Parola d’ordine: benessere! Nessun potere magico, ma solo un valido supporto a un’alimentazione sana e bilanciata. Gli integratori non sono sostitutivi di una dieta varia, non sono scorciatoie a uno stile di vita equilibrato, ma hanno la funzione di “integrare” appunto eventuali carenze permettendo al nostro organismo di essere più forte in grado di difenderci dagli attacchi esterni, tra cui virus e influenze stagionali. Il valore ottimale di alcuni nutrienti poi, è fondamentale per la nostra salute. «Per prevenirne la debolezza dobbiamo sicuramente stare attenti al giusto apporto di vitamine, come la D, famosa soprattutto per la sua capacità di trasferire calcio alle ossa» spiega al Corriere della Sera la professoressa Maria Luisa Brandi, presidente della Fondazione Firmo (Fondazione Italiana Ricerca sulle Malattie dell’Osso). «L’integrazione può essere un valido aiuto per migliorare il nostro sistema immunitario su diversi fronti anche per contrastare le malattie infettive» suggerisce Adriano Panzironi nel libro Vivere 120 anni: le verità che nessuno vuole raccontarti.
INTEGRAZIONE ALIMENTARE, preziosa per il benessere psicofisico
Gli esperti suggeriscono di mangiare bene, fare attività fisica e prendere tanto sole. Per il resto, scegliamo con consapevolezza gli integratori giusti per le nostre necessità. «Gli integratori sono degli alimenti pensati per colmare eventuali carenze nutrizionali», sostiene Alessandra Bordoni in un'intervista a Vanity Fair, docente del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna. «Sono degli alimenti di cui conosciamo bene tutte le caratteristiche, proprio perché sappiamo esattamente quali e quanti micronutrienti contengono apportando benefici all’organismo». Secondo l'esperta seguire un’alimentazione corretta potrebbe non essere sufficiente. Quindi meglio giocare d’anticipo, bilanciando la propria dieta con determinati nutrienti e con i preziosi integratori alimentari al fine di fornire al nostro corpo la "benzina" necessaria. Ecco i principi attivi preziosi per affrontare l’inverno in salute e difendersi al meglio da malanni, virus e batteri.
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Per approfondimenti:
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L’importanza incompresa della vista. Non tutti sanno che la maggior parte, ovvero l’80% delle informazioni che riceve il nostro cervello quotidianamente sono visive. Dall’inquinamento alla stanchezza, dallo stress ai batteri. Ogni giorno i nostri occhi vengono messi a dura prova da una serie di fattori che potrebbero danneggiarli per questo è importante prendersene cura e non trascurarli in primis mangiando i cibi giusti. Difatti, un regime nutrizionale variegato dovrebbe contenere alimenti ricchi di antiossidanti, contenenti vitamine, in particolare A e C oltre a omega 3 che proteggono contro la formazione dei radicali liberi, rallentando di conseguenza i segni dell’invecchiamento come la perdita di acutezza visiva, deterioramento della retina, cataratta o glaucoma. Le cellule del nostro corpo sono costituite da molecole, a loro volta formate da atomi legati tra loro. Le molecole “di scarto”, o meglio note come radicali liberi, sono prodotte dal normale metabolismo cellulare e hanno la peculiarità di essere particolarmente reattive, poiché presentano un elettrone libero, pronto a interagire con altri elettroni. Tuttavia, una concentrazione di radicali liberi diventa causa di stress ossidativo, condizione che gioca un influenza negativa su un gran numero di patologie, tra cui anche della vista. Secondo Clinica Baviera, una delle più importanti aziende oftalmologiche in Europa, una dieta ricca di nutrienti e vitamine si dimostra un valido supporto nel rinforzo della vista e nella prevenzione o nel posticipo di malattie agli occhi. Proprio per questo motivo, gli esperti consigliano i migliori alimenti per i nostri occhi:
CATARATTA, prevenzione e remissione con Life 120
Ricco di proteine e omega 3, contiene proteine simili a quelle contenute nelle uova e nella carne oltre a minerali come iodio, magnesio, fosforo, calcio e ferro. L’accumulo di grasso presente nella muscolatura di questi particolari pesci è dovuto alla loro abitudine di nuotare per lunghe distanze, spostandosi lontano e spesso. Inutile ricordare poi che questo grasso insaturo è un toccasana per la nostra salute e prezioso aiuto nella riduzione del 30% del rischio di malattie coronariche. Inoltre, abbassa la pressione sanguigna e il colesterolo cattivo (LDL), motivo per cui fa bene alla nostra salute in generale, non solo alla vista. Nello specifico, aiuta a trattare i problemi derivanti dal nervo ottico, la sindrome dell’occhio secco e la degenerazione maculare legata all’età. E ancora, per la presenza di mercurio, gli esperti consigliano di alternare pesci grandi (come il pesce spada, il tonno, il salmone e il luccio) con pesci più piccoli (come sgombro, sardine e acciughe). Consigliato anche di alternarlo con pesci bianchi (orata, pezzonia, merluzzo, baccalà, rombo, scorfano) fonte di vitamina B, fosforo, ferro e calcio.
Costituito da piccole bacche traslucide dal sapore agrodolce. Questo frutto è ricco di vitamine A e C e di altri antiossidanti essenziali per la vista. Non tutti conoscono i notevoli benefici di questo alimento per la salute visiva, difatti, sia il ribes nero che quello rosso presentano una notevole quantità di flavonoidi e antociani che si distinguono per la loro azione protettiva dei piccoli vasi sanguigni, che sono quelli che raggiungono la retina e prevengono le malattie degenerative della vista. Secondo quanto riportato dagli esperti di Clinica Baviera 100 grammi di ribes nero contengono fino a 270 milligrammi di antociani. Insomma, un quantitativo non indifferente e, ad oggi, ancora non riscontrata in altri ingredienti naturali fondamentali per i nostri occhi. Inoltre, i ribes hanno anche proprietà antinfiammatorie, migliorano il funzionamento dell’apparato digerente, circolatorio, nervoso e muscolare.
Fonte per antonomasia di beta-carotene e vitamina A, grazie alle quali prevengono i sintomi dell’invecchiamento in generale e della vista in particolare. Le carote sono anche ricche di fibre, potassio, vitamina C e magnesio e tra le loro proprietà compare quella di neutralizzare l’azione distruttiva dei radicali liberi, motivo per cui hanno un’azione benefica per gli occhi. Migliorano, inoltre, la capacità visiva notturna.
Dall’elevato contenuto di antociani, calcio e potassio proprietà fondamentali per la buona salute dei nostri occhi. Gli antociani sono pigmenti che si trovano nelle cellule delle piante e vengono considerati quasi miracolosi per gli occhi: proteggono i capillari della retina, prevengono malattie visive degenerative, migliorano l’acuità visiva e aiutano nei casi di congiuntivite. È poi ricco di antiossidanti che rafforzano il sistema immunitario e mantengono un buon sistema cardiovascolare.
Pianta ombrellifera conosciuta come officinale fin dagli antichi greci per i suoi benefici soprattutto sulla vista. Potente antiossidante, contrasta i radicali liberi grazie al notevole contenuto di vitamine A, B1, B2, B9, C ed E e minerali come potassio, calcio, zinco, ferro e silicio. Riducendo il colesterolo nel sangue e i livelli di glucosio, protegge la salute cardiovascolare e visiva oltre a stimolare le difese dell’organismo e aiuta nella prevenire delle anomalie visive come il glaucoma o la cecità poiché purifica il corpo.
Rinomate per il loro apporto nutrizionale sono fonte per eccellenza di potassio, ottimo alleato della nostra vista. Inoltre, contribuiscono all’equilibrio dei livelli di acqua nelle cellule, riequilibrano la pressione sanguigna, intervengono nel sistema metabolico, migliorano il funzionamento del cuore e aiutano il sistema nervoso. Regolano la pressione sanguigna, la circolazione e la glicemia e facilitano il corretto funzionamento di vene e arterie degli occhi, contrastando in questo modo la comparsa di patologie nella retina.
Amica della vista. Contiene alti livelli di magnesio, calcio e altre sostanze nutritive che aiutano gli occhi e fitonutrienti che proteggono l’occhio dagli effetti dell’ossidazione. Inoltre, contribuisce al nutrimento dei capillari e migliora la circolazione, facilitando il flusso sanguigno che si irradia fino alla zona degli occhi.
