrazione di elevati livelli di vitamina C favorisce la guarigione dei tessuti gengivali con riduzione della tendenza al sanguinamento. A tal fine, la vitamina C è disponibile anche sotto forma di integratori naturali. Se assunta in questo modo la vitamina C di origine naturale è da preferire, perché possiede un importante fattore di utilizzo da parte dell’organismo, infatti è costituita da 2 tipi: C1 e C2, che si completano e migliorano l’utilizzo e l’assorbimento. In quella di sintesi è presente solo la C1.

 La salute inzia dalla bocca

Commenta i risultati dell'indagine la dottoressa Silvia Anna Masiero della Società italiana di parodontologia e Implantologia (SIdP):

La Gengivite e ancora di più la parodontite, sono processi infiammatori che sono influenzati da una serie di fattori sistemici legati anche alla dieta e allo stile di vita. Mentre non è sorprendente che una dieta corretta, insieme alle manovre di igiene orale, possa avere un ruolo nel migliorare la salute di denti e gengive [...]. La carenza cronica di vitamina C porta ad una condizione specifica: lo Scorbuto. Una malattia nota già dal 1500 che affliggeva gli esploratori europei nei loro viaggi attorno al globo poiché durante la navigazione non era possibile approvvigionarsi di frutta e verdura fresca ricca di vitamina C. Uno dei segni classici dello scorbuto era il sanguinamento gengivale. Inoltre, anche l’OMS raccomanda una dieta che preveda l’assunzione di corrette quantità di vitamina C.

Definito da Ippocrate come “ileo ematite”, lo scorbuto è conosciuto anche come il "morbo dei marinai" o la "malattia dei pirati”. Premesso che le riserve di vitamina C del corpo umano sono limitate e si esauriscono entro 1–3 mesi, lo scorbuto era comune tra gli equipaggi impegnati nelle lunghe traversate oceaniche, e quindi, non avevano scorte alimentari fresche e sufficienti. Insomma, lo scorbuto è una malattia dovuta a carenza alimentare o a insufficiente assorbimento intestinale di vitamina C, caratterizzata da un estremo deperimento dell'organismo, oltre che da manifestazioni emorragico-ulcerose della cute, delle mucose e degli organi interni. E anche se in passato colpiva i marinai o comunque le categorie più disagiate, oggi torna nei Paesi ricchi a causa della cattiva alimentazione. Da qui, l'importanza di questo nutriente. Fondamentale per il nostro organismo, la vitamina C è un potente antiossidante, importante per il corretto funzionamento del sistema immunitario e la sintesi di collagene, il costituente primario di vasi sanguigni, pelle, muscoli, ossa, articolazioni e legamento parodontale che fornisce le proprietà elastiche e di resistenza a organi e tessuti e compone il 75% della nostra pelle e il 30% del nostro corpo. Inoltre, è una proteina essenziale per la riparazione e la guarigione di quasi tutti i tessuti del nostro corpo. La vitamina C, quindi, ha un ruolo rilevante nella rimarginazione delle ferite e delle ustioni perché facilita la formazione del tessuto connettivo della cicatrice, aumenta la resistenza dell’organismo, aumenta la produzione di anticorpi, stimola la biosintesi della carnitina, distrugge i radicali liberi, partecipa ai processi di respirazione cellulare, interviene nella sintesi del collagene, favorisce l’assorbimento del ferro incrementando il tasso di emoglobina. Inoltre, contrasta gli effetti tossici della nicotina, delle radiazioni ionizzanti, inattiva le tossine batteriche, interviene nel trasporto dell’ossigeno, indispensabile per le attività vitali di tutte le cellule e per la produzione di energia soprattutto muscolare; previene l’accumulo di istamina (responsabile di allergie), modula le prostaglandine (mediatori dei processi infiammatori), previene la degenerazione cellulare (fra cui il processo di invecchiamento). E poiché il nostro corpo non è in grado di sintetizzarla è necessario un rifornimento continuo.

VITAMINA C, un concentrato di proprietà e benefici

Fondamentale per numerosi processi, la vitamina C supporta tantissime funzioni importanti per la nostra salute:

  • Preziosa per la funzione immunitaria:
  1. stimola la produzione di interferoni, che proteggono le cellule dagli attacchi virali;
  2. stimola la proliferazione dei neutrofili;
  3. protegge le proteine dall'inattivazione da parte dei radicali liberi prodotti durante i processi ossidativi.
  • Biosintesi del collagene: interviene nella conversione della prolina in idrossiprolina e della lisina in idrossilisina (mantiene il ferro in forma ridotta);
  • Biosintesi degli acidi biliari;
  • Sintesi della noradrenalina (neurotrasmettitore) a partire dalla dopamina e del triptofano in serotonina;
  • Assorbimento intestinale del ferro
  • Sintesi della carnitina, essenziale per il trasferimento di acili nei mitocondri;
  • Catabolismo della tirosina ad acidi fumarico e acetacetico attraverso la formazione dell'acido omogentisinico;
  • Capacità di ridurre la tossicità di alcuni minerali;
  • Stimolazione della reduttasi del citocromo, responsabile dell'idrossilazione del colesterolo, necessaria per la sintesi dell'acido colico;
  • Favorisce l'uso del selenio a dosi fisiologiche;
  • Attivazione dell'acido folico in acido tetraidrofolico;
  • Regolazione dei livelli endogeni di istamina, inibendone il rilascio e favorendone la degradazione (a scopo terapeutico per prevenire lo shock anafilattico, la pre-eclampsia e la prematurità nelle complicanze della gravidanza);
  • Biosintesi degli ormoni steroidei della corteccia surrenale;
  • Riduzione degli ioni superossidi, dei radicali idrossilici, dell'acido ipocloroso e altri potenti ossidanti, proteggendo la struttura del DNA, delle proteine e delle membrane da eventuali danni;
  • Riduzione dell'efficienza dell'assorbimento intestinale del rame;
  • Azione preventiva nella cancerogenesi da nitrosamine, inibendo la loro sintesi;
  • Insieme alla vitamina E, protegge dal danno ossidativo provocato dai radicali liberi;

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Per approfondimenti:

Ansa "Gengive che sanguinano, può dipendere da poca vitamina C?"

Leggott PJ, Robertson PB, Rothman DL, Murray PA, Jacob RA. "The effect of Controlled ascorbic acid depletion and supplementation on periodontal health" J Periodontol, 1986

Pollack RL, Kravitz E. "Nutrition in oral health and disease" Philadelphia: Lea & Febiger, 1985

Pierce HB, Newhall CA, Merrow SB et al. "Ascorbic acid supplementation Response of burn tissueAm J Clim Nutr, 1990

La gazzetta del Mezzogiorno "Lo scorbuto, malattia del passato, nota come morbo dei marinai"

Affari Italiani "Scorbuto, allarme. Poca vitamina C e ci si ammala di scorbuto. Rischio morte"

La Stampa "Così lo “scorbuto” dei marinai del ’500 venne sconfitto con gli agrumi"

Frontiers in Immunology “The Long History of Vitamin C: From Prevention of the Common Cold to Potential Aid in the Treatment of COVID-19

PubMed "Evolution and the need for ascorbic acid"

MDPI "Vitamin C and Immune Function"

LEGGI ANCHE: Tra vitamina C e scorbuto: come prevenire il "morbo del marinaio"

Storia della vitamina C: dalla prevenzione del raffreddore al trattamento del Covid

Vitamina C nel trattamento dell'acne: riduce cicatrici, infiammazione e iperpigmentazione

Vitamina C contro l'invecchiamento, muscoli in forma anche dopo i 50

Vitamina C: rafforza il sistema immunitario e combatte virus e malanni di stagione

La vitamina della bellezza: tanti benefici per una pelle sana e radiosa

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Dal potere antiossidante al contrasto dei radicali liberi. Insomma, la miscela del benessere per vivere in salute ed a zero calorie. Dagli egizi agli antichi romani. Una pratica ben consolidata che affonda le sue radice nella notte dei tempi. Prima ancora della diffusione dei medicinali, i dottori erano soliti curare le persone con rimedi naturali, e proprio per questo venivano chiamati “speziali”. Fonti di vitamine, minerali e antiossidanti, oltre a depurare e proteggere l’organismo, supportano le funzioni del metabolismo nella combustione dei grassi e garantiscono il senso di sazietà per un periodo di tempo più lungo. Questo processo si innesca attraverso la funzione termogenica, ovvero mediante un aumento della temperatura corporea.

«Sicuramente hanno tutte un potere antinfiammatorio e antiossidante e riducono la produzione di radicali liberi. Come sanno bene in Oriente, dove l’uso delle spezie è molto più diffuso, hanno delle proprietà quasi curative, tanto che spesso molti integratori contengono proprio i principi attivi di alcune spezie» sottolinea a Gazzetta Active la dottoressa Emanuela Russo, dietista INCO (Istituto Nazionale per la Cura dell’Obesità) dell’IRCCS Policlinico San Donato e del Marathon Center del Palazzo della Salute di Milano. «Ricordiamo – prosegue l’esperta -, però, che non sono farmaci, quindi vanno usate con costanza per ottenerne i benefici, e sono perfette proprio laddove non c’è una reale patologia ma una propensione a determinate patologie». «La cannella, per esempio, aumenta il senso di sazietà e riduce l’assorbimento degli zuccheri - precisa la dietista -, tanto che spesso è indicata nelle diete in generale e in particolare in quelle per le persone che soffrono di diabete. Il cumino ha un effetto calmante a livello di intestino e di stomaco, e spesso lo si consiglia per problemi gastrointestinali, magari insieme alla malva. La curcuma ha un effetto lenitivo e calmante, riduce l’infiammazione a livello generale e soprattutto gli stati infiammatori a livello articolare, tanto che esistono integratori a base di curcumina che hanno ottimi riscontri nella riduzione delle patologie correlate al sistema articolare. E poi pepe e peperoncino aumentano la termogenesi e stimolano la digestione, dando una mano al transito intestinale».

Spezie utili per la salute: curcuma, zenzero, cannella e peperoncino

Difatti, come dimostra lo studio condotto da un team di ricercatori della Pennsylvania State University, grazie alla capacità di frenare l’infiammazione che è alla base di alcune patologie molto serie, le spezie proteggono l’organismo da tumori, diabete e malattie cardiovascolari. L’indagine di questi studiosi, con l’utilizzato di un composto di spezie, nasce con l’obiettivo di studiare l'effetto postprandiale di una miscela di spezie sulle risposte infiammatorie delle citochine. L'infiammazione postprandiale che si verifica in concomitanza con iperglicemia e iperlipidemia dopo l'ingestione di un pasto ad alto contenuto di grassi saturi e alto contenuto di carboidrati (HFCM) è un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari (CVD). Gli studiosi hanno dimostrato che l’aggiunta spezie riduceva sensibilmente questo rischio. Inoltre, la ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica The Journal of Nutrition, ha mostrato la capacità di questi ingredienti di apportare benefici per la salute, riducendo l’infiammazione dell'organismo. Ovvero, i ricercatori hanno scoperto che quando i partecipanti allo studio consumavano un pasto con l’aggiunta di sei grammi di una mescolanza di spezie, questi manifestavano marcatori di infiammazione più bassi rispetto a un pasto privo di queste sostanze. Precedenti ricerche avevano già collegano le spezie alle notevoli proprietà antinfiammatorie. Infatti, anche in passato, l'infiammazione cronica era stata associata anche a patologie non trascurabili come il cancro, le malattie cardiovascolari, il sovrappeso e l'obesità, che colpiscono circa il 72% della popolazione. Inoltre, in studi più recenti, gli scienziati hanno scoperto che l'infiammazione dell’organismo potrebbe aumentare, dopo un pasto, a seguito del consumo di una quantità eccessiva di grassi o zucchero. Le spezie, stando a quanto dimostrato in queste ricerche, hanno la capacità di inibire la crescita dei tumori, prevenire danni al DNA e mutazione cellulare.