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Vicenza Today "Occhi e alimentazione: il cibo che fa bene alla vista"
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Grazia "Cosa mangiare in estate per proteggere la pelle e fare il pieno di vitamine"
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Irresistibile e ricco di vitamina D. Dal burro di cacao al cioccolato fondente: facciamo la scorta di benessere. Uno studio tedesco mostra che cacao e derivati contengono una quantità notevole di vitamina D2, meglio nota come ergocalciferolo. Infatti, secondo quanto dimostrato dall’indagine condotta dai ricercatori della Martin-Luther-Universität Halle-Wittenberg, il cacao non solo fa bene alla nostra salute, ma è anche ricco di vitamina D. Analizzando i nutrienti presenti in questo alimento, gli esperti hanno scoperto che i chicchi di cacao vengono essiccati al sole per un tempo medio-lungo, solitamente attorno alle due settimane. È proprio questo particolare procedimento a renderli ricchi di vitamina D2. Questa ricerca evidenzia l’importanza di questa vitamina ed evidenzia la possibilità di pensare al cacao, ma ancora più al cioccolato fondente come a un integratore da utilizzare in combinazione con altri alimenti per incrementare l’apporto di vitamina D. «La vitamina D è fondamentale per il corpo umano ed è disponibile in due tipi: vitamina D2 e D3», spiega Gabriele Stangl della Martin Luther University.
Antiossidante, energetico, antidepressivo, protettivo. «La vitamina D3 - prosegue - è prodotta dalla pelle attraverso l'esposizione al sole. Gli esseri umani ottengono il 90% del loro fabbisogno di vitamina D in questo modo. Il resto viene consumato attraverso il cibo, come il pesce grasso o le uova di gallina. La vitamina D2 si trova invece nei funghi: le fave di cacao sono sensibili alla contaminazione da funghi e spesso contengono quantità considerevoli di ergosterolo, il precursore della vitamina D2, proprio per questo motivo». Inoltre, Stangl e colleghi hanno ipotizzato che l'essiccazione al sole delle fave di cacao fermentate porterebbe alla conversione dell'ergosterolo in vitamina D2. Per testare questa idea, i ricercatori hanno analizzato fave di cacao e alimenti a base di cacao utilizzando un sistema di spettrometria di massa all'avanguardia. «Abbiamo dimostrato – spiegano gli esperti alla rivista Food Chemistry - che le fave di cacao provenienti da diversi luoghi contengono vitamina D2. Un contenuto particolarmente elevato di questa sostanza è rilevato nel burro e nella polvere di cacao». Fra i prodotti analizzati, il cioccolato fondente presentava un contenuto di vitamina D2 compreso tra 1,90 e 5,48 μg/100 g, mentre quello bianco tra 0,19 e 1,91 μg/100 g.
Gustosa fonte di nutrienti, la sua versione fondente si aggiudica il podio per la presenza di maggiori quantitativi di vitamina D2. Dalle origini antichissime (più di 6.000 anni) la sua storia si interseca con quella dei Maya, che furono i primi agricoltori a coltivare la pianta del cacao. Seguiti poi dagli Aztechi che cominciarono questa coltura e, in seguito, la produzione di cioccolata. Poco dopo, ad opera loro, la nascita della prima “fabbrica di cioccolato”. Tra il mistico e il religioso, all’epoca veniva consumato dai nobili in occasione delle cerimonie importanti, offerto insieme con all'incenso, come sacrificio alle divinità. Ancora oggi, l'antica città Maya di Kulubà (dove sorsero le prime piantagioni di cacao) è considerata la "culla del cioccolato". Ricavato dai semi della pianta di Theobroma cacao, è un nostro grande alleato. Insomma, un cioccolatino al giorno, toglie il medico di torno! Soprattutto quello fondente, è fonte di importanti nutrienti in grado di ridurre il rischio di diabete di tipo 2 e abbassare il colesterolo “cattivo” (LDL). Dal punto di vista nutrizionale, il cioccolato fondente, si contraddistingue per un basso contenuto calorico, un’importante funzione rilassante e un’interessante azione antidepressiva. Considerato lo “scaccia tristezza” per eccellenza, incide positivamente sul nostro umore (grazie al rilascio di endorfine).
La Filiera Etica del Cioccolato "LIFE 120" con SILVIO BESSONE (Maestro cioccolatiere)
E poi, non dimentichiamo che il cioccolato fa bene al cuore. Lo sostiene uno studio del 2003 promosso dell'Istituto Nazionale Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (Inran) di Roma. I risultati dell’indagine hanno rivelato che il cioccolato fondente aumenta del 20% le concentrazioni di antiossidanti nel sangue, grazie alla presenza dei flavonoidi. Inoltre, una ricerca dell’Università di Harvard durata cinque anni, su un campione di 7.841 persone di 65 anni, ha dimostrato che coloro che mangiavano cioccolato tre volte al mese vivevano più a lungo, per questi soggetti, infatti, il rischio di mortalità si riduceva del 36% rispetto a quelli che non la consumavano. Non dimentichiamo poi che il cacao e, di conseguenza, il cioccolato, rappresentano un’ottima fonte di magnesio. Se combinati a un’alimentazione sana ed equilibrata, cacao e derivati, ovviamente consumati in maniera adeguata, contribuiscono all’apporto giornaliero di oligonutrienti. Il cioccolato si presenta come un ottimo alleato per ridurre il rischio di malattie cardiache e di ipertensione e per mantenere pulite le arterie, grazie alla teobromina. E non solo. Questo cibo, favorisce l’afflusso di ossigeno al cervello, migliorandone, di conseguenza, memoria e concentrazione e riducendone il senso di fatica. Ultimo mito da sfatare: il cioccolato non fa ingrassare!
Senza tralasciare poi la preziosa funzione svolta dalla vitamina D. Di pronta risposta Vitalife D, un integratore alimentare con vitamina D3 (composta da colecalciferolo) più adatta all'uomo dopichè di provenienza animale. Inoltre, per facilitarne l'assimilazione è inserita in olio extravergine di oliva. La sua principale differenza sta proprio nelle composizione, poichè, ad esempio, la vitamina generalemente proposta negli integratori alimentari in commercio è la D2, composta invece da ergocalciferolo, e quindi, di provenienza vegetale che si differenzia a sua volta dal calcitriolo che è invece di difficile assimilazione. Quindi di fondamentale importanza per fissare il calcio nelle ossa. Previene, inoltre, sia lo sviluppo del rachitismo nei bambini, che dell’osteoporosi negli anziani. Agisce come un ormone, controllando vari organi e sistemi e ha un'azione regolante nei confronti dell’infiammazione e del sistema immunitario. La sua carenza potrebbe, infine, essere associata a diverse patologie, quali il diabete, l’Alzheimer, l’asma e la sclerosi multipla.
Il Giornale "Il cioccolato fondente è ricco di vitamina D"
Ansa "Il cacao, fonte sconosciuta e golosa di vitamina D"
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Ebbene si! Esiste un’alimentazione in grado di prevenire una lunga serie di condizioni infiammatorie. «Una dieta ‘preventiva’ di tutte le condizioni patologiche figlie del benessere, come il diabete, l’obesità, le patologie cardiovascolari, ma anche il cancro: per questo più che di dieta antinfiammatoria si dovrebbe parlare di stile di vita antinfiammatorio» spiega a Gazzetta Act!ve Jessica Falcone, biologa nutrizionista presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele Turro e RAF First Clinic di Milano. «Lo stesso Covid-19 – prosegue l’esperta - ha alla base un processo infiammatorio. Un processo che può essere bloccato attraverso una dieta che sia però uno stile alimentare continuo, non un regime che si segue per un breve periodo e poi si abbandona» sottolinea. «Alla base ci sono quegli alimenti che vanno a contrastare i processi infiammatori innescati dallo squilibrio tra citochine pro-infiammatorie e citochine anti-infiammatorie. Ritrovando l’equilibrio si spegne l’infiammazione a livello cellulare». «In realtà ci sono stati infiammatori silenti, asintomatici. Ma se soffriamo di stipsi o di gastrite, per esempio, oppure abbiamo difficoltà a digerire o a dormire, potremmo avere in atto un processo infiammatorio, che può anche diventare cronico. E’ quindi bene bloccarla prima che cronicizzi, ascoltando questi segnali di allarme».