Un aromatico toccasana

Cumino


Utilizzato dai fenici sia tavola che come rimedio para medico, il cumino, oltre alla sua notevole peculiarità di insaporire la carne alla brace è anche efficace per alleviare le coliche addominali. Stop a gonfiore, indigestione, flatulenza, diarrea e nausea! Ricco di fibre, calcio, fosforo, ferro e potassio. Ottimo digestivo e prezioso per curare l’intestino e rafforzarne le difese immunitarie, grazie alle sue proprietà antibatteriche e virali. Questa spezia tradizionale del Nord Africa, aiuta la digestione del cibo, stimolando il rilascio di enzimi digestivi durante e dopo i pasti e può anche aiutare a lenire in generale il processo digestivo. Facilita il processo digestivo perché stimola la produzione degli enzimi digestivi e favorisce l’eliminazione dei gas intestinali, prevenendo così il fastidioso gonfiore addominale. Il primo aiuta ad attivare le ghiandole salivari che rompono il cibo e preparano le sostanze nutritive per la corretta assimilazione, mentre il secondo impedisce la fermentazione degli alimenti nel tratto digestivo. Il cumino stimola anche il processo digestivo innescando il rilascio di bile e altri enzimi digestivi responsabili della cosiddetta “rottura” del cibo. Migliora il profilo lipidico, sia per il colesterolo che per i trigliceridi. Uno studio pubblicato nel 2014, dimostra come la somministrazione quotidiana di cumino potrebbe diminuire i livelli sierici di colesterolo cattivo e trigliceridi aumentando, per contro, quello buono. Inoltre, ai semi del cumino è riconosciuta anche un’azione preventiva nei confronti di patologie oncologiche, l’effetto è stato attribuito a un componente, il timochinone, potente antiossidante che contrasta efficacemente l’azione dei radicali liberi.

Curcuma


Non solo per il curry! La curcuma è infatti rinomata da sempre, grazie al suo costituente attivo, la curcumina, noto antiossidante e antinfiammatorio per antonomasia. Apprezzata per contrastare crampi, dolori muscolari e reumatici, artrite, problemi digestivi e stress e riconosciuto come rimedio naturale contro il colesterolo alto. Da non trascurare poi, la sua capacità di rallentare processi e malattie dell’invecchiamento correlati all’infiammazione. E’ una delle spezie più note all’uomo, è un potente anti-infiammatorio che ha dimostrato di favorire la corretta digestione del cibo. Per le sue forti qualità astringenti, la curcuma può aiutare a sigillare il rivestimento del tratto intestinale e digestivo, bloccando la condizione comunemente nota come sindrome dell’intestino permeabile. La spezie è nota anche per sopprimere la produzione in eccesso di acido dello stomaco, che può causare stomaco infiammazione cronica e danni anche fisici alla parete intestinale. Il consumo regolare di curcuma ha dimostrato di aiutare a prevenire il reflusso gastroesofageo, noto anche come bruciore di stomaco, oltre a prevenire la formazione di ulcere gastriche e duodenali.

Alimentazione e salute: le virtù curative delle spezie

Cannella


Utilizzata soprattutto per dolciumi e liquori è un concentrato di antiossidanti e preziosa per corpo e mente. In Cina questa spezia veniva utilizzata a scopi curativi già nel 2700 a.C. ed era apprezzata da nobili e imperatori, soprattutto per i suoi benefici. Difatti, la cannella aiuta a rallentare il processo di invecchiamento, ridurre lo stress ossidativo e liberare il corpo dalle tossine. Al di là dell’impiego culinario, evidenze scientifiche dimostrano che questa spezia potrebbe contrastare malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson proteggendo i neuroni nel nostro cervello e inibendo le proteine collegate a queste malattie. Preziosa anche per la gestione dei livelli di zucchero nel sangue e di insulina. Oltre a garantire tanti benefici per una pelle più sana e bella. Questa spezia vanta proprietà antiossidanti (la presenza dei polifenoli è utile per trattare i sintomi dell’influenza come febbre, raffreddore, mal di gola, tosse e stanchezza), protettive dal diabete (i polifenoli hanno la capacità di regolare la percentuale di zuccheri nel sangue, attraverso la scomposizione degli zuccheri stessi così da evitare i picchi glicemici), antibatteriche e antimicotiche (nel contrasto ai numerosi microrganismi dannosi per la nostra salute soprattutto contro il fungo Candida albicans, responsabile di alcune infezioni vaginali), protettive nei confronti dell’Alzheimer (alcuni studi, tra cui quello americano pubblicato nel 2013 sul Journal of Alzheimer Disease, in cui è stato evidenziato il ruolo nelle prevenzione della malattia, quindi, nella fase di degenerazione cellulare) e benefiche per l’apparato digerente, prevenendo gonfiore intestinale, flatulenza, e coliche renali, ma anche agendo come astringente contro la diarrea. E soprattutto è un ottimo digestivo!


Zenzero


Utilizzato in tutto l’Oriente come rimedio naturale per l’indigestione continua, ancora oggi, ad essere apprezzato per la sua potente capacità di reprimere la nausea ed aiutare nel processo digestivo. Dolci, salati e bevande. Estremamente versatile in cucina veniva consumato già nell’antichità per combattere nausea e vertigini. Oggi è diffuso soprattutto come tisana brucia grassi, nonché ottimo rimedio naturale contro influenza, raffreddore e mal di gola. Evidenze scientifiche hanno poi dimostrato che è un rimedio efficace sia per il trattamento e che per la prevenzione del cancro del colon-retto, così come per molti altri tipi di malattie. Usato quotidianamente, lo zenzero allevia il disturbo di stomaco, previene la diarrea, elimina la sensazioni di nausea ed è utile per il trattamento di crampi mestruali. E’ infine utile contro il mal di mare ed il mal d’auto. Lo zenzero, comunemente noto come potente rimedio per il mal di pancia e forte antinfiammatorio capace di contrastare infiammazioni come la proteina C reattiva. Valida difesa contro l’ulcera e ottimo supporto per alleviare i dolori mestruali. Ricco vitamina B6 e vitamina C e di minerali come potassio, rame, manganese, magnesio, niacina, fosforo e ferro.

RIPRODUZIONE RISERVATA LIFE 120 © Copyright A.R.

Per approfondimenti:

Gazzetta Act!ve "Spezie: concentrati di vitamine, minerali e antiossidanti a zero calorie"

Sky Tg24 "I benefici delle spezie, possono aiutare a ridurre l'infiammazione"

The Journal of Nutrition "Spices in a High-Saturated-Fat, High-Carbohydrate Meal Reduce Postprandial Proinflammatory Cytokine Secretion in Men with Overweight or Obesity"

MSN "I benefici delle spezie nell'alimentazione sana"

Letto Quotidiano "Spezie ed erbe aromatiche in cucina che hanno benefici sulla tua salute"

Proiezioni di Borsa "Lasciare nel cassetto le medicine e curarsi con le spezie"

LEGGI ANCHE: Spezie e rimedi naturali, a tavola con i potenti alleati del benessere

Vitamine, minerali, spezie e altri nutrienti: gli ingredienti per vivere al massimo

Ricerca: ecco le erbe e spezie per curare naturalmente le malattie dell'intestino

Ricerche confermato impiego della curcuma nel trattamento del cancro

Ricerca: ecco erbe aromatiche e spezie per prevenire il cancro

Ricercatori: la cannella riduce la reazione delle allergie

Quattro spezie incredibili aiutano a prevenire l'Alzheimer

La dieta con le spezie, un sapore in più e tante proprietà salutari

 

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L’inconfondibile profumo e il sapore aspro del frutto d’inverno: gli agrumi. Utili alla nostra salute. Dalla prevenzione alla cura di influenze, raffreddori e malanni stagionali passando per i tanti benefici per l’organismo. Arancia e limone, ma anche lime, cedro, mandarino e pompelmo. Tra le caratteristiche fondamentali degli agrumi quella di dare energia, regolare il metabolismo, svolgere un’azione diuretica e garantire la regolarità intestinale. Questi importanti frutti sono ricchi di elementi (sali minerali, magnesio, ferro oltre alle vitamine A, B, e C) necessari al buon funzionamento del nostro organismo. Arancia, mandarino o limone? Immancabile sui banchi dei reparti di ortofrutta, l’arancia è uno degli agrumi più consumati in Italia. Dalla nota azione benefica per il cuore, per la circolazione e per la difesa del corpo dagli agenti chimici, fisici e ambientali, soprattutto durante la stagione invernale, rafforzando le nostre difese immunitarie contro virus e batteri. Dona, inoltre, energia favorendo un effetto antistress, aiuta la digestione e depura l’organismo. Energetico e dal dolce sapore, per le sue caratteristiche energizzanti, il mandarino è fortemente consigliato ad adulti e bambini che svolgono attività fisica. Al suo interno, la presenza di fibre facilita la regolarità intestinale. Noto soprattutto per l’elevata quantità di vitamina C, questo frutto è ideale per rafforzare le nostre difese immunitarie e nel contrasto alle influenze stagionali. Ottimi alleati per combattere le infiammazioni alla gola, raffreddori e influenze grazie alle loro proprietà antibatteriche. Ultimi, ma non per importanza, i limoni. Questi agrumi donano un senso di sollievo ai piccoli fastidi quotidiani, inoltre, grazie alla presenza di presenza di antiossidanti, il limone è considerato l’anticolesterolo per eccellenza.

VITAMINA C, un concentrato di proprietà e benefici

Regina indiscussa dell’inverno, la vitamina C con il suo prodigioso effetto antinfiammatorio. Preziosa ancor più nella stagione fredda e soprattutto alle prese con questa pandemia e nella lotta al Covid, come condermano diverse ricerche uscite negli ultimi mesi, dovrebbe diventare un vero e proprio must. Insomma, sarebbe buona abitudine mantenere uno stile di vita capace di rinforzare le difese contro virus, batteri e malanni stagionali. Difatti, è proprio nel periodo che va dall’autunno alla primavera che vede le nostre difese immunitarie sottoposte a un maggiore stress, sia a causa del calo delle temperature che della minore esposizione ai raggi solari e anche del tempo trascorso, in prevalenza in luoghi chiusi. L’ascorbato, assunto sotto forma di alimentazione o integrazione, rappresenta un ottimo aiuto per il sistema immunitario, rinforzandolo. Le innumerevoli proprietà della vitamina C l’hanno inclusa nell’elenco dei medicinali essenziali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), e quindi, tra i più sicuri ed efficaci necessari al sistema sanitario. Valido supporto nella prevenzione delle malattie da raffreddamento da oltre trent’anni. La teoria della vitamina C contro il raffreddore diventa popolare intorno al 1970 quando, il premio Nobel Linus Pauling, pubblica un libro su come prevenire le malattie da raffreddamento con mega dosi di vitamina C. Secondo Pauling, un'assunzione giornaliera di vitamina C di 1.000 mg può ridurre l'incidenza del raffreddore di circa il 45% e l'assunzione giornaliera ottimale di vitamina C per vivere in modo sano e prevenire le malattie dovrebbe essere di almeno 2,3 g. Una sua carenza, per contro, si traduce in una condizione nota come lo scorbuto. Inoltre, diverse evidenze scientifiche indicano che la vitamina C si concentri nelle cellule del sistema immunitario e venga consumata piuttosto rapidamente durante un’infezione ovvero sintomi più lievi e durata inferiore.

Riduce dell'8% la durata del raffreddore

Ad oggi, diversi studi hanno dimostrato che gli integratori di vitamina C assunti in chiave preventiva possono ridurre la durata del raffreddore. Questa metanalisi ha raccolto i dati di 43 studi sulla vitamina C e ha raggiunto le seguenti conclusioni sull’integrazione preventiva: la vitamina C dimezza il rischio di raffreddore nelle persone esposte a un intenso stress fisico (ad esempio corridori di maratona, sciatori o soldati in condizioni subartiche) e riduce la durata del raffreddore dell’8% negli adulti e del 14-18% nei bambini. Diminuisce anche la gravità del raffreddore in tutte le popolazioni, soprattutto nei bambini. Essenziale per la risposta antivirale nella fase iniziale dell’infezione influenzale, inoltre, una sua carenza sembra peggiorare il danno polmonare. E ancora uno studio su oltre 1.500 donne ha associato un’elevata assunzione di vitamina C a una ridotta incidenza di infezioni del tratto respiratorio superiore. A queste, si aggiunge, un’importante meta-analisi che ha indagato gli effetti della supplementazione di vitamina C sulla prevenzione (2.335 pazienti) e sul trattamento (197 pazienti) della polmonite. Secondo questo studio, l’integrazione preventiva può ridurre l’incidenza della polmonite dell’80%. Quando si parla di trattamento poi, la vitamina C può ridurre la durata, la gravità e la mortalità per polmonite. Infatti, in uno studio clinico su 30 pazienti con polmonite grave, la supplementazione di vitamina C ha ridotto: lo stress ossidativo, il danno al DNA e l’infiammazione (TNF -a e IL-6).

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Nella figura il meccanismo schematico in cui una IA di vitamina C potrebbe modulare funzioni specifiche dei neutrofili (ROS e TNFα, mediata da IL-1β), inibendo le vie coinvolte nella formazione della trappola extracellulare dei neutrofili (NETosis) e riducendo la produzione incontrollabile di citochine infiammatorie nell'alveolare spazio. Potenziali effetti sulla riduzione della produzione di citochine sono stati ipotizzati anche nei linfociti e nei macrofagi. ROS, specie reattive dell'ossigeno; NFkB, fattore di trascrizione nucleare kappa B; ┴, stimolo di inibizione; freccia tratteggiata, effetto o produzione ridotti.

Noto che una carenza di vitamina C dovuta a un basso apporto nutritivo porti a una maggiore suscettibilità alle infezioni. Inoltre, come tutti sanno, un apporto maggiore di vitamina C, per contro, potenzia il sistema immunitario e l'uso degli integratori è considerato un rimedio, soprattutto invernale, per prevenire le malattie infettive. Tuttavia, è anche vero che una dieta equilibrata capace di soddisfare l'assunzione giornaliera di vitamina C influisce positivamente sul sistema immunitario e contribuisce, di conseguenza, alla riduzione della suscettibilità alle infezioni. Il comune raffreddore è una delle infezioni virali delle alte vie respiratorie (URTI) più diffuse, caratterizzata da tosse, stanchezza, febbre, mal di gola e dolori muscolari, che persistono per un periodo che va da pochi giorni a non più di 3 settimane. Con "raffreddore comune" si fa generalmente riferimento a una sindrome aspecifica causata da diversi virus, sebbene il rinovirus sia il patogeno coinvolto più frequentemente, essendo presente nel 30-50% dei malati. Infatti, un'integrazione di vitamina C potrebbe modulare l'infiammazione, con potenziali effetti positivi sulla risposta immunitaria alle infezioni. Infatti, la letteratura mostra che alte dosi di vitamina C per infusione endovenosa possono ridurre la produzione di citochine infiammatorie.

Senza trascurare poi, i suoi punti forti:

  • È un antiossidante necessario per produrre collagene nella pelle.
  • Capacità di ridurre la gravità e la durata del raffreddore.
  • Contribuisce alla riduzione dei rischi di malattie cardiovascolari e del cancro
  • Favorisce la tonicità muscolare e il contrasto della sarcopenìa
  • Rafforza i vasi sanguigni e la resistenza alle infezioni
  • Facilita l’assorbimento del ferro
  • Aumenta la resistenza alla fatica

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Per approfondimenti:

Il Giornale "Agrumi: proprietà e benefici del frutto dell'inverno"

Frontiers in Immunology “The Long History of Vitamin C: From Prevention of the Common Cold to Potential Aid in the Treatment of COVID-19

PubMed "Evolution and the need for ascorbic acid"

MDPI "Vitamin C and Immune Function"

Il Messaggero "Covid, influenza stagionale e coronavirus: come distinguere i sintomi in caso di febbre"

Centro meteo italiano "Coronavirus, influenza stagionale e raffreddore, come distinguerli: i sintomi e le caratteristiche"

Corriere della Sera "Coronavirus, come incide la dieta sulla forza del sistema immunitario"

Salute Prevenzione "Nella guerra contro i Virus la scienza si dimentica sempre del Sistema Immunitario"

Philippe Lagarde "Libro d'oro della prevenzione: difendere la salute con gli integratori alimentari e le vitamine"

Sapere "I sistemi di difesa dell'organismo"

Corriere del Mezzogiorno "Coronavirus, come difendersi a tavola"

Il fatto alimentare "Coronavirus: dieta e trattamenti terapeutici naturali proposti da docenti di medicina"

LEGGI ANCHE: Storia della vitamina C: dalla prevenzione del raffreddore al trattamento del Covid

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Parola d’ordine: benessere! Nessun potere magico, ma solo un valido supporto a un’alimentazione sana e bilanciata. Gli integratori non sono sostitutivi di una dieta varia, non sono scorciatoie a uno stile di vita equilibrato, ma hanno la funzione di “integrare” appunto eventuali carenze permettendo al nostro organismo di essere più forte in grado di difenderci dagli attacchi esterni, tra cui virus e influenze stagionali. Il valore ottimale di alcuni nutrienti poi, è fondamentale per la nostra salute. «Per prevenirne la debolezza dobbiamo sicuramente stare attenti al giusto apporto di vitamine, come la D, famosa soprattutto per la sua capacità di trasferire calcio alle ossa» spiega al Corriere della Sera la professoressa Maria Luisa Brandi, presidente della Fondazione Firmo (Fondazione Italiana Ricerca sulle Malattie dell’Osso). «L’integrazione può essere un valido aiuto per migliorare il nostro sistema immunitario su diversi fronti anche per contrastare le malattie infettive» suggerisce Adriano Panzironi nel libro Vivere 120 anni: le verità che nessuno vuole raccontarti.

INTEGRAZIONE ALIMENTARE, preziosa per il benessere psicofisico

Gli esperti suggeriscono di mangiare bene, fare attività fisica e prendere tanto sole. Per il resto, scegliamo con consapevolezza gli integratori giusti per le nostre necessità. «Gli integratori sono degli alimenti pensati per colmare eventuali carenze nutrizionali», sostiene Alessandra Bordoni in un'intervista a Vanity Fair, docente del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna. «Sono degli alimenti di cui conosciamo bene tutte le caratteristiche, proprio perché sappiamo esattamente quali e quanti micronutrienti contengono apportando benefici all’organismo». Secondo l'esperta seguire un’alimentazione corretta potrebbe non essere sufficiente. Quindi meglio giocare d’anticipo, bilanciando la propria dieta con determinati nutrienti e con i preziosi integratori alimentari al fine di fornire al nostro corpo la "benzina" necessaria. Ecco i principi attivi preziosi per affrontare l’inverno in salute e difendersi al meglio da malanni, virus e batteri.

 

Vitamina D (colecalciferolo)

  • Contribuisce all'assorbimento e/o all' utilizzo del calcio e del fosforo
  • Contribuisce a normali livelli di calcio nel sangue
  • Contribuisce al mantenimento delle ossa 
  • Contribuisce al mantenimento della funzione muscolare
  • Contribuisce al mantenimento dei denti
  • Contribuisce alla funzione del sistema immunitario
  • Interviene nel processo di divisione delle cellule

 

Vitamina C (acido ascorbico) 

  • Contribuisce al mantenimento della normale funzione del sistema immunitario durante e dopo uno sforzo fisico intenso
  • Contribuisce alla formazione del collagene per la normale funzione dei vasi sanguigni
  • Contribuisce alla formazione del collagene per la normale funzione delle ossa
  • Contribuisce alla formazione del collagene per la normale funzione delle cartilagini
  • Contribuisce alla formazione del collagene per la normale funzione delle gengive
  • Contribuisce alla formazione del collagene per la normale funzione della pelle
  • Contribuisce alla formazione del collagene per la normale funzione dei denti
  • Contribuisce al metabolismo energetico
  • Contribuisce al funzionamento del sistema nervoso
  • Contribuisce alla funzione psicologica
  • Contribuisce alla funzione del sistema immunitario
  • Contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo
  • Contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento
  • Contribuisce alla rigenerazione della forma ridotta della vitamina E
  • Accresce l’assorbimento del ferro

 

Magnesio

  • Contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento
  • Contribuisce all’equilibrio elettrolitico
  • Contribuisce al metabolismo energetico
  • Contribuisce al funzionamento del sistema nervoso
  • Contribuisce alla funzione muscolare
  • Contribuisce alla sintesi proteica
  • Contribuisce alla funzione psicologica
  • Contribuisce al mantenimento delle ossa
  • Contribuisce al mantenimento dei denti

 

Potassio

  • Contribuisce al funzionamento del sistema nervoso
  • Contribuisce alla funzione muscolare
  • Contribuisce al mantenimento della normale pressione sanguigna

 

Vitamina E

  • Contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo

 

Vitamina B1 (tiamina)

  • Contribuisce al metabolismo energetico
  • Contribuisce al funzionamento del sistema nervoso
  • Contribuisce alla funzione psicologica
  • Contribuisce alla funzione cardiaca

 

Vitamina B2 (riboflavina)

  • Contribuisce al metabolismo energetico
  • Contribuisce al funzionamento del sistema nervoso
  • Contribuisce al mantenimento delle membrane mucose
  • Contribuisce al mantenimento dei globuli rossi
  • Contribuisce al mantenimento della pelle
  • Contribuisce al mantenimento della capacità visiva
  • Contribuisce al metabolismo del ferro
  • Contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo
  • Contribuisce alla riduzione di stanchezza e affaticamento

 

Vitamina B3 (niacina)

  • Contribuisce al metabolismo energetico
  • Contribuisce al funzionamento del sistema nervoso
  • Contribuisce alla funzione psicologica
  • Contribuisce al mantenimento di membrane mucose normali
  • Contribuisce al mantenimento della pelle in salute
  • Contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento

 

Vitamina B5 (acido pantoteico)