Alimentazione e salute: le virtù curative delle spezie
Lista della spesa alla mano, la nutrizionista ci suggerisce tutti i cibi da mettere nel carrello: «Sono molti gli alimenti che hanno proprietà antinfiammatorie e tra questi, non poteva di certo mancare lo zenzero. Conosciuto per le sue notevoli proprietà antinfiammatorie ed antibatteriche. Non dimentichiamo che le spezie, come dimostra lo studio condotto da un team di ricercatori della Pennsylvania State University, grazie alla capacità di frenare l’infiammazione che è alla base di alcune patologie molto serie, proteggono l’organismo da tumori, diabete e malattie cardiovascolari. La ricerca di questi scienziati, con l’utilizzato di un composto di spezie, nasce con l’obiettivo di studiare l'effetto postprandiale di una miscela di spezie sulle risposte infiammatorie delle citochine. L'infiammazione postprandiale che si verifica in concomitanza con iperglicemia e iperlipidemia dopo l'ingestione di un pasto ad alto contenuto di carboidrati (HFCM) è un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari (CVD). Gli studiosi hanno dimostrato che l’aggiunta spezie riduceva sensibilmente questo rischio. L’indagine pubblicata sulla rivista scientifica The Journal of Nutrition, ha mostrato la capacità di questi ingredienti di apportare benefici per la salute, riducendo l’infiammazione dell'organismo. Precedenti ricerche avevano già collegato le spezie alle notevoli proprietà antinfiammatorie. Infatti, in passato, l'infiammazione cronica era stata associata anche a patologie non trascurabili come il cancro, le malattie cardiovascolari, il sovrappeso e l'obesità.
«Ma anche le verdure in generale sono ricche di polifenoli e carotenoidi, sostanze antinfiammatorie» sottolinea la biologa. Poi ci sono la vitamina C, la vitamina D e la vitamina E che hanno un’azione antinfiammatoria. Alcuni frutti di stagione, come kiwi e melograno, sono ricchi proprio di vitamina C e utili in questo senso. Come prevedibile, in cima alla lista degli ingredienti la regina delle vitamine: la vitamina C. Importante contributo in merito ai benefici di questo nutriente si legge nel libro di adriano panzironi, Vivere 120 anni: le verità che nessuno vuole raccontarti:
Essa è fondamentale grazie alla sua interazione con gli elementi (enzimi, vitamine, minerali, etc...). Preziosa per la formazione del collagene, permette di migliorare la fase anabolica del nostro corpo, mantenendo il giusto equilibrio con la fase catabolica. La sua presenza è ancora più evidente nei processi di rimarginazione delle ferite, nella cura delle ustioni, nella riparazione delle pareti arteriose (anche dei capillari) e per il buono stato del muscolo cardiaco. È utilizzata dall’industria cosmetica per le creme anti rughe, visto l’effetto protettivo e rigenerativo che ha sulla pelle. Tale vitamina ha ottenuto molti riconoscimenti per la sua funzione antisclerotizzante, agendo su più fronti di questa patologia. Innanzitutto brucia le concentrazioni di grassi che si depositano sulle pareti delle vene e nel contempo partecipa alla riparazione dell’epitelio interno delle arterie, impedendo la riformazione aterosclerotica. Inoltre l’acido ascorbico, riduce del 15-20% il tasso di colesterolo nel sangue. Questa vitamina ha un effetto antitossico. Ma forse l’effetto più conosciuto della vitamina C è quello di contrastare le infezioni batteriche.
Nella figura il meccanismo schematico in cui una IA di vitamina C potrebbe modulare funzioni specifiche dei neutrofili (ROS e TNFα, mediata da IL-1β), inibendo le vie coinvolte nella formazione della trappola extracellulare dei neutrofili (NETosis) e riducendo la produzione incontrollabile di citochine infiammatorie nell'alveolare spazio. Potenziali effetti sulla riduzione della produzione di citochine sono stati ipotizzati anche nei linfociti e nei macrofagi. ROS, specie reattive dell'ossigeno; NFkB, fattore di trascrizione nucleare kappa B; ┴, stimolo di inibizione; freccia tratteggiata, effetto o produzione ridotti.
E poi c’è un altro alleato prezioso che influenza e rinforza il nostro sistema immunitario. Si legge ancora nel libro:
Le cellule dendritiche, come abbiamo spiegato, hanno il compito d’inglobare l’anti-gene, giungere fino ai linfonodi (dove si trovano i linfociti T vergini), maturare e trasmettere le informazioni del gene da combattere. La vitamina D si lega al recettore (Dvr) e permette la maturazione delle cellule dendritiche, che possono così attivare la duplicazione dei linfociti specifici contro l’anti-gene identificato. La carenza di vitamina D diminuisce il numero di cellule dendritiche mature, allungando il tempo di reazione immunitaria del corpo. E’ per questo motivo che d’inverno esistono le epidemie da influenza. Se ci pensate bene, i virus vivono meglio al caldo e d’estate è molto più facile entrare in contatto con i fluidi corporei (sudiamo di più e siamo più scoperti). Ma nonostante ciò non ci sono epidemie influenzali. Il motivo è che siamo più forti (prendiamo il sole, attivando la vitamina D) ed i virus non riescono a sopraffarci. La vitamina E è assorbita in presenza degli acidi biliari nell’intestino e trasportata nel fegato dove viene depositata. La proprietà più importante di tale vitamina è la capacità antiossidante nella guerra ai radicali liberi. Difatti una molecola è in grado di proteggere dall’ossidazione 1.000 molecole di acidi grassi (polinsaturi e saturi), aumentando del 100% la resistenza all’ossidazione delle lipoproteine. La sua azione antiossidante protegge le cellule dalle mutazioni cancerose. Per ultimo, ma non meno importante, la vitamina E sopprime l’azione di diverse citochine pro-infiammatorie: l’interleuchina 1 (IL1) e 6 (IL6), entrambe responsabili di una serie di patologie croniche. Utilizzata per trattare diverse malattie quali il morbo di Parkinson, le malattie reumatiche, le malattie gastrointestinali, la distrofia muscolare, la sclerosi multipla, l’Alzheimer, le vene varicose, il diabete, la malattia di Crohn, le cefalee, la sindrome mestruale e per il rafforzamento delle difese immunitarie.
L'importanza della Vitamina D - intervista ad Adriano Panzironi
«E poi semi oleaginosi e frutta secca sono un vero e proprio concentrato di sostanze benefiche: contengono omega 3 e vitamina E» evidenzia la biologa. Tra gli effetti protettivi degli omega 3, tra i più rilevanti, ricordiamo sicuramente l’azione antiaggregante piastrinica o effetto antitrombotico, il controllo del livello plasmatico dei lipidi, soprattutto dei trigliceridi, la riduzione del rischio di problemi cardiovascolare, il controllo della pressione arteriosa mantenendo fluide le membrane delle cellule, e dando elasticità alle pareti arteriose. Per supportare e favorire l’introduzione degli omega 3 sarebbe opportuno consumare dalle 2 alle 3 porzioni settimanali di pesce, in particolare sgombro, merluzzo, pesce spada, tonno, trota, sardina e aringa. Oppure in alternativa di avvalersi del supporto di integratori alimentari. Altra importante fonte di omega 3 sono i semi di lino, valido supporto per sopperire alla carenza di questi preziosi acidi. Tuttavia, ce ne sono altri che sarebbe meglio evitare. «Sicuramente alcolici e bevande zuccherate». Inoltre, un'ultima raccomandazione a tutti gli sportivi. «Chi fa sport ha un livello di infiammazione un po’ più alto a causa dello stress ossidativo prodotto dall’attività sportiva, che produce più citochine infiammatorie. La vitamina C è fondamentale proprio per bloccare l’infiammazione a livello cellulare. Ma in generale gli sportivi dovrebbero seguire un'alimentazione particolarmente ricca di antiossidanti».