  • Contribuisce al metabolismo energetico
  • Contribuisce alla sintesi e al normale metabolismo degli ormoni steroidei, della vitamina D e di alcuni neurotrasmettitori
  • Contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento
  • Contribuisce alle prestazioni mentali

 

Vitamina B6

  • Contribuisce alla sintesi della cisteina
  • Contribuisce al metabolismo energetico
  • Contribuisce al funzionamento del sistema nervoso
  • Contribuisce al metabolismo dell’omocisteina
  • Contribuisce al metabolismo delle proteine e del glicogeno
  • Contribuisce alla funzione psicologica
  • Contribuisce alla formazione dei globuli rossi
  • Contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario
  • Contribuisce alla riduzione di stanchezza e affaticamento
  • Contribuisce alla regolazione dell’attività ormonale

 

Vitamina B12

  • Contribuisce al metabolismo energetico
  • Contribuisce al funzionamento del sistema nervoso
  • Contribuisce al metabolismo dell’omocisteina
  • Contribuisce alla funzione psicologica
  • Contribuisce alla formazione dei globuli rossi
  • Contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario
  • Contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento
  • Interviene nel processo di divisione delle cellule

 

Vitamina K

  • Contribuisce alla coagulazione del sangue
  • Contribuisce al mantenimento delle ossa 

 

Vitamina H (biotina)

  • Contribuisce al metabolismo energetico
  • Contribuisce al funzionamento del sistema nervoso
  • Contribuisce al metabolismo dei macronutrienti
  • Contribuisce alla funzione psicologica
  • Contribuisce al mantenimento dei capelli
  • Contribuisce al mantenimento delle membrane mucose normali
  • Contribuisce al mantenimento della pelle

 

Zinco

  • Contribuisce al metabolismo acido-base
  • Contribuisce al metabolismo dei carboidrati
  • Contribuisce alla funzione cognitiva
  • Contribuisce alla sintesi del DNA
  • Contribuisce alla fertilità e alla riproduzione
  • Contribuisce al metabolismo dei macronutrienti
  • Contribuisce al metabolismo degli acidi grassi
  • Contribuisce al metabolismo della vitamina A
  • Contribuisce alla sintesi proteica
  • Contribuisce al mantenimento delle ossa
  • Contribuisce al mantenimento dei capelli
  • Contribuisce al mantenimento delle unghie
  • Contribuisce al mantenimento della pelle
  • Contribuisce al mantenimento di normali livelli di testosterone nel sangue
  • Contribuisce al mantenimento della capacità visiva
  • Contribuisce alla funzione del sistema immunitario
  • Contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo
  • Interviene nel processo di divisione delle cellule

 

Ferro

  • Contribuisce alla funzione cognitiva
  • Contribuisce al metabolismo energetico
  • Contribuisce alla formazione dei globuli rossi e dell’emoglobina
  • Contribuisce al trasporto di ossigeno nell’organismo
  • Contribuisce alla funzione del sistema immunitario
  • Contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento
  • Contribuisce nel processo di divisione delle cellule

 

Rame

  • Contribuisce al mantenimento di tessuti connettivi
  • Contribuisce al metabolismo energetico
  • Contribuisce al funzionamento del sistema nervoso
  • Contribuisce alla pigmentazione dei capelli
  • Contribuisce al trasporto di ferro nell’organismo
  • Contribuisce alla pigmentazione della pelle
  • Contribuisce alla funzione del sistema immunitario
  • Contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo

 

Cromo

  • Contribuisce al metabolismo dei macronutrienti
  • Contribuisce al mantenimento di livelli di glucosio nel sangue

 

Curcuma

  • Esercita un'azione antiossidante
  • Facilita la funzionalità articolare
  • Contrasta i fastidi del ciclo mestruale

 

Cannella

  • Favorisce la funzione digestiva
  • Contribuisce all'eliminazione dei gas intestinali
  • Contribuisce alla regolarità del transito intestinale
  • Esercita un'azione antiossidante
  • Contribuisce al metabolismo dei carboidrati
  • Esercita un'effetto balsamico
  • Favorisce la funzionalità delle vie respiratorie

 

Zenzero

  • Facilita la funzione digestiva
  • Contribuisce alla regolare la motilità gastrointestinale e all'eliminazione dei gas
  • Esercita un'azione antinausea
  • Contribuisce alla regolare funzionalità dell'apparato cardiovascolare
  • Favorisce la circolazione del sangue
  • Contribuisce alla funzionalità articolare
  • Contribuisce al contrasto degli stati di tensione localizzati
  • Contribuisce al contrasto dei dolori durante la fase mestruale

 

Chiodi di garofano

  • Contribuisce alla funzione digestiva
  • Favorisce la regolare motilità gastrointestinale e l'eliminazione dei gas
  • Contribuisce al benessere di naso e gola
  • Esercita un effetto balsamico
  • Esercita un'azione antiossidante
  • Facilita la regolarità del transito intestinale
  • Contribuisce al metabolismo dei carboidrati

 


Origano

  • Contribuisce alla funzione digestiva
  • Favorisce la regolare motilità gastrointestinale e l'eliminazione dei gas
  • Facilita la fluidità delle secrezioni bronchiali
  • Esercita un effetto balsamico
  • Esercita un'azione antiossidante
  • Contribuisce alle naturali difese dell'organismo

 

Pepe nero

  • Contribuisce all funzione digestiva
  • Facilita la regolarità del transito intestinale
  • Favorisce la regolare motilità gastrointestinale e l'eliminazione dei gas
  • Contribuisce alla regolare funzionalità dell'apparato cardiovascolare
  • Esercita un'azione antiossidante

 

Tè verde

  • Facilita il drenaggio dei liquidi corporei
  • Contribuisce all'equilibrio del peso corporeo
  • Contribuisce alle normale funzionalità intestinale
  • Tonico ideale per la stanchezza fisica e mentale
  • Esercita un'azione antiossidante

 

Vite rossa

  • Contribuisce alla funzionalità del microcircolo (pesantezza delle gambe)
  • Esercita un'azione antiossidante
  • Facilita il ReTrofismo e la funzionalità della pelle
  • Contrasta i disturbi del ciclo mestruale
  • Facilita la funzionalità articolare

 

Pino

  • Contribuisce al benessere di naso e gola
  • Esercita un effetto balsamico
  • Esercita un'azione antiossidante
  • Facilita le funzionalità delle prime vie respiratorie
  • Contribuisce alla fluidità delle secrezioni bronchiali
  • Favorisce il drenaggio dei liquidi corporei

 

Rosa Rhodiola

  • Tonico ideale nel contrasto a stanchezza fisica e mentale
  • Contrubuisce al normale tono dell'umore

 

Magnolia

  • Facilita la funzione digestiva
  • Regola la motilità gastrointestinale e l'eliminazione dei gas
  • Favorisce il drenaggio dei liquidi corporei
  • Contribuisce alla fluidità delle secrezioni bronchiali
  • Facilita il riequilibrio flora batterica orale
  • Contribuisce alla regolarità del ciclo mestruale
  • Facilita la funzionalità articolare
  • Facilita la funzionalità delle prime vie respiratorie
  • Tonico ideale nel contrasto a stanchezza fisica e mentale

 

Schisandra

  • Esercita un'azione antiossidante
  • Esercita una funzione epatica
  • Contribuisce alla funzionalità delle prime vie respiratorie

 

Cordyceps sinensis 

  • Contribuisce alla funzionalità delle prime vie respiratorie
  • Favorisce le naturali difese dell'organismo
  • Esercita un'azione tonica e di sostegno metabolico

 

Ginseng

  • Esercita un'azione antiossidante
  • Tonico ideale nel contrasto a stanchezza fisica e mentale
  • Contribuisce al metabolismo dei carboidrati

 

Tribulus terrestris

  • Esercita un'azione tonica e di sostegno metabolico
  • Tonico ideale nel contrasto a stanchezza fisica e mentale
  • Contribuisce alla funzionalità delle vie urinarie
  • Facilita la funzione digestiva

 

Omega 3 (acido alfa linoleico, acido eicosapentaenoico e acido docosaesaenoico)

  • L’ALA contribuisce al mantenimento di livelli normali di colesterolo nel sangue
  • L’EPA e il DHA contribuiscono alla normale funzione cardiaca

 


Melatonina

  • Contribuisce alla riduzione del tempo per addormentarsi

 


Psillio

  • Facilita la regolarità del transito intestinale
  • Esercita un'azione emolliente e lenitiva dell'apparato digerente
  • Contribuisce alla modulazione/limitazione dell’assorbimento dei nutrienti
  • Favorisce il metabolismo dei lipidi e dei carboidrati
  • Contribuisce al normale volume e alla consistenza delle feci
  • Esercita un effetto prebiotico

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Per approfondimenti:

Vanity Fair "Gli integratori per rinforzare il sistema immunitario"

Vanity Fair "I migliori integratori per le difese immunitarie"

LEGGI ANCHE:Autunno in salute. Tra alimentazione e integrazione, la scorta di vitamine e minerali

Vitamine e sali minerali: i principali alleati di adulti e bambini

Antiossidanti: alleati degli sportivi, contrastano i radicali liberi

Spezie e rimedi naturali, a tavola con i potenti alleati del benessere

 

 

Pubblicato in Informazione Salute
Venerdì, 18 Dicembre 2020 08:00

L'alimentazione, la grande alleata dei nostri occhi

L’importanza incompresa della vista. Non tutti sanno che la maggior parte, ovvero l’80% delle informazioni che riceve il nostro cervello quotidianamente sono visive. Dall’inquinamento alla stanchezza, dallo stress ai batteri. Ogni giorno i nostri occhi vengono messi a dura prova da una serie di fattori che potrebbero danneggiarli per questo è importante prendersene cura e non trascurarli in primis mangiando i cibi giusti. Difatti, un regime nutrizionale variegato dovrebbe contenere alimenti ricchi di antiossidanti, contenenti vitamine, in particolare A e C oltre a omega 3 che proteggono contro la formazione dei radicali liberi, rallentando di conseguenza i segni dell’invecchiamento come la perdita di acutezza visiva, deterioramento della retina, cataratta o glaucoma. Le cellule del nostro corpo sono costituite da molecole, a loro volta formate da atomi legati tra loro. Le molecole “di scarto”, o meglio note come radicali liberi, sono prodotte dal normale metabolismo cellulare e hanno la peculiarità di essere particolarmente reattive, poiché presentano un elettrone libero, pronto a interagire con altri elettroni. Tuttavia, una concentrazione di radicali liberi diventa causa di stress ossidativo, condizione che gioca un influenza negativa su un gran numero di patologie, tra cui anche della vista. Secondo Clinica Baviera, una delle più importanti aziende oftalmologiche in Europa, una dieta ricca di nutrienti e vitamine si dimostra un valido supporto nel rinforzo della vista e nella prevenzione o nel posticipo di malattie agli occhi. Proprio per questo motivo, gli esperti consigliano i migliori alimenti per i nostri occhi:

CATARATTA, prevenzione e remissione con Life 120 

Pesce azzurro

Ricco di proteine e omega 3, contiene proteine simili a quelle contenute nelle uova e nella carne oltre a minerali come iodio, magnesio, fosforo, calcio e ferro. L’accumulo di grasso presente nella muscolatura di questi particolari pesci è dovuto alla loro abitudine di nuotare per lunghe distanze, spostandosi lontano e spesso. Inutile ricordare poi che questo grasso insaturo è un toccasana per la nostra salute e prezioso aiuto nella riduzione del 30% del rischio di malattie coronariche. Inoltre, abbassa la pressione sanguigna e il colesterolo cattivo (LDL), motivo per cui fa bene alla nostra salute in generale, non solo alla vista. Nello specifico, aiuta a trattare i problemi derivanti dal nervo ottico, la sindrome dell’occhio secco e la degenerazione maculare legata all’età. E ancora, per la presenza di mercurio, gli esperti consigliano di alternare pesci grandi (come il pesce spada, il tonno, il salmone e il luccio) con pesci più piccoli (come sgombro, sardine e acciughe). Consigliato anche di alternarlo con pesci bianchi (orata, pezzonia, merluzzo, baccalà, rombo, scorfano) fonte di vitamina B, fosforo, ferro e calcio.