OMEGA 3, ecco perché è importante integrarli per la nostra salute
Gazzetta dello Sport "Ecco la dieta antinfiammatoria, uno stile alimentare per prevenire le patologie dell’era moderna"
Sky Tg24 "I benefici delle spezie, possono aiutare a ridurre l'infiammazione"
The Journal of Nutrition "Spices in a High-Saturated-Fat, High-Carbohydrate Meal Reduce Postprandial Proinflammatory Cytokine Secretion in Men with Overweight or Obesity"
Frontiers in Immunology “The Long History of Vitamin C: From Prevention of the Common Cold to Potential Aid in the Treatment of COVID-19”
PubMed "Evolution and the need for ascorbic acid"
MDPI "Vitamin C and Immune Function"
Il Messaggero "Covid, influenza stagionale e coronavirus: come distinguere i sintomi in caso di febbre"
Corriere della Sera "Coronavirus, come incide la dieta sulla forza del sistema immunitario"
Philippe Lagarde "Libro d'oro della prevenzione: difendere la salute con gli integratori alimentari e le vitamine"
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Vitamina C: rafforza il sistema immunitario e combatte virus e malanni di stagione
L'importanza del sistema immunitario, potente alleato nella guerra contro il virus
Dal Medio Oriente al Mediterraneo. Conosciuto già nell’Antico Egitto per sue notevoli peculiarità. Un concentrato di acidi grassi essenziali, omega 3 e omega 6, ma anche sali minerali, lipidi e fibre. Toccasana per la salute, l’olio di semi di lino è una vera miniera di sostanze benefiche e proprietà antiossidanti di cui già Ippocrate ne raccomandava l’uso. Quindi, già dall’antichità veniva consigliato il consumo di quest’olio ricchissimo di grassi fondamentali per preservare l’integrità delle nostre membrane cellulari. Tra le altre proprietà, ottimo rimedio naturale per la cura di bruciori e problemi allo stomaco. Ma le proprietà di questo ingrediente non finiscono qui. Difatti, la notevole presenza di omega 3, rinforza il sistema immunitario e in tal modo lo rendono più forte e in grado di contrastare il proliferare delle cellule cancerogene. Ulteriore contributo è quello della vitamina E, un potente antiossidante che interviene anche sulle malattie degenerative e, più in generale, sulla degenerazione cellulare.
Importantissimo in ambito nutrizionale. Ricavato dai semi della pianta Linum Usitatissimum, noti per l’elevata presenza di lipidi, proteine e sali minerali. L’olio di semi di lino è costituito da una grossa percentuale di acido alfa-linolenico (ALA) e da acido oleico, glicosidi e lignani. Grazie all’acido alfa-linolenico, infatti, caratterizzato dalla presenza di omega 3, gode di preziose proprietà antiossidanti e vasoprotettive che lo rendono un vero e proprio concentrato di benessere. A questo prodotto vengono associate inoltre proprietà anti-aterogene e antinfiammatorie, rendendolo un efficace rimedio utile anche alla prevenzione nella cura della stitichezza, di problemi cardiovascolari e ipertensione. Oltre alle patologie autoimmuni e ai tumori, come dimostrato nei recenti studi scientifici, grazie soprattutto alle proprietà dell’acido alfa-linolenico, conosciuto anche per le sue capacità immunoregolatorie. Senza trascurare poi la sua importante funzione anti-aging nella riduzione dell’invecchiamento di cellule. Perfetto quindi anche come antirughe! Prezioso alleato della chioma, non solo nel contrasto alla formazione delle doppie punte, ma perfetto anche per idratare i capelli.
Ricchi di minerali, proprietà emollienti e protettive questo super food è un vero e proprio elisir per l’intestino e la digestione oltre ad essere un ottimo depurativo per l’organismo. L'alto contenuto di proteine e grassi insaturi, in particolare omega 3 rendono questo alimento importante per la nostra salute. Aiutano il cuore e rinforzano il sistema immunitario. Sono, inoltre, fonte di minerali e vitamine tra cui fosforo, rame, magnesio e manganese, oltre a vitamine del gruppo B, vitamina C, E, K e vitamina F che favoriscono la formazione delle membrane cellulari, combatteno l'invecchiamento, le infezioni e aiutano ad abbassare il colesterolo cattivo nel sangue. «Dai semi di lino - particolarmente ricchi di sali minerali, proteine e soprattutto lipidi - è possibile estrarre un olio costituito per il 40-60% da acido alfa-linolenico (ALA), noto precursore degli acidi grassi essenziali della serie omega 3, per il 15% da acido oleico e in piccola parte da altre molecole biologicamente attive, come i lignani e i glicosidi» spiega Christian Orlando, nutrizionista. «All'olio di semi di lino – continua l’esperto - vengono classicamente attribuite proprietà antinfiammatorie, anti-aterogene, anti-trombotiche ed antiproliferative». «Per questi motivi, l'olio di semi lino è utilizzato nella prevenzione e nel trattamento della stitichezza, delle dislipidemie, dell'ipertensione e delle complicanze cardiovascolari» precisa il biologo.
OMEGA 3, ecco perchè è importante integrarli per la nostra salut
«Recenti studi avrebbero inoltre dimostrato l'utilità dell'olio di semi di lino nella gestione di patologie complesse, come le patologie autoimmuni e il cancro. Uno dei più importanti ambiti di applicazione dell'olio di semi di lino è quello cardiologico» evidenzia Orlando. Secondo l’esperto, la letteratura attribuirebbe sia all'ALA che ai lignani, di cui l'olio di semi di lino è particolarmente ricco, funzioni cardioprotettive e vasoprotettive. «Tali attività – sottolinea il biologo - si espleterebbero attraverso meccanismi diversi, tra i quali l’inibizione dell'aggregazione piastrinica, e minor tendenza a formare trombi; l’azione antinfiammatoria nei confronti dell'endotelio; l’azione ipocolesterolemizzante; e l’azione antipertensiva». «All'olio di semi di lino viene tradizionalmente attribuita una funzione importante anche sul mantenimento della normale funzionalità intestinale, tale attività, oltre all'effetto emolliente dell'olio sulle feci, sarebbe ancora una volta riconducibile alla presenza dei lignani, che oltre a normalizzare la peristalsi, eserciterebbero una funzione protettiva nei confronti della mucosa intestinale» conclude. I semi di lino aiutano, quindi, a proteggerci da infiammazioni interne, come la cistite, o esterne, che interessano soprattutto l’epidermide. La presenza di lecitina poi, assicura il buon funzionamento del cervello e del sistema nervoso. Inoltre, le proprietà emollienti e protettive del loro derivato vengono impiegate soprattutto in cosmesi per bellezza e salute di pelle e capelli. Ma quello che non tutti sanno è che, questi semi, facilitano la perdita di peso: aiutano a bruciare i grassi convertendoli in energia. Insomma, l’alimento ideale da inserire in una dieta poiché, contribuisce anche a prolungare il senso di sazietà.
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Arriva l'ingrediente avveniristico di cui tutti parlano, ma che in pochi conoscono. Al via con l’olio di girasole alto oleico. Sicuramente meno conosciuto di quello tradizionale, ma ricco di benefici. Cos’è l’acido oleico? Per antonomasia l’acido grasso maggiormente presente nell’olio d’oliva che appartiene ai grassi monoinsaturi (quelli con un solo doppio legame nella sua struttura chimica); a differenza del classico olio di girasole, dove l’acido grasso in maggiore quantità è quello linoleico (polinsaturo) che possiede due doppi legami. In sostanza, l’olio alto oleico, si differenzia dalla sua versione classica per la tipologia dei grassi in esso contenuti o meglio, la prevalenza di grassi insaturi, per la precisione, grassi polinsaturi; a differenza degli altri oli di semi che in genere contengono prevalentemente grassi polinsaturi, ovvero i grassi facilmente deperibili che vanno più facilmente in contro a ossidazione e irrancidimento. Altro punto a sfavore dell’olio di girasole: è altamente sconsigliato sia per le fritture che per le cotture ad alte temperature (quindi anche per le cotture in forno). Ha un punto di fumo più basso rispetto ad altri oli e, di conseguenza, a temperature più basse sviluppa sostanze cancerogene in tempi più brevi rispetto ad altri oli.