Ribes


Costituito da piccole bacche traslucide dal sapore agrodolce. Questo frutto è ricco di vitamine A e C e di altri antiossidanti essenziali per la vista. Non tutti conoscono i notevoli benefici di questo alimento per la salute visiva, difatti, sia il ribes nero che quello rosso presentano una notevole quantità di flavonoidi e antociani che si distinguono per la loro azione protettiva dei piccoli vasi sanguigni, che sono quelli che raggiungono la retina e prevengono le malattie degenerative della vista. Secondo quanto riportato dagli esperti di Clinica Baviera 100 grammi di ribes nero contengono fino a 270 milligrammi di antociani. Insomma, un quantitativo non indifferente e, ad oggi, ancora non riscontrata in altri ingredienti naturali fondamentali per i nostri occhi. Inoltre, i ribes hanno anche proprietà antinfiammatorie, migliorano il funzionamento dell’apparato digerente, circolatorio, nervoso e muscolare.

Carota


Fonte per antonomasia di beta-carotene e vitamina A, grazie alle quali prevengono i sintomi dell’invecchiamento in generale e della vista in particolare. Le carote sono anche ricche di fibre, potassio, vitamina C e magnesio e tra le loro proprietà compare quella di neutralizzare l’azione distruttiva dei radicali liberi, motivo per cui hanno un’azione benefica per gli occhi. Migliorano, inoltre, la capacità visiva notturna.


Cavolo rosso


Dall’elevato contenuto di antociani, calcio e potassio proprietà fondamentali per la buona salute dei nostri occhi. Gli antociani sono pigmenti che si trovano nelle cellule delle piante e vengono considerati quasi miracolosi per gli occhi: proteggono i capillari della retina, prevengono malattie visive degenerative, migliorano l’acuità visiva e aiutano nei casi di congiuntivite. È poi ricco di antiossidanti che rafforzano il sistema immunitario e mantengono un buon sistema cardiovascolare.

Sedano


Pianta ombrellifera conosciuta come officinale fin dagli antichi greci per i suoi benefici soprattutto sulla vista. Potente antiossidante, contrasta i radicali liberi grazie al notevole contenuto di vitamine A, B1, B2, B9, C ed E e minerali come potassio, calcio, zinco, ferro e silicio. Riducendo il colesterolo nel sangue e i livelli di glucosio, protegge la salute cardiovascolare e visiva oltre a stimolare le difese dell’organismo e aiuta nella prevenire delle anomalie visive come il glaucoma o la cecità poiché purifica il corpo.


Banana


Rinomate per il loro apporto nutrizionale sono fonte per eccellenza di potassio, ottimo alleato della nostra vista. Inoltre, contribuiscono all’equilibrio dei livelli di acqua nelle cellule, riequilibrano la pressione sanguigna, intervengono nel sistema metabolico, migliorano il funzionamento del cuore e aiutano il sistema nervoso. Regolano la pressione sanguigna, la circolazione e la glicemia e facilitano il corretto funzionamento di vene e arterie degli occhi, contrastando in questo modo la comparsa di patologie nella retina.


Uva


Amica della vista. Contiene alti livelli di magnesio, calcio e altre sostanze nutritive che aiutano gli occhi e fitonutrienti che proteggono l’occhio dagli effetti dell’ossidazione. Inoltre, contribuisce al nutrimento dei capillari e migliora la circolazione, facilitando il flusso sanguigno che si irradia fino alla zona degli occhi.

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Per approfondimenti:

Vicenza Today "Occhi e alimentazione: il cibo che fa bene alla vista"

Liguria Notizie "Una corretta alimentazione alleata della vista"

Agora News "Una corretta alimentazione alleata della vista"

Vanity Fair "Gli integratori per rinforzare il sistema immunitario"

Vanity Fair "Integratori alimentari: quando assumerli e quali scegliere in estate"

Grazia "Cosa mangiare in estate per proteggere la pelle e fare il pieno di vitamine"

Vanity Fair "I migliori integratori per le difese immunitarie"

Il Faro "Quali superfood per un’estate piena di energia"

Sapere Salute "Un’estate vitaminica"

LEGGI ANCHE: Vitamine e sali minerali, alleati contro la caduta dei capelli

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Antiossidanti: alleati degli sportivi, contrastano i radicali liberi

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I radicali liberi incidono nella fase di innesco e nella progressione dell'Alzheimer. Per contro, le persone che soffrono di questa patologia, ma che non sono affette da demenza hanno la capacità di attivare una risposta cerebrale antiossidante efficace a far fronte alla neurodegenerazione causata dal morbo. A dimostrarlo è un nuovo studio pubblicato su The Journal of Neuroscience dal titolo "Oxidative damage and antioxidant response in frontal cortex of demented and non-demented individuals with Alzheimer's neuropathology", frutto della collaborazione tra la University of Texas Medical Branch, l'Oregon Health & Science University e l'Università degli Studi di Roma Tre. L’indagine sottolinea gli eventi molecolari alla base della malattia di Alzheimer, evidenziando il ruolo delle difese antiossidanti contro la neurodegenerazione in soggetti che invece presentano placche amiloidi e grovigli neurofibrillari nel cervello, tratti istopatologici caratteristici di questa patologia. Questo studio rivela la capacità di questi individui di attivare una risposta antiossidante efficiente per far fronte allo stress ossidativo, forse rappresentando uno dei meccanismi con cui rimangono cognitivamente intatti. «Il nostro lavoro - spiegano i ricercatori -, oltre a far progredire la conoscenza sul ruolo dello stress ossidativo nell'AD, può gettare le basi per nuovi approcci terapeutici alla malattia». La demenza è in costante aumento nella popolazione e secondo quanto riporta il Rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità in collaborazione con l’Alzheimer’s Disease International “una priorità mondiale di salute pubblica”. I dati poi non sono certo incoraggianti: 35,6 milioni di persone nel mondo sono affette da demenza, 7,7 milioni di nuovi casi l’anno, un nuovo caso ogni 4 secondi.

Pericolo ALZHEIMER? Quando la preevnzione comincia  a tavola

In Italia, un milione di persone sono colpite da demenza e circa 3 milioni sono direttamente o indirettamente coinvolte nell'assistenza dei loro cari. Tra le forme di demenza, la più comune e devastante è la malattia di Alzheimer, i cui casi potrebbero triplicare nei prossimi 40 anni, in relazione al progressivo invecchiamento della popolazione, con costi sociali ed economici elevatissimi. La malattia di Alzheimer (AD) si caratterizza da una progressiva neurodegenerazione nella corteccia cerebrale, istopatologicamente costituita da placche extracellulari amiloide β (Aβ) e grovigli neurofibrillari intracellulari, costituiti dalla proteina Tau iperfosforilata. La correlazione tra queste caratteristiche patologiche e la demenza è stata messa in discussione dall'emergere di individui "Non-dementi con Neuropatologia di Alzheimer" (NDAN), cognitivamente intatti nonostante presentassero caratteristiche patologiche dell'AD. L'esistenza di questi soggetti suggerisce che vengono attivati alcuni meccanismi sconosciuti per resistere agli eventi dannosi mediati da Aβ. L'accumulo di Aβ influisce sull'equilibrio redox mitocondriale, aumentando lo stato di stress ossidativo, che a sua volta viene proposto come uno dei principali responsabili della patogenesi dell'AD.

Uno scudo nella lotta alla neurodegenerazione

Insomma, questa nuova indagine dimostra che i soggetti con funzioni cerebrali non compromesse hanno la capacità di attivare una risposta cerebrale antiossidante efficace al punto da far fronte alla neurodegenerazione causata dal morbo. Per chiarire la relazione che collega Aβ,post mortemcortecce frontali di entrambi i sessi. L'indagine ha analizzato quantitativamente la distribuzione dell'immunofluorescenza dei marker di danno ossidativo e di SOD2, PGC1α, PPARα, CAT come fattori chiave nella risposta antiossidante, così come l'espressione di miRNA-485, come regolatore a monte di PGC1α. I risultati confermano un drammatico squilibrio redox, associato a difese antiossidanti compromesse nel cervello di AD. Al contrario, gli individui NDAN mostrano un basso danno ossidativo, associato ad alti livelli di sistemi di lavaggio, probabilmente derivante dalla mancanza di inibizione correlata a PGC1α miRNA-485. Analisi comparative nei neuroni e negli astrociti hanno ulteriormente evidenziato i meccanismi specifici delle cellule per contrastare lo squilibrio redox. Nel complesso, i nostri dati sottolineano l'importanza della regolazione trascrizionale e post-trascrizionale della risposta antiossidante nell'AD.

Lo stress aumenta il rischio di ammalarsi del morbo di Alzheimer

«Lo studio si basa sull'analisi di 34 campioni post-mortem di corteccia cerebrale di soggetti controllo, alzheimeriani e NDAN sia maschili sia femminili ai quali la University of Texas Medical Branch (UTMB) ha accesso grazie alla collaborazione con la Brain Bank dell'Oregon Health & Science University», spiega Giulio Taglialatela, vice direttore del Dipartimento di Neurologia e Direttore del Mitchell Center for Neurodegenerative Diseases della UTMB. «Nei tessuti dei soggetti NDAN – prosegue l’esperto - abbiamo scoperto una differente espressione dei fattori che modulano la risposta antiossidante: in particolare, molecole di microRNA regolatrici negative di fattori di trascrizione della risposta antiossidante, sono presenti a basse concentrazioni negli individui NDAN e altamente espresse nei pazienti alzheimeriani». Da anni «il nostro gruppo di ricerca a Roma Tre si occupa del ruolo dei radicali liberi nella fase di innesco e di progressione della malattia di Alzheimer. Oggi, con questo lavoro, abbiamo un'ulteriore conferma: lo studio, infatti, rivela la capacità dei soggetti NDAN di attivare una risposta cerebrale antiossidante efficace, per far fronte allo stress ossidativo, che rappresenta uno dei meccanismi primari di danno» evidenzia Sandra Moreno, docente di Neurobiologia dello Sviluppo. Tale resilienza innata, aggiunge Moreno «sembra così giustificare le abilità cognitive intatte degli NDAN, che in effetti mostrano livelli di danno ossidativo ai neuroni e alla soglia più bassi rispetto agli AD, simili invece alla condizione normale di controllo».

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Per approfondimenti: 

The Journal Of Neuroscience "Oxidative damage and antioxidant response in frontal cortex of demented and non-demented individuals with Alzheimer’s neuropathology"

Le Scienze "Alzheimer: scoperti i meccanismi delle difese antiossidanti contro la neurodegenerazione"

La Stampa "Il cacao previene e inibisce l’Alzheimer"

Corriere della Sera "Mangiare cacao contro l'Alzheimer"

Hypertension "Benefits in Cognitive Function, Blood Pressure, and Insulin Resistance Through Cocoa Flavanol Consumption in Elderly Subjects With Mild Cognitive Impairment"

Medi Magazine "Estratto di cacao per la cura e prevenzione dell’Alzheimer"

Eurosalus "Il cacao che cura l'Alzheimer"

Today "Alimentazione e Alzheimer, cosa dice la scienza? Gli studi che fanno chiarezza"

LEGGI ANCHE: Nuovi studi sul cacao: una spolverata di benessere che previene e inibisce l’Alzheimer

Rivista Neurology: alti livelli di zucchero nel sangue sono legati alla demenza e Alzheimer

Università di Lille: il consumo di caffè previene il morbo di Alzheimer

Columbia University: ecco il perché gli omega 3 proteggono dall'Alzheimer

 

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Dall’alterazione del collagene allo scorbuto, la malattia del passato si riaffaccia nel mondo occidentale. Prende il nome di scorbuto la patologia che deriva dalla carenza di vitamina C. Situazione in cui il collagene, presente nell’organismo, diviene instabile e poco efficiente minando la funzionalità di altri enzimi presenti nel nostro corpo. Macchie cutanee e sanguinamento, gengive "spugnose", crescita dei capelli "a cavatappi" e scarsa guarigione delle ferite tra i principali sintomi di questo deficit vitaminico. Ma anche lesioni cutanee, soprattutto sulle cosce e gambe, pallore, depressione e sporadica attività motoria. Nello scorbuto allo stato avanzato si manifestano poi anche ferite suppuranti, caduta di denti e diverse anomalie ossee. Tra i principali sintomi debolezza, confusione, esaurimento fisico, scarso appetito (che può trasformarsi anche in anoressia), letargia, irritabilità, dolori alle gambe, anemia, gengivite, ematomi, carie, dolori articolari, dolori muscolari, caduta dei capelli, pelle secca, sensibilità alla luce, sbalzi d’umore, depressione, sanguinamento gastrointestinale e mal di testa. Tuttavia è possibile trattarlo attraverso l’integrazione di acido ascorbico. Oltre all’integrazione di vitamina C, è importante modificare anche lo stile di vita necessario a garantire un’assunzione adeguata della vitamina.

VITAMINA C, un concentrato di proprietà e benenfici

Definito da Ippocrate come “ileo ematite”, lo scorbuto è conosciuto anche come "il morbo dei marinai" o "la malattia dei pirati”. Premesso che le riserve di vitamina C del corpo umano sono limitate e si esauriscono entro 1–3 mesi, lo scorbuto era comune tra gli equipaggi impegnati nelle lunghe traversate oceaniche, e quindi, non avevano scorte alimentari fresche e sufficienti. Verso la fine del 1700, la marina britannica sapeva che lo scorbuto poteva essere curato consumando arance e limoni, oggi invece, sappiamo che lo scorbuto può essere evitato assumendo quotidianamente vitamina C. Ampiamente dimostrata, inoltre, l’associazione tra la carenza di vitamina C e le aree a basso status socioeconomico. Tra gli altri fattori di rischio di questa carenza possiamo includere alcolismo, dieta squilibrata, fumo, disturbi alimentari, diabete del tipo 1, disturbi del tratto gastrointestinale (come ad esempio il morbo di Crohn, la celiachia), obesità, febbre alta, infiammazioni e invecchiamento.

Cause, sintomi e prevenzione

Più volte ci siamo soffermati sugli aspetti deficitari della nostra alimentazione e sull'importanza di integrare la propria dieta con degli specifici micronutrienti. Insomma, lo scorbuto è una malattia dovuta a carenza alimentare o a insufficiente assorbimento intestinale di vitamina C, caratterizzata da un estremo deperimento dell'organismo, oltre che da manifestazioni emorragico-ulcerose della cute, delle mucose e degli organi interni. E anche se in passato colpiva i marinai o comunque le categorie più disagiate, oggi torna nei Paesi ricchi a causa della cattiva alimentazione. Già qualche anno fa un gruppo di ricercatori australiani ha raccontato su Diabetic Medicine di 11 casi di scorbuto, diagnosticati in pazienti diabetici la cui dieta era particolarmente povera di frutta e verdura. Infatti pochi sanno che tra le altre cause compare anche un’alimentazione squilibrata poiché una carenza di vitamina C superiore ai tre mesi porta a questa malattia. Inoltre, lo scorbuto può portare persino alla morte: il nostro corpo, alle prese con una grave carenza, non riesce né a produrre né a stoccare l’acido ascorbico e la mancanza di questa vitamina può portare a gravi conseguenze.

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Nella figura il meccanismo schematico in cui una IA di vitamina C potrebbe modulare funzioni specifiche dei neutrofili (ROS e TNFα, mediata da IL-1β), inibendo le vie coinvolte nella formazione della trappola extracellulare dei neutrofili (NETosis) e riducendo la produzione incontrollabile di citochine infiammatorie nell'alveolare spazio. Potenziali effetti sulla riduzione della produzione di citochine sono stati ipotizzati anche nei linfociti e nei macrofagi. ROS, specie reattive dell'ossigeno; NFkB, fattore di trascrizione nucleare kappa B; ┴, stimolo di inibizione; freccia tratteggiata, effetto o produzione ridotti.

Necessaria per numerosi processi di idrossilazione catalizzati da alcune ossigenasi (enzimi), la vitamina C supporta tantissime funzioni importanti per la nostra salute:

  • Preziosa per la funzione immunitaria:
  1. stimola la produzione di interferoni, che proteggono le cellule dagli attacchi virali;
  2. stimola la proliferazione dei neutrofili;
  3. protegge le proteine dall'inattivazione da parte dei radicali liberi prodotti durante i processi ossidativi.
  • Biosintesi del collagene: interviene nella conversione della prolina in idrossiprolina e della lisina in idrossilisina (mantiene il ferro in forma ridotta);
  • Biosintesi degli acidi biliari;
  • Sintesi della noradrenalina (neurotrasmettitore) a partire dalla dopamina e del triptofano in serotonina;
  • Assorbimento intestinale del ferro
  • Sintesi della carnitina, essenziale per il trasferimento di acili nei mitocondri;
  • Catabolismo della tirosina ad acidi fumarico e acetacetico attraverso la formazione dell'acido omogentisinico;
  • Capacità di ridurre la tossicità di alcuni minerali;
  • Stimolazione della reduttasi del citocromo, responsabile dell'idrossilazione del colesterolo, necessaria per la sintesi dell'acido colico;
  • Favorisce l'uso del selenio a dosi fisiologiche;
  • Attivazione dell'acido folico in acido tetraidrofolico;
  • Regolazione dei livelli endogeni di istamina, inibendone il rilascio e favorendone la degradazione (a scopo terapeutico per prevenire lo shock anafilattico, la pre-eclampsia e la prematurità nelle complicanze della gravidanza);
  • Biosintesi degli ormoni steroidei della corteccia surrenale;
  • Riduzione degli ioni superossidi, dei radicali idrossilici, dell'acido ipocloroso e altri potenti ossidanti, proteggendo la struttura del DNA, delle proteine e delle membrane da eventuali danni;
  • Riduzione dell'efficienza dell'assorbimento intestinale del rame;
  • Azione preventiva nella cancerogenesi da nitrosamine, inibendo la loro sintesi;
  • Insieme alla vitamina E, protegge dal danno ossidativo provocato dai radicali liberi;

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Per approfondimenti:

La gazzetta del Mezzogiorno "Lo scorbuto, malattia del passato, nota come morbo dei marinai"

Affari Italiani "Scorbuto, allarme. Poca vitamina C e ci si ammala di scorbuto. Rischio morte"

La Stampa "Così lo “scorbuto” dei marinai del ’500 venne sconfitto con gli agrumi"

Frontiers in Immunology “The Long History of Vitamin C: From Prevention of the Common Cold to Potential Aid in the Treatment of COVID-19

PubMed "Evolution and the need for ascorbic acid"

MDPI "Vitamin C and Immune Function"

LEGGI ANCHE: Storia della vitamina C: dalla prevenzione del raffreddore al trattamento del Covid

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La risposta alla pandemia? Confermato e poi contestato il ruolo dell’acido ascorbico nel trattamento del coronavirus. Nel corso degli ultimi mesi, sono state avanzate diverse tesi su questo prezioso nutriente, somministrato ad alte dosi ai pazienti ospedalizzati. Sull’efficacia della vitamina C nel contrasto al Covid provano a far luce un gruppo di ricercatori dell’Università di Augusta. Attualmente, sono in corso almeno una trentina di studi clinici attraverso cui gli esperti stanno valutando gli effetti della somministrazione di vitamina C – anche in combinazione con altri farmaci – nel trattamento dell’infezione da Sars-Cov-2. E nonostante le ricerche non abbiano ancora fornito risultati necessari a ribaltare tutte le tesi contrarie, le prime osservazioni suggerirebbero un fondamentale aiuto, soprattutto in alcuni pazienti. Secondo gli studiosi che esplorano da tempo gli effetti della vitamina C sull’invecchiamento questi, potrebbero dipendere da diversi fattori, in particolare dai livelli di trasportatori di vitamina C presenti in ciascuno di noi. «Esistono diverse variabili, sulle quali ci sono poche informazioni e da cui può dipendere l’efficacia della somministrazione di vitamina. Queste comprendono l’età, la razza, il sesso, e soprattutto i livelli di espressione dei trasportatori di vitamina C e il polimorfismo» spiegano in uno studio pubblicato sulla rivista Aging and Disease .

In tal senso, gli studiosi raccomandano di non trascurare questi importanti fattori per valutare l’effettiva efficacia nel trattamento di Covid-19 per esaminare il beneficio della vitamina C anche in altre condizioni. «Con l’aumento esponenziale del tasso di infezione da coronavirus e della mortalità – precisano nello studio -, ricercatori, medici e agenzie governative di tutto il mondo si stanno concentrando sul riposizionamento di farmaci con profili di sicurezza noti, tra cui la vitamina C. Il trattamento con vitamina C è riconosciuto per il suo effetto benefico nel prevenire/neutralizzare la risposta infiammatoria, ridurre lo stress ossidativo e stimolare gli interferoni e altre citochine antivirali», peculiarità che rendono la vitamina C importante nella terapia di contrasto al virus. Inoltre, «sarà interessante comprendere se la vitamina C potrà essere specificamente efficace nel trattamento di pazienti Covid-19 che sono più anziani, hanno malattie pregresse o appartengono a popolazioni afroamericane. C’è inoltre un’urgente necessità di indagare sulla relazione diretta tra i livelli sierici/plasmatici di vitamina C nel tasso di infezione da COVID-19 e nella gravità della malattia» concludono i ricercatori.