Insomma, un surrogato con tutte le carte in regola. Dunque, poiché è un acido grasso monoinsaturo, l’olio girasole ad alto oleico assomiglia più all’olio d’oliva per composizione di acidi grassi che non al tradizionale olio di girasole. Peculiarità che lo mette in una posizione di vantaggio rispetto all’altro per una serie di motivi. Prima tra tutte, la sua resistenza alle alte temperature permette una minore ossidazione e produzione di sostanze tossiche e cancerogene, oltre a una maggiore durata dell’olio durante la cottura. Proprio per questo motivo viene principalmente utilizzato per le fritture e per le cotture al forno. Altro punto a favore, le basse concentrazioni di acido linoleico (rispetto all’olio di girasole classico) conferiscono un’altra caratteristica positiva: un minore potere infiammatorio. La presenza di acido oleico rispetto a quello linoleico riduce la produzione di prostaglandine. Contribuisce quindi a limitare l’ondata infiammatoria e favorisce la prevenzione e il trattamento di alcune patologie. Un altro vantaggio è quello di regolare le lipoproteine plasmatiche. L’acido oleico, infatti, aumenta la produzione di HDL (il colesterolo buono), migliorando il profilo lipidico del sangue e la protezione cardiovascolare.
L'olio di girasole alto oleico fa la sua comparsa in Russia, nel lontano '76 dove viene realizzata la prima varietà mutante di girasole, il Pervenets, con alto contenuto di acido oleico. L'80% della produzione mondiale di semi di girasole proviene tutt'oggi dalla Russia e dell'Ucraina. «Poiché l’olio extra vergine di oliva è un prodotto delicato e instabile è stato necessario creare dei surrogati, meglio se a prezzi più competitivi, che riuscissero a riunire tutte le virtù salutistiche dell’extravergine, dando un’immagine di salubrità, al contempo facendo leva sull’utilizzo più comune dell’olio: la cucina e la frittura» spiega Christian Orlando, biologo e nutrizionista. «Le due caratteristiche salutistiche più importati per l’extravergine – prosegue l’esperto - sono l’alto contenuto di acido oleico (acido grasso monoinsaturo) e il contenuto di fenoli (antiossidanti naturali)». «L’industria alimentare ha così creato un olio di semi di girasole ad alto oleico (80% dichiarato), arricchito di vitamina E e antiossidanti naturali di rosmarino, alloro e salvia – precisa Orlando - si tratta di un simil olio extravergine di oliva perfetto ed in più viene considerato ottimo per friggere in quanto stabile fino a 230 gradi».
«L’olio di semi di girasole alto oleico ha anche un altro vantaggio, la shelf life (conservabilità) è di 24 mesi, contro i 18 medi di un extra vergine». «L'acido oleico è un grasso omega 9 ad azione antinfiammatoria e immunitaria con effetti benefici anche sul metabolismo e a differenza degli omega 3 e omega 6 che non sono sintetizzabili dal corpo umano ma devono essere introdotti mediante l’alimentazione, gli omega 9 rientrano nella categoria dei prodotti che l’organismo riesce a produrre partendo da altri tipi di grassi di cui l’acido oleico è il più importante» conclude il biologo. Ideale per le alte temperature e per la preparazione dei dolci, perfetto per i condimenti a crudo. Unica raccomandazione: come tutte le cose, si sa, va consumato senza esagerare!
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Dalla paura dell’influenza a quella per il Covid. Con l’inverno ormai alle porte, è importante non farsi trovare impreparati e la prima cosa da fare è quella di aumentare la nostra difesa immunitaria. Al via con un potente alleato: il cibo. Tassello prezioso nella lotta contro i virus è proprio l’alimentazione. «In teoria il nostro sistema immunitario dovrebbe produrre tutte le difese che ci riparano dai virus. Per questo dobbiamo lavorare sul sistema immunitario combattendo gli stress ossidativi. Un discorso che riguarda soprattutto chi pratica sport a livello intenso, ma non solo», spiega a Gazzetta Act!ve la dottoressa Emanuela Russo, dietista INCO (Istituto Nazionale per la Cura dell’Obesità) dell’IRCCS Policlinico San Donato di Milano. E ancor più chi, una dieta ricca di antiossidanti, è consigliata soprattutto a chi pratica quotidianamente attività fisica ed è sottoposto a un articolare stress ossidativo. Queste persone, infatti, dovrebbero prestare maggiore attenzione all’alimentazione. «Quando ci si allena intensamente si provoca uno stress ossidativo importante, che può esporre maggiormente ai virus».
La nutrizionista suggerisce innanzitutto di includere nella dieta una componente fondamentale per potenziare il nostro sistema immunitario: gli antiossidanti. «Proprio per contrastare lo stress ossidativo bisogna lavorare prima di tutto sugli antiossidanti. Fondamentale è la vitamina C o acido ascorbico. Questa vitamina va a lavorare in maniera positiva a livello di difese immunitarie perché va a ridurre la produzione di radicali liberi. Dovremmo assumerne almeno un grammo al giorno tutti i giorni». Questo nutriente è noto per il suo effetto antiossidante e immunomodulante. Un concentrato di proprietà nutritive benefiche per il nostro organismo. rinforza le difese immunitarie, contrasta i radicali liberi e protegge dalle infezioni. La vitamina C interviene nella formazione di ossa, pelle e denti, sostiene l’attività muscolare, partecipando alla produzione di energia a livello cellulare. «La vitamina C è fondamentale per il mantenimento dell’integrità delle barriere mucosali, ad esempio nel tratto gastrointestinale e respiratorio – spiega Salamone – supporta infatti la sintesi del collagene e protegge le membrane cellulari allo stress ossidativo. È coinvolta nella regolazione delle cellule immunitarie, potenzia l’azione dei linfociti natural killer e l’attività dei macrofagi, e promuove la sintesi di anticorpi».
A, B, C e D. Tra gli altri nutrienti importanti non poteva certo mancare la “vitamina del sole”. «La vitamina D, che sappiamo essere contenuta in pochi alimenti come latte, formaggi, tuorlo d’uovo, olio di fegato di merluzzo, pesci grassi (come sgombro, sardina, salmone) – spiega la nutrizionista nell’intervista alla Gazzetta Act!ve -, ma la abbiamo soprattutto esponendoci al sole, oppure attraverso integrazioni. Un livello di vitamina D basso porta anche ad una maggiore predisposizione ad alcune patologie come la dermatite atopica o il morbo di Crohn: alti livelli di vitamina D riducono le recidive e tengono sottotono la parte acuta di queste patologie. Questo nutriente è, infatti, indispensabile per rafforzare la risposta immunitaria contro gli attacchi esterni, ma anche per rendere più forti e sani sia i denti che le ossa. Inoltre favorisce la prevenzione di numerose malattie cronico-degenerative oltre al metabolismo del calcio. La vitamina D è quasi sempre insufficiente e spesso va integrata separatamente. Proprio per questo può essere assunta come alimento solo in minima parte, il resto è prodotto grazie all’esposizione alla radiazione solare, in particolare ai raggi UVB. Quindi, non dimentichiamo di stare al sole il più possibile per fare il pieno di questa preziosa vitamina. È poi importante la vitamina E. E ancora: il betacarotene, precursore della vitamina A. E’ presente nell’olio di fegato di merluzzo, nelle carote, nella zucca, nelle albicocche secche, nel cavolo verde, nel broccolo, nel cavolfiore e nelle verdure a foglia larga».
Oltre alle vitamine c’è di più! Contribuiscono a rinforzare le nostre difese anche due preziosi minerali come lo zinco e il selenio. «Zinco e selenio sono minerali importanti per la loro attività antiossidante e anche la glutammina e l'arginina, aminoacidi che lavorano proprio contro lo stress ossidativo». Altro importante modulatore della risposta immunitaria è proprio lo zinco a cui si attribuisce la capacità di rimarginare rapidamente le ferite (comprese le ulcere e i danni alle arterie), di aiutare a prevenire i raffreddori (migliora la risposta immunitaria), di migliorare la vista, di migliorare l’odore corporeo, di combattere l’acne e l’ingrossamento prostatico» si legge nel libro Vivere 120 anni: le verità che nessuno vuole raccontarti di Adriano Panzironi. E ancora, il nostro sistema immunitario necessita anche dell’apporto giornaliero di selenio. «[…] utilizzato per fluidificare il sangue, regolare, regolare le prostaglandine e la viscosità delle piastrine, prevenendo malattie coronariche, l'ictus e l'insufficienza cardiaca. Tale minerale è funzionale per il sistema immunitario» si legge nel libro.
A tal proposito, e ancor più, per evitare di incorrere in queste carenze, sarebbe buona abitudine giocare d’anticipo, bilanciando la dieta con determinati nutrienti e con i preziosi integratori alimentari al fine di fornire al nostro corpo la "benzina" necessaria. Ovviamente, «non esiste una regola per l’assunzione, l’integratore va usato finché ce n’è bisogno (ovvero, laddove necessario, anche per sempre). Normalmente si assumo con dei cicli, [...] ma bisogna essere consapevoli che i benefici non durano per sempre, ma solo durante l’integrazione» spiega a Vanity Fair, Filippo Ongaro, ex medico degli astronauti ed esperto in nutrizione ed integratori. Anche se non ci sono integratori stagionali, né quelli maggiormente indicati per l’estate o per l’inverno, non dimentichiamo che ci sono, tuttavia, integratori alimentari specifici per colmare particolari carenze oltre, ovviamente, ai segnali che emette il nostro corpo in risposta alle diverse condizioni esterne. Questi integratori ci aiutano ad avere valori sempre ottimali, e quindi, l’organismo ben protetto e, il valore ottimale di alcuni nutrienti nell'organismo è fondamentale per avere un sistema immunitario capace di proteggerci anche da virus e influenze stagionali. «I principali micronutrienti classici che sostengono il normale funzionamento del sistema immunitario e le difese naturali sono vitamina C, vitamina D, zinco, selenio e magnesio», spiega Maurizio Salamone, direttore scientifico di Metagenics Italia. «Oltre a questi, numerosi studi clinici hanno mostrato che alcuni principi attivi contenuti negli estratti di piante come la curcuma e l’echinacea possono modulare o stimolare le difese immunitarie».
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Oltre al raffreddore c'è di più! Non solo per contrastare i sintomi influenzali, ma anche come valido supporto per la tonicità muscolare. E di conseguenza, per tenere alla larga altri disturbi legati alla muscolatura come ad esempio osteoporosi, menopausa e stress. Quindi, la vitamina C non fa bene solo al nostro sistema immunitario. È quanto dimostrato da un recente studio condotto dalla East Anglia University. Infatti, secondo l’indagine, una sua assunzione costante aiuterebbe anche i muscoli, con un’azione anti-età soprattutto nelle donne over 50. Questo prezioso contributo apportato dall’acido ascorbico al nostro organismo faciliterebbe il contrasto della sarcopenìa, ossia la diminuzione della massa muscolare. Questa patologia è legata ai cambiamenti ormonali che entrano in gioco durante la menopausa e al conseguente passaggio a uno stile di vita più sedentario o a una riduzione dell’attività fisica. A questa poi, subentrano altri fastidi non trascurabili tra cui l'osteoporosi (la fragilità ossea), il diabete mellito di tipo 2. Altro nemico dei nostri muscoli è proprio lo stress. La vitamina C, aiuterebbe anche a combattere lo stress grazie alla produzione dei cosiddetti ormoni del buonumore, come le endorfine, che aiutano a rilassare la muscolatura.
Solitamente, la sarcopenia si manifesta in soggetti sedentari a seguito di un lungo periodo di inattività fisica oppure può accentuarsi semplicemente con l’avanzare dell’età. Tuttavia, la sarcopenia non è solo una conseguenza inevitabile dell'età, ma si verifica anche in condizioni di stress ossidativo crescente nel tempo con la formazione di radicali liberi. Per quel che riguarda l’osteoporosi, invece, si tratta di una malattia sistemica dello scheletro che aumenta la fragilità delle ossa e la predisposizione alle fratture, causato dal deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo e una riduzione della massa ossea. Anche l’osteoporosi, o osteopenia nella sua fase iniziale, è correlata a diversi fattori, primo fra tutti l'invecchiamento, seguito poi dalla riduzione della densità minerale ossea, dalla menopausa, dalla limitata attività motoria. Oltre alla perdita della tonicità muscolare, la sarcopenìa porta a uno stato di debolezza, alla possibile perdita di equilibrio, oltre a una maggiore probabilità di andare incontro a diabete di tipo 2.
Oltre 50 milioni di persone soffrono di indebolimento muscolare. «Era già dimostrato che la vitamina C non solo stimola le difese immunitarie, ma agevola anche il recupero muscolare dopo uno sforzo fisico, perché neutralizza i radicali liberi che sono responsabili anche dell’invecchiamento cellulare» spiega in un’intervista a Donna Moderna Luca Piretta, nutrizionista e gastroenterologo dell’Università Campus Bio-Medico di Roma. L’associazione di questo importante nutriente a due preziosi aminoacidi (lisina e metionina) favorisce la sintesi della carnitina, considerato un vero e proprio carburante per il sistema muscolare. Inoltre, contribuisce anche alla produzione dell’elisir dell’eterna giovinezza: il collagene. Non trascurabile il suo ruolo anti-età su pelle e tessuti. «Lo studio britannico – si legge nell’intervista - ora ha indagato un aspetto nuovo, che riguarda il rapporto tra le quantità di vitamina C assunte da un campione di persone molto vasto e la probabilità di andare incontro a sarcopenìa, ossia il depauperamento muscolare». E poi ancora il sostegno contro il nemico di tutti i giorni: lo stress. «Si tratta dello stress, responsabile dell’aumento del cortisolo, che a sua volta depaupera il muscolo e ne facilita l’atrofia» continua il nutrizionista.
VITAMINA C, un concentrato di proprietà e benefici
Lo studio è stato condotto su 13 mila donne e uomini tra i 42 e gli 82 anni che avevano aderito al progetto European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition. Sono stati analizzati la massa muscolare, la quantità di grasso e acqua nell’organismo e i livelli di vitamina C: «I gruppi che avevano assunto più vitamina C avevano massa muscolare migliore e muscoli più tonici» spiega Ailsa Welch, epidemiologa e principale autrice dello studio. La ricerca dimostra che anche che le persone con maggiori livelli di vitamina C potevano avere fino al 3% di muscoli in più. Dato importante considerato che, dopo i 50 anni, si può arrivare alla perdita annua dello 0,5-1% di massa tonica. L’indagine mostra l’incofutabile importanza dell’acido ascorbico soprattutto negli over 50, negli anziani e in particolare nelle donne, dove la menopausa porta al maggior rischio di fragilità ossea. Inoltre, è scientificamente dimostrato che a un miglioramento della massa muscolare segue anche un miglioramento anche dello stato osseo. Questo meccanismo si verifica perché un sistema muscolare in piena attività stimola il supporto dell’apparato scheletrico. Senza dimenticare poi, che migliorando la tonicità muscolare, si riduce il rischio sia di cadute che di fratture. Frequenti nei soggetti in età avanzata e, ancor più in quelli affetti da osteoporosi o anche solo nelle donne alle prese con la menopausa. Insomma, superati i 50 anni, sembra che, grazie alla sua azione anti-invecchiamento dei muscoli, l’assunzione di vitamina C, con l’alimentazione e l’integrazione, sia fondamentale per mantenersi in forma, soprattutto a livello muscolare.
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Non solo d’estate, ma anche in autunno. Con l’arrivo del freddo, il sistema immunitario viene messo a dura prova per proteggerci ed è costretto a lavorare il doppio per il nostro benessere. Il cibo, da solo, non sempre è sufficiente a colmare i nostri deficit alimentari. Da qui l’importanza della nutrizione potenziata per vivere in salute. Questo perché, i micronutrienti contenuti nei cibi che non sempre riescono ad arrivare al nostro organismo nelle quantità necessarie. Cosi, per assumere i tanto discussi integratori alimentari e potenziare, di conseguenza la propria dieta, non è necessario avere delle importanti carenze nutrizionali. Poiché la funzione principale degli integratori è quella di fornire sostanze biologiche importanti per avere non solo un corpo in ottima salute, ma anche per poter affrontare l’invecchiamento con una consistente riserva di nutrienti. Ovviamente, la scelta dell’integratore è soggettiva e varia in base alle esigenze e all’apporto di nutrienti da compensare, proprio come lo stile alimentare.