Dal trattamento agli altri fattori

In tal senso appare evidente il ruolo benefico della vitamina C come antiossidante e antinfiammatorio che ha portato l’intera comunità scientifica a indagare sull’efficacia e sugli effetti di alte dosi di vitamina C nel trattamento e nella riduzione delle complicanze relative a una serie di infezioni virali, tra cui quella provocata dal nuovo coronavirus Sars-Cov-2. La sindrome respiratoria acuta grave Coronavirus 2 (SARS-CoV-2) si è diffusa in tutto il mondo a un ritmo esponenziale, portando a milioni di persone che sviluppano la malattia associata chiamata COVID-19. A causa della natura nuova e dell’assenza di immunità negli esseri umani, c'è stato uno sforzo globale collettivo per trovare trattamenti efficaci contro il virus. Questo ha portato la comunità scientifica a riutilizzare farmaci approvati dalla Food and Drug Administration (FDA) con profili di sicurezza noti. Tra i molti farmaci possibili, la vitamina C è stata nella rosa dei possibili interventi a causa del suo ruolo benefico come potenziatore immunitario e delle sue intrinseche proprietà antiossidanti. Al centro della discussione: la funzione intracellulare e le proprietà intrinseche della vitamina C. Questa ricerca fornisce, inoltre, una revisione completa dell’indagine pubblicata relativa alle differenze nell'espressione del trasportatore della vitamina C in diverse condizioni fisiopatologiche. Infine, è stata esaminata l'efficacia della somministrazione di vitamina C nel trattamento delle infezioni virali e delle condizioni potenzialmente letali. Nel complesso, lo studia mira a presentare le informazioni esistenti circa la misura in cui la vitamina C potrebbe essere un trattamento efficace per COVID-19 e le relative spiegazioni sul motivo per cui potrebbe funzionare, ancor più in alcuni individui.

VITAMINA C, un concentrato di proprietà e benefici

La pandemia globale del coronavirus in corso, nota anche come COVID-19, ha avuto un impatto significativo sulla salute mondiale. La terapia endovenosa ad alte dosi di vitamina C è nella rosa dei potenziali regimi farmacologici testati per l'efficacia nel trattamento del COVID-19. Diversi ricercatori e medici hanno ipotizzato che l'uso di acido ascorbico potrebbe ridurre l'infezione da SARS-CoV-2 attraverso la capacità degli integratori di aumentare la risposta immunitaria insieme alla diminuzione della gravità della risposta infiammatoria mediata dal virus. Numerosi studi supportano la scoperta che una dose elevata di vitamina aiuta a rafforzare il sistema immunitario.

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Nella figura il meccanismo schematico in cui una IA di vitamina C potrebbe modulare funzioni specifiche dei neutrofili (ROS e TNFα, mediata da IL-1β), inibendo le vie coinvolte nella formazione della trappola extracellulare dei neutrofili (NETosis) e riducendo la produzione incontrollabile di citochine infiammatorie nell'alveolare spazio. Potenziali effetti sulla riduzione della produzione di citochine sono stati ipotizzati anche nei linfociti e nei macrofagi. ROS, specie reattive dell'ossigeno; NFkB, fattore di trascrizione nucleare kappa B; ┴, stimolo di inibizione; freccia tratteggiata, effetto o produzione ridotti.

La vitamina C, nota anche come acido ascorbico, è una delle vitamine essenziali necessarie alle specie di mammiferi per sopravvivere e prosperare. Attraverso l'evoluzione, la specie homo sapiens ha perso la capacità di sintetizzare la vitamina C a causa dell'inattivazione del gene della gluconolattone ossidasi. Tuttavia, frutta e verdura come fragole, arance e broccoli sono ricchi di vitamina C e prontamente disponibili per il consumo umano. Bassi livelli di vitamina C potrebbero causare una miriade di problemi, con carenze prolungate portando persino allo scorbuto, una malattia spesso associata ai marinai nell'800 (a causa della mancanza di frutta e verdura fresca) in mare. Sintomi come gengive sanguinanti, cicatrizzazione anomala delle ferite e febbre sono comunemente associati alla malattia e possono essere attribuiti all'incapacità di alcuni enzimi di funzionare correttamente, specialmente quelli coinvolti nella sintesi del collagene. Inoltre, è stato notato da studi precedenti che i pazienti affetti da varie condizioni fisiopatologiche quali diabete, COPD, ipertensione cronica e virale sepsi indotta, sono diminuiti i livelli di siero e plasma vitamina C. Ciò ha portato a studi sull'uso della somministrazione endovenosa di vitamina C per il trattamento di pazienti affetti da malattie gravi e croniche nonché infezioni virali come COVID-19.

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Per approfondimenti:

Aging & Disease "Low level of Vitamin C and dysregulation of Vitamin C transporter might be involved in the severity of COVID-19 Infection"

Fanpage "L’efficacia della vitamina C come cura per Covid dipende da più fattori"

Sanders JM, Monogue ML, Jodlowski TZ, Cutrell JB (2020) "Pharmacologic treatments for coronavirus disease 2019 (COVID-19): a review

Shanmugaraj B, Siriwattananon K, Wangkanont K, Phoolcharoen W (2020) "Perspectives on monoclonal antibody therapy as potential therapeutic intervention for Coronavirus disease-19 (COVID-19)"

Qin X, Liu J, Du Y, Li Y, Zheng L, Chen G, et al. (2019) "Different doses of vitamin C supplementation enhances the Th1 immune response to early Plasmodium yoelii 17XL infection in BALB/c mice"

Bozonet SM, Carr AC, Pullar JM, Vissers M (2015) "Enhanced human neutrophil vitamin C status, chemotaxis and oxidant generation following dietary supplementation with vitamin C-rich SunGold kiwifruit"

Frontiers in Immunology “The Long History of Vitamin C: From Prevention of the Common Cold to Potential Aid in the Treatment of COVID-19

PubMed "Evolution and the need for ascorbic acid"

MDPI "Vitamin C and Immune Function"

Il Messaggero "Covid, influenza stagionale e coronavirus: come distinguere i sintomi in caso di febbre"

Centro meteo italiano "Coronavirus, influenza stagionale e raffreddore, come distinguerli: i sintomi e le caratteristiche"

Corriere della Sera "Coronavirus, come incide la dieta sulla forza del sistema immunitario"

Salute Prevenzione "Nella guerra contro i Virus la scienza si dimentica sempre del Sistema Immunitario"

Philippe Lagarde "Libro d'oro della prevenzione: difendere la salute con gli integratori alimentari e le vitamine"

Sapere "I sistemi di difesa dell'organismo"

Corriere del Mezzogiorno "Coronavirus, come difendersi a tavola"

Il fatto alimentare "Coronavirus: dieta e trattamenti terapeutici naturali proposti da docenti di medicina"

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Obiettivo: forti e sane! Se si presentano fragili o dal colorito giallastro è colpa della lamina, assottigliatasi nel tempo a causa delle carenze nutrizionali. Tra le altre cause che indeboliscono le nostre unghie, indubbiamente il frequente utilizzo di acqua e, ancor più, soprattutto in questo periodo dove siamo costretti a disinfettare costantemente le mani per evitare il rischio di contagio, proprio gli igienizzanti. Il sostegno principale per contrastarne l’indebolimento arriva proprio da importanti nutrienti: aminoacidi, vitamine e sali minerali. Preziosi e indispensabili, non solo per le nostre unghie, ma per l'intero organismo. Facilitano processi interni e rafforzano il sistema immunitario. «Le unghie sono una parte dell’epidermide. Sono costituite principalmente da cellule morte, i corneociti, e sono ricche di cheratina», spiega a Gazzetta Act!ve la dottoressa Emanuela Russo, dietista INCO (Istituto Nazionale per la Cura dell’Obesità) dell’IRCCS Policlinico San Donato di Milano. Tra le principali cause di questa fragilità ci sono proprio queste carenze nutrizionali. Inoltre, autunno e inverno non sono di certo nostri alleati. Per garantire la buona salute delle nostre unghie, la beauty routine inizia proprio dall’alimentazione. Quella bilanciata, corretta e ricca di sostanze benefiche è il principale rimedio naturale. A tavola con i nostri alleati! Non solo per le unghie, ma anche per il benessere del nostro corpo, uno stile di vita sano e allora puntiamo soprattutto nella scelta di cibi ricchi di vitamine e minerali.

«Quando le unghie sono fragili o hanno un colorito giallastro spesso questo è dovuto al fatto che la lamina è molto sottile a causa di carenze nutrizionali. Queste possono derivare da disturbi alimentari o da stress importanti a livello fisico (come allenamenti esagerati non supportati da adeguate integrazioni alimentari) o psicofisico. In tutti questi casi osserviamo unghie fragili e capelli che cadono. Le due cose sono correlate». Inoltre, l’esperta evidenzia le sostanze che non dovrebbero mai mancare in una dieta. Primi tra tutti gli aminoacidi. «Gli aminoacidi – sottolinea la dietista - sono i mattoni che costituiscono le proteine. Li troviamo quindi soprattutto nelle fonti proteiche ad alto valore biologico come quelle animali: carne, pesce, uova». E poi anche le vitamine A, B, C ed E. «La vitamina A (retinolo) – spiega l’esperta - è presente in particolare nel tuorlo dell’uovo, nei crostacei, nella frutta e negli ortaggi di colore rosso-arancione. La vitamina C (acido ascorbico) è reperibile nella frutta acidula (in particolare agrumi e fragole), nei pomodori, nel prezzemolo, nella lattuga, nel radicchio, nei broccoli e nei cavoli». Per quanto riguarda i sali minerali, invece, sono importanti zinco, selenio, rame, ferro, calcio e silicio. «Il ferro è presente in particolare nella carne, nelle frattaglie, nel fegato, nel tuorlo d’uovo. Lo zinco si trova nel fegato, nella carne e nei molluschi (ostriche specialmente). Il rame è contenuto nelle noci […]. Il calcio è presente […] nella frutta secca, nei broccoli e nei cavolfiori. Il silicio si trova […] negli ortaggi» conclude la nutrizionista.

A tavola con i nutrienti del benessere

Tra gli altri micronutrienti ricchi di minerali e vitamine anche i semi di lino. Fonte per eccellenza di ferro, fosforo, selenio, zinco e vitamina E contribuisco al benessere delle nostre unghie. A tal proposito, e ancor più per evitare di incorrere in queste carenze, sarebbe buona abitudine giocare d’anticipo, bilanciando la dieta con determinati nutrienti e con i preziosi integratori alimentari al fine di fornire alle nostre unghie e anche al nostro corpo, lo scudo necessario. Ovviamente, «non esiste una regola per l’assunzione, l’integratore va usato finché ce n’è bisogno (ovvero, laddove necessario, anche per sempre). Normalmente si assumo con dei cicli, [...] ma bisogna essere consapevoli che i benefici non durano per sempre, ma solo durante l’integrazione» spiega a Vanity Fair, Filippo Ongaro, ex medico degli astronauti ed esperto in nutrizione ed integratori. Tuttavia, non esistono integratori alimentari specifici per colmare particolari carenze oltre, ovviamente, ai segnali che emette il nostro corpo in risposta alle diverse condizioni esterne come, nel caso specifico, l’indebolimento delle nostre unghie. Difatti, questi integratori ci aiutano ad avere valori sempre ottimali, e quindi, l’organismo ben protetto e, il valore ottimale di alcuni nutrienti nell'organismo è fondamentale per avere un sistema immunitario capace di proteggerci anche da virus e influenze stagionali.