La risposta immunitaria è la nostra prima linea di difesa contro gli attacchi di agenti esterni. Interviene in due modalità: tramite l’immunità innata e quella adattiva. Mentre la prima è presente sin dalla nascita e lavora per impedire agli agenti esterni di entrare nel nostro corpo, la seconda è acquisita a partire dal primo anno di vita e viene potenziata ed “educata” in risposta alle infezioni e agli agenti estranei in cui il corpo si imbatte giorno dopo giorno. Infatti, il nostro corpo memorizza virus e batteri già incontrati così essere in grado di attuare le difese necessarie nel caso si ripresentassero. Quindi, è vero sì che le nostre difese immunitarie sono pronte a intervenire in caso di necessità, ma è necessario aiutarle e rafforzarle con uno stile di vita sano e un’alimentazione equilibrata grazie all’apporto di vitamine, minerali e sostanze nutritive. Tra gli altri fattori che indeboliscono il nostro sistema immunitario anche lo stress con il conseguente calo dell’umore e l’affaticamento mentale.
A tal proposito, e ancor più, per evitare di incorrere in queste carenze, sarebbe buona abitudine giocare d’anticipo, bilanciando la propria dieta con determinati nutrienti e con i preziosi integratori alimentari al fine di fornire al nostro corpo la "benzina" necessaria. Ovviamente, «non esiste una regola per l’assunzione, l’integratore va usato finché ce n’è bisogno (ovvero, laddove necessario, anche per sempre). Normalmente si assumo con dei cicli, [...] ma bisogna essere consapevoli che i benefici non durano per sempre, ma solo durante l’integrazione» spiega a Vanity Fair, Filippo Ongaro, ex medico degli astronauti ed esperto in nutrizione ed integratori. Anche se non ci sono integratori stagionali, né quelli maggiormente indicati per l’estate o per l’inverno, non dimentichiamo che ci sono, tuttavia, integratori alimentari specifici per colmare particolari carenze oltre, ovviamente, ai segnali che emette il nostro corpo in risposta alle diverse condizioni esterne. Questi integratori ci aiutano ad avere valori sempre ottimali, e quindi, l’organismo ben protetto e, il valore ottimale di alcuni nutrienti nell'organismo è fondamentale per avere un sistema immunitario capace di proteggerci anche da virus e influenze stagionali. «I principali micronutrienti classici che sostengono il normale funzionamento del sistema immunitario e le difese naturali sono vitamina C, vitamina D, zinco, selenio e magnesio», spiega Maurizio Salamone, direttore scientifico di Metagenics Italia. «Oltre a questi, numerosi studi clinici hanno mostrato che alcuni principi attivi contenuti negli estratti di piante come la curcuma e l’echinacea possono modulare o stimolare le difese immunitarie».
Facciamo il pieno di vitamina C! Conosciuto anche come acido ascorbico, questo nutriente è noto per il suo effetto antiossidante e immunomodulante. Un concentrato di proprietà nutritive benefiche per il nostro organismo, non solo d’estate. Infatti, questo indispensabile nutriente rinforza le difese immunitarie, contrasta i radicali liberi e protegge dalle infezioni. La vitamina C, preziosa per il sistema immunitario, interviene nella formazione di ossa, pelle e denti, sostiene l’attività muscolare, partecipando alla produzione di energia a livello cellulare. «La vitamina C è fondamentale per il mantenimento dell’integrità delle barriere mucosali, ad esempio nel tratto gastrointestinale e respiratorio – spiega Salamone – supporta infatti la sintesi del collagene e protegge le membrane cellulari allo stress ossidativo. È coinvolta nella regolazione delle cellule immunitarie, potenzia l’azione dei linfociti natural killer e l’attività dei macrofagi, e promuove la sintesi di anticorpi». Altro prezioso nutriente per l’autunno, la vitamina “del sole”. Indispensabile per rafforzare la risposta immunitaria contro gli attacchi esterni, ma anche per rendere più forti e sani sia i denti che le ossa. Inoltre favorisce la prevenzione di numerose malattie cronico-degenerative oltre al metabolismo del calcio. La vitamina D è quasi sempre insufficiente e spesso va integrata separatamente. Può essere assunta come alimento solo in minima parte, il resto è prodotto grazie all’esposizione alla radiazione solare, in particolare ai raggi UVB. Quindi, non dimentichiamo di stare al sole e mangiare tanto pesce per fare il pieno di questa preziosa vitamina.
Altro importante modulatore della risposta immunitaria è proprio lo zinco a cui si attribuisce la capacità di rimarginare rapidamente le ferite (comprese le ulcere e i danni alle arterie), di aiutare a prevenire i raffreddori (migliora la risposta immunitaria), di migliorare la vista, di migliorare l’odore corporeo, di combattere l’acne e l’ingrossamento prostatico» si legge nel libro Vivere 120 anni: le verità che nessuno vuole raccontarti di Adriano Panzironi. E ancora, il nostro sistema immunitario necessita anche dell’apporto giornaliero di selenio. «[…] utilizzato per fluidificare il sangue, regolare, regolare le prostaglandine e la viscosità delle piastrine, prevenendo malattie coronariche, l'ictus e l'insufficienza cardiaca. Tale minerale è funzionale per il sistema immunitario» si legge nel libro. Essenziali per il benessere psicofisico, e soprattutto contro stanchezza e crampi muscolari, anche potassio e magnesio. Questi minerali rinforzano ossa, muscoli e tessuti mobili. «Gli integratori sono degli alimenti pensati per colmare eventuali carenze nutrizionali», sostiene Alessandra Bordoni in un'intervista a Vanity Fair, docente del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna.
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Al mare o in montagna, in vacanza o in città. Per l’estate l’importante è essere baciati dal sole. La prima regola è proprio quella di preparare la pelle al meglio per l’esposizione ai raggi solari. «Importante dedicare la giusta attenzione all’alimentazione, all’idratazione ed eventualmente valutare l’utilizzo di integratori che possano aiutarci nel percorso di preparazione della pelle al sole» suggerisce Giovanna Geri, farmacista e nutrizionista. Non dimentichiamo che la pelle è un organo dotato di memoria, capace di immagazzinare e ricordare, anche dopo anni, tutti i danni provocati da scottature e bagni di sole sbagliati, come ad esempio con la comparsa di macchie, cheratosi e, nel peggiore dei casi, anche tumori. I principali amici per un colorito intenso sono zinco e betacarotene. Il primo, dalla preziosa azione anti-invecchiamento, si trova principalmente nella frutta secca e nel cacao. «Volendo approfittare di un aiuto esterno – continua la nutrizionista – un integratore per il sole deve contenere vitamina C, vitamina A (anche come betacarotene) e zinco, in modo da preparare e rinforzare la pelle in vista di una tintarella senza scottature».
Altro elemento essenziale, il betacarotene, naturale precursore della vitamina A, contenuto in abbondanza nell’olio di carota, protegge, insieme ad altre vitamine antiossidanti, dai danni dei raggi ultravioletti. Favorisce, inoltre, un’abbronzatura più intensa e prolungata nel tempo. E poi, via libera alla scorta di frutta e verdura di stagione che contribuiscono all’apporto di acqua e micronutrienti essenziali, validi supporti per il nostro organismo e per la nostra pelle. Un frutto al giorno toglie il medico di torno, come suggerisce lo stile alimentare Life 120. Tra le vitamine consigliate quelle ricche di antiossidanti come la vitamine A e C di cui è ricchissima la frutta estiva. «Le pesche contengono molta acqua e vitamine A, C, E e gruppo B – spiega l’esperta – il fico d’india che ha innumerevoli proprietà, in quanto ricchissimo di fibra e povero di calorie, contiene inoltre vitamine e sali minerali in abbondanza; i frutti di bosco, poi, sono miscele di antiossidanti, come vitamina C e polifenoli; le ciliegie contengono vitamine A e C; il melone, come tutta la frutta e gli ortaggi di colore giallo-arancio, contiene molta vitamina A, sotto forma di carotenoidi e vitamina C». Da qui, l’importanza di questi fondamentali nutrienti.
L’abbronzatura è il primo segnale che il corpo produce melanina e vitamina D. «Chi può faccia bagni di sole» la raccomandazione arriva dai ricercatori del Trinity College che nel nuovo studio hanno ribadito l’importanza della vitamina D per il nostro organismo. Non solo per rafforzare la risposta immunitaria contro gli attacchi esterni, ma anche per rendere più forti e sani sia i denti che le ossa. Oltre a ribadire l’importanza di questo nutriente e ad evidenziare la notevole carenza a livello nazionale (ipovitaminosi D) rispetto ad altri Paesi europei, la ricercatrice Rosa Kenny suggerisce prendere in considerazione integratori di vitamina D. Dal diabete all'infarto, dall'Alzheimer all'asma passando poi alla sclerosi multipla, quando diversi tipi di malattie sono associate alla carenza di Vitamina D. Questo è quanto riportato in una ricerca della Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro. Fondamentale, quindi, oltre a fissare il calcio nelle ossa anche a prevenire l’osteoporosi negli anziani e il rachitismo nei bambini. “La vitamina D – spiega in un approfondimento l’Humanitas Research Hospital – è una vitamina liposolubile, viene quindi accumulata nel fegato e si presenta sotto due forme: l’ergocalciferolo, che viene assunto con il cibo, e il colecalciferolo, che viene sintetizzato dal nostro organismo. La vitamina D è scarsamente presente negli alimenti (alcuni pesci grassi, latte e derivati, uova, fegato e verdure verdi). La vitamina D viene in gran parte accumulata dal nostro organismo attraverso l’esposizione ai raggi solari e va integrata in situazioni particolari”.
Il mio medico - Tutti i benefici della vitamina D
Scopriamo tutti i principali segnali di deficit da vitamina D. Ecco alcuni sintomi indicativi di questa carenza: eccessiva sudorazione (soprattutto alla testa e alle mani, è uno dei principali sintomi di deficit di vitamina); stanchezza, debolezza o depressione (oggetto di una ricerca del 2006 per valutare gli effetti della vitamina D sulla salute mentale. Dallo studio è emerso che coloro che avevano bassi livelli di vitamina D erano più inclini a manifestare depressione, poiché, la serotonina, conosciuta come “ormone del buonumore”, aumenta con l’esposizione alla luce solare); problemi intestinali (in caso di patologie intestinali che danneggiano l’assorbimento dei grassi, è molto probabile una carenza di vitamina D. I principali disturbi intestinali che danneggiano l’assorbimento dei grassi sono morbo di Crohn e celiachia); dolori alle ossa (dipendono spesso dalla carenza di vitamina D); pelle scura (gli individui con la pelle scura tendono ad assorbire minore quantità di vitamina D, aumentando di rischi di carenza); età avanzata (l’avanzare dell’età determina una minore produzione di vitamina D, che pertanto andrebbe integrata in altro modo); sovrappeso (un aumento del peso corporeo, determina una maggiore necessità di vitamina D rispetto al fabbisogno di un normopeso, pertanto in caso di sovrappeso le probabilità di carenza sono più elevate).
L’altra parte del lavoro, la svolge un altro grande alleato: la vitamina C. Da sempre la vera star dell’estate. Fresca, riposata, uniforme, luminosa e visibilmente più giovane. Un importante alleato della nostra pelle che ne previene l’invecchiamento. I notevoli benefici della vitamina C sono molteplici. Dall'azione antiossidante, alla protezione dai radicali liberi e, di conseguenza, previene l'invecchiamento cellulare. Inoltre, favorisce la produzione naturale di collagene, riduce la stanchezza, protegge la pelle dai raggi UV e aumenta la melanina nella grana del derma. Un valido aiuto per prevenire i segni dell’invecchiamento, le macchie cutanee, uniformare l’incarnato e rendere meno visibili i segni del tempo. La Vitamina C è nota per essere uno dei più potenti antiossidanti, che stimolano collagene rendendo la pelle elastica e rimpolpata. Inoltre, l’acido ascorbico mantiene la pelle compatta ed elastica (grazie alla concentrazione di elastina), rinforzandola e proteggendola dall'azione dei radicali liberi. Migliora quindi la compattezza della cute e la protegge da fumo, inquinamento e raggi solari. Oltre alla sua azione benefica per il sistema immunitario è anche un valido rimedio naturale per avere una pelle più luminosa, quindi, anche contro fattori ambientali e naturali che, col passare del tempo, lasciano sulla pelle un colorito spento e poco uniforme. Grazie alla sua notevole azione schiarente, la vitamina C aiuta a prevenire e ridurre sia le macchie cutanee, sia le reazioni biochimiche che rendono l'incarnato spento e irregolare.
«È un potente antiossidante in grado di combattere l'aging cutaneo e stimolare la sintesi del collagene», spiega al Sole 24Ore Mariuccia Bucci, dermatologa a Sesto San Giovanni (Mi). «Non solo – aggiunge la biologa -, se la nostra pelle appare spenta, affaticata, macchiata, un'applicazione topica di vitamina C aiuta a ridurre tutti questi inestetismi». Perché questo nutriente è così importante per il nostro corpo? «La vitamina della bellezza rappresenta la principale difesa contro i grassi nocivi – spiega al Sole 24Ore Nicola Sorrentino, nutrizionista a Milano - buone fonti di questa vitamina sono l'olio di semi, l'extravergine d'oliva, l'anguilla, il caviale, il tonno sottolio, le uova, la frutta secca e le foglie verdi esterne degli ortaggi». «L'acido ascorbico – continua la dermatologa – è utile nel miglioramento della struttura della pelle assicurando un miglioramento delle concentrazioni di collagene ed elastina, pilastri del derma». «E' anche utilizzato come schiarente, un suo derivato è efficace contro l'iperpigmentazione e nel ridurre le infiammazioni post trattamenti laser» conclude Mariuccia Bucci.
Storia e segreti della VITAMINA C nella prevenzione di tante malattie
Tuttavia, poiché il nostro organismo non è in grado di sintetizzarlo, questo prezioso nutriente deve essere assunto attraverso l'alimentazione e l’integrazione. Tra gli alimenti che ne sono maggiormente ricchi troviamo la frutta con agrumi, fragole e kiwi e la verdura con broccoli, spinaci e lattuga. Non dimentichiamo che un consumo regolare di questi alimenti, all’interno di una dieta equilibrata, potenzia gli effetti di questa vitamina sulla pelle. La deficienza di vitamina C è generalmente imputabile a un insufficiente consumo di alimenti, da cui deriva quel senso di stanchezza persistente che costituisce uno dei sintomi più comuni della sua carenza. O anche in presenza di una serie di condizioni che riducono le scorte di vitamina che deve necessariamente essere apportata con una dieta bilanciata o con integratori specifici. Per cui, sarebbe auspicabile, soprattutto in estate, un aumento dell’apporto di questa preziosa vitamina, per bilanciare e riequilibrare la perdita di acido ascorbico causato da una maggiore sudorazione.
«Il sole svolge numerose azioni benefiche per la salute, ad esempio stimola la produzione di vitamina D, indispensabile per fissare il calcio nelle ossa e per un buon mantenimento della nostra muscolatura, ma anche di ormoni importanti per il benessere, sia fisico che psichico. Dall’altra parte però rappresenta anche uno stress per l’organismo, che si difende dai suoi raggi provocando l’abbronzatura. In effetti, per aumentare le difese nei confronti delle radiazioni, la pelle si abbronza grazie a un pigmento bruno, la melanina, prodotta dai melanociti, cellule presenti nel tessuto cutaneo» spiega Christian Orlando, biologo. «Non bisogna considerare solo il betacarotene – precisa l’esperto - che stimola la sintesi della vitamina A, ma soprattutto alimenti ricchi di antiossidanti, in grado di proteggere la pelle dai danni del sole. Perché un’abbronzatura luminosa passa innanzitutto da una cute sana e radiosa. Ad esempio la vitamina C che partecipa alla formazione del collagene, il tessuto di sostegno dell’epidermide, alla quale garantisce l’elasticità; ha un ruolo antiossidante combattendo la formazione di svariati tipi di radicali».
Ansa "Estate, il sole e la pelle, come avere un'abbronzatura perfetta senza danni in 6 passi"
Gazzetta dello Sport "Vitamina C, le spremute non bastano. Come fare il pieno anche d’estate?"
NaturalmenteFarma "Vitamina D: sole e abbronzatura aiutano a sintetizzarla"
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