INTEGRAZIONE ALIMENTARE,preziosa per il benessere psicofisico

 

Tra i rimedi home made anche un trucco alla portata tutti con due ingredienti sempre presenti nelle nostre cucine: olio di oliva extravergine e limone per rinforzare. Infatti, l’olio di oliva è il curativo naturale più conosciuto e utilizzato per rinforzare le unghie e proprio per le sue notevoli proprietà, viene inserito nella formulazione di tante creme cosmetiche specifiche per mani e unghie. Il consiglio è quello di adottare questo metodo quotidianamente. Per trarre i maggiori benefici dall’olio extravergine per le unghie fragili, intingere la punta delle dita in una ciotola con l’olio e lasciate in ammollo per circa dieci minuti. Per un’azione più efficace possiamo unire il limone, utile anche a smacchiare unghie ingiallite o rovinate dall'utilizzo di prodotti troppo aggressivi. Uniamo a due cucchiai di olio extravergine di oliva un cucchiaio di succo di limone, cospargiamo sulle mani con un massaggio delicato su unghie e cuticole, infiliamo guanti di cotone o seta e lasciamo agire l’impacco per una mezzora. Inoltre, per potenziare l'azione nutritiva ed emolliente, si presentano come ottimi alleati del benessere anche uova e miele. Un uovo e un cucchiaio di miele in aggiunta al composto precedentemente preparato per un concentrato ancora più nutriente. In ultimo, ma non per importanza, un potente detossinante. L’aloe vera ha dimostrato di possedere interessanti proprietà. Per unghie (e mani) perfette basta versare un cucchiaio di gel di aloe vera e diluirlo con qualche goccia di olio EVO. Il composto ottenuto si trasformerà in un impacco "miracoloso" dall’effetto rigenerante.

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Per approfondimenti:

Gazzetta dello Sport "La dieta per unghie sane e forti: aminoacidi, vitamine, minerali. Ecco quelli giusti"

TGcom24 "Come avere unghie sane e forti con i rimedi naturali"

Il Giornale "Il cibo e i nostri capelli Ecco come custodirli

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La vitamina C (o acido ascorbico) svolge un ruolo importante nel normale funzionamento del sistema immunitario e il suo utilizzo nella prevenzione e nella cura delle infezioni ha attirato l'interesse di medici e ricercatori per quasi un secolo. Numerosi sono gli articoli pubblicati sull’argomento, sebbene sia noto che una carenza di vitamina C dovuta a un basso apporto nutritivo porti a una maggiore suscettibilità alle infezioni. Inoltre, come tutti sanno, un apporto maggiore di vitamina C, per contro, potenzia il sistema immunitario e l'uso degli integratori è considerato un rimedio, soprattutto invernale, per prevenire le malattie infettive. Oltre all’influenza c’è di più. Difatti, a peggiorare lo scenario, anche la rapida diffusione mondiale della SARS-CoV2 e la conseguente emergenza pandemica riconosciuta dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) richiede urgentemente uno sforzo globale per identificare tutto ciò che può curare i sintomi e ridurre i decessi. 46.509.232 milioni di contagiati e oltre 1.200.361 di morti nel mondo, numero in costante aumento. E anche se attualmente, nessuna terapia antivirale specifica è stata approvata per la cura del Covid-19, è importante proteggersi e prevenire questo virus con tutti i mezzi a disposizione.

VITAMINA C, un concentrato di proprietà e benefici

Tuttavia, è anche vero che una dieta equilibrata capace di soddisfare l'assunzione giornaliera di vitamina C influisce positivamente sul sistema immunitario e contribuisce, di conseguenza, alla riduzione della suscettibilità alle infezioni. Lo studio “The Long History of Vitamin C: From Prevention of the Common Cold to Potential Aid in the Treatment of COVID-19”, pubblicato su Frontiers in Immunology, rivista ufficiale dell’International Union of Immunological Societies (IUIS), nasce con lo scopo di riassumere il ruolo immunologico della vitamina C, analizzando i suoi potenziali effetti se utilizzata come integratore alimentare, sui meccanismi coinvolti durante le infezioni virali respiratorie oltre a evidenziare gli effetti di questo prezioso nutriente nel trattamento della sepsi grave e delle condizioni di ARDS (Sindrome da distress respiratorio acuto). L’indagine mette in luce anche l’alto rischio che nelle categorie come obesi, diabetici, cardiopatici, anziani, etc…, l'integrazione con vitamina C potrebbe ridurre i marcatori dell'infiammazione, quindi di conseguenza la suscettibilità all’infezione e l'eventuale sviluppo della malattia stessa. Inoltre, in queste categorie di persone un'integrazione di vitamina C potrebbe modulare l'infiammazione, con potenziali effetti positivi sulla risposta immunitaria alle infezioni. Tuttavia, anche se l'impatto di un'assunzione orale maggiore di vitamina C sulla durata del raffreddore e sulla prevenzione o il trattamento della polmonite è ancora in discussione, dall'altra parte appare ormai confermata quella che prima era solo un'ipotesi: l'infusione di vitamina C nel trattamento per COVID-19 sui pazienti ricoverati in ospedale tra cui anziani o con importanti patologie. In sostanza, riassumendo gli studi più rilevanti dalla prevenzione e cura delle comuni patologie respiratorie all'uso della vitamina C in condizioni di malattia critica, con l'obiettivo di chiarirne la potenziale applicazione durante un'infezione acuta da SARS-CoV2, un'integrazione di vitamina C potrebbe modulare l'infiammazione, con potenziali effetti positivi sulla risposta immunitaria alle infezioni.

La ricerca tra integrazione e prevenzione

Il comune raffreddore è una delle infezioni virali delle alte vie respiratorie (URTI) più diffuse, caratterizzata da tosse, stanchezza, febbre, mal di gola e dolori muscolari, che persistono per un periodo che va da pochi giorni a non più di 3 settimane. Con "raffreddore comune" si fa generalemente riferimento a una sindrome aspecifica causata da diversi virus, sebbene il rinovirus sia il patogeno coinvolto più frequentemente, essendo presente nel 30-50% dei malati. Le evidenze scientifiche secondo cui un apporto molto elevato di vitamina C potrebbe portare a una minore suscettibilità alle infezioni delle vie respiratorie ha origine dalle teorie di Linus Pauling pubblicate negli anni Settanta. Secondo Pauling, un'assunzione giornaliera di vitamina C di 1.000 mg può ridurre l'incidenza del raffreddore di circa il 45% e l'assunzione giornaliera ottimale di vitamina C per vivere in modo sano e prevenire le malattie dovrebbe essere di almeno 2,3 g. Il COVID-19 è una nuova forma di polmonite virale riconosciuta a livello mondiale, causata dall'infezione da SARS-CoV2. La sintomatologia spesso inizia entro 2 settimane dal contagio e comprende principalmente febbre, affaticamento, tosse e mancanza di respiro. Le attuali conoscenze suggeriscono che mentre la maggior parte dei soggetti infetti (80% -90%) mostra sintomi lievi o può essere asintomatica, circa il 5% può sviluppare polmonite, ARDS e disfunzione multiorgano che porta alla morte. Premesso questo è indiscutibile che uno stato nutrizionale ottimale riduca efficacemente l'infiammazione e lo stress ossidativo, migliorando la regolazione del sistema immunitario. Inoltre, un'integrazione di vitamina C potrebbe essere efficace per migliorare lo stato di salute dei pazienti considerati ad alto rischio di infezioni virali, ovvero delle categorie già citate.

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Nella figura il meccanismo schematico in cui una IA di vitamina C potrebbe modulare funzioni specifiche dei neutrofili (ROS e TNFα, mediata da IL-1β), inibendo le vie coinvolte nella formazione della trappola extracellulare dei neutrofili (NETosis) e riducendo la produzione incontrollabile di citochine infiammatorie nell'alveolare spazio. Potenziali effetti sulla riduzione della produzione di citochine sono stati ipotizzati anche nei linfociti e nei macrofagi. ROS, specie reattive dell'ossigeno; NFkB, fattore di trascrizione nucleare kappa B; ┴, stimolo di inibizione; freccia tratteggiata, effetto o produzione ridotti.

Ma non è tutto. Infatti, un'integrazione di vitamina C potrebbe modulare l'infiammazione, con potenziali effetti positivi sulla risposta immunitaria alle infezioni. Soprattutto in casi particolari. Tra questi, la sepsi, una disfunzione d'organo pericolosa per la vita causata da una ridotta risposta dell'ospite all'infezione, caratterizzata da un drammatico fallimento del sistema circolatorio, metabolico e immunitario e riconosciuta come la causa principale di morte per infezione: i pazienti che sviluppano shock settico possono avere tassi di mortalità fino al 50%. In queste condizioni cliniche la letteratura mostra che alte dosi di vitamina C per infusione endovenosa possono ridurre la produzione di citochine infiammatorie connesse e potenzialmente migliorare i risultati importanti quali la durata del tempo di ventilazione meccanica e mortalità. Ciò è di particolare importanza poiché la sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) è una delle condizioni gravi più frequenti registrate nei pazienti COVID-19. L'ARDS è una sindrome grave e, in alcuni casi fatale, caratterizzata da una forte risposta infiammatoria con massiccio danno alveolare e insufficienza multiorgano, che richiede un trattamento in unità di terapia intensiva (ICU). Gli autori dell'indagine hanno poi riportato una percentuale di casi di ARDS di circa il 15% tra i pazienti ospedalizzati con infezione da SARS-CoV2.

Preziosa nella cura delle infezioni

La vitamina C è un nutriente essenziale che deve essere assunto attraverso l'alimentazione poiché gli esseri umani non sono in grado di sintetizzarlo. Il nostro corpo, nel corso del tempo, ha così sviluppato un efficace sistema di adattamento che mantiene le riserve organiche di vitamina C e ne previene la carenza dovuta a un basso apporto alimentare. Questi adattamenti includono una maggiore capacità di assorbimento e riciclaggio della vitamina C rispetto ad altre specie animali (ad esempio capre e rettili), che normalmente sono in grado di produrla. Negli esseri umani, al contrario, il muscolo scheletrico rappresenta il principale contenitore di vitamina C. L'omeostasi della vitamina C è finemente regolata da almeno quattro meccanismi: assorbimento intestinale, trasporto ai tessuti, riassorbimento renale ed escrezione di urina, regolati principalmente da una famiglia di proteine denominate trasportatori di vitamina C dipendenti dal sodio (SVCT). Oltre a un'ampia gamma di percorsi biochimici in cui è coinvolta la vitamina C, partecipa anche alla risposta del sistema immunitario innato e adattativo.

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Per approfondimenti:

Frontiers in Immunology “The Long History of Vitamin C: From Prevention of the Common Cold to Potential Aid in the Treatment of COVID-19

PubMed "Evolution and the need for ascorbic acid"

MDPI "Vitamin C and Immune Function"

Il Messaggero "Covid, influenza stagionale e coronavirus: come distinguere i sintomi in caso di febbre"

Centro meteo italiano "Coronavirus, influenza stagionale e raffreddore, come distinguerli: i sintomi e le caratteristiche"

Corriere della Sera "Coronavirus, come incide la dieta sulla forza del sistema immunitario"

Salute Prevenzione "Nella guerra contro i Virus la scienza si dimentica sempre del Sistema Immunitario"

Philippe Lagarde "Libro d'oro della prevenzione: difendere la salute con gli integratori alimentari e le vitamine"

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Corriere del Mezzogiorno "Coronavirus, come difendersi a tavola"

Il fatto alimentare "Coronavirus: dieta e trattamenti terapeutici naturali proposti da docenti di medicina"

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